북한군 합창단이 연주한 음악(희귀 영상) - Music Performed By The North Korean Military Chorus (Rare Footage) DPRK - NORTH KOREA - COREA DEL NORD - #DPRK - #NORTHKOREA...fonte: https://www.youtube.com/watch?v=fAcYS-_8L2s
"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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venerdì 12 gennaio 2024
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martedì 19 dicembre 2023
SETTIMO OMICIDIO DEL #MOSTRODIFIRENZE - VICCHIO - TOSCANA (PIA RONTINI - CLAUDIO STEFANACCI) 29 LUGLIO 1984
Le vittime del penultimo delitto furono Pia Gilda Rontini, ragazza di 18 anni da poco tempo impiegata in un bar di Vicchio, e Claudio Stefanacci, studente universitario di 21 anni; i due ragazzi erano in un'auto parcheggiata in fondo a una strada sterrata trasversale della via provinciale nei pressi di Vicchio quando vennero aggrediti a colpi di pistola; dall'analisi dei corpi si è ipotizzato che il primo colpo avrebbe colpito il ragazzo che si trovava sul sedile posteriore, attraversando il finestrino della portiera destra; il ragazzo venne colpito in tutto quattro volte (di cui una alla testa) mentre la ragazza riuscì a fuggire e venne colpita prima alla schiena e poi alla fronte. L'arma era la stessa dei precedenti delitti. Successivamente il corpo della ragazza venne mutilato con l'asportazione del pube e del seno sinistro mentre sul corpo del ragazzo vennero inferte una decina di coltellate.[78][79][80][81]

La madre del ragazzo, impensierita del ritardo, andò a cercarlo dagli amici i quali, conoscendone le abitudini, provano a cercarlo dove sapevano che si appartava in auto, scoprendo così i cadaveri;[78] anche la madre della ragazza era preoccupata per l'insolito ritardo della figlia che al momento di uscire di casa, poco dopo le 21, aveva promesso di rientrare entro un'ora essendo stanca per aver lavorato tutto il giorno.[29]
Anche in questo caso pare che la vittima femminile avesse subito molestie da parte di ignoti nei giorni precedenti al delitto. Un'amica di Pia, conosciuta durante un soggiorno di studio in Danimarca e che in seguito aveva intrattenuto con lei relazioni di corrispondenza, riferì tempo dopo di aver ricevuto una telefonata dalla giovane, pochissimo tempo prima del delitto, in cui Pia le riferiva che nel bar dove lavorava "c'erano persone poco piacevoli assieme alle quali si sentiva molto insicura".[82]
Nel marzo del 1994 vennero profanate da ignoti le tombe dei due ragazzi assassinati;[83] Renzo Rontini, padre della ragazza, si è impegnato profondamente per la ricerca della verità sul caso fino alla sua morte, avvenuta per un attacco cardiaco nel dicembre 1998.[84]
PRIMO DELITTO DEL #MOSTRODIFIRENZE IN VIA CASTELLETTI LOCALITA' SANT'ARCANGELO DI LECORE (TOSCANA) 21- 22 AGOSTO 1968
La notte di mercoledì 21 agosto 1968, all'interno di una Alfa Romeo Giulietta bianca posteggiata presso una strada sterrata vicino al cimitero di Signa, vengono assassinati Antonio Lo Bianco, muratore originario di Palermo di 29 anni, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, casalinga di 32 anni, originaria di Villasalto, in provincia di Cagliari, entrambi residenti a Lastra a Signa;[18] i due erano amanti; la donna era sposata con Stefano Mele, un manovale sardo emigrato in Toscana alcuni anni prima. Quella sera i due si erano recati al cinema di Signa per vedere, stando ad alcune fonti, il film giapponese Nuda per un pugno di eroi;[19] il gestore del cinema li riconobbe, successivamente, dalle foto pubblicate sui giornali; egli escluse, però, la presenza del figlio della donna, che aveva sei anni, in quanto, considerato il film proiettato, non lo avrebbe fatto entrare. Sostenne, infine, che dopo l'entrata della coppia al cinema entrò soltanto un altro uomo del quale, però, non ricordava la fisionomia.[20] Secondo ulteriori fonti, una cassiera del cinematografo vide invece la Locci con in braccio il figlio semi-addormentato all'uscita del cinema.[21] A serata conclusa, i due si erano poi appartati in macchina. Sul sedile posteriore dormiva Natale "Natalino" Mele, di 6 anni, figlio di Barbara Locci e Stefano Mele. L'assassino, secondo gli inquirenti il marito di Barbara Locci, si avvicina all'auto ferma e spara complessivamente otto colpi da distanza ravvicinata: quattro colpiscono la donna e quattro l'uomo. Verranno recuperati cinque bossoli di cartucce calibro 22 Long Rifle Winchester con la lettera "H" punzonata sul fondello.
Intorno alle due del mattino del 22 agosto, il bambino suona alla porta di un casolare sito in via del Vingone 154, a oltre due chilometri di distanza da dove era parcheggiata l'automobile. Il proprietario, De Felice, sveglio per via del figlio malato che ha chiesto dell'acqua, si affaccia immediatamente alla finestra, e davanti alla porta vede il bambino che scorgendolo a sua volta gli dice: "Aprimi la porta perché ho sonno, ed ho il babbo ammalato a letto. Dopo mi accompagni a casa perché c'è la mi' mamma e lo zio che sono morti in macchina".[22] Dopo averlo soccorso, l'uomo gli chiede chiarimenti e il piccolo stentatamente riferisce altri particolari sul suo arrivo fin lì: "Era buio, tutte le piante si muovevano, non c'era nessuno. Avevo tanta paura. Per farmi coraggio ho detto le preghiere, ho cominciato a cantare "La Tramontana"... La mamma è morta, è morto anche lo zio. Il babbo è a casa malato".[22] Invece secondo un'altra versione fu proprio l'assassino a indicare lui la direzione del casolare e a cantargli La tramontana per tranquillizzarlo. I Carabinieri, chiamati mezz'ora dopo da De Felice, si mettono alla ricerca dell'auto portandosi dietro il bambino. Intorno alle tre del mattino l'auto viene ritrovata grazie anche all'indicatore di direzione dell'auto rimasto acceso, nella strada che si trova su via di Castelletti, a 100 metri dal bivio per Comeana, in una zona abitualmente frequentata da coppie in cerca di intimità.[23]
Le indagini conducono al marito della donna, Stefano Mele, sospettato di aver commesso il delitto per gelosia il quale prima negò ogni addebito, poi accusò gli amanti della moglie (Salvatore e Francesco Vinci) e poi li scagionò, alla fine, il 23 agosto, dopo 12 ore di interrogatorio[24], confessò di essere lui il colpevole. Durante il sopralluogo effettuato quello stesso giorno, l'uomo risultò però totalmente incapace di maneggiare un'arma e confuse il finestrino dal cui esterno partirono i colpi; tuttavia dimostrò di conoscere tre particolari che poteva sapere solo avendo assistito alla scena del delitto, ossia il numero di colpi sparati (8), l'indicatore di direzione ancora acceso della vettura e la mancanza della scarpa sinistra dal piede di Lo Bianco. Il figlio, dopo aver raccontato di non aver sentito nulla, alla fine ammise di aver visto il padre.[4][25][26][27][28]
Nel 1970 Mele fu condannato a 14 anni di carcere.[4] La pena tiene conto del fatto che l'uomo venne riconosciuto parzialmente incapace di intendere e di volere. Gli vennero inoltre inflitti due anni di reclusione per calunnia contro i fratelli Vinci.[29] Durante il processo, Giuseppe Barranca, cognato di Antonio Lo Bianco, collega di lavoro di Mele e anch'egli amante della Locci, raccontò che la donna, pochissimi giorni prima del delitto, si era rifiutata di uscire con lui dichiarando che "potrebbero spararci mentre siamo in macchina" e, in un'altra occasione, gli aveva raccontato che c'era un tale che la seguiva in motorino. Una deposizione analoga fu resa da Francesco Vinci, che parlò di un uomo in motorino che avrebbe pedinato la Locci durante i suoi appuntamenti con gli amanti.[30]
Fino al 1982 non vi erano collegamenti fra questo delitto e quelli che dal 1974 verranno attribuiti al Mostro di Firenze; a seguito del ritrovamento in archivio di alcuni bossoli che, dopo le analisi, risultarono identici a quelli trovati sulle altre scene dei crimini, si dedusse che la pistola usata dal mostro era la stessa usata dall'assassino che aveva ucciso Antonio Lo Bianco e Barbara Locci nell'estate del 1968[31]; nonostante questo collegamento, il duplice delitto non è mai stato attribuito comunque con certezza agli stessi autori degli altri omicidi[32].
Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Mostro_di_Firenze
PRIMO OMICIDIO DEL #MOSTRODIFIRENZE - 22 AGOSTO 1968 - BARBARA LOCCI E ANTONIO LO BIANCO


La notte di mercoledì 21 agosto 1968, all'interno di una Alfa Romeo Giulietta bianca posteggiata presso una strada sterrata vicino al cimitero di Signa, vengono assassinati Antonio Lo Bianco, muratore originario di Palermo di 29 anni, sposato e padre di tre figli, e Barbara Locci, casalinga di 32 anni, originaria di Villasalto, in provincia di Cagliari, entrambi residenti a Lastra a Signa;[18] i due erano amanti; la donna era sposata con Stefano Mele, un manovale sardo emigrato in Toscana alcuni anni prima. Quella sera i due si erano recati al cinema di Signa per vedere, stando ad alcune fonti, il film giapponese Nuda per un pugno di eroi;[19] il gestore del cinema li riconobbe, successivamente, dalle foto pubblicate sui giornali; egli escluse, però, la presenza del figlio della donna, che aveva sei anni, in quanto, considerato il film proiettato, non lo avrebbe fatto entrare. Sostenne, infine, che dopo l'entrata della coppia al cinema entrò soltanto un altro uomo del quale, però, non ricordava la fisionomia.[20] Secondo ulteriori fonti, una cassiera del cinematografo vide invece la Locci con in braccio il figlio semi-addormentato all'uscita del cinema.[21] A serata conclusa, i due si erano poi appartati in macchina. Sul sedile posteriore dormiva Natale "Natalino" Mele, di 6 anni, figlio di Barbara Locci e Stefano Mele. L'assassino, secondo gli inquirenti il marito di Barbara Locci, si avvicina all'auto ferma e spara complessivamente otto colpi da distanza ravvicinata: quattro colpiscono la donna e quattro l'uomo. Verranno recuperati cinque bossoli di cartucce calibro 22 Long Rifle Winchester con la lettera "H" punzonata sul fondello.
Intorno alle due del mattino del 22 agosto, il bambino suona alla porta di un casolare sito in via del Vingone 154, a oltre due chilometri di distanza da dove era parcheggiata l'automobile. Il proprietario, De Felice, sveglio per via del figlio malato che ha chiesto dell'acqua, si affaccia immediatamente alla finestra, e davanti alla porta vede il bambino che scorgendolo a sua volta gli dice: "Aprimi la porta perché ho sonno, ed ho il babbo ammalato a letto. Dopo mi accompagni a casa perché c'è la mi' mamma e lo zio che sono morti in macchina".[22] Dopo averlo soccorso, l'uomo gli chiede chiarimenti e il piccolo stentatamente riferisce altri particolari sul suo arrivo fin lì: "Era buio, tutte le piante si muovevano, non c'era nessuno. Avevo tanta paura. Per farmi coraggio ho detto le preghiere, ho cominciato a cantare "La Tramontana"... La mamma è morta, è morto anche lo zio. Il babbo è a casa malato".[22] Invece secondo un'altra versione fu proprio l'assassino a indicare lui la direzione del casolare e a cantargli La tramontana per tranquillizzarlo. I Carabinieri, chiamati mezz'ora dopo da De Felice, si mettono alla ricerca dell'auto portandosi dietro il bambino. Intorno alle tre del mattino l'auto viene ritrovata grazie anche all'indicatore di direzione dell'auto rimasto acceso, nella strada che si trova su via di Castelletti, a 100 metri dal bivio per Comeana, in una zona abitualmente frequentata da coppie in cerca di intimità.[23]
Le indagini conducono al marito della donna, Stefano Mele, sospettato di aver commesso il delitto per gelosia il quale prima negò ogni addebito, poi accusò gli amanti della moglie (Salvatore e Francesco Vinci) e poi li scagionò, alla fine, il 23 agosto, dopo 12 ore di interrogatorio[24], confessò di essere lui il colpevole. Durante il sopralluogo effettuato quello stesso giorno, l'uomo risultò però totalmente incapace di maneggiare un'arma e confuse il finestrino dal cui esterno partirono i colpi; tuttavia dimostrò di conoscere tre particolari che poteva sapere solo avendo assistito alla scena del delitto, ossia il numero di colpi sparati (8), l'indicatore di direzione ancora acceso della vettura e la mancanza della scarpa sinistra dal piede di Lo Bianco. Il figlio, dopo aver raccontato di non aver sentito nulla, alla fine ammise di aver visto il padre.[4][25][26][27][28]
Nel 1970 Mele fu condannato a 14 anni di carcere.[4] La pena tiene conto del fatto che l'uomo venne riconosciuto parzialmente incapace di intendere e di volere. Gli vennero inoltre inflitti due anni di reclusione per calunnia contro i fratelli Vinci.[29] Durante il processo, Giuseppe Barranca, cognato di Antonio Lo Bianco, collega di lavoro di Mele e anch'egli amante della Locci, raccontò che la donna, pochissimi giorni prima del delitto, si era rifiutata di uscire con lui dichiarando che "potrebbero spararci mentre siamo in macchina" e, in un'altra occasione, gli aveva raccontato che c'era un tale che la seguiva in motorino. Una deposizione analoga fu resa da Francesco Vinci, che parlò di un uomo in motorino che avrebbe pedinato la Locci durante i suoi appuntamenti con gli amanti.[30]
Fino al 1982 non vi erano collegamenti fra questo delitto e quelli che dal 1974 verranno attribuiti al Mostro di Firenze; a seguito del ritrovamento in archivio di alcuni bossoli che, dopo le analisi, risultarono identici a quelli trovati sulle altre scene dei crimini, si dedusse che la pistola usata dal mostro era la stessa usata dall'assassino che aveva ucciso Antonio Lo Bianco e Barbara Locci nell'estate del 1968[31]; nonostante questo collegamento, il duplice delitto non è mai stato attribuito comunque con certezza agli stessi autori degli altri omicidi[32].
Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Mostro_di_Firenze
mercoledì 29 novembre 2023
Ecco le parole del 21enne Filippo Turetta: di fronte alla gip. si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso dichiarazioni spontanee...
Filippo Turetta: “Sono affranto per la tragedia che ho causato. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata!”
| FILIPPO TURETTA (22 ANNI) |
sabato 25 novembre 2023
Filippo Turetta rientra in Italia: da Francoforte, il volo sul Falcon 900 dell'Aeronautica Militare che è partito alle ore 10.45 - Femminicidio di #GiuliaCecchettin
L'ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di averla uccisa, è stato trovato in Germania dopo una settimana di fuga...
Domenica
è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, lo studente 22enne
veneto accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin,
anche lei di 22 anni e veneta. Turetta è stato fermato dalla polizia
tedesca dopo una settimana di fuga con la sua auto. Il giorno prima,
sabato, era stato trovato il corpo di Cecchettin nella zona tra il
lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Turetta
era indagato per
l’omicidio da venerdì, dopo che la procura aveva trovato un video
in cui lo si vedeva aggredire, ferire e caricare forzatamente in
macchina Cecchettin. Il video era dell’11 novembre, giorno a
partire dal quale non si avevano notizie dei due ragazzi. Il
caso sta ricevendo grandi attenzioni da giorni: tutte le informazioni
disponibili fanno pensare che quello di Cecchettin sia stato un
femminicidio, cioè un omicidio conseguenza di violenze (fisiche ma
anche psicologiche) che derivano da una dinamica di potere e
controllo alimentata da stereotipi e aspettative di genere, e che
sono esercitate sulle donne da uomini a loro vicini o che pensano di
esserlo. Sarebbe l’ennesimo: secondo gli ultimi dati
del ministero dell’Interno,
dall’inizio dell’anno al 13 novembre in Italia sono state uccise
102 donne, 82 delle quali in ambito familiare e affettivo. 53 sono
state uccise dal partner o dall’ex partner. Anche per il fatto che
si sta parlando moltissimo di questa storia e dei temi che la
riguardano, sembra che il governo stia lavorando a un piano per
introdurre nelle scuole superiori alcune ore di lezione in cui i
ragazzi vengano educati alle “relazioni”. Cecchettin
viveva a Vigonovo, in provincia di Venezia, ed era studentessa di
Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe
dovuta laureare la scorsa settimana. Turetta è iscritto alla stessa
facoltà ed è di Torreglia, in provincia di Padova. I due avevano
avuto una relazione, che poi Cecchettin aveva deciso di interrompere,
ma secondo le informazioni fornite dai familiari avevano continuato a
frequentarsi e a studiare insieme. La sera di sabato 11 novembre
Turetta era andato a prendere in macchina Cecchettin per passare
qualche ora insieme. L’ultimo messaggio di Cecchettin era stato
inviato alla sorella poco prima delle 23 di quel giorno, poi non si
erano più avute notizie di entrambi. Un testimone però aveva detto
che intorno alle 23:15 aveva visto dal balcone della propria casa un
uomo e una donna litigare in un parcheggio a Vigonovo, non distante
dalla casa di Cecchettin. Stando a quella testimonianza la donna
aveva chiesto aiuto ma era stata poi convinta o forzata a rientrare
in macchina. Il testimone aveva chiamato il numero di emergenza, ma
nel frattempo la macchina era partita. Nei giorni successivi
erano cominciate le ricerche dei due ragazzi, condotte soprattutto
cercando di ricostruire i movimenti dell’auto di Turetta.
Inizialmente si cercava tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto
Adige, poi il passaggio dell’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto
nera, era stato rilevato in Austria, paese da cui poi sarebbe entrato
in Germania. La procura di Venezia aveva aperto un’inchiesta
per scomparsa di persona, poi venerdì, dopo la scoperta del video in
cui si vedeva l’aggressione, Turetta era diventato indagato per
tentato omicidio. Il video non è stato reso pubblico, ma il
contenuto è stato descritto da diversi giornali e agenzie di stampa
sulla base delle informazioni ricevute da fonti investigative: sembra
che si veda Turetta colpire Cecchettin più volte con le mani, poi
inseguirla quando lei cerca di scappare e dopo averla raggiunta
colpirla ancora fino a farla cadere a terra. Nelle immagini si
vedrebbe poi Cecchettin sanguinante che viene caricata a forza da
Turetta sull’auto. Il giorno dopo, sabato 18, la procura di
Venezia aveva annunciato di aver trovato il corpo di una ragazza che
era stata immediatamente identificata come Cecchettin. Era stato
trovato coperto da alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata della
val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Secondo le
informazioni raccolte dall’agenzia Ansa,
a un esame esterno del corpo della ragazza da parte del medico legale
risulterebbero ferite compatibili con almeno 20 coltellate. Non ci
sono ancora i risultati dell’autopsia, ma viene dato per certo che
la ragazza fosse già morta quando il suo corpo è stato
abbandonato. Dopo un giorno Turetta è stato arrestato a pochi
chilometri dalla cittadina di Bad Dürremberg, vicino a Lipsia, nella
Germania orientale. È stato trovato dopo una settimana dall’inizio
della sua fuga, a circa mille chilometri da dove era iniziata, a lato
di un’autostrada: sembra che l’auto fosse senza benzina e che lui
non avesse più soldi per fare rifornimento. Il lato autostradale in
cui è stato trovato era quello in direzione sud, cosa che ha fatto
ipotizzare che si fosse spinto anche oltre e che stesse tornando
indietro. Al momento non ci sono però abbastanza informazioni per
confermare questa ipotesi. Le accuse a suo carico nel frattempo
sono di nuovo cambiate: ora Turetta è indagato per omicidio
volontario aggravato dal vincolo affettivo. Il ministro degli Esteri
Antonio Tajani ha detto che il ragazzo non si è opposto
all’estradizione, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Al
momento è detenuto in Germania. A Fossò, il luogo dell’aggressione,
è stato trovato un coltello con la lama spezzata: deve ancora essere
analizzato per capire se possa essere stato usato per uccidere
Cecchettin.La sorella e il padre di Giulia Cecchettin
Fonte: https://www.ilpost.it/2023/11/20/omicidio-giulia-cecchettin/
giovedì 9 novembre 2023
Mostro di Firenze, chi è: la storia, le vittime e le verità nascoste... #mostrodifirenze
8 NOVEMBRE 2007 - 8 NOVEMBRE 2023: IL BLOG MITROKHIN COMPIE OGGI 16 ANNI DI ATTIVITA' DALLA SUA CREAZIONE! #HAPPYBIRTHDAY #BUONCOMPLEANNO #BLOGMITROKHIN
IL BLOG MITROKHIN COMPIE 16 ANNI
8 NOVEMBRE 2007 - 8 NOVEMBRE 2023: IL BLOG MITROKHIN COMPIE OGGI 16 ANNI DI ATTIVITA' DALLA SUA CREAZIONE! BUON COMPLEANNO! HAPPY BIRTHDAY...
#HAPPYBIRTHDAY #BUONCOMPLEANNO #BLOGMITROKHIN
venerdì 27 ottobre 2023
ACCADEVA ESATTAMENTE 16 ANNI FA: L'OMICIDIO DELLA GIOVANE STUDENTESSA INGLESE MEREDITH KERCHER A PERUGIA IL 1° NOVEMBRE 2007 - #MEREDITHKERCHER - #OMICIDIODIPERUGIA - #AMANDAKNOX - #RAFFAELESOLLECITO - #RUDYGUEDE - #1NOVEMBRE2007
Meredith Kercher era una studentessa inglese che si trovava in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia; venne ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto, all'interno della casa che condivideva con altri studenti. La causa della morte fu un'emorragia a seguito di una ferita al collo provocata da un oggetto acuminato usato come arma. Per omicidio è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano Rudy Guede.
Il processo ha avuto un iter giudiziario particolarmente travagliato. In primo grado, come concorrenti nell'omicidio, furono condannati dalla Corte d'assise di Perugia nel 2009 anche la statunitense Amanda Knox e l'italiano Raffaele Sollecito. I presunti coautori del delitto furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d'assise d'appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all'omicidio), mentre per Amanda Knox fu confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (da lei accusato dell'omicidio e risultato estraneo ai fatti). Decisive furono le perizie che escludevano la certezza della presenza sulla scena del crimine dei due imputati. La Corte di cassazione, accogliendo il ricorso della Procura Generale di Perugia, il 26 marzo 2013 annullò la sentenza assolutoria d'appello e rinviò gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Per il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati, la sentenza di assoluzione era "da cassare" poiché minata da "tantissime omissioni", "errori" e, quindi, da "inconsistenza delle motivazioni". Il 30 gennaio 2014 la Corte d'assise d'appello di Firenze sancisce nuovamente la colpevolezza degli imputati condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione e applicando a quest'ultimo la misura cautelare del divieto di espatrio con ritiro del passaporto. Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Corte di cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, annulla senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli per non aver commesso il fatto, affermando la mancanza di prove certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, e ponendo così fine al caso giudiziario. Il giudice rilevò in particolare l'assenza di tracce dei due imputati nella stanza dell'omicidio, affermando anche la presenza di Knox nella casa al momento del delitto (da lei in seguito negata), ma decretandone la non punibilità come connivente di Guede, perché non partecipe dell'azione omicidiaria e versante in stato di necessità. Per quest'ultimo motivo fu assolta dal reato di calunnia nei confronti della polizia.
Il caso è finito anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed è ricordato anche a livello internazionale per la grande risonanza mediatica nel mondo anglosassone (in particolare per la nazionalità di Meredith Kercher e Amanda Knox).
Meredith Kercher è sepolta nel cimitero di Croydon, alla periferia sud di Londra. L'Università per stranieri di Perugia ha istituito nel 2012 una borsa di studio alla memoria della studentessa. Il padre della vittima, John Kercher, ha dichiarato la volontà di costituire una fondazione. Il 1º febbraio 2020 anche John Kercher è morto in circostanze violente, dopo alcuni giorni di agonia, per essere stato trascinato da un'auto pirata nel quartiere di Croydon, forse per uno scippo.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Meredith_Kercher
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| Meredith Kercher, Rudy Guede, Raffaele Sollecito, Amanda Knox |
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| Amanda Knox e Meredith Kercher |
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| La casa in Via della Pergola, luogo dell'omicidio, Perugia (Umbria) |
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!



