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venerdì 12 aprile 2019

DOPO 8 ANNI DI CAOS, GUERRE, MORTI E DISTRUZIONE, LA LIBIA POTREBBE RINASCERE A NUOVA VITA, TORNARE UNO STATO UNICO CON UN ORDINE BEN COSTITUITO SULLE BASI DELLA RIVOLUZIONE VERDE DI GHEDDAFI: LA JAMAHIRIYA..."مناشدة جميع المقاتلين الموالين للقذافي يناشدون أطفال الثورة الخضراء من أجل الاشتراكية: اليوم أنت تدعم القوات المسلحة للجنرال حفتر من طبرق باعتبارها الوحيدة القادرة على لم شمل أسرة كل شعب ليبيا!في ذكرى القذافي ..." #Libya #Libia #Tripoli #Haftar #War #Gheddafi

Libia, dopo il caos potrebbe tornare il figlio di Gheddafi
 
SAIF AL ISLAM GHEDDAFI
TRIPOLI - (LIBIA) -  C'è un nome in Libia che, quando si tratta di passaggi importanti per il paese africano, non può non essere evocato. Un nome ed un cognome, per la precisione: Saif Al Islam Gheddafi. Mentre a Tripoli il fronte di guerra avanza ed in città la popolazione appare sempre più condizionata dal conflitto, in tanti in tutta la Libia si chiedono dove sia in questo momento il figlio del rais. Secondogenito di Muhammar, erede designato o quasi del padre, più volte Saif viene indicato come colui che appare destinato a continuare a portare avanti il nome dei Gheddafi nel mondo politico libico. Non si vede in pubblico dal giorno della cattura nel sud della Libia nel 2011, condannato a morte e poi graziato, Saif negli ultimi mesi fa sentire la sua voce solo tramite emissari. Da quando è però iniziata la battaglia per la presa di Tripoli, il suo silenzio è diventato ancora più forte e, per questo, anche più rumoroso.  

“Saif aspetta il momento giusto” 

“Il figlio di Gheddafi sta da qualche parte della Libia a guardare, sta osservando quello che si può definire come il vero e proprio autoannientamento reciproco delle principali forze sul campo”: a parlare ai nostri microfoni è Michela Mercuri, docente ed autrice del libro “Incognita Libia”. Già all’indomani del vertice di Palermo la stessa docente parla della possibilità di Saif Gheddafi di tornare in campo: “Del resto – aggiunge Michela Mercuri – Già nei mesi scorsi in passato esprime più volte la volontà di presentarsi alla conferenza nazionale che era prevista e Ghadames e che è saltata soltanto negli ultimi giorni per via di quanto sta accadendo a Tripoli”.
Quali potrebbero essere quindi le ambizioni del secondogenito del rais? Sono in tanti a chiederselo, anche se il suo nome proprio da quando Haftar avanza verso Tripoli viene raramente nominato. C’è chi interpreta il suo silenzio ed il relativo scarso interesse nei suoi confronti da parte dei media, come la prova del fatto che Saif non sarebbe, almeno per il momento, intenzionato a scendere nell’agone politico. Specialmente adesso poi che, di fatto, ogni tavolo diplomatico è saltato. Ma secondo Michela Mercuri il silenzio va interpretato in ben altro modo: “Lui in realtà sta solo aspettando il momento giusto – afferma la docente – In questa fase di aspri scontri tra le parti e soprattutto tra Haftar ed i misuratini, dal suo nascondiglio osserva i rivali in lotta per entrare in campo nel momento più propizio”.
Del resto, sempre secondo Mercuri, non gli mancherebbero le argomentazioni per farlo: “Haftar in questa fase rischia di passare come guerrafondaio, Al Sarraj come un personaggio ricattabile dalle milizie misuratine, lui si ergerebbe come l’unico in grado di riunificare il paese”. In poche parole, Saif Gheddafi potrebbe trarre vantaggio dagli errori strategici dei suoi rivali: “Il suo è un silenzio che vuole esprimere terzietà tra le parti in lotta – dichiara ancora Mercuri – In futuro vuole dire ai libici che solo lui può di nuovo far tornare unita la Libia”.

Gli ultimi messaggi del figlio del rais

Come detto, Saif Al Islam Gheddafi non compare in video da quando viene catturato nel novembre 2011. Pochi mesi prima è proprio lui alla tv di Stato, prima ancora del padre, a parlare al paese cercando di convincere la popolazione ad evitare la destabilizzazione del paese. Segno che, in effetti, è proprio Saif il probabile erede a cui Muammar pensa per lasciare il timone del paese. Poi mai un’apparizione in quasi otto anni: il secondogenito del rais è una sorta di oggetto del mistero. Di lui si dice che vivrebbe in una villetta di una località non specificata, dilettandosi con la sua passione della pittura. Secondo molti è ancora in Libia, ma evita appositamente di farsi vedere in pubblico. 
Nei mesi scorsi, in vista della conferenza di Ghadames, fa sapere tramite i suoi rappresentanti ed emissari di essere favorevole al piano Onu e di voler essere presente alla stessa conferenza.
Nello scorso mese di dicembre, Saif fa recapitare un messaggio anche al presidente russo Vladimir Putin: in esso è contenuto l’auspicio dell’aiuto russo al suo paese ed il sostegno ai piani di riappacificazione. Poi di nuovo il silenzio più totale, che continua mentre invece a Tripoli riecheggiano i crudi rumori della battaglia.    
 
 
 
GUERRA A TRIPOLI (LIBIA)


martedì 24 gennaio 2012

LIBIA: PRO-GHEDDAFI ALLA RISCOSSA, RIPRESA BANI WALID...CHE COSA STA SUCCEDENDO VERAMENTE IN LIBIA? LA GUERRA NON E' ANCORA FINITA? PERCHE' TUTTI I MEDIA INTERNAZIONALI TACCIONO SULLA LIBIA POST-GHEDDAFI?


Beni Ulid (Bani Walid) - Libia - I miliziani fedeli a Gheddafi sono tornati all’attacco e hanno riconquistato Bani Walid, loro vecchia roccaforte, facendo sventolare la bandiera verde del regime sulla città. Intanto il governo degli insorti è sempre più in difficoltà, fra contestazioni popolari, dimissioni e violenze diffuse. L’altro ieri il Cnt (Consiglio nazionale di transizione) ha dovuto rinviare di una settimana l’adozione della legge elettorale per la Costituente e ha visto le dimissioni dell’ambasciatore in Italia, Hafed Gaddur. L’attacco a Bani Walid è stato provocato oggi dall’arresto di partigiani pro-Gheddafi da parte dei miliziani della Brigata 28 maggio, fedeli al Cnt.
I lealisti (appartenenti alla tribù dei Warfalla) hanno reagito con mitra e bazooka e hanno stretto d’assedio la caserma della brigata. Cinque miliziani rivoluzionari (tuwar) sono stati uccisi. I pro-Gheddafi così hanno avuto la strada spianata verso il resto della città, 170 km a sudovest di Tripoli, una delle ultime roccaforti del dittatore a cadere. I lealisti hanno preso il controllo della città e hanno issato la bandiera verde della Jamairiya. Secondo una fonte militare del Cnt, l’esercito si sta dirigendo verso la città per riprenderla, con l’appoggio dei jet. Ma il portavoce del Consiglio locale, Mahmud el-Werfelli, denuncia che da due mesi veniva chiesto aiuto al Cnt contro la minaccia dei lealisti. Il governo, accusa el-Werfelli, «ci ha traditi, ci ha lasciati fra l’incudine e il martello».
Per il Cnt, la situazione sta diventando sempre più complicata. Oggi ha annunciato che l’approvazione della legge elettorale per l’assemblea Costituente, prevista per oggi, è stata rinviata al 28 gennaio. Il disegno di legge è al centro di furiose polemiche, per la quota del 10% dei seggi destinata alle donne, il divieto di essere eletti per i libici con doppia nazionalità e la divisione dei distretti elettorali. Tanto è vero che un membro del Cnt ha annunciato oggi che le «quote rosa» saranno eliminate.
Nel paese monta il malcontento per le mancate riforme e la scarsa trasparenza dei governanti, spesso ex gheddafiani riciclati, malvisti dagli ex combattenti, che li accusano di opportunismo. In Libia girano ancora moltissime armi e gli scontri a fuoco tra fazioni sono frequenti. Fra domenica e lunedì una persona è morta a Tripoli in una sparatoria. Il 19 gennaio il vicepresidente del Cnt, Abdel Hafiz Ghoga, ex-collaboratore del rais, è stato duramente contestato all’università di Bengasi, durante una commemorazione degli insorti caduti. Sabato 21 sempre a Bengasi ex combattenti hanno attaccato con bombe artigianali la sede del Cnt e l’hanno occupata, chiedendo più risorse per i tuwar e l’esclusione dei dirigenti politici compromessi col regime. Ieri il vicepresidente Ghoga ha finito per dare le dimissioni: «Non voglio che lo scontro sulla mia persona continui e danneggi il Cnt», ha detto.
Il leader del Cnt, Mustafa Abdeljalil (pure lui ex ministro di Gheddafi), di fronte alle contestazioni ha ribadito «non ci dimetteremo, perchè ciò porterebbe il paese a una guerra civile». Oggi ha dato le dimissioni anche lo storico ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur, da molti anni nella Penisola, ufficialmente per motivi personali. E ad aggiungere confusione al quadro, è arrivata una smentita della Corte penale internazionale a proposito del processo a Saif al Islam Gheddafi. Il ministro della Giustizia libico aveva annunciato che l’Aja aveva dato l’ok a processarlo in Libia. «Non c’è stata alcuna decisione», ha smentito subito dopo un portavoce del Cpi. In questa situazione, suona inquietante la previsione di un funzionario libico, che si trincera dietro l’anonimato: «La Libia non sarà mai più un paese stabile!»

(ANSA-AFP-REUTERS)
Fonte: http://www.atuttadestra.net

lunedì 31 ottobre 2011

Dalla rivolta a Bengasi alla morte violenta di Gheddafi, mini-cronaca di una "sporca" guerra annunciata...8 mesi di menzogne e di ipocrisie, falsità e cinico opportunismo da parte dei paesi occidentali, con la Francia in prima linea e il Presidente Sarkozy campione della bugia e del complotto! Strauss-Khan docet...


Sopra, la ricostruzione video delle menzogne 
della Nato e del Cnt Libico dei ribelli...

Tripoli - (Adnkronos/Aki) - La notizia della morte del colonnello Muammar Gheddafi, confermata dal Consiglio nazionale di transizione, segna una svolta nel conflitto libico, scoppiato il 17 febbraio con l'inizio delle rivolte delle forze anti-governative a Bengasi. 
I raid della Nato, scattati il 19 marzo, hanno fiaccato le resistenze del regime che ha perso progressivamente le sue roccaforti, da Tripoli a Sebha, da Bani Walid a Sirte. Nella capitale e' gia' esplosa la festa della popolazione che e' scesa in strada a celebrare la notizia della morte del colonnello.
I primi segnali dell'insurrezione contro Gheddafi risalgono allo scorso 17 febbraio, quando alcuni partiti di opposizione organizzano a Bengasi la 'giornata della collera' contro il regime a seguito dell'arresto dell'attivista per i diritti umani, Fethi Tarbel. La protesta viene repressa nel sangue dalle forze di sicurezza provocando tra i 10 e 20 morti. Il 24 febbraio le milizie antigovernative prendono il controllo della citta' costiera di Misurata.
Due giorni dopo il Consiglio di Sicurezza Onu impone sanzioni a Gheddafi e alla sua famiglia.
Il 5 marzo il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) dichiara di essere l'unico rappresentante legittimo della Libia. Il 17 marzo il Consiglio di Sicurezza autorizza l'imposizione della no-fly zone sulla Libia per proteggere i civili dalla repressione dei lealisti.
Il 19 marzo si registra il primo raid della Nato contro le brigate fedeli al colonnello su Bengasi. Nei mesi successivi si intensificano i raid sulla Libia. Il governo di Tripoli denuncia che nell'attacco del 30 aprile viene ucciso il figlio piu' giovane di Gheddafi e tre suoi nipoti.
Il 27 giugno la Corte Penale Internazionale spicca un mandato di cattura per Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dell'intelligence del regime, Abdullah al-Senussi, per crimini contro l'umanita'.
Il 21 agosto i ribelli entrano a Tripoli senza incontrare forti resistenze. In un audio Gheddafi chiede alla popolazione di combattere i ribelli, definendoli "ratti".
Due giorni dopo le truppe del Cnt espugnano Bab al-Aziziya, la residenza bunker del colonnello, uno dei simboli del potere.
Il 29 agosto la moglie di Gheddafi, sua figlia Aisha e altri due suoi figli fuggono in Algeria. Aisha, poco dopo aver varcato la frontiera, da alla luce un bambino in un ospedale. Il 1 settembre i massimi rappresentanti leader del governo libico ad interim incontrano i leader mondiali in una conferenza a Parigi in cui si discute il futuro del paese post-Gheddafi.
L'8 settembre il primo ministro del Cnt, Mahmoud Jibril, giunge a Tripoli per la sua prima visita ufficiale.
L'11 settembre la Libia riprende la produzione di petrolio, mentre il Niger annuncia che Saadi Gheddafi, uno dei figli del leader libico, si trova nel Paese africano dove e' stato accolto "per motivi umanitari".
Il 13 settembre il leader del Cnt, Abdel Jalil, pronuncia un discorso a Tripoli davanti a decine di migliai di persone. Due giorni dopo arrivano in visita nella capitale libica il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il primo ministro britannico, David Cameron. Il 20 settembre il presidente Usa, Barack Obama, chiede ai lealisti di arrendersi e annuncia il ritorno dell'ambasciatore americano a Tripoli.
Il 21 settembre il Cnt conquista Sabha.
Il 17 ottobre cade Bani Walid, uno delle ultime roccaforti dei lealisti, mentre il 20 e' il turno di Sirte, la citta' dove il colonnello Gheddafi era nato.
Fonte: http://www.adnkronos.com

Libia, l'ultima GRANDE BUGIA dei ribelli del CNT:"Sono state trovate le armi nucleari di Gheddafi!" Le menzogne per giustificare l'ingiustificabile, per dare in pasto all'opinione pubblica mondiale il motivo di una guerra "giusta" che secondo la NATO, Sarkozy, Obama, l'ONU è stata quella in Libia, una guerra doverosa e "inevitabile" per spodestare l'odiato e malvagio "tiranno" di Tripoli! Tutte menzogne, bugie spudorate che disgustano ancora di piu' il nostro buon senso e la nostra ragione razionale! La "real politik" di stampo Americano che ha portato nell'ultimo dopo guerra, dal 1945 al 2011, solo disastri economici, politici e sociali, provocando la morte di milioni di persone soprattutto in Africa, in Medio-Oriente e in Asia...è giunta l'ora che l'Europa tutta si svegli e si riprenda la sua sovranità monetaria e popolare, specialmente l'Italia!



Sopra, due video di alcuni suoi discorsi che Gheddafi proclamava davanti alla folla in Piazza a Tripoli durante i primi giorni di guerra, quando la Nato, guidata dalla Francia di Sarkozy, sferrava i primi bombardamenti sulla Libia...una guerra "criminale" durata 8 mesi con un tragico epilogo per il Rais! Una guerra oscena basata sulle menzogne della Nato e del Cnt dei ribelli!
Tripoli - (Adnkronos/Aki) - Lo ha rivelato alla tv Al-Arabiya un funzionario del Cnt, aggiungendo che Consiglio nazionale di transizione è in contatto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Dettagli sul materiale ritrovato, precisa l'emittente, verranno rivelati dal Cnt durante una conferenza stampa in programma per oggi. La questione delle armi chimiche, ha fatto sapere il premier Mahmoud Jibril, verrà poi sottoposta ufficialmente all'Aiea.
Pechino - (Adnkronos/Aki) - Il procuratore capo del Cpi Luis Moreno-Ocampo: ''Il figlio del Colonnello è preoccupato per cosa potrebbe accadere se dovesse essere assolto dalla corte!''
Saif al Islam vuole capire cosa accadrà se si consegnerà, si farà processare e verrà riconosciuto innocente, ha spiegato Moreno-Ocampo, che ieri aveva rivelato ''colloqui informali'' del Tribunale penale internazionale per la resa di Saif al-Islam Gheddafi.
Moreno-Ocampo, riporta il sito web in arabo della Bbc, ha precisato che i contatti avvengono attraverso intermediari ed è tramite questi emissari che il delfino di Gheddafi si è dichiarato innocente.
Il 27 giugno scorso la Corte dell'Aja ha emesso un ordine di arresto internazionale contro Saif al-Islam e l'ex capo dell'intelligence militare libica Abudullah al Senussi per crimini contro l'umanità. ''Ci sono persone legate a lui che sono in contatto con persone legate a noi, pertanto non abbiamo relazioni dirette. Tutto avviene tramite intermediari - ha detto il procuratore capo del Cpi, che si trova a Pechino per un convegno - Ma abbiamo molta fiducia nella persona coinvolta da parte nostra nei contatti. "Lui dice di essere innocente, dice che dimostrerà di essere innocente ed è interessato alle conseguenze!"
''Dice di essere innocente e che dimostrerà ai giudici la sua innocenza e quindi è più preoccupato per cosa potrebbe accadere dopo, se dovesse essere assolto dalla corte - ha detto ancora Moreno-Ocampo - Pertanto gli abbiamo spiegato il funzionamento legale, non facciamo accordi, perché abbiamo prove contro di lui''. ''Gli stiamo spiegando il meccanismo legale - ha precisato - e il suo diritto alla difesa''. Il timore del Cpi è però che Saif al-Islam Gheddafi possa continuare a fuggire.
''Abbiamo informazioni secondo cui c'è un gruppo di mercenari che sta cercando di aiutarlo a spostarsi in un altro Paese, pertanto stiamo cercando di impedirlo'', ha detto il procuratore capo del Tribunale penale internazionale, sottolineando che la corte ''sta lavorando con alcuni Paesi per riuscire a bloccare questo tentativo''. ''Sappiamo che ha valutato diverse opzioni - ha continuato - e vorremmo aiutarlo ad arrendersi'!'
Fonte: http://www.adnkronos.com

giovedì 27 ottobre 2011

Dalla Rivoluzione Culturale al Libro Verde: Onore al Colonnello Gheddafi che ha saputo emancipare un popolo, liberando le donne Libiche dalla schiavitù del fonfamentalismo Islamico, che oggi purtroppo con il nuovo Governo del CNT ritorna in auge...con Gheddafi la Libia aveva il reddito procapite netto più alto di tutto il continente Africano! Oggi la società Libica rischia di scivolare in mano agli speculatori, alla mafia e allo sfruttamento delle risorse energetiche, oggi più che mai il suo futuro è incerto, l'anarchia e il caos dopo l'ordine sociale di Gheddafi è alle porte!


Sopra, il video che riproduce tutti i francobolli della Libia,
stampati e prodotti nei 42 anni di Governo di Gheddafi, 
addio Colonnello, onore a te e riposa in pace...

 

Libro verde (Libia)

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Libro verde
Titolo originale الكتاب الاخضر
Green book.jpg
Edizione inglese e russa
Autore Mu'ammar Gheddafi
1ª ed. originale 1975
Genere Politico
Lingua originale arabo

Il Libro verde (arabo: الكتاب الاخضر al-Kitāb al-Aḫḍar) è un testo pubblicato in lingua araba nel 1975 da Muammar Gheddafi, il titolo prende ispirazione dal Libretto rosso o Citazioni dalle Opere del presidente Mao Zedong di Mao Zedong uscito nel 1966.
Nel testo Gheddafi espone in maniera succinta la sua visione della democrazia e dell'economia. Rigettando l'insieme dei principi della democrazia liberale, auspica una forma di democrazia diretta basata sui comitati popolari.
Il libro è diviso nelle seguenti partizioni:
  • Parte politica: l'autorità del popolo
  • Parte economica: il socialismo
  • Basi sociali della terza teoria universale
Gheddafi nel testo accusa i sistemi antecedenti di non essere democratici, poiché in questi sistemi al popolo viene concesso solo di eleggere i loro rappresentanti. Questi rimangono distanti e indipendenti nel loro agire; di qui, Gheddafi asserisce che non vi è diretto influsso del popolo sul sistema politico né della democrazia né del comunismo. Quindi fa una proposta di sistema: la partecipazione del popolo al processo politico deve essere assicurato attraverso gli strumenti del "Congresso popolare" e dei "Comitati popolari".
Gheddafi definì la sua come la "Terza teoria universale", che si proponeva come alternativa al capitalismo e al comunismo, nel solco del socialismo arabo. Negli anni successivi, i principi del libro verde saranno messi in pratica nell'organizzazione della Jamāhīriyya libica. Tuttavia Gheddafi fu largamente accusato di usare il concetto di "comitato popolare" come alibi per una politica autocratica e repressiva[senza fonte].
Il testo venne pubblicato in un'edizione bilingue (inglese-arabo) nel 1976 da Brian e Martin O'Keeffe; l'edizione tedesca venne pubblicata nel 1988.

Indice

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Capitoli [modifica]

  1. Lo strumento di governo
  2. I parlamenti
  3. Il partito
  4. La classe
  5. Il referendum
  6. I Congressi Popolari e i Comitati Popolari
  7. La legge della società
  8. Base economica della Terza teoria universale
  9. Base sociale della Terza teoria universale
  10. La famiglia
  11. La tribù
  12. La donna
  13. Le minoranze
  14. I neri
  15. L'istruzione
  16. La musica e le arti
  17. Lo sport, l'equitazione e gli spettacoli

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

Gheddafi: Riassunto dei 42 anni di potere e di Governo in Libia...la vita del Colonnello in pillole!


  
Sopra, il video dell'arrivo di Gheddafi in Italia...


(LIBIA) - TRIPOLI - Mu’ammar Gheddafi è nato a Sirte nel 1942, quando la città faceva parte della provincia italiana di Misurata. L’ex dittatore libico ha frequentato fino ai 19 anni la scuola coranica della sua città natale. In quegli anni viene in contatto con le idee dell’allora presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser.
A 26 anni si iscrive all’accademia militare di Bengasi. Dopo un periodo in Gran Bretagna diventa capitano a 27 anni. Il 26 agosto 1969 è protagonista di un colpo di stato che destituisce il re Sayyd Hasan I, da pochi giorni succeduto a Idris I. La critica alla monarchia libica era di essere troppo servile nei confronti dell’Europa. Il regime instaurato in Libia si trasforma in una dittatura. Gheddafi ha cercato di coniugare il panarabismo con la socialdemocrazia. Tuttavia al regime “democratico” della Libia mancavano paletti fondamentali come il multipartitismo. Nei confronti degli italiani presenti in Libia Gheddafi, negli anni ’70, adotta una linea dura: nel 1970 vengono confiscati tutti i beni agli italiani presenti sul territorio. La politica estera di Gheddafi negli anni ’70 e ’80 è anti-israeliana e anti-americana: il leader libico supporta l’OLP di Arafat e l’IRA irlandese. Nel 1988 ha luogo la strage di Lockerbie, a proposito della quale nel 2011 l’ex ministro al-Jalil ha rivelato le responsabilità di Gheddafi. Dal 1988 la Libia è sotto un pesante embargo. Gli anni 2000 vedono un riavvicinamento tra Gheddafi e gli Usa e iniziative di distensione nei confronti dell’Italia. Nel febbraio del 2011 inizia la guerra civile libica che porterà alla morte del dittatore.


(LIBIA) - MISURATA - Sepolti in un luogo segreto con l’assistenza di un religioso. Muammar Gheddafi e il figlio Mutasim sono stati seppelliti in un luogo segreto con l’assistenza di un religioso.
A renderlo noto, fonti del Cnt, spiegando che con la tribù Qaddafiya, a cui apparteneva il Colonnello, non è stato raggiunto un accordo. Inizialmente i cadaveri erano stati tenuti in una cella frigorifera in un vecchio mercato di Misurata per essere mostrati alla gente.
Oggi, la sepoltura in segreto: la scelta è stata fatta dai ribelli per evitare che la tomba del raìs divenga meta di pellegrinaggio o venga fatto oggetto di vandalismi. Nel suo testamento Gheddafi aveva chiesto di esser sepolto a Sirte, ma non è dato sapere se quello sarà il luogo del suo riposo eterno.

martedì 22 marzo 2011

Jamahiriya - "IL LIBRO VERDE" - Moammar El Gheddafi (Alcuni stralci del libro scritto nel 1975 da Gheddafi) "La repubblica delle masse!" Idee per una società più giusta ed equa, per un Mondo migliore!


SULLA DEMOCRAZIA: “IN QUESTI SISTEMI DI GOVERNO, IL POPOLO E' LA PREDA PER LA QUALE CI SI BATTE. IL POPOLO E' LA VITTIMA INGANNATA E SFRUTTATA DAGLI ORGANISMI POLITICI CHE COMBATTONO PER GIUNGERE AL POTERE, PER STRAPPARE DEI VOTI AL POPOLO MENTRE QUEST'ULTIMO SI ALLINEA SILENZIOSO IN LUNGHE FILE, CHE SI MUOVONO COME UN ROSARIO, AL FINE DI DEPORRE IL SUO VOTO NELLE URNE ELETTORALI, NELLO STESSO MODO IN CUI SI GETTANO LE CARTACCE NEL CESTINO DEI RIFIUTI. DIVENTA COSI' EVIDENTE, CHE LA RAPPRESENTANZA E' UN IMPOSTURA. INOLTRE, SICCOME IL SISTEMA DI ELEZIONE DEI PARLAMENTARI SI FONDA SULLA PROPAGANDA PER OTTENERE PIU' VOTI DAI PROPRI ELETTORI, LA DEMOCRAZIA E' DI CONSEGUENZA, UN SISTEMA DEMAGOGICO NEL VERO SENSO DELLA PAROLA. I VOTI INFATTI POSSONO ESSERE COMPRATI O FALSIFICATI, PER QUESTO MOTIVO IL POVERO NON PUO' AFFRONTARE LE CAMPAGNE ELETTORALI, IN CUI VINCE SEMPRE E SOLTANTO IL RICCO. INOLTRE, QUALUNQUE SIA IL NUMERO DEI PARTITI POLITICI PRESENTI NELLA COMPETIZIONE ELETTORALE, L'ESISTENZA STESSA DI PIU' PARTITI INASPRISCE LA LOTTA PER IL POTERE, CHE SI RISOLVE NELLA DISTRUZIONE DI OGNI CONQUISTA DEL POPOLO E NEL SABOTAGGIO DI OGNI PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. QUESTA DISTRUZIONE SERVE DA PRETESTO (AL PARTITO DI OPPOSIZIONE) PER GIUSTIFICARE IL TENTATIVO DI INDEBOLIRE LA POSIZIONE DEL PARTITO SALITO AL POTERE (IL PARTITO DI GOVERNO) AL SOLO SCOPO DI PRENDERNE IL POSTO.
LA LOTTA TRA I PARTITI INFATTI SI SVOLGE ESSENZIALMENTE PER MEZZO DELLA CRITICA E DELLA DENIGRAZIONE RECIPROCA, QUESTA E' UNA LOTTA CHE PURTROPPO SI COMBATTE A DANNO DEGLI INTERESSI VITALI E SUPREMI DELLA SOCIETA' IN QUANTO IL PARTITO DI OPPOSIZIONE PER GIUNGERE AL POTERE DEVE ABBATTERE LO STRUMENTO DI GOVERNO DEL PARTITO CHE E' AL POTERE, CIO' COMPORTA LA DISTRUZIONE DELLE SUE REALIZZAZIONI E LA DENIGRAZIONE DEL SUO OPERATO E DEI SUOI PROGRAMMI ANCHE SE QUESTI SONO MOLTO UTILI AL PROGRESSO ED ALLO SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. L'OPPOSIZIONE NON RAPPRESENTA DUNQUE IL CONTROLLO POPOLARE SUL PARTITO DI GOVERNO MA PIUTTOSTO, L'OPPOSIZIONE RAPPRESENTA UNA MINORANZA POLITICA CHE CERCA SEMPRE UNA POSSIBILITA' DI SOSTIUIRSI ALLA MAGGIORANZA CHE E' AL POTERE. DUNQUE E' CHIARO CHE PER LA SOCIETA', LA LOTTA DEI PARTITI HA LO STESSO EFFETTO NEGATIVO E DISTRUTTIVO DELLA LOTTA TRIBALE O SETTARIA!”

SULL'INDIVIDUO E SULL'ECONOMIA: “ LA LIBERTA' DI UN UOMO E' INCOMPLETA SE DA UN ALTRO UOMO DIPENDONO I SUOI BISOGNI. LO STATO DI NECESSITA' PUO' FAR DIVENTARE UN UOMO SCHIAVO DI UN ALTRO UOMO. LO SFRUTTAMENTO E' MOTIVATO DA UN BISOGNO, CHE E' UN PROBLEMA REALE. IL CONFLITTO SOCIALE HA INIZIO QUANDO QUALCHE ALTRA PARTE E' ARBITRARIA DEI BISOGNI DELL'UOMO. AD ESEMPIO LA CASA E' UNA NECESSITA' PER UN INDIVIDUO E PER LA SUA FAMIGLIA, PER TANTO DEVE ESSERE DI PROPRIETA' DI CHI LA ABITA PERCHE' NON VI E' LIBERTA' ALCUNA PER L'UOMO CHE VIVE IN UNA CASA APPARTENENTE AD UN ALTRO UOMO, SIA CHE ESSO PAGHI O NO IL CANONE DI AFFITTO.
PER QUESTO MOTIVO IN UNA SOCIETA' VERAMENTE GIUSTA, A NESSUN INDIVIDUO DOVREBBE ESSERE PERMESSO DI COSTRUIRE UNA CASA IN PIU' DELLA PROPRIA E DI QUELLA DEI SUOI EREDI, PER CEDERLA IN AFFITTO AD UN ALTRO UOMO, AL SOLO SCOPO DI INCREMENTARE IL SUO GUADAGNO PERSONALE, PERCHE' QUELLA CASA NON SAREBBE ALTRO CHE UN BISOGNO DI UN ALTRO UOMO, E COSTRUIRLA PER CEDERLA IN AFFITTO E' UN INIZIO DI SOPRAFFAZIONE DEL BISOGNO ALTRUI: SIGNIFICA CONCULCARE UN BISOGNO DI QUELL'UOMO STESSO. NEL BISOGNO SCOMPARE LA LIBERTA' INDIVIDUALE DI OGNI SINGOLO ESSERE UMANO.
COSI' SUCCEDE ANCHE NEL LAVORO DIPENDENTE CHE OLTRE AD ESSERE UNA VERA E PROPRIA SCHIAVITU' DELL'UOMO MODERNO, E' ANCHE UN LAVORO PRIVO DI INCENTIVO AL SUO LAVORO STESSO, PERCHE' IL LAVORATORE (PRODUTTORE) E' UN SALARIATO E NON UN SOCIO DELL'IMPRESA IN CUI PRESTA IL SUO OPERATO.
IL LAVORO SALARIATO METTE IN CRISI L'INCREMENTO E LO SVILUPPO DELLA PRODUZIONE, CIO' ACCADE SIA QUANDO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' DI SERVIZI SIA QUANDO ESSO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' PRODUTTIVA: L'INCREMENTO PRODUTTIVO E' SOGGETTO AD UN CONTINUO DETERIORAMENTO IN QUANTO SI FONDA SUL SACRIFICIO DEI SALARIATI!”

ESEMPI SPICCIOLI:

  1. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, CHE SODDISFA ESATTAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE SALARIATO NON AUMENTERA' LA SUA PRODUZIONE PERCHE' ANCHE SE LO FACESSE, IN CAMBIO OTTERREBBE LA STESA SINGOLA MELA, SUFFICIENTE A SODDISFARE IL SUO BISOGNO.
  2. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, MA CIO' NON BASTA A SODDISFARE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO L'INCENTIVO A PRODURRE E' ANCORA PIU' BASSO ED IL LAVORATORE NON HA INTERESSE AD INCREMENTARE LA PRODUZIONE, LAVORA SENZA STIMOLO PERCHE' SA CHE IN CAMBIO RICEVERA' LA SOLITA MELA CHE NON GLI BASTA A SODDISFARE I SUOI BISOGNI, TUTTAVIA E' COSTRETTO A SOTTOSTARE ALLE PESSIME CONDIZIONI DI LAVORO PER SOPPRAVVIVERE.
  3. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN ALTRO LAVORATORE AUTONOMO O IMPRESARIO E DA QUESTO PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA CIFRA INFERIORE AL PREZZO DI UNA SOLA MELA CHE SODDISFA SCARSAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL SALARIATO NON SOLO NON AUMENTERA' LA PRODUZIONE MA CERCHERA' UN ALTRO “PADRONE” PER OFFRIRGLI LA SUA MANSIONE A MAGGIOR PREZZO DEL PRIMO E ALLA PRIMA OCCASIONE CAMBIERA' IL SUO POSTO DI LAVORO ORIGINARIO.
  4. UN LAVORATORE PRODUCE 10 MELE PER SE STESSO, CHE SODDISFA OLTRE OGNI MODO IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE PRODUCE SENZA COSTRIZIONE ALCUNA E SENZA RECESSIONE, LA PRODUZIONE INCREMENTA E IL LAVORATORE E' STIMOLATO A FARE SEMPRE IL MEGLIO.

SULLA FAMIGLIA: “LA FAMIGLIA, RISPETTO AD OGNI SINGOLO INDIVIDUO, E' PIU' IMPORTANTE DELLO STATO. L'UMANITA' CONOSCE L'INDIVIDUO E L'INDIVIDUO NORMALE CONOSCE LA FAMIGLIA, LA FAMIGLIA E' LA SUA CULLA, LA SUA ORIGINE ED IL SUO RIPARO SOCIALE. LA SOCIETA' FIORENTE E' QUELLA OVE L'INDIVIDUO CRESCE NELLA FAMIGLIA IN MODO NATURALE ED OVE FIORISCE LA FAMIGLIA.
L'INDIVIDUO SI RADICA NELLA FAMIGLIA UMANA COME LA FOGLIA SUL RAMO, COME IL RAMO SULL'ALBERO, CHE NON HANNO SIGNIFICATO NE VITA MATERIALE QUAL'ORA SE NE STACCHINO. COSI' E' L'INDIVIDUO, SE L'INDIVIDUO SI STACCA DALLA FAMIGLIA ESSO STESSO DIVENTA PRIVO DI SIGNIFICATO E DI VITA SOCIALE.
SE LA SOCIETA' DOVESSE GIUNGERE A FAR ESISTERE L'ESSERE UMANO AL DI FUORI DELLA FAMIGLIA, DIVERREBBE ALLORA UNA SOCIETA' DI EMARGINATI, PARAGONABILI ALLE PIANTE ARTIFICIALI!”

SULLA DONNA: “LA DONNA E' UN ESSERE UMANO E L'UOMO E' UN ESSERE UMANO, SU CIO' NON ESISTE DISACCORDO NE DUBBIO ALCUNO. LA DONNA E L'UOMO, DAL PUNTO DI VISTA UMANO, OVVIAMENTE SONO UGUALI. FARE UNA DISCRIMINAZIONE TRA UOMO E DONNA SUL PIANO UMANO E' UN INGIUSTIZIA CLAMOROSA E SENZA GIUSTIFICAZIONE. LA DONNA MANGIA E BEVE COME MANGIA E BEVE L'UOMO. LA DONNA ODIA E AMA COME ODIA E AMA L'UOMO. LA DONNA PENSA, APPRENDE E CAPISCE COME PENSA, APPRENDE E CAPISCE L'UOMO.
LA DONNA HA BISOGNO DI ALLOGGIO, DI VESTIARIO E DI MEZZO DI TRASPORTO COME NE HA BISOGNO L'UOMO. LA DONNA HA FAME E HA SETE COME HA FAME E HA SETE L'UOMO. LA DONNA VIVE E MUORE COME VIVE E MUORE L'UOMO.
MA PERCHE' IL CREATO HA RICHIESTO LA CREAZIONE DELL'UOMO E DELLA DONNA? DEVE SENZ'ALTRO ESSERVI UNA NECESSITA' NATURALE A FAVORE DELL'ESISTENZA DI ENTRAMBI, E NON SOLTANTO DELL'UNO O DELL'ALTRA.
DUNQUE CIASCUNO DEI DUE NON E' L'ALTRO E FRA I DUE SOGGETTI VI E' UNA DIFFERENZA NATURALE, LA CUI PROVA E' L'ESISTENZA DELL'UOMO E DELLA DONNA ASSIEME NEL CREATO. CIO' DI FATTO SIGNIFICA CHE ESISTE PER CIASCUNO UN RUOLO NATURALE CHE SI DIFFERENZIA CONFORMEMENTE ALLA DIVERSITA' DELL'UNO RISPETTO ALL'ALTRA. DUNQUE E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE VI SIA UNA CONDIZIONE CHE CIASCUNO DEI DUE VIVE, E IN CUI SVOLGE IL SUO RUOLO DIVERSO DALL'ALTRO. IN BREVE, NON VI E' ALCUNA DIFFERENZA NEI DIRITTI UMANI FRA L'UOMO E LA DONNA E FRA L'ADULTO E IL BAMBINO, MA NON VI E' EGUAGLIANZA COMPLETA FRA LORO PER I DOVERI CUI DEVONO ASSOLVERE!”

SULLE MINORANZE: “LA MINORANZA ESISTE SOLO DI DUE TIPI E NON VE NE UN TERZO TIPO. UNO E' QUELLO CHE FA PARTE DI UNA NAZIONE CHE LA INQUADRA SOCIALMENTE; L'ALTRO E' QUELLO SENZA NAZIONE, E SENZA QUADRO SOCIALE SE NON IL PROPRIO. QUESTO SECONDO TIPO E' QUELLO CHE FORMA UNA DELLE ACCUMULAZIONI STORICHE CHE FINISCONO PER FORMARE UNA NAZIONE IN FORZA DELL'APPARTENENZA E DEL DESTINO COMUNE, TALE MINORANZA, COME E' EVIDENTE, HA DIRITTI SOCIALI PROPRI ED E' SOPPRUSO CHE QUALUNQUE MAGGIORANZA ABBIA A USURPARLI, INFATTI LA CONNOTAZIONE SOCIALE E' INTRINSECA E NON RISULTA PASSIBILE DI VENIRE ASSEGNATA NE TOLTA.
E' DISPOTISMO E INGIUSTIZIA SOCIALE CONSIDERARE LA MINORANZA SOLO IN BASE AL FATTO CHE ESSA E' TALE SOTTO L'ASPETTO POLITICO ED ECONOMICO!”

SULLE RAZZE: “LA RAZZA GIALLA HA GIA' DOMINATO NEL MONDO, QUANDO E' AVANZATA DALL'ASIA VERSO GLI ALTRI CONTINENTI. POI E' VENUTO IL TURNO DELLA RAZZA BIANCA, QUANDO HA INTRAPRESO UN VASTO MOVIMENTO COLONIALE CHE HA COINVOLTO TUTTI I CONTINENTI DEL MONDO! ORA E' GIUNTO IL TURNO CHE SIA LA RAZZA NERA A DOMINARE! L'ULTIMO PERIODO DELLA SCHIAVITU' E' STATO L'ASSERVIMENTO DELLA RAZZA NERA DA PARTE DELLA RAZZA BIANCA; TALE EPOCA RIMARRA' IMPRESSA NELLA MEMORIA DEL NERO FINCHE' EGLI NON ABBIA AVVERTITO CHE GLI E' STATA RESTITUITA LA PROPRIA DIGNITA' SOCIALE!”

Stralci di testi tratti da
IL LIBRO VERDE”
di Moammar El Gheddafi
(Tripoli – Libia 1975)


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!