La ricostruzione dell'ultima ora di vita del Colonello Gheddafi, il video dalla cattura fino alla sua morte, linciato dalla folla e finito con un colpo di grazia sparato da un Agente Segreto dei Servizi Francesi sotto l'ordine diretto dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy! La ricostruzione video completa di quel 20 Ottobre 2011...di un anno fa!
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sabato 20 ottobre 2012
Il video completo della ricostruzione dell'ultima ora di vita del Colonello Gheddafi, il filmato dalla cattura fino alla sua morte, linciato dalla folla e finito con un colpo di grazia sparato da un Agente Segreto dei Servizi Francesi sotto l'ordine diretto dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy! La ricostruzione video completa di quel 20 Ottobre 2011...di un anno fa! #Gheddafi - #Libia
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Un anno fa, il 20 Ottobre 2011, la morte del Leader Libico Gheddafi; HRW denuncia l'esecuzione sommaria eseguita senza processo ed ordinata dai Servizi Segreti Francesi che volevano sbarazzarsi di un ingombrante e scomodo testimone di oltre 40 anni di intrighi, durante la "Guerra Fredda" tra l'Est e l'Ovest del Mondo!
TRIPOLI (LIBIA) - Dubbi e incertezze sulla morte di Gheddafi. Quasi un anno dopo l’uccisione dell’ex rais, permangono indecisioni circa le esatte circostanze che circondano la morte di Muammar Gheddafi avvenuta a Sirte il 20 ottobre 2011.
Secondo il rapporto di 58 pagine di Human Rights Watch (UNHCR) intitolato Death of a Dictator, oltre all’ex rais le milizie di Misurata avrebbero preso d'assalto il convoglio di Gheddafi in fuga presso l'Hotel Mahari a Sirte, catturando e uccidendo almeno 66 parenti del dittatore.
Inoltre la relazione sostiene l'idea, già avanzata da varie ONG internazionali, che Gheddafi potrebbe essere stato freddamente ucciso dai thuwwars (rivoluzionari), e non colpito accidentalmente in uno scontro a fuoco, come sostengono le autorità libiche che hanno sempre rifiutato di indagare sulle circostanze della morte dell'ex leader libico.
La mattina del 20 ottobre 2011, Mutassim Gheddafi suggerì a suo padre e al suo entourage di fuggire dalla loro roccaforte di Sirte, assediata dai ribelli sostenuti dalla NATO. Muammar Gheddafi e i suoi uomini fuggirono in un convoglio armato di cinquanta veicoli. Ma nelle vicinanze dell’ hotel Mahari il convoglio venne attaccato dalle milizie di Misurata. Muammar Gheddafi e i superstiti si rifugiarono in nelle vicinanze, prima di tentare di scappare ma vennero intercettati e fermati.
"Quando Gheddafi fu catturato, le milizie lo colpirono con la pistola e con calci e quando venne messo in ambulanza per essere trasportato a Misurata, era già morto", è scritto nel rapporto delle testimonianze dei sopravvissuti presenti quel giorno.
Sono passati diversi mesi da quando HRW e altre ONG hanno denunciato gli abusi dei thuwwars. Tra le nuove prove, c’è un video di sette minuti, girato da un combattente ribelle in cui si vedono 29 uomini di Gheddafi, seduti contro un muro mentre vengono insultati, umiliati, e colpiti. Secondo il rapporto, le forze anti-Gheddafi hanno catturato circa 150 persone quel giorno, 70 furono trasferite nella prigione a Misurata, invece altri 66 sono stati trovati morti il giorno dopo nei pressi del Mahari Hotel.
Nonostante le accuse di esecuzioni sommarie delle organizzazioni internazionali, nessuna indagine è stata condotta fino ad oggi dalle autorità libiche. La famiglia Gheddafi aveva presentato una denuncia per crimini di guerra dinanzi alla Corte penale internazionale. L'Alto Commissario ONU per i diritti dell'uomo e numerose ONG (Amnesty International, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e Human Rights Watch) avevano anche richiesto un'indagine. Ma tali richieste sono rimaste inascoltate.
"Le autorità libiche non hanno mantenuto la promessa di indagare sulla morte di Gheddafi,
né su quella di suo figlio", si legge nel rapporto di HRW.
Fonte: http://www.ilmediterraneo.it
Libia, avvocato di Aisha Gheddafi: Processare responsabili di morte raìs! I responsabili dell'uccisione di Muammar Gheddafi dovrebbero essere portati davanti alla giustizia. Lo ha detto Nick Kaufman, l'avvocato israeliano della figlia dell'ex raìs, Aisha. Il legale, che nel passato ha rappresentato alcune figure controverse, è stato ingaggiato dalla donna l'anno scorso. Kaufman ha inoltre accusato le autorità libiche di non essere in grado di garantire un processo giusto al figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, arrestato un mese dopo la morte del padre il 20 ottobre del 2011. La Corte penale internazionale, che ha formulato nei confronti di Saif al-Islam accuse di crimini contro l'umanità, non ha ancora deciso dove l'uomo sarà processato.
Fonte: http://it.notizie.yahoo.com
Morto il giovane che scovò Gheddafi, rapito e torturato, è spirato a Parigi...
Era diventato celebre per aver riconosciuto il dittatore, nascosto in una conduttura nei pressi di Sirte. Inizialmente si credette che fosse stato proprio lui a sparargli a bruciapelo. Sequestrato lo scorso luglio, è rimasto nelle mani dei lealisti per 50 giorni. E adesso in Libia è caccia all'uomo!
MISURATA (LIBIA) - Omran Ben Shaban, il giovane che divenne famoso come colui che smascherò Muammar Gheddafi nel suo ultimo nascondiglio, il 20 ottobre del 2011, consegnandolo al suo tragico destino, ha pagato con la vita l'essere assurto a figura eroica e icona della vittoria della resistenza libica sulla dittatura del Colonnello. Shaban, 22 anni, è spirato lunedi a Parigi, dove si trovava per curare le gravi ferite infertegli dai fedelissimi del Colonnello, che nel luglio scorso lo avevano rapito e torturato.
FOTO Folla ai funerali di Shaban 1
VIDEO Il ragazzo che scoprì il Colonnello 2
FOTO La pistola d'oro di Gheddafi 3
Shaban era stato liberato la scorsa settimana, dopo 50 giorni di prigionia nella città di Bani Walid, grazie alla mediazione di Mohammed Magarief, presidente dell'Assemblea nazionale libica. Shaban era in condizioni critiche: durante il sequestro aveva provato a fuggire e i suoi rapitori gli avevano sparato allo stomaco e al collo. Secondo quanto riportato dalla stampa, aveva le gambe paralizzate per una ferita da proiettile vicino alla spina dorsale.
Ieri un aereo privato ha riportato il cadavere di Omran a Misurata, sua città natale e tra i luoghi simbolo della resistenza anti-Gheddafi. Nelle prime ore di questa mattina la sepoltura. Ai funerali, celebrati nello stadio cittadino, erano presenti oltre 10mila persone. Dopo il dolore, ora in Libia è caccia all'uomo per scovare i responsabili della sua morte.
L'Assemblea nazionale di Tripoli, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Lana, ha concesso ai ministeri della Difesa e dell'Interno dieci giorni di tempo per "arrestare i responsabili del sequestro e delle torture" subite dal 22enne. "Questo è un crimine che va punito. I responsabili vanno individuati e processati", si legge in una nota del presidente Mohammed al Magarief. L'Assemblea nazionale ha riconosciuto a Shaban il titolo di "martire".
Il mondo aveva conosciuto Omran Shaban il 20 ottobre dell'anno scorso, grazie alle immagini e ai filmati che lo ritraevano accanto a Gheddafi mentre il dittatore veniva tirato fuori da una grande conduttura definita 'la fogna del ratto', nei pressi di Sirte, città d'origine del dittatore. Ormai braccato nel suo disperato tentativo di fuga, Gheddafi si era infilato in quel buco sperando di sfuggire alla cattura. Ma era stato riconosciuto da Omran Shaban, che ne aveva segnalato la presenza ai miliziani. La grande caccia si era poi conclusa con l'uccisione sul posto di Gheddafi. Omran, portato in trionfo, era apparso in quelle foto e in quei video che ritraevano lo storico momento. Si era diffusa anche la notizia che fosse stato proprio lui, Shaban, a sparare 4 a bruciapelo puntando alla testa del dittatore.
Secondo il racconto dei familiari, Omran era stato rapito da uomini armati nei pressi di Bani Walid, dove era stato inviato dal governo per sedare degli scontri in corso nella Libia occidentale. Bani Walid, una delle roccaforti di Gheddafi, è stata l'ultima città a cedere ai ribelli. Dopo l'uccisione dell'ambasciatore americano 5 a Bengasi, lo scorso 11 settembre, la morte di Shaban è l'ulteriore prova dell'esistenza di sacche di resistenza e tensioni tra i nuovi leader libici, alimentata da bande armate e una forte rivalità con Misurata, distante circa 140 chilometri da Bani Walid. Sempre lo scorso luglio, combattenti da Misurata minacciarono di attaccare Bani Walid dopo il rapimento di due giornalisti, liberati con la mediazione delle autorità.
L'Assemblea nazionale di Tripoli, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Lana, ha concesso ai ministeri della Difesa e dell'Interno dieci giorni di tempo per "arrestare i responsabili del sequestro e delle torture" subite dal 22enne. "Questo è un crimine che va punito. I responsabili vanno individuati e processati", si legge in una nota del presidente Mohammed al Magarief. L'Assemblea nazionale ha riconosciuto a Shaban il titolo di "martire".
Il mondo aveva conosciuto Omran Shaban il 20 ottobre dell'anno scorso, grazie alle immagini e ai filmati che lo ritraevano accanto a Gheddafi mentre il dittatore veniva tirato fuori da una grande conduttura definita 'la fogna del ratto', nei pressi di Sirte, città d'origine del dittatore. Ormai braccato nel suo disperato tentativo di fuga, Gheddafi si era infilato in quel buco sperando di sfuggire alla cattura. Ma era stato riconosciuto da Omran Shaban, che ne aveva segnalato la presenza ai miliziani. La grande caccia si era poi conclusa con l'uccisione sul posto di Gheddafi. Omran, portato in trionfo, era apparso in quelle foto e in quei video che ritraevano lo storico momento. Si era diffusa anche la notizia che fosse stato proprio lui, Shaban, a sparare 4 a bruciapelo puntando alla testa del dittatore.
Secondo il racconto dei familiari, Omran era stato rapito da uomini armati nei pressi di Bani Walid, dove era stato inviato dal governo per sedare degli scontri in corso nella Libia occidentale. Bani Walid, una delle roccaforti di Gheddafi, è stata l'ultima città a cedere ai ribelli. Dopo l'uccisione dell'ambasciatore americano 5 a Bengasi, lo scorso 11 settembre, la morte di Shaban è l'ulteriore prova dell'esistenza di sacche di resistenza e tensioni tra i nuovi leader libici, alimentata da bande armate e una forte rivalità con Misurata, distante circa 140 chilometri da Bani Walid. Sempre lo scorso luglio, combattenti da Misurata minacciarono di attaccare Bani Walid dopo il rapimento di due giornalisti, liberati con la mediazione delle autorità.
Fonte: http://www.repubblica.it
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20 OTTOBRE 2011 - 20 OTTOBRE 2012: Esattamente un anno fa, ricorrono i 365 giorni dalla fine orribile di Gheddafi, ucciso a Sirte da quello che poi si saprà essere un Agente Segreto Francese che ha eseguito gli ordini precisi dell'allora Presidente Francese Nicolas Sarkozy. L'urlo ai ribelli: «Non sparate!»
La «Bbc»: «Scovato da un combattente di vent'anni!» - Il cadavere a Misurata, sarà sepolto in un luogo segreto!
LIBIA (20 OTTOBRE 2011 - 20 OTTOBRE 2012) - Muammar Gheddafi, dittatore della Libia per 42 anni, è stato ucciso giovedì mattina nei dintorni di Sirte dai guerriglieri della rivoluzione. La notizia viene confermata dal primo ministro del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), Mahmoud Jibril. Che commenta: «Aspettavamo da tempo questo momento». E proclama: «È tempo di dare vita a una nuova Libia unita, un popolo e un futuro». Il cadavere di Gheddafi è stato portato a Misurata, dove sarà sepolto in un luogo segreto.
GLI ULTIMI ISTANTI DEL COLONNELLO - I dettagli sulla cattura e la morte di Gheddafi non sono chiarissimi. I video girati con i cellulari dagli stessi guerriglieri mostrano che il raìs è stato preso vivo e ucciso dopo pochi minuti. Il primo ministro Jibril riferisce che Gheddafi è stato colpito alla testa, durante una sparatoria avvenuta, dopo la cattura, tra i sostenitori del Colonnello e le forze del Cnt. Non c'è stata quindi, secondo la versione di Jibril, una esecuzione. Prima di cadere in mano ai ribelli, all'alba di giovedì, Gheddafi avrebbe tentato la fuga ma il suo convoglio sarebbe stato fermato dai bombardamenti dei caccia Nato. In serata sia gli Stati Uniti che la Francia, hanno rivendicato la paternità di quell'azione. Il ministro della Difesa di Parigi, Gerard Longuet, dice che i caccia che hanno «bloccato» il convoglio in fuga erano francesi. Mentre da Washington arriva una precisazione: c'era anche un drone americano.
LA PISTOLA D'ORO - Altri dettagli sugli istanti della cattura arrivano dal racconto di Mohammed al-Bibi, guerrigliero libico 20enne che alla Bbc dice di essere stato lui a scovare Gheddafi e di essersi impossessato della pistola d'oro che il Colonnello aveva con sé. Il giovane sostiene che Gheddafi era nascosto in una buca nel centro di Sirte e che lo ha supplicato: «Non sparare! Non sparare!».
LE IMMAGINI - A poche ore dalla notizia della morte di Gheddafi, una foto del volto insanguinato del leader è stata diffusa dall'agenzia France Presse, firmata da Philippe Desmazes. In seguito il canale inglese di Al Jazeera ha mandato in onda vari video della cattura e poi del cadavere di Gheddafi. Nella prima serie di immagini, Gheddafi appare malmenato da un gruppo di combattenti e sembra a un certo punto che provi a reagire; il volto è insanguinato, mentre viene spinto contro una macchina e colpito alla testa con una pistola. In una seconda serie di video, Gheddafi è già cadavere e viene trascinato dai ribelli lungo una strada. Si vede il corpo mezzo nudo, cui viene strappata la maglia. Il volto è coperto di sangue e ha un foro di proiettile su un lato della testa.
I FIGLI - Anche Mutassim, uno dei figli di Gheddafi, è stato ucciso a Sirte, mentre cercava di resistere agli uomini che lo avevano catturato. Sarà sepolto nello stesso luogo segreto di Gheddafi. Nella serata di giovedì, si rincorrono voci che anche Saif al-Islam, l'altro figlio del Colonnello, sia stato ucciso. Altre fonti dicono invece che è rimasto ferito mentre tentava di fuggire da Sirte ed è ricoverato in ospedale. Insieme con i familiari, capitolano anche i vertici del regime del raìs: viene ucciso il ministro della Difesa di Gheddafi Abubakr Yunes Jaber, arrestati il potente capo dei servizi segreti Abdallah Senoussi e il portavoce del Colonnello Moussa Ibraim.
LA FESTA - A Sirte i ribelli ballano in strada. Le scene di giubilo e di caroselli si ripetono anche a Tripoli e in altre città della Libia. Talmente grande è l'entusiasmo che, in serata, su tutto il Paese viene sospeso il traffico aereo: si temono i colpi di artiglieria sparati in aria in segno di festa.
IL CONFLITTO - La morte di Gheddafi arriva nelle stesse ore in cui crolla Sirte, l'ultimo fortino e la città natale del raìs. «Non ci sono più forze di Gheddafi in città» annuncia il colonnello Yunus Al Abdali su Al Jazeera. Un altro comandante delle forze del Cnt ha spiegato che l'attacco finale per conquistare la città, iniziato verso le otto del mattino, è durato una novantina di minuti. Nei giorni scorsi, i guerriglieri della Rivoluzione avevano espugnato anche l'altra roccaforte di Gheddafi, Bani Walid. Tanto che i vertici della nuova Libia, ma anche i leader internazionali - Obama in testa -, iniziano già a programmare la fase post-guerra.
Redazione Online
20 ottobre 2011 23:05
20 ottobre 2011 23:05
Fonte: http://www.corriere.it
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domenica 30 settembre 2012
Finalmente è uscita una scomoda verità che comunque già sapevamo tutti: Gheddafi è stato ucciso da uno 007 Francese e non dai ribelli Libici così come il Governo Francese di Nicolas Sarkozy voleva far credere a tutto il Mondo...il Leader Libico celava molti segreti politici della "Guerra Fredda" e con i suoi 41 anni passati al Governo di Tripoli sapeva abbastanza per far si che l'Occidente desse l'ordine di eliminarlo fisicamente; inoltre nel 2007 contribuì a finanziare la campagna elettorale proprio del Presidente Francese Nicolas Sarkozy! La "Guerra Sporca" contro Gheddafi è stata fomentata e ampiamente voluta dalla Francia in primis, dagli USA e dall'Europa poi, non solo per il petrolio, ma anche per "spazzare via" definitivamente uno degli ultimi personaggi politici piu' longevi dal post-Guerra Fredda in po, un personaggio "scomodo" per tutte le decadenti e corrotte Democrazie Occidentali!
Ma quali ribelli! Gheddafi fu ucciso da un agente segreto francese. Il mito della primavera araba, il ruolo di Assad e il fantasma di Musa Sadr...
La rivolta libica non è mai esistita. Parigi sognava un'operazione stile Suez 1956, ma i "ribelli" hanno messo nel sacco gli stessi francesi. Il risultato è la morte di Chris Stevens e la trasformazione della Libia in una Somalia Mediterranea. Lo squallido patto mafioso tra Nicolas Sarkozy e Assad. Trentatre anni dopo la vendetta è stata fatta!
MISURATA - (LIBIA) - Una mano straniera dietro la morte di Gheddafi. A sparare il colpo di
pistola alla testa che avrebbe ucciso il Colonnello lo scorso 20 ottobre
dell’anno scorso alla periferia di Sirte sarebbero stati i servizi
inviati da Parigi e non le brigate rivoluzionarie libiche. Lo rende noto
il giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi che riporta
l’intervista a Mahmoud Jibril, ex premier del governo transitorio. Il
leader libico intervistato due giorni fa dall’emittente egiziana “Sogno
Tv” al Cairo ha così rilanciato la versione del complotto ordito da un
servizio segreto estero. Sul perchè la pista più battuta sia quella
francesce è facile dirlo. Gheddafi aveva minacciato di rivelare
particolari sulle relazioni tra la Libia e l’allora presidente francese
Sarkozy, il principale sostenitore dell’intervento Nato in Libia.
Sarebbero stati rivelati i finanziamenti utili per la candidatura a
presidente nel 2007. Un motivo che avrebbe spinto gli 007 francesi a
intervenire per eliminarlo. I servizi di Parigi ottennero informazioni
utili dal governo siriano. Stando a quello che riferisce Cremonesi
sarebbe stato lo stesso rais Assad a rivelare il numero del satellitare
di Gheddafi. Una mossa del dittatore di Damasco per strappare alla
Francia la promessa di alleggerire la pressione sulla Siria.
Fonte: http://www.online-news.it
DAMASCO - (SIRIA) - Assassinare Muhammar Gheddafi, per evitare che – una volta catturato – potesse svelare dettagli imbarazzanti sul sostegno libico nell’elezione di Nicolas Sarkozy. A sparare il colpo di pistola che ha ucciso Gheddafi il 20 ottobre 2011 alle porte della sua roccaforte, Sirte, sarebbe stato un agente straniero francese, aiutato dai siriani in cambio dell’alleggerimento delle pressioni internazionali su Damasco. Il dubbio che la morte del colonnello non sia avvenuta per mano di un guerrigliero locale, ma per l’intervento diretto di un commando-killer della Nato circola da tempo, in Libia. La conferma viene ora da uno dei politici-chiave del cambio di regime in Libia, Mahmoud Jibril, già a capo del Cnt, il Consiglio Nazionale di Transizione. Riprendendo l’intervista di Jibril, rilasciata il 29 settembre 2012 al Cairo, il “Corriere della Sera” riporta nuovi particolari che confermano in parte quanto rivelato appena pochi giorni dopo la morte di Gheddafi da un altro quotidiano italiano, “Il Giornale”.
Sempre sul “Giornale”, già il 23 ottobre 2011 Fausto Biloslavo rivelava una pista siriana: «La fine di Gheddafi forse è arrivata con una telefonata a Damasco, dal suo apparecchio satellitare, intercettato dalla Nato a Sirte». Un anno dopo, torna l’ombra di un intervento francese: ne parla anche il “Corriere”, citando ambienti diplomatici internazionali. Nella ricostruzione degli ultimi minuti di vita del Colonnello, compaiono «due caccia francesi» che avrebbero colpito per primi il convoglio su cui viaggiava Gheddafi, obbligando il raìs e i suoi compagni a trovare rifugio nei tubi di cemento in cui saranno poi stanati da un primo gruppo di insorti. Soltanto dopo sarebbe intervenuto un secondo gruppo, un commando di professionisti. L’impressione, racconta una fonte libica, è che il commando incaricato di assassinare Gheddafi «sapesse esattamente cosa fare e avesse ordini precisi di eliminare i prigionieri».
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La rivelazione: fu Assad a permettere all’Occidente di individuarlo?
M. Jibril, ex premier libico: "Gheddafi custodiva molti segreti e documenti e aveva buoni rapporti con strutture di intelligence estere!"
PARIGI - (FRANCIA) - E' stato un agente segreto Francese che avrebbe premuto il grilletto: un colpo alla tempia sinistra di Muammar Gheddafi, che pensava di essersi messo al sicuro su un’ambulanza diretta all’ospedale di Misurata. Era il 20 ottobre dell’anno scorso.
La ricostruzione è di Rami al-Obeidi, ex responsabile dei rapporti con le intelligence straniere per il Consiglio nazionale transitorio, il parlamentino della rivoluzione libica. L’ex premier libico Mahmoud Jibril aveva anticipato la notizia alla tv egiziana Dream, chiamando in causa «un’ intelligence straniera».
OBEIDI ha rivelato che da Sirte il Rais, con un telefono satellitare ‘Iridium’, si mise in contatto con alcuni fedelissimi fuggiti in Siria. Secondo Obeidi, fu il presidente siriano Bashar al-Assad a passare il numero dell’Iridium agli 007 francesi, permettendo loro di localizzare il raìs: Assad voleva convincere Parigi ad allentare la pressione sul proprio regime, contestato dal 15 marzo con grandi manifestazioni di piazza. Il secondogenito di Gheddafi, Seif, ha più volte minacciato rivelazioni scottanti sui milioni di dollari versati dal padre per contribuire all’ elezione di Nicolas Sarkozy nel 2007.
In Libia ieri sono state raccolte armi a Tripoli e a Bengasi. Un uomo ha offerto addirittura un tank. A Bengasi i cittadini hanno consegnato duecento pezzi, fra fucili e mitra. Circa 200 persone sono scese in piazza per manifestare il loro sostegno ai salafiti della Brigata Ansar al-Sharia, sciolta la scorsa settimana dopo che migliaia di cittadini hanno preso d’assalto il suo quartier generale.
Fonte: http://qn.quotidiano.net
L’ex premier del governo transitorio libico Mahmoud Jibril sostiene che Gheddafi venne ucciso dai francesi con la complicità del siriano Assad...
Non furono i ribelli libici, ma una “intelligence straniera” a decidere l’uccisione lo scorso anno di Muammar Gheddafi. E’ quanto sostiene l’ex premier del governo transitorio libico, Mahmoud Jibril. Partecipando a un programma della tv egiziana Dream, Jibril ha detto che l’uccisione potrebbe aver fatto seguito a una «richiesta di alcune parti internazionali che non volevano che Gheddafi parlasse di certe questioni compromettenti». L’ex leader, ha ricordato Jibril, «aveva infatti rapporti con alcuni leader internazionali, che potevano avere interesse ad azzittirlo per sempre».
Il riferimento all’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è abbastanza evidente, e noto in tutte le cancellerie occidentali. Gheddafi avrebbe versato milioni di dollari per la campagna elettorale dell’ex capo dello Stato.
La notizia rimbalza in questi giorni su tutti i siti arabi, che riportano con enfasi le dichiarazioni di Jibril. L’ex premier ha ricordato che Ghaddafi «custodiva molti segreti e documenti e manteneva buoni rapporti con alcuni apparati internazionali di intelligence». Fu proprio Jibril, a ottobre dello scorso anno, ad annunciare la morte del colonnello.
Ora l’ex premier ad interim si chiede: «Se fossero stati i ribelli a decidere di uccidere Gheddafi, perché non ucciderlo al momento della cattura?».
Interrogato sulla nazionalità dei mandanti dell’uccisione, Jibril è stato cauto, affermando: «Non sono certo di chi ha ucciso Gheddafi, né del modo in cui è stato ucciso». Secondo la versione ufficiale dei fatti, il 20 ottobre 2011 aerei militari francesi attaccarono il convoglio in cui Gheddafi tentava la fuga da Sirte, dove si era asserragliato. Raggiunto dai ribelli, fu catturato vivo, ferito alle gambe e linciato. Secondo il rapporto del medico legale, l’ex rais fu poi ucciso da un colpo di pistola alla testa.
Secondo il Corriere della Sera, sarebbe stato il presidente siriano Bashar al Assad a rivelare ai francesi dove si nascondeva il raìs. In cambio del numero del satellitare di Gheddafi, Assad avrebbe fatto promettere a Parigi di limitare le pressioni internazionali sulla Siria.
Fonte: http://www.lavika.it
LIBIA - Cominciano a spuntare gli altarini. Negli ultimi due anni siamo stati bombardati dalla propaganda sulla “primavera araba”, locuzione che è servita a palliare le ambizioni neo-coloniali di ex potenze ormai fuori dal giro della storia e di monarchie medievali che in quel giro vogliono entrare costi quel che costi. Oggi diventa sempre più chiaro che la narrazione ufficiale delle rivolte arabe ha descritto una realtà che esisteva solo nell’immaginario di Parigi, Doha e delle altre capitali governate da apprendisti stregoni assai più pericolosi dei tanti vituperati tiranni.
La rivolta libica non è mai esistita. Si è trattato, semmai, di un complotto contro Gheddafi ordito dai servizi segreti francesi su ordine del leader peggiore che abbia calcato i palcoscenici europei nel dopoguerra. La stessa stampa francese non ha mai nascosto che il decollo dei Rafale alla volta dei cieli di Tripoli, Bengasi e Sirte incarnasse un’operazione post-coloniale modellata su quella di Suez 1956 (inutile ricordare come andò a finire allora e quanto poco gli europei, e soprattutto i francesi, abbiano imparato dalle disfatte del passato).
I retroscena sulla morte di Gheddafi emersi nelle ultime ore confermano quanto già si sapeva da mesi. Il complotto contro l’anziano leader libico fallì perché i “ribelli”, cioè gli ex fedelissimi del rais passati armi e bagagli sotto l’ala protettrice delle potenze neo-coloniali, sfruttarono l’onda delle rivolte tunisina ed egiziana per trasformare un’operazione segreta che avrebbe dovuto estromettere Gheddafi in modo il più possibile indolore in una guerra civile che ha costretto europei ed arabi ad armare gli jihadisti della peggior specie. Il risultato è stato l’assassinio dell’ambasciatore Chris Stevens e la trasformazione della Libia in una Somalia mediterranea a rischio implosione.
I retroscena sulla morte di Gheddafi emersi nelle ultime ore confermano quanto già si sapeva da mesi. Il complotto contro l’anziano leader libico fallì perché i “ribelli”, cioè gli ex fedelissimi del rais passati armi e bagagli sotto l’ala protettrice delle potenze neo-coloniali, sfruttarono l’onda delle rivolte tunisina ed egiziana per trasformare un’operazione segreta che avrebbe dovuto estromettere Gheddafi in modo il più possibile indolore in una guerra civile che ha costretto europei ed arabi ad armare gli jihadisti della peggior specie. Il risultato è stato l’assassinio dell’ambasciatore Chris Stevens e la trasformazione della Libia in una Somalia mediterranea a rischio implosione.
Il modo in cui si è arrivati a uccidere Gheddafi è poi sintomatico dello squallido moralismo dell’Occidente. Chi consentì ai servizi segreti francesi di individuare il rais e poi ammazzarlo – negli ambienti diplomatici del Vecchio Continente non c’è dubbio sul fatto che l’agente di cui ha parlato il libico Jalili sia un francese – fu infatti il presidente siriano Bashar al-Assad, uno che come si è scritto più volte su questo sito ha fatto sempre piuttosto comodo a europei e americani.
Insomma, mentre da un lato si accusa il presidente siriano delle peggiori nefandezze e si minaccia chissachè contro il suo impresentabile regime, dall’altro pare che nel salotto buono europeo non ci si faccia poi troppi problemi a scendere a patti dal sapore mafioso con il Diavolo: tu mi dici dov’è Gheddafi e io ti lascio libero di compiere le tue stragi. Chapeau!
P.S. Chi la fa l’aspetti! Il 31 agosto 1978 Muhammar Gheddafi fece sparire l’imam Musa Sadr, autore di una fatwa che legittimò il regime di Hafez al-Assad, padre di Bashar, stabilendo che gli alauiti erano da considerare a tutti gli effetti sciiti duodecimani. Quando si dice le vendette della storia…
Fonte: http://www.corriereweb.net
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giovedì 27 ottobre 2011
Le 16 cose che i cittadini Libici forse nella nuova Libia non rivedranno e non avranno mai più! Le grandiose conquiste sociali di Gheddafi e del suo Regime a favore e per il benessere di tutto il popolo Libico, rischiano oggi di essere cancellate dal nuovo Governo del CNT facile preda delle speculazioni economiche delle potenze occidentali, in primis della Francia! Le diseguaglianze sociali che nasceranno dalla nuova società, la quale sarà edificata sul modello Capitalista Francese e Anglo-Americano, sono più che un ipotesi infondata e porteranno nuove povertà e nuove miserie in uno Stato Libico già lacerato e semi-distrutto da 8 mesi di guerra civile! La mafia internazionale si insinuerà all'interno della società Libica, il Capitalismo produrrà nuovi e potentissimi ricchi ma anche decine di migliaia di nuovi poveri! La miseria sotto Gheddafi in Libia era stata quasi debellata e comunque era tenuta a bada! Oggi, modellando la società sullo stampo del Capitalismo occidentale, sappiamo già ciò che potrebbe succedere nelle città "liberate" della nuova Libia Islamica! Questo è il prodotto di 8 mesi di guerra vergognosa scatenata solo per il petrolio...
16 cose che i libici non rivedranno mai più!
1 – Non vi è alcuna bolletta elettrica in Libia; l’elettricità è gratuita per tutti i cittadini.
2 – Non vi è alcun interesse sui prestiti, le banche in Libia sono di proprietà dello Stato e i prestiti concessi a tutti i suoi cittadini hanno, a norma di legge, lo zero (0%) per cento di interesse.
3 – Avere una casa è considerato un diritto umano in Libia.
4 – Tutti i novelli sposi in Libia ricevono 60 mila dinari (US $ 50.000 dollari Americani) da parte del governo per acquistare i loro primo appartamento contribuendo così all’avvio della famiglia.
5 – Istruzione e cure mediche sono gratuite in Libia. Prima di Gheddafi solo il 25% per cento dei libici erano alfabetizzati. Oggi, la cifra è dell’ 83% per cento.
6 – Se un libico volesse intraprendere una carriera agricola, riceverebbe terreni agricoli, una casa in campagna, attrezzature, sementi e bestiame per avviare la propria attività, il tutto gratuitamente.
7 – Se i libici non fossero riusciti a trovare il sistema medico o scolastico di cui avessero avuto bisogno (in Libia), ci sarebbero stati dei fondi governativi per andare all’estero e non solo, avrebbero ottenuto mensilmente US $ 2.300 /al mese per indennità di alloggio e auto.
8 – Se un libico compra una macchina, il governo sovvenziona il 50% per cento del prezzo.
9 – Il prezzo del petrolio in Libia è di $ 0,14 per litro.
10 – La Libia non ha un debito estero e le sue riserve monetari sono pari a $ 150 miliardi (ora congelate).
11 – Se un libico non è in grado di trovare lavoro dopo la laurea lo stato paga l’equivalente dello stipendio medio per la professione. (Ciò vale anche per le professioni per cui non serve una laurea!)
12 – Una parte degli introiti derivanti dalla vendita del petrolio libico viene accreditato direttamente sui conti bancari di tutti i cittadini libici.
13 – Una madre che dà alla luce un bambino riceve $ 5.000 dollari USA.
14 – 40 pagnotte di pane in Libia costano $ 0,15.
15 – Il 25% per cento dei libici è laureato.
16 – Gheddafi rese possibile il più grande progetto mai sperimentato al mondo di irrigazione, conosciuto come il Great Manmade River Project al fine di rendere disponibile più facilmente l’acqua nella regione desertica.
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sabato 22 ottobre 2011
Domenica prossima la proclamazione della nuova Libia liberata! Lunga la fila per vedere il cadavere di Gheddafi che negli ultimi istanti di vita qualcuno dei ribelli dice che “offriva oro per non ucciderlo!”
MISURATA (LIBIA) – Spingono, urlano, si mettono in fila e reggono male l’attesa: così in Libia va in scena la lunga e macabra processione per vedere il corpo martoriato del rais Muammar Gheddafi. E’ in una cella frigorifera per polli prima e poi in un container dove viene normalmente messa l’acqua minerale.
Tutti vogliono vedere il cadavere del colonnello, con i ribelli di Misurata che lo scortano. Si trova al «Mercato dei Tunisini».
La corsa contro la storia di Muammar Gheddafi si è fermata in un tunnel di cemento a Sirte. Dove tutto era cominciato. Le ultime parole del combattente e indomito rais sono state le piu’ scontate, e umane: ”Non sparate”.
Dopo due mesi da primula rossa e 42 anni di regime, a fermare la sua corsa è stato simbolicamente un ragazzino di 20 anni, diventato subito eroe, che ha portato con se’ come trofeo l’ultimo orpello del rais: una pistola d’oro. E le immagini del rais ferito, debole, ormai vinto, hanno fatto immediatamente il giro del mondo.
Rievocando la fine di altri dittatori, da Mussolini a Saddam. Il rais sarebbe stato preso vivo, come mostra un video diffuso da Al Jazira, ma le foto del suo cadavere con un foro di pallottola sulla tempia hanno immediatamente fatto pensare ad una esecuzione.
“C’era molta confusione. Gheddafi era attorniato dai nostri uomini. L’ho visto spintonato, venire trascinato sul selciato. Tanti gridavano, lui farfugliava che era disposto a regalare soldi a tutti, purché lo lasciassero andare. Perdeva sangue, tanto sangue. A 69 anni il corpo non regge. Per me è morto dissanguato”, racconta Hammad Mufta Ali, 28 anni fa, comandante della Qatiba (brigata) Dawahi (periferie) al Corriere della Sera.
“Alle otto di giovedì ci hanno detto che dovevamo andare subito con le nostre auto verso l’ultimo quartiere dei lealisti. Via radio mi hanno avvisato che i nemici stavano scappando sui gipponi. Siamo arrivati vicino al lungomare e abbiamo sentito gli scoppi delle bombe lanciate dall’Onu. Subito dopo ho visto una trentina di gipponi quattro ruote passarci vicino. Procedevano con difficoltà. La strada era ingombra di macerie e resa pericolosa dagli ordigni inesplosi. C’è stato uno scontro a fuoco violentissimo. Li abbiamo inseguiti per pochi chilometri. Loro si sono divisi. Non era semplice distinguere le loro auto dalle nostre. L’unico criterio era che loro sono molto meglio equipaggiati di noi. I loro fucili sono modelli modernissimi, come non ne ho mai visti”.
22 ottobre 2011 | 09:43
Fonte: http://www.blitzquotidiano.it
TRIPOLI (LIBIA) - Era prevista per venerdì, poi per sabato, infine domenica pomeriggio. Alle 16 all’incirca sarà proclamata la liberazione della Libia. Probabilmente sarà il presidente del Consiglio nazionale di transizione Mustafa Abdel Jalil dalla piazza principale di Bengasi a farlo, secondo quanto ha riferito il ministro per l’Inforrmazione Mahmoud Shammam.
La Libia, intanto, festeggia. Anche a Misurata, dove si trova il cadavere di Muammar Gheddafi. Lunghe code si sono formate durante la giornata per immortalare ancora il corpo senza vita di un uomo che incuteva tanta paura.
Gli insorti hanno assicurato che la sepoltura dell’ex dittatore avverrà secondo i precetti islamici.
L’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto che si faccia piena luce sulle circostanze della sua morte, sulle quali ancora non c‘è un’unica versione.
“L’autopsia è stata conclusa. Tutti gli esami del caso sono stati effettuati e l’incartamento sarà immediatamente inviato all’Aia” ha affermato, nell’andare a sua volta a vedere il cadavere, il premier Mahmoud Jibril.
Assieme a quello di Gheddafi è stato mostrato al pubblico anche il corpo del figlio Mutassim, ucciso a sua volta nel corso della giornata che ha visto la liberazione di Sirte e la fine di un’era per la Libia.
Fonte: http://it.euronews.net
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