Dopo più di un anno alla guida del paese, il presidente cubano Raúl Castro ha deciso di cambiare volto al suo esecutivo. La notizia è stata diffusa con un comunicato letto dalla televisione di Stato, in cui si annunciava il cambio di una decina di ministri, tra i quali due degli uomini più influenti del governo: il capo di gabinetto Carlos Lage e il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque. Secondo la nota si tratta di una manovra volta a rendere l’esecutivo “più funzionale e compatto, con un minor numero di organismi e una migliore distribuzione delle funzioni”.
Di fatto il presidente continua nel suo progetto, annunciato lo scorso 24 febbraio, di rinnovare la compagine governativa, presentando al mondo, e a Washington da cui arrivano prudenti segnali di disgelo, un esecutivo meno legato alla figura di Fidel Castro. A farne le spese sono due uomini chiave con grande esperienza politica tanto a livello nazionale quanto internazionale. Lage, pur perdendo l’incarico di capo di gabinetto mantiene il ruolo di vicepresidente e al suo posto è stato nominato il generale José Amado Ricardo Guerra. A sostituire Pérez Roque sarà invece il suo vice Bruno Rodriguez.
Il rimpasto coinvolge altri dicasteri di importanza chiave come quello dell’Economia, che passa dalle mani di Josè Luis Rodriguez a quelle di Marino Murillo Jorge. Tra le novità anche l’accorpamento di alcuni ministeri, come quello del Commercio e quello degli Investimenti all’estero che formeranno un unico dicastero guidato dal Rodrigo Malmierca, mentre Maria Concepcion Gonzalez riunirà i ministeri dell’Industria alimentare e della pesca. Il cambio della guardia, che secondo il comunicato emesso ieri potrebbe non essere finito, ha riguardato anche il ministero delle Finanze, quello dell’Industria siderurgica, quello della Scienza e dell’Ambiente e quello del Lavoro.
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