"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007
Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...
-
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
-
A sinistra il simbolo storico del Ku Klux Klan, a destra il logo della compagnia telefonica della Vodafone Ku Klux Klan ( KK...
-
Il Generale Augusto Pinochet Ugarte , nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, è passato alla storia come uno dei più disumani dittatori del N...
-
FRANCESCO GABBANI - OCCIDENTALIS'KARMA - (2017 - OFFICIAL VIDEO) Francesco Gabbani Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. ...
-
"LASCIATI AMARE DA ME" CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI ...
Cerca nel blog
Translator (Translate blog entries in your language!)
Post in evidenza
"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
Visualizzazione post con etichetta Crisi Economica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Crisi Economica. Mostra tutti i post
venerdì 14 dicembre 2018
I DUE IMPRENDITORI, UNO ITALIANO: CUCINELLI, UNO CINESE: JACK MA, HANNO CREATO AZIENDE CHE NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA, CONTINUANO A CRESCERE E CREARE PROFITTI, POSTI DI LAVORO E FATTURATI DA RECORD! TUTTO GRAZIE ALLA LORO ESPERIENZA MA SOPRATTUTTO GRAZIE ALLA LORO UMANITA'!!!
Etichette:
capitalismo,
Crisi Economica,
Economia,
economia di mercato,
Jack Ma,
liberismo,
News
Italy, Italia
Roma RM, Italia
martedì 7 maggio 2013
Dalla sparatoria davanti a Palazzo Chigi al nuovo Governo "farsa" targato Pd-Pdl, dalla morte di uno dei diretti responsabili del tracollo della Prima Repubblica e del fallimento dello Stato Italiano, come Giulio Andreotti, alle "pagliacciate" dei Parlamentari Grillini, veri e propri dilettanti allo sbaraglio, dalla "vergognosa" rielezione dell'ex "spia-doppiogiochista" in quota al KGB durante gli anni di piombo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai disastri sociali ereditati dal Governo di Mario Monti...mai come nell'ultimo anno e mai come negli ultimi tre mesi, la Repubblica "delle banane" Italiana aveva così toccato drammaticamente il fondo...e ci mancava pure la Ministra Africana appoggiata dal calciatore "nero" Mario Balotelli, redivivo moralista che vuole riconoscere da subito la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, ma che lui stesso nega da sempre la paternità della figlia concepita con la sua ex-compagna, modella-velina Raffaela Fico...l'Italia è ai minimi storici del suo fallimento politico, sociale ed ideologico di tutti i tempi!!!
ITALIA - Luigi Preiti, il Calabrese che doveva sparare ad un importante uomo politico il giorno del giuramento del nuovo governo "farsa" di questa Repubblica delle Banane è a suo modo, un eroe, un eroe seppur negativo ma nella sua negatività contraddittoriamente "reale" e nella sua drammaticità attuale, non tanto perchè ha sparato purtroppo ad un povero ed innocente Carabiniere, che come un operaio o un impiegato qualunque della pubblica amministrazione, lavorava per portare a casa la "pagnotta" di una miseria equivalente forse a 1.200-1.300 € al mese, centesimo piu' centesimo meno, ma perchè con il suo "elementare" piano "diabolico" ha riportato per qualche giorno il mondo della politica nella vera "realtà" ed ha riportato l'attenzione sui veri e piu' gravi problemi sociali che affliggono da anni il paese.
E se fosse stato l'ex-premier Mario Monti il vero obbiettivo di Luigi Preiti? Mario Monti è il diretto responsabile di un disastro economico di una nazione che ha dato i suoi 4 (QUATTRO) MILIONI di euro (€) ricavati dall'iniqua tassa IMU, pari pari, per salvare dal tracollo finanziario la Banca Monte dei Paschi di Siena; tassa IMU per cui la maggior parte degli affitti privati in Italia sono aumentati vertiginosamente e per colpa del suo rigore e della sua politica di austerity decine di operai, imprenditori, semplici cittadini e "poveri" cristi si sono suicidati o dati fuoco davanti agli uffici di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate.
La pallottola mortale avrebbe dovuto colpire quell'imbalsamato di "ghiaccio" in doppio petto, fautore delle devastanti politiche economiche che hanno impoverito le classi sociali piu' deboli dell'Italia, già di per sè messa in difficoltà dalle direttive dell'Unione Europea che con la sua Banca Centrale ha contribuito a raddoppiare il costo della vita e dimezzare il potere d'acquisto del popolo Italiano stesso.
E se fosse stato l'ex-premier Mario Monti il vero obbiettivo di Luigi Preiti? Mario Monti è il diretto responsabile di un disastro economico di una nazione che ha dato i suoi 4 (QUATTRO) MILIONI di euro (€) ricavati dall'iniqua tassa IMU, pari pari, per salvare dal tracollo finanziario la Banca Monte dei Paschi di Siena; tassa IMU per cui la maggior parte degli affitti privati in Italia sono aumentati vertiginosamente e per colpa del suo rigore e della sua politica di austerity decine di operai, imprenditori, semplici cittadini e "poveri" cristi si sono suicidati o dati fuoco davanti agli uffici di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate.
![]() |
| GLI STIPENDI DEI DIPENDENTI DELLO STATO E QUELLO DEI GOVERNANTI |
Disoccupati e cassintegrati che con 800 € al mese si ritrovano a mantenere moglie e figli pagando affitti di 500 - 600 € al mese o peggio, "sfrattati" dalle Banche che pignorano le prime case acquistate con mutui a tasso d'usura dagli stessi poveri operai che con mille sacrifici e stritolati da un Governo iniquo, hanno cercato di migliorare per quanto gli era possibile, il proprio tenore di vita.
Luigi Preiti ha sbagliato obbiettivo dunque: avrebbe dovuto uccidere Mario Monti, Massone al servizio delle Banche e dei Banchieri, uomo al servizio dei poteri occulti, uomo "falso bigotto" al servizio da sempre della Goldam Sash e del Bilderberg Group che di tutto se ne frega (ambiente, salute, natura, sviluppo, povera gente), tranne che del proprio profitto e del proprio egoismo, arricchirsi sulle masse povere e ignoranti, sfruttare le risorse del terzo mondo e dei paesi piu' poveri per detenere il potere finanziario e politico, sopra ogni cosa, perchè il "Dio" denaro è sovrano a discapito dei popoli del Terzo Mondo che muoiono di fame, di sete, di malaria, di guerre e di ogni miseria umana.
Il proiettile di Luigi Preiti avrebbe dovuto colpire al fetido cuore di quell'omuncolo morigerato, dall'espressione di ghiaccio, vestito sempre di grigio, "finto" buon Cattolico che come era solito fare il suo ex-collega neo-defunto Giulio Andeotti, si reca alla Santa Messa ogni giorno a prendere la Comunione, magari senza confessarsi, con la complicità di ambigui Cardinali e Vescovi che si sono "venduti" l'anima al "Dio Denaro-Potere-Privilegi" e che con questi contribuiscono al fallimento intero di una Nazione stanca e villipesa.
Mario Monti si meritava una, forse due, forse l'intero caricatore di pallottole? Non di certo se lo meritava il povero Carabiniere ferito gravemente da Luigi Preiti.
![]() |
| Cecile Kyenge |
Con tanto di plauso del campione di calcio Mario Balotelli (Africano naturalizzato Italiano), questo NO, non è ACCETTABILE! Intanto suggeriamo a Mario Balotelli, che con i suoi miliardi di euro si diverte nelle movide VIP fa la bella vita e se ne va fiero con la sue auto fiammanti, di riconoscere e dare la paternità con il suo cognome a sua figlia, concepita insieme alla Velina-Modella Raffaella Fico e disconosciuta ancora quando questa doveva nascere: VERGOGNA e SILENZIO!!!
Alexander Mitrokhin
Etichette:
Alexander Mitrokhin,
alta finanza,
attentati,
Crisi Economica,
crisi finanziaria,
disoccupazione,
Disordini,
disperazione,
finanza,
Giulio Andreotti,
Italia,
Italiani,
Luigi Preiti,
Mario Monti,
Massoneria,
Politica
Italy, Italia
Roma, Italia
sabato 15 dicembre 2012
Sono i maschi tra i 30 e i 50 anni "in giacca e cravatta". Analisi dei nuovi poveri in Italia: "Sono casalinghe e pensionati!" Caritas: i nuovi poveri sono sempre più giovani. E arrivare a fine mese è dura anche per chi ha un lavoro…
Maschi, tra i 30 e i 50 anni. Fino a qualche mese fa
non avevano problemi, economici. Ben vestiti, avevano una casa e un
lavoro. Poi l'azienda nella quale lavoravano ha chiuso per la crisi. E
tutto è cambiato. Sono loro, questi uomini in "giacca e cravatta", i
nuovi poveri d'Italia. Da un momento all'altro si sono trovati a non
riuscire più ad affrontare i costi di bollette, quelli della spesa al
supermercato. E ora, sempre di più, si rivolgono alla Caritas per un
pasto caldo, e ai dormitori per un letto sul quale dormire.
ANCHE LA CRISI CAMBIA - Anche la crisi economica e finanziaria, quindi, sta cambiando.
Sta voltando pagina provocando l'impoverimento di nuovi settori della
popolazione e l'aumento del numero di italiani che si rivolgono ai
centri di assistenza della Caritas. Solo nel 2012, secondo il rapporto
2012 della Caritas, sono cresciute di oltre un quinto le iniziative
anti-crisi da parte delle diocesi. "La crisi economico-finanziaria ha
determinato l'estensione dei fenomeni di impoverimento ad ampi settori
di popolazione, non sempre coincidenti con i 'vecchi poveri'" - si legge
nel rapporto - secondo cui "aumentano gli utenti e soprattutto gli
italiani".
I nuovi clochard sono definiti i "poveri in cravatta", proprio
perché la miseria non l'avevano mai vissuta. Ora, da un mese all'altro,
da un giorno all'altro, si sono ritrovati a vivere in strada e la notte a
bussare ai dormitori. Prendiamo la città di Torino, solo per
fare un'esempio. Secondo i dati diffusi dal Comune, negli ultimi mesi,
le liste d'attesa delle Case d'ospitalità sono aumentate del venti per
cento; per lo più i richiedenti sono giovani che hanno perso il lavoro e
la casa a causa della crisi.
Sono quindi aumentati in modo esponenziale i casi di giovani licenziati che si ritrovano costretti a chiedere aiuto ai dormitori, così come sono sempre di più gli anziani che, non riuscendo a sopravvivere con la propria pensione, vanno alle mense per poveri. E l'area della povertà continua ad espandersi velocemente e in modo preoccupante toccando, da qualche mese, fasce che un tempo venivano considerate immuni.
Sono quindi aumentati in modo esponenziale i casi di giovani licenziati che si ritrovano costretti a chiedere aiuto ai dormitori, così come sono sempre di più gli anziani che, non riuscendo a sopravvivere con la propria pensione, vanno alle mense per poveri. E l'area della povertà continua ad espandersi velocemente e in modo preoccupante toccando, da qualche mese, fasce che un tempo venivano considerate immuni.
I DATI E I NUOVI POVERI - In Italia abbiamo
circa 2,5 milioni di famiglie al di sotto della soglia di povertà per un
totale di circa 8 milioni di soggetti. Altre 2,5 milioni di famiglie
sono appena al di sopra di questa soglia. In totale, il fronte ufficiale
del disagio profondo è costituito da circa 16 milioni di persone a cui
va aggiunta una quota sempre più ampia di povertà nascosta ovvero di
quei "poveri in giacca e cravatta" che altro non sono la triste
avanguardia di quei ceti medi "in caduta libera" sui quali si fondava
fino a qualche anno fa l'economia del nostro Paese.
L'allarmante rapporto sulla povertà in Italia è stato elaborato da Caritas e Fondazione Zancan...
Nel Sud la categoria dei “nuovi poveri” è cresciuta del 74% in quattro anni!
Hanno un lavoro e una casa, ma vivono in condizioni di gravi
disagio economico. Sono gli indigenti del nuovo millennio, ritratti dal
Rapporto 2011 “Poveri di diritti”, elaborato dalla Caritas Italiana e
dalla Fondazione Zancan, presentato alla Pontificia
Università Gregoriana, di Roma, in occasione della Giornata mondiale
contro la povertà. Evento istituito dall’Onu, per ricordare la data del
17 ottobre 1987, quando oltre centomila persone si riunirono al
Trocadéro di Parigi (dove fu firmata la Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo, nel 1948), in segno di solidarietà con le vittime di
miseria e ingiustizie sociali. Basterà citare alcuni numeri: almeno 963
milioni di persone ogni sera vanno a dormire affamate, un miliardo di
persone vive in insediamenti abitativi precari, 350.000 donne all’anno
muoiono per complicazioni legate alla gravidanza, 1,3 miliardi di
persone non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base, 2,5 miliardi
di persone non hanno servizi igienici adeguati e 20.000 bambini ogni
giorno muoiono per questa ragione.
I PIU’ VULNERABILI SONO GLI STRANIERI - In Italia,
secondo i dati raccolti dai Centri di ascolto delle Caritas Diocesane,
la categoria dei nuovi poveri è aumentata del 13,8%, tra il 2007 e il
2010. Nel Sud l’aumento è stato addirittura del 74%. In quattro anni si è
registrato un aumento dell’80,8% di richieste di aiuto economico. I più
vulnerabili sono sempre gli stranieri, che rappresentano il 70% delle
persone che chiedono aiuto; il disagio maggiore è fra gli immigrati che
vivono da soli in Italia, uomini, di età compresa fra i 25 e 44 anni. Ma
c’è un forte, e preoccupante, aumento della quota di giovani che si
rivolgono ai Centri, cresciuta del 59,6% in 5 anni. Il 76,1% non studia e
non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Il 20% delle persone
che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni.
I DATI ISTAT CONFERMANO LA CRISI - Non è certo più
rassicurante il rapporto annuale Istat, diffuso in luglio. Nel 2010 un
milione e 156.000 famiglie erano in condizioni di «povertà assoluta» (il
4,6% di quelle residenti), per un totale di 3 milioni e 129.000 persone
(il 5,2% della popolazione residente). Si tratta di nuclei che non
possono permettersi di «accedere a beni e servizi essenziali con cui
ottenere uno standard di vita minimamente accettabile». I più poveri tra
i poveri. Secondo il nostro Istituto nazionale di statistica l’anno
scorso sono stati circa 8,3 milioni i cittadini costretti a vivere in
condizioni di «povertà relativa», pari al 13,8% della popolazione:
corrispondono a 2 milioni e 734 mila famiglie (l’11% di quelle
residenti). Rientrano in questa soglia i nuclei familiari composti da
due persone, che non riescono a spendere più di 992,46 euro al mese. Se
nel 2004 il 75% dei problemi si riferiva ai bisogni di carattere
primario (casa, cibo, sanità), nel 2010 questo valore ha raggiunto
l’81,9%. Com’è ovvio, le famiglie numerose, con un solo genitore e
quelle del Sud sono le più colpite dalla crisi. Il reddito disponibile
delle famiglie ha avuto una crescita inferiore all’1% tra il 2005 e il
2007 ed è diminuito negli anni successivi.
«IL PROBLEMA RISCHIA DI DIVENTARE CRONICO» -
«Il problema è sempre lo stesso: la prevalente logica emergenziale in
base alla quale è preferibile erogare contributi economici piuttosto che
attivare servizi», spiegano la Caritas e la Fondazione Zancan. Questo
deficit strategico «non incentiva l’uscita dal disagio ma, anzi, rischia
di rendere cronico il problema. Lo dimostra il fatto che, a fronte
dell’aumento di risorse, non si è registrato il corrispettivo calo del
numero di italiani poveri. Eppure in Italia si continua a percorrere
questa strada fallimentare».
OGNI GIORNO SPRECATI 1,3 MILIARDI DI TONNELLATE DI CIBO - E
non solo In Italia. La denuncia del direttore generale della Fao è
chiara: «La quota degli aiuti per lo sviluppo agricolo da parte dei
governi deve crescere dal 6% attuale al 19%, come nel 1980». Jacques
Diouf ha suggerito due direttive, per migliorare la situazione:
riduzione dello spreco e controllo sulla speculazione dei prezzi delle
materie prime. Secondo la Coldiretti, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo
sono sprecate ogni anno. Dieci milioni soltanto in Italia. Si tratta,
in controvalore, di 37 miliardi di euro di cibo, che potrebbero sfamare
44 milioni di persone.
Nuovi poveri in Italia: "Sono casalinghe e pensionati!"
L'allarme è stato lanciato dalla Caritas
tramite la pubblicazione del Rapporto povertà 2012, che vede
un'esplosione di richieste di assistenza per colpa della crisi!
L'Italia è un paese che ormai si avvicina in modo prepotente verso la povertà.
Negli ultimi tre anni, infatti, la crisi economica ha portato sempre
più italiani a fare richieste d'aiuto ai Centri Caritas e che ormai sono
il 33,3%. Aumentano casalinghe (+177,8%), anziani (+51,3%) e pensionati
(+65,6%). I dati, contenuti nel Rapporto povertà 2012 della Caritas
Italiana, sono allarmanti: si tratta spesso di interventi volti a
fornire beni materiali per la sopravvivenza, generi di prima necessità.
La gente che si rivolge ai centri Caritas non è necessariamente un emarginato o un barbone. A chiedere aiuto sono più le donne (53,4%), le persone coniugate (49,9%) e quelle con un domicilio (83,2%). In calo, invece, disoccupati (-16,2%), analfabeti (-58,2%) e homeless (-10,7% nei primi sei mesi del 2012 rispetto al 2011), segno che chi ha bisogno d'aiuto vive proprio nel tessuto sociale.
L'allarme è stato lanciato dalla Caritas
tramite la pubblicazione del Rapporto povertà 2012, che vede
un'esplosione di richieste di assistenza per colpa della cris.
La gente che si rivolge ai centri Caritas non è necessariamente un emarginato o un barbone. A chiedere aiuto sono più le donne (53,4%), le persone coniugate (49,9%) e quelle con un domicilio (83,2%). In calo, invece, disoccupati (-16,2%), analfabeti (-58,2%) e homeless (-10,7% nei primi sei mesi del 2012 rispetto al 2011), segno che chi ha bisogno d'aiuto vive proprio nel tessuto sociale.
Fonte: http://www.oggi.it
Etichette:
costume,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
Italia,
Italiani,
miseria,
Politica,
povertà,
società
Italy, Italia
Italia
domenica 30 settembre 2012
La polizia Spagnola malmena il "barista eroe" di Madrid: IO PROPONGO DI REVOCARE SUBITO IL PREMIO NOBEL PER LA PACE A BARACK OBAMA ED A MICHAIL GORBACIOV: RESTITUIRE QUESTI DUE PREMI NOBEL AL BARISTA SPAGNOLO MALMENATO DALLA POLIZIA NEL SUO BAR, NELLA SUA PROPRIETA' PRIVATA, NEL SUO LUOGO DI LAVORO DA LIBERO PROFESSIONISTA!!! SOLO PERCHE' DISARMATO, HA DATO RIPARO AI GIOVANI DISOCCUPATI SPAGNOLI DISARMATI PER NON FARLI MASSACRARE A MANGANELLATE! ALLA FINE LE MANGANELLATE LE HA PRESE LUI, PER DIFENDERE IL LAVORO E LA DIGNITA' UMANE! EUROPA VIGLIACCA: VERGOGNA!!!
Una immagine veramente VERGOGNOSA: il "barista eroe" di Madrid che
aveva offerto riparo ai giovani indignados inermi per evitare che
fossero pestati dalla Polizia, è stato gonfiato di botte.
I poliziotti spagnoli si sono vigliaccamente"vendicati!" Di seguito le immagini del barista eroe che hanno fatto il giro
del mondo, dando una lezione di DIGNITA', CORAGGIO E UMANITA' a tutti
noi:
Etichette:
bruxelles,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
disoccupazione,
Europa,
Madrid,
manifestazione,
Politica,
Politica Estera,
Polizia,
rivolta,
Spagna,
UE,
Unione Europea
Italy, Italia
Madrid, Spagna
domenica 2 settembre 2012
Crolla l'occupazione tra i giovani, l'Istat: in 5 anni i 15-34enni senza un posto di lavoro sono 1,5 milioni in più!
"NON E' L'INFERNO" - EMMA MARRONE
Crolla il numero dei giovani occupati: in 5 anni 1,5 milioni in meno (-20%)
ROMA - Nel secondo trimestre 2012 i giovani occupati, tra i 15 e i 34
anni, sono diminuiti di quasi un milione e mezzo di unità (-1.457.000)
rispetto allo stesso periodo del 2007, passandoda 7 milioni 333 mila a 5
milioni 876 mila, con un crollo del 19,9%. È quanto emerge dal
confronto dei dati Istat. Nell'ultimo anno la riduzione è stata di 230
mila unità.
Insomma sin da quando è iniziata la crisi gli under 35 sono stati colpiti direttamente, con un vero e proprio crollo dei giovani che possono contare su un posto di lavoro. Una tendenza confermata anche nel secondo trimestre del 2012, basti pensare che l'anno prima, tra aprile e giugno 2011 gli occupati 15-34enni erano ancora in grado di superare la soglia dei sei milioni (6.106.000). Allo stesso, invece, sempre dai dati Istat emerge una tendenza opposta per gli occupati nella classe d'età tra i 55 e i 64 anni, che sono aumentati del 26% nell'arco di cinque anni, dal secondo trimestre del 2007 al 2012. Nel dettaglio, gli occupati più adulti (55-64 anni) sono saliti di 626 mila unità, passando da 2 milioni 403 mila del 2007 a 3 milioni 29 mila del 2012. Nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, il rialzo è stato di 226 mila unità (+8%).
In cinque anni gli occupati unter-35 sono diminuiti di 1.457.000 unita', con una riduzione del 19,9%. Nel secondo trimestre di quest'anno i lavoratori tra 15 e 34 anni sono scesi a 5.876.000 unita', mentre erano 7.333.000 unita' nello stesso periodo del 2007. E' quanto emerge confrontando i dati Istat. Il tasso di occupazione per i 15-34enni scende dal 45% del secondo trimestre 2011 all'attuale 43,9% (dal 19% al 18,9% per i 15-24enni).
Insomma sin da quando è iniziata la crisi gli under 35 sono stati colpiti direttamente, con un vero e proprio crollo dei giovani che possono contare su un posto di lavoro. Una tendenza confermata anche nel secondo trimestre del 2012, basti pensare che l'anno prima, tra aprile e giugno 2011 gli occupati 15-34enni erano ancora in grado di superare la soglia dei sei milioni (6.106.000). Allo stesso, invece, sempre dai dati Istat emerge una tendenza opposta per gli occupati nella classe d'età tra i 55 e i 64 anni, che sono aumentati del 26% nell'arco di cinque anni, dal secondo trimestre del 2007 al 2012. Nel dettaglio, gli occupati più adulti (55-64 anni) sono saliti di 626 mila unità, passando da 2 milioni 403 mila del 2007 a 3 milioni 29 mila del 2012. Nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, il rialzo è stato di 226 mila unità (+8%).
In cinque anni gli occupati unter-35 sono diminuiti di 1.457.000 unita', con una riduzione del 19,9%. Nel secondo trimestre di quest'anno i lavoratori tra 15 e 34 anni sono scesi a 5.876.000 unita', mentre erano 7.333.000 unita' nello stesso periodo del 2007. E' quanto emerge confrontando i dati Istat. Il tasso di occupazione per i 15-34enni scende dal 45% del secondo trimestre 2011 all'attuale 43,9% (dal 19% al 18,9% per i 15-24enni).
Secondo
i dati dell'Istituto di statistica il tasso di inattivita' dei giovani
tra 15 e 24 anni scende dal 73,8% del secondo trimestre 2011 al 71,4%.
La discesa del numero dei giovani inattivi e' per circa quattro quinti
spiegata dalla contrazione di quanti indicano lo studio (o la formazione
professionale) come principale ragione della mancata partecipazione al
mercato del lavoro.
Etichette:
costume,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
disoccupazione,
Economia,
giovani,
Italia,
Italiani,
lavoro precario,
miseria,
Politica,
politica economica,
povertà,
società
Italy, Italia
Roma, Italia
venerdì 31 agosto 2012
Un giovane su tre disoccupato: la disoccupazione sale al 35,3%. Mai così male dal lontano 1993...il dramma del minatore della Sulcis che si ferisce a un polso con un coltello in diretta TV!
Il tasso di disoccupazione a luglio resta stabile al 10,7%,
lo stesso livello di giugno, il più alto da gennaio 2004 (inizio serie
storiche mensili). Su base annua il tasso è in rialzo di 2,5 punti. Lo
rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie).
Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre 2012 risulta pari al 10,5%,
in crescita di 2,7 punti percentuali su base annua. Lo rileva l'Istat
in base a dati grezzi. Si tratta del tasso più alto, in base a confronti
tendenziali, dal secondo trimestre del 1999.
GIOVANI - Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a luglio è al 35,3%,
in aumento di 1,3 punti percentuali su giugno e di 7,4 punti su base
annua. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e provvisorie). Il
ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile è triplo rispetto
a quello complessivo. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro
sono 618 mila.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni nel secondo trimestre del 2012 sale al 33,9%,
dal 27,4% del secondo trimestre 2011. Lo rileva l'Istat (dati grezzi).
E' il tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal secondo
trimestre del 1993, inizio delle serie storiche.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) nel secondo trimestre 2012 tocca un picco del 48% per le ragazze del Mezzogiorno. Lo rileva l'Istat (dati grezzi).
Fonte: http://www.ansa.it
Sopra, il minatore si ferisce in diretta TV
Video operaio Sulcis si ferisce in minierSi è ferito tagliandosi le vene di un polso con un coltellino durante un incontro con i giornalisti nella miniera di Nuraxi Figus.
Protagonista dell'episodio un operaio della Carbosulcis che è stato
accompagnato in superficie e trasferito immediatamente all'ospedale di
Carbonia.
Le sue condizioni sono buone, ha riportato solo ferite superficiali. Stefano Meletti,
questo il nome dell'operaio ferito, durante l'incontro con la stampa ha
gridato "è questo che dobbiamo fare, ci dobbiamo tagliare?". Il suo è
stato un gesto velocissimo. Meletti, sindacalista delle Rsu, è stato
bloccato dai colleghi.
L'episodio è una testimonianza del clima di tensione
che accompagna la protesta e l'intera vertenza Carbosulcis. "Siamo
pronti a tutto - ha detto un altro rappresentante sindacale, indicando
la stanza blindata dove sono custoditi oltre 690 chili di esplosivo e
1.221 detonatori - È il momento dell'esplosivo!"
Fonte: http://www.today.it
“
Potrebbe interessarti: http://www.today.it/politica/video-operaio-sulcis-ferisce-coltello.htmlLeggi le altre notizie su: http://www.today.it/ o seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/Todayit/335145169857930
Etichette:
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
disoccupazione,
Economia,
Governo Italiano,
Governo Monti,
Italia,
Italiani,
Minatori,
Miniera,
Politica,
politica economica,
Repubblica Italiana,
Sardegna
Italy, Italia
Roma, Italia
giovedì 17 maggio 2012
Ballando sul default - L'intervista a Loretta Napoleoni e la corsa alle banche dei cittadini Greci...
La Grecia è già fallita da mesi, ma ce lo dicono soltanto adesso. Noi, invece, continuiamo la nostra corsa verso il baratro: lo stratagemma della Bce per salvaguardare il debito italiano non durerà. I mercati continuano a non fidarsi del nostro Paese.
Caos e inflazione alle stelle: che succede se la Grecia fallisce? L'analisi del Premio Nobel Usa Paul Krugman: "Finanziate gli Stati per uscire dalla crisi".
Cosa succede se la Grecia non trova un governo? E se esce dall’euro? Milioni di risparmiatori, mutuatari, correntisti, si stanno facendo in queste ora le stesse domande.Impossibile dare delle risposte nette, senza sfociare nella fantapolitica. Molti ci stanno provando. Tra gli altri l’economista statunitense Paul Krugman, premio Nobel ed editorialista del New York Times.
L'analisi e il "crepuscolo europeo"
Oltre a segnalare che le istituzioni europee stanno da mesi sbagliando la ricetta anticrisi (quella che prevede tagli e rigore) sul suo blog Krugman ha scritto un breve post intitolato “Eurodämmerung”, che tradotto significa: “crepuscolo dell’Europa”. L’intervento pescato e segnalato dal sito Post.it. Entro un mese la Grecia esce dall'euro
Krugman fa un’analisi lucida e spietata sui problemi europei, prevedendo senza alcun dubbio l’uscita della Grecia dall’euro entro un mese. Uno scenario, a cui, qui nel vecchio continente, nessuno si augura di assistere.Secondo l’economista il destino ellenico è segnato: nuove elezioni il prossimo mese, opposizione netta alle misure di austerità imposte dall’Europa, vittoria del partito di estrema sinistra di Syriza. Di qui rinegoziazione degli accordi con l’Europa o uscita diretta dall’euro.
Spread alle stelle e corsa agli sportelli
Arrivati al “punto di non ritorno”, c’è solo una cosa che può avvenire in Europa e, in misura ancor più massiccia, in Italia e Spagna: spread ai massimi storici, timori e panico, corsa dei correntisti in banca e prelevamenti di massa dei propri risparmi. Un po’ quello che sta avvenendo ora in Grecia, dove nella sola giornata di ieri sono stati ritirati dai cittadini 700 milioni di euro.L’immediata conseguenza del caos è la crisi delle banche, già oggi in difficoltà per mancanza di liquidità. Per non parlare delle tensioni sociali generate da una situazione del genere: resse davanti alle banche e violenze.
Dal fallimento delle banche a quello degli Stati
Krugman prosegue, più inquietante che mai: per evitare il fallimento degli istituti di credito gli Stati potrebbero fare una cosa sola: imporre - con le tensioni che ne seguono - limiti ai prelievi di contanti.A questo punto sarebbe già il caos. Ma l’economista non lascia nulla al caso e prevede il pronto intervento della Bce, che inizierebbe a intensificare massicci prestiti alle banche, come già accaduto nei mesi scorsi, per evitare il default.
Ma davvero, ci si chiede a questo punto, l’Europa potrebbe continuare ad assistere a questa catastrofe senza fare null’altro? Già, perché nel frattempo il valore dei titoli di Stato di Italia e Spagna non potrebbe fare altro che calare a picco, mettendo in serio pericolo entrambe le economie.
Il ruolo della Bce
E qui che arriva la soluzione di Krugman, il quale è convinto - cosa non difficile da credere - che il solo foraggiare del banche non sia affatto sufficiente.Per evitare il fallimento degli Stati, dice l’economista, c’è una sola strada: accettare che Italia e Spagna ricevano grandi quantità di denaro in prestito dalla Bce, dare loro la possibilità di finanziarsi con bassi tassi di interesse e avere un tasso di inflazione più alto per aggiustare i prezzi.
Finanziare la crescita, l'unica ricetta
Secondo il Nobel statunitense, e non è il solo, la Banca centrale europea deve cominciare a comportarsi direttamente e senza limiti da “prestatrice di ultima istanza”, stampando denaro e prestandolo agli Stati anche a costo di far salire l’inflazione. E l’unico modo per sottrarre il debito pubblico a tassi di interesse crescenti, e permettere così a entrambi, grazie a una maggiore di liquidità, di finanziare misure per la crescita nonostante l’alto debito pubblico.Il fallimento della politica del rigore
L’alternativa del rigore (nuove misure per contenere il debito pubblico dei due Stati, nuove tasse e nuovi tagli), oltre a deprimere ulteriormente l’economia (con un ulteriore abbassamento dei consumi e innalzamento del tasso di disoccupazione) non sarebbero forse nemmeno sufficiente a evitare il default, e la fine dell’euro per tutti. E le conseguenze ora sono facilmente immaginabili.
Ultimo aggiornamento: 17/05/12
Fonte: http://www.ilsalvagente.it
La Grecia in piena crisi di governo tornerà alle urne fra un mese, domenica 17 giugno per nuove elezioni legislative. Attesa la vittoria di Syriza, il partito della sinistra radicale anti-europeo e anti-misure di austerità.
Il rischio che la Grecia esca dalla Zona euro si fa sempre più evidente, scrive il portale di economia WallStreet Italia.com : “La Grecia potrebbe mancare di liquidità a inizio luglio, se verranno bloccati i fondi di UE e FMI per la mancata applicazione delle misure di austerità.
Ecco dunque che sempre più cittadini greci preoccupati dei loro risparmi iniziano a prelevare, intimoriti dall’evolversi della situazione.
Come ha riferito la Banca centrale di Atene, nelle ultime settimane dalle banche del paese sono stati prelevati circa 700 milioni di euro e i prelievi proseguono. Non si tratta ancora di panico, ma i timori vanno crescendo.
“La corsa agli sportelli è un problema serio e complesso – ha commentato Yannis Ioannides, professore di economia presso la Tufts University nel Massachusetts – Per prevenire nuovi devastanti effetti contagio, la Banca centrale europea dovrebbe garantire i depositi dei cittadini, è l’unico modo per prevenire e contrastare la corsa al prelievo.”
Il rischio che la Grecia esca dalla Zona euro si fa sempre più evidente, scrive il portale di economia WallStreet Italia.com : “La Grecia potrebbe mancare di liquidità a inizio luglio, se verranno bloccati i fondi di UE e FMI per la mancata applicazione delle misure di austerità.
Ecco dunque che sempre più cittadini greci preoccupati dei loro risparmi iniziano a prelevare, intimoriti dall’evolversi della situazione.
Come ha riferito la Banca centrale di Atene, nelle ultime settimane dalle banche del paese sono stati prelevati circa 700 milioni di euro e i prelievi proseguono. Non si tratta ancora di panico, ma i timori vanno crescendo.
“La corsa agli sportelli è un problema serio e complesso – ha commentato Yannis Ioannides, professore di economia presso la Tufts University nel Massachusetts – Per prevenire nuovi devastanti effetti contagio, la Banca centrale europea dovrebbe garantire i depositi dei cittadini, è l’unico modo per prevenire e contrastare la corsa al prelievo.”
Fonte: http://www.rischiocalcolato.it
Etichette:
alta finanza,
banca europea,
banche,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
Grecia,
mercati finanziari,
mercato,
politica economica,
Politica Estera,
problemi finanziari,
Unione Europea
domenica 13 maggio 2012
ONU - 1972: PARLA SALVADOR ALLENDE...Profeta o conoscitore dei poteri occulti che governano il mondo?
Profeta o conoscitore dei poteri che governano il mondo? Oggi siamo totalmente nelle mani delle oligarchie e gli stati sono solo un paravento. Di fatto gli stati non esistono più e la democrazia è solo un contenitore vuoto.
Etichette:
America,
capitalismo,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
illuminati,
lobby,
Massoneria,
ONU,
politica economica,
Politica Estera,
poteri forti,
Salvador Allende,
Storia,
USA
Italy, Italia
3900 Rd, Independence, Kansas 67301, Stati Uniti
domenica 15 aprile 2012
La generazione dei Tre "Niente"...mentre i Governi delle Banche e del Capitalismo sfrenato e avido impoveriscono i popoli e arricchiscono le Industrie Militari, si preparano a causare direttamente e indirettamente causano guerre sanguinarie in tutto il pianeta per accapparrarsi le risorse energetiche come il petrolio, l'oro e i diamanti...dopo i miliardi e miliardi di euro spesi in 8 mesi di guerra in Libia nel 2011, oggi a chi toccherà? Siria o Iran? Intanto l'elite delle lobby e dei Governi gode nel lusso mentre il popolo stenta nella maggior parte dei casi ad arrivare con il proprio misero stipendio alla fine del mese...
Da uno scritto recente di Fidel Alejandro Castro, ex-Capo dello Stato Cubano: Questa riflessione potrebbe essere scritta oggi, domani o qualunque altro giorno senza rischio di errore.
La nostra specie si trova ad affrontare nuovi problemi. Quando ho espresso, 20 anni fa nella Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro, che una specie era in pericolo di estinzione, avevo meno ragione di oggi di avvertire in merito ad un pericolo che vedevo distante forse 100 anni. Allora pochi leader dei paesi più potenti gestivano il mondo. Applaudirono alle mie parole per cortesia e continuarono tranquillamente a scavare la tomba della nostra specie.
La nostra specie si trova ad affrontare nuovi problemi. Quando ho espresso, 20 anni fa nella Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro, che una specie era in pericolo di estinzione, avevo meno ragione di oggi di avvertire in merito ad un pericolo che vedevo distante forse 100 anni. Allora pochi leader dei paesi più potenti gestivano il mondo. Applaudirono alle mie parole per cortesia e continuarono tranquillamente a scavare la tomba della nostra specie.
Sembrava che nel nostro pianeta regnasse il buon senso e l’ordine. Era il tempo in cui lo sviluppo economico appoggiato dalla tecnologia e dalla scienza sembrava essere l’Alfa e l’Omega della società umana.
Ora tutto è molto più chiaro. Profonde verità stanno emergendo. Quasi 200 stati, apparentemente indipendenti, costituiscono l’organizzazione politica che in teoria equivale a reggere i destini del mondo.
Ora tutto è molto più chiaro. Profonde verità stanno emergendo. Quasi 200 stati, apparentemente indipendenti, costituiscono l’organizzazione politica che in teoria equivale a reggere i destini del mondo.
Circa 25 000 armi nucleari nelle mani di forze alleate o antagoniste disposte a difendere l’ordine che cambia, per interesse o necessità, riducono praticamente a zero i diritti di migliaia di milioni di persone.
Non commetterò l’ingenuità di assegnare alla Russia o alla Cina, la responsabilità dello sviluppo di tali armi dopo la mostruosa strage di Hiroshima e Nagasaki, ordinata da Truman dopo la morte di Roosevelt.
Né cadrò nell’errore di negare l’Olocausto che significò la morte di milioni di bambini e adulti, uomini o donne, in maggioranza ebrei, zingari, russi e di altre nazionalità che sono stati vittime del nazismo. Ecco perchè ripugna la politica infame di chi nega al popolo palestinese il diritto di esistere.
Qualcuno pensa forse che gli Stati Uniti saranno in grado di agire con un’indipendenza che li protegga dal disastro inevitabile che li attende?
In poche settimane i 40 milioni di dollari che il presidente Obama ha promesso di raccogliere per la sua campagna elettorale serviranno solo a dimostrare che la moneta del suo paese ha perso molto valore e che gli Stati Uniti, con il loro eccezionale e crescente debito pubblico che si sta avvicinando a 20 mila miliardi di miliardi, vivono del denaro che stampano e non di ciò che producono.
Il resto del mondo paga quello che loro dilapidano.
Il resto del mondo paga quello che loro dilapidano.
Nessuno crede nemmeno che il candidato democratico sia migliore o peggiore rispetto ai suoi avversari repubblicani: che si chiami Mitt Romney o Rick Santorum. Anni luce separano i tre da personaggi tanto rilevanti come Abraham Lincoln o Martin Luther King. E’ davvero raro osservare una nazione tanto potente tecnologicamente e un governo tanto orfano, al momento, di idee e valori morali.
L’Iran non ha armi nucleari. E’ accusato di produrre uranio arricchito che serve come combustibile energetico o per applicazioni di uso medico. Piaccia o no, il suo possesso o la sua produzione non è equivalente alla produzione di armi nucleari. Decine di paesi utilizzano uranio arricchito come fonte di energia, ma questo non può essere utilizzato nella fabbricazione di un’arma nucleare, senza un preliminare e complesso processo di purificazione.
Israele, tuttavia, che con l’aiuto e la cooperazione degli Stati Uniti ha fabbricato armi nucleari, senza informare né rendere conto a nessuno, oggi, senza ammettere il possesso di queste armi, ne ha centinaia. Per prevenire lo sviluppo della ricerca nei paesi arabi vicini attaccò e distrusse i reattori in Iraq e Siria. Ha annunciato a sua volta il proposito di attaccare e distruggere i centri di produzione di combustibile nucleare dell’Iran.
Intorno a questo tema cruciale sta ruotando la politica internazionale in questa complessa e pericolosa regione del mondo che produce e fornisce la maggior parte del carburante che spinge l’economia mondiale.
L’eliminazione selettiva dei più eminenti scienziati dell’Iran, da parte di Israele e dei suoi alleati della NATO, è diventata una pratica che favorisce odio e sentimenti di vendetta.
Il governo di Israele ha apertamente dichiarato la sua intenzione di attaccare l’impianto che produce uranio arricchito in Iran e il governo statunitense ha investito centinaia di milioni di dollari nel produrre una bomba a tale scopo.
Il 16 marzo, 2012 Michel Chossudovsky e Finian Cunningham hanno pubblicato un articolo che rivela che “un importante generale dell’Aviazione statunitense ha descritto la più grande bomba convenzionale anti bunker di 13,6 tonnellate, come ‘grandiosa’ per un attacco militare contro l’Iran.”
Un così loquace commento su un massiccio dispositivo assassino ha avuto luogo nella stessa settimana in cui il presidente Barack Obama si è presentato per mettere in guardia contro chi ‘parla alla leggera’ in merito a una guerra nel Golfo Persico.
“… Herbert Carlisle, vice capo del personale per le operazioni dell’Aviazione statunitense [...]” ha aggiunto che la bomba, probabilmente sarebbe stata utilizzata in qualsiasi attacco contro l’Iran ordinato da Washington.
“Il MOP, che è indicato anche come ‘La madre di tutte le bombe’, è stata progettata per perforare 60 metri di cemento prima di far detonare la sua massiccia bomba.
Si ritiene sia la più grande arma convenzionale, non nucleare, dell’arsenale degli Stati Uniti. “
Si ritiene sia la più grande arma convenzionale, non nucleare, dell’arsenale degli Stati Uniti. “
“Il Pentagono sta pianificando un processo di distruzione diffusa delle infrastrutture dell’Iran e massicce perdite civili attraverso l’uso combinato di bombe tattiche nucleari e bombe convenzionali con nubi in forma di fungo, compresa la MOAB e la più grande GBU-57A/B oMassive Ordnance Penetrator (MOP), che supera la MOAB per distruttività.
“La MOP è descritta come ‘una bomba nuova e potente che punta direttamente agli impianti nucleari sotterranei di Iran e Corea del Nord. Una bomba immensa più lunga di 11 persone affiancate, più di 6 metri dalla base alla punta. ‘”
Nei giorni scorsi gli iraniani hanno visto le truppe statunitensi che occupano l’Afghanistan, in sole tre settimane, urinare sui corpi di afghani uccisi, bruciare i libri del Corano e uccidere più di 15 cittadini inermi.
Immaginiamo le forze statunitensi lanciare bombe mostruose sulle istituzioni industriali in grado di penetrare 60 metri di cemento. Mai una simile avventura è stata concepita.
Non si ha bisogno di una parola in più per capire la gravità di una tale politica. Per questa strada la nostra specie sarà condotta inesorabilmente verso il disastro.
Se non impariamo a capire, non imparareremo mai a sopravvivere.
Se non impariamo a capire, non imparareremo mai a sopravvivere.
Da parte mia, non nutro il minimo dubbio che gli Stati Uniti siano sul punto di commettere e guidare il mondo verso il più grande errore della loro storia.
Fidel Castro Ruz
21 Marzo 2012
Etichette:
comunismo cubano,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
Cuba,
Fidel Castro,
Guerre,
L'Avana,
miseria,
politica economica,
Politica Estera,
povertà,
rivoluzione cubana
Italy, Italia
L' Avana, Cuba
Dal film di Wall Street - Monologo di Gordon Gekko (Michael Douglas) su Denaro e Avidità!!! Così ci vuole il Governo Monti e dei Banchieri dell'Unione Europea: IL GOVERNO MONTI HA il record dei suicidi e delle persone che si danno fuoco davanti agli uffici dell'Agenzia delle Entrate! Tutto in pochi mesi, nelle prime settimane del 2012! Con Berlusconi tutto questo non è mai successo! Perchè i Comunisti, gli Anarchici, gli anti-Berlusconiani e gli Indignati non sono scesi in piazza a protestare contro il Governo Monti? Tanti suicidi per la crisi, brutte storie dall'Italia che soffre per colpa del Governo delle Banche di Mario Monti che si è rivelato essere l'usuraio Nazionale, il BOIA della povera gente e delle classi medio-basse! Il Governo dei Banchieri ci vuole o SCHIAVI O MORTI! Mario Monti "STERMINATOR" CHE LAVORA PER LA GOLDMAN SACHS E CHE E' A CAPO DI UN GOVERNO CRIMINALE E SANGUISUGA , UN GOVERNO CHE FA GLI INTERESSI SOLO DELLE BANCHE E MORTIFICA LE CLASSI PIU' POVERE DELLA SOCIETA' ITALIANA!
Sopra il video, tratto dal Film "Wall Street - il denaro non dorme mai!" con il memorabile discorso di Gordon Gekko (Michael Douglas) tenuto in una facoltà universitaria, dove si parla di soldi, speculazione e avidità del Capitalismo moderno del Terzo Millennio...
Sopra il monologo di GORDON GEKO sul denaro nel primo film "WALL STREET" del 1987
(ANSA) - GELA (CALTANISSETTA), 03 APRILE 2012 - ''Mia madre ha saputo ieri, da noi figli, che la sua pensione non era piu' di 800 euro ma di 600. E questa notizia l'ha letteralmente sconvolta. Non sapeva darsi pace perche' la riteneva un'ingiustizia''. Lo dice Bruno, 43 anni, proprietario di una pizzeria, il piu' piccolo dei quattro figli della donna di Gela che si e' suicidata dopo avere scoperto che l'Inps le aveva tagliato la pensione del 25%.
''Le notizie della crisi economica in Tv e i tagli operati dal governo - prosegue - l'avevano allarmata, come a tutti gli italiani; purtroppo la riduzione della pensione ha avuto in lei un effetto dirompente''.(ANSA).
Suicidi per la crisi, aumento del 24,6%
5 Aprile 2012: Suicidi per la crisi? Aumento del 24,6%
Tra il 2008 ed il 2010, segnala la CGIA di Mestre, i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche, sono cresciuti leggermente meno: + 20%.
Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto oggi a Roma, la CGIA di Mestre torna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano dalla CGIA, i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone (ovvero, se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati, etc.).
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245.
“Dopo l’ennesimo gesto estremo che si è verificato oggi – sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – è necessario intervenire con misure emergenziali. Sicuramente c’è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica. La sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale. Come Associazione – conclude Bortolussi – ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale per dar vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori. La Regione Veneto, che presenterà questa iniziativa nelle prossime settimane, ha in serbo un provvedimento di legge, con un plafond di 6 milioni di euro, che costituirà una prima risposta a questa grave emergenza che ha colpito soprattutto il Nordest!"
Suicidi per la crisi, storie dall'Italia che soffre per colpa del Governo delle Banche di Mario Monti l'usuraio Nazionale, il BOIA della povera gente e delle classi medio-basse!
Ben 13 negli ultimi mesi del 2012, ripercorriamoli caso per caso!
Ecco una lunga e triste lista di coloro che hanno scelto di togliersi la vita schiacciati dal peso dei problemi economici. Suicidi per la crisi, una piaga che non accenna a sanarsi:
Roma, 4 aprile 2012 - La spada di Damocle della crisi: un problema per tanti, un dramma per alcuni. Alla ribalta delle cronache, negli ultimi mesi, una lunga e triste lista di persone che hanno deciso di togliersi la vita, schiacciate dai problemi economici.
Incapaci di reagire, o forse solo sfiniti dal non vedere una luce in fondo al tunnel. L'imprenditore romano e il camionista di Milano sono solo le ultime vittime. Ripercorriamo, una per una, tutte queste storie in tempo di crisi. Con i due di oggi, il numero dei suicidi sale a 13. E non sono contemplati quelli, tanti, che hanno tentato ma, fortunatamente, non sono riusciti nel loro intento.
- Il 3 aprile un’anziana 78/enne di Gela si uccisa lanciandosi dal terrazzo di casa. L’Inps le aveva ulteriormente ridotto la pensione di 200 euro (da 800 a 600) e lei, Nunzia C., ha deciso di farla finita.
- L'1 aprile un artigiano di 57 anni si è impiccato all’interno della sua bottega di conici a Roma a causa dei ‘’problemi economici’’.
- Il 27 marzo scorso Giuseppe Pignataro, 49 anni, di Trani, si è ucciso dopo essersi lanciato dal balcone della sua abitazione. L’uomo, che faceva l’imbianchino, si è tolto la vita a causa delle difficoltà nel trovare un’occupazione stabile in grado di fornire un reddito degno alla propria famiglia.
- Il 23 marzo un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti (Pescara) si è impiccato nella sua azienda. Strozzato dai debiti, non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti e all’incertezza sulla sua capacita’ di garantire un futuro al figlio e alla compagna.
- Il 21 marzo un uomo di 47 anni che gestiva un’attività commerciale, ma da due anni era senza lavoro, si è ucciso con un colpo di pistola nella sua automobile nel cosentino.
- Il 21 marzo un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si e’ tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa nel bellunese, mentre i familiari lo aspettavano a cena.
- Il 20 marzo un giovane artigiano di 29 anni si è impiccato a Scorano (Lecce). L’uomo ha lasciato un biglietto spiegando che non riusciva a trovare un altro lavoro e che era disperato.
- Il 9 marzo Vincenzo Di Tinco, titolare 60/enne di un negozio di abbigliamento si è impiccato ad un albero a Ginosa Marina (Taranto). In pochi giorni si era visto addebitare, forse per errore, 4.500 euro di commissioni bancarie e rifiutare un prestito di poco piu’ di mille euro.
- A febbraio un elettricista di Sanremo, 47 anni, si è suicidato sparandosi al capo con una pistola. L’uomo era stato licenziato qualche settimana fa dalla ditta nella quale lavorava da molti anni.
- Un imprenditore 64/enne si è impiccato nello stesso mese all’interno del capannone della sua azienda, nel fiorentino. All’origine del gesto motivi economici.
- A Paternò (Catania) un altro imprenditore di 57 anni ha posto fine alle sue ansie con il suicidio: si è impiccato, in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare, in preda alla disperazione a causa dei debiti contratti dalla sua azienda.
BOLZANO - L'uomo trovato arso vivo nella sua auto sulla corsia d'emergenza dell'Autobrennero a sud di Bolzano si sarebbe ucciso per motivi economici. È questa l'ipotesi più probabile che emerge delle indagini della questura di Bolzano.
La polizia sta controllando la situazione economica dell'uomo che pare fosse caratterizzata da debiti personali. In un primo momento tutto faceva pensare a un tragico incidente: l'uomo di 39 anni, nato a Padova ma che lavorava a Bolzano pur essendo residente in Val di Fiemme in Trentino, sembrava avesse fermato l'auto in fiamme sulla corsia d'emergenza, senza aver fatto in tempo a scendere.
I pompieri, intervenuti sul posto, hanno però trovato nell'abitacolo due taniche di benzina, mentre il fuoristrada andava a gasolio. Sarebbe il terzo caso di suicidio per motivi economici negli ultimi mesi in Alto Adige, dopo la vicenda di un commerciante del centro di Bolzano e di un fotografo del Brennero che, soffocati dai debiti, avevano deciso di togliersi la vita.
La polizia sta controllando la situazione economica dell'uomo che pare fosse caratterizzata da debiti personali. In un primo momento tutto faceva pensare a un tragico incidente: l'uomo di 39 anni, nato a Padova ma che lavorava a Bolzano pur essendo residente in Val di Fiemme in Trentino, sembrava avesse fermato l'auto in fiamme sulla corsia d'emergenza, senza aver fatto in tempo a scendere.
I pompieri, intervenuti sul posto, hanno però trovato nell'abitacolo due taniche di benzina, mentre il fuoristrada andava a gasolio. Sarebbe il terzo caso di suicidio per motivi economici negli ultimi mesi in Alto Adige, dopo la vicenda di un commerciante del centro di Bolzano e di un fotografo del Brennero che, soffocati dai debiti, avevano deciso di togliersi la vita.
ROMA - Senza futuro. Deve essersi sentito così, Mario Frasacco, l’imprenditore di 59 anni che ieri pomeriggio si è ucciso - sparandosi un colpo di fucile - all’interno della sua azienda, la Cpa, centro di progettazione alluminio a Pietralata, immediate propaggini di Roma. L’ha trovato uno dei tre figli, insieme ad una lettera di spiegazioni e di scuse. Ultima vittima di una Spoon river - sono almeno dieci le vittime da inizio d’anno - che al mordere della crisi non vede altra soluzione che l’annientamento. Artigiani, piccoli imprenditori, pensionati.
«Monti si porterà i morti sulla coscienza. Mario non ha retto il peso di mettere in cassa integrazione almeno tre dipendenti» ha commentato sconvolto un amico d’infanzia dell’imprenditore. Perché la Cpa era ad un passo dal fallimento e Frasacco ha scelto di fare come Pasquale Clotilde, il corniciaio di Centocelle che, assediato dai debiti, l’altro ieri, s’è impiccato nel retrobottega. Come la 78enne di Gela che ieri s’è lanciata dalla finestra, perché le era stata decurtata la pensione, da 800 a 600 euro. Come Giuseppe Polignino che, perso il lavoro dopo la separazione dalla moglie, ieri s’è impiccato nella cantina comune di un caseggiato di viale Ungheria, a Milano. «Siamo sgomenti. Non possono più essere rinviate risposte concrete ai problemi delle imprese e riguardo allo sviluppo» ha detto il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli. «Stava lottando per salvare la sua azienda - racconta Erino Colombi, presidente Cna Roma - Doveva partecipare ad una missione a Dubai, a maggio. Ha rinunciato, ma non immaginavo che la situazione fosse così grave».
«Siamo entrati in una contabilità di suicidi drammatica - dice il direttore della Cna romana, Lorenzo Tagliavanti - La politica ha il dovere di rispondere. Meno lacrime e più fatti». E il 18 aprile, a Roma, è stata organizzata una fiaccolata per i suicidi da crisi.
«Monti si porterà i morti sulla coscienza. Mario non ha retto il peso di mettere in cassa integrazione almeno tre dipendenti» ha commentato sconvolto un amico d’infanzia dell’imprenditore. Perché la Cpa era ad un passo dal fallimento e Frasacco ha scelto di fare come Pasquale Clotilde, il corniciaio di Centocelle che, assediato dai debiti, l’altro ieri, s’è impiccato nel retrobottega. Come la 78enne di Gela che ieri s’è lanciata dalla finestra, perché le era stata decurtata la pensione, da 800 a 600 euro. Come Giuseppe Polignino che, perso il lavoro dopo la separazione dalla moglie, ieri s’è impiccato nella cantina comune di un caseggiato di viale Ungheria, a Milano. «Siamo sgomenti. Non possono più essere rinviate risposte concrete ai problemi delle imprese e riguardo allo sviluppo» ha detto il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli. «Stava lottando per salvare la sua azienda - racconta Erino Colombi, presidente Cna Roma - Doveva partecipare ad una missione a Dubai, a maggio. Ha rinunciato, ma non immaginavo che la situazione fosse così grave».
«Siamo entrati in una contabilità di suicidi drammatica - dice il direttore della Cna romana, Lorenzo Tagliavanti - La politica ha il dovere di rispondere. Meno lacrime e più fatti». E il 18 aprile, a Roma, è stata organizzata una fiaccolata per i suicidi da crisi.
MESTRE - Tra il 2008 ed il 2010, segnala la CGIA di Mestre, i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche, sono cresciuti leggermente meno: + 20%.
Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto oggi a Roma, la CGIA di Mestre torna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano dalla CGIA, i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone (ovvero, se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati, etc.).
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245. "Dopo gli ennesimi gesti estremi che si sono verificati in questi giorni - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, è necessario intervenire con misure emergenziali. Sicuramente c'è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica. La sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale. Come Associazione - conclude Bortolussi - ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale, per dare vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori".
Dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto oggi a Roma, la CGIA di Mestre torna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano dalla CGIA, i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone (ovvero, se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati, etc.).
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245. "Dopo gli ennesimi gesti estremi che si sono verificati in questi giorni - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, è necessario intervenire con misure emergenziali. Sicuramente c'è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica. La sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale. Come Associazione - conclude Bortolussi - ci siamo attivati sia a livello nazionale, sia a livello regionale, per dare vita ad un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori".
Qualcuno sopravvive, ed è forse la cosa più dura. Per chi ha tentato negli ultimi due mesi di togliersi la vita, schiacciato dai debiti dell’azienda o dalla disoccupazione incancrenita, svegliarsi in ospedale è un nuovo giro di ruota. Fuori restano ad aspettarlo i debiti, le tasse, le banche che non prestano denaro, la famiglia che non ha più soldi in banca, gli esattori che non mollano.
Darsi fuoco, come i monaci tibetani, è tornato in voga da noi. L’estremo gesto l’hanno scelto in due, a distanza di 20 ore l’uno dall’altro, un ventisettenne marocchino di Verona e un muratore casertano di quasi 60 anni nella provincia di Bologna. Il primo – che urlava, tra le fiamme, “sono quattro mesi che non vengo pagato” – è quasi intatto, ragione sufficiente per derubricarlo a “gesto folle” e a chiederne la perizia psichiatrica. Il secondo è ad un passo dalla morte, ustioni gravissime su tutto il corpo: era in macchina, davanti all’Agenzia delle Entrate, con due lettere sul sedile del passeggero. Una per la moglie, l’altra per l’Erario. “Ho sempre pagato le tasse, lasciate stare mia moglie”, dice il biglietto. Forse si salverà dalle ustioni, ma non dalla cartella esattoriale.
I numeri. Tra il 2010 e il 2011, 2 lavoratori e 2 imprenditori hanno tentato il suicidio, schiacciati dalla crisi dell’azienda o dal lavoro perduto: negli ultimi due mesi, ci hanno provato in dodici, e otto ce l’hanno fatta. C’è di tutto. Imprenditori sessantenni che si vergognano di dover licenziare i dipendenti di una vita; disoccupati piegati da mesi di ricerche a vuoto, con le tasche vuote e famiglie affamate; commercianti in rovina sotto la scure dell’Agenzia delle entrate. In tutta Italia, va detto, perché non c’è questione meridionale che tenga. La mappa è agghiacciante. Verona, Bologna, Ozzano Emilia (BO), Trani, Cepagatti (PE), Crispiano (TA), Belluno, Lucca, Noventa di Piave (VE), Firenze, Trento, Catania. Un suicida ogni 4 giorni fa pensare, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”.
Il binario giusto. Forse ha ragione la Commissaria europea Viviane Reding, “la Fornero riporta l’Italia sul binario giusto”, con la “certezza dei diritti per i lavoratori e flessibilità per le imprese”. Però i fatti sembrano parlare di un’italia diversa, tutt’altro che “paese forte”: un paese dove si muore per tutti i motivi sbagliati.
Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. Qualcuno l’ha tolta, agli italiani: l’ha tolta in vent’anni, con le mille promesse di prosperità e la ghigliottina della realtà. Di che cosa vogliamo occuparci allora, di gente disperata o di sondaggi elettorali rovinati da una firma alla riforma del Lavoro? Vogliamo stringere il cappio a chi si impicca disperato, o vogliamo allentarglielo e magari tagliare qualche spesa davvero inutile in bilancio?
Tra il 2008 e il 2010 i suicidi per motivi economici sono aumentati in Italia del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio legati alle difficoltà economiche sono cresciuti del 20%. Lo sostiene la Cgia di Mestre, che ha analizzato i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine negli ultimi anni di crisi economica.
«Purtroppo - sottolinea la Cgia - i dati forniti dall’Istat non ci consentono di riconoscere la professione svolta da queste persone: se fossero imprenditori, lavoratori dipendenti, pensionati o altro».
Dopo gli ultimi gesti estremi - dal suicidio dell’anziana di Gela la cui pensione è stata ridotta a quello di un imprenditore che si è tolto la vita a Roma - il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi ha dichiarato che «è necessario intervenire con misure emergenziali: sicuramente c’è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di queste tragedie è la crisi economica».
In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi e 204 tentati suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 - ultimo anno disponibile - i gesti estremi sono saliti a 187 per i suicidi e a 245 per i tentativi di suicidio.
«Come associazione ci siamo attivati a livello nazionale e regionale per dar vita a un fondo di solidarietà con il fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori - afferma Bortolussi - la Regione Veneto, che presenterà questa iniziativa nelle prossime settimane, ha in serbo un provvedimento di legge con un plafond di sei milioni di euro che costituirà una prima risposta a questa grave emergenza che ha colpito soprattutto il Nordest».
«La gente non arriva a fine mese, molti si stanno suicidando, lei questi suicidi ce li ha sulla coscienza» ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, parlando in aula alla Camera rivolgendosi al presidente del Consiglio, Mario Monti, che però era assente. Si allunga sempre più la lista delle persone che hanno tentato il suicidiocome ultimo, estremo, gesto a causa della crisi. Dipendenti licenziati, giovani disoccupati, persone attanagliate dai debiti, padri di famiglia che non riuscivano più a dar da mangiare ai figli e, ultimo caso di una macabra serie, i pensionati, sempre più poveri.
La tragedia della disperazione questa volta si è consumata a Gela, in provincia di Caltanissetta, dove una donna di 78 anni si è suicidata lanciandosi dal balcone di casa, al quarto piano di uno stabile. Alla base del gesto ci sarebbe il timore di non riuscire ad arrivare a fine mese dopo la decurtazione della pensione di 200 euro (da 800 a 600 euro). Una paura che avrebbe alimentato nell’anziana una depressione culminata nel suicidio. La tragedia di Gela, l’ennesima vergogna dello Stato italiano che usa la scure con i più deboli e che invece si dimostra genuflesso quando si tratta di ingrassare le banche e foraggiare l’intera cloaca di ladri parlamentari con privilegi e vitalizi, è solo l’ultima di una lunga serie. Il tutto mentre il governo della macelleria sociale, ansioso di rendere più facili i licenziamenti, si riempie la bocca di parole come mobilità e flessibilità. Dall’inizio dell’anno sono già 16 le persone che si sono tolte la vita a causa della crisi. Segnali inquietanti. Un disagio mai preso in considerazione dalle isituzioni. A riguardo il silenzio imbarazzante dei professori-tecnici va a braccetto con le dichiarazioni complici del peggiore presidente che la storia della Repubblica abbia mai avuto, Giorgio Napolitano: «Non vedo esasperazioni, nutro molta fiducia sulla capacità di comprensione degli italiani sulla necessità di affrontare i cambiamenti e sulle strade nuove che questi cambiamenti prevedono». In tutta Italia, la mappa è agghiacciante: Verona, Bologna, Ozzano Emilia, Trani, Cepagatti, Crispiano, Belluno, Lucca, Noventa di Piave, Firenze, Trento, Gela. Un suicida ogni 4 giorni dovrebbe fare riflettere, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”. Invece no. Per Mario Monti, appena rientrato dal lungo viaggio asiatico, in una intervista al quotidiano La Stampa, ha affermato: «Sono cose drammatiche, anche in Grecia i suicidi sono molto aumentati, l’unica risposta adeguata e seria che possiamo dare è quella di risanare e rilanciare il Paese». Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. La politica, infarcita di ladri e parassiti, l’ha tolta, agli italiani con promesse di prosperità e la realtà della ghigliottina.
Grecia: anziano suicida in Piazza Syntagma per la 'crisi economica'! Ieri mattina la Grecia è stata scossa dalla notizia del suicidio in piazza Syntagma di uomo di 77 anni, Dimitris Christoulas, il quale intorno alle 9 si è sparato alla testa. L'uomo era un farmacista in pensione, che aveva venduto la sua farmacia nel 1994 e che prima di uccidersi avrebbe più volte gridato di non voler lasciare debiti ai suoi figli. Diffusasi la notizia, è stato creato un evento su Facebook con l'invito di trovarsi in serata in piazza Syntagma: "Tutti a Syntagma. Non abituiamoci alla morte".
Asteris Masouras, autore di Global Voices, ha creato un pezzo su Storify raccogliendo vari materiali online sull'evento. In particolare Twitter è stato l'ambito dove reazioni e commenti si sono succeduti in maniera costante nell'arco dell'intera giornata.
| |||||||
MONTI "STERMINATOR" CHE LAVORA PER LA GOLDMAN SACHS E' A CAPO DI UN GOVERNO CRIMINALE E SANGUISUGA!
| |||||||
Goldman Sachs, il lato ombra di Draghi e Monti:Nei giorni scorsi Le Monde ha scritto che la Goldman Sachs rappresenta il lato ombra di Mario Draghi, ex governatore della Banca d’Italia e attuale presidente della Bce. Alla lista va aggiunto anche Mario Monti. Vediamo perché.La Goldman Sachs è la più potente banca d’affari americana, che condiziona mercati e governi. Ha detto la verità il trader indipendente Alessio Rastani, prendendosi gioco della Bbc e rilasciando un’intervista in cui dichiarava che “i governi non governano il mondo, Goldman Sachs governa il mondo”. Nel film Inside Job, del regista Charles Ferguson, la banca d’affari risulta tra le protagoniste della crisi economica innescata nel 2008 negli Stati Uniti. In questo lungo post sul mio blog trovate la storia completa.
Ma è interessante notare come gli uomini della Goldman hanno ricoperto incarichi importanti nell’amministrazione Usa, arrivando a ruoli di primo piano. Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti da utilizzare per manovre di speculazione. Nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (2003-2007) pubblicò un rapporto in cui annunciava il rischio che le società finanziarie, assumendo grandi rischi per realizzare enormi profitti a breve termine, avrebbero potuto far collassare il sistema economico. Nella prima metà del 2006 la Goldman Sachs vendette 3,1 miliardi di dollari di Cdo e in quel periodo l’amministratore delegato era proprio Henry Paulson. Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro e fu costretto a vendere le sue azioni della Goldman, intascando 485 milioni di dollari (e grazie a una legge di Bush padre non pagò nessuna tassa).
Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) dovette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di m…”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura.
Purtroppo anche Barack Obama ha confermato il potere della banca d’affari. Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 lodava i derivati). Capo del personale del dipartimento del Tesoro è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo della Cfct si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizazione dei derivati.
Anche in Europa la Goldman manovra da tempo. Nel 1999 la Grecia non aveva i numeri per entrare nell’euro. Quindi truccò i bilanci. Su Presseurope Gabriele Crescente scrive: “Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.”
Ora torniamo a Mario Draghi. Dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs. Insomma: proprio nel periodo in cui in America le banche d’affari erano scatenate in manovre speculative e scavavano il baratro finanziario che si è materializzato nel 2008, trascinando il resto del mondo. Non sapeva nulla di queste tendenze l’economista italiano?
Anche Mario Monti lavora per la banca d’affari: dal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”. Cioè dall’anno in cui si stava progettando la crisi economica mondiale, di cui parlerò in una conferenza gratuita.
Queste informazioni, purtroppo, la stampa italiana le ha ignorate. Ma la Rete no. Durante la seconda puntata di Servizio Pubblico il blogger Claudio Messora ha spiegato il rapporto tra Mario Monti e la Goldman. E ha citato un articolo di Milano Finanza che – unica eccezione – ha rivelato il ruolo della Goldman Sachs nel rialzo dello spread dei titoli italiani in questi giorni. In pochi minuti su Facebook è cambiata l’opinione degli utenti all’interno di un sondaggio: prima volevano Monti presidente del Consiglio, dopo le rivelazioni hanno cambiato idea. E’ la prova che se l’informazione facesse il suo dovere avremmo meno lobby al potere e più democrazia.
| |||||||
Dopo aver affamato i pensionati, aumentato la benzina e l’iva, spremuto i contribuenti con nuove tasse al punto da violentare lo “stato di diritto”, adesso Mario Monti vuole i licenziamenti di massa perché lo richiede il mercato che vuole tornare a investire in Italia. Naturalmente è l’ennesima balla, perché le aziende straniere non investiranno mai un centesimo finché regnerà la corruzione, la burocrazia, la giustizia lenta e la casta politica. Ma l’attuale premier usa le televisioni in perfetto stile berlusconiano (spiega una balla come fosse una verità) e procede nel suo progetto di ferire il tessuto sociale, favorendo l’aumento della disoccupazione in nome di una parola che sta svuotando le democrazie e impoverendo il mondo: il mercato.
E’ un metodo inaccettabile. Forse il Professore lo ha imparato lavorando per Goldman Sachs, la banca d’investimenti americana che ha contribuito a innescare la crisi finanziaria del 2008, trascinando nel baratro le economie del mondo. Una banca a delinquere accusata di truffa e finita sotto inchiesta, definita da un ex manager – poche settimane fa – “un ambiente tossico e distruttivo” che considera i clienti dei “pupazzi” a cui vendere derivati avvelenati, pensando unicamente al dio denaro. E’ questo il suo mercato, mister Monti? Non prova imbarazzo, egregio presidente del Consiglio, per l’incarico che ha ricoperto all’interno di una piovra finanziaria che rappresenta un pericolo per le democrazie mondiali?
Nella conferenza stampa in cui Monti & Company hanno fatto a pezzi l’articolo 18 nessun giornalista ha chiesto come mai il debito pubblico italiano è aumentato di 59 miliardi durante la permanenza del professore a Palazzo Chigi, sfiorando ormai i 2 mila miliardi. Oppure perché il suo governo non ha tassato i grandi patrimoni, ha abbassato la testa di fronte alla lobby dei tassisti, ha ammorbidito la posizione verso le banche, ha bloccato la vendita delle frequenze televisive (il cosiddetto Beauty contest tanto caro a Berlusconi). Eppure anche questo è mercato, no?
Diciamo la verità: l’intezione di facilitare i licenziamenti ha rivelato il vero volto di mister Monti. È un uomo del mercato: freddo, tecnico, insensibile al dolore della gente che perde il lavoro e la speranza nel futuro. Un uomo delle banche che mette al riparo i ricchi e indebita il popolo. Un alleato della Banca centrale europea di Mario Draghi, anche lui consulente della Goldman Sachs, a cui deve assicurare che gli interessi del mercato verranno salvaguardati. Insomma, un premier arrogante che pensa allo spread e lascia in lacrime gli italiani. Il suo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, adesso dice: “O si approva la riforma del lavoro o si va tutti a casa”. Ecco, vada tranquillamente a casa mister Monti, insieme ai suoi tecnici. E si occupi con sobrietà delle sue consulenze con le banche del mercato.
| |||||||
La Goldman Sachs? Una banca d’affari che in Europa ha «tessuto una rete d’influenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia sotterranea».
A dirlo non sono i soliti quattro gatti appassionati di trame e complotti internazionali, ma quelli di Le Monde. La bibbia dei “gauche caviar” d’Oltralpe parte da Mario Monti e Mario Draghi per accusare la banca d’affari statunitense di gestire un occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro.
La caccia di Le Monde ai Goldman’s Boy parte proprio da Mario Monti. Come ricorda il quotidiano francese il nostro premier in pectore ha collezionato non solo l’incarico di consigliere internazionale della Goldman Sachs, conferitogli nel 2005, ma anche le cariche, non proprio ininfluenti, di presidente della Commissione Trilaterale e di socio del Bilderberg Group.
Ma l’appartenenza alla Trilaterale e al Bilderberg sembrano dei requisiti irrinunciabili per tutti i Messia delle disastrate nazioni europee.
Non a caso Peter Denis Sutherland presidente non esecutivo della Goldman Sachs International, membro del Bilderberg Group e presidente onorario della Trilaterale, è stato chiamato a dirigere le operazioni per il salvataggio dell’economia irlandese. Peccato che la Commissione Trilaterale, ideata nel 1973 da David Rockfeller, venga spesso accusata di non essere non soltanto un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, ma un centro di potere occulto creato - scriveva il senatore repubblicano Barry Goldwater - per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte».
Ben peggiori sono però, ricorda Le Monde, i sospetti che circondano Mario Draghi l’attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi - al pari del “Supermario” nostrano - a salvare la patria in pericolo.
Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici.
Tra i Goldman’s Boys nostrani Le Monde dimentica Romano Prodi. A puntare il dito sull’ex premier dell’Ulivo ci pensa già nel 2007 il Daily Telegraph accusandolo di esser stato sul libro paga della Goldman una prima volta tra il 1990 e il 1993 e poi di nuovo dopo il 1997.
Ma alla luce dello scenario disegnato da Le Monde è assai interessante anche il “cursus honorum” di Massimo Tononi, il 47enne manager bocconiano nominato nel 2006 sottosegretario all’Economia del governo Prodi dopo una fulgida carriera in Goldman Sachs. Tornato alla Goldman dopo quell’esperienza, Tononi è oggi il presidente di Borsa Italiana, la società di proprietà del London Stock Exchange che controlla Piazza Affari. Una carica assunta lo scorso giugno, poche settimane prima del fatidico decollo dello spread. Uno di quei casi che solo Dio sa spiegare. Non a caso Lloyd Craig Blankfein, presidente dal 2006 della Goldman Sachs e grande finanziatore delle campagne elettorali di Obama, spiega così il suo mestiere di banchiere.
Cresce la lista degli imprenditori e disoccupati che, strozzati dai debiti, decidono di togliersi la vita!
Si è ucciso con un colpo alla testa venerdì scorso a
Mamoiada (Nuoro) perchè era stato costretto a licenziare i suoi due
figli. L'imprenditore, 55 anni, è solo l'ultima vittima della crisi:
sono molti i casi di imprenditori e disoccupati, gravati dai problemi
economici, che hanno compiuto gesti estremi. Ecco i precedenti.
- 27 APRILE 2012: Imprenditore edile di 55 anni, G.M. che sembra legato alla crisi che
aveva messo in ginocchio la sua impresa edile, soprattutto dopo
l'abbandono di un fratello socio, anche se in paese non tutti vogliono
crederci.
- 24
APRILE 2012: Diego Peludo, imprenditore di 52 anni, si lancia dall'ottavo
piano della sua abitazione situata in via Cilea, nel centro del Vomero,
quartiere collinare di Napoli.
- 22 APRILE 2012: Un artigiano edile di
Bosa, 52 anni, si suicida perchè dopo aver perso il lavoro non riusciva
a mandare avanti la famiglia. L'uomo aveva chiesto aiuto anche al
sindaco. I motivi del gesto lasciati in un messaggio: «Scusatemi, ma
forse non è solo colpa mia».
- 13 APRILE 2012: A Donnalucata, nel
ragusano, un imprenditore agricolo in difficoltà a causa della crisi
economica si suicida impiccandosi. L'uomo di 28 anni, titolare di
impianti serricoli, lascia moglie e due figli. Il cadavere viene
ritrovato dal padre, che avverte i carabinieri.
- 13 APRILE 2012:
Un imprenditore, la cui azienda è in crisi, tenta di uccidersi
sparandosi un colpo di fucile in piazza a Montecchio Maggiore (Vicenza).
-
12 APRILE 2012: Un agricoltore di 53 anni si uccide ad Altivole, in
provincia di Treviso, perchè non in grado di coprire una serie di debiti
che gravavano sulle sue spalle. La crisi e un'annata di siccità, che
avrebbe compromesso il raccolto, le cause del drammatico gesto.
-
9 APRILE 2012: Una donna di 32 anni disoccupata tenta il suicidio
perchè non riusciva a trovare un lavoro in provincia di Asti.
- 5
APRILE 2012: Un artigiano edile cinquantatreenne viene trovato morto,
impiccato, all'interno di una abitazione che stava ristrutturando, nel
centro di Savona. Sono i colleghi a scoprire il corpo senza vita.
-
21 MARZO 2012: A Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60
anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto
per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino
della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie,
non vedendolo più in casa e notando la porta del ripostiglio chiusa a
chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime
chiede il loro aiuto. Grazie all'intervento dei carabinieri e del
personale del 118 l'uomo viene salvato.
- 20 MARZO 2012: Un uomo
di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene
trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua
abitazione. Da qualche tempo era in difficoltà economiche non riuscendo a
incassare alcuni crediti. Il gesto estremo è maturato dopo che l'uomo è
stato multato e si è visto sequestrare l'auto per guida senza patente.
-
15 MARZO 2012: Una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il
lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per
sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in
ospedale.
- 9 MARZO 2012: Un commerciante di 60 anni, in
provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in
contrada 'Ciaurrò, nella Marina della cittadina jonica. La causa del
gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica.
- 9 MARZO
2012: Un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave
(Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere sia
economico che personale. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il
folle gesto con una corda recuperata in azienda.
- 27 FEBBRAIO
2012: A Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti
con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo
un prestito di 4mila euro. L'uomo, un 50enne titolare di un'impresa
edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già
debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio
. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo
salvano.
- 26 FEBBRAIO 2012: Un imprenditore si toglie la vita
impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il
cadavere viene trovato dai famigliari. All'origine del gesto le
preoccupazioni dell'uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva
investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato
dall'imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L'uomo si
impicca con una corda a una trave del capannone.
- 21 FEBBRAIO
2012: Un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di
suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione
ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di
agenti.
- 15 FEBBRAIO 2012: A Paternò, in provincia di Catania,
un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione
a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un
capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era
titolare.
- 12 DICEMBRE 2011: Un imprenditore si suicida per
problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un
colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con
scritto: «Perdonatemi non ce la faccio più». Soffriva perchè costretto
ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di
mancanza di liquidità.
10 FEBBRAIO 2011: Un commerciante si
toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo
corso Umberto a Napoli. è il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di
suicidarsi l'uomo lascia un biglietto ai suoi famigliari: «Perdonatemi,
non ce la faccio più».
- 13 SETTEMBRE 2010: Troppi debiti.
Questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella
notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a
togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L'uomo,
secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima
di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori,
scrivendo: «Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete più
una lira, addio, arrangiatevi». L'imprenditore doveva ai suoi
dipendenti degli stipendi arretrati.
- 2 MARZO 2010 - Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficoltà della sua azienda.
Le banche istigano al suicidio, una procura avvia le indagini:E' questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Sono ipotizzati anche i reati di truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, "una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza!"
Le banche istigano al suicidio. E' questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Oltre all’istigazione al suicidio, sono ipotizzati altri reati: truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, “una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza”.
L’accusa parte dalle due operazioni di Ltro. Cioè dai finanziamenti concessi dalla Bce a un tasso agevolato dell'1%. L'iniziativa ha permesso agli istituti italiani di incamerare 251 miliardi di euro. Una iniezione di liquidità che, secondo Adusbef, gli istituti hanno tenuto per sé. “Quel finanziamento – afferma Lannutti – doveva servire a immettere nuova liquidità sul mercato e aumentare la disponibilità di credito verso le aziende. E invece è stato usato per pagare i bonus dei manager o per ripianare i bilanci delle banche. Mentre la crisi ha portato una catena di fallimenti, licenziamenti e suicidi”. La nostra, prosegue Lannutti, “è una campagna contro le banche e i banchieri, che ormai si credono padroni del mondo e hanno potere di vita o di morte sui governi”. Il tono dell’esposto presentato da Abusbef è duro quanto le parole del suo presidente: “Siamo dinanzi ad un modus operandi – si legge nel testo della denuncia - che se da un lato integra l’ipotesi di una vera e propria truffa, dall’altra apre le porte ad ipotesi delittuose vicine alla distrazione di denaro pubblico per fini privatistici e riservato ai compari di merende!"
di Paolo Fiore
Notizie estrapolate in Internet da Alexander Mitrokhin | |||||||
Etichette:
banca europea,
banche,
capitalismo,
Crisi Economica,
crisi economica mondiale,
crisi finanziaria,
Governo Italiano,
Governo Monti,
miseria,
povertà
Italy, Italia
Roma, Italia
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!










