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giovedì 20 ottobre 2011

Gheddafi e la sua cattura...pochi istanti prima di essere ucciso dai ribelli!



LIBIA - (SIRTE) - E' finita veramente? La corsa contro la storia di Muammar Gheddafi si è fermata in un tunnel di cemento a Sirte. Dove tutto era cominciato. Le ultime parole del combattente e indomito rais sono state le più scontate, e umane: "Non sparate". Dopo due mesi da primula rossa e 42 anni di regime, a fermare la sua corsa è stato simbolicamente un ragazzino di 20 anni, diventato subito eroe, che ha portato con sé come trofeo l'ultimo orpello del rais: una pistola d'oro. E le immagini del rais ferito, debole, ormai vinto, hanno fatto immediatamente il giro del mondo. Rievocando la fine di altri dittatori, da Mussolini a Saddam. Sì perché il rais sarebbe stato preso vivo, come mostra un video diffuso da Al Jazira, ma le foto del suo cadavere con un foro di pallottola sulla tempia hanno immediatamente fatto pensare ad una esecuzione.
Con lui, dopo di lui, sono caduti anche i suoi fedelissimi: i due figli-guerriglieri Mutassim e Saif (anche se le notizie sulla sua morte non vengono confermate, ma sembra certa la sua cattura), il suo ministro della Difesa Abubakr Yunes Jaber, il potente capo dei servizi segreti Abdallah Senoussi, arrestato insieme al portavoce del rais Moussa Ibraim. La testa del regime capitolata in pochi istanti. Sancendo, probabilmente, la fine della guerra, tanto che la Nato sta considerando se decretare il termine della missione. Quel che è indubbio è che la primavera araba dei libici è compiuta. Alla notizia della cattura del rais, ribelli e semplici cittadini si sono riversati sulle strade per festeggiare, urlando "Allah è grande", hanno portato in trionfo il ragazzino ventenne che lo ha scovato e che forse riuscirà ad intascare anche la taglia da 20 milioni di dollari.
Avvolto nel mistero in vita, Gheddafi ha lasciato un giallo anche nella morte. Non è affatto chiara la dinamica della sua cattura. Il rais stava fuggendo dalla Sirte appena espugnata dai ribelli, diretto a Sud, su un convoglio di sette macchine formato da familiari e fedelissimi, quando è stato intercettato dagli aerei della Nato e, via terra, dai ribelli. L'alleanza - aerei francesi, ha rivendicato Parigi, anche americani, ha precisato Washington - ha colpito alcune macchine, uccidendo il capo delle forze armate. Per evitare i colpi dei caccia, una Toyota si è improvvisamente staccata dal convoglio, seguita da un'altra macchina.
A questo punto, secondo la ricostruzione dell'ambasciatore libico a Roma Abdel Hafed Gaddur, sono entrati in azione i rivoltosi, che hanno bloccato le macchine. Qui tutto diventa più fumoso: forse Gheddafi, che si trovava nella Toyota, è riuscito a fuggire e nascondersi in alcuni tubi di cemento. Di certo quei tubi sono già diventati il simbolo della fine del rais. Dal lussuoso bunker alla buca. I ribelli si sono fatti riprendere accanto ai tunnel, dove hanno scritto con lo spray "Qui stava Gheddafi. Allah è più grande". Il corpo del rais è stato poi portato a Misurata e mostrato alle tv, prima di essere rinchiuso in una moschea. Sarà sepolto in una località segreta, ha annunciato in serata il governo transitorio. A sette mesi dall'inizio della guerra e due dalla liberazione di Tripoli, il Cnt si appresta dunque ad annunciare, tra domani e dopodomani, "la liberazione della Libia". La Nato ha fissato per domani il consiglio Atlantico per valutare se decretare la fine della missione. "La missione della Nato in Libia finirà d'accordo con l'Onu ed il Cnt", ha detto il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.
Anche Ban ki-Moon ha chiesto di "fermare i combattimenti". La morte di Gheddafi, per il presidente Usa Barack Obama, "chiude un doloroso capitolo" perché i libici "hanno vinto la loro rivoluzione". D'accordo il capo dello stato Giorgio Napolitano, convinto che la fine del rais chiuda "una pagina drammatica", mentre il premier Berlusconi si è limitato a commentare: "Sic transit gloria mundi". Ma perché sia compiuto il passaggio dal regime alla nuova Libia, il Cnt vuole che l'Algeria consegni quel che resta del clan Gheddafi: la moglie, la figlia Aisha con la bimba nata proprio poche ore dopo aver attraversato il confine, quest'estate, e poi ancora i figli Hannibal e Mohammed, con le mogli ed alcuni nipoti. Ultimi esponenti di un clan considerato un tempo invincibile e finito ormai nella polvere.

Fonte: http://www.ansa.it

Gheddafi prima di essere ucciso...gli ultimi istanti della sua vita! Ucciso come un cane, senza processo, senza dignità e umanità, senza il rispetto che un ex-capo di stato avrebbe dovuto meritare!!!



SIRTE - (LIBIA) - È tutta nei video e nelle foto la morte di Muammar Gheddafi. Una foto ne racconta il ferimento, un video la cattura e l'inutile corsa all'ospedale. O forse i momenti prima dell'esecuzione. L'unica cosa sicura, ormai incontrovertibile, è la fine della quarantennale dittatura 1 di un uomo, di un clan e di una famiglia su un intero Paese.


Lo aveva giurato, sarebbe morto in Libia. Lo avevano annunciato in fuga in Nigeria, nascosto in convogli colmi di lingotti d'oro, mentre è stato trovato nascosto dentro un tunnel, colpito forse da un ragazzo ventenne 4, forse morto dissanguato, forse giustiziato. Tanti forse. Perché sulla fine del Colonnello stanno già nascendo leggende. Dicono che abbia combattuto fino alla fine, che abbia fatto un disperato appello ai miliziani che lo avevano trovato e ferito alle gambe. Secondo qualcuno negli ultimi istanti ha invocato la pietà degli uomini, alcuni solo ragazzi, che da otto mesi combattevano per cacciarlo: "Non sparate", avrebbe detto.
La situazione è precipitata in poche ore, dopo settimane di stallo alle porte di Sirte, città natale del raìs e luogo dove tutto si è concluso. Offensiva dei ribelli sulla città, ultima roccaforte della resistenza, con avanzata da più fronti. E l'annuncio: "Abbiamo conquistato Sirte". Un annuncio in realtà già sentito, accennato, più volte. In fondo la guerra è anche propaganda, e la guerra civile in Libia lo è stato molto di più. Ma dopo un paio d'ore, il Consiglio nazionale di transizione fa filtrare le prime notizie. Gheddafi è stato catturato, è vivo ma ferito, è morto.
Le fonti si accavallano, arriva anche qualche smentita, ma tutti aspettano una prova. Un'immagine. E nel 2011 non può che arrivare da un telefonino, un fotogramma di un video, e uno scoop della France Presse che prova per prima il ferimento del raìs, anche se non la morte. Poi a poco a poco diventa tutto chiaro. Il Cnt non riesce a controllare le notizie, si diffondono voci incontrastate sulla dinamica della cattura 5, in mezzo c'è una taglia di venti milioni di dollari.
Le piazze libiche, la gente della rivoluzione, in realtà non aspetta la conferma ufficiale. Basta una voce e la festa, la gioia si sfoga prepotente 6. Scene già viste, ogni volta che veniva liberata una città, spari in aria e grida in strada. Questa volta, la morte del decennale dittatore, non può fare eccezione. E il governo chiude lo spazio aereo sul Paese, proprio a causa dei numerosi spari di armi leggere e di cannoni anti-aerei.
A Sirte Gheddafi non è solo. Con lui ci sono due suoi figli, Motassim e Saif. Il primo è stato ucciso durante l'attacco, mentre cercava di sfuggire alla cattura. La sorte del secondo ancora non è chiara: per Al Arabiya è morto anche lui, per Al Jazeera solo ferito e catturato.
La fine di Gheddafi cambia la politica, della Libia ma del continente tutto. Anche l'Unione Africana, che finora si era rifiutata di riconoscere il governo provvisorio del Cnt come legittimo rappresentante della Libia, ha assegnato il seggio ai leader della rivolta partita da Bengasi a febbraio. Stesso riconoscimento anche da parte della Santa Sede. E oggi inizia anche la prova del fuoco 7 per il Cnt, alle prese con le divisioni interne e con la necessità di riunire un paese spaccato da mesi di guerra civile. Non c'è più il nemico comune, contro cui unirsi.
Il ministro della difesa del Cnt, Jalal al-Digheili, ha tenuto una conferenza stampa poche ore dopo la morte del dittatore: "L'uccisione di Gheddafi - ha detto - non è il nostro obiettivo finale, noi vogliamo costruire la democrazia. Con la sua morte abbiamo terminato un piccolo jihad, ora ci aspetta il grande jihad che è quello di costruire una nuova Libia unita". Un obiettivo sottolineato anche dall'intervento, in serata, del presidente degli Stati Uniti Barack Obama verso il popolo libico: "Avete vinto la vostra rivoluzione, ora avete una grande responsabilita".
E mentre sulle televisioni di tutto il mondo e sul web 8si alternano le immagini della cattura, della morte e della gioia del popolo libico, il governo provvisorio fa sapere che il Colonnello "sarà sepolto in un luogo segreto". Nessuna tomba, nessun luogo per i suoi fedelissimi dove riunirsi. Ai posteri arriveranno solo quelle foto e quei video. Che raccontano la fine di un dittatore e la nuova speranza di un Paese.

Fonte: http://www.repubblica.it

GHEDDAFI UCCISO - Ecco il primo video shock! (Contenuto esplicito!)



Un convoglio di auto dei lealisti in fuga dalla Sirte verso Misurata, gli elicotteri della Nato che volteggiavano in aria scaricando i missili, le jeep degli insorti alle calcagna che lanciavano i razzi Grad: queste sono state le ultime ore del Colonnello, ucciso, secondo i media libici, nell'assalto finale al bastione del regime.
Gheddafi ultimo atto: catturato, ferito alle gambe, con il volto insanguinato e forse giustiziato con un colpo di grazia dai ribelli. La fine è arrivata in ogni caso su una strada che aveva percorso mille volte, fin da ragazzo quando la famiglia, dalla tenda della Sirte lo aveva incoraggiato a proseguire gli studi, prima nel liceo di Sebha e poi proprio a Misurata dove era uno degli allievi più brillanti, una sorta di capopopolo imberbe che incitava i compagni a seguire l'esempio di Nasser e della sua rivoluzione in Egitto che aveva abbattuto la monarchia di Faruk. Gheddafi voleva imitarne le gesta e anche superare, se possibile, il modello del raìs egiziano: con il colpo di stato del primo settembre 1969, organizzato con un gruppo ristretto di giovani ufficiali, prese il potere quasi senza sparare un colpo, abbattendo re Idris, il monarca senussita.
Prese in pugno la Libia e per 42 anni ne fu il padrone assoluto, abile demiurgo e spietato repressore, con sfrenate ambizioni di protagonismo sul piano internazionale, fino ad aprire fronti di guerra in Africa e a sponsorizzare il terrorismo.
La Libia di Gheddafi è finita quando la risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell'Onu ha dato il via libera dopo 48 ore all'intervento aereo francese, inglese e americano, diventato poi una missione sotto il comando della Nato. Un'operazione partita sulla spinta del presidente francese Nicolas Sarkozy per difendere gli insorti di Bengasi che si è rapidamente trasformata in una battaglia per abbattere il Colonnello.
Gli insorti senza la Nato non sarebbero mai riusciti a vincere. E in aggiunta si è dimostrato decisivo l'intervento a terra di truppe speciali, sia inglesi che francesi ma anche di Paesi arabi come il Qatar e gli Emirati. E' stata quindi montata a metà agosto l'operazione che ha condotto gli insorti della regione occidentale, arabi e berberi, alla conquista di Tripoli, caduta il 21 agosto.
Ma il regime non era ancora finito. Gli insorti, divisi e poco organizzati, hanno dovuto comunque affrontare per due mesi la controffensiva dei lealisti nelle roccaforti di Sirte e di Bani Walid, che sembrano resistere a ogni assalto. Intanto il clan del Colonnello si disfaceva e disperdeva tra Algeria, Niger e deserto, in una fuga che comunque costituiva un motivo di perenne preoccupazione. Se fosse rimasto vivo Gheddafi appariva capace di creare ancora problemi alla nuova Libia, con guerriglia, attentati e azioni dimostrative.
Quali scenari si aprono adesso? La fine del raìs seppellisce definitivamente un regime ma apre nuovi interrogativi: entro un mese dovrebbe insediarsi un altro governo al posto del Consiglio nazionale transitorio rappresentativo - e questo è stato il suo limite - soprattutto degli insorti di Bengasi e della Cirenaica. La Libia ora deve trovare l'unità in un Paese frammentato da divisioni regionali, tribali e percorso dall'ascesa dei fondamentalisti islamici. Non sarà facile, anche perché questa volta, all'orizzonte non si profila un leader incontrastato: la fine sanguinosa e tragica di Gheddafi forse è anche quella di un'era, in Libia e in tutto il mondo arabo. 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

Gheddafi ucciso da un militante del CNT di 18 anni...Sarkozy complice di questo scempio!!!



SIRTE (LIBIA) - Muammar Gheddafi è stato ucciso giovedì mattina, nelle stesse ore in cui i nuovi leader della Libia annunciavano la presa di Sirte, città natale del Colonnello e ultimo bastione di resistenza. La notizia viene confermata dal primo ministro del Consiglio nazionale di transizione libico, Mahmoud Jibril. Che commenta: «Aspettavamo da tempo questo momento». E proclama: «È tempo di dare vita a una nuova Libia unita, un popolo e un futuro». Secondo la tv araba Al Jazeera, il cadavere di Muammar Gheddafi è stato caricato sul tetto di un veicolo e portato nella moschea di Misurata. Intorno, una vasta folla gridava: «Il sangue dei martiri non è stato versato invano». L'emittente rivela anche che il Colonnello sarà sepolto in un luogo segreto, sempre a Misurata.
LA PISTOLA D'ORO - Secondo un medico che ha potuto vedere il cadavere, Gheddafi è morto in seguito alle ferite letali riportate alla testa e al petto. Diverse le versioni sugli ultimi istanti di vita del Colonnello. Il corrispondente della Bbc da Sirte, riferisce di aver parlato con un ribelle, ventenne, che dice di aver scovato Gheddafi e che ora mostra al mondo la pistola d'oro che avrebbe sottratto all'ex Rais. Il giovane racconta che Gheddafi era nascosto in una buca nel centro di Sirte e che l'ex leader libico lo ha supplicato di non sparare. Il ragazzo stesso ha rivelato all'Afp il suo nome: Mohamed Lahuain Shabane.

 
GLI ULTIMI MINUTI DEL COLONNELLO - Gheddafi «è stato ucciso in un attacco da parte dei combattenti», dice a Reuters il ministro dell'Informazione del Cnt, Mahmoud Shammam. La tv libica e altre emittenti mostrano le immagini di soldati che accerchiano due grosse tubature sotto un'autostrada dove sarebbe stato trovato Gheddafi. «È stato colpito in testa», testimonia Abdel Majid Mlegta, uno dei responsabili militari del Cnt, «c'è stato un fuoco intenso contro il suo gruppo ed è morto». Majid aveva riferito in precedenza che Gheddafi era stato catturato all'alba ed era stato ferito a entrambe le gambe mentre cercava di fuggire in un convoglio attaccato da caccia della Nato. In un primo momento, nella mattinata, l'Alleanza riferisce che un suo aereo ha sparato contro un convoglio vicino a Sirte, ma non ha confermato la notizia che Gheddafi fosse tra i passeggeri. In serata, il ministro della Difesa di Parigi, Gerard Longuet, interviene per dire che i caccia della Nato che hanno «fermato» il convoglio in cui si trovava il Colonnello erano francesi.
Il corpo calpestato
LE IMMAGINI - A poche ore dalla notizia della morte di Gheddafi, una foto del volto insanguinato del leader è stata diffusa dall'agenzia France Presse, firmata da Philippe Desmazes. In seguito il canale inglese di Al Jazeera ha mandato in onda vari video della cattura e poi del cadavere di Gheddafi. Nella prima serie di immagini, Gheddafi appare malmenato da un gruppo di combattenti e sembra a un certo punto che provi a reagire; il volto è insanguinato, mentre viene spinto contro una macchina e colpito alla testa con una pistola. In una seconda serie di immagini, Gheddafi è già cadavere e viene trascinato dai ribelli lungo una strada. Si vede il corpo mezzo nudo, cui viene strappata la maglia. Il volto è rosso di sangue e ha un foro di proiettile su un lato della testa. Accanto al volto di Gheddafi ci sono le gambe di un combattente del Consiglio nazionale transitorio in uniforme. 


I FIGLI - Anche Mutassim, uno dei figli di Gheddafi, è stato ucciso a Sirte, mentre cercava di resistere agli uomini che lo avevano catturato. Secondo il Cnt sarà sepolto nello stesso luogo nascosto di Gheddafi. In serata, si rincorrono voci che anche Saif al-Islam, l'altro figlio del Colonnello sia stato ucciso. Poi il Consiglio nazionale di transizione chiarisce che Saif è rimasto ferito mentre tentava di fuggire da Sirte ed è ricoverato in ospedale.
LA FESTA - A Sirte i ribelli si sono messi a ballare. E il racconto di scene di giubilo, di caroselli, del suono ininterrotto di clacson arriva anche da Tripoli e da altre città della Libia. Talmente grande è l'entusiasmo che, in serata, su tutta la Libia è stato sospeso il traffico aereo per il pericolo provocato dai colpi di artiglieria sparati in aria in segno di festa.
IL CONFLITTO - Sul fronte di guerra, «Sirte è stata liberata. Non ci sono più forze di Gheddafi in città. Stiamo dando la caccia ai suoi miliziani che tentano la fuga» dice il colonnello Yunus Al Abdali ad Al Jazeera. Un altro comandante delle forze del Cnt ha spiegato che l'attacco finale, iniziato verso le otto del mattino, è durato una novantina di minuti. Nei giorni scorsi le forze del Cnt avevano espugnato anche l'altra roccaforte di Gheddafi, Bani Walid.

20 Ottobre 2011 20:10

Fonte: http://www.corriere.it

Gheddafi ucciso da un militante del CNT di 18 anni...



SIRTE, Libia (Reuters) - Muammar Gheddafi è morto, lo dicono i nuovi leader della Libia, ucciso oggi dai combattenti che hanno conquistato Sirte, sua città natale e ultima roccaforte della resistenza.
Alti funzionari del governo ad interim, che due mesi fa ha rovesciato il suo regime dopo 42 anni, hanno detto che la sua morte permetterà di parlare di "liberazione" dopo otto mesi di spargimenti di sangue.
"Confermiamo che tutti quei dannati, compreso Gheddafi, sono spariti dal loro amato Paese", ha detto il premier Mahmoud Jibril a Tripoli, mentre il corpo di Gheddafi veniva portato come trofeo di guerra a Misurata, città diventata simbolo della causa dei ribelli.
"E' ora di dare vita a una nuova Libia, a una Libia unita", ha aggiunto Jibril. La dichiarazione formale della liberazione, che farà partire il conto alla rovescia per le elezioni, verrà fatta domani.
Le nuove bandiere del Paese sventolano per le strade e per le piazze mentre la folla festante grida e spara colpi in aria.
A Sirte i combattenti ballano, tenendo in mano la pistola d'oro che a loro dire apparteneva a Gheddafi.
I dettagli sulla morte dell'ex uomo forte sono confusi, ma l'annuncio è stato confermato da diversi rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt).
Secondo quanto riferito dal ministro della Difesa francese Gerard Longuet aeroplani francesi hanno bloccato il convoglio che stava portando fuori da Sirte Gheddafi, prima che fosse ucciso.
La televisione Al Jazeera ha mostrato le immagini di Muammar Gheddafi, ferito e ancora in vita quando è stato catturato.
Gheddafi appare malmenato da un gruppo di combattenti e sembra ad un certo punto che provi a reagire. Viene mostrato con la faccia insanguinata mentre è spinto contro una macchina e colpito alla testa con una pistola.
Al Jazeera ha detto che le immagini sono state trasmesse da una televisione libica.
La tv del nuovo governo libico ha mostrato un'immagine in cui il figlio di Gheddafi Mo'tassim giaceva morto su una barella in quello che sembrava un ospedale. La tv non ha precisato dove fosse stata scattata l'immagine.

Fonte: http://it.reuters.com

mercoledì 19 ottobre 2011

La Sinistra Italiana, fallito il tentativo di far cadere il Governo con il voto di sfiducia in Parlamento, tenta ora di creare caos e clima di tensioni sociali e politiche, con la sicura "collaborazione" segreta di una parte della Magistratura e delle Forze dell'Ordine da sempre vicine all'area Progressista del Centro-Sinistra che sono ostili ai Governi guidati dal Centro-Destra, in particolar modo dal Premier Berlusconi! Una parte di questi organismi Istituzionali potrebbe "favorire" la nascita di questa nuova strategia della tensione in salsa moderna, per tentare di far cadere in anticipo l'attuale Governo Italiano e influenzare l'elettorato per fare trionfare il Partito Democratico ed i suoi satelliti alle prossime elezioni Parlamentari! Ora vi spiego il come e il perchè...

Roma (Italia) - Oramai come tutti sappiamo, quella che doveva essere una grande giornata a livello planetario, la giornata mondiale degli indignati, delle classi sociali più povere che grazie alla nuova crisi economica iniziata nel 2008 e non ancora conclusa, ci costringe a fare sacrifici su sacrifici, con milioni di persone che hanno perso la casa, il lavoro e la speranza di un futuro certo e migliore, è stata rovinata da un manipolo di scalmanati, migliaia di giovani e meno giovani tutti mascherati e vestiti di nero, meglio conosciuti da più di 10 anni con il famigerato nome di "black bloc"! 
Questi giovani che si dichiarano anarchico-insurezzionalisti, professano il loro credo a favore del popolo più povero, lottano contro le società capitaliste, difendono i lavoratori, odiano lo stato e le istituzioni ecclesiastiche, dicono di lottare per un mondo migliore.
La domanda dunque sorge spontanea, lottare per un mondo migliore certo, ma per quale mondo e migliore di che cosa?
Dopo le devastazioni che hanno messo a ferro e fuoco tutto il centro storico della Capitale Italiana, (unico caso "NON A CASO" tra l'altro in quanto in tutte le Città del mondo la giornata degli Indignati è andata benissimo, con intere famiglie che hanno manifestato pacificamente), con soli 12 arrestati e qualche fermo, si capisce benissimo per quale "finto" mondo migliore questi simpatici "MAN IN BLACK" assetati di sangue ci vogliono propinare; analizziamo prima di tutto un fatto, da settimane in rete tra i vari social network, blog e siti di ogni specie si sono intravisti messaggi molto minacciosi che già rendevano bene l'idea delle reali intenzioni di alcuni Indignati che di pacifico non avevano proprio nulla, dunque dov'era e che cosa ha fatto la Polizia Postale? Perchè non si sono prese misure cautelative? Soprattutto come mai le Forze dell'Ordine si sono trovate a sostenere ed affrontare quella situazione di emergenza come se fossero state impreparate a ciò che poteva accadere? Questa è la prima anomalia che mi ha fatto riflettere sul fatto che all'interno delle Forze dell'Ordine e della Magistratura Italiana, molto propbabilmente esiste una "costola" deviata, segreta ed indipendente ostile all'attuale maggioranza politica che governa la Repubblica e che invece applaude e guarda con simpatia alla compaggine del Centro-Sinistra capeggiata dal Partito Democratico di Bersani.
Primo obiettivo di questa "costola" è ovviamente quello di mettere i bastoni tra le ruote all'attuale Governo Berlusconi, cercare di minarne la credibilità agli occhi dei cittadini e dell'opinione pubblica mondiale, cercare soprattutto di fargli calare drasticamente l'indice di gradimento tra tutto l'elettorato Italiano in modo tale poi da favorire e facilitare la vittoria del Centro-Sinistra e dei suoi satelliti alle prossime elezioni politiche.
Obbiettivo non facile certo, ma non impossibile, tuttavia la giornata di Sabato 15 Ottobre 2011 ha dato lo spunto e l'occasione giusta per agire in tal senso, visto e considerato che l'ennesimo tentativo di far cadere il Governo Berlusconi in Parlamento con il voto di sfiducia è di nuovo fallito miseramente.
In ogni caso torniamo come si diceva, al fantastico mondo migliore per cui questi "black bloc" stanno lottando, sfasciando le Chiese e i luoghi di culto, distruggendo le vetrine e i negozi dei poveri commercianti che sono tra i primi a soffrire delle cause della crisi economica, dando fuoco alle macchine degli operai che vorrebbero difendere sì ma solo a parole, imbrattando i muri secolari e le statue antiche della Capitale denotando una scarsa sensibilità per l'arte e la cultura, picchiando o tentando di picchiare chi in quella giornata stava lavorando per permettere a tutti di manifestare pacificamente e democraticamente, ovvero i poliziotti semplici ed i carabinieri, i finanzieri, i pompieri ed i vigili urbani che nulla hanno a che fare con i veri responsabili della crisi finanziaria e della povertà nel Mondo.
Troppo facile spaccare la vetrina di una banca, sfasciare un bancomat, tirare sassi alla polizia, dopo tutto questo caos infine i "MAN IN BLACK" assetati di sangue e vendetta che cosa propongono? NULLA! Il loro credo in realtà è di facciata, il loro ideale è tutto fumo e niente arrosto, fumo delle macchine degli operai e disoccupati che bruciano, distruzione e confusione, terrore e tensione, caos...loro sono gli esecutori materiali di chi vuole il caos, di chi vuole incutere timore...loro sono l'esercito dei benpensanti della Sinistra Italiana capeggiata da Vendola, Bersani, Pisapia e tutta l'allegra brigata anti-Berlusconiana che da anni cercano di scalfirne il potere.
Ecco chi sono in realtà i "black bloc": figli di papà, papà di Sinistra ovvio, studiano quasi tutti in Università Private di lusso o in costosissimi Campus stranieri, quasi tutti non lavorano ma non perchè non trovano impiego, bensì perchè non ne hanno bisogno, odiano tutto ciò che è al di là della Sinistra, dal Centro alla Destra, da Berlusconi che è il  male assoluto a ciò che sa di "borghese di destra"! 
Figli di "borghesi di Sinistra", appunto, giustificano la loro pura violenza sub-urbana che è vero teppismo sotto la motivazione di un ideale rivoluzionario e anarchico, ma in realtà non porta a niente e da nessuna parte.
Coltivati sotto un decennio di odio anti-Berlusconismo, come piccoli robot programmati, eseguono anche indirettamente quello che è il più grande sogno e obbiettivo di tutta la Sinistra Italiana: AFFOSSARE DEFINITIVAMENTE Berlusconi estromettendolo fuori da tutti i giochi di potere e di politica!
Così è stato per la giornata di Sabato 15 Ottobre 2011, a Roma, il clima di odio fomentato in tutti questi ultimi anni da certa Sinistra Italiana aiutata dalla "costola" Progressista della Magistratura e delle Forze dell'Ordine, ha purtroppo per noi dato i suoi primi frutti acerbi!
Non a caso appunto, nessuno ha cercato di prendere serie misure cautelative molto prima di quel Sabato pur sapendo, qualcuno ha dato ordine ai manifestanti di camminare nonostante al loro interno sfilavano già compatti i "MAN IN BLACK" con i loro caschi neri indossati, le loro maglie nere, i loro zaini neri, le loro spranghe alla mano! Perchè non si è impedito ai manifestanti pacifici di proseguire se prima non si sarebbero sbarazzati di quell'esercito in nero? Per legge si dovrebbero vietare le manifestazioni a volto coperto! 
Un caso poi divertente è stato l'arresto di Fabrizio Filippi, soprannominato "Er Pelliccia", quel ragazzo 24enne tutto ciccia, brufoli e riccioli biondi, di famiglia benestante, studente presso un Università privata a Roma, col padre Banchiere (Che strana cosa: le banche sono da sempre le prime acerrime nemiche numero uno dei "black bloc"!) e madre insegnante, di famiglia borghese appunto, come si diceva prima, arrestato perchè colto in flagrante dalle telecamere mentre "GIOCAVA ALLA GUERRA" con un estintore in mano, insieme alla sua "lugubre" brigata di giovani incapucciati con caschi neri e foulard.
Il "gioco alla guerra", il nuovo clima di tensione abilmente manovrato con i fili dai burattinai, amici e sostenitori della Sinistra Italiana che comandano all'interno delle Istituzioni Repubblicane, è appena cominciato, obbiettivo numero unoDEMOLIRE DEFINITIVAMENTE SILVIO BERLUSCONI COME UOMO POLITICO E COME UOMO IMPRENDITORE! 
Chi ci perde in ogni caso, è sempre e solo il popolo Italiano, con i suoi disoccupati sempre più disoccupati, con i poveri sempre più poveri, con gli stipendi sempre più magri e il portafogli sempre più vuoto!
Alexander Mitrokhin




ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!