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martedì 19 maggio 2009

2002-2009: dopo sette anni dall’entrata dell’Euro in Italia ed in Europa, ci si accorge solo oggi della miseria degli stipendi nel nostro Paese?

L'Euro, la moneta unica Europea
che stà rosicchiando i nostri salari
e ci stà portando alla miseria...

Silvio Berlusconi,
il Premier che nel 2002 ci ha portato
la moneta unica...

Romano Prodi,
il Premier che ci ha portato in Europa...

ROMA -Sono esattamente sette anni ormai che in Italia ed in Europa si acquista e si paga con un’unica moneta, ovvero l’Euro.
Con l’entrata della moneta unica ci si aspettava tutti un netto miglioramento del nostro tenore di vita ma in realtà abbiamo assistito ad un crollo vertiginoso del potere d’acquisto dei nostri già miseri stipendi, perché resta appurato il fatto che anche con la Lira in vigore prima del Gennaio 2002, lo stipendio medio dei lavoratori Italiani, sia pubblici che privati, era nettamente inferiore alla media Europea ed alla media dei Paesi più industrializzati del Mondo.
Con il tasso di cambio pari a 1936,27 Lire la moneta unica ha progressivamente dimezzato in realtà il potere d’acquisto dei salari Italiani già messi a dura prova dal caro vita con il risultato scioccante che oggi chi era ricco con la Lira si è ritrovato miracolosamente più ricco mentre chi già soffriva con la moneta Nazionale si è ritrovato più povero e in grave difficoltà economica.
Colpa dell’Euro? Non solo…colpa anche e soprattutto dei Governi che si sono succeduti al Potere in questi ultimi 9 anni: che sono il Governo di Centro-Sinistra guidato dall’Ulivo di Romano Prodi e quello di Centro-Destra guidato dall’attuale Premier Silvio Berlusconi.
Prodi e compagni ci hanno spinto a forza nella zona Euro pur sapendo che l’economia Italiana all’epoca non era ancora pronta per affrontare un simile passo ed affrontare così tante novità e cambiamenti in materia di legislazione Comunitaria senza per altro consultarci con un Referendum popolare così come hanno fatto diverse Nazioni Europee, ratificando il trattato dell’Unione Europea autonomamente e facendoci così entrare in Europa con il solo volere del Parlamento Italiano introducendo addirittura una Tassa speciale per l’Europa denominata Euro-Tax con la vana promessa mai mantenuta della restituzione futura ai contribuenti di un vero e proprio ladrocinio ai danni del popolo Italiano già super-tassato; Berlusconi invece aveva commesso forse il più grosso degli errori che poteva commettere in un momento così tanto delicato, cioè il suo Governo all’alba del fatidico anno 2002 non aveva controllato e non ha mai controllato la reale conversione dei prezzi dalle Lire all’Euro, prendendo in giro oltre modo gli Italiani regalando ad ogni capo-famiglia una calcolatrice che convertiva matematicamente i prezzi in maniera tale che proprio come disse il Premier stesso, sarebbero stati tutti i cittadini singolarmente a controllare la conversione reale dei prezzi vigilando sulle truffe, niente di più cretina fu quella scellerata iniziativa propagandistica e demagogica che servì solo a sperperare i soldi pubblici nella fabbricazione di milioni di calcolatrici e centinaia di migliaia di Euro per la spesa di spedizione ad ogni singola famiglia Italiana, iniziativa che come abbiamo poi visto non è servita a niente!!!
Già perché poi un cittadino normale come potrebbe tenere a bada i prezzi della produzione Industriale, Artigianale ed Agricola? O delle materie prime? O del commercio Nazionale ed Internazionale? Oppure delle Azioni e dei Titoli di Borsa? Dei conti correnti e dei tassi d’interesse delle Banche? E si potrebbe continuare all’infinito…così ogni famiglia Italiana con quella ridicola calcolatrice regalatagli dal generoso Premier Berlusconi andando al Supermercato o in Bottega non poté fare altro che registrare passivamente il raddoppio improvviso dei prezzi di ogni bene di consumo, alimentare, elettronico e di ogni altra specie, senza appunto poter far nulla, soprattutto per i beni di prima necessità che tutti noi siamo costretti ad acquistare per la nostra stessa sopravvivenza come ad esempio prodotti quali il latte, il pane, la frutta e la verdura, sale e zucchero, acqua e farina.
Insomma, ciò che il Governo avrebbe dovuto fare all’epoca, cioè controllare e calmierare, non lo ha fatto ed anzi ha ridicolizzato l’intero popolo Italiano che in lui ha dato fiducia, demandandolo di un compito che non era il suo e che non avrebbe mai potuto svolgere.
Omettendo la mansione di controllore, l’allora Governo Berlusconi aprì la strada alla già presente e frenetica corsa al rialzo dei prezzi: come non ricordare gli affitti di appartamenti privati di media metratura che fino al 2002 venivano offerti a 500 MILA LIRE al mese (250,00 Euro circa) e “magicamente” convertiti dopo il 2002 a 500 EURO al mese (UN MILIONE DELLE VECCHIE LIRE, il doppio delle 500 MILA LIRE)??? Come non ricordare che tutto ciò che si acquistava prima del 2002 esattamente un anno prima a 5 MILA LIRE (2 Euro e 50 Centesimi circa) dopo il 2002 esattamente un anno dopo la stessa merce di qualsiasi genere si acquistava a 5 EURO (10 MILA LIRE circa, il doppio delle 5 MILA LIRE del vecchio conio)??? Solo il Governo poteva calmierare e controllare questo scempio ma ovviamente e volutamente non lo ha fatto!!! Tanti motivi e tanti interessi di parte avevano spinto il Governo Berlusconi a non intervenire, a lasciar correre mentre il popolo medio Italiano soffriva il caro prezzi e veniva messo in ginocchio dalla frenesia dell’Euro.
Migliaia e migliaia di famiglie Italiane, sempre più impoverite e sfinite dal caro vita, hanno sofferto e soffrono tutt’oggi il costante stato di miseria in cui sono costrette a vivere grazie anche al gravissimo fatto che gli stipendi in Italia, sia pubblici che privati, non solo sono stati dimezzati e rosicati dai prezzi convertiti in Euro, ma sono anche “congelati” all’anno 2000 Domini, cioè dal 2000 non sono stati diciamo più aggiornati, aumentati, non sono stati mai più adeguati all’attuale tenore di vita ed agli attuali valori di mercato.
In questo modo tutti noi ci ritroviamo ad essere pagati più o meno con la stessa busta paga di 9 anni fa a fronte però di un tenore diverso di vita che è ovviamente e naturalmente aumentato.
Non ci vuole uno scienziato per capire che un operaio o un impiegato, con 1300,00 Euro di stipendio medio mensile che è oggi quello Italiano, non può più far fronte a tutte le spese che oggi siamo costretti a fare, non può più mantenere una famiglia e cosa strana e buffa, se disgraziatamente una persona, femmina o maschio che sia, non è sposato o non ha una compagna, una famiglia, ancora peggio perché non riuscirebbe a vivere nemmeno single.
I conti si fanno presto a fare: per tutti coloro che purtroppo non hanno avuto la fortuna di vedersi assegnata una casa popolare, sono ovviamente costretti a stabilirsi dentro un appartamento in affitto privato e gli affitti privati si sa non guardano in faccia a nessuno, così che rispondono solo alle leggi di mercato, dunque un appartamento di metratura media con due camere da letto, bagno, cucina e salotto in un qualsiasi centro-città di una qualsiasi città Italiana viene a costare in media, centesimo in più o in meno, sulle 500,00 Euro al mese…che bisogna sottrarle al salario medio di 1300,00 Euro e ci rimangono in mano dunque 800,00 Euro; da queste 800,00 Euro ci si devono togliere quasi sicuramente almeno 50,00 Euro che è la media delle spese condominiali perché l’appartamento spesso è posto all’interno di un palazzo condominiale che piccolo o grande che sia ha comunque i suoi costi di manutenzione (luce scale, pulizia scale e androne, manutenzioni varie di giardino o ascensore, assicurazione condominiale, posto auto condominiale ecc.) e ci rimangono 750,00 Euro da cui ci si devono togliere almeno tra le 250,00 e le 350,00 Euro al mese che servono per fare la spesa quotidiana (pane, pasta, latte, uova, zucchero, farina, caffè, the, camomilla, frutta e verdura, carne, insaccati vari, yogurt, dentifricio, saponi e saponette varie, carta igienica, prodotti per il bagno e per la pulizia generale della casa, detersivi, bagnoschiuma, lamette e dopobarba, ortaggi vari e prodotti a media e lunga conservazione sia di alimentari che di altro utilizzo quotidiano ed altre tante cose importanti per la vita quotidiana di tutti) poniamo il fatto improbabile che in un mese riusciamo a comprare queste cose che abbiamo elencato ed altre ancora con solo 350,00 Euro di spesa perché andiamo sempre ad acquistare tutto ad un Discount molto economico, ci rimarrebbero in mano 400,00 Euro (1300,00 – 500,00 – 350,00 = 400,00 Euro) dunque con queste 400,00 Euro di avanzo mensile non dimenticate che dovrete coprire anche eventuali visite mediche dal dottore, ticket ASL, medicinali eventuali (non tutti i medicinali esentano dal ticket) pagare le bollette dei consumi di acqua, elettricità e gas, pagare l’assicurazione della vostra automobile ogni 6 mesi o annualmente a seconda del tipo di contratto che avrete fatto, pagare il bollo auto, pagare la benzina della vostra automobile quando sarete obbligati ad utilizzarla per i vostri spostamenti, comprarvi ogni tanto dei vestiti nuovi, delle scarpe, della biancheria intima non solo per voi ma anche eventualmente per i vostri figli, coprire le spese scolastiche dei vostri figli, fargli ogni tanto anche dei regalini magari per il loro compleanno ecc. ecc. vi domando, si può tirare avanti a fine mese in queste condizioni??? NO…difatti ecco perché la famiglia media Italiana non riesce più a sopravvivere e già alla terza settimana è in grave difficoltà economica.
Pensiamo poi anche al fatto che nell’ultimo rapporto OCSE l’Italia, tra i 30 Paesi più industrializzati e progrediti del Mondo è scesa al 23° posto, cioè siamo il Paese Europeo dove gli stipendi medi sono tra i più bassi, solo la Polonia ed il Portogallo ci stanno dietro ed incredibilmente pure la Grecia, una volta tra le Nazioni Europee più povere, ci ha superato ed è attestata al 15° posto.
SEDICIMILA EURO all’anno di stipendio netto medio, troppo poco per un’Italia che si vanta troppo spesso di cose e di risultati che in realtà non ha mai raggiunto.
A 7 anni dall’ingresso nella zona EURO urge un radicale cambiamento nell’economia del Paese che ha fortemente bisogno di Governi che controllino e che calmierino la situazione già appesantita e aggravata di un’economia in affanno.
Dal Pubblico Impiego al Commercio, tutto ha bisogno di un nuovo sostegno, di una nuova spinta rinnovatrice e di cambiamento radicale, il popolo Italiano è chiamato a votare il 6 Giungo 2009 per rinnovare il Parlamento Europeo: INVITO A NON VOTARE PIU’ PER IL PDL ED IL PD MA INVITO FORTEMENTE A SOSTENERE LE LISTE DEGLI ESTREMI POLITICI SIA A DESTRA CHE A SINISTRA, INVITO A VOTARE PER LE PICCOLE LISTE OPPURE INVITO PER CHI E’ ANCORA INDECISO O DELUSO A DISERTARE IN MASSA LE URNE!!! Per dare un forte e scioccante messaggio ai nostri politici ed al nostro Governo, la famiglia media Italiana ha bisogno di salari giusti ed adeguati al tenore ed ai costi della vita attuali!!!
RIFLETTETE BENE PRIMA DI VOTARE IL 6 GIUGNO…
Alexander Mitrokhin

sabato 26 gennaio 2008

Ora basta!!! Gli italiani non ne possono più delle vostre figuracce!!!

Il governo Prodi ha perso un pezzo della sua maggioranza; ha perso un partito (l'Udeur) che ha sempre condiviso in tutto e per tutto fino a sottoscrivere l'enciclopedia programmatica dell'Unione nell'ormai passato 2006। Ebbene, oggi il moderato e centrista partito di Clemente Mastella sfiducia la maggioranza e il governo Prodi per i motivi che bene o male abbiamo captato tutti quanti (indagine giudiziaria a suo carico e a carico della sua famiglia-partito e molte altri motivi che impedivano all' Udeur di stare oramai nel governo di centro-sinistra)। La critica però non deve e non può riguardare soltanto questo fallimentare governo; ma il sistema politico italiano in generale quindi il sistema elettorale e e anche il frastornato, confuso e caotico "centro-destra" nonché la stupida ed irrazionale logica delle coalizioni politiche.
Se infatti Mastella vota la sfiducia con l'opposizione, vorrà dire che l'UDEUR potrebbe passare con la oramai bollita Casa delle Libertà visto che sembra compatta (dopo le polemiche, le lotte dure tra AN-FI-UDC e altri partiti vari) sul ripresentare Silvio Berlusconi come candidato unico proclamato e stra-proclamato.
Male, malissimo! In questo modo cosa si vorrebbe far succedere con elezioni immediate e con questa legge elettorale (il "porcellum") che obbliga i partiti a coalizzarsi e impedisce la governabilità? Il progetto berlusconiano é quello di creare una coalizione dove dentro c'é tutto e il contrario di tutto; quella stessa coalizione ormai non é più credibile: é incredibile e rappresenta la "destra" della sinistra come del resto lo é e lo é stato dal 1994.
Berlusconi é infatti una creatura di Craxi e dei socialisti; un uomo che non ha mai esitato un momento per farsi gli affari suoi senza ritegno morale, a stipulare accordi televisivi con l'allora Unione sovietica; l'uomo amico di Putin (colui che ha riabilitato Stalin e Breznev).
Confondere il voto della DESTRA con il voto di chi ha voluto l'indulto (Clemente Mastella), di chi ha rubato e non ha chiesto neppure scusa agli italiani (Stefania Craxi, Stefano CladoroŠ); con chi ha smascherato il golpe militare del Generale De Lorenzo (Lino Iannuzzi); con i mafiosi vari che militano in forza italia e in Alleanza Nazionale, nell'UDC ; con gli atei cannati di Taradash e Della Vedova e con i traditori ipocriti di Alleanza Nazionale, con chi del tricolore italiano se ne é sempre pulito il culo e continua a sventolare fazzoletti verdi? NOI NON CI STIAMO! MAI PIU' CI STAREMO! Caro Berlusconi, fino a quando dovremo sopportare i tuoi diabolici progetti di creare mostri che vogliono unire la destra, il centro e i compagni socialisti e Turigliatto ma soprattutto fino a quando dureranno le tue confusioni politiche ed ideologiche?! BASTA COSI'! Distruggiamo tutto il sistema, distruggiamo i partiti ambigui e i loro leader perchè oggi più che mai é necessaria una definitiva chiarezza politica e ideologica।
LA DESTRA é DURA e PURA oppure é TRAVESTITA? Cari Camerati, LA DESTRA HA UNA DIGNITA' MORALE!!!
Fonte: Circolo "Destra Nazional Democratica"

E come al solito il "Titanic" è affondato...

La Camera aveva dato la fiducia al governo Prodi con 326 sì e 275 no. I votanti erano stati 601. Una falla che si era aperta dopo l'ennesimo scontro del "Titanico" Prodi contro l'iceberg della grave crisi scaturita dall'uscita dalla maggioranza del multi-corrotto partitino UDEUR guidato dal suo ex-Ministro della Giustizia Clemente Mastella, indagato insieme alla moglie e ad altri 23 suoi collaboratori per corruzione e concussione...appunto una grande falla che ha continuato ad imbarcare "acqua" sotto i ponti di una coalizione che si è completamente sfaldata al Senato nella lunga giornata di Giovedì 24 Gennaio 2008; il "Titanic" Prodi finalmente è affondato dopo una eterna agonia durata quasi 3 giorni, in Senato 161 voti no e 156 sì con 5 senatori astenuti ed altrettanti che si sono assentati tra cui Giulio Andreotti hanno dato il colpo di grazia.
La maggioranza di Centro-Sinistra che aveva vinto le elezioni Politiche del 2006 con 26mila voti di scarto, grazie soprattutto ai voti degli Italiani all'estero che dopo la riforma targata Mirko Tremaglia (Alleanza Nazionale) possono votare e contribuire alla costituzione del Governo Italiano, non esiste più; non solo numericamente ma anche politicamente, questa maggioranza per lo più formata da un'accozzaglia di Partiti e Partitini molto eterogenei tra loro, molto diversi sia nella loro costituzione, sia nei loro valori, sia nella loro provenienza storica di base è "deceduta" Giovedì scorso in Senato dopo un lungo "coma" farmacologico protratto avanti da un governo che da sempre è stato "ostaggio" di una Sinistra ambigua, doppiogiochista e qualunquista: Comunisti ed ex-Comunisti che dentro il palazzo mantenevano le poltrone e gli incarichi Ministeriali mentre fuori, per le strade e le piazze manifestavano ed organizzavano scioperi contro lo stesso Governo di cui facevano parte.
I due anni del Governo Prodi hanno lacerato l'intero Paese con gli sprechi di denaro e risorse pubbliche, con i "finti" tagli alle spese in eccesso, con il tasso di corruzione che è salito alle stelle assieme al tasso della criminalità e la sicurezza pubblica crollata a terra, con i cittadini medi che non riescono più ad arrivare alla fine del mese colpa degli stipendi che grazie all'euro impazzito hanno perso metà del loro potere di aquisto! Sui posti di lavoro in questi due anni del Governo Prodi ci sono stati più "morti bianche" e più incidenti di quanto non succedeva anche prima, colpa degli scarsi controlli da parte di quegli Enti Statali che dovrebbero garantire e tutelare la salute e l'incolumità del lavoratore stesso.
E la lista dei disastri, delle mancate riforme, dell'economia Italiana che ancora stenta a decollare, dell'emergenza sanitaria e dell'emergenza rifiuti nel Sud Italia, della nuova legge elettorale che in questi due anni non è mai stata nemmeno discussa se non negli ultimi mesi del 2007 e di tanto altro ancora sarebbe troppo lunga per elencarla, tuttavia penso che la maggioranza degli Italiani sia ben contenta della fine di questo nefasto Governo "mortadella" ed ancora quegli stessi Italiani che avevano comunque votato la coalizione di Centro-Sinistra vogliono ora a grande ragione le elezioni Politiche; il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sciolga subito le Camere dopo le consultazioni per evitare pericolosi vuoti di potere e pericolose lacerazioni sociali, perchè il popolo Italiano è completamente sfiduciato nei confronti di uno Stato sempre più assente, sempre più lontano dai veri problemi della gente che è stanca di tutte queste pantomime della Politica Italiana.
Andare subito al voto dunque, al massimo non più tardi del mese di Aprile di quest'anno! L'Italia è in una delicata fase in cui l'emergenza Democratica è ad altissimi livelli, perdendo tempo in inutili dibattiti, consultazioni, votazioni di fiducia non porta altro che il rischio di risvegliare in taluni circoli politici extra-parlamentari la voglia di ricostituire movimenti e nuclei terroristici che vedrebbero reclutare le loro stesse forze nel bacino di quei cittadini stremati dalla povertà sociale e dall'ansia per un futuro gramo dove queste persone non avrebbero più niente da perdere se non la loro vita stessa.
Alexander Mitrokhin

Dopo la caduta del Governo via alle consultazioni: Prodi si defila: "Riforme? No, non accetterò alcun incarico!"

Sono iniziate al Quirinale le consultazioni del presidente della Repubblica dopo la caduta del governo Prodi. Termineranno martedì. l'Udc chiede un governo istituzionale. Prodi si tira fuori: "Non posso essere io la persona che può adempiere al ruolo di guidare un governo per le riforme. Se si perde in parlamento anche solo per un voto, vuol dire che questo schema ha perso. Farò il nonno". Berlusconi: "Diremo a Napolitano di andare al voto con questa legge!"
Ecco quì riassunta la lunga giornata di Giovedì 24 Gennaio 2008: Romano Prodi non ce l'ha fatta. L'Aula del Senato ha negato la fiducia al governo con 161 no e un astenuto contro 156 voti favorevoli. I pronostici più infausti si sono avverati, l'Unione non ha la maggioranza a Palazzo Madama e a nulla questa volta è servito mobilitare i senatori a vita. Troppe le defezioni: al no di Clemente Mastella e Tommaso Barbato si sono aggiunti quelli di Franco Turigliatto (l'unico no targato sinistra), Lamberto Dini e il colpo di grazia inferto da Domenico Fisichella. Cinque voti di troppo, senza contare l'astensione di Giuseppe Scalera (e quella dell'ultimo minuto del senatore a vita Giulio Andreotti), che risultano fatali.
L'ANNUNCIO: Il presidente del Senato Franco Marini annuncia il responso e in Transatlantico a Palazzo Madama esplode la gioia anche dei deputati del centrodestra, arrivati per assistere alla debacle del governo Prodi. Al centro del salone, davanti allo schermo al plasma, c'è anche l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella: aspetta di leggere le cifre sul tabellone lontano da vecchi e nuovi alleati. Poi, lui che è stato l'artefice di questa crisi, scivola via senza parlare.
OSTINAZIONE: Venire in Senato a contarsi è stata una scelta di coerenza, rivendica Prodi, non testardaggine. Eppure i numeri parlavano chiaro e a inizio seduta, alle tre del pomeriggio, non c'era nessuno pronto a scommettere che sarebbe andata diversamente. Neanche il premier: «È finita», scrive via sms a un amico a un certo punto della seduta, mentre è seduto nell'emiciclo della Camera alta. Lamberto Dini entra e non saluta, Mastella va ripetendo che lui e i suoi sono fuori. L'aria che tira è di disfatta, nei corridoi e nelle stanze del Palazzo non c'è la fibrillazione delle volte scorse. Il centrodestra fa i conti e sa che questa volta la spallata è arrivata davvero. «Li ho contati uno a uno - dice Francesco Storace - e non hanno scampo. Male che vada finiamo 159 a 157 per noi». Il Partito democratico sa che la forbice sarà anche maggiore. Chi tiene il pallottoliere del Senato da due anni già immagina che i voti contrari saranno 161. Se il Professore, tirando dritto, non dando ascolto nè al Pd nè al Quirinale, voleva sfidare i traditori e mettere in risalto le crepe nei cespugli c'è riuscito. I diniani sono tre e ciascuno vota a modo suo: Dini si schiera ed è no, Scalera opta per l'astensione, Natale D'Amico resta con l'Unione. Tre anche i senatori del Campanile: qui Mastella e Barbato non rinnovano la fiducia, mentre Nuccio Cusumano offre il sostegno a Prodi. Divisione dal sapore amaro, quella in casa Udeur. In Aula volano insulti, qualcuno racconta anche di sputi, e Cusumano finisce per sentirsi male. Sviene, verrà portato in infermeria.
DA OGGI: Spetterà come è ovvio al capo dello Stato sciogliere il nodo, delineare lo scenario futuro. Da oggi, con i presidenti delle Camere, cominceranno le consultazioni al Quirinale. Certo il voto anticipato non è mai stata l'opzione prediletta da Napolitano, che vorrebbe cambiare prima la legge elettorale. Ed era questo l'obiettivo del forcing del Colle sul premier affinchè evitasse di andare alla conta al Senato. E ora? Elezioni subito, chiedono con forza Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il governo istituzionale, o tecnico o delle riforme, sembra allontanarsi. A volerlo sono solo in tre: il Pd, l'Udc e un pezzo di Rifondazione, ma non bastano a renderlo una realtà. Anche se l'ipotesi è ancora in piedi e non a caso, a voto proclamato, tutti gli occhi si puntano sul banco della presidenza del Senato.

Sfiducia al Senato, Prodi si dimette...consultazioni: si chiude martedì!!!

Roma - Dal Quirinale al Quirinale, senza ritorno (si spera). L’ultima corsa del Ciclista in sella termina ufficialmente alle 20.45, con una poltrona vuota al comando. Il colore è rosso, e Romano Prodi da una ventina di minuti ha abbandonato l’aula di Palazzo Madama per la salita più difficile: al Colle per rassegnare le dimissioni.
Gli scranni del governo sono ora desolatamente occupati da Livia Turco (come assorta in preghiera) e Giovanna Melandri, che riesce a far salotto anche lì. Arriva Cesare Damiano, poi Paolo Ferrero. Ancora il tempo di una foto ricordo sui banchi governativi con il cellulare di una sottosegretaria, chissà se li rivedranno. Intanto i tappi di due bottiglie di spumante italiano piombano dal banco di Mimmo Gramazio sulle seggiole finalmente libere. La caduta del Romano aspirava al tratto eroico, da «guerriero» (così lo saluta Diliberto), ma ha avuto momenti grotteschi o solo patetici. E l’ultimo «no» arriva dal senatore Fisichella, a lungo intimorito dal gesto, quando il premier è già finalmente volato via.
La notte che precede la fine è di quelle che non si dimenticano. Il premier stava per cedere, raccontano i suoi, di fronte al tiro incrociato del Quirinale e del quartier generale del Pd che gli sconsigliavano l’inutile bagno di sangue interno alla coalizione. Scontrarsi in Senato, perché? Ma i numeri, già al mattino disperati, invece di acuire la crisi di coscienza del premier finivano invece per rinfrancarlo. Era un Prodi di nuovo battagliero quello che il presidente Napolitano si trovava di fronte poco dopo le 10 e mezzo. Cinquanta minuti di colloquio teso, nel quale il Professore insisteva allo spasimo con la sua tesi della «parlamentarizzazione della crisi». Unico punto in comune: «Non si può andare a votare con questa legge elettorale», tesi che per Prodi equivale alla possibilità di un reincarico e per Napolitano a salvare il dialogo. Il premier usciva dal Colle ancora più deciso a fare terra bruciata: «Un colloquio sereno e costruttivo, vado in Senato».
Così i fedelissimi vantavano rimonte impossibili, come cercando la «bella morte». Il fidatissimo Angelo Rovati ne spiegava la filosofia alla buvette: «Stiamo andando senza rete, a corpo libero. Noi dobbiamo distinguerci a ogni costo, dobbiamo mostrare al Paese di avere una logica diversa dagli altri. Noi siamo diversi. Si viene qui, si vota come da Costituzione, e succeda quel che deve succedere. Forse ce la facciamo, e rilanciamo il governo con una pattuglia di ministri ridotta, cambiando passo. Oppure non ce la facciamo: in questo caso Romano prende il treno e torna a casa. Amen. Un caso unico nella storia della Repubblica».
Ma tornerà davvero a casa, Prodi? L’attenzione spasmodica per le forme, apparentemente priva di logica politica, è troppo plateale per non alimentare sospetti. Il premier difficilmente potrà giocarsi la carta del reincarico mentre, in caso di elezioni, sarebbe pronto a candidarsi alla premiership in alternativa a Veltroni, sostenuto dalla sinistra più Di Pietro. Una vendicativa puntata d’azzardo che mira a tornare padrone di un Pd ormai «doroteo». Così fin dal mattino i collaboratori reagivano rabbiosamente agli articoli di giornali che rivelano trattative con offerta di nomine in cambio dei voti in Senato. «Le ricostruzioni sui ricatti sono fango per il Paese» dirà più tardi il premier che, dopo il colloquio con Napolitano, non rinuncia al programma e incontra investitori americani.
Il discorso a Palazzo Madama cerca invece di definire una «via maestra» alla crisi. Etica più che mai: rispetto assoluto dei principi della Costituzione e denuncia dell’«ingerenza dei partiti, un residuo del passato». Prodi chiede «un voto esplicito e motivato», perché «nessuno può sottrarsi alla responsabilità di indicare quale altro governo sia possibile...». Stesso tratto che cerca di marcare profonda diversità rispetto al Pd avrà la replica a fine dibattito. «Non sono venuto in Senato per testardaggine, ma per coerenza. Non si sfugge davanti al giudizio di chi rappresenta il popolo, perché il popolo ci guarda. Le crisi non si affrontano nei corridoi ma a viso aperto». Prodi attribuisce i demeriti del governo alla legge elettorale voluta dalla Cdl e si appella ai senatori, nonostante la «contrapposizione senza limiti» abbia dato al Senato un’«inaccettabile immagine di arena». Non basterà, ma il premier ottiene proprio quello che cercava: un’uscita dalla porta principale che bruci i ponti del dialogo per le riforme e gli consenta di rientrare dalla finestra. La casa dei «filistei» Veltroni e D’Alema è avvisata: stavolta Romano non farà prigionieri.

sabato 19 gennaio 2008

Mastella, Cuffaro...e tanti altri! L'Italia che affonda...



(A sinistra l'ex-Ministro Mastella, a destra il Presidente della Regione Sicilia Cuffaro...i due politici Italiani eccellenti inquisiti dalla Magistratura Italiana per corruzione, concussione ed altri gravi reati di abuso di potere!)... Roma - E l'Italia continua ad affondare!!! Non bastava l'euro-moneta impazzita che dimezza e divora il potere di aquisto degli stipendi, delle pensioni e dei risparmi dei lavoratori Italiani; non bastavano le "morti bianche" sul lavoro che oggi non è più sicuro, in tutti i sensi: non è più sicuro per i giovani che cercano il primo impiego, non è più sicuro per i disoccupati che cercano nuovo lavoro, non è più sicuro per i lavoratori stessi che non hanno più garanzie e prevenzione degli incidenti sul posto di lavoro!!! Non bastava l'emergenza "spazzatura" del Sud Italia!!! Il Governo Prodi targato elezioni 2006 è il più osceno, più brutto governo che la nazione Italiana si sia potuta trovare dal secondo dopo-guerra ad oggi: maggioranza formata da un'accozzaglia di partiti e partitini che litigano su tutto e su tutti, un'armata "brancaleone" basata sulla contraddizione di quegli stessi partiti che la guidano, tutti uguali ma anche tutti diversi tra loro tra cui troviamo i sostenitori del Gay-Pride per i diritti di omosex, bisex, gay, lesbiche e transgender a contrarre il matrimonio civile ed avere gli stessi diritti-doveri delle coppie etero, partiti progressisti che votano, discutono e vivono spalla a spalla con i conservatori "bigotti" centristi i quali guardano alla Santa Romana Chiesa e vorrebbero "zittire" quegli stessi "alleati" che alzano il vessillo della "bandiera Gay"...un'accozzaglia dentro cui vivono i proibizionisti oltranzisti (divieto assoluto a droghe leggere e pesanti, no alla vendita di alcool, fumo, no al nudo sui giornali e tv) a fianco degli anti-proibizionisti oltranzisti (sì a droghe leggere, sì a droghe-room legalizzate, sì alle adozioni per le coppie gay e di fatto, sì a tutto)...un'accozzaglia formata anche da coloro che vorrebbero annullare, azzerare totalmente la cultura Italiana ed il suo Cristianesimo in nome dell'accoglienza e di una pseudo-integrazione degli immigrati, un esempio? Togliere i crocefissi dalle aule delle scuole e università, abolire le festività Natalizie e Pasquali dagli asili e dalle scuole Italiane, dai Comuni e dalle nostre Provincie!!! (Tutto questo in alcune città Italiane in passato è successo!) Il centro-sinistra che governa oggi con Prodi è tutto il contrario di tutto, è la peggiore coalizione che il nostro Paese poteva ritrovarsi alla testa di un governo formato per lo più da persone lotizzate ed incompetenti...con poche eccezioni, tra cui troviamo il caro Ministro Antonio Di Pietro, il migliore in assoluto della compagine governativa.
Tra i peggiori, oltre al Premier Prodi, troviamo il "mummificato" Lamberto Dini, vero reperto da museo e l'oppulento ex-Ministro della Giustizia Clemente Mastella, vera icona sopravissuta alla Prima Repubblica del corrottissimo penta-partito targato DC-PSI-PRI-PSDI-PLI e sostenuto dalla stampella del vecchio PCI ora frammentato tra DS, PRC e PDCI...l'opulento Mastella che in barba alla Seconda Repubblica, da Ceppaloni dirigeva la politica del suo piccolo partito, l'UDEUR, come un "barone" di un tempo, come un navigato politico degli anni '80 che lotizzava tutto, raccomandava tutti i suoi più stretti famigliari, collaboratori e fedelissimi, affarista che rubava tutto, che abusava di tutto il suo potere che deteneva per speculare ed arricchirsi fin quanto poteva (anche Mastella era tra quelli che a Roma aquistavano in centro grandi e lussuosi appartamenti a prezzi bassissimi, a prezzi di favore!) ma ancora peggio, proprio come quei politici di un tempo, amministrava la cosa pubblica con un incompetenza ed una svogliatezza tale che creava come i suoi "antenati" degli anni '70-'80 ingenti danni e disastri burocratici.
Inoltre non si comprende il fatto per il quale Mastella abbia insistito ad avere la carica di Ministro della Giustizia quando per tale carica era più indicato, più competente il Ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro, come tutti sanno lui stesso ex-magistrato all'epoca di "Mani Pulite" del 1992...inchiesta che decapitò ed affondò la corrottissima Prima Repubblica del già citato Penta-Partito di Craxi-Forlani-Andreotti.
La miopia politica di Romano Prodi sta traghettando la nave-Italia verso il disastro totale, l'iceberg è già stato urtato, la falla è già stata aperta, nessuno si accorge che più si imbarca acqua e più si affonda...le libere elezioni sono ora necessarie per ridare quel poco di ossigeno che ancora ci rimane per rialzare la testa e ricostruire una Nazione ormai al collasso.
Il Presidente della Regione Sicilia Cuffaro, inquisito anche lui per gravissimi reati di concussione, corruzione e abuso di potere non intende minimamente dimettersi, uomo immorale che mostra la sua arroganza di fronte a tutti gli Italiani...come il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, donna totalmente incompetente che ha sfruttato la vecchia politica marcita all'ombra della Prima Repubblica corrotta per emergere, arricchirsi e farsi strada, anche lei rifiuta di dimettersi nonostante la sua evidente responsabilità che aveva insieme al Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino per la mancata risoluzione del problema rifiuti a Napoli ed in tutta la regione.
Eccetto rare eccezioni, tutta la classe politica Italiana, vecchia e recalcitrante, lotizzata e collusa con la Massoneria da una parte e con la Mafia dall'altra parte, deve essere assolutamente abbattuta, il popolo Italiano ha ancora qualche margine di speranza anche se molto risicato, per ribaltare la situazione con il voto democratico che la Costituzione ancora gli garantisce...i politici Italiani devono essere mandati a casa e sostituiti con una classe politica più giovane, libera da interessi e dinamica...prima che la nave-Italia affondi totalmente nei meandri di una crisi sociale, economica e politica pericolosa ed irreversibile!!!
Alexander Mitrokhin

Mastella si è dimesso dalla carica di Ministro della Giustizia..Prodi premier assume i suoi incarichi ad interim!!!

Santa Maria Capua Vetere - Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella (che è pure sindaco di Ceppaloni, provincia di Benevento), è indagato per sette reati tra cui concorso esterno in associazione per delinquere, abuso d’ufficio e concussione; sua moglie, Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale della Campania, agli arresti domiciliari per tentata concussione; il suocero di uno dei loro figli in carcere. Ventitré arresti nell’Udeur campano, compresi il sindaco di Benevento Fausto Pepe, due assessori e altrettanti consiglieri regionali; interdetti il prefetto di Benevento, un giudice del Tar campano e un vigile urbano.
Il Guardasigilli, per il quale non sono state chieste misure cautelari, è citato in un centinaio di intercettazioni telefoniche dove appare intento a fare incetta di poltrone nei suoi territori e nelle istituzioni, dal Consiglio regionale fino a piccoli comuni.
L’ordinanza di 400 pagine, firmata dal gip Francesco Chiaromonte su richiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere, ipotizza «un potere di controllo sulle attività degli enti pubblici e locali» fatto di corruzione, minacce, ricatti, connivenze, al quale Mastella «offriva un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario». Conosceva «le iniziative intraprese dal Camilleri (consuocero e membro Udeur, ndr) e dai suoi complici nella realizzazione degli illeciti associativi». Indicava «le persone a cui rivolgersi “a suo nome”», prefigurava «le strategie comuni da adottare per consolidare il potere dell’Udeur». E alla guida di questa lobby che intrecciava politica e affari «consentiva alla associazione per delinquere in questione di rafforzarsi e conservare il potere di intervento sulle pubbliche amministrazioni».
Avrebbe brigato per insediare alla commissione Area sviluppo industriale di Benevento una persona di sua fiducia perché non gli avevano dato la presidenza dello Iacp di Benevento. Nomina ottenuta in virtù di «una strategia di pressione politica e amministrativa sul governatore della Campania, Antonio Bassolino»: il ministro da un lato scuoteva la giunta regionale con le ripetute minacce di dimissioni dei suoi uomini, e dall’altro avrebbe orchestrato «una campagna di stampa nella quale il Mastella strumentalmente attaccava il governatore in relazione alla gestione dei rifiuti».
Sempre il leader dell’Udeur, «in concorso con altri e con la moglie Alessandra Lonardo, ponevano in essere atti idonei a contrastare il direttore generale dell’ospedale San Sebastiano di Caserta»: secondo la Lonardo (dal 2005 presidente del Consiglio regionale), il dottor Annunziata «era da considerarsi “un uomo morto”» perché «non avrebbe recepito alcune indicazioni». Il manager sanitario non avrebbe cioè nominato i primari sollecitati dalla premiata coppia di Ceppaloni.
«Istigatore dell’associazione per delinquere», definisce Mastella il pm. Il ministro sarebbe intervenuto negli affari della Comunità montana del Taburno e perfino nella nomina dell’assessore ai Lavori pubblici di Cerreto Sannita, un paesino di quattromila abitanti. Poltrona conquistata dall’Udeur con la minaccia (agitata dai collaboratori di Mastella) di bloccare i finanziamenti regionali destinati al Piano di insediamento produttivo di Cerreto.
Ma sul ministro della Giustizia e sul suo entourage pesa anche un’altra inchiesta, condotta dal pm Donato Ceglie, su tonnellate di rifiuti tossici e liquami riversati nelle campagne di Ceppaloni. Un’associazione per delinquere simile a «una piovra tentacolare, un mostro fetido e immondo», per usare le parole del pm, che tocca persone vicine al ministro-sindaco, esponenti dell’Udeur, parenti di assessori comunali. Nell’inchiesta sono state arrestate 38 persone, in gran parte imprenditori accusati di aver avvelenato il sottosuolo campano, compresi terreni poi usati a scopo agricolo. Tuttavia le indagini del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri punterebbero al livello delle collusioni istituzionali. «Questi trasporti di immondizia tossica - spiega al Giornale Nino Rossi, ex sindaco di Ceppaloni ora consigliere comunale dei Ds - e il loro sversamento nelle campagne sono avvenuti in un territorio sul quale l’amministrazione comunale doveva svolgere controlli».
Ricapitolando, Sandra Lonardo ai domiciliari per tentata concussione nel quadro dell'inchiesta sulla sanità campana che ha portato a 30 provvedimenti cautelari (23 sono membri dell'Udeur). Coro di solidarietà dai parlamentari. Secondo l'accusa, il Guardasigilli avrebbe costretto il governatore ad alcune nomine. E il sito anti-Mastella festeggia a champagne!!!
CRONOLOGIA DELLA GIORNATA DELL'INQUISIZIONE DI MASTELLA E DELL'UDEUR NEL SUD ITALIA:
I coniugi Mastella "sono assolutamente tranquilli e sereni perché la loro difesa è molto semplice". Lo ha assicurato Titta Madia, avvocato di Sandra Lonardo Mastella, moglie di Clemente, da oggi agli arresti domiciliari con l'accusa di concussione.
Lasciando l'abitazione dei coniugi Mastella a San Giovanni, frazione di Ceppaloni, l'avvocato ha dichiarato ai cronisti: "E' fondamentale informarvi che in questa inchiesta non c'è nemmeno una tangente, né uno scambio di denaro. Ci sono solo contrasti su delle nomine: questa è la sostanza dell'inchiesta e non intendo entrare nel merito delle contestazioni. Ci difenderemo in tribunale e nelle sedi proprie".
"Normalmente in queste inchieste così clamorose - ha insistito l'avvocato - si parla di tangenti, qui invece non ce n'è nemmeno l'ombra. Parlare di nomine imposte è improprio. Ci sono contrasti politici su delle nomine che accadono in qualsiasi consesso politico sia esso regionale, sindacale eccetera". L'avvocato ha quindi informato i cronisti che anche i due figli di Mastella si trovano nella villa con i genitori.

0RE 18.40 GLI ARRESTATI UDEUR SONO 23!
Terremoto giudiziario nell'Udeur. Sono 23 gli arresti eccellenti (4 in carcere, 19 ai domiciliari) ordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) tra gli esponenti campani del partito del ministro della giustizia Clemente Mastella, a cominciare da quello della moglie, Sandra Lonardo Mastella, presidente del consiglio regionale della Campania, che si trova da oggi pomeriggio ai domiciliari nella sua casa di Ceppaloni (Benevento). È accusata di tentata concussione nei confronti del direttore generale dell'ospedale di Caserta. I carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Carlo Camilleri, consuocero dei Mastella, che si trova però in ospedale a Benevento da ieri sera; Vincenzo Lucariello, difensore civico della Regione Campania, il cui telefono cellulare «bollente» ha messo in luce l'intreccio di affari della presunta lobby; Antonello Scocca e Domenico Pianese. Provvedimento restrittivo ma con il beneficio dei domiciliari per 19 indagati: Sandra Lonardo Mastella; il sindaco di Benevento, Fausto Pepe; Carlo Banco; Erminia Florenzano; l'assessore regionale al personale Andrea Abbamonte e quello all'ambiente Luigi Nocera; Francesco Cardone, i consiglieri regionali Ferdinando Errico e Nicola Ferraro; Nino Lombardi, presidente della comunità montana del Titerno; Angelo Padovano; Francesco Zaccaro, Antonio Barbieri; Letizio Napoletano; Paolo Budetta; Cristiana Fevola e Ugo Ferrara. Interdetto dall'ufficio di giudice del Tar Campania, Ugo De Maio; da quello di vigile urbano, Luigi Treviso; da prefetto di Benevento, Giuseppe Urbano.
L'indagine è basata su intercettazioni telefoniche disposte nell'ambito di una inchiesta che portò all'arresto nel giugno dello scorso anno dell'ex direttore generale della Provincia di Caserta, Antony Acconcia e di due consiglieri provinciali con le accuse di associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso in atti pubblici. «Le indagini, condotte dalla procura da circa un anno, hanno preso spunto da conversazioni telefoniche relative alla gestione degli appalti e servizi pubblici nella Provincia di Caserta e hanno consentito di far luce su un tessuto di illecito radicato nell'area politica, amministrativa e giudiziaria della Campania». Così scrive la procura di Santa Maria Capua Vetere in una nota che precisa alcuni contorni dell'inchiesta.
Poco prima che le venisse notificato l'arresto Sandra Mastella aveva escluso le sue dimissioni. Il suo portavoce ha aggiunto: «È tranquilla e serena con la sua coscienza. Ha piena fiducia nella magistratura per una vicenda che non ha al centro una dazione di denaro, ma solo una diversità di giudizi intorno a nomine». Ha poi ribadito il concetto parlando di «banali contrasti» che emergerebbero dalla lettura degli atti.

ORE 18,03 CONCUSSIONE A BASSOLINO!
Mastella sarebbe indagato per concussione al governatore della Campania Antonio Bassolino. L'ipotesi di reato ipotizzata farebbe riferimento alle trattative politiche per la nomina di dirigenti negli enti amministrativi campani.
Per tale vicenda Mastella e' indagato in concorso con il consuocero Carlo Camilleri e gli assessori dell'Udeur Luigi Nocera ed Andrea Abbamonte. In particolare avrebbero costretto Bassolino ad assicurare loro la nomina a commissario dell'Asi di Benevento di una persona ''liberamente designata da Mastella''.

ORE 17,50 INDAGATO MASTELLA!
Le agenzie battono un flash: indagato anche il ministro della giustizia Clemente Mastella nell' ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato ai domiciliari la moglie.

ORE 17,41 BRACCIO DI FERRO, CAMERA SOSPESA!
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso una sospensione dei lavori fino a domattina alle 11, in attesa di una risposta da parte del governo sulle dimissioni del ministro della Giustizia. Prima di allora, alle 9,30 si terrà una nuova riunione dei capigruppo che riceveranno comunicazioni dal presidente del Consiglio.
La decisione è stata presa dopo un lungo braccio di ferro tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra ha insistentemente chiesto la presenza del premier Romano Prodi per chiarire quanto sta accadendo, mentre la maggioranza ha chiesto tempo per lasciare modo al Guardasigilli di riflettere e affrontare la difficile situazione familiare dopo gli arresti domiciliari decisi nei confronti della moglie, Sandra Lonardo.

ORE 17,20 MARINI: PRODI IN SENATO!
"Abbiamo un ministro dimissionario che non ha ancora fornito le sue determinazioni finali. Il presidente del Consiglio ha respinto le sue dimissioni. Se esse verranno confermate, naturalmente inviteremo il presidente del Consiglio a intervenire in Senato. A oggi ci è sembrato che il rilievo della questione fosse tale da non lasciare senza dibattito politico questa assemblea".
Lo ha detto il presidente del Senato, Franco Marini, replicando all'intervento del capogruppo di Forza Italia, Renato Schifani, che aveva sollecitato la presenza del premier nell'aula di Palazzo Madama. Schifani ha detto che è inquietante e imbarazzante lo scenario delineato dal Guardasigilli nell'intervento di questa mattina alla Camera.
"Un ministro che dichiara di avere paura pone problemi che meritano una riflessione e un dibattito alla presenza dell'interno governo. Si rischia una frattura nel sistema Paese che merita un'analisi e una risposta da parte del presidente del Consiglio. Auspico che Prodi, senza nessuna venatura polemica, venga lui a sottoporsi al confronto in quest'aula. Le parole di Mastella sono pesanti e vanno tenute in considerazione perchè non è sufficiente un dibattito in questa maniera che si limiti al resoconto della giornata».

ORE 17,10 LA REAZIONE DI BEPPE GRILLO!
"La nostra immagine all'estero, tra la spazzatura, la moglie di Mastella e la solidarietà di Prodi è ormai compromessa". Beppe Grillo dedica un accenno al caso Lonardo nella sua battaglia sul blog ai finanziamenti all'editoria. ’Un piccolo passo dell’uomo, ma un grande balzo per l’umanita’’. Cosi’ in maniera caustica Beppe Grillo commenta le dimissioni del ministro Clemente Mastella dopo gli arresti domiciliari per tentata concussione in concorso della moglie Sandra Lonardo. Comunque ha aggiunto Grillo, raggiunto telefonicamente dall’Ansa: ’ho molte altre cose da dire sull’argomento. Le scrivero’ sul mio blog’.
"Anche le testate finanziate per stranieri e emigranti all'oscuro di quello che avviene nel nostro Paese, come l'arcinoto 'Polesani nel mondò o il Gruppo l'Espresso (1 milione 700 mila euro di contributi all'anno) potranno fare poco - ironizza il comico legando la vicenda di oggi alla polemica contro la 'Casta dei giornalì condotta insieme a Beppe Lopez - per cambiare la situazione".

ORE 16,11 PARLA IL PROCURATORE!
Mariano Maffei, procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha definito ''disgustosa'' la polemica sollevata dal ministro della Giustizia Clemente Mastella oggi in Parlamento. Il magistrato ha detto che ''si riserva ogni azione nelle sedi competenti'' per le affermazioni di Mastella a seguito delle quali ipotizza ''calunnie ed offese alla mia reputazione''.

ORE 14,15 'VICINO A MIA MOGLIE!
Il ministro Mastella è irremovibile: "Ringrazio Prodi, ma devo stare accanto a mia moglie "

ORE 14,03 PRODI RESPINGE LE DIMISSIONI!
E' ufficiale, dopo le voci circolate tutta la mattina il premier ha deciso di respingere le dimissioni del Guardasigilli

ORE 13 BERLUSCONI: GRAVITA' INAUDITA!
"Quello che e' successo al Senatore Mastella e' di una gravita' inaudita. Mi dispiace per lui e per sua moglie Sandra e rinnovo a tutti e due l'espressione della piu' convinta ed affettuosa solidarieta' gia' espressa in Parlamento dall'onorevole Bondi a nome mio e di Forza Italia".
Lo afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che aggiunge: "Ma al di la' dell'aspetto umano c'e' un problema politico che e' ancora piu' grave. Il ministro della Giustizia ha detto oggi in Parlamento le stesse cose che dico io ormai da molti anni e che mi hanno fruttato gli attacchi non solo della magistratura, ma anche di tanta parte della maggioranza di governo".
Insomma, chiede l'ex premier, "che faranno e che diranno adesso questi signori davanti alla drammatica denuncia del Ministro della giustizia? La condividono? E come mai in Parlamento tutti hanno dato a lui la solidarieta' che non hanno mai dato a me? Era finta e solo a parole o nasceva dalla condivisione di quel giudizio e di quella denuncia?". E, poi, insiste Berlusconi, "che dicono il Presidente del Consiglio e il Governo della 'emergenza democratica', della 'giustizia ad orologeria', del 'pacchetto di mischia' e della 'trappola scientifica, mediatico-giudiziaria' denunciate in Parlamento dal loro Guardasigilli?".

ORE 13,26 UDEUR: DIMISSIONI IRREVOCABILI!
"Se come sembra Prodi respingerà le dimissioni, Mastella le confermerà". Lo dice ai cronisti il senatore dell'Udeur Tommaso Barbato che è stato riunito fino a pochi minuti fa con Clemente Mastella ed altri esponenti del partito alla Camera.

ORE 12,45 MASTELLA LASCIA MONTECITORIO!
Si è concluso nell'Aula di Montecitorio il dibattito sulle dimissioni del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Il Guardasigilli ha lasciato l'Aula con gli occhi lucidi e senza lasciare altre dichiarazioni ai cronisti che lo attendevano.
Quindi si è riunito nella sala del governo con i capigruppo dell'Udeur al Senato e alla Camera, Tommaso Barbato e Mauro Fabris, con tutti i deputati del Campanile e con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti.

ORE 12,40 SANDRA LONARDO INFLUENZATA!
"Frastornata, ma tranquilla, perchè in questi casi si è soli con la propria coscienza. E io sono tranquilla". Sandra Lonardo Mastella conferma all'Agi di non aver avuto notificato alcun provvedimento restrittivo che la riguardi, e di essere nella sua casa di Ceppaloni solo perchè «ho ancora un pò di influenza, brividi di freddo. Già questa mattina alle 7 avevo telefonato al vicepresidente del Consiglio regionale Mucciolo per chiedergli di presenziare alla conferenza dei capigruppo. Non vado in Consiglio, nonostante per un attimo, dopo queste notizie di stamani, avessi pensato di farlo. Ma non mi sento bene".

ORE 12,37 NO ALLE DIMISSIONI!
Romano Prodi sarebbe orientato a respingere le dimissioni di Clemente Mastella da Guardasigilli. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, infatti, il presidente del Consiglio, anche alla luce degli orientamenti emersi dal dibattito parlamentare e le espressioni di stima e solidarietà giunte da maggioranza e opposizione, avrebbe intenzione di chiedere a Mastella di restare al suo posto.

ORE, 10,30, IL DISCORSO IN AULA!
Clemente Mastella si è dimesso. Con un commosso intervento alla Camera, il ministro della Giustizia ha annunciato le dimissioni in seguito al provvedimento deciso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio Regionale della Campania e moglie del ministro della Giustizia Clemente Mastella.
Il gip che ha disposto il provvedimento, avrebbe ravvisato gli estremi di una tentata concussione in contrasti che ci sarebbero stati in passato con il direttore generale dell'ospedale di Caserta.
Ho resistito nel fortino", ha detto il guardiasigilli nel suo applaudito intervento a Montecitorio, ma ora che "toccano i miei affetti, la mia famiglia, mia moglie, getto la spugna". "E' la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura", ha aggiunto, riferendosi a "colpi bassi e imprevisti", a un "concertato volume di fuoco per distruggere la tua persona, la tua dignità, i tuoi valori".
Mastella ha confessato di considerare "tutto irreale, innaturale, fuori da ogni logica che si componga con la vita politica fatta anche di scontri, di rivalse, di umori, di indicazioni, di raccomandazioni lecite solo per alcuni ordini, illecite per la classe politica". "Mi dimetto - ha aggiunto - perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo". Sandra Lonardo Mastella si è detta sconcertata per la notizia degli arresti domiciliari, ma serena. "Apprendo dalla televisione una notizia sconcertante, che sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari nei miei confronti per tentata concussione. Mi sento assolutamente serena - dice il presidente del Consiglio regionale della Campania - non ho nulla da temere e fornirò all'autorità giudiziaria qualunque chiarimento che mi venga richiesto".
E ancora: "È stata ordita una trappola scientifica contro di me vile ed ignobile. Così come vile ed ignobile è stato prendere in ostaggio mia moglie a cui voglio un mondo di bene". "Mi dimetto per senso dello Stato". Clemente Mastella ha in faccia il segno della sconfitta quando annuncia -in aula alla Camera- che lui getta la spugna: "Lo faccio senza tentennamenti", perche' difficile (anche se "avrei potuto") restare al proprio posto "come un ministro della Giustizia che non riesce a difendere neppure la moglie" da "accuse balorde".
E dunque, via dal governo, "per aprire- Mastella lo promette- la questione fondamentale dell'emergenza democratica tra politica e magistratura". Gia', perche'- conclude il ministro citando Fedro- "gli umili soffrono quando i potenti si combattono".
In un altro passaggio il Guardasigilli spiega: ''Mi dimetto sapendo che un' ingiustizia enorme e' la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l' ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa''.
''Colpa che invece - aggiunge Mastella - non ravvisa nell' esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali e' bene che il Csm e altri si occupino''.
"Ho provato, ho creduto, ho sperato che la frattura tra politica e magistratura potesse essere ricomposta, attraverso la dialettica, il confronto, il dialogo, l'incontro. Ma devo prendere atto che nonostante abbia lavorato giorno e notte per dimostrare la mia credibilità e la mia buona fede di interlocutore affidabie per il mondo della giustizia, oggi mi accorgo che sono stato percepito cime un avversario da contrastare, se non addirittura come un nemico da abbattere".


LA SOLIDARIETA' DI PRODI!
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha telefonato al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, non appena appresa la notizia del provvedimento nei confronti della moglie del Guardasigilli, Sandra Lonardo. Nel corso della conversazione il premier ha espresso al leader del partito del Campanile la sua solidarietà per quanto avvenuto.


I COMMENTI POLITICI!
"Un gesto raro" di "grande responsabilità istituzionale e politica". Così il presidente dei senatori dell'ulivo Anna Finocchiaro commenta con i giornalisti le dimissioni del ministro della Giustizia Clemente Mastella, in seguito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto la moglie Sandra Lonardo. "Vorrei sottolineare un fatto: il provvedimento di cattura, annunciato questa mattina da una tv locale - osserva - non è stato notificato ancora all'interessata. C'è qualcosa che non funziona".
Il Pd esprime «solidarietà umana e politica» a Clemente Mastella e chiede al ministro Guardasigilli di «proseguire nel suo lavoro». Lo ha detto in aula alla Camera il vicesegretario del partito, Dario Franceschini, subito dopo l'annuncio delle dimissioni.
"L'Udc non abbandona la linea garantista: nessuno e' colpevole fino a sentenza definitiva, fiducia nella magistratura, chiamata ad accertare rapidamente le eventuali responsabilita'". Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, parte da questa premessa per dire: "Pur comprendendo la delicatezza della situazione, riteniamo che il ministro della giustizia, al quale esprimiamo la nostra piena solidarieta' -per ragioni di diritto e di responsabilita' istituzionale- non debba rimettere il proprio incarico".
"Esprimo la mia personale solidarieta' a Clemente Mastella per la vicenda che coinvolge la sua famiglia. Lo invito a non far mancare il suo apporto al lavoro del governo per il Paese". E' quanto afferma Vannino Chiti, ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, dopo aver appreso la notizia della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la moglie del ministro della Giustizia, Clemente Mastella.

STORACE FUORI DAL CORO «Non è mai un bel giorno, quando una persona viene arrestata, ma La Destra non si associa alla solidarietà ipocrita sul caso della signora Mastella, che vede gareggiare chi teme per le sorti del governo e chi auspica la sua caduta». È quanto dichiara il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace. «Sappiamo tutti -prosegue- che Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto» rileva Storace «soprattutto quando governa l'amministrazione della giustizia. A maggior ragione deve valere per la moglie di Cesare. È evidente che se il magistrato ha sbagliato pagherà. Ma questo -conclude- non è un motivo per inquinare le decisioni della giustizia».

LA VICENDA GIUDIZIARIA!
Il Gip di Santa Maria Capua Vetere, a quanto apprende Apcom, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio Regionale della Campania e moglie del ministro della Giustizia Clemente Mastella.
Il Gip, secondo quanto si è appreso, avrebbe ravvisato gli estremi di una tentata concussione in contrasti che ci sarebbero stati in passato con il direttore generale dell'ospedale di Caserta. Un conflitto, quello fra la signora Mastella e il dirigente ospedaliero, che politicamente ha radici profonde: l'uomo era molto vicino ai Popolari-Udeur al momento della designazione mentre si è poi avvicinato al presidente della Provincia Sandro De Franciscis.
Il personaggio: Chi è la moglie di Clemente Mastella?
Alessandrina Lonardo, chiamata da tutti Sandra, è nata in una frazione di Ceppaloni, San Giovanni in provincia di Benevento il 9 marzo 1953. Dopo aver trascorso la sua infanzia e parte dell'adolescenza nel piccolo comune del beneventano si trasferisce con la famiglia, all'età di 12 anni, in America, a Oyster Bay, nell'isola di Long Island, New York.
Qui continua gli studi interrotti in Italia, ma i suoi contatti con l'Italia non si interrompono dal momento che dopo aver concluso il liceo americano consegue in Italia il diploma di scuola superiore e frequenta l'università 'Orientale' di Napoli dove si laurea in filosofia e contemporaneamente inizia a lavorare. Insegna inglese presso le scuole di formazione professionale della Regione Campania dove continua a ricoprire incarichi fino a raggiungere il ruolo di dirigente nel settore della sanità.
Nel 1975 sposa il compaesano Clemente Mastella. Dal matrimonio nascono due figli, Pellegrino ed Elio. In seguito la famiglia si arricchisce di una nuova presenza, Sascha, bimba che arriva dalla Bielorussia. Sandra Lonardo ha poi ricoperto l'incarico di presidente del consiglio di amministrazione del Comitato provinciale della Croce Rossa di Benevento.
Alla fine degli anni '90 è eletta vicepresidente nazionale della sezione femminile della Cri e nel 2003 viene nominata commissario straordinario della Croce rossa della Regione Campania e presidente del X Centro di mobilitazione Campania-Molise e Calabria.
Dal 2004 al 2005, in qualità di amministratore dell'azienda di cura, soggiorno e turismo di Capri organizza varie manifestazioni che vanno dalla cucina alla cultura. La sua esperienza politica, ufficialmente, inizia nel 2001 quando si candida alle politiche nel collegio di Capua Piedimonte Matese. Successivamente viene inserita nel listino del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il 24 maggio del 2005 viene eletta presidente del Consiglio regionale della Campania. Carica che le viene riconfermata il 18 dicembre dello scorso anno.
Nel corso della primavera-estate 2006 le sono stati recapitati diversi proiettili in diverse missive arrivate via posta. Minacce firmate da una sedicente organizzazione terroristica. Il 13 luglio del 2006 subì un incidente automobilistico la cui dinamica non è stata mai del tutto chiarita.
ANCHE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA CUFFARO E' INDAGATO!!!

Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, e' stato condannato a 5 anni nel processo per le 'talpe' alla Dda di Palermo. La sentenza e' stata emessa dalla terza sezione penale del Tribunale, presieduta da Vittorio Alcamo. I giudici si erano ritirati in camera di consiglio alle 9.45 di mercoledi' scorso. Il tribunale ha escluso l'aggravante di aver favorito la mafia. A Cuffaro e' stata applicata anche la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. I pm avevano chiesto la pena di 8 anni. Condannato a 5 anni nel processo per le 'talpe' alla Dda, ma non per mafia, Salvatore Cuffaro annuncia che non intende dimettersi. "E' stata una giornmata drammatica, difficile, ma mi conforta che ora tutti sanno che non ho favorito la mafia. So che devo da domani mattina di buon'ora ora come sempre incontrero' la gente e alle 8 devo sedermi al mio travolo di lavoro perche' la Sicilia ha bisogno di un presidente che la faccia crescere", ha detto Cuffaro dopo la lettura del verdetto nell'aula bunker di Pagliarelli. Condannato, ma "confortato" dall'esclusione del reato di favoreggiamento della mafia, il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, ringrazia i suoi avvocati e quanti lo hanno sostenuto: "Sono stato un cliente distratto e indisciplinato, ma un imputato modello. Abbraccio i miei difensori, per me sono stati dei fratelli. Senza di loro non so se ce l'avrei fatta. Ringrazio e abbraccio mia moglie i miei figli e i miei genitori e le centinaia di migliaia di suiciliani che mi hanno sostenuto e che hanno continuato fino alla fine a pregare per me".

Fonti: http://qn.quotidiano.net/ e http://www.agi.it/


venerdì 14 dicembre 2007

La Repubblica Italiana verso la Repubblica di Weimar...

Dopo l'ultimo impietoso commento sulla situazione generale della società Italiana che inaspettatamente è giunto a noi dalle pagine di uno dei maggiori quotidiani Americani, il New York Time's, è doveroso per tutti noi cittadini Italiani e ancora di più doveroso per tutta la classe politica nostrana, fare una breve ma sincera pausa di riflessione per tirare le somme e capire che l'anatema Americano non è tanto una cattiva sentenza ma è un drammatico avvertimento: se l'Italia continuerà sulla strada di questo disastro la nostra povera Patria sarà destinata ad un futuro "nero" costellato da miserie e povertà sociali devastanti.
Personalmente penso che l'articolo del New York Time's fotografa in gran parte veramente la realtà del nostro Paese: gli scioperi come l'ultimo dei camionisti che bloccano l'economia dell'intera Nazione registrano un grave e reale disagio trà i lavoratori Italiani che non hanno più certezze per il futuro; in Europa siamo al secondo posto in negativo per la corruzzione dei Partiti Politici e delle Amministrazioni Pubbliche, al primo posto di questa maglia "nera" c'è la Bulgaria e di questo non dobbiamo di certo rallegrarcene; la nostra economia è costantemente preda di crisi e di alti e bassi, ultimamente più bassi che alti, l'inflazione cresce ogni anno sempre di più, la regressione economica è sotto gli occhi di tutti visto che gli stipendi convertiti in Euro hanno perso in 5 anni la metà del potere d'acquisto; ogni anno aumentano in negativo le "MORTI BIANCHE": i nostri operai muoiono sempre di più sul posto di lavoro per guadagnare MILLE EURO scarsi, a volte anche per meno; le famiglie Italiane medie non arrivano alla fine del mese e soffrono già alla terza settimana per colpa dell'aumento costante del caro-vita, sono raddoppiati i poveri e diminuiti i ricchi ma che sempre sono più ricchi di prima; la disoccupazione giovanile registra in negativo ancora tassi troppo elevati, la disoccupazione in generale ancora peggio, senza considerare il lavoro precario, il lavoro temporaneo, il lavoro NERO, lo sfruttamento dell'immigrazione sul lavoro, la mancanza di sicurezza sui posti stessi di lavoro, tutte piaghe aperte e problemi sempre più gravi dove lo Stato Italiano latita...lo Stato Italiano pensa solo alle "CASTE" di potere, alle caste Politiche, alle caste della Magistratura e del Giornalismo, spesso e volentieri queste caste si scontrano trà loro ai vertici delle Istituzioni creando congestioni e conflitti che paralizzano l'intero apparato Statale.
La Società Italiana si stà pian piano scollando, la gente si allontana sempre più dalla Politica perchè da essa si sente abbandonata e da essa è delusa, disillusa...la Democrazia in Italia si è allentata, anche la stampa e la televisione è sempre più meno libera, la criminalità comune e la criminalità organizzata prendono piede e si allargano a macchia d'olio in tutti i settori ed in tutti i campi; il popolo Italiano non si sente più sicuro, manca la certezza della pena, manca la fiducia nello Stato che sembra allontanarsi sempre più dalla Società e dalla realtà.
La Repubblica Italiana assomiglia sempre più alla Repubblica di Weimar, sembra un paragone troppo azzardato e troppo forte ma le analogie ci sono tutte, di certo non viviamo più i periodi degli anni '20 e '30 ma...anche allora la società Tedesca non aveva più fiducia nelle proprie Istituzioni, anche allora la miseria, la povertà e la mancanza di sicurezze sociali imperversava e prendeva piede trà le famiglie medio-borghesi, anche allora il caro vita spezzava gli stipendi degli operai che diventavano sempre più poveri e morivano anche allora sui posti di lavoro per la mancanza totale di sicurezza guadagnando stipendi da fame a causa dell'inflazione che cresceva a dismisura ogni anno; anche allora le caste si allontanavano sempre più dal senso della realtà.
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano insieme al Premier Romano Prodi, ha risposto per impeto d'orgoglio alle critiche del New York Time's che l'Italia c'è la farà! Usciremo dalla crisi e faremo vedere a tutto il Mondo quello che siamo realmente! Queste stizze d'orgoglio ferito non bastano...è ora di agire sul serio! E' ora di lavorare duramente per salvare il salvabile e per ricostruire in fretta la nostra società, la nostra economia, il nostro Paese! Prima che arrivi il tempo del crollo definitivo e doloroso del sistema così come era successo, appunto, alla debole e disastrata Repubblica di Weimar in Germania!
Alexander Mitrokhin



Il New York Times: l'Italia è un Paese triste!!!


DA NEW YORK - Gli italiani? Un popolo triste, il più triste d'Europa. L'Italia? Un Paese alla frutta. Lo ha scritto ieri il New York Times in un lungo e documentato reportage di prima pagina firmato da Ian Fisher, corrispondente da Roma del quotidiano Usa. Il giornalista ha girato la Penisola, ha incontrato gente (Veltroni, Montezemolo, Illy, comuni cittadini) e ha tirato le somme. Il risultato è un'impietosa cartolina del fu Bel Paese, oggi malato grave affetto da un virus chiamato «malessere»: «Tutto il mondo ama l'Italia, ma l'Italia non si vuole più bene: c'è un senso di malessere generale nel Paese». L'Italia è più povera (l'11 per cento delle famiglie italiane vive sotto la soglia della povertà, il 15 per cento fatica ad arrivare a fine mese), più vecchia (basta guardare l'età media dei presentatori tv, scrive Fisher), la qualità della vita peggiora di anno in anno, i divorzi aumentano, il tasso di natalità è tra i più bassi d'Europa, la tecnologia è poco sviluppata. Il resto del mondo corre, noi restiamo al palo, bloccati nelle riforme da tante piccole corporazioni, con debito pubblico e costo della politica tra i più alti del Pianeta. E, se non correremo ai ripari, faremo la fine della Florida: un ricovero per turisti anziani. Il tutto suffragato dai dati.
Per esempio, saremo anche tra gli alleati più fedeli di Washington ma, come aveva già rivelato al Corriere l'ambasciatore Usa a Roma, Ronald Spogli, nel 2004 gli investimenti americani in Italia ammontavano a 16,9 miliardi di dollari, quelli in Spagna a circa 50 miliardi. Oppure, meglio archiviare lo stereotipo dell'italiano pizza e mandolino. Perché una ricerca dell'Università di Cambridge, condotta dall'economista italiana Luisa Corrado citata dal NYT, dimostra come, in Europa, siamo i più infelici. Tristezza causata dalla nostra scarsa fiducia nelle istituzioni (il 36 per cento degli italiani si fida del Parlamento contro il 64 per cento dei danesi, i più spensierati del Continente). Sull'economia, meglio sorvolare, dato che le piccole e medie imprese, cuore del nostro business, non possono competere nel mercato globale. Nemmeno le arti resistono: «Non ci sono più Fellini, Rossellini o la Loren, cinema, musica, letteratura italiani non sono più all'avanguardia ». Siamo così tristi che per tirarci su il morale leggiamo La casta, che denuncia i costi della politica, e Gomorra, che racconta l'impero economico della camorra.
Un malessere che spiega, secondo il giornale americano, l'ascesa di Beppe Grillo «il personaggio che più di ogni altro identifica lo stato d'animo degli italiani», il cui video, bippato sui «vaffa», è stato messo sul sito del NYT. Non ci rimane che il made in Italy, marchio di prestigio ancora riconosciuto in tutto il mondo. Può bastare? «Credo proprio di no», dice al Corriere Ian Fisher, l'autore del reportage. «A Roma sono arrivato tre anni fa senza pregiudizi. L'idea di questo articolo mi è venuta parlando con la gente. Tutti a ripetermi: perché la politica non ascolta i cittadini? Perché abbiamo solo Prodi e Berlusconi? Perché la Spagna va avanti e noi no?». Fisher ha vissuto a Praga e Varsavia: «Anche lì le persone erano tristi, ma con la voglia di cambiare le cose. Da voi, manca questa speranza». In difesa dell'Italia è intervenuto, proprio da New York, il presidente Giorgio Napolitano: «Scommettete sull'Italia, sulla nostra tradizione e il nostro spirito animale», ha detto il capo dello Stato citando l'economista Keynes e i suoi «animal spirits » (l'economia è in parte guidata da ondate di ottimismo e pessimismo, ndr). «Ci sono molti problemi e non si può fare del facile ottimismo — ha aggiunto Napolitano —. E poi, invece di prendere a modello un noto comico per capire la nostra società, perché non parlare anche dei punti di forza, come le gare vinte dalla nostra industria della Difesa dato che i presidenti americani viaggeranno su elicotteri italiani».


Fonte: Roberto Rizzo 14 dicembre 2007 da http://www.corriere.it/

venerdì 7 dicembre 2007

DECRETO SICUREZZA: IL SENATO VOTA LA FIDUCIA CON 160 SI' E 158 NO CONTRO IL GOVERNO PRODI!



Il governo e la maggioranza hanno superato ieri sera al Senato, con l'approvazione della fiducia (con 160 si' e 158 no) e del decreto legge sulla sicurezza (160 voti favorevoli, 156 contrari e 1 astenuto), un'altra dura prova, ma hanno archiviato una giornata ''horribilis'', le cui conseguenze all'interno dell'Unione, ancora tutte da verificare appieno, saranno verosimilmente piu' serie di quanto atteso. L'impegno assunto pubblicamente in Aula dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti poco prima del voto finale sul dl, sul fatto che il provvedimento sara' modificato in seconda lettura alla Camera come richiesto dai teodem, spalleggiati peraltro anche dalle forze cattoliche anche meno integraliste, a cominciare dall'Udeur di Clemente Mastella, ha gia' da subito scatentato le dure proteste della sinistra radicale. Ad esse si aggiunge comunque la fortissima irritazione all'interno dello stesso Pd nei confronti dei teodem per il rischio paradossale che ad affossare il governo Prodi abbia rischiato di essere proprio il fiore all'occhiello del premier, lo stesso Partito democratico. Restando nell'ambito del paradossale il ruolo di salvatore di Prodi ieri e' stato giocato dal sentore a vita, Francesco Cossiga, il cui inaspettato ''si''' ha dato modo alla teodem Paola Binetti di votare ''no'' alla fiducia, per mandare un segnale forte all'esecutivo. Ma non si puo' non registrare anche il voto contrario del senatore di Sinistra critica, Franco Turigliatto, a sancire la sua definitiva rottura (a sinistra) col governo. Mentre i senatori a vita che hanno tradizionalmente garantito la tentuta della maggioranza e del governo, Levi Montalcini, Scalfaro e Colombo hanno vacillato anch'essi: Colombo infatti fino all'ultimo e' stato in forse se seguire o meno l'esempio di Andreotti, che da un iniziale annuncio di voto positivo ha poi virato decisamente per il ''no'. Eppure ancora solo alla vigilia del voto di ieri le acque sembravano essersi definitivamente calmate nell'accidentato percorso al Senato del decreto sulla sicurezza, tanto da illudere di poter superare l'esame senza il ricorso alla fiducia. Il vertice tra maggioranza e governo sembrava essere giunto alla composizione. Placate le ire di Rifondazione comunista, da risarcire dal voto sul welfare e dal proposito dei diniani di '''riportare il baricentro della coalizione verso le posizioni moderate'', sembravano sedate anche le proteste dei teodem che proprio sul filo di lana chiedevano la soppressione di un emendamento Prc cui il governo aveva dato parere favorevole che prevedeva come reato da punire con una pena fino ai 4 anni di reclusione la discriminazione sessuale e l'omofobia. Lo strumento escogitato si era pero' rivelato entro breve piu' che una cura, solo un placebo e l'idea apparsa inizialmente geniale di fare riferimento al trattato di Amsterdam, debitamente firmato e ratificato dall'Italia, per tacitare i teodem, denunciava presto i suoi limiti, se non la stessa inapplicabilita'. Tanto bastava per far partire le proteste, ieri, non appena conosciuto il testo del maxiemendamento del governo, proteste che in modo sempre piu' impellente e drammatico si sono protratte fino al momento del voto. '''Non sono assolutamente preoccupato'' della situazione, commentava da Napoli il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ma e' tutto da vedere cosa ne pensino i suoi alleati. Cosa ne pensi il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che dalle pagine dei principali quotidiani poche ore prima aveva assicurato: nessun ritiro del provvedimento e nessuna modifica degli emendamenti presentati dal governo o a cui lo stesso abbia dato parere favorevole, altrimenti mi dimetto. Gli sviluppi del voto di ieri sono insomma tutti da verificare.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!