Il Presidente Barack Obama ha guadagnato il secondo mandato parlando ai deboli d'America...
(USA) - Ore 16:43
- Donne, giovani, ispanici e afro-americani: Barack Obama deve a queste
categorie la vittoria che lo ha riportato alla Casa Bianca. I
repubblicani hanno trascurato gli "ultimi" d'America certi che il
pessimo stato dell'economia li avrebbe tenuti lontani dalle urne.
A
dispetto delle previsioni repubblicane, i neri sono andati in massa a
votare, aiutando il presidente nelle aree urbane in Ohio e a mantenere
un ristretto margine di rincorsa in North Carolina (l'unico degli 'swing
States' che gli è sfuggito); i latinos sono stati determinanti per la
vittoria in Nevada e Colorado; e se vincerà in Florida sarà proprio
grazie a agli ispanici e agli afro-americani.
La porzione di elettorato non bianco si è triplicato in Usa negli ultimi 4 decenni arrivando al 27 per cento attuale. Obama ha conquistato il 93% del voto afroamericano (la migliore performance di un democratico da Lyndon Johnson nel 1964). Romney ha ricevuto appena l'1% del voto afro-americano in Florida, il 3% in Ohio e Virginia.
I latinos, invece, impensieriti dalla rude retorica repubblicana sull'immigrazione, hanno votato al 69% per Obama, risultando determinanti, in una serie di Stati, tra cui, oltre al Nevada e il Colorado, il New Mexico e l'Iowa. Anche gli asiatici, ancora solo il 3% della popolazione ma in prorompente crescita, hanno votato per due terzi per Obama (72%).
Un quadro demografico destinato a porre seri problemi al Partito Repubblicano in futuro. Oltre ai voti delle minoranze, Obama ha conquistato la maggioranza coalizzando attorno a sè il favore di giovani (il 60% di chi ha tra 18 e 29 anni), laureati e persone con master (51 e 55% rispettivamente) e le donne, ma soprattutto quelle di colore e latino-americane.
Per Romney invece hanno votato le persone più anziane (il 56% di quelli con oltre 65 anni), i bianchi (il 59%), le donne che non hanno finito l'università e gli agricoltori maschi bianchi. Di più: tra gli elettori bianchi, Romney ha fatto meglio di qualunque altro repubblicano dall'elezione di Ronald Reagan, nel 1984, superando Obama di 20 punti (59% contro 39). Romney è andato particolarmente bene tra i bianchi anziani.
La porzione di elettorato non bianco si è triplicato in Usa negli ultimi 4 decenni arrivando al 27 per cento attuale. Obama ha conquistato il 93% del voto afroamericano (la migliore performance di un democratico da Lyndon Johnson nel 1964). Romney ha ricevuto appena l'1% del voto afro-americano in Florida, il 3% in Ohio e Virginia.
I latinos, invece, impensieriti dalla rude retorica repubblicana sull'immigrazione, hanno votato al 69% per Obama, risultando determinanti, in una serie di Stati, tra cui, oltre al Nevada e il Colorado, il New Mexico e l'Iowa. Anche gli asiatici, ancora solo il 3% della popolazione ma in prorompente crescita, hanno votato per due terzi per Obama (72%).
Un quadro demografico destinato a porre seri problemi al Partito Repubblicano in futuro. Oltre ai voti delle minoranze, Obama ha conquistato la maggioranza coalizzando attorno a sè il favore di giovani (il 60% di chi ha tra 18 e 29 anni), laureati e persone con master (51 e 55% rispettivamente) e le donne, ma soprattutto quelle di colore e latino-americane.
Per Romney invece hanno votato le persone più anziane (il 56% di quelli con oltre 65 anni), i bianchi (il 59%), le donne che non hanno finito l'università e gli agricoltori maschi bianchi. Di più: tra gli elettori bianchi, Romney ha fatto meglio di qualunque altro repubblicano dall'elezione di Ronald Reagan, nel 1984, superando Obama di 20 punti (59% contro 39). Romney è andato particolarmente bene tra i bianchi anziani.
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