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lunedì 23 maggio 2011

La rivoluzione Islandese...

 Cartina topografica dell'Islanda...

E' in corso da due anni una rivoluzione in Europa, ma nessuno ne parla: breve resoconto della rivolta anticrisi islandese.

Recentemente la rivolta in Tunisia si è conclusa con la fuga del tiranno Ben Alì, così democratico per l'occidente fino all'altroieri e alunno esemplare del Fondo monetario internazionale.

Tuttavia, un altra "rivoluzione" che ormai è in corso da due anni è stata completamente taciuta e nascosta dai media mainstream internazionali ed europei.

È accaduto nella stessa Europa, in un paese con la democrazia probabilmente più antica del mondo, le cui origini vanno indietro all'anno 930 e che ha occupato il primo posto nel rapporto del ONU sull'indice dello sviluppo umano di 2007/2008. Indovinate di quale paese si tratta? Sono sicuro che la maggioranza non ne ha idea.

Si tratta dell'Islanda, dove si è fatto dapprima dimettere il governo in carica al completo, poi si è passato alla nazionalizzazione delle principali banche, infine si è deciso di non pagare i debiti che queste avevano contratto con la Gran Bretagna e l'Olanda a causa della loro ignobile politica finanziaria; infine si è passati alla costituzione di un'assemblea popolare per riscrivere la propria costituzione.

Tutto questo avviene attraverso una vera e propria rivoluzione, seppur senza spargimenti di sangue ma semplicemente a colpi di casseruole, con le proteste e le urle in piazza e con lanci di uova, una rivoluzione contro il potere politico-finanziario neoliberista che aveva condotto il paese nella grave crisi finanziaria.

Non se ne è parlato dalle nostre parti, se non molto superficialmente, a differenza delle rivolte in altre latitudini discorsive (la Sicilia meridionale è più a sud di Tripoli, eppure la remota Islanda, più vicina al polo nord che all'Italia è percepita come parte della "Moderna" Europa).

Il motivo è semplicemente il terrore, per lor signori, democratici o conservatori che siano, della riproducibilità e l'estensione di quelle lotte.

Che cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei seguisse l'esempio islandese?

Brevemente, la storia dei fatti:

Alla fine di 2008, gli effetti della crisi nell'economia islandese sono devastanti. A ottobre Landsbanki, la banca principale del paese, è nazionalizzata.

Il governo britannico congela tutti i beni della sua filiale IceSave, con 300.000 clienti britannici e 910 milione euro investiti dagli enti locali e dalle organizzazioni pubbliche del Regno Unito. Alla Landsbanki seguiranno le altre due banche principali, la Kaupthing e il Glitnir. I loro clienti principali sono in quei paesi e in Olanda, clienti ai quali i loro rispettivi stati devono rimborsare i depositi bancari, all'incirca 3.700 milioni di euro di soldi pubblici.

L'insieme dei debiti per le attività bancarie dell'Islanda è equivalente a varie volte il suo PIL.

Da un lato, la valuta sprofonda ed il mercato azionario sospende la relativa attività dopo un crollo del 76%.

Il paese è alla bancarotta.

Il governo chiede ufficialmente aiuto al Fondo monetario internazionale che approva un prestito di 2.100 milioni dollari, accompagnato da altri 2.500 milioni da parte di alcuni paesi nordici.

Le proteste dei cittadini davanti al Parlamento a Reykjavik aumentano.

Il 23 gennaio 2009 si convocano le elezioni anticipate e tre giorni dopo, i cacerolad@s sono di nuovo in piazza in migliaia e impongono le dimissioni del primo ministro, il conservatore Haarden e di tutto il suo governo in blocco.

È il primo governo vittima della crisi finanziaria mondiale.

Il 25 aprile ci sono le elezioni generali vinte da una coalizione socialdemocratica e dal movimento della sinistra-verde guidate dalla nuova prima ministra Jóhanna Sigurðardóttir.

Nel 2009 la situazione economica resta devastata con il crollo del PIL del 7%..

Sulla base di una legge ampiamente discussa nel Parlamento, viene stabilito il pagamento dei debiti in Gran Bretagna e in Olanda attraverso 3.500 milioni di euro che tutte le famiglie islandesi avrebbero dovuto pagare attraverso una tassazione del 5,5% per i prossimi 15 anni.

Gli islandesi tornano a manifestare nelle strade per rivendicare un referendum popolare per la promulgazione della legge.

Nel gennaio 2010 il presidente, Ólafur Ragnar Grímsson, rifiuta di ratificare la legge e indice la consultazione popolare: in marzo il referendum con il 93% di NO al pagamento del debito.

La rivoluzione islandese vince. Il fondo monetario internazionale congela l'aiuto economico all'Islanda nella speranza di imporre in questo modo il pagamento dei debiti.

A questo punto il governo apre un'inchiesta per individuare e perseguire penalmente i responsabili della crisi.

Arrivano i primi mandati di cattura e gli arresti per banchieri e top-manager.

L'Interpool spicca un ordine internazionale di arresto contro l'ex presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson.

Nel pieno della crisi, a novembre, si elegge un'assemblea costituente per preparare una nuova costituzione che, sulla base della lezione della crisi, sostituisce quella in vigore. Si decreta il potere popolare.

Vengono eletti 25 cittadini, senza alcun collegamento politico, tra le 522 candidature popolari, per le quali era necessario soltanto la maggiore età e il supporto sottoscritto di 30 cittadini.

L'assemblea costituzionale avvierà i suoi lavori nel febbraio del 2011 e presenterà a breve un progetto costituzionale sulla base delle raccomandazioni deliberate dalle diverse assemblee che si stanno svolgendo in tutto il paese. Tale progetto costituzionale dovrà poi essere approvato dall'attuale parlamento e da quello che sarà eletto alle prossime elezioni legislative.

Inoltre, l'altro strumento "rivoluzionario" sul quale si stà lavorando è l' "Icelandic Modern Media Initiative", un progetto finalizzato alla costruzione di una cornice legale per la protezione della libertà di informazione e dell'espressione.

L'obiettivo è fare del paese un rifugio sicuro per il giornalismo investigativo e la libertà di informazione, un "paradiso legale" per le fonti, i giornalisti e gli internet provider che divulgano informazioni giornalistiche: Un inferno per gli Stati Uniti ed un paradiso per Wikileaks.

Questa in breve la storia della rivoluzione islandese: dimissioni in blocco del governo, nazionalizzazione delle banche, referendum e consultazione popolare, arresto e persecuzione dei responsabili della crisi, riscritura della costituzione, esaltazione della libertà di informazione e di espressione.

Ne hanno parlato i mass media europei?

Ne hanno parlato i vari talk-show televisivi, i giornali di destra o di sinistra?

Nel nostro paese, come in tanti altri paesi occidentali, si cerca di superare la crisi attraverso un processo di socializzazione delle perdite con i tagli sociali e la precarizzazione dilagante.

Quando si inizia a parlare della rivolta islandese si tende a decostruire la potenza costituente della rivolta , minimizzando e relativizzando la sua porta, per il timore del contagio: e dunque l'Islanda è una piccola isola di soltanto 300.000 abitanti, con un complesso economico ed amministrativo molto meno complesso di quello dei grandi paesi europei, ragione per la quale è più facile da organizzare in se cambiamenti così radicali.

Insomma, in questo caso e da questa prospettiva è difficile impiantare l'ordine discorsivo "orientalistico" del sottosviluppo con il quale vengono liquidate le cosiddette "rivoluzioni modernizzatrici" del maghreb.

Parliamo comunque della "civile Europa".

La stessa "civile Europa" alla quale tentano di aggrapparsi i tecnocrati islandesi più realisti del re: la soluzione ai mali dell'Islanda, la crisi islandese, è a loro dire il prodotto dell'isolazionismo economico e da mesi continuano a parlare e accellerare sull'adesione all'Unione Europea come antidoto contro la devastazione neoliberista.

Confondono ancora una volta la cura con la malattia.

E quindi vogliono stringere su questo tema, così come allo stesso modo l'Europa vuole riprendere sotto le sue ali protettive la ribelle Islanda, per strangolarla dolcemente e senza traumi attraverso i suoi diktat, i suoi vincoli e i suoi patti di stabilità. Ma il popolo islandese ha già dimostrato di non lasciarsi facilmente abbindolare.

Fonte: Facebook, pubblicata da Francesco Caruso il giorno Martedì 8 Marzo 2011 alle ore 19.46 da http://www.controlacrisi.org/

martedì 22 marzo 2011

Jamahiriya - "IL LIBRO VERDE" - Moammar El Gheddafi (Alcuni stralci del libro scritto nel 1975 da Gheddafi) "La repubblica delle masse!" Idee per una società più giusta ed equa, per un Mondo migliore!


SULLA DEMOCRAZIA: “IN QUESTI SISTEMI DI GOVERNO, IL POPOLO E' LA PREDA PER LA QUALE CI SI BATTE. IL POPOLO E' LA VITTIMA INGANNATA E SFRUTTATA DAGLI ORGANISMI POLITICI CHE COMBATTONO PER GIUNGERE AL POTERE, PER STRAPPARE DEI VOTI AL POPOLO MENTRE QUEST'ULTIMO SI ALLINEA SILENZIOSO IN LUNGHE FILE, CHE SI MUOVONO COME UN ROSARIO, AL FINE DI DEPORRE IL SUO VOTO NELLE URNE ELETTORALI, NELLO STESSO MODO IN CUI SI GETTANO LE CARTACCE NEL CESTINO DEI RIFIUTI. DIVENTA COSI' EVIDENTE, CHE LA RAPPRESENTANZA E' UN IMPOSTURA. INOLTRE, SICCOME IL SISTEMA DI ELEZIONE DEI PARLAMENTARI SI FONDA SULLA PROPAGANDA PER OTTENERE PIU' VOTI DAI PROPRI ELETTORI, LA DEMOCRAZIA E' DI CONSEGUENZA, UN SISTEMA DEMAGOGICO NEL VERO SENSO DELLA PAROLA. I VOTI INFATTI POSSONO ESSERE COMPRATI O FALSIFICATI, PER QUESTO MOTIVO IL POVERO NON PUO' AFFRONTARE LE CAMPAGNE ELETTORALI, IN CUI VINCE SEMPRE E SOLTANTO IL RICCO. INOLTRE, QUALUNQUE SIA IL NUMERO DEI PARTITI POLITICI PRESENTI NELLA COMPETIZIONE ELETTORALE, L'ESISTENZA STESSA DI PIU' PARTITI INASPRISCE LA LOTTA PER IL POTERE, CHE SI RISOLVE NELLA DISTRUZIONE DI OGNI CONQUISTA DEL POPOLO E NEL SABOTAGGIO DI OGNI PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. QUESTA DISTRUZIONE SERVE DA PRETESTO (AL PARTITO DI OPPOSIZIONE) PER GIUSTIFICARE IL TENTATIVO DI INDEBOLIRE LA POSIZIONE DEL PARTITO SALITO AL POTERE (IL PARTITO DI GOVERNO) AL SOLO SCOPO DI PRENDERNE IL POSTO.
LA LOTTA TRA I PARTITI INFATTI SI SVOLGE ESSENZIALMENTE PER MEZZO DELLA CRITICA E DELLA DENIGRAZIONE RECIPROCA, QUESTA E' UNA LOTTA CHE PURTROPPO SI COMBATTE A DANNO DEGLI INTERESSI VITALI E SUPREMI DELLA SOCIETA' IN QUANTO IL PARTITO DI OPPOSIZIONE PER GIUNGERE AL POTERE DEVE ABBATTERE LO STRUMENTO DI GOVERNO DEL PARTITO CHE E' AL POTERE, CIO' COMPORTA LA DISTRUZIONE DELLE SUE REALIZZAZIONI E LA DENIGRAZIONE DEL SUO OPERATO E DEI SUOI PROGRAMMI ANCHE SE QUESTI SONO MOLTO UTILI AL PROGRESSO ED ALLO SVILUPPO DELLA SOCIETA' STESSA. L'OPPOSIZIONE NON RAPPRESENTA DUNQUE IL CONTROLLO POPOLARE SUL PARTITO DI GOVERNO MA PIUTTOSTO, L'OPPOSIZIONE RAPPRESENTA UNA MINORANZA POLITICA CHE CERCA SEMPRE UNA POSSIBILITA' DI SOSTIUIRSI ALLA MAGGIORANZA CHE E' AL POTERE. DUNQUE E' CHIARO CHE PER LA SOCIETA', LA LOTTA DEI PARTITI HA LO STESSO EFFETTO NEGATIVO E DISTRUTTIVO DELLA LOTTA TRIBALE O SETTARIA!”

SULL'INDIVIDUO E SULL'ECONOMIA: “ LA LIBERTA' DI UN UOMO E' INCOMPLETA SE DA UN ALTRO UOMO DIPENDONO I SUOI BISOGNI. LO STATO DI NECESSITA' PUO' FAR DIVENTARE UN UOMO SCHIAVO DI UN ALTRO UOMO. LO SFRUTTAMENTO E' MOTIVATO DA UN BISOGNO, CHE E' UN PROBLEMA REALE. IL CONFLITTO SOCIALE HA INIZIO QUANDO QUALCHE ALTRA PARTE E' ARBITRARIA DEI BISOGNI DELL'UOMO. AD ESEMPIO LA CASA E' UNA NECESSITA' PER UN INDIVIDUO E PER LA SUA FAMIGLIA, PER TANTO DEVE ESSERE DI PROPRIETA' DI CHI LA ABITA PERCHE' NON VI E' LIBERTA' ALCUNA PER L'UOMO CHE VIVE IN UNA CASA APPARTENENTE AD UN ALTRO UOMO, SIA CHE ESSO PAGHI O NO IL CANONE DI AFFITTO.
PER QUESTO MOTIVO IN UNA SOCIETA' VERAMENTE GIUSTA, A NESSUN INDIVIDUO DOVREBBE ESSERE PERMESSO DI COSTRUIRE UNA CASA IN PIU' DELLA PROPRIA E DI QUELLA DEI SUOI EREDI, PER CEDERLA IN AFFITTO AD UN ALTRO UOMO, AL SOLO SCOPO DI INCREMENTARE IL SUO GUADAGNO PERSONALE, PERCHE' QUELLA CASA NON SAREBBE ALTRO CHE UN BISOGNO DI UN ALTRO UOMO, E COSTRUIRLA PER CEDERLA IN AFFITTO E' UN INIZIO DI SOPRAFFAZIONE DEL BISOGNO ALTRUI: SIGNIFICA CONCULCARE UN BISOGNO DI QUELL'UOMO STESSO. NEL BISOGNO SCOMPARE LA LIBERTA' INDIVIDUALE DI OGNI SINGOLO ESSERE UMANO.
COSI' SUCCEDE ANCHE NEL LAVORO DIPENDENTE CHE OLTRE AD ESSERE UNA VERA E PROPRIA SCHIAVITU' DELL'UOMO MODERNO, E' ANCHE UN LAVORO PRIVO DI INCENTIVO AL SUO LAVORO STESSO, PERCHE' IL LAVORATORE (PRODUTTORE) E' UN SALARIATO E NON UN SOCIO DELL'IMPRESA IN CUI PRESTA IL SUO OPERATO.
IL LAVORO SALARIATO METTE IN CRISI L'INCREMENTO E LO SVILUPPO DELLA PRODUZIONE, CIO' ACCADE SIA QUANDO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' DI SERVIZI SIA QUANDO ESSO E' SVOLTO IN UN'ATTIVITA' PRODUTTIVA: L'INCREMENTO PRODUTTIVO E' SOGGETTO AD UN CONTINUO DETERIORAMENTO IN QUANTO SI FONDA SUL SACRIFICIO DEI SALARIATI!”

ESEMPI SPICCIOLI:

  1. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, CHE SODDISFA ESATTAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE SALARIATO NON AUMENTERA' LA SUA PRODUZIONE PERCHE' ANCHE SE LO FACESSE, IN CAMBIO OTTERREBBE LA STESA SINGOLA MELA, SUFFICIENTE A SODDISFARE IL SUO BISOGNO.
  2. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN'AZIENDA PRIVATA O PUBBLICA E DA QUESTA PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA MELA, MA CIO' NON BASTA A SODDISFARE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO L'INCENTIVO A PRODURRE E' ANCORA PIU' BASSO ED IL LAVORATORE NON HA INTERESSE AD INCREMENTARE LA PRODUZIONE, LAVORA SENZA STIMOLO PERCHE' SA CHE IN CAMBIO RICEVERA' LA SOLITA MELA CHE NON GLI BASTA A SODDISFARE I SUOI BISOGNI, TUTTAVIA E' COSTRETTO A SOTTOSTARE ALLE PESSIME CONDIZIONI DI LAVORO PER SOPPRAVVIVERE.
  3. UN LAVORATORE DIPENDENTE PRODUCE 10 MELE PER CONTO DI UN ALTRO LAVORATORE AUTONOMO O IMPRESARIO E DA QUESTO PERCEPISCE COME GUADAGNO UNA CIFRA INFERIORE AL PREZZO DI UNA SOLA MELA CHE SODDISFA SCARSAMENTE IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL SALARIATO NON SOLO NON AUMENTERA' LA PRODUZIONE MA CERCHERA' UN ALTRO “PADRONE” PER OFFRIRGLI LA SUA MANSIONE A MAGGIOR PREZZO DEL PRIMO E ALLA PRIMA OCCASIONE CAMBIERA' IL SUO POSTO DI LAVORO ORIGINARIO.
  4. UN LAVORATORE PRODUCE 10 MELE PER SE STESSO, CHE SODDISFA OLTRE OGNI MODO IL SUO BISOGNO! IN QUESTO CASO IL LAVORATORE PRODUCE SENZA COSTRIZIONE ALCUNA E SENZA RECESSIONE, LA PRODUZIONE INCREMENTA E IL LAVORATORE E' STIMOLATO A FARE SEMPRE IL MEGLIO.

SULLA FAMIGLIA: “LA FAMIGLIA, RISPETTO AD OGNI SINGOLO INDIVIDUO, E' PIU' IMPORTANTE DELLO STATO. L'UMANITA' CONOSCE L'INDIVIDUO E L'INDIVIDUO NORMALE CONOSCE LA FAMIGLIA, LA FAMIGLIA E' LA SUA CULLA, LA SUA ORIGINE ED IL SUO RIPARO SOCIALE. LA SOCIETA' FIORENTE E' QUELLA OVE L'INDIVIDUO CRESCE NELLA FAMIGLIA IN MODO NATURALE ED OVE FIORISCE LA FAMIGLIA.
L'INDIVIDUO SI RADICA NELLA FAMIGLIA UMANA COME LA FOGLIA SUL RAMO, COME IL RAMO SULL'ALBERO, CHE NON HANNO SIGNIFICATO NE VITA MATERIALE QUAL'ORA SE NE STACCHINO. COSI' E' L'INDIVIDUO, SE L'INDIVIDUO SI STACCA DALLA FAMIGLIA ESSO STESSO DIVENTA PRIVO DI SIGNIFICATO E DI VITA SOCIALE.
SE LA SOCIETA' DOVESSE GIUNGERE A FAR ESISTERE L'ESSERE UMANO AL DI FUORI DELLA FAMIGLIA, DIVERREBBE ALLORA UNA SOCIETA' DI EMARGINATI, PARAGONABILI ALLE PIANTE ARTIFICIALI!”

SULLA DONNA: “LA DONNA E' UN ESSERE UMANO E L'UOMO E' UN ESSERE UMANO, SU CIO' NON ESISTE DISACCORDO NE DUBBIO ALCUNO. LA DONNA E L'UOMO, DAL PUNTO DI VISTA UMANO, OVVIAMENTE SONO UGUALI. FARE UNA DISCRIMINAZIONE TRA UOMO E DONNA SUL PIANO UMANO E' UN INGIUSTIZIA CLAMOROSA E SENZA GIUSTIFICAZIONE. LA DONNA MANGIA E BEVE COME MANGIA E BEVE L'UOMO. LA DONNA ODIA E AMA COME ODIA E AMA L'UOMO. LA DONNA PENSA, APPRENDE E CAPISCE COME PENSA, APPRENDE E CAPISCE L'UOMO.
LA DONNA HA BISOGNO DI ALLOGGIO, DI VESTIARIO E DI MEZZO DI TRASPORTO COME NE HA BISOGNO L'UOMO. LA DONNA HA FAME E HA SETE COME HA FAME E HA SETE L'UOMO. LA DONNA VIVE E MUORE COME VIVE E MUORE L'UOMO.
MA PERCHE' IL CREATO HA RICHIESTO LA CREAZIONE DELL'UOMO E DELLA DONNA? DEVE SENZ'ALTRO ESSERVI UNA NECESSITA' NATURALE A FAVORE DELL'ESISTENZA DI ENTRAMBI, E NON SOLTANTO DELL'UNO O DELL'ALTRA.
DUNQUE CIASCUNO DEI DUE NON E' L'ALTRO E FRA I DUE SOGGETTI VI E' UNA DIFFERENZA NATURALE, LA CUI PROVA E' L'ESISTENZA DELL'UOMO E DELLA DONNA ASSIEME NEL CREATO. CIO' DI FATTO SIGNIFICA CHE ESISTE PER CIASCUNO UN RUOLO NATURALE CHE SI DIFFERENZIA CONFORMEMENTE ALLA DIVERSITA' DELL'UNO RISPETTO ALL'ALTRA. DUNQUE E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE VI SIA UNA CONDIZIONE CHE CIASCUNO DEI DUE VIVE, E IN CUI SVOLGE IL SUO RUOLO DIVERSO DALL'ALTRO. IN BREVE, NON VI E' ALCUNA DIFFERENZA NEI DIRITTI UMANI FRA L'UOMO E LA DONNA E FRA L'ADULTO E IL BAMBINO, MA NON VI E' EGUAGLIANZA COMPLETA FRA LORO PER I DOVERI CUI DEVONO ASSOLVERE!”

SULLE MINORANZE: “LA MINORANZA ESISTE SOLO DI DUE TIPI E NON VE NE UN TERZO TIPO. UNO E' QUELLO CHE FA PARTE DI UNA NAZIONE CHE LA INQUADRA SOCIALMENTE; L'ALTRO E' QUELLO SENZA NAZIONE, E SENZA QUADRO SOCIALE SE NON IL PROPRIO. QUESTO SECONDO TIPO E' QUELLO CHE FORMA UNA DELLE ACCUMULAZIONI STORICHE CHE FINISCONO PER FORMARE UNA NAZIONE IN FORZA DELL'APPARTENENZA E DEL DESTINO COMUNE, TALE MINORANZA, COME E' EVIDENTE, HA DIRITTI SOCIALI PROPRI ED E' SOPPRUSO CHE QUALUNQUE MAGGIORANZA ABBIA A USURPARLI, INFATTI LA CONNOTAZIONE SOCIALE E' INTRINSECA E NON RISULTA PASSIBILE DI VENIRE ASSEGNATA NE TOLTA.
E' DISPOTISMO E INGIUSTIZIA SOCIALE CONSIDERARE LA MINORANZA SOLO IN BASE AL FATTO CHE ESSA E' TALE SOTTO L'ASPETTO POLITICO ED ECONOMICO!”

SULLE RAZZE: “LA RAZZA GIALLA HA GIA' DOMINATO NEL MONDO, QUANDO E' AVANZATA DALL'ASIA VERSO GLI ALTRI CONTINENTI. POI E' VENUTO IL TURNO DELLA RAZZA BIANCA, QUANDO HA INTRAPRESO UN VASTO MOVIMENTO COLONIALE CHE HA COINVOLTO TUTTI I CONTINENTI DEL MONDO! ORA E' GIUNTO IL TURNO CHE SIA LA RAZZA NERA A DOMINARE! L'ULTIMO PERIODO DELLA SCHIAVITU' E' STATO L'ASSERVIMENTO DELLA RAZZA NERA DA PARTE DELLA RAZZA BIANCA; TALE EPOCA RIMARRA' IMPRESSA NELLA MEMORIA DEL NERO FINCHE' EGLI NON ABBIA AVVERTITO CHE GLI E' STATA RESTITUITA LA PROPRIA DIGNITA' SOCIALE!”

Stralci di testi tratti da
IL LIBRO VERDE”
di Moammar El Gheddafi
(Tripoli – Libia 1975)


sabato 3 gennaio 2009

2009: INIZIA LA PRIMA TAPPA VERSO LA RIVOLUZIONE SOCIALPOPOLARE!!!

Per l'anno nuovo, per questo 2009 appena iniziato, il blog Mitrokhin inizierà l'esposizione teorica a tappe del nuovo pensiero SOCIALPOPOLARE che ha l'ambizione di costruire e di modellare quella che in futuro dovrà essere una vera e propria RIVOLUZIONE CULTURALE e SOCIALE, rivoluzione che ovviamente dovrà nascere dalle coscienze popolari e dalle masse costituenti l'ossatura del popolo Italiano.
Questa rivoluzione culturale si prefigge, sempre con ambizione, di azzerrare l'attuale sistema politico Italiano senza spargimenti di sangue ovviamente e senza violenza se non con la sola violenza culturale ed intellettuale...se non con la sola violenza politica che dovrà contrastare il potentissimo sistema che oggi vive grazie e solo grazie al clientelismo, al malaffare, al malgoverno ed alla politica corrotta e collusa, alla paura che sapientemente e scaltramente viene alimentata e diffusa dallo stesso sistema politico che ci governa, sia esso guidato dal Centro-Destra o dal Centro-Sinistra non fà differenza (ricordate il "pizzino" di Italo Bocchino in quota al PDL che trà l'altro è stato indagato per i gravi reati di collusione politica in quanto grande amico dell'Imprenditore Romeo)...una delle armi che la rivoluzione culturale utilizzerà sarà senz'altro quella della contro-informazione giornalistica e politica!!! Smascherare le falsità del sistema politico e dell'informazione assoggettata al potere sarà una delle priorità assolute per cui la rivoluzione culturale si prefigge!!! Dunque seguiteci sempre più numerosi perchè in questo prossimo 2009 se nè leggeranno delle belle...ancora buon anno a tutti!!!

Alexander Mitrokhin

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!