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sabato 2 febbraio 2008

Discorso di Mussolini: Torino, 1932...

Mussolini parla agli operai della FIAT...nel decennale del Regime Fascista tutto il consenso spontaneo del popolo che ha trovato nuovo vigore nella rinascita nazionale, economica e sociale dell'Italia guidata dal Duce Benito Mussolini!!!

Ultimi discorsi di un dittatore...

Siamo in Romania, nel 1989, pochi giorni prima della grande rivolta che distrusse in poche ore il Regime Comunista "Stalinista" di Ceaucescu, portando alla condanna a morte del dittatore che morì fucilato insieme alla moglie, lo stesso dittatore viene fortemente contestato da un singolo dissidente in quello che sarà tra i suoi ultimi discorsi in pubblico da uomo di potere!!! Da notare che la TV pubblica del Regime non inquadra mai la folla quando si sente il grido della voce che ha osato interrompere il discorso del grande Capo...c'è chi applaude Ceaucescu e c'è chi fischia il contestatore, in ogni caso la Storia ci ha detto chi aveva ragione!!!

Il grande inganno di Stalin...

Il video mostra una scena di un vecchio film propagandistico Sovietico: "La caduta di Berlino!" Film fortemente voluto da Stalin in persona, subito dopo la guerra, racconta della FALSA visita dello stesso Stalin alle truppe Sovietiche in Germania dopo la caduta di Berlino nel mese di Maggio del 1945...per anni il Regime Sovietico aveva fatto credere al suo popolo che la visita fù fatta veramente, in realtà rappresentava un desiderio di Stalin di recarsi nella Germania ex-Nazista sconfitta, desiderio che per varie ragioni non riuscì a compiere...lo stesso Stalin alla prima proiezione del film al Cremlino quasi pianse ed al suo fedelissimo Capo del KGB Berja mormorò: "Magari fosse stato vero...magari!" Almeno nella finzione di una propaganda menzognera com'era stata creata da lui stesso, Stalin il grande ingannatore, potè "sognare" il suo arrivo trionfale nella Berlino "liberata"!!!

Stalin e le donne...

Discorso elogiativo verso il grande capo-compagno Stalin, una dirigente Comunista in Unione Sovietica in rappresentanza del movimento femminile parla al Congresso in favore dell'uomo d'acciaio!!!

giovedì 31 gennaio 2008

Napolitano incarica Marini. Primi segnali di Grande Centro?

Tratto dalla Repubblica di ROMA - Incarico a Franco Marini. Come previsto. Napolitano ha voluto fornire, come aveva promesso, le “motivazioni” della sua decisione. In sintesi: 1) prima della crisi c’era un dialogo sulla riforma elettorale, non si vede perché non possa dare frutti; 2) sciogliere le Camere è decisione “gravosa”, l’ultima che il presidente vorrebbe prendere; 3) sentiti i partiti emerge che quasi tutti vorrebbero una riforma del sistema elettorale, ma alcuni ritengono impossibile farla adesso; 4) il capo dello Stato ha quantomeno il dovere di provarci, Marini è la persona adatta; 5) Se qualcuno avesse dei dubbi, in questa scelta non c’è nulla di dilatorio. Incarico per la legge elettorale. Questo, insomma, ha deciso il capo dello Stato. Per la precisione si tratta di un incarico a “verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale e di sostegno ad un governo funzionale all’approvazione di quel progetto e all’assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi”.LEGGI IL DISCORSO DI NAPOLITANOMarini accetta. Marini, forse non del tutto convinto, lascia da parte i dubbi e assicura presidente e paese che ci proverà con tutte le sue forze nonostante sappia benissimo “che l’incarico è gravoso”. Da domani si mette in pista. Dal centrosinistra avrà tutto il sostegno, dal centro, almeno, tutta l’attenzione. Casini e Mastella fanno sapere che prima di decidere ascolteranno. Il presidente Udc aggiunge che, comunque, “i margini sono stretti”. Da Forza Italia, Lega e An (magari con sfumature diverse) un bel “niet”: si andrà dal “tempo perso” allo “scusa, ma non adesso”. Marini sentirà, rifletterà e riferirà al capo dello Stato. Se ci saranno margini formerà il governo e andrà alle Camere a cercare la fiducia, altrimenti Napolitano dovrà sciogliere Camera e Senato e indire elezioni politiche presumibilmente per aprile. La giornata. E’ la sintesi della giornata. Il 29 gennaio, in questa crisi segna un punto di non ritorno. I margini, salvo ulteriori sorprese, si sono ridotti e le opzioni sul tappeto sono rimaste due: governo per la riforma elettorale e, come ha detto Napolitano, “per l’assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi”, o elezioni. Marini, comunque, tenta la difficile avventura. La Consulta. Non è ancora uscito da Montecitorio dove è andato a consultarsi con il presidente della Camera Fausto Bertinotti che, dalla Consulta, gli arriva un non piccolo aiuto. La Corte Costituzionale, infatti, nel giudizio di ammissibilità dei referendum, ha detto che l’attuale “Porcellum” ha in sé non poche carenze. In particolare la Consulta sente il “dovere di segnalare al Parlamento l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi”. Marini potrà mostrare la sentenza a Berlusconi (e, soprattutto, a Fini che il referendum l’ha sostenuto e lo sostiene) per dire: “Vedete? Si può andare al voto con questa roba?”. La chiamata al Quirinale. La prima metà della giornata è vissuta sull’attesa del tempo di riflessione di Giorgio Napolitano. Alle 15 arriva una prima nota dal Quirinale: “Il capo dello Stato ha convocato il presidente del Senato, Franco Marini, al Quirinale per le 17″. Chiaro che è la chiamata per l’incarico. Resta solo da vedere il contenuto della decisione di Napolitano. Scontato che Marini accetterà, magari solo per senso di responsabilità. Il colloquio. Il colloquio dura circa mezz’ora. Napolitano aveva poche cose da dire che Marini già non sapesse o non avesse capito. Il presidente del Senato sapeva benissimo che, al di là del suo pessimismo, non poteva sottrarsi a questo tentativo. Poco dopo le 17,30, esce il segretario generale del Quirinale Donato Marra e legge poche righe: “Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al presidente del Senato Franco Marini l’incarico di verificare la possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all’approvazione di tale riforma e all’assunzione delle decisioni più urgenti”. L’accettazione. Poi, i due protagonisti. Napolitano conferma, spiega il contenuto dell’incarico “finalizzato” a cercare una maggioranza sulla legge elettorale e fornisce le famose “motivazioni”. Marini accetta con poche parole: “So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso”. Il presidente del Senato sottolinea che “nelle attese dei cittadini c’è una attenzione forte per la modifica della legge elettorale”. Quindi assicura di affrontare questa sua missione “nei tempi più brevi possibili” e con “grande serietà“. “Ci metterò tutta la mia determinazione”, è la sua assicurazione finale. Marini fa sapere che comincia domani e, poi, si reca a Montecitorio per parlare con Bertinotti. I commenti delle forze politiche arrivano neanche troppo immediati. Di sicuro, sono tutti abbastanza scontati. Le reazioni. Tutte positive quelle del centrosinistra. Tutte o quasi negative dall’altra parte. Il primo è Bossi. Piuttosto netto: “Meno male che Napolitano ha dato solo un mandato esplorativo… Perchè qui stanno comunque cercando di far passare il tempo e adesso è il momento di dire basta ai giochi di prestigio”. Casini e Berlusconi, che, nel frattempo, si sono visti a Montecitorio, si affidano a un comunicato congiunto in cui promettono le riforme nella prossima legislatura. “Impegno a promuovere le riforme costituzionali necessarie ed utili al Paese con la convinzione che queste non possano essere realizzate nel solo perimetro di una parte politica. Poi, ciascuno per conto proprio, ribadiscono i rispettivi punti di vista. Berlusconi fa sapere che non c’è spazio e che dirà a Marini che si deve andare subito al voto. Casini assicura che ascolterà Marini ma che ritiene che i margini siano sempre più stretti. Sulla stessa linea Mastella e l’Udeur. Fini ci mette una lapidaria previsione: “E’ largamente prevedibile che il presidente Marini verificherà rapidamente l’insussistenza di qualsiasi possibilità di varare una legge elettorale largamente condivisa. Rimetterà il mandato e calerà il sipario”. Pochi minuti e arriva il giudizio di ammissibilità della Consulta che restituisce un po’ di speranza al tentativo di Marini. Colpo di scena serale. Baccini e Tabacci lasciano l’Udc in polemica con la linea Casini. E’ un atto che segna la nascita del Grande Centro, Marini ha qualche carta in più da giocare.


lunedì 28 gennaio 2008

Ultimo atto possibile del Governo Prodi: 500 mila clandestini regolarizzati!!!


Luca Lorenzi, "Gioventù Italiana": Sono queste le alternative rimaste al nostro paese, infatti il Ministro per le Parti Sociali Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista ha ieri scritto all’ex premier Prodi, pregandolo di un ultimo intervento straordinario. Se la cosa andasse a buon fine sarebbe l’ultimo regalo di questo governo che di danni all’ Italia ne ha fatti fin troppi e che per non volersi smentire vorrebbe come ultimo regalarci 500 mila nuovi immigrati regolarizzati.
Un ultima maxi sanatoria prima della prematura dipartita di una sinistra quanto mai indifferente ai problemi del paese.
Ad oggi questo paese avrebbe bisogno di riforme radicali dall’emergenza abitativa a quella sociale, per non parlare degli aumenti che in questi anni sono ricaduti nelle tasche delle famiglie italiane, riguardanti i servizi un tempo pubblici e funzionanti e ad oggi sempre più privatizzati e scadenti.
La realtà è che il potere d’acquisto dei salari dopo l’entrata in vigore dell’ Euro si è dimezzato , e questo governo non ha fatto nulla per arginare questa lenta deriva.
Noi ci auguriamo di tornare subito al voto e che non possa esserci il tempo tecnico e legale per questa sanatoria di 500 mila clandestini che diventerebbero cittadini regolari e che andrebbero ulteriormente a pesare sulle casse del sistema sociale del nostro paese.
Luca Lorenzi
Dirigente Nazionale "Gioventù Italiana"
"La Destra"

ARRIVANO MINACCE DI MORTE AL LEADER DE "LA-DESTRA" FRANCESCO STORACE!!!

Il clima si fa torbido. Ora ci sono intimidazioni, che gli inquirenti verificheranno nella loro potenzialità. Oggi, nel mio ufficio, ho trovato una lettera contenente minacce – rivolte anche ad altri esponenti del centrodestra – con attaccato un proiettile.
La missiva recitava: “Alcuni giorni passati una nostra cellula ha scritto ai fratelli Berlusconi al Giornale.. Li abbiamo informati che alla prima occasione si prenderanno un colpo in testa e poi salteranno in aria, come è successo con la Bhutto.
Il nostro obiettivo è ora esteso ai seguenti politici, che ci hanno offeso molte volte e che fanno campagne anti islam e anti immigrati.
Umberto Bossi e Roberto Calderoli della Lega. Gianfranco Fini fascista di An con Gasparri e Alemanno. Pierferdinando Casini e Buttiglione di Udc falsi cattolici. Storace della Destra fascista.
Vi avvertiamo che alla prima occasione salterete in aria ma prima per essere certi che morirete vi spariamo una pallottola in testa. Quella allegata è solo un avvertimento.
Noi siamo imprevedibili pertanto non cercateci, vi cerchiamo noi.
Allah è grande”.
Ecco il risultato delle campagne di odio contro di noi, ecco cosa succede quando al confronto politico si sostituisce la demonizzazione dell’avversario, che diventa un nemico.
Ma noi non ci fermiamo. Noi andiamo avanti: non rinunceremo mai alle nostre idee, non rinunceremo mai a tenere alti i nostri valori.


Senatore
Francesco Storace
"La-Destra"

Veltroni: Governo per le riforme e i salari, basta un anno. Incomprensibile un 'no'!!!

Un breve incontro tra Walter Veltroni e il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, in piazza Santa Anastasia, ha preceduto la conferenza stampa nella quale il segretario del Pd ha fatto il punto sul processo di costituzione dei circoli e rinnovato l’appello ad un governo di unità nazionale per le riforme, da realizzare “in 8-12 mesi. Un rinvio sarebbe incomprensibile”. Veltroni ha parlato non solo di necessità della riforma elettorale ma anche delle riforme istituzionali (superamento del bicameralismo perfetto) possibili a suo avviso nell’arco di un anno.
Da Berlsuconi bizantinismi Il no di Berlusconi a dar vita ad un governo per le riforme "fa parte dei bizantinismi incomprensibili della politica italiana", ha detto il segretario del Pd, che domani salirà al Quirinale. Un no che, per Veltroni, "è reso ancor più incomprensibile" dalle dichiarazioni di chi dice che "le riforme saranno fatte dalla prossima legislatura, mentre i cittadini chiedono perche' non farle adesso". Ancor di più, sottolinea il leader del Pd, "in un momemnto in cui c'è un'occasione unica per fare le riforme che sono già incardinate in Parlamento. Se ci fosse l'intelligenza sulla necessità di farle, potremmo dare al nostro Paese quelle riforme di cui ha bisogno".
Salari troppo bassiPer l'eventuale governo 'a tempo', peraltro, Veltroni identifica un altro terreno d'intervento, quello dei salari. I dati "sulle retribuzioni dei dipendenti mostrano che questa è una questione di grande urgenza. Spero che si faccia un governo che ponga al centro questo tema, di come si possano aumentare i salari e la produttività al tempo stesso. Sarebbe uno strumento per far ripartire tutta l'economia".Il Pd e la strategia elettorale"Ho visto una mappa oggi su un giornale delle posizioni interne al Pd che sembrava fatta per sorteggio: a chi tocca...? Fa parte dello stato delle cose presenti", ha detto Veltroni smentendo accordi interni al Pd già in vista delle elezioni. Parlando della Campania, peraltro, Veltroni ha ammesso "l'esigenza di un segno di discontinuità". Un solo partito “Noi siamo nati tre mesi fa e possiamo dire che si sono già fortemente mescolate le identità. Sono diventate per chi lavora nel Pd praticamente irrintracciabili, se non nel passato. Il Pd deve saper esprimere e interpretare il nuovo della società italiana, deve, soprattutto in certe regioni (penso alla Campania), saper interpretare il tanto di nuovo che c’è nella società e guarda al centrosinistra”.
“Penso che l’Italia abbia bisogno di un tono di voce volto a unire e non a separare, a costruire e non a contrapporre”, ha detto ancora Veltroni.
Franceschini: puntiamo a 8500 circoli“Siamo a metà strada – ha detto Dario Franceschini alludendo alla formazione dei circoli del Pd – I numeri della partecipazione sono significativi, parlano di 1 milione e 200mila persone che hanno partecipato a questa fase anche in regioni a noi non particolarmente favorevoli. Questo numero va confrontato con i 300mila che partecipavano ai Congressi: sono più militanti che semplici iscritti, dai quali si manifesta una domanda di politica nuova, disponibile ad organizzarsi”.

Crisi di Governo, oggi è il terzo giorno di consultazioni!

Da Napolitano tutti i rappresentanti dei partiti:





Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ripreso le consultazioni per uscire dalla crisi di governo. Non erano attese grosse novità rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi con uno scenario ben delineato che vede due partiti che voterebbero subito (Lega e An), uno favorevole ad un governo istituzionale (Prc) e un altro che lo vorrebbe (l'Udc). Domani saliranno al Quirinale Pd e Forza Italia
18:04 - ''Non e' mia intenzione dimettermi per candidarmi eventualmente alla carica di senatore o di deputato''. Lo ha precisato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, oggi durante il consiglio comunale in riferimento ad una dichiarazione fatta in mattinata dalla presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso.
17:20 - Il leader del Pd Walter Veltroni lancia un ennesimo appello alle forze politiche affinche' vi sia ''un'assunzione nazionale di responsabilita''' in modo da andare al voto ''fra 8-10-12 mesi'' avendo fatto prima le riforme di cui il Paese ha bisogno.
17: 15- ''Se andremo alle elezioni, lavoreremo per fare una lista unitaria di tutta la sinistra''. Lo ha detto il ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, prima di entrare nel palazzo della Provincia a Roma per l'inaugurazione di una mostra sulla Shoah.
17:00 - Luca Cordero di Montezemolo ha ribadito la necessità di arrivare a una nuova legge elettorale prima di andare al voto anticipato. "Me lo auguro. Quella di una nuova legge elettorale è una richiesta disperata che noi facciamo. Perché è sotto gli occhi di tutto quello che è successo senza la governabilità", ha detto il presidente di Confindustria a Pordenone, prima di partecipare all'assemblea degli industriali locali.
16:36 - ''E' fondamentale accelerare il processo di unita' a sinistra''. Lo ha dichiarato il senatore di Insieme con l'Unione, Mauro Bulgarelli, secondo il quale la costruzione di una casa comune della sinistra ''e' divenuta una priorita' inderogabile, soprattutto nell'eventualita' che si debba andare in tempi stretti al voto''.
15:55 - ''Quando cadi, devi tornare dagli elettori, gli unici abilitati a dare un parere al di la' degli schieramenti e degli interessi di partito. Speriamo con tutto il cuore che gli altri partiti della sinistra comprendano che non e' piu' il tempo del politicismo''. Lo ha affermato la senatrice Manuela Palermi, capogruppo del Pdci a Palazzo Madama.
15:40 - "Se i partiti non riescono, da qui a due mesi, a metter mano a una riforma elettorale tanto vale ridare al piu' presto la parole ai cittadini che, in democrazia, e' tutt'altro che un atto eversivo''. E' quanto ha scritto nel suo blog il senatore dimissionario dell'Unione democratica, Willer Bordon.
15:10 - ''Vogliamo un governo di scopo per la riforma della legge elettorale, perche' il cosiddetto Porcellum e' una legge pessima che non garantisce la stabilita'. Eravamo a buon punto con la bozza Bianco. Una riforma elettorale si potrebbe fare entro giugno a meno che Berlusconi, Bossi e Fini non facciano gli interessi dei loro partiti''. Lo ha detto il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena.
14:50 - ''L'attuale legge elettorale premia le coalizioni. Dichiarare morto il centrosinistra, trasformare le elezioni in una resa deiconti a sinistra, equivale a dire: prego, Berlusconi si accomodi! E' una linea che condanna tutti alla sconfitta". E' quanto dichiarato da Fabio Mussi, leader della Sinistra Democratica.
14:05 - ''L'Italia dei Valori dice si' a un governo istituzionale di due o tre mesi per andare alle elezioni, dice no ad un ribaltone dato da un cambio di maggioranza e non stara' mai piu' con i traditori dell'altro giorno''. Lo ha affermato Antonio Di Pietro.
13:50 - ''Vorremmo partire come un partito indipendente poi vedremo quali saranno le alleanze da fare. La legge elettorale costringe ad allearsi, quindi faremo un'alleanza. Quale? In questo momento non lo dico: ma la maggior parte degli osservatori lo immagina.Centrodestra? Vedremo...''. Queste le parole di Lamberto Dini ospite di Panorama del Giorno su Canale 5.
13:05 - ''Se ci troveremo in una situazione in cui sara' necessario scendere in campo per vincere una campagna elettorale che sara' durissima, sono pronta a scendere in campo e questo vale anche per il sindaco di Torino Sergio Chiamparino''. Lo ha detto la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, in merito alla crisi di governo.
12:50 - ''Qualora non ci fosse la possibilita' di dare vita a un governo a termine di scopo, credo dovra' esserci, nel Pd una volonta' soggettiva di creare liste con alternanza uomo donna, in modo di avere una presenza femminile almeno al 40% anche se mi battero' per una quota del 50%''. Questa la proposta lanciata dal ministro per le Pari Opportunita' Barbara Pollastrini, durante il suo intervento al Convegno sulla donne e la leadership a Milano.
12:45 - ''Due giorni fa ho parlato con Berlusconi il quale mi ha assicurato che si andrà alle elezioni prima dell'estate. Ritengo che questa eventualità abbia una probabilità tra il 60 e il 70%''. Lo ha detto il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, uscendo dalla riunione dei parlamentari siciliani di Forza Italia a Palermo.
12.38 - "La delegazione di An ha chiesto al presidente di sciogliere le Camere e di ridare la parola agli elettori", ha detto Gianfranco Fini. "Abbiamo ribadito che l'Italia ha bisogno di un governo che abbia una maggioranza e che affronti i temi come la sicurezza, i salari e il rilancio delle imprese. Oggi non c'è condizione perché nasca". Secondo Fini, "non ha senso un governo per la legge elettorale: in 24 mesi si sono fatte solo discussioni". Quanto al referendum, "si farà tra un anno". 12.01 - La delegazione di Alleanza nazionale è al Quirinale a colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con il capo dello Stato nello studio alla Vetrata ci sono il leader di An Gianfranco Fini ed i capigruppo alla Camera e al Senato del suo partito, Ignazio La Russa ed Altero Matteoli. Quella di Alleanza nazionale è l'ultima delegazione ad essere ricevuta oggi al Quirinale. Le consultazioni riprenderanno domani mattina alle 10.30, quando Napolitano vedrà Forza Italia e, un'ora dopo, il Partito democratico. Nel pomeriggio di domani, a partire dalle 17.30, sono in agenda gli incontri con i presidenti emeriti della Repubblica: al Colle saliranno nell'ordine Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi.
11.48 - "Abbiamo espresso la nostra contrarietà rispetto ad intimidazioni inquietanti e sollecitato un governo a termine di scopo per sbloccare la legge elettorale sull'impianto della bozza Bianco". E' la posizione di Rifondazione comunista, ribadita dal segretario Franco Giordano al presidente della Repubblica. Giordano chiede che, in ogni caso, "tutte le forze della sinistra si presentino unitariamente alle elezioni".
10.47 - "Un Paese in ginocchio ha bisogno di un governo di pacificazione tra la gente più responsabile di centrodestra e di centrosinistra. Se non è possibile, elezioni subito. Siamo indisponibili a pasticci e trasformismi''. Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini al termine del colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica.
10.07 - La delegazione dell'Udc è a colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale. Ad incontrare il capo dello Stato, nello studio Alla Vetrata, ci sono il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini, i capigruppo alla Camera e al Senato Luca Volontè e Francesco D'Onofrio, il segretario del partito Lorenzo Cesa e il presidente Rocco Buttiglione.
9.44 - ''Elezioni politiche immediate, senza sostegno ad alcun tipo di governo istituzionale''. E' quanto ha chiesto la Lega al presidente Napolitano, secondo quanto riferisce il capogruppo alla Camera Roberto Maroni. ''Il sistema è bloccato: più si ritarda nel tornare alle urne e più danni deve sopportare il Paese''. ''Il presidente della Repubblica - ha detto Maroni - sciolga subito le Camere senza ritardo per consentire la formazione di un governo che affronti le questioni più urgenti: questioni che non possono essere gestite da un governo senza maggioranza. Dalla vicenda Alitalia all'emergenza rifiuti, dalla garanzia di adeguati salari alle famiglie alle nomine nelle grandi aziende''.
9.12 - A colloquio con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano nello studio alla Vetrata ci sono il leader del Carroccio Umberto Bossi, i capigruppo di Camera e Senato, Roberto Maroni e Roberto Castelli e il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!