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sabato 3 dicembre 2011

Lunedì arriva la manovra del governo Monti: in agenda pensioni, piano casa, iva e lavoro...


 Sopra, Beppe Grillo attacca il Governo Monti su La 7

Sarà un altro fine settimana ricco di rumor, indiscrezioni e prese di posizione. E´ il week end che anticiperà l´approvazione della manovra "equità-crescita-rigore" del nuovo governo Monti. Il premier domenica incontrerà i sindacati e i rappresentanti degli enti locali per illustrare le linee guida dei provvedimenti che il Consiglio dei Ministri varerà il giorno successivo. La manovra, che potrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi di euro, secondo le intenzioni del professore dovrebbe stimolare la crescita e contenere l´enorme debito pubblico, ma al suo interno ci saranno anche "riforme strutturali" per centrare il pareggio di bilancio entro il 2013. L´approvazione dell´intero pacchetto dovrebbe avvenire in tempi record, ovvero prima delle festività natalizie.

Riforma previdenziale
 
E´ lo snodo più critico di tutta la manovra, viste le forti resistenze da parte dei sindacati e di alcune forze politiche. Come accennato a Bruxelles dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, il nuovo sistema pensionistico sarà contributivo "pro rata" per tutti a partire dal prossimo anno. In parole molto semplici: ogni individuo incasserà nella misura di quanto ha dato. Secondo le ultime ipotesi, l´idea che avanza è quella di un innalzamento immediato dell´età pensionabile delle donne a 62-63 anni per poi raggiungere nel 2016-2018 la soglia di vecchiaia per gli uomini che potrebbe aumentare da 65 a 66 anni. Per usufruire dei trattamenti pensionistici, inoltre, potrebbe essere inserito l´obbligo della maturazione di almeno 20 anni di contributi.


Piano Casa

E´ l'altro pilastro della manovra Monti che dovrebbe ruotare intorno alla reintroduzione dell´Ici sulla prima casa, cancellata definitivamente nel 2008 dal governo Berlusconi. Per salvaguardare il principio di equità, l´imposta sulla prima abitazione potrebbe andare a braccetto con una serie di detrazioni in base al reddito e alla composizione del nucleo famigliare. L´Ici dovrebbe diventare "super" per le seconde e le terze case. Queste tasse, con ogni probabilità, confluiranno nella nuova Imu (Imposta municipale unica) e saranno accompagnate dalla rivalutazione delle rendite catastali (ferme dal 1996), elevandole al 15-20% sui valori attuali. Con la reintroduzione dell´Ici sulla prima casa si allontanerebbe l´ipotesi della patrimoniale, anche in forma soft.

Iva più salata per tentare di abbassare Irap e Irpef

Spostare la tassazione da individui e aziende ai consumi e patrimoni. In quest´ottica dovrebbe inserirsi un ulteriore ritocco verso l´alto dell´Iva ordinaria, già portata al 21% dall´ultima manovra del governo Berlusconi. Secondo indiscrezioni di stampa ci potrebbe essere anche un innalzamento dell´Iva agevolata dal 10% all´11%, mentre non dovrebbe subire variazioni l´Iva al 4% (acquisto prima casa e beni alimentari). La maggiore tassazione sui consumi, secondo le intenzioni del nuovo esecutivo, dovrebbe favorire un abbassamento della pressione fiscale su individui e imprese (Irpef e Irap).

Lavoro

Su questo fronte la confusione è ancora alta e solamente nelle prossime ore si saprà qualcosa di più. Un primo provvedimento, ipotizzato da Corrado Passera durante l´incontro con le imprese, riguarda la possibilità di pagare i debiti arretrati verso i privati della pubblica amministrazione attraverso i titoli di Stato. Infine, il ministro Elsa Fornero si è detta favorevole all´introduzione del "reddito minimo garantito", che al giorno d´oggi è presente in ogni Paese dell´Unione Europea, tranne la Grecia, la Bulgaria e appunto l´Italia.


Fonte: Finanza.com
 
ROMA - Prende forma la manovra che verrà varata lunedì dal Consiglio dei ministri. Il governo starebbe valutando anche l'aumento delle aliquote Irpef di 2 (ma anche fino a 3) punti per gli scaglioni oggi al 41 e 43% che passerebbero così al 43 e 45%.

Quasi due ore di colloquio al Quirinale per fare il punto sulle misure per affrontare la crisi economica. Il presidente del Consiglio Mario Monti è salito in serata al Quirinale, accompagnato da Piero Giarda e Vittorio Grilli, per illustrare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le linee del pacchetto delle misure economiche che intende sottoporre lunedì al Consiglio dei Ministri e trasmettere subito dopo alle Camere. Non c'è ancora un testo definitivo ma solo bozze con un work in progress, si spiega in ambienti di governo.

Spunta poi una super-tassa sulle barche e i beni di lusso. Lo riferiscono all'agenzia Radiocor fonti tecniche che lavorano al provvedimento, spiegando che il valore della Manovra lorda sarà superiore ai 20 miliardi, cifra che andrà prevalentemente a correzione del deficit. La nuova tassa allo studio si accompagnerà alla patrimoniale o super-Ici sulle seconde e terze case (la scelta tra le due ipotesi non è ancora stata fatta), su cui si sta studiando un meccanismo di riserva per lo Stato, cioè una parte del gettito dovrà essere riversata dai Comuni all'Erario.

Il pacchetto fiscale, che sarà significativo e dovrebbe assicurare circa i due terzi delle risorse, contiene anche la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, con un'aliquota più bassa di quella vecchia e un'ampia manovrabilità per i Comuni: fermo il valore della rendita, si agirà sulla percentuale di adeguamento o sul moltiplicatore per allargare la base imponibile dell'imposta.

Quanto all'Iva, l'eventuale aumento non scatterebbe subito, ma verrà legato all'attivazione della clausola di stabilità prevista dalla delega fiscale.

Per il resto, sul fronte delle spese, oltre al capitolo pensioni, si lavora sulla sanità e sulle Autonomie, alle quali verrebbe chiesto un nuovo contributo di circa 3-4 miliardi: due alle Regioni (tramite sanità e personale), uno ai Comuni e 500 milioni alle Province. Il pacchetto-sviluppo, che farà salire l'importo della Manovra oltre i 20 miliardi, sarà concentrato su un alleggerimento dell'Irap, ma non sul cuneo fiscale.

La sanità non uscirà intoccata dalla manovra che il governo Monti si appresta a varare: il taglio di 2,5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, previsto dalla manovra di agosto per il 2013, potrebbe essere anticipato già all'anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro.

Il premier Mario Monti vedrà domani mattina alle 10.30 una delegazione del Terzo polo composta da Pier Ferdinando Casini (Udc), Francesco Rutelli (Api) e Benedetto Della Vedova (Fli). Alle 12 Monti vedrà invece il segretario del Pdl, Angelino Alfano, con i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Il segretario del pd, Pier Luigi Bersani. Il governo ha convocato invece le parti sociali per domenica alle 9,30 per illustrare la manovra.

Pronta la stretta del governo sulle pensioni. Degli interventi farà certamente parte il pacchetto pensioni confermato da Elsa Fornero, con l’introduzione dal prossimo anno del sistema di calcolo contributivo pro rata e l’accelerazione del percorso di parificazione dell’età di vecchiaia tra uomini e donne, nel settore privato. Un percorso che il prossimo anno prevederebbe un primo impegnativo gradino di due anni: il requisito per l’uscita passerebbe da 60 a 62 anni, cioè almeno 63 effettivi considerando i 12-18 mesi da attendere prima della decorrenza effettiva (la cosiddetta finestra mobile).

Nel complesso, dal capitolo previdenza dovrebbero arrivare circa 5 miliardi. Altri 6 il governo conta di ricavarli dal pacchetto casa (reintroduzione dell’Ici sull’abitazione principali e inasprimento del prelievo sugli altri immobili, anche per effetto della rivalutazione delle rendite catastali). Il ritocco dell’imposta sul valore aggiunto garantirebbe invece circa 3 miliardi se applicato sulle sole aliquote agevolate, di più se toccasse di nuovo l’aliquota ordinaria che già il precedente esecutivo aveva portato dal 20 al 21.

Abbassamento della soglia al di sopra della quale scatta il divieto di contante: dagli attuali 2.500 euro scenderebbe a 500. Importo decisamente basso visto che si tratta di un divieto di carattere generale, collegato alla normativa anti-riciclaggio. Ma è stato preso in considerazione un obiettivo ancora più ambizioso, con la soglia ridotta fino a 100 euro. Lo stesso importo che si era posto come traguardo il governo Prodi relativamente però non al divieto generale, ma ad uno specifico applicato ai pagamenti fatti ai professionisti. Quella norma fu prima resa graduale, quindi cancellata dal centro-destra dopo la vittoria elettorale del 2008. Sempre in chiave di lotta all’evasione scatterà poi l’obbligo di inserire elementi patrimoniali in dichiarazione dei redditi.

«Noi vogliamo una trattativa e non una semplice consultazione», ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parlando della riforma delle pensioni. «Quello che la Cisl vuole evitare è che si costruisca una sceneggiata, come quelle che conosciamo da diverso tempo», ha aggiunto Bonanni, replicando alla domanda se la Cisl sarà pronta a fare uno sciopero sulle pensioni. «C'è chi protesta, e chi decide, e poi in mezzo ci sono i pensionandi, che sopportano una mazzata che mai hanno ricevuto così forte. Noi a questo scenario non ci stiamo, siamo per trovare una soluzione responsabilmente».

Camusso: per ora no traccia equità. Stando alle indiscrezioni sulla manovra, in essa «non c’è traccia delle questioni “paghi chi non ha mai pagato”, e “paghi di più chi ha finora pagato poco». Così il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che spera di venire «stupita» dalle misure e si dice «ancora affascinata dall’uso della parola equità usata dal governo».

«Non mi pare che ci sia traccia di una tassa sulle grandi ricchezze. Spero di essere smentita domenica, nell’incontro con il governo». È il leader della Cgil, Susanna Camusso, a commentare così l’assenza di una vera e propria patrimoniale dalle indiscrezioni che si susseguono sulla portata della manovra che domenica il governo illustrerà alle parti sociali. «Noi eravamo rimasti alla parola equità», aggiunge a margine della presentazione del libro del leader della Fiom, Maurizio Landini.

La convocazione di domenica prossima, appare anche alla Cgil «più una illustrazione che un confronto. Misure come quelle sul mercato del lavoro e le pensioni si fanno con il confronto con il sindacato e non per decreto», aggiunge ribadendo come il tetto dei 40 anni di contribuzione per l’accesso alla pensione senza i requisiti anagrafici non solo «è un numero magico ma è anche inviolabile».

«Quaranta anni di lavoro bastano e non è tollerabile un allungamento obbligatorio mentre è ipotizzabile che invece per scelta si possa restare al lavoro», aggiunge. Un capitolo, quello previdenziale, che «preoccupa» il sindacato: «non vorremmo che si finisca solo per fare cassa perchè le risorse maggiori andrebbero a cassa e non per dare una risposta all’occupazione giovanile», conclude.

«Il programma del governo Monti non è il programma del Pd e, se il Pd voterà qualcosa che è diverso dal suo programma, non vuol dire che cambia programma». Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico, ospite di Radio Città Futura, precisa che il Pd valuterà alla luce dei provvedimenti. «Non c'è ambiguità - chiarisce Fassina - il programma del Pd resta quello: se voteremo qualcosa di diverso è perché, in una situazione di emergenza, ci siamo assunti la responsabilità di sostenere un governo che risponde a forze politiche che hanno visioni e posizioni non solo diverse, ma addirittura opposte».

«Noi non siamo contrari al ritocco delle pensioni, ma dipende da quale ritocco e da quali pensioni. Quelle di anzianità, cioè di chi ha pagato 40 anni di contributi non devono essere toccate». Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, a Canale 5. «Altra cosa - aggiunge - sono le doppie e triple pensioni, le pensioni che si cumulano, che sono esagerate rispetto a un principio di equità. Ecco perchè sull'Ici, sulle pensioni e sulla patrimoniale facciamo delle distinzioni tra chi può e chi non può. Siamo contrari alla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Se qualcuno deve dare un contributo di solidarietà bisogna colpire i grandi patrimoni, i capitali scudati piuttosto che i lavoratori con un salario minimo».

La Lega ribadisce il no. «Fare cassa sulle pensioni in questo momento di crisi è un modo di agire profondamente sbagliato. È il contrario delle riforme strutturali che servono al paese». Lo evidenzia il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. «Qui si vuole fare cassa - osserva ancora - facendo pagare chi ha lavorato tutta una vita e che ha come riflesso bloccare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».

«È necessario evitare innalzamenti troppo drastici dell'età minima obbligatoria magari coniugati con un anticipo del calcolo contributivo perché l'effetto per molte donne sarebbe quello di un'attesa nella disoccupazione di una pensione di entità inferiore a quella programmata», afferma l'ex ministro al Welfare,Maurizio Sacconi(Pdl), secondo il quale «occorre misura» tanto che le correzioni introdotte dai governi Berlusconi «sono state disegnate per dare tempo alle persone di organizzarsi in relazione a nuovi parametri».
Venerdì 02 Dicembre 2011 - 12:00    Ultimo aggiornamento: Sabato 03 Dicembre - 11:28
Fonte: http://www.ilmessaggero.it
 

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ITALIA-CINA

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