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sabato 20 aprile 2019

لن يتحقق الاستقرار في ليبيا إلا من خلال الاستيلاء على السلطة من قبل الجنرال العام لمدينة طبرق لمساعدة الجنرال في غزو طرابلس وبنغازي ... كل حنين العقيد القذافي يتعاون مع قوات طبرق من أجل الوحدة مواطن ليبي ...

Khalīfa Belqāsim Ḥaftar in arabo: خليفة بلقاسم حفتر
Da Wikipedia: Khalīfa Belqāsim Ḥaftar (in arabo: خليفة بلقاسم حفتر‎; Agedabia, 7 novembre 1943) è un generale e politico libico. Nell'Aprile del 2011 è stato promosso al grado di Tenente generale dalle autorità del Consiglio nazionale di transizione libico. Nel conflitto tra Ciad e Libia fu uno dei comandanti dell'esercito del regime di Mu'ammar Gheddafi. Nel 1987, durante la guerra contro il Ciad, fu preso prigioniero nel corso della battaglia di Wadi al-Dum. In prigionia formò un contingente di circa 2 000 prigionieri libici, la "Forza Haftar", equipaggiata dagli Stati Uniti, col compito di rovesciare il regime libico. Fu rilasciato nel 1990 grazie ai buoni uffici statunitensi e trascorse quasi 20 anni negli USA, ottenendo anche la cittadinanza di quel Paese. Nel 1993, mentre si trovava nella sua residenza di Vienna, in Virginia, fu condannato in patria, in contumacia, alla pena capitale per "crimini contro la Jamāhīriyya libica". Alcune fonti parlano, senza che si possano ovviamente fornire fonti credibili, di suoi legami con la Central Intelligence Agency, comunque smentite dallo stesso generale.
 
DONALD TRUMP
TRIPOLI (LIBIA) - DA FONTE ANSA: Il presidente Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il maresciallo Khalifa Haftar per discutere gli sforzi antiterrorismo in corso e la ''necessità di raggiungere la pace e la stabilità''. Lo afferma la Casa Bianca. ''Il presidente ha riconosciuto il significativo ruolo di Haftar nel combattere il terrorismo, e i due hanno discusso una visione comune per la transizione della Libia verso un sistema politico stabile e democratico''.
 
 
لن يتحقق الاستقرار في ليبيا إلا من خلال الاستيلاء على السلطة من قبل الجنرال العام لمدينة طبرق لمساعدة الجنرال في غزو
لن يتحقق الاستقرار في ليبيا إلا من خلال الاستيلاء على السلطة من قبل الجنرال العام لمدينة طبرق لمساعدة الجنرال في غزو طرابلس وبنغازي ... كل حنين العقيد القذافي يتعاون مع قوات طبرق من أجل الوحدة مواطن ليبي ...
#Libya #Libia #Tripoli #Haftar #War #Gheddafi #Tobruk #Bengasi #Mediterraneo #nordafrica
#guerracivile #guerra #guerrainlibia 
طرابلس وبنغازي ... كل حنين العقيد القذافي يتعاون مع قوات طبرق من أجل الوحدة مواطن ليبي .... لن يتحقق الاستقرار في ليبيا إلا من خلال الاستيلاء على السلطة من قبل الجنرال العام لمدينة طبرق لمساعدة الجنرال في غزو طرابلس وبنغازي ... كل حنين العقيد القذافي يتعاون مع قوات طبرق من أجل الوحدة مواطن ليبي ... #Libya #Libia #Tripoli #Haftar #War #Gheddafi #Tobruk #Bengasi #Mediterraneo #nordafrica #guerracivile #guerra #guerrainlibia
 
Petrolio WTI ai massimi da cinque mesi in area 63,60 dollari al barile e Brent sopra i 70 dollari in apertura di contrattazioni: se fosse servita una riprova concreta di quanto il caos libico possa potenzialmente impattare a livello globale sulla commodity più finanziarizzata in assoluto, la giornata di ieri l’ha fornita. E dietro l’avanzata delle milizie del generale Haftar verso Tripoli, concretizzatasi nel bombardamento dell’aeroporto della capitale, dopo una prima controffensiva delle truppe fedeli al governo di Al-Sarraj e il lancio dell’operazione “Vulcano di rabbia”, c’è molto del risiko petrolifero che sembrava terminato in sordina negli ultimi tempi. Oltretutto, con più fronti aperti: il rallentamento dell’economia globale in primis, la crisi in seno all’Opec riguardo la politica dei tagli alla produzione, il rilancio dello shale oil statunitense e, soprattutto, la contrapposizione in atto in Venezuela. Insomma, un potenziale detonatore al rialzo per i prezzi. Con uno spettatore tutt’altro che disinteressato, economicamente e geopoliticamente: l’Arabia Saudita. Da più parti, infatti, si lascia intendere che la rottura degli indugi da parte del generale Haftar sia frutto – più che di un’interessata ingerenza francese per le risorse petrolifere libiche – della rinnovata e rinsaldata alleanza con Ryad in seno agli schieramenti di sostegno dei due governi del Paese nordafricano.


Il Regno saudita, infatti, dopo qualche mese di difficoltà dovuto alla rocambolesca scalata al potere del principe Mohammed Bin Salman, recentemente richiamato all’ordine da re Salman che ne ha limitato per legge i poteri, pare tornato all’antica potenza. Quantomeno, a livello di ricatto petrolifero. Chiusa con una transazione economica, accettata dalla famiglia, la vicenda del rapimento e dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel suo consolato di Istanbul, Ryad ha recentemente reso noti per la prima volta i conti di Aramco, la potentissima azienda petrolifera statale, la cui Ipo rimane l’oggetto del desiderio inconfessato di Wall Street.

GRAFICO DEL PREZZO DEL PETROLIO AL BARILE
Fonte: Bloomberg
Parla più di mille cifre rispetto al livello siderale di profittabilità del gigante energetico, oltretutto in un periodo prolungato di prezzi non certo ai massimi per il barile. Insomma, Aramco val bene qualche rospo da ingoiare. E ne sanno qualcosa a Washington, visto che hanno dovuto accettare, facendo buon viso a cattivo gioco, addirittura la minaccia di far saltare le transazioni petrolifere denominate in dollari, in caso gli Usa proseguissero nella loro intenzione di sottomettere i membri Opec alla legislazione antitrust in vigore Oltreoceano. Di fatto, la fine stessa del concetto di petrodollaro, oltretutto in un momento storico che vede il biglietto verde dover fare i conti con la prima, seria messa in discussione del suo ruolo di valuta benchmark a livello globale, a spese di euro e yuan.

Fonte: Statista
Mostra come anche l’altra grande industria Usa, il comparto bellico-industriale denominato warfare, non possa permettersi un precipitare degli eventi nei rapporti con Ryad, già messi a dura prova dal report sulle responsabilità saudite dietro l’11 settembre nell’era Obama, ecco che in contemporanea con l’offensiva del generale Haftar contro l’aeroporto di Tripoli, Ryad svelava i dettagli della prima mega-emissione obbligazionaria di Aramco, attesa a breve. E, soprattutto, denominata in dollari. La vendita è cominciata lo scorso weekend con un order book da 40 miliardi di dollari, 30 dei quali sono stati sottoscritti soltanto sabato 6 aprile: per Sergey Dergachev, portfolio manager alla Union Investment in Frankfurt, la domanda potrebbe facilmente superare il record di 53 miliardi ottenuto l’anno scorso dal Qatar per il suo bond da 12 miliardi di controvalore. Il tutto, partendo da un target iniziale di raccolta da 10 miliardi di dollari, necessari per diversificare le fonti di finanziamento del deficit di budget saudita, creatosi negli anni del barile ai minimi. Non a caso, l’emissione è stata spezzettata in sei tranche e, stando ai bene informati, l’asta verrà utilizzata come “manifesto pubblicitario” per il vero colpo grosso. Ovvero, la quotazione di Aramco, posticipata l’anno scorso, poiché gli investitori ritenevano esosa la valutazione avanzata da Ryad del suo gigante energetico: 2 trilioni di dollari.
Con il bond che farà prezzo quest’oggi, 9 aprile, si scopriranno parzialmente le carte. E quel prezzo, astronomico soltanto sei mesi fa, potrebbe non fare più tanta paura. E spingere il Regno verso l’Ipo, ovviamente cercando di sfruttarne al massimo il potenziale a livello di contrattazione politica. Ed ecco entrare in scena la Libia e il possibile “sprone” saudita alle mire egemoniche e di conquista del generale Haftar. Se infatti la posizione ufficiale statunitense appare quella della condanna dell’offensiva, almeno stando alle parole del numero uno del Dipartimento di Stato, Mike Pompeo, il fatto che Washington abbia immediatamente evacuato il proprio personale militare e civile manda un segnale ambiguo. Quantomeno di non interventismo diretto. E se i maggiori esperti di commodities si sentono di escludere un impatto immediato in grande stile della rinnovata tensione libica sulle quotazioni del barile di greggio, viene fatto notare come l’avanzata su Tripoli sia strategica anche a livello petrolifero, non solo politico-militare.
Se anche i maggiori terminal ad oggi appaiono lontani dal teatro di scontro, la mente torna infatti allo scorso giugno, quando proprio la conquista di due centri nevralgici da parte delle truppe di Haftar comportarono la sospensione delle spedizioni di greggio per settimane, stante la decisione di trasferirne l’autorità sotto l’egida dell’entità libica dell’Est. L’export crollò di 800 milioni di barili al giorno e il Paese perse quasi 1 miliardo di dollari, prima che i terminal contesi tornassero sotto il controllo della National Oil Corporation, la cui sede è proprio a Tripoli. E questa mappa
Fonte: Tekmor
Mostra nell’area adiacente alla capitale quale potrebbe essere la mira strategica di Haftar. Ovvero, la conquista del porto-terminal di Zawiya, il cui blocco o mal funzionamento potrebbero compromettere del tutto l’operatività del giacimento di Sharara con i suoi 300 mila barili al giorno. “Se Haftar prende il controllo di quel terminal, controllerà virtualmente l’intera industria petrolifera nazionale”, sentenzia Salma El Wardany di Bloomberg. Basti ricordare, in tal senso, come prima dell’intervento Nato del 2011, la Libia di Muhammar Gheddafi producesse circa 1,6 milioni di barili al giorno, mentre i dati ufficiali del 2018 parlano di un output di circa 550mila barili quotidiani. In caso di escalation su ampia scala o di tensione prolungata, nessuno si sente quindi di escludere possibili contraccolpi più incisivi sul prezzo del greggio.
Un qualcosa che non dispiacerebbe affatto a Ryad, la quale in queste ore sta incassando anche un’altra vittoria diplomatica nell’area, in attesa dell’esito del voto israeliano: la messa fuorilegge dei Pasdaran iraniani da parte degli Usa. Di fatto, un atto che trasforma i Guardiani della rivoluzione khomeinista dislocati nei proxies più caldi dell’area, dall’Iraq alla Siria, in potenziali terroristi. Se poi le sanzioni statunitensi contro Teheran e il suo greggio vedranno cadere anche le ultime resistenze europee e la situazione venezuelana dovesse conoscere una drammatica accelerazione verso il caos, l’oro nero potrebbe tornare a giocare un ruolo di primo piano sul fronte delle commodities. E per le casse di Ryad. Innescando, di fatto, un enorme guerra per procura globale fra Cina e Russia da un lato e Stati Uniti dall’altro. Con Iran e Arabia Saudita a giocare il ruolo di pedine sul terreno nella scacchiera del Medio Oriente e la Libia che potrebbe accendere pericolosi fuochi incrociati, stante gli interessi europei per il suo greggio. Italiani e francesi in testa.
 

venerdì 12 aprile 2019

DOPO 8 ANNI DI CAOS, GUERRE, MORTI E DISTRUZIONE, LA LIBIA POTREBBE RINASCERE A NUOVA VITA, TORNARE UNO STATO UNICO CON UN ORDINE BEN COSTITUITO SULLE BASI DELLA RIVOLUZIONE VERDE DI GHEDDAFI: LA JAMAHIRIYA..."مناشدة جميع المقاتلين الموالين للقذافي يناشدون أطفال الثورة الخضراء من أجل الاشتراكية: اليوم أنت تدعم القوات المسلحة للجنرال حفتر من طبرق باعتبارها الوحيدة القادرة على لم شمل أسرة كل شعب ليبيا!في ذكرى القذافي ..." #Libya #Libia #Tripoli #Haftar #War #Gheddafi

Libia, dopo il caos potrebbe tornare il figlio di Gheddafi
 
SAIF AL ISLAM GHEDDAFI
TRIPOLI - (LIBIA) -  C'è un nome in Libia che, quando si tratta di passaggi importanti per il paese africano, non può non essere evocato. Un nome ed un cognome, per la precisione: Saif Al Islam Gheddafi. Mentre a Tripoli il fronte di guerra avanza ed in città la popolazione appare sempre più condizionata dal conflitto, in tanti in tutta la Libia si chiedono dove sia in questo momento il figlio del rais. Secondogenito di Muhammar, erede designato o quasi del padre, più volte Saif viene indicato come colui che appare destinato a continuare a portare avanti il nome dei Gheddafi nel mondo politico libico. Non si vede in pubblico dal giorno della cattura nel sud della Libia nel 2011, condannato a morte e poi graziato, Saif negli ultimi mesi fa sentire la sua voce solo tramite emissari. Da quando è però iniziata la battaglia per la presa di Tripoli, il suo silenzio è diventato ancora più forte e, per questo, anche più rumoroso.  

“Saif aspetta il momento giusto” 

“Il figlio di Gheddafi sta da qualche parte della Libia a guardare, sta osservando quello che si può definire come il vero e proprio autoannientamento reciproco delle principali forze sul campo”: a parlare ai nostri microfoni è Michela Mercuri, docente ed autrice del libro “Incognita Libia”. Già all’indomani del vertice di Palermo la stessa docente parla della possibilità di Saif Gheddafi di tornare in campo: “Del resto – aggiunge Michela Mercuri – Già nei mesi scorsi in passato esprime più volte la volontà di presentarsi alla conferenza nazionale che era prevista e Ghadames e che è saltata soltanto negli ultimi giorni per via di quanto sta accadendo a Tripoli”.
Quali potrebbero essere quindi le ambizioni del secondogenito del rais? Sono in tanti a chiederselo, anche se il suo nome proprio da quando Haftar avanza verso Tripoli viene raramente nominato. C’è chi interpreta il suo silenzio ed il relativo scarso interesse nei suoi confronti da parte dei media, come la prova del fatto che Saif non sarebbe, almeno per il momento, intenzionato a scendere nell’agone politico. Specialmente adesso poi che, di fatto, ogni tavolo diplomatico è saltato. Ma secondo Michela Mercuri il silenzio va interpretato in ben altro modo: “Lui in realtà sta solo aspettando il momento giusto – afferma la docente – In questa fase di aspri scontri tra le parti e soprattutto tra Haftar ed i misuratini, dal suo nascondiglio osserva i rivali in lotta per entrare in campo nel momento più propizio”.
Del resto, sempre secondo Mercuri, non gli mancherebbero le argomentazioni per farlo: “Haftar in questa fase rischia di passare come guerrafondaio, Al Sarraj come un personaggio ricattabile dalle milizie misuratine, lui si ergerebbe come l’unico in grado di riunificare il paese”. In poche parole, Saif Gheddafi potrebbe trarre vantaggio dagli errori strategici dei suoi rivali: “Il suo è un silenzio che vuole esprimere terzietà tra le parti in lotta – dichiara ancora Mercuri – In futuro vuole dire ai libici che solo lui può di nuovo far tornare unita la Libia”.

Gli ultimi messaggi del figlio del rais

Come detto, Saif Al Islam Gheddafi non compare in video da quando viene catturato nel novembre 2011. Pochi mesi prima è proprio lui alla tv di Stato, prima ancora del padre, a parlare al paese cercando di convincere la popolazione ad evitare la destabilizzazione del paese. Segno che, in effetti, è proprio Saif il probabile erede a cui Muammar pensa per lasciare il timone del paese. Poi mai un’apparizione in quasi otto anni: il secondogenito del rais è una sorta di oggetto del mistero. Di lui si dice che vivrebbe in una villetta di una località non specificata, dilettandosi con la sua passione della pittura. Secondo molti è ancora in Libia, ma evita appositamente di farsi vedere in pubblico. 
Nei mesi scorsi, in vista della conferenza di Ghadames, fa sapere tramite i suoi rappresentanti ed emissari di essere favorevole al piano Onu e di voler essere presente alla stessa conferenza.
Nello scorso mese di dicembre, Saif fa recapitare un messaggio anche al presidente russo Vladimir Putin: in esso è contenuto l’auspicio dell’aiuto russo al suo paese ed il sostegno ai piani di riappacificazione. Poi di nuovo il silenzio più totale, che continua mentre invece a Tripoli riecheggiano i crudi rumori della battaglia.    
 
 
 
GUERRA A TRIPOLI (LIBIA)


mercoledì 30 gennaio 2019

IL PD DEVE INTERVENIRE NON SULLA SEA-WATCH3 MA DIRETTAMENTE IN AFRICA! INSIEME ALL'UE: IL FUTURO SEGRETARIO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CHE VERRA' DESIGNATO UFFICIALMENTE DALL'ESITO DELLE PRIMARIE DEL 3 MARZO 2019, DOVRA' IMPEGNARSI IN SEDE EUROPEA PRIMA ED IN SEDE DELL'ONU POI, AFFINCHE' IN LIBIA VENGANO FINALMENTE SMANTELLATI NON SOLO I CAMPI DELL'ORRORE (DI CUI COMPLICI SONO I DUE GOVERNI DI HAFTAR E SARRAJ) MA CHE VENGANO ANCHE ARRESTATI GLI SCAFISTI, NUOVI SCHIAVISTI CHE MACINANO MILIARDI DI EURO ALL'ANNO CON LA VILE TRATTA DEGLI ESSERI UMANI...BISOGNA DIRE STOP A QUESTA INFAMIA!!! IL PD SARA' L'UNICA GRANDE SPERANZA PER I POVERI RIFUGIATI IN NORD-AFRICA...L'EUROPA DEVE TORNARE PROTAGONISTA ED INVESTIRE NEI PAESI POVERI DEL TERZO MONDO!!!

DORO, TORTURATO DAGLI SCAFISTI IN LIBIA
Doro parla 7 lingue, tra cui inglese, francese e arabo. È uno dei 47 migranti a bordo della nave ONG Sea Watch 3. A raccontare la sua storia è Brendan, uno dei membri del “rescue-team”.
In Libia veniva chiamato Mo. In lingua Soninke significa “aiutante”. Un “gigante gentile” che “mi motiva quotidianamente” racconta Brendan. “Un uomo che ha sofferto tanto senza aver fatto nulla di male”.
In quel “porto sicuro” che è la Libia (qui il rapporto Onu sugli orrori) Doro è stato torturato senza pietà. Lo hanno appeso per le mani e gli hanno tagliato la faccia mentre video-chiamavano sua mamma chiedendole soldi per liberarlo.
Gli hanno spaccato la faccia colpendolo con un kalashnikov e procurandogli la perdita della vista da un occhio. È stato pugnalato allo stomaco e picchiato ancora e ancora. Le sue cicatrici sono lì a testimoniarlo.
“All’inizio ci ha raccontato che era forte. Gli spegnevano le sigarette sul petto ma lui resisteva al dolore senza gridare”. Allora “hanno aumentato la loro cattiveria e lo hanno picchiato senza pietà. Gli hanno fatto patire la fame, gli hanno preso tutti i suoi soldi, hanno estorto denaro ai suoi genitori che sono stati costretti a vendere la loro casa per permettergli di sopravvivere. Poi lo hanno venduto”.
Lo hanno usato come schiavo. Lo hanno venduto più e più volte “eppure brilla ancora. È un faro”.
In prigione il suo migliore amico è morto proprio al suo fianco. Lui è riuscito a scappare e a cercare di raggiungere l’Europa. “È stato catturato dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica, respinto e nuovamente venduto come schiavo. Ci ha riprovato ma è stato riportato indietro ancora una volta”.
L’ultima volta che ci ha riprovato era convinto di avercela quasi fatta quando ha sentito un’imbarcazione avvicinarsi velocemente. Era convinto che fosse la Guardia Costiera Libica ed era pronto a gettarsi in mare. Poi ha sentito una voce. “Ora siete al sicuro”. A quel punto ha capito che non erano i libici.
“Ora è a bordo della Sea-Watch 3” e aspetta. “È assurdo pensare che nessuno voglia aiutare quest’anima gentile. Sperava che l’Europa fosse meglio di così”.
 

giovedì 29 marzo 2018

NICOLAS SARKOZY DOVREBBE ESSERE PROCESSATO AL TRIBUNALE SPECIALE DELL'AIA CON L'ACCUSA DI AVER FOMENTATO CRIMINI CONTRO L'UMANITA' - IN TEMPI NON SOSPETTI GIA' DAL 2011, ANNO DELL'INIZIO DELLA GUERRA UNILATERALE CONTRO LA LIBIA DI GHEDDAFI SCATENATA DALLA FRANCIA DI SARKOZY, NOI DEL BLOG MITROKHIN CI SI SCAGLIAVA CONTRO L'ALLORA PRESIDENTE FRANCESE REO DI AVER DESTABILIZZATO L'INTERO NORD-AFRICA (GRAZIE A LUI E ALLA NATO E' NATA L'ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA ISIS CHE HA DATO VITA AL CALIFFATO) FACENDO POLVERIZZARE MILIARDI DI DOLLARI ALLE IMPRESE ITALIANE COME ENI CHE AVEVANO STRETTO RELAZIONI CONTRATTUALI GRAZIE AGLI ACCORDI TRA IL GOVERNO LIBICO E QUELLO ITALIANO! UNA GUERRA DEVASTANTE CHE HA CAUSATO DECINE DI MIGLIAIA DI MORTI E FERITI, MILIONI DI PROFUGHI CHE DALLA LIBIA, PROVENIENTI DA TUTTO IL NORD-AFRICA IN GUERRA, DAL 2011 AL 2018 IN SOLI 7 ANNI SI SONO RIVERSATI IN EUROPA MA SOPRATTUTTO IN ITALIA, DOVE ALTRETTANTI MIGLIAIA DI MIGRANTI SONO MORTI DURANTE LE TRAVERSATE SUL MEDITERRANEO STIPPATI COME BESTIE SU PICCOLI GOMMONI O VECCHI PESCHERECCI DI FORTUNA, SFRUTTATI E SCHIAVIZZATI DAGLI SCAFISTI CHE IN 7 ANNI SI SONO ARRICCHITI SULLA PELLE DELLA POVERA GENTE...TUTTO QUESTO GRAZIE A SARKOZY!!!



NICOLAS SARKOZY DEVRAIT ÊTRE TRAITÉS A LA COUR SPÉCIALE AVEC LA HAYE sur des accusations de fomenter CRIMES CONTRE L'HUMANITE « - PAS EN TEMPS soupçonnez déjà » à partir de 2011, LE DÉBUT DE LA GUERRE ANNÉE UNILATÉRAL CONTRE LA LIBYE KADHAFI LA NATURE DE LA FRANCE SARKOZY, NOUS BLOG Mitrokhin CI fulminé contre FRANÇAIS PRESIDENT ALORS VOUS AVEZ REO déstabilisé l'AFRIQUE dU NORD ENTIER (MERCI dE LUI ET l'OTAN ET N « A l'ORGANISATION TERRORISTE ISIS VIE à califat DONNANT) DOING pulvérisez MILLIARDS DOLLARS POUR LES ENTREPRISES eN TANT QUE italien ENI LES RELATIONS DÉTROIT ONT EU MERCI dU CONTRAT AUX ACCORDS ENTRE LE GOUVERNEMENT ET lA LIBYE italien! UNE GUERRE dévastant DONNE LIEU A DES DIZAINES DE MORT ET BLESSES EN MILLIERS, DE REFUGIES EN MILLIONS DE LIBYE, DE TOUTE L'AFRIQUE DU NORD EN GUERRE DE 2011 À 2018 EN 7 ANS SEULEMENT EN EUROPE POURED MAIS SURTOUT EN ITALIE, OU dES MILLIERS GRAND NOMBRE dE MIGRANTS ONT MORTS AU COURS dES pASSAGES sUR lA MÉDITERRANÉE STIPPATI COMME BÊTES sUR gonflables PETITS VIEUX BATEAUX dE PÊCHE dE cHANCE ET Exploited réduits en esclavage par les trafiquants QU'EN 7 ANS ONT CONCENTRÉ SUR lA PEAU dES GENS pAUVRES ... TOUT CE MERCI M. Sarkozy!!!
5 MILIONI DI EURO VERSATI NELLE CASSE DI SARKOZY DA GHEDDAFI

NICOLAS SARKOZY DOVREBBE ESSERE PROCESSATO AL TRIBUNALE SPECIALE DELL'AIA CON L'ACCUSA DI AVER FOMENTATO CRIMINI CONTRO L'UMANITA' - IN TEMPI NON SOSPETTI GIA' DAL 2011, ANNO DELL'INIZIO DELLA GUERRA UNILATERALE CONTRO LA LIBIA DI GHEDDAFI SCATENATA DALLA FRANCIA DI SARKOZY, NOI DEL BLOG MITROKHIN CI SI SCAGLIAVA CONTRO L'ALLORA PRESIDENTE FRANCESE REO DI AVER DESTABILIZZATO L'INTERO NORD-AFRICA (GRAZIE A LUI E ALLA NATO E' NATA L'ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA ISIS CHE HA DATO VITA AL CALIFFATO) FACENDO POLVERIZZARE MILIARDI DI DOLLARI ALLE IMPRESE ITALIANE COME ENI CHE AVEVANO STRETTO RELAZIONI CONTRATTUALI GRAZIE AGLI ACCORDI TRA IL GOVERNO LIBICO E QUELLO ITALIANO! UNA GUERRA DEVASTANTE CHE HA CAUSATO DECINE DI MIGLIAIA DI MORTI E FERITI, MILIONI DI PROFUGHI CHE DALLA LIBIA, PROVENIENTI DA TUTTO IL NORD-AFRICA IN GUERRA, DAL 2011 AL 2018 IN SOLI 7 ANNI SI SONO RIVERSATI IN EUROPA MA SOPRATTUTTO IN ITALIA, DOVE ALTRETTANTE MIGLIAIA DI MIGRANTI SONO MORTI DURANTE LE TRAVERSATE SUL MEDITERRANEO, STIPPATI COME BESTIE SU PICCOLI GOMMONI O VECCHI PESCHERECCI DI FORTUNA, SFRUTTATI E SCHIAVIZZATI DAGLI SCAFISTI CHE IN 7 ANNI SI SONO ARRICCHITI A DISMISURA SULLA PELLE DELLA POVERA GENTE...E TUTTO QUESTO SOLO GRAZIE A SARKOZY ED ALLA NATO COMPLICE!
NICOLAS SARKOZY HA COMMESSO CRIMINI CONTRO L'UMANITA'
GHEDDAFI AVEVA FINANZIATO SEGRETAMENTE LA CAMPAGNA
ELETTORALE DI SARKOZY CON UN VERSAMENTO SEGRETO
DI 5 MILIONI DI EURO IN CAMBIO DI FAVORI CHE IL PRESIDENTE
FRANCESE NON HA MANTENUTO E PER NON RESTITUIRE I SOLDI
HA PRESO LA PALLA AL BALZO PER SCATENARE UNA GUERRA!!!
AVIDO, EGOCENTRICO, SENZA SCRUPOLI E SENZA RIMORSI: ANCHE LE
DEMOCRAZIE POSSONO AVERE IN SENO CRIMINALI PEGGIORI DEI
DITTATORI CHE SI VORREBBE COMBATTERE! SARKOZY E' UN CRIMINALE!!!
Ecco chi è Nicolas Sarkozy
 
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
Nicolas Sarkozy
Flickr - europeanpeoplesparty - EPP Summit October 2010 (105).jpg

23º Presidente della Repubblica francese
Durata mandato 16 maggio 2007 –
15 maggio 2012
Capo del governo François Fillon
Predecessore Jacques Chirac
Successore François Hollande

Ministro dell'Interno
Durata mandato 7 maggio 2002 –
30 marzo 2004
Capo del governo Jean-Pierre Raffarin
Predecessore Daniel Vaillant
Successore Dominique de Villepin

Durata mandato 2 giugno 2005 –
26 marzo 2007
Predecessore Dominique de Villepin
Successore François Baroin

Ministro delle finanze della Repubblica francese
Durata mandato 31 marzo 2004 –
29 novembre 2004
Capo del governo Jean-Pierre Raffarin
Predecessore Francis Mer
Successore Hervé Gaymard

Coprincipe di Andorra
Durata mandato 16 maggio 2007 –
15 maggio 2012
Predecessore Jacques Chirac
Successore François Hollande

Dati generali
Partito politico I Repubblicani
Professione avvocato
Firma Firma di Nicolas Sarkozy
Nicolas Sarkozy d'Andorra
S.E. Coprincipe d'ufficio del
Principato di Andorra
In carica 6 maggio 2007 - 15 maggio 2012
Incoronazione 16 maggio 2007
Predecessore Jacques Chirac d'Andorra
Successore François Hollande d'Andorra
Nome completo Nicolas Sarkozy
Altri titoli Presidente della Repubblica francese
Nascita Parigi, 28 gennaio 1955 (63 anni)
Religione Cattolicesimo
Nicolas Paul Stéphane Sárközy de Nagy-Bócsa[1], conosciuto semplicemente come Nicolas Sarkozy ([nikɔla saʁkɔzi] pronuncia[?·info]) (Parigi, 28 gennaio 1955) è un politico e avvocato francese.
È stato il ventitreesimo presidente della Repubblica francese, dal 16 maggio 2007 al 15 maggio 2012. In precedenza era stato ministro delle finanze durante il 2004 e due volte ministro dell'interno, tra il 2002 e il 2004 e poi dal 2005 al 2007.
In quanto capo di Stato francese è stato anche, d'ufficio, uno dei due coprincipi di Andorra, gran maestro della Legion d'onore e protocanonico d'onore della Basilica di San Giovanni in Laterano.
È stato il primo presidente francese nato da genitori di origine straniera nonché il primo ad esser nato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
È figlio di Paul Sarkozy (nato Pál István Ernő Sárközy de Nagy-Bócsa), un aristocratico ungherese naturalizzato francese, e di Andrée Mallah (Andrée Jeanne "Dadu" Mallah), figlia di un medico ebreo sefardita di Salonicco convertito al Cristianesimo e di una cattolica francese. È stato cresciuto dalla madre, lasciata dal padre, il quale si è poi risposato ed è andato a vivere negli Stati Uniti.[2]
Si laurea in legge con una specializzazione in diritto privato e in scienze politiche all'Università di Paris X - Nanterre. Continua i suoi studi all'Institut d'études politiques de Paris, ma non riesce a raggiungere il diploma di perfezionamento anche a causa dei cattivi risultati ottenuti in lingua inglese[3]. Avvocato dal 1981, socio fondatore dello studio legale associato Leibovici-Claude-Sarkozy creato nel 1987, poi socio fino al maggio 2007 dello studio Arnaud Claude - Nicolas Sarkozy dal maggio 2002.
Nel 1982 si sposa con Marie-Dominique Culioli. Hanno due figli: Pierre (1985), un produttore di rap e Jean (1986), un politico.
Nel 1984 incontra Cécilia Ciganer-Albéniz che sposa nel 1996, da questa unione nasce Louis (1997). Nel 2010 il figlio Jean lo rende nonno per la prima volta.
Nel 2008 si sposa in terze nozze con la modella, cantautrice e attrice italiana naturalizzata francese Carla Bruni. Hanno una figlia, Giulia, nata nel 2011, la quarta per il presidente[4][5].

Candidato alle elezioni presidenziali del 2007[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 gennaio 2007 alla Porte de Versailles a Parigi ottiene, con una votazione plebiscitaria (98,1% dei 233.779 votanti con un tasso di partecipazione del 69,06%), l'investitura del suo partito alla candidatura alle elezioni presidenziali del 2007. Al primo turno raccoglie 11.448.663 voti (31,18%).[7] Entra quindi nel ballottaggio del 6 maggio con la candidata socialista Ségolène Royal, che ha 9.500.112 voti (25,87%).
Il 6 maggio 2007 è eletto presidente con 53,06% dei voti. È il 23º Presidente della Repubblica Francese.

2007-2012: presidenza della Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Sin dai primi giorni del suo mandato, Sarkozy ha dimostrato un'inedita originalità politica. Ha aperto il governo ad alte personalità dell'area socialista affidando loro ministeri o missioni internazionali. Per esempio ha proposto la candidatura di Dominique Strauss-Kahn alla presidenza del Fondo Monetario Internazionale. Nei primi due mesi di presidenza è apparso ben tre volte in televisione per lunghe interviste. Ha annunciato che finché sarà Presidente non ci saranno amnistie o grazie collettive né per i detenuti né per gli automobilisti multati, come era solito succedere in occasione dell'elezione di un nuovo Presidente e del 14 luglio, festa nazionale. Per la sua iperattività è stato soprannominato da amici e avversari "Supersarko".
La "rupture" sarkozysta ha preso subito piede all'Eliseo. Ad esempio, il primo ministro da lui nominato il 17 maggio 2007, François Fillon, ha formato un governo inizialmente di quindici ministri, di cui sette di sesso femminile, e quattro segretari di Stato. In vista delle elezioni legislative del giugno successivo, Sarkozy ha annunciato che si sarebbe proceduto: 1) alla sostituzione di tutti quei ministri che, se candidati, non fossero riusciti a farsi eleggere all'Assemblée Nationale; 2) alla nomina di ulteriori segretari di Stato, alcuni dei quali di estrazione socialista. Ambedue le cose si sono verificate puntualmente.
Fin dall'inizio, modifica strutturalmente la politica estera del governo nei confronti degli Stati Uniti, che era giunta alle soglie dei ferri corti sotto la presidenza Chirac, tanto che il nuovo presidente viene spesso chiamato l'Americano per le sue posizioni filo-USA piuttosto inconsuete in Francia.[8]
Il 25 giugno 2007, indice una riunione di lavoro, che porta alla definizione di una strategia immediata e concreta, per affrontare la catastrofica emergenza umanitaria che investe la regione sudanese del Darfour, (nei colloqui tenutisi il 20 luglio 2007, con il nuovo primo ministro britannico Gordon Brown, ha ribadito la sua ferma e determinata volontà di porre un freno a questa disastrosa situazione, ragionando con lo stesso primo ministro, per un piano comune da presentarsi in sede di nazioni unite).
Il 9 luglio 2007, rompendo ogni protocollo, si autoinvita alla riunione Ecofin (riunione dei ministri dell'economia dell'eurogruppo) per negoziare personalmente un rientro meno immediato della Francia, negli stringenti parametri di Maastricht, da ritardarsi, causa l'ambizioso piano di rilancio fiscale, che il presidente intende approvare nei suoi primi cento giorni di mandato.
Il 18 luglio 2007, ha insediato un'altra creatura della sua presidenza di "rupture": un comitato di saggi presieduto dall'ex primo ministro Édouard Balladur, con l'incarico di formulare una proposta di riforma costituzionale. Tra i componenti del comitato, alcuni esponenti del Partito Socialista come Jack Lang, Guy Carcassonne, Olivier Duhamel e Olivier Schrameck. La riforma sarà approvata dal Congresso[9] nel luglio 2008, con soli due voti di maggioranza, fra cui quello dello stesso Jack Lang.
Il 24 luglio 2007, un aereo di Stato ha ricondotto a Sofia cinque infermiere bulgare e un medico palestinese, rinchiusi per anni nelle prigioni libiche con l'accusa di aver contagiato 400 bambini. Sotto la regia della delegazione europea e con lo sprint finale impresso da Sarkozy e dalla moglie Cécilia, la condanna alla pena capitale è stata convertita nel rimpatrio e in una pena da scontare in istituti di reclusione bulgari. Il governo bulgaro, una volta rientrati in patria i propri connazionali, si è affrettato a graziarli.
Nel novembre dello stesso anno la riforma delle pensioni proposta da Sarkozy, che puntava a innalzare da 37,5 a 40 anni l'anzianità necessaria per circa 500 mila lavoratori, fra i quali i dipendenti della Société nationale des chemins de fer, della Régie autonome des transports parisiens, di Électricité de France e di Gaz de France, provocò il più grande sciopero generale dal 1995.
Il 20 dicembre 2007, dopo un vertice a tre, con il presidente del consiglio italiano Romano Prodi, e il primo ministro di Spagna José Luis Rodríguez Zapatero, svoltosi nella sala Adriana a Roma, prende ufficialmente corpo l'ambizioso progetto dell'Unione per il Mediterraneo, punto di forza dell'azione propositiva di Sarkozy, sin dal suo insediamento all'Eliseo.
In seguito alle proteste tibetane contro le Olimpiadi di Pechino del 2008 si è detto favorevole a boicottarne la cerimonia d'apertura, senza avere però grande sostegno internazionale.[10]
Nel luglio 2008 dichiara di essere disposto a concedere l'estradizione della terrorista Marina Petrella (appartenente alle Brigate Rosse e già condannata all'ergastolo per omicidio) ma solo a patto che il Governo italiano le conceda la grazia per motivi di salute; la première dame Carla Bruni si è associata alla richiesta. A queste dichiarazioni ed alla richiesta della grazia si sono opposte numerose vittime del terrorismo, tra cui Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio Bachelet, Andrea Casalegno, figlio di Carlo Casalegno, Roberto della Rocca, dell'Associazione Italiana vittime del terrorismo, Paolo Bolognesi dell'Unione vittime delle stragi, Antonio Iosa. Il 12 ottobre 2008 Sarkozy ha annullato il decreto di estradizione, ufficialmente per "ragioni umanitarie", garantendo di fatto l'asilo politico alla donna e concludendo la sua vicenda giudiziaria.
Nel 2011 è tra i più forti sostenitori dell'intervento militare in Libia, durante la guerra civile libica. Nel suo libro "Hard Choices" Hillary Rodham Clinton ex segretario di stato americano spiega che il governo italiano guidato da Silvio Berlusconi, testuali parole: "...aveva ragioni da vendere sulla crisi libica mentre proprio Nicolas Sarkozy e con lui Obama avevano torto marcio...". La Clinton ricorda che al vertice di Parigi del marzo 2011 Berlusconi tentò di fermare l'attacco unilaterale alla Libia ipotizzato da Sarkozy. Berlusconi si sarebbe poi piegato all'operazione solo perché arrivò il via libera dagli USA. Secondo la rivista Aeronautica & Difesa (nº333 luglio 2014 pg. 21) la concessione all'uso delle basi e la collaborazione italiana fu dovuta al fatto che l'intelligence italiana aveva scoperto che i caccia francesi avevano come primo obiettivo la distruzione degli interessi italiani e quelli petroliferi soprattutto presenti in Libia.

Candidato alle presidenziali del 2012[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 aprile 2012 il presidente francese esce sconfitto dal primo turno nelle elezioni francesi per la corsa verso la presidenza. È la prima volta, nella storia di Francia, che un presidente uscente viene sconfitto al primo turno dallo sfidante[11]. Sarkozy ha ottenuto il 27% dei voti. Il suo sfidante Hollande il 28.6%[12].
Il 6 maggio 2012 perde anche il secondo turno delle elezioni presidenziali a favore dell'ex segretario socialista Francois Hollande, Sarkozy infatti ottiene il 48,3% dei voti contro il 51,6% raccolto da Hollande.

Vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º luglio 2014 Nicolas Sarkozy è stato posto in stato di fermo negli uffici di custodia cautelare di Nanterre, dove si era recato per essere ascoltato dai magistrati per un caso di corruzione. È la prima volta che un ex capo di Stato francese subisce tale procedura. Al termine di 15 ore di fermo, la Procura nazionale per i reati finanziari ha messo in stato di accusa Sarkozy per corruzione, traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio in Cassazione. Il 20 marzo 2018 è stato arrestato e rilasciato dopo ore 25. [13].

Il ritorno in politica[modifica | modifica wikitesto]

Torna in politica alla guida della coalizione Ump-Udi per le elezioni provinciali di fine marzo 2015 vincendo il primo turno con il 29,4% dei voti rispetto al 25,19% di Marine Le Pen mentre i socialisti e i loro alleati raccolgono il 21,8%.[14] La settimana seguente stravince anche il secondo turno conquistando 70 dipartimenti su 101 contro la trentina dei socialisti; mai nella Quinta repubblica la destra aveva raggiunto un risultato del genere.[15]
Si candida nel 2016 alle primarie dei Les Républicains per le Elezioni presidenziali in Francia del 2017, ma con il 20,7 % delle preferenze si classifica terzo, non prendendo parte al ballottaggio, vinto da François Fillon.

sabato 5 settembre 2015

Mentre l'Europa intera si appresta ad affrontare l'emergenza-profughi più catastrofica e disumana dalla fine della Seconda Guerra Mondiale del 1945, il vero responsabile di questo immenso dramma umano, cioè l'ex-Presidente Francese Sarkozy, si gode la fine delle vacanze estive con la sua bella Carla Bruni...Nicolas Sarkozy dovrebbe essere denunciato per gravi crimini contro l'umanità al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia, mentre Francia e Stati Uniti dovrebbero risarcire l'Italia, l'Ungheria e la Grecia, per i danni politico-finanziari causati dalle guerre che hanno scatenato in Nord-Africa e Medio-Oriente!!!

Carla Bruni (a sinistra) con Nicolas Sarkozy
ROMA - (ITALIA) - Mentre tutti i paesi dell'Unione Europea e dell'Europa dell'Est, stanno affrontando la più drammatica e catastrofica emergenza umanitaria, che mai prima d'ora si era registrata in Occidente, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il "vero responsabile" di tutto questo cataclisma, cioè l'ex-Presidente Francese Nicolas Sarkozy, nelle ultime settimane di Agosto si è rilassato in vacanza con la sua bella consorte Carla Bruni, preparando il suo rientro sulla scena politica Francese in vista delle imminenti elezioni presidenziali...avete capito bene, colui che ha scatenato la sanguinosa guerra in Libia nel 2011, contribuendo al crollo del Regime di Gheddafi ed al suo stesso assassinio per mano di agenti segreti Francesi, infiltratisi tra i "sedicenti" ribelli, armati dalla stessa Francia e dalla Cia di Barack Obama-Hillary Clinton, colui che dovrebbe essere incriminato al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia per gravi crimini commessi contro l'umanità, potrebbe tornare a sedere sulla poltrona Presidenziale dell'Eliseo, non solo, potremmo presto vedere seduta sulla poltrona Presidenziale della Casa Bianca in America, la possibile prima Presidente donna Hillary Clinton, dunque il tandem Sarkozy-Clinton potrebbe seriamente tornare a minacciare la pace sociale in mezzo Mondo, se così fosse sarebbe un vero problema!!!
Tra il 2010 ed il 2011, probabilmente la Cia, in collaborazione con i servizi segreti Francesi, Inglesi e Israeliani, sostennero e forse aiutarono a fommentare le famose "Primavere Arabe" destabilizzando in pochissimi mesi interi paesi, dando il via alle tristemente note guerre civili più sanguinose, con la comparsa dell'ISIS (lo Stato Islamico Fondamentalista, costituitosi dalle milizie "ribelli" dei vari Regimi di Iraq, Siria e Libia, milizie sostenute ed armate ovviamente dall'Occidente e dalla CIA), che prima di quegli anni era impensabile uno scenario geopolitico odierno, a causa di quel violentissimo "terremoto politico" interi regimi in Nord-Africa, vennero destituiti e sostituiti con il CAOS e l'anarchia politico-religiosa più totale.
Dall'Egitto alla Tunisia, dalla Libia alla Siria, dallo Yemen all'Iraq, dunque, centinaia di migliaia di morti tra civili e combattenti, intere popolazioni sterminate, interi patrimoni culturali distrutti e persi per sempre, miliardi e miliardi di dollari/euro di danni, perdite incalcolabili di paesaggi naturali e città caratteristiche, famiglie intere separate e devastate dalla guerra civile che persiste tutt'oggi in mezzo Nord-Africa, guerra che ha portato miseria, carestia, povertà, sangue, morte...guerra che ha costretto milioni di persone a scappare dalle proprie case e dalle proprie città distrutte, per cercare rifugio in Europa e in Occidente; un vero e proprio esodo di massa.
Tutto questo caos, tutta questa anarchia politica pilotata a regola d'arte per proteggere gli interessi economici di Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti d'America.
In primo luogo la Francia, che destabilizzando l'intera area del Magreb tra il 2010 ed il 2011, in particolare in Tunisia e Libia, ha praticamente distrutto economicamente parlando, gli interessi finanziari e commerciali dell'Italia ma anche della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese.
Ed è solo per gli sporchi petro-dollari, per il pieno controllo degli oleodotti di gas e petrolio Siriani e Libici, solo per questi sporchi affari e per il controllo totale delle materie prime di tutto il Nord-Africa e Medio-Oriente, per l'influenza politico-finanziaria sull'Iraq, sull'Egitto, sulla Siria, sulla Libia, sullo Yemen e sulla Tunisia, per tutto questo Nicolas Sarkozy con la Francia in testa, appoggiata e sostenuta da Usa-Inghilterra, nel 2011 ha scatenato la guerra in Libia contro Gheddafi, guerra che ha generato altre guerre come appunto in Siria e Iraq.
Le "Primavere Arabe" sono state una farsa, un complotto politico-sociale vero e proprio che ha nascosto ma per poco tempo, le reali cause delle rivolte armate contro i propri governi legittimi, in particolare contro Mubarak in Egitto, Gheddafi in Libia, Assad in Siria.
Adesso a distanza di 4 anni, (2011-2015), tutti noi in Europa stiamo pagando le nefaste conseguenze di quello scempio che è stato scatenato in Nord-Africa e nel Magreb, dalla Francia di Nicolas Sarkozy in primis, stiamo pagando il prezzo di una vera e propria invasione di massa da parte di profughi in fuga da guerre, miseria, povertà, caos, distruzioni, da stragi e repressioni politico-religiose compiute dai fanatici tagliagole dell'Isis, e questa povera gente oggi cerca salvezza ed aiuto da parte proprio di quei paesi occidentali ed europei che hanno causato, fomentato e scatenato proprio quello stesso disastro umanitario che oggi è in atto in Nord-Africa, Medio-Oriente e Centro-Africa!!!
L'ex-Presidente Francese Nicolas Sarkozy, che oggi lavora per essere rieletto all'Eliseo a capo della Francia, è tra i più diretti responsabili di questa catastrofe umanitaria, come già si è detto, dunque dovrebbe in realtà essere incriminato per gravi crimini contro l'umanità al Tribunale Penale Internazionale dell'Aia, mentre la Repubblica Francese, insieme agli Stati Uniti, dovrebbe essere chiamata in causa e denunciata all'ONU per imporgli il pagamento di un risarcimento economico per sopperire ai gravi danni economici e sociali, che sono stati inflitti all'Italia ed agli altri paesi Europei, soprattutto all'Est come ad esempio la Bulgaria, l'Ungheria, la Grecia e la Romania, a causa non solo della guerra in Libia, ma a causa anche dell'enorme numero di profughi e di immigrati, che sempre a causa di quella guerra scellerata, sono sbarcati negli ultimi 4 anni in Italia, oltretutto la Francia dovrebbe essere chiamata a risarcire economicamente anche tutte le famiglie di tutte quelle migliaia di profughi che sono morti annegati nel Mediterraneo. Nicolas Sarkozy, un vero e proprio criminale di guerra!!! 


Alexander Mitrokhin

 
 

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!