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sabato 26 gennaio 2008

Il presidente della Regione Sicilia Cuffaro si dimette: "Dimissioni irrevocabili!"

"Francamente preferisco la via dell'umiltà. Lo faccio per non tradire quegli ideali ai quali sono stato educato, lo faccio per la mia famiglia e lo faccio come ultimo atto di rispetto verso i siciliani, che in questi anni ho servito con dedizione, semplicità e con quella onestà che sono certo mi verrà completamente riconosciuta". Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha motivato così, nel suo discorso in aula, la decisione di dimettersi. "Fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva - ha spiegato - ci sarà una verità processuale e una verità sostanziale. Con la mia decisione rispetterò la prima, in coerenza con il comportamento che ho tenuto in questi anni nei confronti della magistratura e delle istituzioni, ma con determinazione - ha concluso il Governatore - mi batterò, in tutte le sedi, per l'affermazione della verità sostanziale, a difesa della mia vita pubblica e privata". "Ho vissuto anni di intensa sofferenza confortato, oltre che dall'affetto di tanti siciliani, dalla cristiana consapevolezza che nella vita di un uomo essa non è mai vana", ha detto Cuffaro, proseguendo il suo discorso in aula. "Mi ha confortato il riconoscimento, anche da parte del giudice, di quanto nel mio cuore era stato sempre certo: ossia l'assoluta estraneità del mio agire e del mio sentire, pubblico e privato, alle finalità di un'organizzazione come la mafia". "Ma tale sollievo - osserva il Governatore - non mi ha mai sottratto a quell'intensa riflessione che oggi mi vede nuovamente di fronte a voi per comunicarvi le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente della Regione". Cuffaro spiega infine: "Già al momento della sentenza sentivo dentro di me il dovere di compiere questo passo, ma ho deciso di attendere sino all'approvazione del Bilancio e della Legge Finanziaria, per senso di responsabilità verso una terra che continuerò ad amare e che in questi anni ho servito fedelmente, consegnando ad essa tutto il mio tempo e le mie energie".Ad anticipare le dimissioni di Salvatore Cuffaro era stato suo fratello Silvio, che lo aveva accompagnato questa mattina all'Assemblea regionale siciliana. "Si dimetterà, ce lo ha detto. Non poteva fare altrimenti, questo accanimento giudiziario, ma anche politico non poteva andare avanti", aveva detto Silvio Cuffaro, che aveva aggiunto: "Lo accoglieremo in famiglia per dargli la serenita' che merita. Ora sì che vale la pena di fare festa con i cannoli"."Oggi - aveva aggiunto Silvio Cuffaro - sarebbe stato davvero il caso di festeggiare con i cannoli. Mio fratello è molto sereno, adesso potrà occuparsi della sua famiglia".



Fonte: http://www.rainews24.rai.it/

Maddie - Diffuso identikit del sospetto rapitore - Lo conosci ?


I genitori di Madeleine McCann, la bimba britannica sparita nell’Algarve portoghese nel maggio scorso, hanno diffuso il primo identikit di colui che, secondo il racconto di testimoni, potrebbe essere il sequestratore della piccola.
Lo schizzo, realizzato a carboncino da una disegnatrice formatasi nell’Fbi, mostra un uomo dall’aspetto sinistro, i capelli che sfiorano le spalle, baffi lunghi e denti pronunciati.
In una conferenza stampa a Londra, il portavoce dei McCann, Clarence Mitchell, ha chiesto la collaborazione internazionale per rintracciare l’uomo. E si è domandata: “Chi è? Dov’è? Quale rapporto ha, se ne ha, con la sparizione di Madeleine?”.
Svolta nelle indagini, il rapitore ha un volto - Il ritratto si basa sulla testimonianza di una turista inglese, Gail Cooper, che nei giorni della sparizione della bimba si trovava nella zona.
La Cooper, 50 anni, alloggiava in una casa a circa 600 metri dall’appartamento della famiglia McCann e in varie occasioni vide un uomo che la insospettì. Secondo i McCnn, la descrizione coincide con quella fatta da Jane Turner, un’amica dei genitori di Madeleine che ha raccontato di aver visto un uomo portare in braccio una bimba con un pigiama rosa, la notte in cui la bimba sparì.
Sospetti su un nordafricano visto aggirarsi attorno a bambini - Cooper ha raccontato di aver incontrato il sospettato, un uomo - secondo lei - tra i 30 e i 40 anni, di origine nordafricana, in tre occasioni.
Il 20 aprile, mentre mangiava in un ristorante, lo vide camminare sulla spiaggia sotto una pioggia torrenziale; quello stesso giorno, l’uomo bussò alla sua porta, per chiederle denaro per un orfanotrofio (che si scopri’ essere inesistente). Due giorni più tardi, l’uomo era sulla spiaggia che guardava un gruppo di bambini che giocavano.
Identikit consegnato alle autorità - News of the World, che ha pubblicato l’identikit, ha fatto ricerche sul racconto della Cooper e ha trasmesso i particolari all’agenzia di detective dei McCann, ‘Metodo 3′. Secondo la portavoce dei McCann, l’identikit, che è stato consegnato all’Interpol e alle polizie britannica e portoghese, è un “sensazionale passo in avanti” nelle ricerche.
Fonte :
Se pensi che assomigli a qualcuno che conosci o che hai visto segnalacelo
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Grazie.
IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI

Ora basta!!! Gli italiani non ne possono più delle vostre figuracce!!!

Il governo Prodi ha perso un pezzo della sua maggioranza; ha perso un partito (l'Udeur) che ha sempre condiviso in tutto e per tutto fino a sottoscrivere l'enciclopedia programmatica dell'Unione nell'ormai passato 2006। Ebbene, oggi il moderato e centrista partito di Clemente Mastella sfiducia la maggioranza e il governo Prodi per i motivi che bene o male abbiamo captato tutti quanti (indagine giudiziaria a suo carico e a carico della sua famiglia-partito e molte altri motivi che impedivano all' Udeur di stare oramai nel governo di centro-sinistra)। La critica però non deve e non può riguardare soltanto questo fallimentare governo; ma il sistema politico italiano in generale quindi il sistema elettorale e e anche il frastornato, confuso e caotico "centro-destra" nonché la stupida ed irrazionale logica delle coalizioni politiche.
Se infatti Mastella vota la sfiducia con l'opposizione, vorrà dire che l'UDEUR potrebbe passare con la oramai bollita Casa delle Libertà visto che sembra compatta (dopo le polemiche, le lotte dure tra AN-FI-UDC e altri partiti vari) sul ripresentare Silvio Berlusconi come candidato unico proclamato e stra-proclamato.
Male, malissimo! In questo modo cosa si vorrebbe far succedere con elezioni immediate e con questa legge elettorale (il "porcellum") che obbliga i partiti a coalizzarsi e impedisce la governabilità? Il progetto berlusconiano é quello di creare una coalizione dove dentro c'é tutto e il contrario di tutto; quella stessa coalizione ormai non é più credibile: é incredibile e rappresenta la "destra" della sinistra come del resto lo é e lo é stato dal 1994.
Berlusconi é infatti una creatura di Craxi e dei socialisti; un uomo che non ha mai esitato un momento per farsi gli affari suoi senza ritegno morale, a stipulare accordi televisivi con l'allora Unione sovietica; l'uomo amico di Putin (colui che ha riabilitato Stalin e Breznev).
Confondere il voto della DESTRA con il voto di chi ha voluto l'indulto (Clemente Mastella), di chi ha rubato e non ha chiesto neppure scusa agli italiani (Stefania Craxi, Stefano CladoroŠ); con chi ha smascherato il golpe militare del Generale De Lorenzo (Lino Iannuzzi); con i mafiosi vari che militano in forza italia e in Alleanza Nazionale, nell'UDC ; con gli atei cannati di Taradash e Della Vedova e con i traditori ipocriti di Alleanza Nazionale, con chi del tricolore italiano se ne é sempre pulito il culo e continua a sventolare fazzoletti verdi? NOI NON CI STIAMO! MAI PIU' CI STAREMO! Caro Berlusconi, fino a quando dovremo sopportare i tuoi diabolici progetti di creare mostri che vogliono unire la destra, il centro e i compagni socialisti e Turigliatto ma soprattutto fino a quando dureranno le tue confusioni politiche ed ideologiche?! BASTA COSI'! Distruggiamo tutto il sistema, distruggiamo i partiti ambigui e i loro leader perchè oggi più che mai é necessaria una definitiva chiarezza politica e ideologica।
LA DESTRA é DURA e PURA oppure é TRAVESTITA? Cari Camerati, LA DESTRA HA UNA DIGNITA' MORALE!!!
Fonte: Circolo "Destra Nazional Democratica"

"Elected!" (Io voglio essere eletto!)

1972 - Alice Cooper famosissimo rock-singer degli anni '70-'80 canta "I wanna be elected!" ("Io voglio essere eletto!") Presa in giro delle primarie Americane e dei politici Americani dell'epoca! Questo simpatico video-clip lo dedichiamo al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi per la sua irriverente voglia di elezioni anticipate!!! Sta scalpitando per tornare a Palazzo Chigi...???

"Welcome to my nightmare!" ("Benvenuto nel mio incubo!")

Video-clip rock simpatico del 1975 dove Alice Cooper canta attorniato dai pupazzi del Mappet Show! "Benvenuto nel mio incubo!" Dedicato all'ormai ex-premier Romano Prodi, così Giovedì scorso Prodi "cantava" ai Senatori che votavano la sua "sfiducia"!!!

E come al solito il "Titanic" è affondato...

La Camera aveva dato la fiducia al governo Prodi con 326 sì e 275 no. I votanti erano stati 601. Una falla che si era aperta dopo l'ennesimo scontro del "Titanico" Prodi contro l'iceberg della grave crisi scaturita dall'uscita dalla maggioranza del multi-corrotto partitino UDEUR guidato dal suo ex-Ministro della Giustizia Clemente Mastella, indagato insieme alla moglie e ad altri 23 suoi collaboratori per corruzione e concussione...appunto una grande falla che ha continuato ad imbarcare "acqua" sotto i ponti di una coalizione che si è completamente sfaldata al Senato nella lunga giornata di Giovedì 24 Gennaio 2008; il "Titanic" Prodi finalmente è affondato dopo una eterna agonia durata quasi 3 giorni, in Senato 161 voti no e 156 sì con 5 senatori astenuti ed altrettanti che si sono assentati tra cui Giulio Andreotti hanno dato il colpo di grazia.
La maggioranza di Centro-Sinistra che aveva vinto le elezioni Politiche del 2006 con 26mila voti di scarto, grazie soprattutto ai voti degli Italiani all'estero che dopo la riforma targata Mirko Tremaglia (Alleanza Nazionale) possono votare e contribuire alla costituzione del Governo Italiano, non esiste più; non solo numericamente ma anche politicamente, questa maggioranza per lo più formata da un'accozzaglia di Partiti e Partitini molto eterogenei tra loro, molto diversi sia nella loro costituzione, sia nei loro valori, sia nella loro provenienza storica di base è "deceduta" Giovedì scorso in Senato dopo un lungo "coma" farmacologico protratto avanti da un governo che da sempre è stato "ostaggio" di una Sinistra ambigua, doppiogiochista e qualunquista: Comunisti ed ex-Comunisti che dentro il palazzo mantenevano le poltrone e gli incarichi Ministeriali mentre fuori, per le strade e le piazze manifestavano ed organizzavano scioperi contro lo stesso Governo di cui facevano parte.
I due anni del Governo Prodi hanno lacerato l'intero Paese con gli sprechi di denaro e risorse pubbliche, con i "finti" tagli alle spese in eccesso, con il tasso di corruzione che è salito alle stelle assieme al tasso della criminalità e la sicurezza pubblica crollata a terra, con i cittadini medi che non riescono più ad arrivare alla fine del mese colpa degli stipendi che grazie all'euro impazzito hanno perso metà del loro potere di aquisto! Sui posti di lavoro in questi due anni del Governo Prodi ci sono stati più "morti bianche" e più incidenti di quanto non succedeva anche prima, colpa degli scarsi controlli da parte di quegli Enti Statali che dovrebbero garantire e tutelare la salute e l'incolumità del lavoratore stesso.
E la lista dei disastri, delle mancate riforme, dell'economia Italiana che ancora stenta a decollare, dell'emergenza sanitaria e dell'emergenza rifiuti nel Sud Italia, della nuova legge elettorale che in questi due anni non è mai stata nemmeno discussa se non negli ultimi mesi del 2007 e di tanto altro ancora sarebbe troppo lunga per elencarla, tuttavia penso che la maggioranza degli Italiani sia ben contenta della fine di questo nefasto Governo "mortadella" ed ancora quegli stessi Italiani che avevano comunque votato la coalizione di Centro-Sinistra vogliono ora a grande ragione le elezioni Politiche; il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sciolga subito le Camere dopo le consultazioni per evitare pericolosi vuoti di potere e pericolose lacerazioni sociali, perchè il popolo Italiano è completamente sfiduciato nei confronti di uno Stato sempre più assente, sempre più lontano dai veri problemi della gente che è stanca di tutte queste pantomime della Politica Italiana.
Andare subito al voto dunque, al massimo non più tardi del mese di Aprile di quest'anno! L'Italia è in una delicata fase in cui l'emergenza Democratica è ad altissimi livelli, perdendo tempo in inutili dibattiti, consultazioni, votazioni di fiducia non porta altro che il rischio di risvegliare in taluni circoli politici extra-parlamentari la voglia di ricostituire movimenti e nuclei terroristici che vedrebbero reclutare le loro stesse forze nel bacino di quei cittadini stremati dalla povertà sociale e dall'ansia per un futuro gramo dove queste persone non avrebbero più niente da perdere se non la loro vita stessa.
Alexander Mitrokhin

Dopo la caduta del Governo via alle consultazioni: Prodi si defila: "Riforme? No, non accetterò alcun incarico!"

Sono iniziate al Quirinale le consultazioni del presidente della Repubblica dopo la caduta del governo Prodi. Termineranno martedì. l'Udc chiede un governo istituzionale. Prodi si tira fuori: "Non posso essere io la persona che può adempiere al ruolo di guidare un governo per le riforme. Se si perde in parlamento anche solo per un voto, vuol dire che questo schema ha perso. Farò il nonno". Berlusconi: "Diremo a Napolitano di andare al voto con questa legge!"
Ecco quì riassunta la lunga giornata di Giovedì 24 Gennaio 2008: Romano Prodi non ce l'ha fatta. L'Aula del Senato ha negato la fiducia al governo con 161 no e un astenuto contro 156 voti favorevoli. I pronostici più infausti si sono avverati, l'Unione non ha la maggioranza a Palazzo Madama e a nulla questa volta è servito mobilitare i senatori a vita. Troppe le defezioni: al no di Clemente Mastella e Tommaso Barbato si sono aggiunti quelli di Franco Turigliatto (l'unico no targato sinistra), Lamberto Dini e il colpo di grazia inferto da Domenico Fisichella. Cinque voti di troppo, senza contare l'astensione di Giuseppe Scalera (e quella dell'ultimo minuto del senatore a vita Giulio Andreotti), che risultano fatali.
L'ANNUNCIO: Il presidente del Senato Franco Marini annuncia il responso e in Transatlantico a Palazzo Madama esplode la gioia anche dei deputati del centrodestra, arrivati per assistere alla debacle del governo Prodi. Al centro del salone, davanti allo schermo al plasma, c'è anche l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella: aspetta di leggere le cifre sul tabellone lontano da vecchi e nuovi alleati. Poi, lui che è stato l'artefice di questa crisi, scivola via senza parlare.
OSTINAZIONE: Venire in Senato a contarsi è stata una scelta di coerenza, rivendica Prodi, non testardaggine. Eppure i numeri parlavano chiaro e a inizio seduta, alle tre del pomeriggio, non c'era nessuno pronto a scommettere che sarebbe andata diversamente. Neanche il premier: «È finita», scrive via sms a un amico a un certo punto della seduta, mentre è seduto nell'emiciclo della Camera alta. Lamberto Dini entra e non saluta, Mastella va ripetendo che lui e i suoi sono fuori. L'aria che tira è di disfatta, nei corridoi e nelle stanze del Palazzo non c'è la fibrillazione delle volte scorse. Il centrodestra fa i conti e sa che questa volta la spallata è arrivata davvero. «Li ho contati uno a uno - dice Francesco Storace - e non hanno scampo. Male che vada finiamo 159 a 157 per noi». Il Partito democratico sa che la forbice sarà anche maggiore. Chi tiene il pallottoliere del Senato da due anni già immagina che i voti contrari saranno 161. Se il Professore, tirando dritto, non dando ascolto nè al Pd nè al Quirinale, voleva sfidare i traditori e mettere in risalto le crepe nei cespugli c'è riuscito. I diniani sono tre e ciascuno vota a modo suo: Dini si schiera ed è no, Scalera opta per l'astensione, Natale D'Amico resta con l'Unione. Tre anche i senatori del Campanile: qui Mastella e Barbato non rinnovano la fiducia, mentre Nuccio Cusumano offre il sostegno a Prodi. Divisione dal sapore amaro, quella in casa Udeur. In Aula volano insulti, qualcuno racconta anche di sputi, e Cusumano finisce per sentirsi male. Sviene, verrà portato in infermeria.
DA OGGI: Spetterà come è ovvio al capo dello Stato sciogliere il nodo, delineare lo scenario futuro. Da oggi, con i presidenti delle Camere, cominceranno le consultazioni al Quirinale. Certo il voto anticipato non è mai stata l'opzione prediletta da Napolitano, che vorrebbe cambiare prima la legge elettorale. Ed era questo l'obiettivo del forcing del Colle sul premier affinchè evitasse di andare alla conta al Senato. E ora? Elezioni subito, chiedono con forza Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il governo istituzionale, o tecnico o delle riforme, sembra allontanarsi. A volerlo sono solo in tre: il Pd, l'Udc e un pezzo di Rifondazione, ma non bastano a renderlo una realtà. Anche se l'ipotesi è ancora in piedi e non a caso, a voto proclamato, tutti gli occhi si puntano sul banco della presidenza del Senato.

Sfiducia al Senato, Prodi si dimette...consultazioni: si chiude martedì!!!

Roma - Dal Quirinale al Quirinale, senza ritorno (si spera). L’ultima corsa del Ciclista in sella termina ufficialmente alle 20.45, con una poltrona vuota al comando. Il colore è rosso, e Romano Prodi da una ventina di minuti ha abbandonato l’aula di Palazzo Madama per la salita più difficile: al Colle per rassegnare le dimissioni.
Gli scranni del governo sono ora desolatamente occupati da Livia Turco (come assorta in preghiera) e Giovanna Melandri, che riesce a far salotto anche lì. Arriva Cesare Damiano, poi Paolo Ferrero. Ancora il tempo di una foto ricordo sui banchi governativi con il cellulare di una sottosegretaria, chissà se li rivedranno. Intanto i tappi di due bottiglie di spumante italiano piombano dal banco di Mimmo Gramazio sulle seggiole finalmente libere. La caduta del Romano aspirava al tratto eroico, da «guerriero» (così lo saluta Diliberto), ma ha avuto momenti grotteschi o solo patetici. E l’ultimo «no» arriva dal senatore Fisichella, a lungo intimorito dal gesto, quando il premier è già finalmente volato via.
La notte che precede la fine è di quelle che non si dimenticano. Il premier stava per cedere, raccontano i suoi, di fronte al tiro incrociato del Quirinale e del quartier generale del Pd che gli sconsigliavano l’inutile bagno di sangue interno alla coalizione. Scontrarsi in Senato, perché? Ma i numeri, già al mattino disperati, invece di acuire la crisi di coscienza del premier finivano invece per rinfrancarlo. Era un Prodi di nuovo battagliero quello che il presidente Napolitano si trovava di fronte poco dopo le 10 e mezzo. Cinquanta minuti di colloquio teso, nel quale il Professore insisteva allo spasimo con la sua tesi della «parlamentarizzazione della crisi». Unico punto in comune: «Non si può andare a votare con questa legge elettorale», tesi che per Prodi equivale alla possibilità di un reincarico e per Napolitano a salvare il dialogo. Il premier usciva dal Colle ancora più deciso a fare terra bruciata: «Un colloquio sereno e costruttivo, vado in Senato».
Così i fedelissimi vantavano rimonte impossibili, come cercando la «bella morte». Il fidatissimo Angelo Rovati ne spiegava la filosofia alla buvette: «Stiamo andando senza rete, a corpo libero. Noi dobbiamo distinguerci a ogni costo, dobbiamo mostrare al Paese di avere una logica diversa dagli altri. Noi siamo diversi. Si viene qui, si vota come da Costituzione, e succeda quel che deve succedere. Forse ce la facciamo, e rilanciamo il governo con una pattuglia di ministri ridotta, cambiando passo. Oppure non ce la facciamo: in questo caso Romano prende il treno e torna a casa. Amen. Un caso unico nella storia della Repubblica».
Ma tornerà davvero a casa, Prodi? L’attenzione spasmodica per le forme, apparentemente priva di logica politica, è troppo plateale per non alimentare sospetti. Il premier difficilmente potrà giocarsi la carta del reincarico mentre, in caso di elezioni, sarebbe pronto a candidarsi alla premiership in alternativa a Veltroni, sostenuto dalla sinistra più Di Pietro. Una vendicativa puntata d’azzardo che mira a tornare padrone di un Pd ormai «doroteo». Così fin dal mattino i collaboratori reagivano rabbiosamente agli articoli di giornali che rivelano trattative con offerta di nomine in cambio dei voti in Senato. «Le ricostruzioni sui ricatti sono fango per il Paese» dirà più tardi il premier che, dopo il colloquio con Napolitano, non rinuncia al programma e incontra investitori americani.
Il discorso a Palazzo Madama cerca invece di definire una «via maestra» alla crisi. Etica più che mai: rispetto assoluto dei principi della Costituzione e denuncia dell’«ingerenza dei partiti, un residuo del passato». Prodi chiede «un voto esplicito e motivato», perché «nessuno può sottrarsi alla responsabilità di indicare quale altro governo sia possibile...». Stesso tratto che cerca di marcare profonda diversità rispetto al Pd avrà la replica a fine dibattito. «Non sono venuto in Senato per testardaggine, ma per coerenza. Non si sfugge davanti al giudizio di chi rappresenta il popolo, perché il popolo ci guarda. Le crisi non si affrontano nei corridoi ma a viso aperto». Prodi attribuisce i demeriti del governo alla legge elettorale voluta dalla Cdl e si appella ai senatori, nonostante la «contrapposizione senza limiti» abbia dato al Senato un’«inaccettabile immagine di arena». Non basterà, ma il premier ottiene proprio quello che cercava: un’uscita dalla porta principale che bruci i ponti del dialogo per le riforme e gli consenta di rientrare dalla finestra. La casa dei «filistei» Veltroni e D’Alema è avvisata: stavolta Romano non farà prigionieri.

domenica 20 gennaio 2008

Nevada, Hillary Clinton batte Obama con il voto delle donne e degli immigrati!!!

Dopo una competizione serrata Hillary Clinton conquista la vittoria in Nevada con il 51% dei consensi nei caucus democratici di sabato. Barack Obama si è fermato al 45%, ma ha ottenuto 13 delegati per la nomina del candidato alla presidenza nella convention di agosto, un rappresentante in più della rivale: il senatore dell’Illinois ha conquistato un maggior numero di contee, invece Hillary Clinton ha vinto nella più popolosa Las Vegas, la città più grande del Nevada. Straordinaria l’affluenza alle consultazioni elettorali: per il New York Times sono andate alle urne 116mila persone, un numero dieci volte superiore al 2004.
Il voto delle donne e degli ispanici si è dimostrato decisivo per la vittoria della senatrice di New York durante i primi caucus in uno stato occidentale degli Usa. Ago della bilancia è stato il potente sindacato Culinary Workers’ Union, con 60mila iscritti soprattutto tra gli immigrati di lingua spagnola: aveva promesso il sostegno a Barack Obama, ma alla fine la maggior parte dei consensi è andata alla Clinton. Le urne erano aperte anche in alcuni casinò del Nevada.
Nei caucus del partito repubblicano ha avuto vittoria facile l’ex governatore del Massachussetts Mitt Romney, sconfiggendo gli avversari con il 51% dei voti, grazie anche all’affluenza dei mormoni. Nella Carolina del Sud è stato invece il senatore dell’Arizona John McCain a ricevere la maggioranza di voti dagli elettori repubblicani: è qui che sabato prossimo si confronteranno i democratici per le primarie. Secondo i sondaggi economia e immigrazione sono le questioni più importanti per gli elettori del Great Old Party.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!