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venerdì 6 marzo 2009

Associazione Italia-Cuba...

L'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba nasce nel 1961, nel momento dell'aggressione degli Stati Uniti a Playa Girn, per solidarietà con la Rivoluzione cubana. L'Associazione Nazionale coordina l'attività degli oltre 80 Circoli che la compongono e di cui fanno parte circa 5.000 iscritti.

L’Associazione è autonoma dal Governo e dai partiti politici e si colloca nel vasto movimento progressista e antifascista del nostro Paese. L’adesione è libera a tutte le persone che condividono i principi e intendono perseguire gli scopi del nostro Statuto. Il lavoro svolto dai soci, a qualsiasi livello, è interamente a carattere volontario.

L'obiettivo dell'Associazione è quello di promuovere l’amicizia tra il popolo italiano e quello cubano attraverso una sempre più profonda conoscenza reciproca.

Attualmente una particolare importanza riveste la lotta contro l'illegale blocco economico, culturale e finanziario che gli Stati Uniti impongono da oltre quarant’anni a Cuba.

Il blocco è stato condannato per quattordici volte consecutive dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite - l’ultima votazione dell'8 novembre 2005 ha registrato 182 voti a favore di Cuba, 4 contro e 1 astenuto - dal Parlamento Europeo, dall'Organizzazione degli Stati Americani, dal Parlamento Latino-Americano, dai Paesi Non Allineati, dal Papa, dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici Cubani e da centinaia di Istituzioni Internazionali.
La solidarietà con Cuba è espressa mediante l'informazione sulla situazione cubana e sulle cause che hanno prodotto lo stato di difficoltà economica a Cuba. L’Associazione utilizza canali informatici e ha un proprio sito web, organizza dibattiti e conferenze e partecipa a incontri promossi da altri, pubblica documenti e libri. Spesso, infatti, i tradizionali mezzi di comunicazione, offrono un'informazione falsa, distorta, incompleta - o addirittura tacciono - su questo argomento

Oltre a raccogliere medicinali, materiale didattico, apparecchiature e attrezzature di vario tipo, l’Associazione promuove "gemellaggi" tra i Circoli delle Regioni italiane e le Province cubane. Il circolo di Genova è gemellato con la provincia del Granma, capitale Bayamo.E' un nuovo modo di sostenere Cuba che, tenendo conto delle richieste prioritarie cubane, formula e attua dei progetti nei quali vengono coinvolte anche realtà istituzionali italiane omologhe a quelle cubane (regioni, province, comuni, ospedali, scuole, etc.).

L'associazione Italia-Cuba a Genova è in via San Luca 15/7 al terzo piano.
Ci potete trovare il mercoledì e il giovedì dalle 19.00 alle 22.00.
Telefono 349.4715693 - Carlo
mail: br-gino@hotmail.it


Materiali, iniziative e documenti del circolo genovese di Italia-Cuba

Il canale televisivo La7, nel programma Effetto Reale, ha presentato un documentario intitolato "Il buon terrorista" in cui si denuncia la protezione che gode negli Stati Uniti il terrorista di origine cubana, Luis Posada Carriles. Con diverse testimonianze si fa riferimento ai crimini commessi da Posada, alcuni per incarico della CIA, tra questi l'omicidio del cittadino italiano Fabio Di Celmo.
GUARDA IL DOCUMENTARIO
Luis Posada Carriles: un nome sconosciuto ai più. La National Security Archive lo ha definito il "Bin Laden dell'America Latina".
Efffetto reale ci racconta la storia insolita di questo terrorista che ha confessato di essere l'autore di attentati mortali.Le carte segrete di Cia e Fbi lo legano ad una lunga serie di atti criminali, e ciò nonostante gli Stati Uniti lo hanno arrestato solo per immigrazione clandestina.
Perché il paese che ha dichiarato la guerra globale al terrorismo sembra proteggere il cubano?
Nell'inchiesta, Damiano Ficoneri ripercorre la lunga catena di attentati firmati da Posada Carriles: dall'abbattimento nel 76 del volo cubano 455, considerato la più grave azione contro un aereo civile nelle Americhe, prima dell'undici settembre; ad una serie di attentati contro turisti avvenuti a Cuba negli anni 96-97 in cui morì tra gli altri un ragazzo italiano, Fabio Dicelmo.
Un racconto puntellato da pareri e interviste a testimoni, parenti delle vittime, esperti.

Svolta a Cuba: Silurati due ministri di Fidel Castro...

Che Guevara

Dopo più di un anno alla guida del paese, il presidente cubano Raúl Castro ha deciso di cambiare volto al suo esecutivo. La notizia è stata diffusa con un comunicato letto dalla televisione di Stato, in cui si annunciava il cambio di una decina di ministri, tra i quali due degli uomini più influenti del governo: il capo di gabinetto Carlos Lage e il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque. Secondo la nota si tratta di una manovra volta a rendere l’esecutivo “più funzionale e compatto, con un minor numero di organismi e una migliore distribuzione delle funzioni”.

Di fatto il presidente continua nel suo progetto, annunciato lo scorso 24 febbraio, di rinnovare la compagine governativa, presentando al mondo, e a Washington da cui arrivano prudenti segnali di disgelo, un esecutivo meno legato alla figura di Fidel Castro. A farne le spese sono due uomini chiave con grande esperienza politica tanto a livello nazionale quanto internazionale. Lage, pur perdendo l’incarico di capo di gabinetto mantiene il ruolo di vicepresidente e al suo posto è stato nominato il generale José Amado Ricardo Guerra. A sostituire Pérez Roque sarà invece il suo vice Bruno Rodriguez.

Il rimpasto coinvolge altri dicasteri di importanza chiave come quello dell’Economia, che passa dalle mani di Josè Luis Rodriguez a quelle di Marino Murillo Jorge. Tra le novità anche l’accorpamento di alcuni ministeri, come quello del Commercio e quello degli Investimenti all’estero che formeranno un unico dicastero guidato dal Rodrigo Malmierca, mentre Maria Concepcion Gonzalez riunirà i ministeri dell’Industria alimentare e della pesca. Il cambio della guardia, che secondo il comunicato emesso ieri potrebbe non essere finito, ha riguardato anche il ministero delle Finanze, quello dell’Industria siderurgica, quello della Scienza e dell’Ambiente e quello del Lavoro.

Fonte: http://www.affaritaliani.it

Breve storia della Rivoluzione Cubana del 1959...


Fidel Castro il Leader Maximo

Con la locuzione Rivoluzione cubana si intende il rovesciamento del dittatore cubano Fulgencio Batista da parte del Movimento del 26 di luglio e l'ascesa al potere di Fidel Castro. Il termine è anche usato per indicare il processo, ancora in atto, che tenta di costruire una società tendenzialmente egualitaria secondo i principî marxisti, messo in atto dal nuovo governo cubano dal 1959. Il presente articolo si riferisce esclusivamente alla rivoluzione nei tardi anni cinquanta.

Iniziò con l'attacco alla base militare Moncada il 26 luglio del 1953 e finì l'1 gennaio del 1959, quando Batista scappò da Cuba; Santa Clara e Santiago di Cuba furono prese dalla milizia popolare guidata da Ernesto Che Guevara e Fidel Castro.

Il 26 luglio del 1953 un gruppo di 119 ribelli attaccò la base militare Moncada a Santiago di Cuba. Molti di loro furono uccisi nell'attacco, mentre i sopravvissuti (tra loro Fidel Castro e il fratello Raul) furono arrestati poco dopo. In un processo politico furono condannati a una lunga permanenza in carcere. Castro fu condannato a scontare 15 anni nella prigione di massima sicurezza sull'Isola de Pinos.

Dopo le elezioni del 1955 Batista liberò tutti i prigionieri politici, compresi gli assalitori del Moncada. I fratelli Castro furono mandati in esilio in Messico, dove si adoperarono per raccogliere altri esuli cubani per combattere per la rivoluzione. In quel periodo Castro incontrò anche il medico argentino Ernesto Che Guevara, che si unì ai rivoluzionari.

Nel novembre del 1956, 82 ribelli si imbarcarono sulla nave "Granma" alla volta di Cuba. Furono attaccati appena sbarcati (in quella che sarebbe stata in seguito conosciuta come Provincia Granma) e solo in 12 (la cifra è certa) sopravvissero; tra di essi Fidel e Raul Castro, Che Guevara e l'italiano Gino Donè Paro che scamparono alla cattura, mentre alcuni dei catturati furono condannati a morte senza processo.

A poco a poco i barbudos (così chiamati perché, non avendo a disposizione rasoi e lamette, si fecero crescere tutti la barba) riuscirono ad avere il sostegno della popolazione locale ed ingrossare, seppur limitatamente, le proprie fila. Stazionarono per molto tempo nella Sierra Maestra e grazie a rapidissime incursioni riuscirono a mettere in difficoltà i rivali.

Il pericolo per Batista diventava sempre maggiore e per questo egli decise nell'estate del 1958 di lanciare l'operazione Verano, una massiccia controffensiva che aveva il compito di annientare la guerriglia castrista: duramente sconfitti nella battaglia di La Plata, i regolari non seppero approfittare delle situazioni favorevoli sopraggiunte nella battaglia di Las Mercedes (in cui Castro, furbescamente, riuscì ad eludere le forze del generale Eulogio Cantillo) ed il morale degli anti-comunisti cadde a picco.

Dopo il fallimento dell'operazione Verano le truppe ribelli iniziarono la loro offensiva avanzando in due gruppi, le così dette "columnas" (colonne). C'erano quattro fronti nella Provincia di Oriente (ora divisa in Santiago de Cuba, Granma, Guantanamo e Holguin) diretti da Fidel Castro, Raul Castro e Juan Almeida. Le due colonne, che erano in realtà due fronti mobili sotto il comando di Che Guevara e Camilo Cienfuegos, procedettero verso ovest e la capitale.

Camilo vinse una battaglia importante a Yaguajay, guadagnandosi l'appellativo di "El heroe del Yaguajay". La decisiva battaglia di Santa Clara fu combattuta e vinta da Che Guevara e la sua unità. In breve tempo i due arrivarono all'Avana, costringendo Batista alla fuga nella Repubblica Domenicana. Nello stesso giorno (2 gennaio 1959) fu occupata anche Santiago. L'8 gennaio Fidel Castro raggiunse l'Avana, completando la vittoria della rivoluzione.

Castro scese dalla Sierra Maestra ed entrò all'Havana dove assieme ai guerriglieri fu accolto come eroe, anche se v'è un'opinione diversa: secondo Reinaldo Arenas fu una sceneggiata in quanto Batista avrebbe abbandonato l'isola il 31 dicembre del 1958 senza neanche combattere).

Che Guevara fu nominato giudice supremo a La Habana anche nell'ambito delle misure di prevenzione nei confronti di una possibile controrivoluzione.

Alcune persone vennero condannate a morte con un processo ma ci furono anche numerosissime esecuzioni sommarie, come nel noto caso dell'uccisione di oltre 70 soldati del regime di Batista comandata da Raul Castro dopo l'occupazione di Santiago.

Centinaia di poliziotti e soldati del regime di Batista furono messi sotto processo per violazione dei diritti umani e crimini di guerra tra cui l'assassinio e la tortura. Centinaia furono fucilati e altri furono condannati alla reclusione a vita, molti altri furono licenziati dalla polizia e dall'esercito e alcuni ufficiali d'alto rango furono esiliati, tranne il cognato di Castro che era ministro del governo di Batista.

Il 6 agosto del 1960 Castro nazionalizzò tutte le proprietà straniere sull'isola. Gli Stati Uniti risposero imponendo un embargo commerciale su Cuba che dura ancora oggi.

Ci furono vari tentativi americani di rovesciare la dittatura di Castro. Il più famoso fu il fallimento dell'invasione della Baia dei Porci. Durante la guerra fredda gli USA vedevano Cuba come un pericolo costante e una potenziale base strategica, ma dopo la crisi dei missili di Cuba furono costretti a impegnarsi a non invadere l'isola. Nel maggio 1961 vengono chiusi tutti i collegi religiosi e le loro sedi confiscate, il 17 settembre vengono espulsi da Cuba 131 sacerdoti diocesani e religiosi stranieri.

Nel luglio del 1961 le "Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate" (ORI) furono formate dall'unione del "Movimento del 26 di luglio" di Fidel Castro con il "Partito Socialista popolare" di Blas Roca e il "Direttivo Rivoluzionario 13 marzo" di Faure Chomón. Il 26 marzo l'ORI divenne il "Partito Unito della Rivoluzione Socialista cubana" (PURSC), che a sua volta si trasformò nel Partito comunista cubano il 3 ottobre 1965, con Castro come primo segretario.


Fonte: http://it.wikipedia.org

Cuba e la Revoluciòn: 1959-2009...


50 anni di Rivoluzione a Cuba...

03.01.09 - Sono appena arrivato da Cuba. Immutato l'incanto delle belle spiagge e ragazze sempre gentili e sorridenti, disponibili fino alla noia.

Vivo da oltre un ventennio nei Caraibi, e ogni tanto mi capita di andare a Cuba per accompagnare un operatore turistico o un imprenditore in vena di scoprire nuovi orizzonti adatti all’ investimento. Ci vado con piacere a Cuba, per capire dove va un certo tipo di struttura politico-mentale; per scoprire eventuali cambiamenti.

A Cuba si celebra la "revoluciòn". Senza la presenza fisica di Fidel Castro, le cui gigantografie riempiono la città, sono iniziate le celebrazioni a Santiago de Cuba per il 50 esimo anniversario della rivoluzione cubana. A presiedere i festeggiamenti, è stato Raul, che ha ereditato ufficialmente il comando nel febbraio scorso.

Cuba è impossibile, non è cambiato nulla. Ingannati i nostri giornali italiani, non esiste nessuna apertura democratica. La parola "libertà” qui ha un sapore misterioso, e l’uomo della strada non ne comprende il significato fino in fondo, non sa descrivere ne le possibili potenzialità; e alza le spalle, fumando il sigaro in maniera appassionata. Si tira l’anima. Libertà, un incubo per la nomenclatura.

Arrivo da Cuba. Qui la Cina è vicina, migliaia di giovani cinesi vengono qui per studiare lo spagnolo. Martellante è in occidente l’illusione del cambiamento con l’avvicendamento di Raùl Castro al posto del fratello e sulla lenta e fredda apertura di Cuba nei confronti degli americani. Ma gli Usa non replicano, mentre il Vaticano è presente con autorevoli prelati. Sottili giochi diplomatici. Aspettiamo, vedremo.

Intanto il passaggio che sta attraversando Cuba, e la nuova epoca che alcuni mass media occidentali di sinistra stanno propagandando, è un' illusione. Non sanno di che cosa stanno parlando. Cuba autorizza la vendita di computer e dvd: "Vista la disponibilità di elettricità, il governo ha approvato la vendita di alcune apparecchiature finora proibite". A Cuba esiste naturalmente internet, lo stesso quotidiano Granma ha un sito ufficiale; le connessioni, però, sono molto lente e difficoltose. La censura limita le connessioni telefoniche e blocca i siti esteri. Internet è quindi ancora privilegio di pochi, e sotto stretta sorveglianza...

Fidel Castro ha parlato. "Faccio gli auguri al nostro eroico popolo". Il messaggio del "leader maximo" ed ex presidente cubano è stato pubblicato, come nelle migliori tradizioni, sul quotidiano ufficiale "Granma". Solo questo. Il Fidel dai discorsi chilometrici di oltre sei ore, è scomparso dalla scena. Gli obiettivi per cui Castro aveva imbracciato il fucile sono lontani dall'essere raggiunti. Quella di Fidel è una rivoluzione fallita, con oltre 200 detenuti per motivi politici. Il turismo rimane la sola ed unica vitale boccata di speranza e ossigeno.

La critica agli Stati Uniti e all’embargo economico imposto dal 1963 è continua, un comodo alibi per giustificare le molteplici lacune del sistema-burocratizzato di marca comunista. Ho visto però grano dall’Iowa, bestiame dalla Florida, riso dal Texas, mele dallo Stato di Washington. L`embargo viene superato grazie agli Stati del Sud america. Ho incontrato a Cuba alcuni rappresentanti degli agricoltori statunitensi nel svolgere buoni uffici con le autorità cubane affinché il commercio da e verso Cuba venga liberalizzato, tentando di persuadere chi ascolta che non bisogna più impuntarsi nel difendere restrizioni sulle condizioni dei criteri di libertà che coinvolgono il popolo cubano. Le politiche commerciali del Venezuela di Hugo Chávez - il primo partner economico dell’Avana con un interscambio annuale di 7 miliardi di dollari - , non sono certo favorevoli a cedimenti nel sistema cubano sul principio del termine dell`embargo Usa. Lo status quo favorisce politicamete Chavez.

Dopo la vittoria di Barak Obama, suoi consiglieri per la regione e alcuni dirigenti cubani hanno avviato un continuo dialogo per l’eliminazione dell’embargo che, dal 1962, Washington impone all’Avana. Anche se nulla di ufficiale è trapelato, molti sono i segnali di questo riavvicinamento. La vera questione cruciale, mi si fa notare a Cuba, è che la eliminazione dell` embargo potrebbe portare al collasso le strutture cubane, perchè non adatte a ricevere i milioni di americani che si recherebbero a cuba per turismo o per investimenti. Vi è il timore che una cura shock potrebbe essere peggiore del male e che rischierebbe di uccidere il paziente.

Tutto superabile, dunque? Per niente. Obama in campagna elettorale affermava che avrebbe “favorito una diplomazia diretta” e avrebbe conversato con le autorità cubane senza porre precondizioni. Ma la campagna elettorale è finita, e non è terminato invece il clima cubano di un sistema illiberale, non democratico, dove la parola “liberta” è un macigno sulla coscienza dei cubani ed un incubo per la nomenklatura dei fratelli Castro. Potrà mai Obama, Presidente degli Usa, di uno Stato che ha fatto della Libertà un principio base e irrinuciabile, aprire a un Paese dove la libertà è una beffa, una distorsione, una cinica mistificazione?

di Ermanno Filosa- ItaliachiamaItalia-Il Corriere d`Italia-Gente d`Italia

ermannofilosa@codetel.net.do
Fonte: http://www.corrierecaraibi.com

Anniversario a Cuba dove si celebrano i 50 anni della Rivoluzione Castrista del 1959!!!

Telegrafico messaggio del líder maximo Fidel Castro per il 50° «anniversario del Trionfo» (la vittoria della Rivoluzione castrista su Fulgencio Batista del 1959), celebrato ieri a Cuba. «Faccio gli auguri al nostro eroico popolo», così si è espresso l’ex presidente sul quotidiano ufficiale Granma. L’attuale capo di Stato, Raul Castro, ha pronunciato, invece, il suo discorso nel Parque Cespedes di Santiago de Cuba. Tra gli altri, messaggi di auguri per l’anniversario sono giunti all’Avana dal presidente russo Medvedev e da quello cinese, Hu Jintao.

Fonte: http://www.ilgiornale.it

Fidel Castro: chi era e chi è ancora oggi l'artefice della Rivoluzione Cubana che resiste a L'Avana da 50 anni!

Fidel Castro ai primi anni dalla presa del Potere a Cuba

Fidel Alejandro Castro Ruz (Birán, 13 agosto 1926[1]) è un politico e rivoluzionario cubano. È stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 all'abolizione della carica avvenuta il 2 dicembre 1976 ed è stato, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato[2] e Presidente del Consiglio dei Ministri.

Castro è stato il leader della rivoluzione cubana contro il regime di Fulgencio Batista e, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci da parte degli Stati Uniti d'America, ha instaurato un governo autoritario legato all'Unione Sovietica, da lui ininterrottamente guidato. Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba a causa della sua posizione strategica e vicinanza geografica agli Stati Uniti d'America. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei diritti umani. Mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba[3].

È noto anche con l'appellativo di Líder máximo, pare attribuitogli quando (il 2 dicembre 1961) dichiarò che Cuba avrebbe adottato il Comunismo in seguito allo Sbarco della Baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo degli Stati Uniti di rovesciare il governo cubano: nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.

La leadership di Castro è rimasta incontestata, grazie al sostegno delle masse dovuto al miglioramento delle condizioni di vita secondo i suoi sostenitori, a causa della coercizione e della repressione secondo i detrattori.

Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri.

Nacque nel villaggio di Birán, già provincia cubana di Oriente (attuale provincia di Holguín), il 13 agosto 1926, da una famiglia di agricoltori benestanti (figlio di Ángel Castro e Lina Ruz).

Nel 1932 Fidel studiò a Santiago de Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti,

Dal 1941 al 1945, Fidel Castro si trasferì all’Avana, dove studiò nell’esclusivo collegio de Belén, sotto la guida di sacerdoti Gesuiti, quando l'esperienza della guerra civile spagnola era ancora fresca. I Gesuiti pervadevano il giovane Fidel con l'ideale di una cultura spagnola (Hispanidad), sottolineando la superiorità dei valori spagnoli di onore e di dignità in contrapposizione al materialismo anglosassone.

Nel 1945 Castro si iscrisse alla facoltà di Diritto dell'Università dell'Avana. Qui venne in contatto con gli scritti di professori nazionalisti che credevano che il destino di Cuba era stato deviato dall'intervento degli Stati Uniti del 1898, dall'emendamento Platt e dalla dominazione economica degli Stati Uniti, sottraendo a Cuba la sua indipendenza e la sua nazionalità. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano, Ramón Grau.

Nel 1948 sposò Mirta Diaz-Balart, studentessa di filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.

Castro fece praticantato in un piccolo studio associato dal 1950 al 1952. Intendeva candidarsi al parlamento nel 1952 per il "Partito Ortodosso", ma il colpo di stato del Generale Fulgencio Batista rovesciò il governo di Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni. Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, ma la sua petizione venne rifiutata. In risposta Castro organizzò un disastroso assalto armato alla caserma della Moncada, nella provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. Più di ottanta tra gli assalitori vennero uccisi, Castro fu fatto prigioniero, processato e condannato a quindici anni di prigione. Castro utilizzò l'arringa finale del suo caso per il suo famoso "La storia mi assolverà" [4], un discorso appassionato con cui difese le sue azioni spiegando la sua visione politica. Venne rilasciato grazie ad una amnistia generale nel maggio 1955 e andò in esilio in Messico e negli Stati Uniti.

Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma. La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956. Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, e da lì iniziarono la guerriglia contro il governo di Batista.

Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini. Il 24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista. Il capodanno del 1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono a L'Avana. Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Mirò Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleò come presidente. L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. Il 13 febbraio 1959 José Mirò Cardona si dimise inaspettatamente dalla sua carica e gli successe Fidel Castro. Il 17 luglio 1959 Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato.

Inizialmente gli USA furono rapidi a riconoscere il nuovo governo. Castro divenne Primo Ministro in febbraio, ma gli attriti con gli Stati Uniti si svilupparono ben presto, quando il nuovo governo iniziò a espropriare le proprietà delle principali compagnie statunitensi (la United Fruit in particolare), proponendo risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà, che per molti anni le stesse compagnie avevano fatto in modo di tenere artificialmente basse. Castro visitò la Casa Bianca poco dopo la presa del potere, e si incontrò con il Vice Presidente Richard Nixon. Presumibilmente Dwight Eisenhower snobbò Castro, con la scusa che stava giocando a golf e, delegando, lasciò Nixon a parlare con lui e cercare di scoprire se fosse comunista e filosovietico. Nixon commentò che Castro era "naif", ma non necessariamente un comunista.

Nel febbraio 1960, Cuba firmò un accordo per l'acquisto di petrolio dall'URSS. Quando le raffinerie cubane, di proprietà statunitense, si rifiutarono di raffinare il petrolio sovietico, vennero espropriate e gli Stati Uniti subito interruppero le relazioni diplomatiche con il governo Castro. In reazione alla politica statunitense dell'amministrazione Eisenhower che andava facendosi sempre più ostile verso la novità cubana[senza fonte] , il governo castrista iniziò a stabilire legami sempre più stretti con l'Unione Sovietica: in seguito a diversi patti firmati tra Castro e il Premier sovietico Nikita Khruščёv, Cuba iniziò a ricevere aiuti economici e militari dall'URSS.

Il 17 aprile 1961, gli Stati Uniti sponsorizzarono un fallimentare attacco a Cuba, appoggiando un'idea degli esiliati cubani. In quell'occasione una forza di circa 1.400 dissidenti, finanziati ed addestrati dalla CIA, sbarcarono a sud de L'Avana, nella Baia dei Porci. Secondo le previsioni della CIA, l'invasione avrebbe dovuto innescare una sollevazione popolare contro Castro. Ciò non avvenne e la parte dei golpisti che giunse a riva venne catturata, mentre il Presidente Kennedy, che non aveva dato l'appoggio aereo fondamentale per la riuscita dell'operazione, si impegnò per evitare il supporto [5];[6]. 104 combattenti furono uccisi in battaglia e 1.189 uomini vennero processati a seguito di quest'azione e il 23 dicembre 1962 rilasciati[7]. Ne furono trattenuti due che erano stati condannati in precedenza a Cuba per omicidio e condannati a 30 di prigione.
Più tardi, il 2 dicembre di quell'anno, in un discorso alla nazione, Castro si dichiarò un Marxista-Leninista e disse che Cuba avrebbe adottato il Comunismo.

Il 3 gennaio 1962 Papa Giovanni XXIII scomunicò Castro dando seguito al decreto del 1949 di Papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti. Per Castro, che aveva precedentemente abbandonato la fede cattolica, fu un evento di scarse conseguenze poiché per sua stessa ammissione non è mai stato credente.[8] Lo scopo del provvedimento era quello di minare il supporto a Castro tra i cattolici cubani e non; ad ogni modo, ci sono poche prove che il fatto ebbe qualche effetto.

Nell'ottobre 1962, quando gli USA scoprirono che l'Unione Sovietica stava tentando attivamente di schierare missili nucleari sull'isola, si ebbe la cosiddetta "Crisi dei missili di Cuba". Dopo che le tensioni vennero disinnescate, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero mutuamente ostili, e la CIA continuò a finanziare, supportare ed appoggiare attentati terroristici contro l'isola e contro la persona Castro[senza fonte] , mentre il regime cubano tentava di esportare il proprio modello in diverse regioni del Sud America e dell'Africa.

Nel 1976 all'apice della politica di embargo statunitense contro Cuba, Pierre Elliott Trudeau, allora Primo Ministro del Canada, fece visita di Stato nell'isola, la prima da parte di un leader occidentale, e abbracciò personalmente il capo cubano. Trudeau gli portò in dono 4 milioni di dollari e organizzò prestiti per altri 10 milioni. Nel suo discorso Trudeau dichiarò: "lunga vita al Primo Ministro e Comandante in Capo cubano. Lunga vita all'amicizia cubano-canadese".

Nel novembre del 1996 Fidel Castro andò a Roma, in occasione dell'Incontro mondiale sull'alimentazione promosso dalla FAO. In quell'occasione andò in Vaticano, per incontrare il Papa Giovanni Paolo II.

Il 21 gennaio del 1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita ed andò a Cuba. Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano Angelo Sodano[9]. Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, e rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta.

Il 22 novembre del 1999 Elián, un bambino cubano, partì da Cuba insieme alla madre su una barca diretta in Florida. Una pattuglia cubana raggiunse la barca cercando invano di convincere gli occupanti a non continuare il viaggio, ma poco dopo la barca naufragò. La madre del bambino morì, mentre lui si salvò insieme a due adulti. Fu avvistato dalla guardia costiera americana, che lo recuperò.

Elián fu preso in custodia temporanea da alcuni parenti della madre che vivevano in Florida, senza il consenso del padre che era rimasto a Cuba. Nella capitale cubana si susseguirono cortei per il rientro in patria del bambino, mentre in Florida l'FBI e gli avvocati dei parenti materni riuscirono a ritardare la decisione. Il 22 aprile del 2000 la polizia federale prelevò il bambino e lo riportò a Cuba.

Fidel Castro non intervenne mai sulla questione, ma quando seppe del ritorno del bambino disse: "Il problema generale non è ancora risolto. Fino a quando la legge dell'accordo cubano non verrà abrogata potranno verificarsi altri casi. Se al resto dell'America Latina e dei Caraibi offrissero gli stessi incentivi per l'immigrazione, più della metà degli Stati Uniti sarebbe oggi occupata da immigrati provenienti da quelle zone."[10]

Castro consolidò il controllo della nazione nazionalizzando ulteriormente l'industria, confiscando i beni di proprietà straniera, collettivizzando l'agricoltura, ed emanando politiche a beneficio dei lavoratori. Molti cubani lasciarono il paese, alcuni per Miami, Florida, dove formarono una numerosa comunità anti-castrista, sovente in contatto con gruppi malavitosi e della destra dei servizi segreti statunitensi. A causa del duro embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba divenne sempre più dipendente dai sussidi sovietici. Il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991 portò quindi un periodo di forte sofferenza economica a Cuba.

Le aspre sanzioni economiche volute dagli USA, in primis l'embargo, ma anche il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani, sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba.[senza fonte] Comunque, tra il 1960 e il 1990 gran parte dei loro effetti vennero attenuati dall'aiuto dell'ex Unione Sovietica, che in alcuni anni equivaleva a un quarto del PIL nazionale. Nonostante l'embargo statunitense, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi (dopo la Repubblica Dominicana). La sua economia riceve anche un afflusso di valuta (stimato in 850 milioni di dollari all'anno) dai Cubani Americani che mandano soldi a familiari e amici rimasti sull'isola, anche se, dopo il primo insediamento dell'Amministrazione Bush (su pressione della comunità cubana Anticastrista della Florida) questo è tassativamente vietato dalle leggi degli Stati Uniti.

Negli anni recenti Castro ha scommesso sulla biotecnologia per supportare l'economia di Cuba. Da allora, l'economia cubana ha accelerato, sia per l'esportazione di tecnologia medica che per il "turismo della salute".[senza fonte] Lo sviluppo cubano in questo campo ha però causato preoccupazione per le possibili ricerche di armi biologiche. Nel 2002 uno degli scopi della visita dell'ex Presidente statunitense Jimmy Carter era di ispezionare i siti cubani per l'ingegneria genetica.

Il 14 dicembre 2004 Castro ha siglato con il Presidente del Venezuela Hugo Chávez l'accordo preliminare per la costituzione dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina ed i paesi caraibici.

Istruzione e sanità vennero rese accessibili a tutti, anche alle persone che vivevano nelle zone più remote dell'isola. Le statistiche dell'UNESCO hanno confermato negli anni che il tasso di istruzione di base a Cuba è tra i più alti dell'America Latina. Il governo sta inoltre portando avanti un programma che consente a studenti stranieri, di trasferirsi sull'isola e seguire corsi di studio universitari gratuiti. Attualmente sono presenti circa ventiduemila ragazzi, provenienti soprattutto dai paesi del terzo mondo.

Contrariamente alla situazione riscontrabile in molte altre nazioni latino-americane e caraibiche, nessun bambino cubano vive per la strada. I tassi di mortalità infantile sono i più bassi della regione (perfino più bassi di nazioni come gli Stati Uniti), il livello della sanità è elevato e tutti i cubani ricevono latte quasi gratis fino all'età di sette anni. Le aspettative di vita a Cuba, nel 2002, erano solo leggermente inferiori a quelle degli USA. Il tasso di mortalità infantile cubano è il secondo più basso delle Americhe (dopo il Canada, dati OMS, 2000). Viene generalmente riconosciuto che Cuba ha fatto sostanziali progressi nello sviluppo farmaceutico. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo.

I media cubani, controllati dal governo, spesso evidenziano il contrasto tra i soddisfatti bambini cubani e le loro controparti a Bogotá, Los Angeles o Buenos Aires, che in alcuni quartieri delle metropoli spacciano droga, sono trascinati nella prostituzione, o vivono in baraccopoli.

La campagna per l'alfabetizzazione di Castro, si concentrò sulle aree rurali dove questa era molto bassa. In un discorso dell'autunno 1960 davanti alle Nazioni Unite, Castro annunciò che "Cuba sarà la prima nazione d'America che, nel giro di pochi mesi, sarà in grado di dire di non avere una persona analfabeta". Quasi 270.000 insegnanti e studenti vennero utilizzati per l'alfabetizzazione dell'isola. Nel 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 4%.[senza fonte] Il Museo Nazionale Cubano dell'Alfabetizzazione raccoglie più di 700.000 lettere inviate a Castro da coloro che avevano terminato il corso come testimonianza dell'avvenuta alfabetizzazione.

La televisione cubana trasmette corsi di livello universitario per la popolazione adulta.

Attorno a Castro si è sviluppato uno scarso culto della personalità, visti i suoi ripetuti tentativi di scoraggiarlo[3]. Ad esempio, Castro è stato raffigurato solo due volte su un francobollo cubano: nel 1974 apparve su un francobollo commemorativo della visita di Leonid Brežnev e nel 1999 apparve su uno che commemorava il 40° anniversario della rivoluzione. Non c'è a Cuba nessuna strada, città o statua di Castro anche se sono frequenti grandi tabelloni con sue immagini [11]. C'è stata una tendenza più forte a incoraggiare la reverenza per l'eroe dell'indipendenza cubana José Martí e per i caduti della rivoluzione cubana, come Camilo Cienfuegos. Castro è famoso per i suoi lunghi (spesso di diverse ore) documentati discorsi. Castro compare raramente in pubblico senza divisa militare e berretto.

Il regista statunitense Oliver Stone ha girato due interviste-documentario sulla figura di Castro, Comandante, nel 2003 e Looking for Fidel, nel 2004.

Fabian Escalante, a lungo guardia del corpo di Fidel Castro, ha calcolato l'esatto numero dei tentativi di assassini e/o attentati a Fidel Castro da parte della CIA, per un totale di 638 casi (di cui 192 ad opera dell'amministrazione Regan). Alcuni di questi attentati hanno incluso un sigaro esplosivo, una tuta da sub infettata da funghi, e un attentato di tipo mafioso con armi da fuoco. Alcuni di questi casi sono presenti all'interno del documentario 638 Ways To Kill Castro[12].
Concordemente ai documenti declassificati nel 2007 dalla CIA, uno di questi attentati venne organizzato prima dell'invasione della Baia dei Porci da parte di Johnny Roselli, Salvatore Giancana e il suo braccio destro Santos Trafficante. Questi furono personalmente autorizzati dall' Attorney General (Ministro della Giustizia) degli Stati Uniti Robert Kennedy[13]

Secondo alcune fonti alcuni dissidenti cubani e opponenti politici sono stati imprigionati in condizioni estremamente difficili e senza processo con l'accusa di essere "contro-rivoluzionari", "fascisti" o agenti della CIA[14]. Diverse associazioni per la tutela dei diritti umani accusano inoltre il governo di Castro di reprimere sistematicamente il dissenso politico mediante processi e carcerazioni arbitrarie, sorveglianza e licenziamenti a motivazione politica [15]. Castro sostiene che Cuba non detenga prigionieri politici, ma criminali che hanno commesso atti contro-rivoluzionari, incluso l'uso di ordigni esplosivi.[16] In più sostiene che l'opposizione al governo sia illegittima e sia il risultato delle azioni dei rifugiati cubani statunitensi e della CIA. I sostenitori di Castro ritengono che le misure adottate dal governo cubano servano a prevenire un possibile fallimento del suo governo e le giustificano con le costanti pressioni economiche e militari da parte degli USA e degli alleati che durano da più di mezzo secolo.

Nel 2005 la rivista Forbes inserì Castro nella lista [17] dei "re, regine e dittatori" più ricchi, attribuendogli un patrimonio di 550 milioni di dollari.

Il governo castrista smentì affermando che si trattava «di una goffa diffamazione orchestrata dagli Stati Uniti».

Nel 2006 la rivista inserì nuovamente Castro nella lista [18] attribuendogli questa volta un patrimonio ancora superiore, pari a 900 milioni di dollari (quasi il doppio rispetto a quanto la stessa rivista stimò come patrimonio nel 2005), specificando però che questi deriverebbero dal "controllo" di una rete di compagnie statali" (il Palacio de Convenciones, un centro congressi vicino all'Avana; Cimex, un conglomerato di vendite al minuto e Medicuba, società di vendita di farmaci prodotti nell'isola), e affermando che "ex funzionari cubani insistono che Castro, che viaggia esclusivamente in una flotta di Mercedes nere, si è appropriato dei profitti di queste attività d'affari, nel corso degli anni". Forbes affermò di aver così calcolato la cifra fornita: "con l'obiettivo di arrivare ad una cifra netta abbiamo utilizzato un metodo nel quale le entrate di denaro liquido vengono scontate per valutare queste compagnie e dopo abbiamo presunto che una parte di questo flusso di profitti va a Castro", "adottando un criterio prudenziale abbiamo evitato di stimare qualunque profitto che possa avere intascato in altre epoche, anche se esistono voci che trasferì grosse somme in conti bancari svizzeri. Castro lo ha negato pubblicamente ed ha insistito che non possiede nulla".

Dopo l'articolo di Forbes, Fidel Castro sfidò pubblicamente la rivista[19], il «ladruncolo» George W. Bush, la CIA, le 33 agenzie segrete e le banche americane a dimostrare le accuse: «se riescono a provare ciò che dicono, a trovare un conto a mio nome di 900 milioni, di 500 milioni o di un solo dollaro, se lo proveranno, offrirò loro quello che hanno preteso e non hanno potuto ottenere durante mezzo secolo, durante il quale hanno cercato di distruggere la rivoluzione e assassinarmi in centinaia di attentati: rinuncerò ai miei incarichi».

Il 17 maggio 2006, in risposta alle dichiarazioni di Castro, Forbes ammise alla BBC di «non avere alcuna prova che Castro abbia nascosto denaro in conti bancari all'estero»[20]. Forbes si giustificò dicendo che in quell'articolo si intendeva che solo se Castro avesse voluto avrebbe potuto abbandonare Cuba con quella somma.

Questi "attacchi" da parte di Forbes, che nonostante le successive smentite e i distinguo hanno avuto notevole risonanza mediatica in tutto il mondo, potrebbero avere motivazioni politiche, essendo il direttore (e nipote del fondatore) Steve Forbes schierato con l'ala più conservatrice del partito Repubblicano (partecipò anche alle primarie per la candidatura a presidente degli Stati Uniti sia nel 1996 che nel 2000e vinse anche in qualche stato) ed uno dei firmatari del Progetto per un nuovo secolo americano. [21]

In un articolo l'organizzazione anticastrista del MiM (Movimento Insurrezionale Martiano) ha accusato Castro di possedere un patrimonio, già nel 1976, per un valore di ben 1,2 miliardi di dollari. Le prove sarebbero state raccolte da un servizio di intelligence dell'organizzazione e denunciano un notevole arricchimento del dittatore cubano, a partire dai primi giorni della sua leadership. Appena salito al potere Castro secondo il MIM avrebbe sottratto dalle casse dello Stato 28 milioni di dollari, girandoli alla Novodyt Bank di Londra. Il MiM sostiene inoltre che Castro pretendesse dal 20 al 25% di ogni operazione commerciale di Cuba e fino al 5% dei guadagni relativi alla vendita di zucchero in Unione Sovietica fino al 1988. Tale organizzazione anticastrista afferma inoltre che Fidel Castro sarebbe proprietario anche di grandi appezzamenti di terreno in Svezia, Finlandia e Svizzera, oltre a diverse residenze in Spagna, Italia e Francia.

Un membro del MIM, Reinol Rodriguez, è stato accusato di vari atti di terrorismo, incluso l’assassinio a Porto Rico nel 1979 di Muñiz Varela, colpevole di organizzare viaggi a Cuba nell’ambito del processo di avvicinamento USA-CUBA promosso dall’amministrazione Carter. Rodriguez si è espresso in un’intervista concessa a Porto Rico al settimanale la Cronica con le seguenti parole: «per ogni nostro agente che cada nelle mani di Castro uccideremo 5 cubani. 5×1 è l’ordine».

  • Il 1 agosto 2006 Castro cedette temporaneamente il governo (per la prima volta nella storia della rivoluzione cubana) al Vice-presidente e fratello Raúl Castro, dovendosi sottoporre a un improvviso intervento chirurgico intestinale. Il 7 agosto comunicò l'esito positivo dell'intervento ed il suo rientro all'attività entro una settimana. In occasione dell'ottantesimo compleanno, il 13 agosto 2006, i festeggiamenti previsti furono annullati per il protrarsi della degenza.
  • Il 29 ottobre 2006 è apparso, per la prima volta dopo circa tre mesi, alla televisione di Stato dove si è esibito in un discorso contro chi lo credeva morto o gravemente malato
  • Il 17 novembre 2006 la figlia Alina, intervistata dal Corriere della Sera, ha detto che Castro si sta riavvicinando a Dio e alla Religione.[22]
  • Il 3 dicembre 2006 per la prima volta a causa delle sue gravissime condizioni di salute (si parla di cancro dell'intestino) non ha presenziato alle manifestazioni per la festa delle Forze Armate, di cui quest'anno ricorreva il cinquantenario ed il giorno prima non ha potuto partecipare alla cerimonia (già posticipata per la sua salute precaria) per il suo 80° compleanno, durante la quale il fratello Raul ha aperto, anche se con alcune diffidenze, agli Stati Uniti.
  • Il 26 dicembre 2006 il medico spagnolo, José Luis Garcia Sabrido, che ha visitato Castro, su richiesta di quest'ultimo, ha dichiarato che il presidente cubano non è malato di cancro e non ha alcuna patologia maligna terminale e che le sue attuali non buone condizioni derivano dalle complicazioni mediche dovute al gravissimo intervento chirurgico subito nei mesi scorsi, aggiungendo inoltre che "l'attività intellettuale di Castro è eccellente e tutti i giorni ripete che vuole tornare al lavoro".
  • Il 6 gennaio 2007 tuttavia il portavoce della Direzione nazionale dell' intelligence statunitense, Ross Feinstein, ha dichiarato che Fidel Castro è malato di cancro a livello terminale e gli restano "mesi, non anni" di vita.
  • Il 16 gennaio 2007 Il quotidiano spagnolo El Pais annuncia che Fidel Castro è grave; secondo il giornale il Lidér Maximo soffre di una forte peritonite, insorta dopo le operazioni all'intestino.
  • Dopo molti mesi di silenzio, il 29 marzo 2007 esce un suo editoriale su Granma, l'organo del Partito comunista cubano, nel quale sferra un attacco agli Stati Uniti, i quali, raccomandando l'uso di combustibili derivati da cereali, condannerebbero a morte prematura tre miliardi e mezzo di esseri umani nel mondo per fame e sete: così Fidel ha commentato una recente riunione del presidente George W. Bush con gli industriali americani del settore automobilistico, precisando che non si tratterebbe di una "cifra esagerata, è semmai una cifra prudente". L'articolo di Castro è stato accompagnato da commenti ufficiali ottimistici sulla sua salute da parte di fonti governative e lo stesso fratello maggiore, l'ottantenne Ramon Castro, consigliere del ministero per l'Agricoltura, ha detto che il Presidente "è ancora tutto intero" e si sta riprendendo "alla grande", aggiungendo che "i Castro sono tosti".
  • Il 22 aprile 2007 riceve una delegazione del Partito Comunista Cinese, e le immagini lo mostrano in ripresa.
  • Secondo molti giornali, Fidel Castro doveva essere presente al corteo del 1 maggio, ma il leader cubano non ha assistito al corteo e si è limitato a scrivere un articolo sul Granma, riguardante la "rivoluzione energetica". Per una sua eventuale riapparizione in pubblico si parlava del successivo 26 luglio, festa nazionale, che curiosamente coincide con l'anniversario dall'ultima volta che lo si è visto in pubblico.
  • Il 2 giugno 2007 incontra il presidente del Partito Comunista del Vietnam.
  • Una missiva datata 17 dicembre 2007 pare allontanare l'ipotesi di un ritorno di Castro ad un ruolo politico attivo[23].
  • Il 21 gennaio 2009 ha tenuto un incontro privato con la Presidente della Nazione Argentina, la peronista socialista, Cristina Fernández de Kirchner.

Il 18 febbraio 2008, con un messaggio[24] apparso sul sito di Granma (l'organo di informazione del Partito comunista cubano), Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al fratello Raúl Castro; continua tuttavia a ricoprire la carica di Segretario del Partito Comunista Cubano.

Onoreficienze:

Eroe dell'Unione Sovietica

Fonte: http://it.wikipedia.org/

FIDEL CASTRO A PASSEGGIO PER L'AVANA, GENTE IN LACRIME...


Fidel Castro a L'Avana nei primi anni della Rivoluzione Cubana

Fidel Castro ha fatto una passeggiata per le strade de L'Avana. Lo ha rivelato il presidente venezuelano, Hugo Chavez, di ritorno da una visita al leader maximo, suo intimo amico. Chavez ha riferito che Castro, che da anni non appare in pubblico, e' in "ottima forma" e ha fatto una lunga passeggiata per le strade della capitale cubana in mezzo alla gente. "Un miracolo", ha commentato Chavez raccontando che le persone che lo hanno visto "hanno pianto". Della passeggiata per l'Avana, ha riferito Chavez, "ci sono diverse fotografie, le ho viste, e mi considero un privilegiato". Il presidente venezuelano non ha tuttavia rivelato la data dell'uscita pubblica di Castro. Il leader maximo, 82 anni, non appare in pubblico da quando fu operato per un grave problema intestinale nel luglio del 2006, disertando anche il 50.mo anniversario della rivoluzione cubana del gennaio scorso. Fidel e' stato formalmente sostituito alla guida del Paese dal fratello Raul.


(27 febbraio 2009)

Fonte: www.repubblica.it

La Rivoluzione cubana compie 50 anni e non li dimostra!!!

La Rivoluzione Cubana del 1959

Il primo gennaio del 1959 segna la vittoria, con la fuga a Santo Domingo del dittatore “fantoccio” degli Usa Fulgenzio Batista, di una rivoluzione che ha cambiato più di quanto si possa pensare la storia del mondo.

Una rivoluzione pensata, organizzata e portata a termine da un gruppo di rivoluzionari di grande spessore politico, culturale ed ideale, con il sostegno del popolo cubano, che prosegue il suo processo anche nel secolo che si è appena aperto.

Fidel e Raul Castro, Ernesto Guevara, Camilo Cienfuegos sono i punti di riferimento fondamentali di questa rivoluzione. Una rivoluzione che ha parlato anche italiano grazie alla presenza nella spedizione del Granma del nostro carissimo e fraterno compagno Gino Donè, che purtroppo ci ha da poco lasciato.

Ma se parlassimo della rivoluzione cubana sono da un punto di vista storico o per pura commemorazione commetteremmo un errore politico e di analisi.

Infatti, Cuba parla a noi uomini e donne contemporanei; ci parla della lotta contro quello sfruttamento capitalistico che oggi più di ieri è presente. Ci parla della lotta di classe che, purtroppo, in occidente la fanno solo i padroni e non più le classi lavoratrici.

Fidel Castro aveva predetto da tempo, con lucidità, che il sistema finanziario speculativo sarebbe imploso causando una crisi di proporzioni gigantesche.

Cuba ci dimostra, e questa è la sua colpa più grande agli occhi degli USA e dei suoi accoliti, che si può costruire il socialismo e che senza un giusto equilibrio fra uguaglianza e libertà non può pienamente sostanziarsi la democrazia.

Cuba con il suo esempio e la sua azione è riuscita a dare anche un fondamentale contributo alla nuova stagione rivoluzionaria e progressista dell’America Latina di questi anni.

Senza Cuba il Foro di San Paolo, che nacque nel 1990 quando nel mondo, specie in Europa, terminavano gran parte delle esperienze dei partiti comunisti ed operai dopo la caduta del Muro di Berlino, difficilmente si sarebbe consolidato. In quel Foro si riunivano, e si riuniscono tuttora, i partiti e movimenti della sinistra latinoamericana (dai cattolici della Teologia della Liberazione ai settori rivoluzionari) che con grande umiltà e capacità politica cominciavano a riprendere il cammino della rivincita e della speranza di costruire un mondo dove il socialismo potesse essere di nuovo una delle stelle polari per i popoli della terra.

In quell’anno la sola Cuba aveva un governo rivoluzionario mentre il resto del continente era sotto il tallone di ferro degli Stati Uniti attraverso governi militari, reazionari e dittature feroci. Oggi a distanza di 18 anni si parla di rinascimento latinoamericano.

La capacità unitaria di Cuba, unitamente al PT di Lula, al PCdoB, ai Venezuelani, ai Nicaraguensi ecc. ha permesso che oggi il latinoamerica sia il continente dove la realizzazione del socialismo, senza gli errori tragici del passato, è ben più che una speranza.

Lo si sta costruendo, al di là di differenze e contraddizioni, in una realtà plurale e articolata, ma sempre più concreta. Ogni paese applica le sue regole politiche, ma tutti sanno che il nemico da battere è l’imperialismo statunitense.

Sotto questo aspetto tutti sono uniti e tutti lottano, secondo le proprie necessità, i rapporti di forza politici, per rendere i loro paesi e il continente latinoamericano autonomo e indipendente dagli interessi Usa.

Perfettamente il contrario di ciò che avviene in Europa!

Parlare dell’esperienza rivoluzionaria cubana vuol dire parlare del suo percorso, ma anche dei suoi errori, delle sue rettifiche ma sempre avendo ben presente l’idea che tutto è stato fatto per migliorare le condizioni di vita del popolo cubano e per la solidarietà con i popoli del mondo.

Quella cubana è stata una Rivoluzione vera, realizzata dal popolo cubano e che vive attraverso il suo consenso, perché senza di questo sarebbe stato impossibile per la Rivoluzione resistere al disfacimento, senza nessun onore, dell’URSS e dei suoi stati satelliti.

L’Unione Sovietica, è utile ricordarlo, è svanita nel nulla dopo che un ubriacone come Eltsin guidò un golpe farsa e con i milioni di iscritti del PCUS che si erano da tempo volatilizzati e la Romania di Ciausescu scomparve in meno di una notte malgrado un apparato, quello sì, repressivo molto forte.

Con quel cataclisma e gli Usa a poche miglia, che si facevano sempre più arroganti, come poteva resistere una repubblica socialista di una piccola isola senza petrolio, senza risorse e che improvvisamente perdeva l’86% dei suoi

traffici commerciali che aveva con gli stati socialisti e con un blocco che dopo il 1991 fu violentemente inasprito con la legge Torricelli prima e poi la Helms Burton?

Cuba ha resistito perché i cubani sanno che se crolla la rivoluzione le multinazionali torneranno a fare ciò che vogliono del loro paese e delle loro vite; sanno che le conquiste della rivoluzione in settori fondamentali come

la sanità, l’istruzione, la scienza li pongono al di sopra degli abitanti dei paesi del terzo mondo di cui Cuba fa parte, ma che le loro condizioni di vita non sono minimamente paragonabili a questi paesi, anzi in alcuni settori, come la sanità, hanno standard da paesi europei.

I cubani conoscono perfettamente la triste condizione dei popoli latinoamericani che nel corso dei decenni hanno abbracciato le teorie

del FMI e della Banca Mondiale, e che oggi vivono nella miseria, nella disperazione senza un futuro degno di questo nome per i propri figli.

I cubani sanno questo e sanno che ogni popolo ha il diritto inalienabile di scegliere la propria strada alla democrazia e al soddisfacimento dei propri bisogni. Essi non dimenticano la loro storia ma anzi facendone tesoro, hanno deciso, ad esempio, che il loro sistema elettorale e la loro idea di democrazia non deve essere quella borghese applicata in Europa e negli Usa.

Ma non per questo la partecipazione democratica e popolare ai processi decisionali è inferiore alla nostra, anzi è ben superiore alla nostra tanto per essere chiari e per capirlo basterebbe guardare a Cuba senza pregiudizi o lenti ideologiche avverse a quel sistema politico.

I cubani caparbiamente difendono questo principio sancito dalle Nazioni Unite e la loro indipendenza dagli Usa, dei quali conoscono bene metodi e sistemi colonialistici e imperialistici di sfruttamento.

A Cuba, piaccia o no agli Usa e ai nostri politicanti, i diritti umani sono garantiti, non esistono desaparecidos e tutti debbono osservare le leggi della Repubblica. I bambini cubani non sniffano colla e non sono costretti a vivere per strada prostituendosi e diventando delinquenti. E non sono assassinati dagli squadroni della morte. Essi possono godersi la propria infanzia, quel diritto umano inalienabile e fra i più violati nel mondo, mentre a Cuba è garantito e protetto.

Ovviamente come in tutti i paesi del mondo ci sono cose che non vanno anche a Cuba. Il governo di Raul Castro ci sta lavorando e molto altro dovrà essere fatto. Ma la odiosa e falsa propaganda che i media italiani diffondono, alcuni probabilmente perché hanno ricevuto una parte di quei 36 milioni di dollari che il governo Usa ha stanziato per diffondere le “verità di Washington” in Europa, e dunque anche in Italia, è davvero oltre ogni limite.

Fonte: http://www.granma.cu/

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!