Filippo Turetta: “Sono affranto per la tragedia che ho causato. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata!”
| FILIPPO TURETTA (22 ANNI) |
"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
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Filippo Turetta: “Sono affranto per la tragedia che ho causato. Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata!”
| FILIPPO TURETTA (22 ANNI) |
L'ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di averla uccisa, è stato trovato in Germania dopo una settimana di fuga...
Domenica
è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, lo studente 22enne
veneto accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin,
anche lei di 22 anni e veneta. Turetta è stato fermato dalla polizia
tedesca dopo una settimana di fuga con la sua auto. Il giorno prima,
sabato, era stato trovato il corpo di Cecchettin nella zona tra il
lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Turetta
era indagato per
l’omicidio da venerdì, dopo che la procura aveva trovato un video
in cui lo si vedeva aggredire, ferire e caricare forzatamente in
macchina Cecchettin. Il video era dell’11 novembre, giorno a
partire dal quale non si avevano notizie dei due ragazzi. Il
caso sta ricevendo grandi attenzioni da giorni: tutte le informazioni
disponibili fanno pensare che quello di Cecchettin sia stato un
femminicidio, cioè un omicidio conseguenza di violenze (fisiche ma
anche psicologiche) che derivano da una dinamica di potere e
controllo alimentata da stereotipi e aspettative di genere, e che
sono esercitate sulle donne da uomini a loro vicini o che pensano di
esserlo. Sarebbe l’ennesimo: secondo gli ultimi dati
del ministero dell’Interno,
dall’inizio dell’anno al 13 novembre in Italia sono state uccise
102 donne, 82 delle quali in ambito familiare e affettivo. 53 sono
state uccise dal partner o dall’ex partner. Anche per il fatto che
si sta parlando moltissimo di questa storia e dei temi che la
riguardano, sembra che il governo stia lavorando a un piano per
introdurre nelle scuole superiori alcune ore di lezione in cui i
ragazzi vengano educati alle “relazioni”. Cecchettin
viveva a Vigonovo, in provincia di Venezia, ed era studentessa di
Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe
dovuta laureare la scorsa settimana. Turetta è iscritto alla stessa
facoltà ed è di Torreglia, in provincia di Padova. I due avevano
avuto una relazione, che poi Cecchettin aveva deciso di interrompere,
ma secondo le informazioni fornite dai familiari avevano continuato a
frequentarsi e a studiare insieme. La sera di sabato 11 novembre
Turetta era andato a prendere in macchina Cecchettin per passare
qualche ora insieme. L’ultimo messaggio di Cecchettin era stato
inviato alla sorella poco prima delle 23 di quel giorno, poi non si
erano più avute notizie di entrambi. Un testimone però aveva detto
che intorno alle 23:15 aveva visto dal balcone della propria casa un
uomo e una donna litigare in un parcheggio a Vigonovo, non distante
dalla casa di Cecchettin. Stando a quella testimonianza la donna
aveva chiesto aiuto ma era stata poi convinta o forzata a rientrare
in macchina. Il testimone aveva chiamato il numero di emergenza, ma
nel frattempo la macchina era partita. Nei giorni successivi
erano cominciate le ricerche dei due ragazzi, condotte soprattutto
cercando di ricostruire i movimenti dell’auto di Turetta.
Inizialmente si cercava tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto
Adige, poi il passaggio dell’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto
nera, era stato rilevato in Austria, paese da cui poi sarebbe entrato
in Germania. La procura di Venezia aveva aperto un’inchiesta
per scomparsa di persona, poi venerdì, dopo la scoperta del video in
cui si vedeva l’aggressione, Turetta era diventato indagato per
tentato omicidio. Il video non è stato reso pubblico, ma il
contenuto è stato descritto da diversi giornali e agenzie di stampa
sulla base delle informazioni ricevute da fonti investigative: sembra
che si veda Turetta colpire Cecchettin più volte con le mani, poi
inseguirla quando lei cerca di scappare e dopo averla raggiunta
colpirla ancora fino a farla cadere a terra. Nelle immagini si
vedrebbe poi Cecchettin sanguinante che viene caricata a forza da
Turetta sull’auto. Il giorno dopo, sabato 18, la procura di
Venezia aveva annunciato di aver trovato il corpo di una ragazza che
era stata immediatamente identificata come Cecchettin. Era stato
trovato coperto da alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata della
val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Secondo le
informazioni raccolte dall’agenzia Ansa,
a un esame esterno del corpo della ragazza da parte del medico legale
risulterebbero ferite compatibili con almeno 20 coltellate. Non ci
sono ancora i risultati dell’autopsia, ma viene dato per certo che
la ragazza fosse già morta quando il suo corpo è stato
abbandonato. Dopo un giorno Turetta è stato arrestato a pochi
chilometri dalla cittadina di Bad Dürremberg, vicino a Lipsia, nella
Germania orientale. È stato trovato dopo una settimana dall’inizio
della sua fuga, a circa mille chilometri da dove era iniziata, a lato
di un’autostrada: sembra che l’auto fosse senza benzina e che lui
non avesse più soldi per fare rifornimento. Il lato autostradale in
cui è stato trovato era quello in direzione sud, cosa che ha fatto
ipotizzare che si fosse spinto anche oltre e che stesse tornando
indietro. Al momento non ci sono però abbastanza informazioni per
confermare questa ipotesi. Le accuse a suo carico nel frattempo
sono di nuovo cambiate: ora Turetta è indagato per omicidio
volontario aggravato dal vincolo affettivo. Il ministro degli Esteri
Antonio Tajani ha detto che il ragazzo non si è opposto
all’estradizione, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Al
momento è detenuto in Germania. A Fossò, il luogo dell’aggressione,
è stato trovato un coltello con la lama spezzata: deve ancora essere
analizzato per capire se possa essere stato usato per uccidere
Cecchettin.La sorella e il padre di Giulia Cecchettin
Fonte: https://www.ilpost.it/2023/11/20/omicidio-giulia-cecchettin/
IL BLOG MITROKHIN COMPIE 16 ANNI
8 NOVEMBRE 2007 - 8 NOVEMBRE 2023: IL BLOG MITROKHIN COMPIE OGGI 16 ANNI DI ATTIVITA' DALLA SUA CREAZIONE! BUON COMPLEANNO! HAPPY BIRTHDAY...
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Meredith Kercher era una studentessa inglese che si trovava in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia; venne ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto, all'interno della casa che condivideva con altri studenti. La causa della morte fu un'emorragia a seguito di una ferita al collo provocata da un oggetto acuminato usato come arma. Per omicidio è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano Rudy Guede.
Il processo ha avuto un iter giudiziario particolarmente travagliato. In primo grado, come concorrenti nell'omicidio, furono condannati dalla Corte d'assise di Perugia nel 2009 anche la statunitense Amanda Knox e l'italiano Raffaele Sollecito. I presunti coautori del delitto furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d'assise d'appello nel 2011 per non avere commesso il fatto (relativamente all'omicidio), mentre per Amanda Knox fu confermata la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba (da lei accusato dell'omicidio e risultato estraneo ai fatti). Decisive furono le perizie che escludevano la certezza della presenza sulla scena del crimine dei due imputati. La Corte di cassazione, accogliendo il ricorso della Procura Generale di Perugia, il 26 marzo 2013 annullò la sentenza assolutoria d'appello e rinviò gli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze.
Per il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati, la sentenza di assoluzione era "da cassare" poiché minata da "tantissime omissioni", "errori" e, quindi, da "inconsistenza delle motivazioni". Il 30 gennaio 2014 la Corte d'assise d'appello di Firenze sancisce nuovamente la colpevolezza degli imputati condannando Amanda Knox a 28 anni e 6 mesi di reclusione e Raffaele Sollecito a 25 anni di reclusione e applicando a quest'ultimo la misura cautelare del divieto di espatrio con ritiro del passaporto. Il 27 marzo 2015 la quinta sezione penale della Corte di cassazione, presieduta dal consigliere Gennaro Marasca, annulla senza rinvio le condanne a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, assolvendoli per non aver commesso il fatto, affermando la mancanza di prove certe e la presenza di numerosi errori nelle indagini, e ponendo così fine al caso giudiziario. Il giudice rilevò in particolare l'assenza di tracce dei due imputati nella stanza dell'omicidio, affermando anche la presenza di Knox nella casa al momento del delitto (da lei in seguito negata), ma decretandone la non punibilità come connivente di Guede, perché non partecipe dell'azione omicidiaria e versante in stato di necessità. Per quest'ultimo motivo fu assolta dal reato di calunnia nei confronti della polizia.
Il caso è finito anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed è ricordato anche a livello internazionale per la grande risonanza mediatica nel mondo anglosassone (in particolare per la nazionalità di Meredith Kercher e Amanda Knox).
Meredith Kercher è sepolta nel cimitero di Croydon, alla periferia sud di Londra. L'Università per stranieri di Perugia ha istituito nel 2012 una borsa di studio alla memoria della studentessa. Il padre della vittima, John Kercher, ha dichiarato la volontà di costituire una fondazione. Il 1º febbraio 2020 anche John Kercher è morto in circostanze violente, dopo alcuni giorni di agonia, per essere stato trascinato da un'auto pirata nel quartiere di Croydon, forse per uno scippo.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Meredith_Kercher
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| Meredith Kercher, Rudy Guede, Raffaele Sollecito, Amanda Knox |
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| Amanda Knox e Meredith Kercher |
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| La casa in Via della Pergola, luogo dell'omicidio, Perugia (Umbria) |
Addio a #Napolitano, presidente due volte: segnò la storia della #RepubblicaItaliana. Camera ardente al Senato!
Era già da qualche anno che il Presidente emerito della Repubblica aveva problemi di salute. Era stato operato una prima volta all'addome all'ospedale Spallanzani di Roma il 21 maggio del 2022 e l'intervento era stato eseguito dall'equipe del professor Giuseppe Maria Ettorre. Un secondo intervento lo aveva subito subito dopo aver lasciato il Quirinale, all'inizio del 2015, dopo due anni dall'inizio del suo secondo mandato. Il 24 aprile del 2018, nove giorni dopo aver parlato con il nuovo Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, durante le consultazioni avviate dopo le elezioni, era stato ricoverato al San Camillo per un improvviso malore. E qui era stato sottoposto ad un altro complicato intervento all'aorta eseguito dal professor Francesco Musumeci. È stato l'uomo delle riforme a tutti i costi, napoletano di gran classe, elegante e 'pignolo', come egli stesso si è definito. Giorgio Napolitano, morto alle 19.45 di ieri è stato il primo nella storia della Repubblica ad essere presidente due volte: rieletto al Quirinale nel 2013 dopo la prima volta del 2006. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il primo settennato, nel 2006, gioendo per la vittoria dell'Italia ai mondiali di calcio di Berlino e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso. Ma soprattutto 're Giorgio' ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l'Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore - che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale - è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con l'eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale. Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera né facile. Ma ha mantenuto sempre l'impegno preso il 15 maggio del 2006 quando promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all'interesse generale del Paese. E così è stato, visto che dopo essere salito sul Colle più alto della politica italiana con i soli voti del centrosinistra, ha chiuso il primo settennato con l'aperto sostengo del centrodestra. Un sostegno che si è via via raffreddato durante lo storico bis nel 2013 al Quirinale che ha visto Silvio Berlusconi condannato e spesso i suoi all'attacco politico del presidente. L'elezione del 2006 non era per niente scontata. La sua provenienza dal Pci lo faceva guardare con sospetto dal centrodestra berlusconiano. Ma il fatto di essere il primo dirigente comunista a diventare presidente della Repubblica non ha impedito al Cavaliere di riservargli, dopo poco, pubbliche lodi. Fino alla richiesta di far restare lui al Quirinale per superare quella turbolenta fase politica. Un Parlamento annichilito, dopo aver bruciato nel segreto dell'urna calibri come Franco Marini e Romano Prodi gli consegnò di nuovo lo scettro del Colle, inondandolo di applausi mentre Napolitano teneva nell'aula di Montecitorio un discorso durissimo nei confronti di un'intera classe politica. Le sue capacità di tenuta psicologica e mediazione gli sono state unanimemente riconosciute negli anni. Persino la Lega ha dovuto inizialmente riconoscergli l'impegno sul fronte del federalismo, nonostante più volte il capo dello Stato abbia redarguito il Carroccio sul tema dell'Unita nazionale. Lasciata con dispiacere l'amatissima casa nel rione Monti, ha dedicato grande attenzione alle relazioni internazionali. Indubitabile è stata infatti la stima che ha goduto all'estero: Washington, ad esempio, lo ha sempre considerato uno fra gli interlocutori più autorevoli e affidabili. Europeista convinto, Napolitano ha sempre sostenuto l'indispensabilità dell'Unione europea convincendosi via via che, così come in Italia, solo decise riforme dell'euroburocrazia potevano frenare il distacco dei cittadini e raffreddare il populismo crescente. Affabile e cortese, dai toni sempre misurati, si è trovato a dover affrontare un muro contro muro solo con Grillo e il suo movimento, visto dal capo dello Stato, almeno nelle sue componenti più estreme, come il germe dell'antipolitica. Uno degli elementi caratterizzanti della sua presidenza è' stato il tentativo di parlare all'Italia intera, di sedare lo scontro fra le correnti (a partire da quelle del Pd), di promuovere il dialogo fra le forze politiche nell'interesse del Paese. Compito non facile durante gli anni turbolenti dei suoi mandati. I primi due dei quali li passa monitorando le fibrillazioni che tengono il governo Prodi costantemente sul filo del rasoio. Fino alla caduta e al ritorno del Cavaliere a palazzo Chigi. I successivi tre anni scorrono nello sforzo di arginare l'attivismo di Berlusconi, evitando che le furiose polemiche sulle leggi ad personam prima e sugli scandali sessuali poi minassero la saldezza delle istituzioni. Tentando di non fare sconti al centrodestra, ma preferendo l'arma della moral suasion a quella, ben più dirompente, del rinvio dei provvedimenti alle Camere. Ma il passaggio che lo consegnerà alla storia come 're Giorgio' (così lo incoronò il New York Times) è quello che nel novembre 2011 porta Mario Monti a palazzo Chigi. I critici parleranno di Repubblica presidenziale, di interpretazione estensiva delle sue prerogative. Evitato il default, l'Italia non riesce però a schivare la recessione. L'immagine del governo tecnico del presidente risulta danneggiata. I risultati elettorali che non diedero una maggioranza chiara, i veti incrociati dei partiti spinsero quindi Napolitano a nominare Enrico Letta sulla base di una larga intesa. Poi l'ascesa irrefrenabile di Renzi con il quale, nonostante la differenza di età, ha saputo costruire un rapporto sincero e pragmatico. Napolitano ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto poi senatore di diritto a vita quale presidente emerito della Repubblica.
LA PIAZZOLA DI VIA DEI GIOGOLI
VILLA "LA SFACCIATA" IN VIA DEI GIOGOLI
9 Settembre 1983, Giogoli:
il fiume, l’abbandono e il mostro che uccide ancora...
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| VIA DEI GIOGOLI - VILLA "LA SFACCIATA" |
Andrea Ceccherini
(ANDREA CECCHERINI NON E' IL PERSONAGGIO DEL VIDEO)
Fonte: https://www.sienanews.it/in-evidenza/9-settembre-1983-giogoli-il-fiume-labbandono-il-mostro-che-uccide-ancora/
RUSCH E MAYER
IL FURGONE VOLKSWAGEN DI RUSCH-E-MAYER
LA PIAZZOLA DI VIA DEI GIOGOLI LUOGO DEL DELITTO