Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007

Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...

Cerca nel blog

Vota il mio blog...

siti migliori

Translator (Translate blog entries in your language!)

Post in evidenza

"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA

TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...

Visualizzazione post con etichetta Guerra Fredda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Guerra Fredda. Mostra tutti i post

lunedì 22 gennaio 2024

E' URGENTE UNA RIFORMA DELLO STATUTO DELL'ALLEANZA ATLANTICA...STOP ALLA RETORICA DA "GUERRA FREDDA"! IL PIANETA TERRA NON E' PIU' DIVISO IN DUE BLOCCHI CONTRAPPOSTI, RIVEDERE LA DOTTRINA POLITICA E MILITARE AGGIORNANDOLA PER LE FUTURE SFIDE DI UN MONDO MULTIPOLARE LIBERO DALLE IDEOLOGIE E DAI DOGMI DELLA STORIA PASSATA! Da oggi l’avvio della prima esercitazione #Nato del 2024. Numeri altissimi, come non se ne vedevano dal 1988. E il focus è il confine con la #Russia!

STOP ESPANSIONE NATO -
RIFORMARE LO STATUTO OTAN -
PACE, DIPLOMAZIA, RISPETTO
A quasi due anni dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, la Nato ha dato il via alla sua più grande esercitazione militare congiunta dai tempi della Guerra fredda. Per la prima volta in 30 anni, tutti i 31 paesi dell’alleanza militare del Nord Atlantico coordineranno le loro truppe per rispondere a un attacco simulato in Europa, proveniente da est, per testare la propria capacità e velocità di reazione.


“L’Alleanza dimostrerà la sua capacità di rafforzare l’area euro-atlantica attraverso lo spostamento transatlantico di truppe dal Nord America. Il rafforzamento avverrà durante uno scenario di conflitto emergente, simulato contro un avversario quasi al nostro livello”, ha detto il comandante in capo della Nato, il generale Christopher Cavoli, nella conferenza stampa di lancio dell’operazione. 

Contrariamente a quanto riferito a Settembre 2023, quando l’esercitazione Steadfast Defender è stata annunciata la prima volta, saranno 90mila le truppe coinvolte e non solo 40mila. Il numero è inferiore solo all’esercitazione Reforger del 1988, durante la quale sono state spiegate 125mila unità. Parteciperanno anche più di 50 navi, dalle portaerei alle cacciatorpediniere, sottomarini, oltre 80 jet da combattimento, elicotteri, droni e almeno 1.100 mezzi corazzati, tra cui carri armati e veicoli da combattimento di fanteria. La simulazione durerà fino a maggio 2024 e comporterà un’imponente spostamento di truppe e mezzi da una sponda all’altra dell’Atlantico. Il tutto sarà coordinato dal comando operativo della Allied reaction force con sede in Italia, scelta come base principale lo scorso autunno, in concomitanza con la nomina dell’ammiraglio Giovanni Cavo Dragone a capo del Comitato militare della Nato. Per la prima volta, parteciperanno alle operazioni Nato anche la Finlandia, ultima arrivata nell’Alleanza, e la Svezia, che, nonostante sia ancora in attesa di ricevere il via libera alla sua adesione da parte della Turchia, sarà inclusa nell’esercitazione, portando il numero totale di paesi coinvolti a 32. Attenzione particolare sarà data al dispiegamento rapido delle forze al confine orientale della Polonia e nei paesi Baltici, confinanti con Russia e Bielorussia. 

Nei prossimi mesi avrà luogo la più grande esercitazione mai realizzata dall’Alleanza Atlantica sin dalla fine della guerra fredda. I numeri parlano chiaro: nell’edizione 2024 di Steadfast Defender sarà ancora più grande di quanto preventivato nei mesi scorsi. Nelle fasi iniziali di pianificazione di quest’operazione simulata si parlava di circa 40.000 soldati; oggi il numero è più che raddoppiato, con il previsto coinvolgimento nelle manovre militari di oltre 90.000 uomini provenienti da tutti i Paesi membri dell’Alleanza, più la Svezia. Accanto a questi saranno coinvolte più di 50 navi, dalle portaerei ai cacciatorpedinieri, più di 80 jet da combattimento, elicotteri e droni, e almeno 1.100 veicoli da combattimento, tra cui 133 carri armati e 533 veicoli da combattimento di fanteria. L’ultima esercitazione di dimensioni simili è stata Reforger nel 1988, con 125.000 partecipanti.

Ad annunciare le nuove cifre è stato Cristopher Cavoli, il Supreme Allied Commander Europe (Saceur, il più alto grado militare del sistema di difesa integrato dell’Allenza Atlantica), durante una conferenza pubblica svoltasi pochi giorni fa in occasione dell’avvio dell’esercitazione, prevista per la prossima settimana. Con essa “la Nato dimostrerà la propria capacità di difesa dello spazio euro-atlantico in caso di minaccia militare, trasferendo truppe dagli Stati Uniti in direzione dell’Europa. Una chiara dimostrazione della nostra unità, della nostra forza e della nostra determinazione a proteggerci reciprocamente, a proteggere i nostri valori e l’ordine internazionale basato sul diritto” ha affermato il militare statunitense.

Cavoli ha anche annunciato che la Allied Reaction Force, la neo-istituita forza multinazionale e multidominio che fornisce ulteriori opzioni per rispondere rapidamente alle minacce e alle crisi in tutte le direzioni in tutto il territorio dell’Alleanza, si appoggerà al comando italiano del Nato Rapid Deployment Corps.

Gli alleati hanno approvato i piani regionali al vertice di Vilnius del 2023, ponendo fine a una lunga era in cui l’Alleanza non aveva percepito la necessità di piani di difesa su larga scala, poiché i Paesi occidentali erano impegnati in altri tipi di conflitti come quelli in Afghanistan e Iraq, e non vedevano la Russia post-sovietica non rappresentasse più una minaccia esistenziale.

Durante la seconda parte di Steadfast Defender, un’attenzione particolare sarà rivolta al dispiegamento della forza di reazione rapida della Nato sul fianco orientale dell’alleanza, e in particolare nei territori di Polonia e Stati Baltici, considerati più a rischio di un potenziale attacco russo. Altri territori su cui sarà posto il focus sono la Germania (come centro di smistamento dei rinforzi in arrivo) e i Paesi siti ai margini dell’alleanza, come Romania e Norvegia.

Norvegia che sarà invece, assieme a Finlandia e Svezia, uno dei teatri principali di Nordic Response, la seconda esercitazione Nato prevista per quest’anno. All’esercitazione, conosciuta come Cold Response fino allo scorso anno, parteciperanno più di 20.000 truppe della Nato provenienti da 14 diversi Paesi membri, accompagnate da 50 navi da guerra, sottomarini e altre imbarcazioni e più di 110 jet da combattimento, elicotteri e altri aerei. Nordic Response darà agli alleati l’opportunità di imparare a operare in questo ambiente vasto e complicato, di testare nuovi equipaggiamenti e tattiche e, infine, di prepararsi a lavorare e combattere senza problemi l’uno accanto all’altro.


STOP ALLA NATO: RIFORMARE L'ALLEANZA ATLANTICA

mercoledì 17 gennaio 2018

La paura di Papa Francesco e la guerra vista dal film #FullMetalJacket - Full Metal Jacket


PALLA DI LARDO - FULL METAL JACKET
 
#PapaFrancesco e la sua #paura della #GuerraNucleare: "Si, ho davvero paura. Siamo al limite. Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare".
Trama del film #FullMetalJacket: "In un campo di addestramento dei Marines, nella Carolina del Sud, diciassette giovani coscritti per la guerra del Vietnam vengono addestrati duramente. Il severissimo sergente istruttore Hartman tratta le reclute come animali allo scopo di trasformarli in perfetti strumenti di morte, obbligandoli ad amare visceralmente il proprio fucile secondo i dettami del credo del fuciliere e rivolgendosi a loro con insulti mortificanti e soprannomi ignobili. Tra le reclute spiccano il brillante Joker, aspirante giornalista di guerra che sembra ricevere minori manifestazioni di disprezzo da parte del sergente, l'intelligente Cowboy, che diventa ben presto amico di Joker, e il goffo e sovrappeso Palla di Lardo, il cui vero nome è Leonard Lawrence. Quest'ultimo diventa fin da subito il bersaglio preferito di Hartman: irritato per i suoi atteggiamenti puerili e per la sua incapacità nel seguire l'addestramento e la rigida disciplina militare, allo scopo di spronarlo, il sergente istruttore lo insulta e lo umilia più di tutti, spesso di fronte ai compagni. A un certo punto Joker ha un dissidio su questioni religiose con Hartman, che, colpito dal coraggio dell'allievo (che definisce ignorante e senza Dio, ma con fegato), gli assegna il compito di seguire personalmente Palla di Lardo, con la speranza di migliorarne il rendimento. Nonostante ciò Hartman, esasperato dall'ultimo errore di Palla di Lardo (che, affamato, ha portato in camera dalla mensa una ciambella nonostante non sia permesso portare viveri nel dormitorio), decide che, per ogni inettitudine di Palla di Lardo, non punirà più solo lui ma tutti loro, in quanto li ritiene tutti responsabili di non aver motivato sufficientemente il compagno. Stanchi di scontare per lui le punizioni del sergente, tutti i commilitoni, con la complicità di Joker, praticano un codice rosso a Palla di Lardo. Dopo questo avvenimento, il rendimento di Palla di Lardo migliora progressivamente diventando uno dei migliori cadetti, mostrando grandi capacità come cecchino, il quale sorprende le aspettative del sergente Hartman. Ma l'evento danneggia irreparabilmente la mente della giovane recluta. Un giorno Joker confessa a Cowboy di essere preoccupato per lo stato mentale di Palla di Lardo, che, pur essendo migliorato parecchio come militare, pare essere sprofondato in una evidente follia. Joker ha infatti notato che questi a volte parla con il suo fucile come fosse la sua ragazza; tutte le reclute avevano dovuto dare al loro fucile un nome da donna e trattare l'arma come il loro migliore amico, ma Leonard esagerava visibilmente. La notte prima della partenza per il Vietnam Joker, mentre è di piantone notturno, scopre Palla di Lardo nascosto nei bagni della compagnia: questi gli sorride in modo folle e demoniaco imbracciando il suo M14 caricato con pallottole FMJ. Leonard, persa ormai ogni traccia di sanità mentale, urla a squarciagola il credo del fuciliere svegliando Hartman, che lo scopre e lo insulta per l'ultima volta, ricevendo in cambio uno sparo diretto al cuore che lo uccide. Un istante dopo Palla di Lardo, nonostante avesse trovato qualcosa che gli riuscisse bene (sparare come cecchino), si suicida con la stessa arma, sparandosi in bocca di fronte all'atterrito Joker. Qualche mese dopo Joker è in Vietnam, impiegato come giornalista per la rivista militare Stars and Stripes dopo la fine dell'addestramento. Stanco della monotonia delle retrovie e frustrato per il fatto di non poter pubblicare articoli senza passare dalla censura del suo superiore, si fa spedire al fronte di Huế. Assieme al fotografo Rafterman, bramoso di emozioni belliche, si unisce ad una squadra dove ritrova Cowboy e fa la conoscenza di altri giovani marines, tutti condizionati e trasformati dagli orrori della guerra. Un giorno Cowboy e altri due compagni di plotone , Doc e Eightball vengono uccisi dai colpi di un cecchino nemico, il quale, a sua volta ferito a morte dai militari americani, si rivela essere una ragazzina vietnamita. Svanito ogni sentimento di vendetta per i compagni uccisi, con il solo desiderio di non farla soffrire, Joker le dà il colpo di grazia, facendo di lei la sua prima vittima e guadagnandosi il rispetto dagli altri Marines. I militari tornano indietro e, avanzando attraverso la città in fiamme, si mettono a cantare la Marcia di Topolino, una canzoncina per bambini, in un surreale e lugubre finale."
 

sabato 20 ottobre 2012

Un anno fa, il 20 Ottobre 2011, la morte del Leader Libico Gheddafi; HRW denuncia l'esecuzione sommaria eseguita senza processo ed ordinata dai Servizi Segreti Francesi che volevano sbarazzarsi di un ingombrante e scomodo testimone di oltre 40 anni di intrighi, durante la "Guerra Fredda" tra l'Est e l'Ovest del Mondo!

TRIPOLI (LIBIA) - Dubbi e incertezze sulla morte di Gheddafi. Quasi un anno dopo l’uccisione dell’ex rais, permangono indecisioni circa le esatte circostanze che circondano la morte di Muammar Gheddafi avvenuta a Sirte il 20 ottobre 2011.
Secondo il rapporto di 58 pagine di Human Rights Watch (UNHCR) intitolato Death of a Dictator, oltre all’ex rais le milizie di Misurata avrebbero preso d'assalto il convoglio di Gheddafi in fuga presso l'Hotel Mahari a Sirte, catturando e uccidendo almeno 66 parenti del dittatore.
Inoltre la relazione sostiene l'idea, già avanzata da varie ONG internazionali, che Gheddafi potrebbe essere stato freddamente ucciso dai thuwwars (rivoluzionari), e non colpito accidentalmente in uno scontro a fuoco, come sostengono le autorità libiche che hanno sempre rifiutato di indagare sulle circostanze della morte dell'ex leader libico.
La mattina del 20 ottobre 2011, Mutassim Gheddafi suggerì a suo padre e al suo entourage di fuggire dalla loro roccaforte di Sirte, assediata dai ribelli sostenuti dalla NATO. Muammar Gheddafi e i suoi uomini fuggirono in un convoglio armato di cinquanta veicoli. Ma nelle vicinanze dell’ hotel Mahari il convoglio venne attaccato dalle milizie di Misurata. Muammar Gheddafi e i superstiti si rifugiarono in nelle vicinanze, prima di tentare di scappare ma vennero intercettati e fermati.
"Quando Gheddafi fu catturato, le milizie lo colpirono con la pistola e con calci e quando venne messo in ambulanza per essere trasportato a Misurata, era già morto", è scritto nel rapporto delle testimonianze dei sopravvissuti presenti quel giorno.
Sono passati diversi mesi da quando HRW e altre ONG hanno denunciato gli abusi dei thuwwars. Tra le nuove prove, c’è un video di sette minuti, girato da un combattente ribelle in cui si vedono 29 uomini di Gheddafi, seduti contro un muro mentre vengono insultati, umiliati, e colpiti. Secondo il rapporto, le forze anti-Gheddafi hanno catturato circa 150 persone quel giorno, 70 furono trasferite nella prigione a Misurata, invece altri 66 sono stati trovati morti il ​​giorno dopo nei pressi del Mahari Hotel. 
Nonostante le accuse di esecuzioni sommarie delle organizzazioni internazionali, nessuna indagine è stata condotta fino ad oggi dalle autorità libiche. La famiglia Gheddafi aveva presentato una denuncia per crimini di guerra dinanzi alla Corte penale internazionale. L'Alto Commissario ONU per i diritti dell'uomo e numerose ONG (Amnesty International, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e Human Rights Watch) avevano anche richiesto un'indagine. Ma tali richieste sono rimaste inascoltate.
"Le autorità libiche non hanno mantenuto la promessa di indagare sulla morte di Gheddafi, 
né su quella di suo figlio", si legge nel rapporto di HRW. 


 
Libia, avvocato di Aisha Gheddafi: Processare responsabili di morte raìs! I responsabili dell'uccisione di Muammar Gheddafi dovrebbero essere portati davanti alla giustizia. Lo ha detto Nick Kaufman, l'avvocato israeliano della figlia dell'ex raìs, Aisha. Il legale, che nel passato ha rappresentato alcune figure controverse, è stato ingaggiato dalla donna l'anno scorso. Kaufman ha inoltre accusato le autorità libiche di non essere in grado di garantire un processo giusto al figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, arrestato un mese dopo la morte del padre il 20 ottobre del 2011. La Corte penale internazionale, che ha formulato nei confronti di Saif al-Islam accuse di crimini contro l'umanità, non ha ancora deciso dove l'uomo sarà processato.

Morto il giovane che scovò Gheddafi, rapito e torturato, è spirato a Parigi...

Era diventato celebre per aver riconosciuto il dittatore, nascosto in una conduttura nei pressi di Sirte. Inizialmente si credette che fosse stato proprio lui a sparargli a bruciapelo. Sequestrato lo scorso luglio, è rimasto nelle mani dei lealisti per 50 giorni. E adesso in Libia è caccia all'uomo!

MISURATA (LIBIA) - Omran Ben Shaban, il giovane che divenne famoso come colui che smascherò Muammar Gheddafi nel suo ultimo nascondiglio, il 20 ottobre del 2011, consegnandolo al suo tragico destino, ha pagato con la vita l'essere assurto a figura eroica e icona della vittoria della resistenza libica sulla dittatura del Colonnello. Shaban, 22 anni, è spirato lunedi a Parigi, dove si trovava per curare le gravi ferite infertegli dai fedelissimi del Colonnello, che nel luglio scorso lo avevano rapito e torturato.

FOTO Folla ai funerali di Shaban 1

VIDEO Il ragazzo che scoprì il Colonnello 2

FOTO La pistola d'oro di Gheddafi 3

Shaban era stato liberato la scorsa settimana, dopo 50 giorni di prigionia nella città di Bani Walid, grazie alla mediazione di Mohammed Magarief, presidente dell'Assemblea nazionale libica. Shaban era in condizioni critiche: durante il sequestro aveva provato a fuggire e i suoi rapitori gli avevano sparato allo stomaco e al collo. Secondo quanto riportato dalla stampa, aveva le gambe paralizzate per una ferita da proiettile vicino alla spina dorsale.

Ieri un aereo privato ha riportato il cadavere di Omran a Misurata, sua città natale e tra i luoghi simbolo della resistenza anti-Gheddafi. Nelle prime ore di questa mattina la sepoltura. Ai funerali, celebrati nello stadio cittadino, erano presenti oltre 10mila persone. Dopo il dolore, ora in Libia è caccia all'uomo per scovare i responsabili della sua morte.
L'Assemblea nazionale di Tripoli, riferisce l'agenzia di stampa ufficiale Lana, ha concesso ai ministeri della Difesa e dell'Interno dieci giorni di tempo per "arrestare i responsabili del sequestro e delle torture" subite dal 22enne. "Questo è un crimine che va punito. I responsabili vanno individuati e processati", si legge in una nota del presidente Mohammed al Magarief. L'Assemblea nazionale ha riconosciuto a Shaban il titolo di "martire".
Il mondo aveva conosciuto Omran Shaban il 20 ottobre dell'anno scorso, grazie alle immagini e ai filmati che lo ritraevano accanto a Gheddafi mentre il dittatore veniva tirato fuori da una grande conduttura definita 'la fogna del ratto', nei pressi di Sirte, città d'origine del dittatore. Ormai braccato nel suo disperato tentativo di fuga, Gheddafi si era infilato in quel buco sperando di sfuggire alla cattura. Ma era stato riconosciuto da Omran Shaban, che ne aveva segnalato la presenza ai miliziani. La grande caccia si era poi conclusa con l'uccisione sul posto di Gheddafi. Omran, portato in trionfo, era apparso in quelle foto e in quei video che ritraevano lo storico momento. Si era diffusa anche la notizia che fosse stato proprio lui, Shaban, a sparare 4 a bruciapelo puntando alla testa del dittatore.
Secondo il racconto dei familiari, Omran era stato rapito da uomini armati nei pressi di Bani Walid, dove era stato inviato dal governo per sedare degli scontri in corso nella Libia occidentale. Bani Walid, una delle roccaforti di Gheddafi, è stata l'ultima città a cedere ai ribelli. Dopo l'uccisione dell'ambasciatore americano 5 a Bengasi, lo scorso 11 settembre, la morte di Shaban è l'ulteriore prova dell'esistenza di sacche di resistenza e tensioni tra i nuovi leader libici, alimentata da bande armate e una forte rivalità con Misurata, distante circa 140 chilometri da Bani Walid. Sempre lo scorso luglio, combattenti da Misurata minacciarono di attaccare Bani Walid dopo il rapimento di due giornalisti, liberati con la mediazione delle autorità. 
 

 

 




mercoledì 25 gennaio 2012

La Ue e gli Usa sono pronti ad invadere militarmente l'Iran e la Siria? Cosa c'è di vero dietro questo folle e pericoloso progetto di destabilizzazione del Medio-Oriente? L'ONU fermi questa follia finchè può farlo!

Bruxelles - (Belgio - Unione Europea) - Che la Ue fosse gestita da criminali, pederasti, pedofili, massoni, satanisti e parassiti si sapeva di già, quello che non si sapeva era che questi delinquenti sono pure dei dementi, come si è potuto leggere sui giornali di tutto il mondo, i ministri dei paesi facenti parte della Ue hanno deciso di applicare le sanzioni contro l'Iran e la Siria, le sanzioni contro la Siria si basano per un'aggressione stile come in Libia, basata sulle menzogne che i Media ci propongono giornalmente, le sanzioni contro l'Iran vanno molto più in là, prima si vuole provocare l'Iran con l'embargo del Petrolio, la chiusura dei conti delle aziende che collaborano con l'Iran, la negazione di far passare medicinali e altre materie prime per la popolazione, in fin dei conti il paese dovrebbe rimanere isolato dal resto del mondo per poi costringerlo a fare la mossa sbagliata che fecero i Giapponesi quando attaccarono Pearl Harbour perchè messi alle strette con lo stesso sistema che viene oggi applicato all'Iran.
Le provocazioni giornaliere che gli Usa e Israele fanno nei confronti dell'Iran sono da considerare atti criminali da condannare subito con la forza, invece qui assistiamo ad un patto stabilito tra tutti i paesi occidentali per aggredire uno stato sovrano che non vuole sottomettersi ai perversi voleri di coloro che hanno deciso di appropriarsi delle risorse che si trovano nel sottosuolo di quel paese, hanno inventato la bugia che l'Iran stia aumentando la capacità di arricchire l'Uranio (10%, per arrivare a costruire una bomba atomica ci vuole ben il 90%) al fine di costruire la propria bomba atomica, sanno bene che non lo stanno facendo e il programma nucleare che stanno portando avanti serve solamente per scopi di energia interna civile che non ha nulla a che vedere con l'atomica, anche quel pezzente di Leon Panetta ha dichiarato ultimamente che l'iran non ha alcun motivo di fabbricarsi l'atomica, nonostante ciò i cretini della UE credono e fanno quello che il governo Israeliano e quello USA gli impongono di fare, con questa manovra scellerata e da dementi si stanno tirando la zappa tra i piedi, mettono a repentaglio tutto il sistema economico di molti paesi Europei che fino a oggi hanno usufruito del petrolio iraniano, a chi giova tutto ciò?
Di sicuro non a noi Europei ma semplicemente ad incrementare la presenza USA in medio oriente per poi arrivare a minacciare la Cina e la Russia, che gli USA mandano ancora navi da guerra nello stretto di Hormus per provocare un preventivo attacco iraniano è la logica che possiamo ben capire, forse gli americani si sentono tanti sicuri di farcela?
Personalmente vedo il passaggio delle portaerei come un presagio di morte per molti soldati USA, da quelle acque non verrà fuori neanche un relitto di portaerei e nemmeno un cadavere di soldato o marinaio. Se la UE e soci credono che l'Iran prenda la decisione di attaccare le navi della NATO o USA, si sbagliano di grosso, forse hanno dimenticato che la Cina può importare tutto il petrolio che vuole per poi rivenderlo alle aziende che ne fanno richiesta e che prima lo compravano dall'Iran, prima che il governo USA cominci a esagerare con l'embargo contro la Cina ci penserà milioni di volte, quindi la UE si è messa con il cappio al collo lei stessa, dementi come questi politici c'e ne sono stati pochi, ma questi fanno per tutti quelli che li hanno preceduti in passato, come di solito i lecchini dei Media scrivono che una portaerei è passata lo stretto di Hormus senza che gli iraniani si siano azzardati a prendere contro misure, vogliono forse far credere che gli iraniani hanno paura?
Se la stanno ridendo e pensano ai problemi che avremo noi cittadini della UE quando un litro di benzina costerà 5 /10Euro, vedrete le risate cari giornalisti del cavolo, poi cosa scriverete? altre minkiate per coprire quelle che avete scritto settimane prima.. questo scriverete, non avete ancora imparato dalle bugie che sono state dette e che voi avete propagandato per attaccare l'Iraq, l'Afganistan, la Libia, la Somalia e quelle che state scrivendo sulla situazione in Siria.. no..?
Allora siete scemi per natura, religione e devozione, quello che gli stupidi parassiti della UE hanno deciso di intraprendere contro l'Iran se ancora non lo avete capito è una dichiarazione di guerra vera e propria e voi scrivete che il tutto è scaturito perché l'Iran si rifiuta di smettere di arricchire l'Uranio, chi passa le notizie è un criminale perché sà bene che non è vero, gli ispettori possono entrare in Iran per controllare se viene arricchito l'uranio, quando vogliono e senza preavviso e non come scrivete voi, l'Iran ha firmato il trattato per il controllo dell'energia atomica e lo considera sacrosanto, mentre Israele si rifiuta di farlo come lo fà l'America del Keniano assatanato di guerra e di sangue.
Cari signori, ancora tutto il mondo aspetta che escano fuori le armi di distruzione di massa che Saddam avrebbe nascosto, ancora si cerca di portare le prove che Gheddafi abbia sparato con cannoni e aerei contro la Popolazione, nel frattempo è un casino in Libia e il Governo transitorio ha dovuto ammettere che è un fallimento e si stà costituendo alle truppe rimaste leali a Gheddafi perché non si fidano della NATO e nemmeno degli USA/Anglosassoni compreso quel Psicopatico di Sarkozy, volete spiegarci a chi volete prendere ancora per il fondello cari lecchini scribacchini? Perché non scrivete che quel criminale di Kissinger è andato in Russia a pregare Putin di non prendere parte a un conflitto armato in caso di un attacco contro l'Iran e la Siria, sa bene che i suoi sogni sono arrivati al capolinea ..sia per lui che per tutti i suoi compari di avventura.
Con queste sanzioni che la UE ha approvato contro l'Iran e la Siria, hanno condannato l'Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo e tanti altri paesi che credevano in questa Europa ad un periodo di miseria, fame, guerre, peste e colera, questo è quello che volevano i criminali dell'Élite per raggiungere il loro obiettivo di dominio, dovranno ricredersi cosi come dovranno ammettere tutti i capi di stato e di governo Europei che sono dei criminali e parassiti senza scrupoli di coscienza.
Se gli USA e lo stato di Israele vogliono mostrare quello che hanno nei loro arsenali bellici, lo facciano, ma almeno si sparassero l'un contro l'altro e lasciassero il resto del pianeta in santa pace, dato che hanno fatto di già fin troppo danno con la scusa del terrorismo (che in fin dei conti sono loro stessi i terroristi), ci hanno provato in Europa anni fà con l'attacco alla Serbia e sempre con le bugie, prove falsificate come ci mostra questo filmato in cui si specifica come il governo Tedesco di allora sotto la direzione di quel puttaniere di Gerard Schroeder, Sharping e Fischer costruì le false prove per poter attaccare uno stato sovrano che si stava difendendo dagli attacchi studiati a tavolino dagli USA e Israele per poter incrementare la loro presenza nei Balcani, nel filmato parla il poliziotto che faceva parte del gruppo mandato dal Governo tedesco per accertamenti sui fatti avvenuti nella cittadina di Rugovo, le foto fatte dall'ex Poliziotto furono manipolate al fine di far approvare dall'opinione pubblica un attacco alla Serbia. Quel criminale di Sharping ebbe il coraggio di dire che erano stati due ufficiali dell'Esercito tedesco a fare le foto, mentre il comando generale diceva di non sapere nulla di quelle foto e che nessun ufficiale era stato mandato in quella zona per constatare se ci fosse stato un massacro come i Media avevano scritto ..capito.. i media e nessuna fonte ufficiale del governo, il mister Sharping mostrava foto manipolate dove comparivano cadaveri di persone che venivano spacciate per civili, le armi furono cancellate o fatte sparire, mentre nelle foto originali fatte dall'ex poliziotto era chiare le armi e che si trattava di un commando di truppe speciali addestrate dalla CIA /BND /MI6 e servizi segreti italiani, con la compiacenza di quel baffetto da Porcospino chiamato D'Alema e che normalmente dovrebbe comparire davanti a un tribunale per crimini di guerra, invece ha ancora la sfacciataggine di dire che fu giusto attaccare la Serbia.
Per chi capisce il tedesco può constatare con quale bugie fu distrutto un paese sovrano che si opponeva alla dittatura UE / NATO & Sorci e che oggi viene costretto a sottoscrivere colpe e genocidi mai commessi.
Con la stessa tattica usata in passato contro altri stati sovrani, oggi si vuole aggredire l'Iran per appropriarsi dei suoi immensi giacimenti petroliferi usando la scusa e le menzogne dell'Atomica, i Media occidentali, buffoni e marionette da teatro dei Pupi fanno la parte dei leoni per far sprofondare il pianeta nel Caos assoluto con la credenza che loro rimarranno sani e salvi con un documento che li attesta "Baroni del male ed escremento di maiale".
Cari lettori, se ci sono persone da portare davanti a un tribunale per crimini di guerra, oltre ai Politici ci sono anche giornalisti che vivono alle spalle dei contribuenti istigando le masse alle guerre, cosi come questo governo "Monti con un decreto al giorno si toglie gli italiani di torno" e lo stà facendo alla grande sotto gli occhi di tutti noi.


martedì 27 dicembre 2011

DURANTE LA CONFERENZA STAMPA ANNUALE DI PUTIN DEL DICEMBRE 2017, IL PRESIDENTE RUSSO SPIEGA NEI DETTAGLI PERCHE' LA RUSSIA SI E' RIPRESA IL SUO RUOLO DI SUPER POTENZA NUCLEARE A CAUSA DELLE CONTINUE PROVOCAZIONI DELLA NATO E DEI PAESI ALLEATI DEGLI USA...VLADIMIR PUTIN E' STATO RICONFERMATO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE RUSSA NELLE SCORSE ELEZIONI DEL 18 MARZO 2018

Conferenza stampa annuale di Putin - DICEMBRE 2017
VERSIONE INTEGRALE: CLICCA SUL LINK VIDEO
 
L’evento dell’anno che, trasmesso in diretta sui principali canali russi ormai da 13 anni, pietrifica davanti allo schermo i milioni di cittadini russi, i quali, mentre si preparano alle feste natalizie, godono delle belle parole di Vladimir Vladimirovič. O meglio questo è quello che probabilmente si aspetta Putin, consacrando, perché a Natale anche il presidente è più buono, ogni anno 3-4 ore di un pomeriggio di metà dicembre alle domande dei giornalisti. Tuttavia, per ribadire che ormai la routine è divenuta pesante, alcuni canali televisivi non trasmettono nemmeno più la conferenza stampa e lo share non supera i 3 milioni di spettatori, meno della metà di quelli della “Linea Diretta” primaverile. La conferenza stampa è, in fin dei conti, materiale di analisi per giornalisti e commentatori.
La conferenza stampa in campagna elettorale
Il 14 dicembre alle ore 12 Putin si è quindi presentato davanti a 1640 giornalisti accreditati, russi e stranieri. Il presidente ha da poco dichiarato che concorrerà a marzo per le presidenziali, dopo mesi in cui aveva lasciato sulle spine non esponendosi a riguardo, o addirittura sostenendo che avrebbe preferito vedere “un volto giovane”. Putin non si è sentito di abbandonare il suo popolo in mano ad altri (né dei suoi di Russia Unita, né degli oppositori) davanti alle elezioni, le seste per la Russia post-sovietica. La conferenza stampa, così come altre recenti e future apparizioni in veste più e meno ufficiale, è già materiale elettorale per il presidente che per più di metà del periodo post-1991 ha governato il paese (2000-2008 e 2012-2018). Se venisse eletto per la quarta volta, il sessantacinquenne lascerà il Cremlino solo nel 2024. A meno che la Costituzione non venga modificata nel corso dei sei anni di presidenza, Putin poi non potrà venire ri-eletto, il che potrebbe aprire ad un futuro Cremlino post-putiniano.
Ma di cosa ha parlato Putin coi giornalisti?
I temi caldi, come sempre, quelli spinosi: la politica estera, l’Ucraina, il Donbass, l’economia, l’opposizione, la giustizia. Ma prima di tutto le elezioni presidenziali di marzo 2018.
Putin ha sottolineato come l’opposizione sia immatura, incapace di rappresentare una reale concorrenza. “Quando si parla di opposizione, non è tanto importante far rumore nelle piazze, quanto proporre qualcosa di effettivamente migliore”. “I giovani non ricordano e non sanno ciò che è successo negli anni Novanta, e non possono fare paragoni con la situazione odierna. Ci sono molti problemi, ma rispetto al 2000 il PIL è cresciuto del 75%, l’industria del 70%. Abbiamo superato la crisi demografica. La speranza di vita era di 65 anni, oggi quasi di 73. Abbiamo vissuto in uno stato di guerra civile per quasi dieci anni”.
Proprio Ksenija Sobčak, anche lei intenzionata a concorrere alle elezioni 2018, ha posto una domanda riguardo all’opposizione e alla figura di Aleksej Navalny (a sua volta intenzionato a concorrere), a cui Putin ha risposto che “l’opposizione deve proporre un programma di azione. Lei, ad esempio, si candida con lo slogan “Contro tutti” (Protiv vsech). Questo le sembra un programma di azione positivo? Cosa propone? Riguardo al personaggio che ha citato, lei vorrebbe che per le piazze girassero a decine di quei Saakashvili? Quello che lei ha citato non è che Saakashvili in versione russa. Vuole forse che anche da noi vengano tentati colpi di stato? Li abbiamo già avuti. Ne vuole ancora? Sono certo che la maggior parte dei russi non voglia questo e non lo permetterà”. Putin con Navalny ha optato da tempo per la strategia del “colui che non deve essere nominato”: il suo non è un semplice attestato di disaccordo e disprezzo verso l’oppositore, quanto un tentativo vero e proprio di eliminare dal discorso significante e significato a lui relativi; non nominare mai Navalny direttamente concorre a decostruire la sua reale esistenza.
Se Navalny è Saakashvili in salsa russa, Saakashvili, stando alle parole di Putin, “è un insulto al popolo georgiano e a quello ucraino” (abbiamo parlato delle ultime rocambolesche avventure di Saakashvili qui). Restando in territorio ucraino, il presidente, inoltre, ha di nuovo cambiato la versione ufficiale dell’azione russa in Donbass: “l’esercito russo non è presente sul territorio. Ci sono delle formazioni militari autonome, che riteniamo rispondano agli interessi della popolazione locale; se non ci fossero, inizierebbe una carneficina peggiore di quella di Srebrenica per mano dei nazionalisti”. La domanda sul Donbass è stata posta dal giornalista ucraino Roman Cymbaljuk, il quale dal 2014 non perde una conferenza stampa di Putin per porgli la medesima domanda (e collezionare le conseguenti risposte). Putin non teme di esagerare tirando in ballo eventi tragici come Srebrenica per arrivare alla pancia del suo elettorato. Preoccupandosi per il popolo del Donbass, si mostra come pacificatore, e nella stessa direzione va l’annuncio dell’11 dicembre del ritiro delle truppe russe dalla Siria: “la lotta con le bande armate qui in Siria si è interamente conclusa”.
Dall’altra parte dell’oceano, Trump rappresenta una figura amica. Tuttavia, anche agli Stati Uniti Putin riserva delle critiche: tutto lo scandalo del Russia-gate non sarebbe che un’invenzione dell’opposizione americana. “Si possono, forse, vietare del tutto i contatti?” Riguardo alle accuse di propaganda rivolte a Russia Today e Sputnik (di cui abbiamo di recente parlato qui), Putin ha invocato la “libertà di espressione”, sostenendo che il mercato dell’informazione americana è governato dai canali americani, mentre a quelli russi non è concessa nemmeno una minima parte. Infine, il presidente si è espresso anche sulla crisi coreana, sostenendo che proprio Washington abbia provocato la Corea del Nord, così come ha fatto in passato con la Libia e e l’Iraq.
Infine, l’argomento “giustizia” è stato introdotto da Tat’jana Fel’genhauer di Echo Moskvy, che a ottobre era stata accoltellata in redazione. La giornalista ha chiesto spiegazioni riguardo al trattamento differente che hanno ricevuto casi importanti, quali l’omicidio di Boris Nemtsov (un testimone chiave non è stato interrogato) e le accuse di corruzione all’ex-ministro dell’economia Uljukaev (non si è presentato a testimoniare Sečin, il presidente di Rosneft’). Putin ha brevemente risposto che la giustizia russa è uguale per tutti.
Una nota di colore che rimane da questa tredicesima edizione della conferenza stampa di Putin è stata la presenza in borghese di tale Michail Zub, che si è presentato come giornalista di Potrebitel’, Il Consumatore. La sua domanda, inerente al prezzo del pesce, ha emozionato l’uomo che si è tradito, rivelando di essere invece il direttore di una ditta di produzione ittica di Murmansk. “Vi ho imbrogliato. Non sono affatto un giornalista. Sono d’accordo, ho fatto male. Ma noi sono tre anni e mezzo che raschiamo la terra coi denti, cercando di sopravvivere! Il prezzo del pesce è oggi di 300 rubli, ma sarebbe meglio venderlo allo stesso prezzo del pollo, a 100 rubli”.
 
 

lunedì 7 settembre 2009

ESCLUSIVO: LE PRIME FOTOGRAFIE SCATTATE DURANTE LA BIOPSIA AL CORPO DEL PRESIDENTE KENNEDY DOPO IL SUO ASSASSINIO! IL PIU' FAMOSO OMICIDIO DEL MONDO!

(Sopra, il corpo del Presidente Kennedy!)
(Sopra, il cranio squarciato dal proiettile mortale!)
(Sopra, il profilo del defunto Presidente Kennedy!)
(Sopra, il foro alla gola che lo ha trapassato
ferendo al braccio anche il Governatore che
stava seduto davanti a lui in auto!)
(Sopra si vede il foro del primo proiettile
che gli ha perforato la gola
ed ha colpito al braccio il Governatore
che stava seduto davanti a lui
nell'auto Presidenziale!)
L'assassinio di John F. Kennedy, trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, avvenne venerdì 22 novembre 1963 a Dallas, Texas, alle 12:30 CST (18:30 UTC). John F. Kennedy fu ferito mortalmente da colpi di arma da fuoco mentre viaggiava con sua moglie Jacqueline e con John Connally e sua moglie Lady Bird, a bordo di un'auto presidenziale nella Dealey Plaza. Secondo le conclusioni dell'indagine governativa della Commissione Warren[2] del 1963-1964, Kennedy fu colpito da un unico cecchino (lonely gunman theory). Questa conclusione ha inizialmente incontrato un ampio sostegno da parte del pubblico statunitense, ma successivi sondaggi d'opinione, a partire dal Gallup poll del 1966, hanno mostrato che la maggioranza del pubblico ha invece pareri contrari[3][4], tanto che nel 1976, il presidente Gerald Ford si vide costretto a nominare una seconda commissione d'indagine, la United States House Select Committee on Assassinations HSCA, che presentò il risultato del suo lavoro nel 1979. La HSCA, basandosi in parte su prove acustiche[5], ha concluso che il presunto assassino Lee Harvey Oswald potrebbe avere agito nel quadro di un progetto coinvolgente più persone (teorie del complotto).L'assassinio del presidente Kennedy, a quasi 50 anni di distanza (2008), è ancora ampiamente oggetto di ipotesi, tant'è vero che le prove acustiche sono state contestate[senza fonte] e sono ancora oggetto di ulteriore indagine[senza fonte] e, in conclusione, nessuna di queste teorie è stata provata, tanto più che un processo all'assassino non fu mai celebrato.
John F. Kennedy è stato il quarto Presidente degli Stati Uniti ad essere assassinato e l'ottavo a morire durante il mandato.
Il presidente John Fitzgerald Kennedy era in visita ufficiale nel Texas per un viaggio programmato dal vicepresidente e consigliere Lyndon Johnson allo scopo di sanare alcune controversie nel Partito democratico, che lo accusavano di non porre particolare attenzione agli interessi dei grandi investitori e degli industriali della parte occidentale degli Stati Uniti.
Il 22 novembre JF Kennedy e la moglie Jacqueline atterrarono con l'Air Force One all'aeroporto Love Field di Dallas, salirono su una limousine Lincoln sedendo nella parte posteriore, mentre sui sedili centrali (ribaltabili) sedettero John Connally, governatore del Texas, e sua moglie.
Il corteo del presidente imboccò l'angolo di Houston Street con Elm Street e la limousine rallentò in prossimità della curva mentre il Presidente ed il Governatore salutavano la folla. Pochi secondi dopo diversi colpi di arma da fuoco furono esplosi in direzione della vettura: uno di essi colpì J.F.K. alla testa, causando un'ampia ferita, rivelatasi poi mortale.
Immediatamente la Limousine si diresse verso il Parkland Memorial Hospital, dove i dottori Carrico e Perry, dopo disperati tentativi tra cui una tracheotomia ed alcune iniezioni, non poterono fare altro che constatare la morte del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Responsabile dell'assassinio venne ritenuto Lee Harvey Oswald, un impiegato della Texas School Book in Dealey Plaza.Subito fu catturato per l'assassinio di un poliziotto e in seguito imputato anche dell'assassinio del presidente Kennedy ma lui non confessò mai e sostenne di essere un capro espiatorio[6][7]. Oswald fu interrogato a caldo dalla polizia per circa 18 ore ma di quest'interrogatorio non c'è traccia nel Rapporto Warren, inoltre Oswald non subì mai un regolare processo perché venne ucciso a sua volta due giorni dopo l'arresto dal gestore di un night club Jack Ruby, che subito arrestato ed interrogato sul motivo del suo gesto profferì frasi da squilibrato, come: volevo fare un piacere a Jacqueline. [senza fonte].
Entrato in carica da vice a Presidente, Lyndon Johnson affidò da subito il lavoro investigativo al presidente della Corte Suprema Earl Warren.Nacque così la Commissione Warren che aveva compito non di redigere un'accusa, ma solo mettere insieme tutto il materiale (i movimenti di Oswald, testimonianze, indizi, filmati) e produrre una valutazione tecnico-giuridica sull'accaduto; la commissione volle mantenere pubbliche le indagini in corso ed i relativi riscontri e per non ledere la privacy della famiglia Kennedy, non si aiutò con foto, filmati ed esami clinici, ma si attenne solo ad informazioni verbali.Dal canto suo l'FBI procedette parallelamente con le indagini.La commissione lavorò con tenacia, nonostante circolassero diverse ipotesi, tra le quali che lo stesso Lyndon Johnson avesse organizzato il tutto per raggiungere la presidenza; le indagini dell'FBI fornirono alla Commissione oltre 25.000 interviste, 2.300 rapporti, 553 interogatori, e nel settembre 1964 la Commissione per investigare sull'assassinio del Presidente presentò il suo rapporto finale: "Lee Harvey Oswald ha ucciso da solo il Presidente; Jack Ruby ha ucciso da solo Lee Oswald".
Questa la ricostruzione dei fatti per la Commissione Warren: Lee H. Oswald psicolabile, mentalmente disturbato, frustrato, fortemente filo-castrista e violento decise di diventare famoso per l'eternità uccidendo il presidente Kennedy. Quando la limousine terminò la curva, dal sesto piano della Texas School Book in Dealey Plaza, sparò un primo colpo di fucile.Qualcuno si voltò per cercare di capire cosa stesse succedendo ed il Presidente Kennedy smise di salutare.Circa due secondi dopo fu esploso un secondo colpo: il proiettile colpì Kennedy alla schiena, uscì dalla gola, entrò nella schiena di Connally, gli perforò il torace, trapassò il polso destro, fratturando il radio e proseguì sino a fermarsi nella coscia sinistra del governatore.Un terzo colpo sempre esploso alle spalle del corteo, colpì il presidente alla testa causando la ferita mortale.Ciò comporta che Oswald avrebbe sparato 3 colpi dalla finestra e con due soli proiettili sarebbe riuscito ad uccidere il Presidente ed a ferire Connally.Dal rapporto emerge che il proiettile quasi intero rinvenuto sulla barella del governatore Connally e due frammenti piuttosto grandi rinvenuti nella limousine presidenziale erano stati sparati dal fucile Mannlicher Carcano trovato al sesto piano del deposito dei libri, escludento così l'uso di qualsiasi altra arma.La teoria su cui si basa la commissione Warren è quella definita, dai sostenitori della teoria del complotto, “della pallottola magica”, riferendosi a quel proiettile che causò sette ferite complessive a Kennedy e Connally, rimanendo sostanzialmente integro, cosa da costoro ritenuta impossibile. Inoltre e sempre secondo quanto essi sostengono, tale proiettile, per poter causare quelle ferite, non avrebbe potutto seguire una traiettoria rettilinea (come si vede nello schema sotto riportato).
Il 30 settembre 1976 la Camera dei Rappresentanti, visti i fiumi di critiche nate dalla pubblicazione del Rapporto Warren, decise di creare una seconda Commissione che riesaminasse tutto il materiale probatorio sul caso Kennedy.Nacque l'HSCA House Select Committee on Assassinations presieduta da un senatore dell'Ohio, Louis Stokes e coordinata da G. Robert Blakey, avvocato.Per l'HSCA il delitto fu il risultato di una probabile cospirazione anche se non fu possibile determinarne la natura nè identificare i partecipanti (oltre a Oswald).La teoria fu basata su rapporti incrociati dei reperti balistici (pallottole trovate o perdute), di quelli visivi (ad esempio il filmato di Abraham Zapruder che registrò una sequenza di 26 secondi, su una pellicola da 8 millimetri, privo di audio) e di quelli sonori (registrazioni delle varie trasmissioni dei poliziotti che avevano la radio aperta al momento degli spari).
Il rapporto HSCA confermò la ricostruzione della Warren Commission, ma individuò con una probabilità del 96% un quarto sparo, ad opera di un secondo tiratore, presumibilmente appostato su di una collinetta erbosa (Grassy Knoll) situata sul lato destro di Elm street. Di tale presunto sparo, tuttavia, non rimase traccia alcuna ad eccezione di una registrazione audio compiuta da un poliziotto motociclista. Successive ricerche, tuttavia, dimostrarono che la registrazione avvenne circa un minuto dopo la sparatoria.
Sulla salma di Kennedy furono effettuate due autopsie senza però giungere a risultati del tutto certi: il foro alla gola fu allargato per una tracheotomia, quindi non si saprà mai con sicurezza se risultante da un proiettile in entrata o in uscita.
Le testimonianze degli autori delle due autopsie sono discordanti: i dottori civili di Dallas hanno dichiarato l'esistenza di un killer dal fronte del corteo viste le ferite di JFK, mentre i medici militari di Washington si sono pronunciati diversamente in base alle seguenti motivazioni:
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 977, Commission Exhibit n. 385[8],[9] che mostra uno schema fatto al Bethesda Naval Hospital, il 22 Novembre 1963, dalle ore 18 alle ore 4,23 del 23 Novembre dal Comdr. James J. Humes, del Presidente Kennedy, che evidenzia l'entrata e l'uscita del proiettile nell'area del collo[10],[11] quando la Commissione Warren non era stata ancora istituita.
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 977, Commission Exhibit n. 386, che mostra l'aspetto posteriore del foro nell'area del collo ed anche il risultato del colpo alla testa[12].
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 978-983, Commission Exhibit n. 387 [13],[14], Cartella clinica dell'autopsia del Presidente Kennedy, fatta al Naval Medical School, Bethesda, Md. il 22 novembre 1963 dalle ore 18 alle ore 4,23 del giorno successivo[15].
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 984, Commission Exhibit n. 388 [16][17], disegno schematico dalla descrizione fatta dal Comdr. James J. Humes che mostra lo stato del cranio del presidente Kennedy visto da sopra[18].
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 985, Commission Exhibit n. 389 [19],[20], quadro dal film di Abraham Zapruder poco prima del momento in cui il presente Kennedy viene colpito alla testa[21].
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 986, Commission Exhibit n. 390[22],[23] quadro dal film di Abraham Zapruder nel momento in cui il presente Kennedy viene colpito alla testa.[24].
WCR Hearings, Volume XVI, pag. 987-989, Commission Exhibit n. 391
[25],[26] rapporto supplementare dell'autopsia No. A63-272, del presidente John F. Kennedy, al Naval Medical School, che fornisce una descrizione macroscopica di quel che rimane del cervello[27].
Secondo i teorici della cospirazione, l'unica postazione dalla quale si sarebbe potuto avere la visuale per uno sparo il cui proiettile potesse effettuare una traiettoria compatibile con le ferite di Kennedy è la staccionata nei pressi della collinetta erbosa, ma la foto Polaroid scattata da Mary Moorman, non inquadra nessun tiratore in quel luogo: si tratta solamente di macchie di fogliame.Malgrado ciò, le fotografie successive, mostrano molte persone correre verso la collinetta, dalla quale, interrogate successivamente, diranno di aver sentito esplodere i colpi.Ad ogni modo, non sono mai stati trovati, né nel corpo del Presidente, né in quello del governatore, né sull'automobile né in qualunque altro punto della Dealey Plaza prove che rimandassero a un'altra arma da fuoco o a proiettili differenti rispetto a quelli sparati dal Carcano. Gli esperti ipotizzano che il quarto colpo, fosse un proiettile esplosivo, che non ha lasciato tracce.
La commissione Warren non ha accertato se il fucile aveva sparato quel giorno. Il test del nitrato, che dette esito negativo per Oswald, ufficialmente fu dichiarato illeggibile.
Decine di testimoni hanno dichiarato di aver sentito uno sparo e di aver visto del fumo nella zona della collinetta posta quasi di fronte a Kennedy e non dal deposito di libri dietro di lui. L'importanza della presenza di fumo è discutibile, in quanto nessun fucile moderno emette molto fumo al momento dello sparo. Emerge inoltre, da alcune testimonianze, la presenza di un individuo sulla collinetta che mostrava tessere del servizio segreto per allontanare le persone dalle vicinanze: queste testimonianze tuttavia parrebbero inattendibili, in quanto acclarate esclusivamente dalla testimone Jean Hill che inizialmente, intervistata da una TV di Dallas, dichiarò di non aver visto o udito nulla oltre gli spari, ma in seguito cambiò più volte la propria versione dei fatti. Tra l'altro la signora Hill non corse sulla collinetta, come da lei affermato, ma rimase a lungo dalla parte opposta della strada, come dimostrano fotografie e filmati. Il servizio segreto ha smentito la presenza di suoi agenti nella Dealey Plaza quel giorno, mentre erano presenti agenti dell'FBI, essendo un servizio di vigilanza interna. La storia dell'assassinio è soggetta tuttavia ad una serie di speculazioni visti i numerosi aspetti ancora non chiariti.
Sotto la presidenza di Bill Clinton considerato come il nuovo Kennedy, alla fine del 1998, grazie all'Assassination Record Review Board (ARRB), è stato messo a disposizione del pubblico tutto il materiale che le istituzioni posseggono relativamente all'attentato di Dallas.
Successione dei fatti dal 6 giugno 1963 al 23 novembre 1963.
La visita presidenziale nello Stato del Texas era la prima concordata tra JFK, Lyndon Baines Johnson e il governatore texano John Connally, durante un incontro dei tre a El Paso (Texas), il 6 giugno 1963[28]
Il presidente Kennedy decise di intraprendere il viaggio con in mente tre obbiettivi principali:
la ricerca di capitali per la campagna presidenziale del partito democratico
ottenere consensi per ricandidarsi alle elezioni del novembre 1964
visto che la lista Kennedy-Johnson aveva a malapena vinto in Texas nel 1960 (e nella città di Dallas aveva perso), Kennedy avrebbe voluto cercare una rappacificazione politica tra i leader del Partito Democratico texano che sembravano in lotta tra loro.
Il viaggio fu annunciato per la prima volta nel mese di settembre 1963.Il percorso del corteo fu stabilito il 18 novembre e reso noto pubblicamente intorno al 22.
La terza settimana di ottobre 1963 Lee Harvey Oswald trovò impiego a tempo pieno al deposito di libri della Texas School a $ 1,25 orari (circa $ 7,64 nel 2006), sicuramente grazie a Ruth Paine, un’amica della moglie di Lee, Marina, presso la quale quest’ultima si era trasferita con i figli.
Il 24 ottobre 1963, durante i festeggiamenti a Dallas del U.N.Day, l’ambasciatore Adlai Stevenson II fu deriso, spintonato, e colpito da sputi. La polizia di Dallas, timorosa che un simile comportamente potesse verificarsi anche durante la visita del presidente, aumentò le misure precauzionali, mettendo in atto il maggior stato di sicurezza nella storia della città.
Venerdì 22 novembre 1963 alle ore 11.40 CST, Kennedy, sua moglie Jacqueline e il seguito presidenziale atterrarono all’aeroporto Love Field di Dallas, con l'Air Force One, partito poco prima dalla vicina Fort Worth.Le auto del corteo avrebbero dovuto seguire un certo ordine e allineamento di marcia, ma poco prima dell’arrivo di Kennedy, quest’ordine fu cambiato.Lo schema prevedeva il corteo presidenziale da Love Field, al centro di Dallas, per finire al Trade Mart, dov’era programmato il banchetto presidenziale: sarebbe dovuto entrare in Dealey Plaza alle 12.25 pm., e dopo cinque minuti arrivare al Trade Mart dov’era atteso dall’amministrazione di Dallas, autorità religiose, leader politici e civili.
Alle tre reti televisive di Dallas erano stati assegnati compiti diversi: la WBAP-TV (NBC), con base a Fort Worth, avrebbe seguito la colazione ufficiale del presidente prima di partire per Dallas, la WFAA-TV (ABC) si sarebbe dovuta occupare dell’arrivo del presidente e del corteo. La KRLD-TV (CBS) avrebbe dovuto seguire il discorso del presidente al Trade Mart.
Il corteo era così composto:
Sull' auto capofila (una Ford bianca) si trovavano:
alla guida il capo della polizia di Dallas, Jesse Curry
sul sedile anteriore destro, l’agente dei Servizi Segreti Winston Lawson
sul sedile posteriore sinistro, lo sceriffo Bill Decker
sul sedile posteriore destro, l’agente Forrest Sorrels
Sulla Lincoln Continental del 1961, modello SS100X:
alla guida, l’agente Bill Greer
sul sedile anteriore destro, l’agente Roy Kellerman
sul sedile di mezzo a sinistra, Nellie Connally
sul sedile di mezzo a destra, il governatore del Texas John Connally
sul sedile posteriore sinistro, la First lady Jacqueline Kennedy
sul sedile posteriore destro, il Presidente JFK
Sulla Cadillac Halfback decapottabile:
alla guida, l’agente Sam Kinney
sul sedile anteriore destro, l’agente Emory Roberts
sul predellino anteriore sinistro, l’agente Clint Hill
sul predellino posteriore sinistro, l’agente Bill McIntyre
sul predellino anteriore destro, l’agente John Ready
sul predellino posteriore destro, l’agente Paul Landis
sul sedile di mezzo a sinistra, l’assistente del presidente, Kenneth O'Donnel
sul sedile di mezzo a destra, l’assistente del presidente, David Powers
sul sedile posteriore sinistro, l’agente Gorge Hockey
sul sedile posteriore destro, l’agente Glen Bennet
Sulla Lincol 1963 quattro posti, decapottabile:
alla guida, l’ufficiale di pattuglia responsabile, Hurchel Jacks
sul sedile anteriore destro, l’agente Rufus Youngblood
sul sedile posteriore sinistro, il senatore Ralph Yarborough
sul sedile posteriore destro, il vicepresidente Lyndon B. Johnson
sul sedile posteriore, tra i due, la moglie del vice presidente Claudia Alta Taylor Johnson
Su una Varsity blindata:
alla guida il capo della polizia di Stato texana
a fianco l’assistente del vice presidente, Cliff Carter
a destra, l’agente Jerry Kivett
sul sedile posteriore gli agenti Woody Taylor e Lem Johns
Sull’auto della stampa, prestata dalla compagnia telefonica:
alla guida l’impiegato della compagnia dei telefoni
a fianco il giornalista della United Press International (UPI), Merriman Smith
a destra, l’assistente di stampa della Casa Bianca, Malcolm Kiluff [29]
sul sedile posteriore, Jack Bell della Associated Press, Robert Baskin del The Dallas Morning News e Bob Clark della ABC
Sull' auto della Stampa locale:
Bob Jackson, The Dallas Times Herald
Tom Dillard, The Dallas Morning News
Mal Couch, WFAA-TV
Precedevano e seguivano il corteo numerosi agenti di polizia in motocicletta.
Il percorso originario prevedeva che il corteo, entrato nella Dealey Plaza, proseguisse dritto su Main Street ma fu considerato che Elm Street rappresentava un percorso migliore, così il tragitto venne cambiato.
La strada prevista fu quindi la seguente: all’uscita dell’aeroporto Love Field il corteo si sarebbe diretto a sinistra verso West Mockingbird Lane, poi a destra su Lemmon Ave, poi ancora a destra all’incrocio a Y su Turtle Creek Blvd. Avrebbe poi proseguito a diritto su Cedar Springs Rd. per poi svoltare a sinistra su North Harwood Street, svoltare a destra su Main Street, poi ancora a destra su Houston Street, poi a sinistra su Elm Street e proseguire nel triplo sottopassaggio, imboccando la via per il Trade Mart al n.2100 N.Stemmon.
Il corteo presidenziale viaggiò senza incidenti per quasi tutto il percorso, con due sole fermate per permettere al presidente Kennedy di stringere la mano dapprima ad alcune suore cattoliche e poi ad alcuni bambini. Poco prima che la limousine voltasse su main Street, un uomo corse verso l’auto, ma venne bloccato da un’agente dei Servizi segreti e spinto via.
Alle 12.29, la Limousine entrò in Dealey Plaza dopo aver svoltato a destra di 90° da Main Street su Houston Street. Oltre due dozzine tra foto amatori e professionisti, attendevano il passaggio del presidente. Alle 12.30, il presidente Kennedy lentamente passava di fronte al deposito di libri della Texas School, la limousine compì una svolta a sinistra di 120° di fronte al deposito, che dista solo 20 metri (circa 65 piedi).
Concordanze tra i testimoni indicano l'inizio degli spari poco dopo che la limousine svoltò da Houston su Elm Street. Il presidente fu colpito una prima volta quando, come si vede nel film di Zapruder, si portò le mani alla gola e dopo pochi istanti una seconda volta al capo.
Anche il governatore Connally fu colpito e curato al Parkland Hospital per ferite alla schiena, al petto, al polso e alla coscia sinistra. Sebbene ci siano controversie su quando egli sia stato ferito, esperti forensi della Commissione Warren e della H.S.C.A. credono che le sue prime reazioni siano state simultanee a quella del Presidente e che i due uomini sarebbero stati colpiti con una singola pallottola (quella che procurò le prime ferite a Kennedy).
Da Dallas, gli ascoltatori locali della KLIF radio ascoltarono il primo bollettino all’incirca verso le 12.39 CST. La canzone “I have a boyfriend” del gruppo musicale The Chiffons fu interrotta e l’operatore radio Gary Delaune fece il seguente annuncio:
« Bollettino KLIF da Dallas: A quanto si dice, tre colpi d’arma da fuoco sono stati indirizzati al corteo del Presidente Kennedy oggi in centro città. Radio KLIF sta appurando le numerose notizie: restate sintonizzati »
I telespettatori della ABC-TV locale di Dallas seguivano una sfilata di abiti femminili quando improvvisamente apparve il giornalista Jay Watson, senza fiato, accorso alla stazione in Dealey Plaza:
« Buon pomeriggio signore e signori. Vogliate scusarmi se sono senza fiato, ma circa 10-15 minuti fa un tragico evento è accaduto nella città di Dallas. Lasciatemi dire questo (diede brevemente un’occhiata al foglio che teneva alla mano sinistra) e io vorrei… vogliate scusarmi se sono senza fiato. Un bollettino, proveniente dalla Sala Stampa di Dallas: il Presidente Kennedy e il governatore John Connally sono stati feriti da colpi d’arma da fuoco nel centro di Dallas »
Quelle annunciate dal giornalista Don Gardner alle 13.36 CST dalla ABC Radio network furono le prime notizie rese pubblicamente alla nazione sulla sparatoria:
« Interrompiamo questo programma per trasmettervi questo rapporto speciale della ABC Radio. C’è un rapporto speciale da Dallas, Texas. Tre colpi d’arma da fuoco hanno colpito il corteo del Presidente Kennedy oggi in centro a Dallas, Texas. Questa è la ABC Radio »
Quattro minuti dopo, il telegiornale della CBS interruppe la soap operaAs the world turns” con il primo rapporto di Walter Cronkite:
« Bollettino della CBS News, A Dallas, Texas, tre colpi d’arma da fuoco hanno colpito il corteo del Presidente Kennedy. Le prime notizie dicono che il Presidente Kennedy ha riportato serie ferite da questa sparatoria. »
Nel contempo, la ABC e la NBC interruppero le trasmissioni. Dal quartier generale a New York, la WABC-TV, diramò la sua prima notizia alle 13.42, interrompendo “Father knows best”.
Tre minuti dopo, l’annunciatore televisivo Don Pardo, interruppe la sit-com “Bachelor Father” della WNBC-TV con la notizia.
Intorno alle 14.00, tutte le networks avevano sospeso la regolare programmazione televisiva per aggiornamenti con i maggiori dettagli che arrivavano da Dallas.
L’annuncio ufficiale della morte del Presidente fu data circa 40 minuti dopo; nessun programma regolare o commerciale fu mandato in onda fino al martedì seguente.
La televisione, per la prima volta nella storia, seguì una diretta non-stop per quattro giorni. L’assassinio del presidente Kennedy fu la più lunga ininterrotta sequenza di notizie nella storia della televisione fino alle ore 9.00 dell’11 settembre 2001, quando le network andarono in diretta per 72 ore consecutive in seguito all’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York ed al Pentagono di Washington.
Lo stesso giorno alcune testate giornalistiche uscirono in edizione straordinaria per dare la notizia. Uno fra tanti il The Goshen News datato 22 novembre 1963 con il titolo "JFK IS DEAD!!" pubblicando quanto ancora poco si sapeva.
« È vero che Oswald è stato in Unione Sovietica, ma anche che ne è uscito con l'aiuto del senatore Tower, considerato uomo dell'estrema destra! »
(Mauro Calamandrei[30])
75-90 secondi dopo l’ultimo sparo, al secondo piano del deposito di libri, Oswald si trovò di fronte al poliziotto Marion Baker. Baker attestò che ricordava aver udito il rimbombo dei colpi approssimativamente nella costruzione di fronte a me, o in quella a destra[senza fonte], cioè da un altro edificio e fermò Oswald ma lì, davanti alla sala da pranzo, Oswald fu identificato dal sovrintendente dell’edificio, Roy Truly, che disse di lasciarlo andare. Sia Baker che Truly testimoniarono che Oswald appariva calmo, freddo, normale e in alcun modo senza fiato e non era sudato.
Quando Oswald fu visto anche dalla segretaria del deposito al primo piano, aveva una bottiglia di soda acquistata ad un distributore automatico in sala da pranzo[senza fonte]. Verso le 12.33 Oswald lasciò il deposito della Texas School e la Commissione concluse che Oswald aveva percorso una distanza minima di 105 metri (346 piedi) dalla finestra esterna del sesto piano al primo piano Commessione Warren cap.? e pag.?[senza fonte].Il fucile un Mannlicher-Carcano del peso di circa 3,6 chilogrammi (8 libbre), calibro 6,5 millimetri, con un mirino telescopico a 4 ingrandimenti, venne ritrovato alle 13.22 dalla polizia di Dallas, vicino alla finestra del 6° piano, posizionato verticalmente, appoggiato sul calcio[senza fonte]. Dopo il ritrovamento, il fucile fu fotografato[senza fonte] prima di essere toccato.
Alle 12.40 circa, il portone della Texas School Book, fu chiuso dalle autorità[senza fonte]. Fuori, intanto, polizia, detective, testimoni e altre persone si dirigevano verso la collinetta erbosa, nel parcheggio retrostante e al magazzino della ferrovia (dalle 12.30 alle 12.39 circa)[senza fonte]. La zona intorno al Dealey Plaza e i palazzi non furono isolati e dopo soli 10 minuti dall’assassinio, alcune fotografie mostrano veicoli che andavano e venivano su Elm Street, intorno alla scena del crimine.
Alle 13.00 dopo aver preso un autobus e un taxi, Oswald ritornò alla sua camera nella pensione di North Beckely Street al numero 1026 e, come disse la proprietaria, ne uscì verso 13.03 – 13.04, quando lo vide l’ultima volta alla fermata dell autobus.
Dalle 13.00 alle 13.35 Johnny Calvin Brewer, che lavorava come manager al negozio di calzature “Hardy’s” vicino al teatro sul Jefferson Bd., dichiarò che Oswald si voltò verso la via e si nascose all’entrata del negozio non appena sentì le sirene della polizia. Quando Oswald lasciò il negozio, Brewer lo seguì e lo vide entrare al cinema senza pagare, dato che la giovane donna allo sportello, Julie Postal, era distratta. Brewer avvertì la donna che a sua volta informò la polizia di Dallas intorno alle 13.40. Al cinema diversi testimoni videro Oswald spostarsi e cambiare diverse volte il posto.
Almeno due dozzine di poliziotti, sceriffi e detective arrivarono al Texas Theatre perché avevano individuato Oswald come l'assassino di Tippit.Quando tentarono di arrestarlo erano circa le 13.50; Oswald reagì, secondo la polizia, tentando di sparare al proprietario, ma venne bloccato.
Alle 15.01, ora di Dallas, solo un’ora dopo che Oswald fu portato alla prigione di Dallas, il direttore dell’FBI J.Edgar Hoover, scrisse un memorandum al suo assistente. Ho chiamato il procuratore generale a casa sua e gli ho detto che penso di avere tra le mani l’uomo che ha ucciso il presidente Kennedy. [modifica]
Nel frattempo la situazione al Parkland Memorial Hospital precipitò. Mentre i giornalisti aumentavano, un reverendo diede l'estrema unzione al presidente. I dottori lavorarono freneticamente per salvargli la vita, ma le sue condizioni erano disperate. Alle 13.00 dopo che l’attività cardiaca era cessata, e dopo il rito dell’estrema unzione, il presidente John F.Kennedy fu dichiarato morto.
Il personale medico della sala traumatologica n.1 che aveva curato il presidente disse che il presidente era “moribondo” e che non aveva chance di sopravvivenza quando arrivò all’ospedale.
Il prete che somministrò l' estrema unzione dichiarò al The New York Times che il presidente era morto poco dopo il suo arrivo all’ospedale.
Il governatore Connally intanto subì due interventi chirurgici.
Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, ordinò che l’annuncio della morte del Presidente Kennedy fosse dato solo dopo che lui avesse lasciato l’ospedale. Nonostante che il presidente fosse dichiarato morto alle 13.00, l’annuncio fu dato quindi mezz’ora più tardi.All’incirca alle 13.33, il segretario della Casa Bianca Malcolm Kilduff, diede l’annuncio ufficiale nella sala conferenze dell’ospedale con giornalisti e membri dello staff medico.
« Il presidente John Fitzegarald Kennedy è morto oggi approssimativamente alle 1:00 p.m., qui a Dallas. È morto per una ferita di arma da fuoco al cervello. Per quanto riguarda l'assassinio del Presidente, per ora non ho altri particolari[31]... »
(Malcolm Kilduff)
Alle 2:38 EST, quando Walter Cronkite della CBS fece riferimento alle spaventose dimostrazioni a Dallas contro l'ambasciatore Adlai Stevenson II del mese precedente, ci fu un susseguirsi di notizie discordanti sulla morte del Presidente. Quando arrivò poi la conferma, Cronkite rimase in silenzio qualche secondo, poi lesse l'annuncio :
« Da Dallas, Texas, l’improvvisa apparentemente ufficiale, morte del Presidente Kennedy all’1.00 p.m. CST, 2.00 EST, circa 38 minuti fa. (Breve pausa, Cronkite si schiarisce la gola, cerca di regolare le notizie scioccanti) Il Vice presidente Lyndon Johnson ha lasciato l’ospedale di Dallas, ma non sappiamo cosa succederà. Probabilmente pronuncerà a breve il giuramento e diventerà il 36° presidente degli Stati Uniti »
Alla NBC, Chet Huntley, Bill Ryan e Frank McGee condussero da New York con rapporti di David Brinkley da Washington, l’affiliata WBAP-TV (ora KXSA-TV) da Fort Worth, e Robert MacNeil (via telefono) dal Parkland Hospital. Durante i primi 35 minuti ci furono grosse difficoltà tecniche di collegamento tra Fort Worth TV e l’ospedale, tanto che in un primo momento Huntley alluse alla morte di Franklin Delano Roosevelt, interrotto da Ryan che leggeva la notizia della Associated Press sulla morte del presidente citando come fonti i preti cattolici che gli avevano dato l’estrema unzione.Poco dopo la NBC passò a Charles Murphy della WBAP-TV a Fort Worth che suffragando con bollettini della polizia di Dallas, notificò la morte ufficiale del presidente. Alle 2.39 pm. McGee, che aveva appena ripetuto le notizie di MacNeil arrivate in diretta, stabilì una connessione audio, annunciando che aveva MacNeil in linea con nuovi rapporti da Parkland.La prima parte risultò senza audio:"Il segretario della Casa Bianca.... Malcolm Kilduff... ha appena annunciato che il Presidente Kennedy.... morto intorno all'1.00 CST, circa 35 minuti fa...."A questo punto, arrivò l'audio. Mcgee continua a ripetere i frammenti:"...dopo una sparatoria (dopo una sparatoria).... da un assalitore sconosciuto (da un assalitore sconosciuto)....mentre il corteo passava nel centro di Dallas (mentre il corteo passava nel centro di Dallas)".Dopo la telefonata, McGeen fu visto asciugarsi gli occhi.
Dalla radio locale KLIF, Gary Delaune, Gordon McLendon e Joe Long (che avevano commentato l'arrivo del Presidente all'aeroporto Love Field), trasmisero la notizia come la ricevettero. Sotto stress, cercavano di dividere le fonti ufficiali da quelle non ufficiali, soprattutto quelle che riguardassero la morte del presidente. All'incirca alle 2.38 pm. Long trasmise questo flash ufficiale:"Il Presidente Kennedy è morto, Gordon. Questo è il comunicato ufficiale."Alle 14.05 il corpo del presidente JFK lasciò l’ospedale e fu trasportato sull’Air Force One. Per molti studiosi questa fu un’azione illegale, perché il corpo venne spostato senza prima aver fatto effettuare un esame forense dal coroner di Dallas secondo le leggi dello Stato del Texas; la morte del presidente, allora catalogata come un crimine di Stato e non federale, sarebbe dovuta sottostare alle leggi del Texas.
Una volta che il corpo del presidente Kennedy fu sull’aereo, Lyndon Johnson, con a fianco Jacqueline, alle 14.38, giurò fedeltà al giudice Sarah T.Hughes e divenne il 36° presidente.
Intorno alle 18,00 l’aereo dell’Air Force One atterrò alla base aerea Andrews, vicino a Washington, dove la bara fu caricata su un’ambulanza militare e portata all’ospedale navale di Bethesda per l’autopsia e le preparazioni funebri. Quando Jacqueline salì a bordo, il suo tailleur rosa e le gambe erano ancora macchiati dal sangue di suo marito. Per tutto il pomeriggio e fino al mattino del giorno successivo si rifiutò di lasciare il corpo di suo marito se non per il giuramento di Johnson. Altresì rifiutò di cambiarsi d’abito: “Devono vedere cos’hanno fatto”.
Numerose e diverse furono le reazioni all’assassinio del 35° Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.Subito dopo la sparatoria, prima che la morte fosse annunciata, fu solo una gran confusione. Essendo periodo di guerra fredda, inizialmente fu poco chiaro se la sparatoria facesse parte di un più grande attacco contro gli U.S.A. e se il vice presidente Johnson, che procedeva due vetture più indietro, fosse al sicuro.
Le notizie scossero la nazione: uomini e donne piangevano apertamente; le persone si riunivano nei grandi magazzini per guardare la TV che ininterrottamente seguiva gli eventi.Il traffico si bloccava e le notizie passavano di auto in auto. Le scuole degli U.S.A. e del Canada furono chiuse.La rabbia contro il Texas e i texani fu segnalata in alcuni individui: diversi fans del Cleveland Browns, ad esempio, che la domenica successiva giocarono contro i Dallas Cowboys, denigrarono la città di Dallas scrivendo: “Hanno ucciso il Presidente.”
La maggior parte dei capi di stato espressero la loro indignazione e dispiacere, alcuni alla televisione, altri alla radio, pronunciando messaggi di cordoglio e shock per l’assassinio.I governi di molti Paesi ordinarono le bandiere a mezz’asta e giorni di lutto.Molti si chiesero se il nuovo presidente Johnson avrebbe continuato la politica di Kennedy oppure no. A continuarla fu in effetti Bill Clinton.
Alle radio ed alle televisioni di molti Paesi, dopo aver interrotto le trasmissioni, furono messe in onda solo musiche funebri, notiziari riguardanti l’assassinio del Presidente, interviste o video riguardanti eventuali visite di Kennedy in quel Paese.
All’ambasciata americana e ai consolati di tutto il mondo i centralini furono sommersi di chiamate e il personale, scosso, spesso non rispose neppure.
Furono aperti registri per le condoglianze; la morte del Presidente stemperò la guerra fredda ed entrambe le parti espressero dolore e cordoglio.
Subito dopo l'autopsia il corpo di Kennedy fu preparato per i funerali e portato alla Casa Bianca.
Domenica 24 la salma fu trasportata al Campidoglio in Washington dove per tutto il giorno e la notte, centinaia di migliaia di persone resero omaggio al presidente.
Il 25 novembre 1963 fu il giorno del funerale e giornata di lutto nazionale.
Mentre veniva trasmesso il funerale, le vie delle città erano deserte; scuole, uffici, negozi e fabbriche erano quasi tutti chiusi. Chi rimase aperto consentì di assistere ai servizi commemorativi. Le campane delle chiese suonarono a lutto e in alcune città gli ufficiali di polizia indossarono la fascia nera.
Fu ordinato il silenzio nazionale alle 12.00 EST (17.00 UTC) per cinque minuti, all’inizio del funerale.
Centinaia di migliaia di persone in Europa, in Unione Sovietica e Giappone guardarono il funerale trasmesso via satellite dalle TV.
Tutte le religioni ed i fedeli commemorarono Kennedy. La maggior parte dei capi di Stato espresse il proprio dolore e molti governi chiesero ai loro cittadini di riconoscere il dolore degli Stati Uniti come se fosse il proprio, assistendo ad una commemorazione con bandiere a mezz’asta.
Per settimane dopo il funerale, continuarono ad essere celebrate funzioni commemorative per il giovane Presidente.
A tutt'oggi (2009) le certezze dell'assassinio di Kennedy si reggono su diverse testimonianze:
la raccolta di testimonianze contenuta nella relazione Warren[32]
le fotografie che accompagnano la relazione Warren
la registrazione dei colpi sparati[33]
la registrazione filmica dell'assassinio fatta da Abraham Zapruder[34]
E. Howard Hunt[1], indica il responsabile politico[35];[36]
Madeleine Duncan Brown[2], indica il responsabile politico[37]
Lee Harvey Oswald sarebbe il capro espiatorio[38]
Secondo l'ipotesi di un complotto, resta da dare un nome all'organizzatore e al responsabile operativo, ad un radiotelefonista e al suo compagno che si vedrebbero nelle fotografie, ed eventualmente ad almeno altri tre tiratori ed altri fiancheggiatori.
BIBBLIOGRAFIA:
"JFK - Sulle tracce degli assassini" di Jim Garrison, Sperling Paperback, 2003 ISBN 88-8274-635-6
"Il racconto di Oswald" di Norman Mailer, Bompiani, 1995 ISBN 88-452-2653-0
"Il Presidente: la lunga storia di una breve vita" di Gianni Bisiach, Grandi tascabili economici Newton, 1993 ISBN 88-7983-301-4












ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!