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mercoledì 8 marzo 2017

또한 군사 훈련을 실시 할 수있는 권한 북한은 ...... 심지어 한국과 미국이 군사 훈련을 수행 미사일 시험을 실시 할 수있는 권한이; 왜 북한은 '자유롭게 군사 훈련을 실시 할 수 없습니까? IL TEST MISSILISTICO DELLA COREA DEL NORD E' LEGITTIMO: LA COREA DEL SUD INSIEME AGLI STATI UNITI D'AMERICA EFFETTUANO SPESSO ESERCITAZIONI MILITARI CONGIUNTE NELL'AREA, PERCHE' DEVE ESSERE IMPEDITO AL GOVERNO DI KIM JONG UN? 남북한 김정은 만세 사이 만세 평화!

 
TEST MISSILISTICO IN COREA DEL NORD
또한 군사 훈련을 실시 할 수있는 권한 북한은 ...... 심지어 한국과 미국이 군사 훈련을 수행 미사일 시험을 실시 할 수있는 권한이; 왜 북한은 '자유롭게 군사 훈련을 실시 할 수 없습니까? 북부 정부는 자기 결정의 국제법의 '미덕으로 군사 훈련을 실시 할 권리가있다! 북한의 정부와 최대한 연대! 남북한 김정은 만세 사이 만세 평화!
COREA DEL NORD - Le autorità militari sudcoreane parlano di un lancio "multiplo" di proiettili che avrebbero volato per un migliaio di chilometri circa: tre sarebbero finiti dritti dritti nelle acque territoriali giapponesi. Per l'ira conseguente ma inerte del premier Shinzo Abe che proprio ieri notte aveva finito di festeggiare l'ultima vittoria conseguita nel suo partito: il cambio delle regole che gli permetteranno di ripresentarsi alle elezioni e diventare così il capo del governo più longevo della storia di Tokyo. Una ragione in più - se ma si fosse alla ricerca di qualcun'altra - per occuparsi del dittatore di Pyongyang. "Il lancio è in evidente violazione della risoluzione dell'Onu: è un'azione estremamente pericolosa" ha detto Abe. E ci mancherebbe. L'ultima volta che si trovò sotto attacco il premier si trovava nientemeno che fianco a fianco al nuovo leader del mondo libero. Dovette interrompere il simpatico week end di colloqui al sole della Florida per presentarsi insieme al presidente degli Stati Uniti davanti alla tv e condannare praticamente con le stesse parole di oggi il lancio di un missile allora di media distanza. Lo stesso Donald Trump apparendo accanto a lui aveva promesso: "L'America resta al fianco del suo alleato giapponese". Ma a fare che? Intanto nella notte arriva una dura condanna da Washington: "Difenderemo gli alleati con tutti mezzi disponibili". E a distanza di ore Sean Spider, portavoce della Casa Bianca, precisa che tra mosse all'esame ci sono anche i sistemi antimissili Usa Thaad, progettati per colpire missili balistici a medio e corto raggio.
I missili lanciati oggi sono per la verità proprio la risposta del regime alle esercitazioni congiunte tra America e Corea del Sud. Il dittatore del Nord aveva già avvertito che Pyongyang avrebbe risposto a quelle che ritiene non solo "provocazioni" ma addirittura "prove di invasione". E con la sparatoria di missili dalla base di Tongchang-ri ha dimostrato di fare molto sul serio. Come molto su serio aveva fatto anche dopo la denuncia congiunta di America e Giappone. Invece di diminuire l'attività militare Pyongyang s'è lanciata in una delle più gravi azioni criminali internazionali degli ultimi tempi: americani e sudcoreani sono infatti convinti che c'è proprio Pyongyang dietro all'assassinio all'aeroporto di Kuala Lumpur di Kim Jong-Un, il fratellastro del dittatore, il delitto alla vigilia di San Valentino per cui finora sono finte in carcere e incriminate una donna vietnamita e una indonesiana, accusate di averlo avvelenato con il gas nervino, che è un'arma di distruzione di massa che la Corea del Nord possiede purtroppo in quantità.
L'attacco missilistico ha ovviamente messo nuovamente in allarme le cancellerie di mezzo mondo. Americani e sudcoreani si sono subito riattaccati al telefono rosso. Mentre le loro truppe continuavano le esercitazioni il nuovo consigliere per la sicurezza di Trump, il generale H.R. McMaster, ha chiamato l'omologo Kim Kwan-jin, che fra l'altro si trova a gestire l'emergenza mentre il paese è ancora senza presidente della Repubblica, che lì è anche il capo del governo, per l'impeachment di Park Geun-yhe, accusata di malaffari di Stato con la sua amica sciamana Choi Soon-il.
La linea tra Washington e Seul non è mai stata così rovente. Proprio in queste ore sono in corso i preparativi per la visita ancora tutta da confermare del segretario di stato Usa Rex Tillerson. Il ministro degli esteri di The Donald volerà in Sud Corea, Giappone e anche in Cina a metà mese. Incontri ad altissimo livello compresi quelli con il presidente cinese Xi Jinping che sarebbe stato invitato alla Casa Bianca per incontrarsi direttamente con Trump. Il tempo stringe. La visita di Tillerson è vista proprio come un'accelerazione dovuta a quella che fino a ieri era la doppia e oggi è diventata la tripla offensiva nordcoreana: il lancio del missile intercontinentale, l'assassinio del fratellastro del dittatore, adesso la nuova pioggia di missili. Su tutto, l'incubo della bomba atomica. Serve l'avvertimento davvero di tutti per fermarlo. A cominciare appunto da Pechino, che in passato Trump ha accusato di non fare abbastanza. "La Cina si oppone alle violazioni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu da parte della Corea del Nord", ha detto un portavoce del ministero degli Esteri cinese, che ha invitato alla calma non solo Pyongyang, ma anche Corea del Sud e Stati Uniti.
Anche la Russia è preoccupata per i lanci di missili della Corea del Nord ma sollecita moderazione nella reazione alle ultime mosse di Pyongyang. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.  "Questi sono i passi che portano ad un ulteriore aumento della tensione nella regione. Mosca tradizionalmente invita tutte le parti a dar prova di moderazione e, naturalmente, la Russia avrà uno scambio di opinioni sulla questione con i Paesi interessati".
Per il responsabile europeo per la politica estera, Federica Mogherini, quanto accaduto "dimostra ancora una volta che le minacce che il mondo sta affrontando sono gravi ed è necessario che l'Unione europea sia un protagonista, rispetto alla questione della sicurezza, serio e affidabile, ovviamente nella nostra regione rispetto ai i nostri vicini, ma anche in luoghi lontani" ha detto a margine del Consiglio affari esteri. Anticipando come i ministri degli esteri e della Difesa Ue discuteranno prossimamente un pacchetto di proposte su come rendere l'Ue "più credibile, più affidabile e più forte anche nel campo della sicurezza e della difesa".
Anche la Farnesina "condanna" "i ripetuti test di missili" e "lo sviluppo di un arsenale nucleare", si legge in una nota, "costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e una aperta violazione delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza".
 




lunedì 21 marzo 2011

LA RISOLUZIONE ONU 1973 SULLA NO-FLY-ZONE IN LIBIA E' GIA' STATA DISATTESA E TRADITA: IL VERO INTERESSE DELLA FRANCIA, (IN PRIMA LINEA), E' IL BUSINESS DEL PETROLIO! PERCHE' TANTA FRETTA DI ATTACCARE LA LIBIA DA PARTE DELLA FRANCIA? QUALI INTERESSI NASCONDE? QUALI DIPLOMAZIE SEGRETE HANNO AGITO IN NORD-AFRICA IN TUTTE LE RIVOLTE ARABE CHE HANNO DESTABILIZZATO L'INTERA AREA?


TRIPOLI – BENGASI (LIBIA) – Alla fine, ciò che molti in Europa e nel Mondo temevano, si è avverato. L'avventatezza del comportamento politico del Presidente Francese Sarkozy che sin dall'inizio della “Giornata della Collera” del 17 Febbraio 2011 e successivamente dopo da solo, aveva riconosciuto ufficialmente il “Governo Ribelle” asserragliato nella Capitale della Cirenaica Bengasi che si oppone al Governo Ufficiale del Colonnello Gheddafi, ha portato ad un'accelerazione dell'escalation che ha sancito la Risoluzione O.N.U. 1973 e che istituisce la “No-Fly-Zone” sui cieli della Libia ed il conseguente primo attacco militare da parte dei Jet Francesi, durante la sera del 19 Marzo e l'alba del 20 Marzo 2011.
Da sempre ho sostenuto che i “ribelli” anti-Gheddafi, fin dai primi giorni dell'inizio delle manifestazioni della “Giornata della Collera” bene armati fino ai denti, erano guidati da “forze oscure” forse legate ai fondamentalisti Islamici di Osama BinLaden e di Al Qaeda, sicuramente spinti da un piano politico preciso di destabilizzazione sociale e politica dell'intero Paese atto a rovesciare il Regime di Gheddafi con l'uso della forza e della violenza.
Ed ancora, da subito, questo sedicente “Governo provvisorio Ribelle” da Bengasi fece circolare in tutta la Libia ed in tutto il Mondo le false notizie dei bombardamenti criminali dei Jet Libici sulle folle dei civili inermi che manifestavano contro Gheddafi, così come fecero circolare le notizie e le foto fasulle delle fosse comuni scavate per nascondere i fantomatici genocidi perpetrati dalle milizie fedeli a Gheddafi per le strade delle città Libiche; la propaganda di parte fomentata sulle false notizie atte ad indignare l'opinione pubblica Mondiale per essere preparata meglio ad affrontare un'ennesima guerra per la conquista del petrolio ha purtroppo funzionato.
Sicuramente la Francia con i suoi apparati di Intelligence e con le sue azioni di spionaggio ha alla luce degli ultimi improvvisi avvicendamenti, fomentato l'escalation delle violenze in Libia per difendere non solo i propri interessi economici da sempre molto ingenti in Libia, ma soprattutto per aumentare la propria influenza politica sull'area Nord-Africana che si affaccia sul Mar Mediterraneo; Muammar Gheddafi stesso, dopo lo smacco del Presidente Francese Sarkozy che di fatto con il riconoscimento ufficiale del “Governo Ribelle” di Bengasi lo ha delegittimato e disconosciuto, ha ricordato allo stesso Presidente Francese Sarkozy che la sua ultima campagna elettorale del 2007 che lo ha eletto Presidente della Repubblica Francese, è stata in parte finanziata anche con i soldi di Tripoli.
Questa fretta della Francia di scendere in guerra contro Gheddafi, “puzza” come un avventato tentativo di “nascondere” qualche scomodo “scheletro nell'armadio” e di rimediare a qualche “goffo” tentativo di sostegno politico ai vecchi “regimi” che sono crollati in Egitto, Tunisia, Algeria e proprio nel Dicembre 2010 poco prima di Natale, lo stesso Ex-Ministro degli Esteri Francese Michèle Alliot-Marie fu costretta a dimettersi per lo scandalo delle “vacanze” regalate e spesate da un uomo d'affari e amico intimo del “Presidente-Dittatore” Ben Alì in Tunisia ed Egitto, poco prima che lo stesso Ben Alì fu poi costretto alle dimissioni ed alla fuga per le violente rivolte di piazza scoppiate in quei giorni e conosciute come le “Rivolte per il pane”!
Appunto, che cosa ci faceva l'Ex-Ministro degli Esteri Francese in Tunisia proprio a Natale? Che cosa o quali interessi o quali segreti piani politici avevano spinto l'Ex-Ministro degli Esteri Francese ad accettare l'invito di Ben Alì in Tunisia? Non si può dunque escludere che il tumulto delle rivolte Nord-Africane abbiano avuto una regia ben precisa? Un piano politico segretissimo guidato in primis dai Servizi Segreti Francesi di Sarkozy in contatto con i vari leader delle opposizioni politiche dei Paesi Nord-Africani? Tutto è possibile!
L'attacco repentino dei Jet Francesi sui cieli della Libia nella sera del 19 Marzo 2011 è un segnale che può far riflettere su questa inquietante ipotesi, tanto più che il Presidente Sarkozy in patria ha sofferto negli ultimi mesi di un forte calo di popolarità tra i suoi elettori ed oltre tutto il suo partito politico in questi giorni dovrà affrontare una pesante campagna elettorale in diverse elezioni comunali in tutta la Francia, la guerra in difesa “apparente” dei diritti umani in Libia e per la difesa dei propri interessi economici Nazionali può di certo aiutarlo nella risalita e nella scalata del potere e del prestigio popolare e Internazionale dell'Eliseo e della Francia stessa.
Interessi economici, petrolio e potere politico: questo è il vero interesse che ha spinto la Francia e Sarkozy alla grande e pericolosa impresa militare contro il Regime di Gheddafi.
Determinato come non mai, Sarkozy è riuscito in pochi giorni a far votare alle Nazioni Unite la oramai famosa risoluzione 1973 che sancisce la “No-Fly-Zone” sui cieli della Libia, il tutto con la partecipazione attiva di Inghilterra, Stati Uniti d'America, Danimarca, Canada e Italia, quest'ultima più che altro utilizzata come “porta-aerei” naturale sul Mediterraneo affacciata verso le coste Libiche, come sempre trattata da “comprimaria” e già bollata, giustamente da Gheddafi, come una Nazione traditrice! Già, proprio il nostro Governo guidato dal Premier Berlusconi, si è comportato come un vero e proprio “traditore” verso il Governo Ufficiale guidato dal Colonnello Muammar Gheddafi! Dal 2008 il nostro Paese si era pian piano riavvicinato alla Libia di Gheddafi, sottoscrivendo diversi e importantissimi trattati politico-economici tra cui il più famoso e conosciuto come il “Trattato di Amicizia” rafforzato dalla doppia firma Berlusconi-Gheddafi nello scorso Agosto 2010 durante la visita a Roma dello stesso Gheddafi, tra cui ricordiamo la sua discutibile lezione sul Corano fatta in due giorni dinanzi a oltre cento modelle, hostess e ragazze immagine scelte e pagate appositamente per il Colonnello da diverse Agenzie di Moda!
In quel trattato di amicizia Italo-Libica, oltre a diversi ed importantissimi accordi economici, fu siglato e sottoscritto anche un “patto” di non belligeranza tra i due Paesi che insieme condividono il Mar Mediterraneo, ovvero l'Italia si impegnava a non offrire le proprie basi militari a Paesi e forze armate straniere ostili alla Libia e si impegnava ad impedire attacchi militari che potessero partire dalle coste e dagli aeroporti militari Italiani; la contro parte come già tutti sappiamo, si impegnava soprattutto a collaborare per contrastare l'immigrazione clandestina via mare, sfruttata dalle mafie internazionali che imbarcano i clandestini su piccoli battelli di fortuna per condurli verso le coste Italiane dell'isola di Lampedusa, della Calabria e della Sicilia.
Appunto come si diceva poc'anzi, il Governo Italiano guidato dal Premier Berlusconi ha di fatto tradito da subito il suo “Trattato di Amicizia” appena sottoscritto 7 mesi prima di questo scellerato attacco militare contro la Libia, in sostegno dei terroristi ribelli guidati dal “Governo Provvisorio” degli oppositori di Gheddafi asserragliatisi a Bengasi; l'Italia a nostro avviso avrebbe dovuto seguire l'esempio della Russia, della Germania, della Turchia e della Cina, ovvero durante l'assemblea delle Nazioni Unite il nostro Governo avrebbe dovuto astenersi sulla Risoluzione 1973 della “No-Fly-Zone” e non avrebbe dovuto concedere le basi militari, gli aeroporti militari ed i porti militari ai Paesi N.A.T.O che sono impegnati militarmente a garantire la “No-Fly-Zone” e ad attaccare in queste ore il territorio Libico e le Forze Armate guidate dal Colonnello Muammar Gheddafi, unico Capo indiscusso dell'unico Governo Ufficiale della Libia che conosciamo oggi.
In questo caso dobbiamo dare ragione al Senatore Umberto Bossi, il quale sostiene che il nostro Governo avrebbe dovuto seguire l'esempio del Governo Tedesco guidato dal Premier Angela Merkel, mantenendo una posizione di forte cautela, cautela che come ha detto lo stesso Senatore Bossi può “essere un atto di coraggio” più di quanto invece di chi sostiene l'intervento armato in Libia come un'azione necessaria e virtuosa, ispirata da idee e valori alti e moralmente giusti.
La difesa dei diritti umani, della libertà, della pace sociale non regge molto se solo ricordiamo i cento conflitti armati Africani e Medio-Orientali dove quotidianamente, da decenni, i diritti più elementari della vita umana vengono calpestati ma anche dove purtroppo non esistono forti interessi economici e dunque, nessun Paese in seno all'O.N.U si interessa di far votare una Risoluzione o una “No-Fly-Zone” a protezione dei civili inermi o per fare cessare il conflitto armato tribale.
Guerre per i Diamanti, Guerre per il Petrolio, Guerre per le Armi e la Droga, quante Guerre ingiuste e quanta ipocrisia in Occidente; la Francia con o senza Gheddafi, chiederà il suo prezzo e sarà molto caro, molto salato, poi verranno gli Stati Uniti di Barack Obama ed anche loro chiederanno il saldo dei loro conti, così come l'Inghilterra di Cameron che oggi è fiero alleato del Francese Sarkozy in guerra, il Canada e la Danimarca che hanno dato il loro appoggio alle azioni militari, ma l'Italia che oggi è per lo più considerata e trattata da comprimaria solo per la sua posizione strategica naturale, di sicuro perderà in poco tempo in Libia ciò che fino ad ora era riuscita a conquistare con la sola forza e la sola azione della sua Diplomazia e della sua Politica.
Governo Italiano inetto dunque, incapace di prendere una sola ed unica posizione legittima e possibile, una posizione politica sensata che era quella contraria all'intervento armato in Libia.
Adesso il “dado è tratto” e la “frittata è fatta”! Siamo stati chiamati e trascinati a forza in ballo, ci tocca quindi ballare sperando che questa macabra danza per il petrolio finisca il prima possibile.
Ma ho paura che il “Maestro dell'Orchestra” Sarkozy non farà terminare la “musica” ai suoi “suonatori” fino a quando non avrà raggiunto i suoi scopi risaputi e quelli segreti, cioè fino a quando non si sentirà veramente “vincitore” morale e trionfatore politico in Libia come in Francia, fino a quando il nuovo “Napoleone” in chiave moderna non avrà riconquistato il suo nuovo ruolo di “Capo” influente in Nord-Africa, in Francia, in Europa, all'O.N.U come nella U.E e nella N.A.T.O.
Alla “Tromba” Obama, alla “Chitarra” Cameron, alla “Direzione” Sarkozy e “Cenerentola” Berlusconi che balla insieme ai Canadesi e ai Danesi in questa triste “Ballata” delle bombe, ma non finirà come nella favola di “Cenerentola”, Berlusconi non sposerà il “Principe” ricco, l'Italia rimarrà agli ultimi posti nel mosaico dei nuovi affari petroliferi che si apriranno nel dopo guerra in Libia; ecco perchè Berlusconi avrebbe dovuto mantenere una posizione di cautela.
L'ingerenza in uno Stato straniero dove opera un Governo Ufficiale da parte della Comunità Internazionale è un atto illegittimo, illegale, in questo caso inopportuno.
L'O.N.U dovrebbe intervenire militarmente per mettere pace e sanare i conflitti la dove veramente i diritti civili vengono calpestati brutalmente, la dove il sangue degli innocenti bagna la terra, nell'Africa centrale e nell'Africa più profonda, nel Medio-Oriente, in Asia o in qualsiasi parte del Mondo dove la guerra fratricida miete vittime innocenti, uccide vecchi e bambini, dove in questi Paesi poveri e disperati non esiste petrolio, oro e diamanti ma esiste solo fame, sete, miseria.
Le Nazioni Unite guidate da Ban Ki-Moon tornino veramente a ricoprire quel ruolo politico e sociale nel Mondo per cui sono nate: sanare le differenze tra le economie degli Stati, risolvere i conflitti tribali, mediare tra le Nazioni di tutto il Mondo e operare per la Pace, lottare contro la fame, la sete e la miseria, impedire le siccità, le carestie e le catastrofi naturali causate dalle cattive azioni dell'uomo, rafforzare l'influenza della diplomazia e del dialogo tra i Governi nel Mondo, promuovere la lotta al traffico di armi, al traffico di droga, al traffico di esseri umani, al traffico della prostituzione minorile e non, allo sfruttamento della mano d'opera minorile, al traffico degli organi umani; promuovere la messa al bando della produzione di armi chimiche, nucleari e di distruzione di massa in generale.
Oggi invece l'O.N.U sembra attuare la dinamica dei “due pesi e due misure” in quanto interviene militarmente nei Paesi che hanno in ballo forti, vitali e importanti interessi economici mentre non interviene mai nei Paesi che hanno scarsa rilevanza economica, sociale e politica.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite oggi andrebbe più che mai riformata e rifondata sulla base di principi più giusti, equi ed onesti; l'influenza delle Nazioni più ricche a discapito delle più povere dovrebbe essere riequilibrata e ponderata sulle basi di una vera solidarietà politica e sociale.
Per queste ed altrettante motivazioni, noi del Blog “Socialpopolare” Mitrokhin non appoggiamo ma condanniamo l'attacco militare Franco-Anglo-Statunitense alla Libia, deploriamo l'iniziativa diplomatico-politica del Presidente Francese Sarkozy e ci allineiamo sulla posizione della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese nonché della Repubblica Federale Tedesca, invocando un immediato “Cessate il fuoco” da parte del Governo di Gheddafi e sia da parte della Coalizione guidata dalla Francia, Gran Bretagna e U.S.A per tornare sul piano del dialogo, della diplomazia e della politica; auspichiamo la riapertura di una trattativa politica per risolvere il “conflitto” in maniera pacifica e dunque non appoggiamo la posizione attuale del Governo Italiano che a nostro avviso ha tradito, disatteso e non ha mantenuto i suoi accordi sottoscritti con il Governo di Gheddafi nel “Trattato di Amicizia” Italo-Libica del 2008-2009-2010.
Del resto noi del Blog Mitrokhin, da subito, abbiamo difeso e sostenuto l'unico Governo Ufficiale che dal 1979 guida la politica e la società Libica, Governo guidato dal Colonnello Muammar Gheddafi oggi impegnato a ristabilire l'ordine e la pace sociale in un Paese destabilizzato dai “terroristi” finanziati da Al Qaeda prima e sostenuti dall'Occidente oggi.

Alexander Mitrokhin

venerdì 28 dicembre 2007

Benazir Bhutto uccisa in un attentato in Pakistan!

La leader dell'opposizione morta in ospedale dopo essere stata colpita durante un comizio!
Almeno altre 20 vittime!
ISLAMABAD - Uccisa durante un comizio pre-elettorale, a pochi giorni dal voto dell'8 gennaio. Benazir Bhutto, leader dell'opposizione pachistana, icona anti-islamista e filo-americana, è morta in un attentato suicida avvenuto a Rawalpindi. Nell'attacco hanno perso la vita almeno altre 20 persone. Secondo la ricostruzione della polizia, uno o due attentatori su una moto si sono avvicinati all'auto di Benazir Bhutto e hanno sparato almeno cinque colpi con un fucile mitragliatore Ak75 (kalashnikov), colpendo la leader dell'opposizione alla nuca. I due si sono poi fatti esplodere poco lontano e i soccorsi hanno tardato a raggiungere l'auto della Bhutto perché temevano un'altra esplosione.
LE REAZIONI - Alla notizia della morte di Benazir Bhutto, il Pakistan - un paese di 160 milioni di musulmani (fra sciiti e sunniti) e dotato di atomica - è piombato sull'orlo della guerra civile. Mentre i principali leader mondiali hanno condannato l'attacco, rivendicato da Al Qaeda, il presidente Pervez Musharraf, alleato-chiave degli Stati Uniti nella guerra al terrore, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale (rimarranno chiusi scuole, banche e negozi), puntando il dito contro i terroristi islamici. Ma dal marito della vittima sono arrivate accuse opposte: «È opera del governo» ha commentato a caldo Asif Ali Zardari, poco prima di partire da Dubai, dove una parte della famiglia vive in esilio, alla volta del Pakistan (per partecipare ai funerali che si terranno venerdì a Larkana, città natale della Bhutto).
AL QAEDA - L'attentato è stato rivendicato da Al Qaeda. Secondo quanto ha dichiarato il principale portavoce dell'organizzazione terroristica Sheikh Saeed in un colloquio telefonico da una località sconosciuta con AKI-Adnkronos International, è stato il numero due della rete terroristica, Ayman Al Zawahiri, a ordinare l'uccisione della Bhutto. «Abbiamo eliminato il più importante asset nelle mani degli americani», ha detto lo sceicco. Secondo Sheikh Saeed, l'assassinio è stato realizzato da un militante della cellula terroristica Lashkar-i-Jhangvi del Punjab.
DISORDINI - Dopo la notizia dell'uccisione della Bhutto, si sono verificati incidenti in diverse località pachistane, con scontri e vittime. Migliaia di sostenitori del Partito del popolo (Ppp) dell'ex premier si sono diretti verso l'ospedale di Rawalpindi. I sostenitori della Bhutto hanno attaccato anche la polizia, tirando sassi contro gli agenti. Fuori dall'ospedale di Rawalpindi i 'fedelissimi' della Bhutto hanno iniziato a intonare slogan contro il presidente Musharraf. A Karachi, città natale della Bhutto, i sostenitori del Ppp hanno occupato le strade della città, incendiato copertoni e lanciato sassi contro le automobili: negli scontri sarebbero morte dieci persone. Disordini anche a Peshawar, dove la polizia ha usato gas lacrimogeni e manganelli per disperdere una folla inferocita riunitasi spontaneamente.
L'APPELLO DI MUSHARRAF - Il presidente del Pakistan, Pervez Musharraf, ha rivolto un appello alla popolazione. Condannando l'attentato, Musharraf ha chiesto di mantenere la calma per affrontare «questa tragedia e continuare a combattere contro il terrorismo». E per la morte della Bhutto ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. SHARIF: VOTO DA BOICOTTARE - Ma quanto accaduto a Rawalpindi è destinato a condizionare fortemente le elezioni previste per il prossimo 8 gennaio. Musharraf, la cui popolarità è crollata negli ultimi mesi in seguito alla crescente violenza nel Paese, potrebbe decidere di rinviare il voto e imporre nuovamente lo stato d'emergenza revocato il 15 dicembre dopo sei settimane. L'ex primo ministro Nawaz Sharif, un altro leader dell'opposizione, ha già annunciato che il suo partito, la Lega musulmana del Pakistan, boicotterà le elezioni. Sharif ha inoltre invitato Musharraf a dimettersi immediatamente e ha sollecitato uno sciopero nazionale (nel giorno della morte della Bhutto, a "completare" il quadro, altre cinque persone sono rimaste uccise in un attacco contro un comizio al quale lo stesso Sharif avrebbe dovuto partecipare).
LE ULTIME PAROLE - La Bhutto, 54 anni, era sfuggita a un primo sanguinoso attentato a Karachi a ottobre, il giorno del suo rientro in patria dopo otto anni di esilio volontario. Il suo ritorno in Pakistan era avvenuto sulla base di un accordo per la spartizione del potere con Musharraf, voluto da Washington. Un patto che le aveva procurato molte critiche, anche all'interno del suo stesso partito, alla cui guida è rimasta con pugno di ferro, fino all'ultimo momento. Poco prima di essere uccisa, la Bhutto aveva parlato dei rischi che sapeva di correre: «Metto la mia vita in pericolo e sono qui perché credo che questo Paese sia in pericolo», aveva detto durante il comizio di Rawalpindi. Una specie di testamento.


Fonte: http://www.corriere.it/
27 dicembre 2007, (ultima modifica: 28 dicembre 2007)

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!