Muammar Gheddafi
1 Settembre 2011 - ore 12:54 - Nuovo messaggio audio trasmesso dalla tv di Stato del colonnello Muammar Gheddafi che si è congratulato con i suoi fedelissimi libici per l'eliminazione dei ''ratti'', messa in atto durante gli scontri di Tripoli. Gheddafi ha fatto appello ai suoi sostenitori perché ''marcino a milioni'' per mettere fine alla ‘'mascherata'' del conflitto.''Bisogna mettere fine a questa mascherata. Voi dovete marciare a milioni per liberare le città distrutte e controllate dai ribelli'', ha detto Gheddafi. Anche la Francia è nel mirino del rais. Il presidente Nicolas Sarkozy, infatti, è accusato di volersi “prendere il petrolio libico!”
TRIPOLI - (LIBIA) - Muammar Gheddafi ha accusato l'Occidente di voler occupare la Libia per appropriarsi delle sue risorse in un nuovo discorso audio - il secondo della giornata - trasmesso in diretta dalla rete televisiva Al Jazira. Muammar Gheddafi ha chiesto alla Nato e all'Onu di fermare i raid aerei sulla Libia. La comunità internazionale - ha aggiunto - ha portato il Paese alla guerra civile. Nel nuovo messaggio, della durata di pochi minuti, Gheddafi ha ribadito che la morte è preferibile all'occupazione straniera del suolo libico ed ha accusato la comunità internazionale di essere responsabile della ''guerra civile'' che sta insanguinando la Libia. Come quello del pomeriggio, l'intervento di Gheddafi è stato diffuso attraverso Al Rai, un'emittente con base a Damasco che sembra essere l'unica Tv su cui gli esponenti del vecchio regime possono intervenire. Il discorso è stato ritrasmesso in diretta anche dalla rete satellitare araba Al Jazira.
IL PRIMO MESSAGGIO. Nel pomeriggio un altro messaggio audio registrato e trasmesso dall’emittente siriana Al Rai: “Continuate a combattere anche se non sentite la mia voce” perché “è impossibile assoggettare le tribù, la resistenza continua”. Il Colonnello si troverebbe a Bani Walid, 150 chilometri a sudest della capitale, secondo Abdel Majid Mlegta, coordinatore delle sala operativa di Tripoli delle operazioni militari degli insorti. La determinazione del “covo” di Gheddafi sarebbe stata fatta in base a informazioni di qualcuno “di cui ci fidiamo”, ha detto Mlegta. Dal suo nascondiglio, intanto, il rais deposto incita ancora alla lotta, garantendo ai suoi sostenitori che “i ribelli dipendono dai mass media e dai mercenari”.
BAGHDADI DALLA PARTE DEI RIBELLI. L'ex premier di Muammar Gheddafi, Al Baghdadi Al Mahmoudi ora è passato dalla parte dei ribelli. Lo ha assicurato egli stesso all'emittente Al Arabiya. Al Mahmudi sostiene di ''essere rimasto in Libia e di essere in contatto con il Cnt''. Al Baghdadi sostiene di ''aver cercato di interrompere le uccisioni e di avviare un dialogo nazionale''. Una decina di giorni fa, il 22 agosto, testimoni oculari citati dalla televisione Al Arabiya avevano sostenuto che l'ex premier era sull'isola tunisina di Djerba. Nei giorni precedenti, a più riprese, Al Baghdadi aveva lanciato appelli al dialogo e al cessate il fuoco.
GRANDE JAMAIRIYA. Nato a Sirte, in Libia, 69 anni fa, Gheddafi ha guidato la Libia per più di 41 anni e ha resistito per mesi dall'inizio della rivolta - il 17 febbraio - contro di lui. Era il primo settembre del 1969 quando il capitano Gheddafi, all'epoca 27enne, rovesciò con un colpo di stato re Idris e, utoproclamandosi colonnello, divenne la “Guida della grande rivoluzione della Grande Jamahiriya araba libica popolare e socialista”. Ultimo figlio di una famiglia di Beduini, Gheddafi è cresciuto con il mito dell'ex presidente egiziano Gamal Abdel Nasser e il sogno di promuovere l'unità araba.
SOCIALISMO ISLAMICO. Dalla salita al potere, Gheddafi instaura quello che definisce un “socialismo islamico” e delinea la sua filosofia politica nel Libro Verde, pubblicato in tre volumi tra il 1975 e il 1979. Uno dei suoi primi provvedimenti ha riguardato la nazionalizzazione di alcune aziende, tra cui quelle di cittadini italiani. Nel 1977 dichiara la “rivoluzione del popolo” e cambia il nome del Paese da Repubblica libica a Grande Jamahiriya araba libica popolare e socialista. Trentacinque anni dopo Gheddafi non avrebbe mai immaginato che un popolo intero - o quasi - si sarebbe rivoltato contro di lui e il suo sistema. Sulla sua testa pendono un mandato di cattura spiccato a fine giugno dalla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità e una taglia di 1,6 milioni di dollari.
SOCIALISMO ISLAMICO. Dalla salita al potere, Gheddafi instaura quello che definisce un “socialismo islamico” e delinea la sua filosofia politica nel Libro Verde, pubblicato in tre volumi tra il 1975 e il 1979. Uno dei suoi primi provvedimenti ha riguardato la nazionalizzazione di alcune aziende, tra cui quelle di cittadini italiani. Nel 1977 dichiara la “rivoluzione del popolo” e cambia il nome del Paese da Repubblica libica a Grande Jamahiriya araba libica popolare e socialista. Trentacinque anni dopo Gheddafi non avrebbe mai immaginato che un popolo intero - o quasi - si sarebbe rivoltato contro di lui e il suo sistema. Sulla sua testa pendono un mandato di cattura spiccato a fine giugno dalla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità e una taglia di 1,6 milioni di dollari.
E’ perfettamente vero che la guerra Nato si è valsa prima di tutto del ridurlo al silenzio, dal lasciare i media internazionali liberi di inventare, gonfiare, mentire , talvolta anche solo non capire niente del paese in cui si trovavano. E soprattutto questa idea che hanno instillato che ogni piazza che protesta sia una piazza libertaria da sostenere. Qui è stato esattamente il contrario, la piccola parte di spontaneità delle dimostrazioni di Bengasi era di cittadini nostalgici della monarchia e che hanno tentato di proclamare in quel pezzo di Libia una repubblica islamica. Fregati anche loro e ridotti al silenzio.
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