Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007

Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...

Cerca nel blog

Vota il mio blog...

siti migliori

Translator (Translate blog entries in your language!)

Post in evidenza

"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA

TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...

Visualizzazione post con etichetta rivoluzione cubana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rivoluzione cubana. Mostra tutti i post

venerdì 11 gennaio 2019

La Rivoluzione cubana compie 60 anni e non li dimostra!!! (1959 - 2019) Da Fidel Castro a Miguel Díaz-Canel

Ernesto Che Guevara, La Rivoluzione Cubana: 1959
LA RIVOLUZIONE CUBANA - GENNAIO 1959
 
Il primo gennaio del 1959 segna la vittoria, con la fuga a Santo Domingo del dittatore “fantoccio” degli Usa Fulgenzio Batista, di una rivoluzione che ha cambiato più di quanto si possa pensare la storia del mondo.
Una rivoluzione pensata, organizzata e portata a termine da un gruppo di rivoluzionari di grande spessore politico, culturale ed ideale, con il sostegno del popolo cubano, che prosegue il suo processo anche nel secolo che si è appena aperto.
Fidel e Raul Castro, Ernesto Guevara, Camilo Cienfuegos sono i punti di riferimento fondamentali di questa rivoluzione. Una rivoluzione che ha parlato anche italiano grazie alla presenza nella spedizione del Granma del nostro carissimo e fraterno compagno Gino Donè, che purtroppo ci ha da poco lasciato.
Ma se parlassimo della rivoluzione cubana sono da un punto di vista storico o per pura commemorazione commetteremmo un errore politico e di analisi.
Infatti, Cuba parla a noi uomini e donne contemporanei; ci parla della lotta contro quello sfruttamento capitalistico che oggi più di ieri è presente. Ci parla della lotta di classe che, purtroppo, in occidente la fanno solo i padroni e non più le classi lavoratrici.
Fidel Castro aveva predetto da tempo, con lucidità, che il sistema finanziario speculativo sarebbe imploso causando una crisi di proporzioni gigantesche.
Cuba ci dimostra, e questa è la sua colpa più grande agli occhi degli USA e dei suoi accoliti, che si può costruire il socialismo e che senza un giusto equilibrio fra uguaglianza e libertà non può pienamente sostanziarsi la democrazia.
Cuba con il suo esempio e la sua azione è riuscita a dare anche un fondamentale contributo alla nuova stagione rivoluzionaria e progressista dell’America Latina di questi anni.
Senza Cuba il Foro di San Paolo, che nacque nel 1990 quando nel mondo, specie in Europa, terminavano gran parte delle esperienze dei partiti comunisti ed operai dopo la caduta del Muro di Berlino, difficilmente si sarebbe consolidato. In quel Foro si riunivano, e si riuniscono tuttora, i partiti e movimenti della sinistra latinoamericana (dai cattolici della Teologia della Liberazione ai settori rivoluzionari) che con grande umiltà e capacità politica cominciavano a riprendere il cammino della rivincita e della speranza di costruire un mondo dove il socialismo potesse essere di nuovo una delle stelle polari per i popoli della terra.
In quell’anno la sola Cuba aveva un governo rivoluzionario mentre il resto del continente era sotto il tallone di ferro degli Stati Uniti attraverso governi militari, reazionari e dittature feroci. Oggi a distanza di 18 anni si parla di rinascimento latinoamericano.
La capacità unitaria di Cuba, unitamente al PT di Lula, al PCdoB, ai Venezuelani, ai Nicaraguensi ecc. ha permesso che oggi il latino-America sia il continente dove la realizzazione del socialismo, senza gli errori tragici del passato, è ben più che una speranza.
Lo si sta costruendo, al di là di differenze e contraddizioni, in una realtà plurale e articolata, ma sempre più concreta. Ogni paese applica le sue regole politiche, ma tutti sanno che il nemico da battere è l’imperialismo statunitense.
Sotto questo aspetto tutti sono uniti e tutti lottano, secondo le proprie necessità, i rapporti di forza politici, per rendere i loro paesi e il continente latinoamericano autonomo e indipendente dagli interessi Usa.
Perfettamente il contrario di ciò che avviene in Europa!
Parlare dell’esperienza rivoluzionaria cubana vuol dire parlare del suo percorso, ma anche dei suoi errori, delle sue rettifiche ma sempre avendo ben presente l’idea che tutto è stato fatto per migliorare le condizioni di vita del popolo cubano e per la solidarietà con i popoli del mondo.
Quella cubana è stata una Rivoluzione vera, realizzata dal popolo cubano e che vive attraverso il suo consenso, perché senza di questo sarebbe stato impossibile per la Rivoluzione resistere al disfacimento, senza nessun onore, dell’URSS e dei suoi stati satelliti.
L’Unione Sovietica, è utile ricordarlo, è svanita nel nulla dopo che un ubriacone come Eltsin guidò un golpe farsa e con i milioni di iscritti del PCUS che si erano da tempo volatilizzati e la Romania di Ceausescu scomparve in meno di una notte malgrado un apparato, quello sì, repressivo molto forte.
Con quel cataclisma e gli Usa a poche miglia, che si facevano sempre più arroganti, come poteva resistere una repubblica socialista di una piccola isola senza petrolio, senza risorse e che improvvisamente perdeva l’86% dei suoi
traffici commerciali che aveva con gli stati socialisti e con un blocco che dopo il 1991 fu violentemente inasprito con la legge Torricelli prima e poi la Helms Burton?
Cuba ha resistito perché i cubani sanno che se crolla la rivoluzione le multinazionali torneranno a fare ciò che vogliono del loro paese e delle loro vite; sanno che le conquiste della rivoluzione in settori fondamentali come
la sanità, l’istruzione, la scienza li pongono al di sopra degli abitanti dei paesi del terzo mondo di cui Cuba fa parte, ma che le loro condizioni di vita non sono minimamente paragonabili a questi paesi, anzi in alcuni settori, come la sanità, hanno standard da paesi europei.
I cubani conoscono perfettamente la triste condizione dei popoli latinoamericani che nel corso dei decenni hanno abbracciato le teorie
del FMI e della Banca Mondiale, e che oggi vivono nella miseria, nella disperazione senza un futuro degno di questo nome per i propri figli.
I cubani sanno questo e sanno che ogni popolo ha il diritto inalienabile di scegliere la propria strada alla democrazia e al soddisfacimento dei propri bisogni. Essi non dimenticano la loro storia ma anzi facendone tesoro, hanno deciso, ad esempio, che il loro sistema elettorale e la loro idea di democrazia non deve essere quella borghese applicata in Europa e negli Usa.
Ma non per questo la partecipazione democratica e popolare ai processi decisionali è inferiore alla nostra, anzi è ben superiore alla nostra tanto per essere chiari e per capirlo basterebbe guardare a Cuba senza pregiudizi o lenti ideologiche avverse a quel sistema politico.
I cubani caparbiamente difendono questo principio sancito dalle Nazioni Unite e la loro indipendenza dagli Usa, dei quali conoscono bene metodi e sistemi colonialistici e imperialistici di sfruttamento.
A Cuba, piaccia o no agli Usa e ai nostri politicanti, i diritti umani sono garantiti, non esistono desaparecidos e tutti debbono osservare le leggi della Repubblica. I bambini cubani non sniffano colla e non sono costretti a vivere per strada prostituendosi e diventando delinquenti. E non sono assassinati dagli squadroni della morte. Essi possono godersi la propria infanzia, quel diritto umano inalienabile e fra i più violati nel mondo, mentre a Cuba è garantito e protetto.
Ovviamente come in tutti i paesi del mondo ci sono cose che non vanno anche a Cuba. Il governo di Raul Castro ci sta lavorando e molto altro dovrà essere fatto. Ma la odiosa e falsa propaganda che i media italiani diffondono, alcuni probabilmente perché hanno ricevuto una parte di quei 36 milioni di dollari che il governo Usa ha stanziato per diffondere le “verità di Washington” in Europa, e dunque anche in Italia, è davvero oltre ogni limite.
Fonte: http://www.granma.cu/

sabato 29 dicembre 2012

The Cuban Wives, un documentario sui cinque Cubani detenuti in America sarà proiettato a Roma...

 The Cuban Wives racconta la tragica vicenda dei Cinque Cubani detenuti negli Stati Uniti dal 1998. Il loro crimine: il tentativo di proteggere il loro paese dagli attacchi terroristi di noti gruppi paramilitari provenienti da Miami, Florida.
Perché i Cinque sono in carcere? Quale sarà il futuro dei rapporti cubano-americani? Il Presidente Obama può fare la differenza nella risoluzione del caso? Sono chiamati a rispondere personalità implicate nella vicenda e nelle relazioni tra i due stati.
Il documentario include racconti intimi delle mogli e madri di questi uomini e rivela una storia d’amore e di resistenza in nome della giustizia. Nell’intimità delle loro case, siamo portati a condividere piccoli segreti e fragili speranze in un’atmosfera in cui l’assenza dei propri cari diventa presente tanto quanto la battaglia quotidiana per la loro liberazione.
E proprio per l’interesse del tema, segnalo che Di.Co.Spe. Università Roma Tre e l’Associazione Culturale Mimesi’S hanno il piacere di invitarci alla proiezione di “The Cuban Wives” il film documentario di Alberto Antonio Dandolo.
L’evento ha avuto luogo Mercoledì 19 Dicembre 2012
ore 20,30
presso Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema
scalinata di via Milano 9a, Roma

 
Sono intervenuti:
il regista Alberto A. Dandolo, il direttore del Di.Co.Spe.
prof. Giorgio De Vincenti,
il consigliere per gli affari culturali del presidente del Consiglio di Stato cubano Raul Castro, Abel Prieto.
La serata è stata realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata di Cuba e il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste

Lingue originali: Spagnolo, Inglese | Sottotitoli: Italiano
Pagina web
www.thecubanwives.com
di Ida Garberi

domenica 15 aprile 2012

La generazione dei Tre "Niente"...mentre i Governi delle Banche e del Capitalismo sfrenato e avido impoveriscono i popoli e arricchiscono le Industrie Militari, si preparano a causare direttamente e indirettamente causano guerre sanguinarie in tutto il pianeta per accapparrarsi le risorse energetiche come il petrolio, l'oro e i diamanti...dopo i miliardi e miliardi di euro spesi in 8 mesi di guerra in Libia nel 2011, oggi a chi toccherà? Siria o Iran? Intanto l'elite delle lobby e dei Governi gode nel lusso mentre il popolo stenta nella maggior parte dei casi ad arrivare con il proprio misero stipendio alla fine del mese...


Da uno scritto recente di Fidel Alejandro Castro, ex-Capo dello Stato Cubano: Questa riflessione potrebbe essere scritta oggi, domani o qualunque altro giorno senza rischio di errore.
La nostra specie si trova ad affrontare nuovi problemi. Quando ho espresso, 20 anni fa nella Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro, che una specie era in pericolo di estinzione, avevo meno ragione di oggi di avvertire in merito ad un pericolo che vedevo distante forse 100 anni. Allora pochi leader dei paesi più potenti gestivano il mondo. Applaudirono alle mie parole per cortesia e continuarono tranquillamente a scavare la tomba della nostra specie.
Sembrava che nel nostro pianeta regnasse il buon senso e l’ordine. Era il tempo in cui lo sviluppo economico appoggiato dalla tecnologia e dalla scienza sembrava essere l’Alfa e l’Omega della società umana.
Ora tutto è molto più chiaro. Profonde verità stanno emergendo. Quasi 200 stati, apparentemente indipendenti, costituiscono l’organizzazione politica che in teoria equivale a reggere i destini del mondo.
Circa 25 000 armi nucleari nelle mani di forze alleate o antagoniste disposte a difendere l’ordine che cambia, per interesse o necessità, riducono praticamente a zero i diritti di migliaia di milioni di persone.
Non commetterò l’ingenuità di assegnare alla Russia o alla Cina, la responsabilità dello sviluppo di tali armi dopo la mostruosa strage di Hiroshima e Nagasaki, ordinata da Truman dopo la morte di Roosevelt.
Né cadrò nell’errore di negare l’Olocausto che significò la morte di milioni di bambini e adulti, uomini o donne, in maggioranza ebrei, zingari, russi e di altre nazionalità che sono stati vittime del nazismo. Ecco perchè ripugna la politica infame di chi nega al popolo palestinese il diritto di esistere.
Qualcuno pensa forse che gli Stati Uniti saranno in grado di agire con un’indipendenza che li protegga dal disastro inevitabile che li attende?
In poche settimane i 40 milioni di dollari che il presidente Obama ha promesso di raccogliere per la sua campagna elettorale serviranno solo a dimostrare che la moneta del suo paese ha perso molto valore e che gli Stati Uniti, con il loro eccezionale e crescente debito pubblico che si sta avvicinando a 20 mila miliardi di miliardi, vivono del denaro che stampano e non di ciò che producono.
Il resto del mondo paga quello che loro dilapidano.
Nessuno crede nemmeno che il candidato democratico sia migliore o peggiore rispetto ai suoi avversari repubblicani: che si chiami Mitt Romney o Rick Santorum. Anni luce separano i tre da personaggi tanto rilevanti come Abraham Lincoln o Martin Luther King. E’ davvero raro osservare una nazione tanto potente  tecnologicamente e un governo tanto orfano, al momento, di idee e valori morali.
L’Iran non ha armi nucleari. E’ accusato di produrre uranio arricchito che serve come combustibile energetico o per applicazioni di uso medico. Piaccia o no, il suo possesso o la sua produzione non è equivalente alla produzione di armi nucleari. Decine di paesi utilizzano uranio arricchito come fonte di energia, ma questo non può essere utilizzato nella fabbricazione di un’arma nucleare, senza un preliminare e complesso processo di purificazione.
Israele, tuttavia, che con l’aiuto e la cooperazione degli Stati Uniti ha fabbricato armi nucleari, senza informare né rendere conto a nessuno, oggi, senza ammettere il possesso di queste armi, ne ha centinaia. Per prevenire lo sviluppo della ricerca nei paesi arabi vicini attaccò e distrusse i reattori in Iraq e Siria. Ha annunciato a sua volta il proposito di attaccare e distruggere i centri di produzione di combustibile nucleare dell’Iran.
Intorno a questo tema cruciale sta ruotando la politica internazionale in questa complessa e pericolosa regione del mondo che produce e fornisce la maggior parte del carburante che spinge l’economia mondiale.
L’eliminazione selettiva dei più eminenti scienziati dell’Iran, da parte di Israele e dei suoi alleati della NATO, è diventata una pratica che favorisce odio e sentimenti di vendetta.
Il governo di Israele ha apertamente dichiarato la sua intenzione di attaccare l’impianto che produce uranio arricchito in Iran e il governo statunitense ha investito centinaia di milioni di dollari nel produrre una bomba a tale scopo.
Il 16 marzo, 2012 Michel Chossudovsky e Finian Cunningham hanno pubblicato un articolo che rivela che “un importante generale dell’Aviazione statunitense ha descritto la più grande bomba convenzionale anti bunker di 13,6 tonnellate, come ‘grandiosa’ per un attacco militare contro l’Iran.”
Un così loquace commento su un massiccio dispositivo assassino ha avuto luogo nella stessa settimana in cui il presidente Barack Obama si è presentato per mettere in guardia contro chi ‘parla alla leggera’ in merito a una guerra nel Golfo Persico.
“… Herbert Carlisle, vice capo del personale per le operazioni dell’Aviazione statunitense [...]” ha aggiunto che la bomba, probabilmente sarebbe stata utilizzata in qualsiasi attacco contro l’Iran ordinato da Washington.
Il MOP, che è indicato anche come ‘La madre di tutte le bombe’, è stata progettata per perforare 60 metri di cemento prima di far detonare la sua massiccia bomba.
Si ritiene sia la più grande arma convenzionale, non nucleare, dell’arsenale degli Stati Uniti.
Il Pentagono sta pianificando un processo di distruzione diffusa delle infrastrutture dell’Iran e massicce perdite civili  attraverso l’uso combinato di bombe tattiche nucleari e bombe convenzionali con nubi in forma di fungo, compresa la MOAB e la più grande GBU-57A/B oMassive Ordnance Penetrator (MOP), che supera la MOAB per distruttività.
La MOP è descritta come ‘una bomba nuova e potente che punta direttamente agli impianti nucleari sotterranei di Iran e Corea del Nord. Una bomba immensa più lunga di 11 persone affiancate, più di 6 metri dalla base alla punta. ‘”
Prego il lettore di scusarmi per questa lingua aggrovigliata di gergo militare. Come si è visto, questi calcoli presuppongono che i combattenti iraniani, che contano milioni di uomini e donne, noti per il loro fervore religioso e le tradizioni di lotta, si arrendano senza sparare un colpo.
Nei giorni scorsi gli iraniani hanno visto le truppe statunitensi che occupano l’Afghanistan, in sole tre settimane, urinare sui corpi di afghani uccisi, bruciare i libri del Corano e uccidere più di 15 cittadini inermi.
Immaginiamo le forze statunitensi lanciare bombe mostruose sulle istituzioni industriali in grado di penetrare 60 metri di cemento. Mai una simile avventura è stata concepita.
Non si ha bisogno di una parola in più per capire la gravità di una tale politica. Per questa strada la nostra specie sarà condotta inesorabilmente verso il disastro.
Se non impariamo a capire, non imparareremo mai a sopravvivere.
Da parte mia, non nutro il minimo dubbio che gli Stati Uniti siano sul punto di commettere e guidare il mondo verso il più grande errore della loro storia.
Fidel Castro Ruz
21 Marzo 2012

domenica 25 marzo 2012

Chavez a sorpresa vola a Cuba, dove tutti sono in attesa della visita del Papa prevista per Lunedì 26 Marzo 2012...

Il presidente venezuelano vola sull'isola per continuare il suo trattamento contro il cancro. Il Vaticano esclude un incontro!

Ma guarda che ironia; domani Benedetto XVI vola a Cuba, sull'isola è appena sbarcato Hugo Chavez. Il presidente venezuelano sta lottando contro un tumore, all'Avana si sottopone da mesi a sedute di chemioterapia, il viaggio di oggi è stato deciso di sorpresa, come quasi tutti i suoi movimenti negli ultimi mesi. A Cuba Chavez è di casa, nulla di strano, ma il caso vuole che sull'isola ci sarà anche il Papa, che lascerà domani il Messico e approderà all'Avana, ricevuto da Raul Castro. Chavez è cattolico praticante, ai suoi fedelissimi ha raccomandato più volte di pregare per la sua salute, sarebbe pure d'accordo ad un incontro con il Pontefice, ma per ora sembra che non sarà possibile. Papa Raztinger aveva detto chiaramente ai cronisti sull'aereo che lo portava in Messico che il comunismo è un modello che non funziona più. Cosa penserà del socialismo del ventunesimo secolo che Chavez porta avanti da 12 anni in Venezuela e dell'alleanza strategica che Caracas ha con la Cuba dei fratelli Castro ? E' impossibile pensare ad un incontro fra i due?

Fonte: http://www.lastampa.it

(ANSA) - LEON (MESSICO), 25 MARZO 2012 - Sembra esclusa la possibilita' di un incontro tra il Papa e Chavez a Cuba. Il presidente venezuelano si trova sull'Isola per un nuovo ciclo di radioterapia, ma rispetto a un suo possibile incontro con Benedetto XVI, che arrivera' a Cuba domani, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel corso di un briefing con la stampa a Leon, ha detto: ''Non sono informato di questo ma non credo che ci sia una possibilita' concreta. Ne sarei molto sorpreso'', ha detto con un sorriso.


Fonte: http://www.adnkronos.com


L'Avana, 25 Marzo 2012 - (Adnkronos) - Chavez a Cuba per cure mediche, accolto da Raul Castro: Il presidente venezuelano Hugo Chavez e' arrivato all'aeroporto dell'Avana dove ha trovato ad accoglierlo il presidente cubano Raul Castro. "Ho deciso - ha dichiarato prima di partire da Caracas per Cuba, dove si sottoporra' alle cure mediche successive all'intervento subito un mese fa - di iniziare da domani il trattamente di radioterapia come complemento dell'intervento chirurgico cui sono stato sottoposto!"


Fonte: http://www.ansa.it

giovedì 12 gennaio 2012

Che Guevara parla della Corea socialista: l'estratto del suo discorso datato 6 Gennaio 1961...


Sopra: canzoni popolari della Corea del Nord...

Che Guevara parla della Corea socialista:

Quì sotto l'estratto dall’apparizione televisiva nel contesto della firma degli accordi con i Paesi socialisti del 6 Gennaio 1961...

Fra i Paesi socialisti che abbiamo visitato personalmente, la Corea è uno dei più straordinari. Forse è quello che più ci ha impressionato rispetto agli altri. Ha solo 10 milioni di abitanti e l’estensione di Cuba, un po’ meno, circa 110mila kmq; la stessa estensione territoriale della parte sud della Corea, però con la metà degli abitanti. È stata devastata a causa di una guerra così incredibilmente distruttiva che delle sue città non rimase nulla, e quando uno dice niente è niente; è come i piccoli villaggi che gente come Merob Sosa e Sánchez Mosquera bruciava qui, e dei quali non rimaneva nient’altro che cenere. Così rimase, ad esempio, Pyongyang, che è una città di un milione di abitanti. Oggi non si vede un solo resto di tutta quella distruzione; tutto è nuovo. L’unico ricordo che resta sono, in tutte le strade, i buchi delle bombe che cadevano una dopo l’altra.
Essi mi hanno mostrato molte fabbriche, tutte ricostruite ed altre nuove, e ogni fabbrica aveva subìto fra 30 e 50mila bombe. Se ci facciamo un’idea di ciò che erano 10 o 12 bombe sganciate attorno a noi nella Sierra, che significava un bombardamento terribile, e bisognava avere una bella dose di coraggio per sopportare queste bombe, immaginate cosa significano 30mila bombe lanciate in uno spazio di terra a volte minore di quello di una caballería (unità di misura utilizzata in Spagna e in Sud America: la caballerìa cubana equivale a 13.420 ettari. NdT).
La Corea del Nord uscì dalla guerra senza nemmeno un’industria in piedi, perfino senza animali. In un’epoca in cui la superiorità aerea dei nordamericani era tanto maggiore, ormai non avevano nient’altro da distruggere, quindi gli aerei si divertivano uccidendo bovini e ciò che incontravano. Era davvero un’orgia di morte quella che si abbatté sulla Corea del Nord in soli due anni, al terzo anno apparvero i Mig-15 e la cosa cambiò, però questi due anni di guerra significarono forse la distruzione sistematica più barbara mai compiuta.
Tutto ciò che si può raccontare sulla Corea del Nord sembra una falsità. Per esempio, nelle foto si vede gente con odio, quest’odio dei villaggi quando arriva alla parte più profonda dell’essere, che si vede nelle foto delle caverne dove entrano 200, 300 o 400 bambini, di un’età di 3 o 4 anni, e vengono uccisi lì con il fuoco o con il gas; gli squartamenti delle persone, l’uccisione di donne incinte a baionettate per farle uscire il figlio dal grembo; il bruciare i feriti con i lanciafiamme; le cose più inumane che possa immaginare la mente umana furono compiute dall’esercito di occupazione nordamericano. E arrivò quasi al confine della Corea con la Cina, e occupò in un certo momento quasi tutto il Paese. Sommato al fatto che in ritirata distruggevano tutto, possiamo dire che la Corea del Nord è un Paese che si è rialzato dalla morte. Ovviamente ha ricevuto l’aiuto dei Paesi socialisti, soprattutto dall’Unione Sovietica, in una forma ampia e generosa. Ma ciò che più impressiona è lo spirito di questo popolo. È un popolo che uscì da tutto ciò dopo una dominazione giapponese di 30 anni, da una lotta violenta contro la dominazione giapponese senza nemmeno avere un alfabeto. Sarebbe a dire che, in questo senso, era uno dei popoli più arretrati del mondo. Oggi ha una letteratura e una cultura nazionale, un ordine nazionale e uno sviluppo praticamente illimitato della cultura. Ha un insegnamento secondario fino al nono grado, obbligatorio per tutti.
Hanno nell’industria il problema che forse abbiamo anche noi oggi, o che avremo fra 2 o 3 anni, che è il problema della mancanza di manodopera. La Corea sta meccanizzando rapidamente tutta l’agricoltura affinché la manodopera sia sufficiente per poter realizzare i suoi piani, e si sta anche preparando per portare ai fratelli della Corea del Sud il prodotto delle fabbriche di tessuti e di altro tipo, per aiutarli a sopportare il peso della dominazione coloniale nordamericana.
È, davvero, l’esempio di un Paese che grazie ad un sistema e a dirigenti straordinari, come è il maresciallo Kim Il Sum, ha saputo uscire dalle disgrazie più grandi per essere oggi un Paese industrializzato.
La Corea del Nord potrebbe essere per qualsiasi persona di Cuba il simbolo di uno dei tanti Paesi asiatici arretrati. Comunque noi gli vendiamo uno zucchero semilavorato come lo zucchero crudo, ed altri prodotti ancora grezzi come l’agave tessile, e loro ci vendono torni, macchine di ogni tipo, macchine per miniere, vale a dire prodotti che richiedono una elevata capacità tecnica per essere fabbricati. Per questo è uno dei Paesi che più ci entusiasma.

Questo testo è un estratto dal discorso che il Che tenne alla televisione cubana al rientro da un viaggio della delegazione cubana nei paesi socialisti.
Non ci risulta sia stato pubblicato in Italia. Questa traduzione è stata eseguita sul testo pubblicato in rete nel sito web dell’ELN colombiano, che mette a disposizione l’opera completa del rivoluzionario argentino.

 

giovedì 8 dicembre 2011

España entrega el buque oceánico Yekuana que vigilará las costas venezolanas...

Mauricio Rodríguez, Segundo Secretario de la Embajada de Venezuela en España, en una visita a los astilleros de Navantia en noviembre.
Mauricio Rodríguez (con corbata roja), Segundo Secretario de la Embajada de Venezuela en España, en una visita a los astilleros de Navantia en noviembre. A su lado, tres capitanes de navío venezolanos, entre ellos el capitán del Yekuana, Jesús Martín Acevedo (en la extrema derecha) . Foto: César Prada Maneiro, miércoles a la Armada Bolivariana el Patrullero Oceánico de Vigilancia de la Zona Económica Exclusiva AB Yekuana (PC-23) que vigilará las costas venezolanas, con el objeto de preservar la seguridad y la defensa de la patria.
El Comandante General de la Armada Bolivariana, almirante Diego Alfredo Molero Bellavia, fue quien recibió, en las instalaciones del astillero Navantia en Puerto Real, Bahía de Cádiz, el tercero de la serie de cuatro de su tipo que la empresa Navantia construye para la Armada Bolivariana.
Esta entrega da fin a los trabajos de integración de equipos, incorporación de la habitabilidad en las diferentes zonas y pruebas de los sistemas con los que cuenta este moderno buque que posee una dotación de setenta y dos hombres y mujeres, quienes se adiestraron durante cuatro meses tanto a bordo como en tierra, a manera de garantizar su operación, mantenimiento y vida útil. 
La obra del patrullero oceánico se inició en diciembre de 2008. Estos patrulleros oceánicos de vigilancia tienen una eslora de 98,9 metros, manga de 12,6 metros, velocidad máxima de 24 nudos, velocidad de crucero de 18 nudos, desplazamiento de 2.450 toneladas, autonomía de 3.500 millas náuticas a 18 nudos y dotación de 72 tripulantes. 
El AB Yekuana (PC-23) se diseñó con acero naval de alto límite elástico tipo AH-36, lo cual le permitirá cumplir sus misiones de vigilancia y protección de la Zona Económica Exclusiva, control y protección del tráfico marítimo, defensa de intereses estratégicos, operaciones de búsqueda y salvamento, auxilio a otras unidades y acciones humanitarias, persecución del contrabando, lucha contra el tráfico de drogas e inmigración ilegal, además de la vigilancia y obtención de información de inteligencia operativa o medioambiental.
Yekuana (PC-23)
Por su parte, el embajador de Venezuela en España, Bernador Álvarez señaló que “este acto de abanderamiento ratifica que la cooperación entre nuestras naciones existe, es una realidad no es retórica (…) uno puede ver en estos metros de acero y tecnología un proceso de cooperación real, aquí confluyen intereses y necesidades de las dos naciones”.
En este sentido, expresó que “existe la necesidad de tener unas relaciones económicas y comerciales profundas, pero también es necesario que avancemos en un diálogo político bilateral que haga esas relaciones sostenibles en el tiempo. No es suficiente tener buenas relaciones económicas si no existe una buena base política. Ese es el mensaje que venimos a traer”.
Venezuela quiere que estas relaciones se mantengan y se profundicen, porque nos interesa estar bien políticamente con todos los países del mundo y la clave para eso es el respeto mutuo”, destacó Álvarez durante el acto.
“La base de nuestro mensaje es este: América Latina cambió para siempre, vivimos nuevos tiempos, llegó el momento de actualizar las relaciones no sólo con Venezuela sino con el resto de las naciones suramericanas, establecer esa integración política que permita nexos firmes de cooperación y el incremento de nuestras economías”, agregó.

Con información de AVN
Fonte: http://www.cubadebate.cu

Irán niega “alerta de guerra” pero está preparado para un eventual enfrentamiento...


solisr-1
Irán negó hoy que haya declarado la “alerta de guerra”, aunque señaló que el país siempre está preparado para un eventual enfrentamiento militar, informó la televisión local en inglés, PressTV.
Según declaraciones del jefe de la Comisión de Defensa del Parlamento iraní, Gholam Reza Karami, pese a las amenazas de eventuales ataques formuladas por personalidades de Israel y EE UU, “en las condiciones actuales, no hay indicación de que estemos en una nueva situación de tipo militar”.
“No es cierto que las Fuerzas Armadas iraníes se hayan puesto en un estado de alerta específico”, dijo hoy Karami, al referirse a las informaciones de medios occidentales que indicaban que el Cuerpo de Guardianes de la Revolución había tomado medidas defensivas, especialmente en lo relativo a sus misiles balísticos.
El legislador recalcó que, de todos modos, debido a la postura iraní en materia de defensa, “todas las Fuerzas Armadas permanecen siempre en alerta y la actual situación no es una excepción”.
Irán se encuentra en medio de una tormenta política debido a un informe del Organismo Internacional de Energía Atómica (Aiea) que apuntaba las sospechas de que el programa nuclear iraní tiene una vertiente militar, destinada a fabricar bombas atómicas, lo que ha negado el gobierno iraní.
Irán desmintió enérgicamente que quiera fabricar armas atómicas y ha acusado a la Aiea de haber redactado el documento con información antigua y falsa de EE UU e Israel, sus grandes enemigos, y ha insistido en que no renunciará a su programa nuclear civil pacífico.
Aún antes de hacerse público el informe, personalidades de Israel y EE UU amenazaron con atacar Irán para paralizar su programa nuclear, a lo que Teherán respondió que su respuesta sería aplastante.

(Con información de EFE)
Fonte: http://www.cubadebate.cu

París y Berlín quieren más poder para el BCE y menos para los Estados miembros...


crisis-europea
El nuevo pacto de estabilidad del euro que negocian Berlín y París allanará el camino para que el Banco Central Europeo (BCE) compre deuda de forma masiva, algo a lo que hasta ahora se había negado la canciller alemana, Angela Merkel, según recoge el periódico alemán ‘Die Welt am Sonntag’. El diario, que cita fuentes gubernamentales, amplía las informaciones al respecto publicadas el sábado por el rotativo germano ‘Bild’. Los suscriptores del nuevo pacto, que sería un acuerdo entre países individuales y no un tratado que los Veintisiete tendrían que ratificar, obligaría a un estricto control de los déficit nacionales y sancionaría una supervisión presupuestaria supranacional.
“Así demostrarán su determinación para atajar el problema de la deuda rápida y comprensivamente”, señala la publicación. A cambio, los firmantes contarían con la ayuda permanente del BCE que, manteniendo su independencia pero dispuesto a apoyar a los países comprometidos con la consolidación fiscal, actuaría de forma contundente en los mercados de deuda para mantener bajos los tipos de interés de sus bonos soberanos.
Al parecer, la autoridad monetaria europea ya ha sido sondeada sobre su posición con respecto a este nuevo pacto que negocian en secreto los Gobiernos de Francia y Alemania y que, pese a la difusión en medios germanos, no ha sido confirmado oficialmente.
En este sentido, un miembro del BCE sin identificar agregó al periódico alemán que “si los políticos tienen problemas mientras realizan un paso verdaderamente comprensivo, entonces el BCE entrará en juego y ayudará”.
Berlín y París podrían empezar a difundir los detalles del nuevo pacto -que crearía un “club de los supereuropeos” o una “coalición de los ahorradores”- la semana que viene y desvelarlo al completo en la cumbre de líderes de la UE del próximo 9 de diciembre en Bruselas.
Actuar por la vía rápida
Las razones de Merkel y el presidente francés, Nicolas Sarkozy, para promover este nuevo acuerdo -que de alguna forma puentea a la Comisión Europea (CE)- son la necesidad de actuar con rapidez y la de evitar los bloqueos de países particulares.
Las fuentes consultadas por el rotativo alemán señalaron que una reforma de los tratados europeos tardaría al menos un año en entrar en vigor, cuando esta nueva vía podría estar lista para enero o febrero de 2012. Si este pacto de estabilidad se tramitase por la vía comunitaria en lugar de como acuerdo entre países podría embarrancar con que uno de los Veintisiete -aunque no esté en la Unión Económica y Monetaria (UEM)- se negase a ratificarlo.
“Alemania y Francia no están dispuestas a esperar a una unanimidad de todos los países de la UE”, apunta la publicación, que recuerda el nerviosismo instalado en los mercados y los crecientes problemas de países como España e Italia, pero también Francia y Alemania, para colocar sus bonos.
Además, con este paso se pueden anular las reticencias de algunos países a comprometerse más efectivamente con la consolidación fiscal y con la integración fiscal europea, una necesidad según Merkel y Sarkozy.
Entre los países que hasta el momento se han mostrado más críticos con la posibilidad de una mayor cohesión fiscal en la UE destaca el Reino Unido.
La reforma de los Tratados
Asimismo, París y Berlín preparan, en su anunciada propuesta conjunta de reforma de los Tratados de la Unión Europea (UE), una mayor cesión de soberanía y un refuerzo de la cooperación intergubernamental, según informa ‘Le Journal du dimanche’.
Sarkozy presentará parte de las ideas que negocia con la canciller alemana el próximo jueves en Tolón (sur), en un discurso en el que explicará que la Comisión Europea deberá tener “nuevos poderes supranacionales”.
El diario, que cita fuentes del gobierno sin identificarlas, cuenta que Sarkozy defenderá la reforma de los Tratados que presentarán a sus socios comunitarios antes del Consejo Europeo del 9 de diciembre. Indica ‘Le Journal du dimanche’ que el presidente francés se abstendrá de mencionar el término “federalismo” para la nueva arquitectura que salga de la reforma de los Tratados y que se hablará más bien de “un refuerzo de lo intergubernamental”.
También añade la fuente que esta “pérdida de soberanía” de los Estados miembros ha causado ya diferencias dentro del Gobierno francés y que el ministro de Exteriores, Alain Juppé, ha manifestado su oposición a que los presupuestos de los países sean sometidos a la aprobación de una conferencia intergubernamental.
Las fuentes del diario estiman que el procedimiento para alcanzar ese estado que se propondrá “será largo. El Elíseo lo cuenta en años”.

Fonte: http://www.cubadebate.cu/

Elogia diario de Trinidad gesto de Raúl Castro...Sesiona hoy IV Cumbre Cuba-Caricom en Trinidad y Tobago!

8 Diciembre 2011 Haga un comentario
Encuentro del General de Ejército Raúl Castro Ruz con la Primera Ministra de Trinidad y Tobago. Foto: Estudios Revolución
Encuentro del General de Ejército Raúl Castro Ruz con la Primera Ministra de Trinidad y Tobago, Kamla Persad-Bissessar. Foto: Estudios Revolución.
El presidente Raúl Castro encabeza la delegación cubana que asistirá hoy en esta capital a la IV reunión cumbre entre Cuba y los ocho países miembros de la Comunidad del Caribe (Caricom).
La cita servirá para explorar nuevas áreas de colaboración y también será una nueva oportunidad de estrechar la cooperación, ampliar inversiones y profundizar las relaciones económicas entre las dos partes.
El mandatario cubano realizó la víspera una visita oficial a Trinidad y Tobago, que concluyó en horas de la noche con una cena que ofreció en su honor George Maxwell Richards, jefe de Estado de esta nación caribena.
En un breve discurso pronunciado en esa ocasión, Raúl Castro calificó de acontecimiento de gran importancia moral y educativa la decisión adoptada en 1972 por cuatro países caribeños de reconocer y establecer relaciones diplomáticas con Cuba.
Recordó que hoy se cumplen 40 años de esa decisión, adoptada de manera conjunta por Jamaica, Barbados Guyana y Trinidad y Tobago, en momentos en que Cuba solo mantenía relaciones diplomáticas con México, Panamá, Chile y Perú, como consecuencia del hostigamiento de Washington.
Tras su arribo ayer a Puerto Espana, Raúl Castro sostuvo conversaciones privadas con Richards en la sede presidencial.
Porteriormente, los dos estadistas acudieron al Parque Memorial, donde el presidente cubano colocó una ofrenda floral ante el monumento en honor a los ciudadanos de Trinidad y Tobago que combatieron y murieron durante la II Guerra Mundial como parte de los ejércitos británicos.
El programa de la visita incluyó después un encuentro con la primera ministra, Kamla Persad-Bissessar, en la que ambas partes analizaron “problemas profundos de nuestras relaciones, pero sobre todo pensando en el futuro”, según dijo después el gobernante cubano.
Raúl Castro llegó acompañado de una comitiva integrada por Ricardo Cabrisas, vicepresidente del gobierno, y por los ministros Bruno Rodríguez Parrilla, de Relaciones Exteriores, Rodrigo Malmierca, de Comercio Exterior e Inversiones Extranjera, entre otros.
(Con información de Prensa Latina)
Raúl Castro conversa con el Presidente de Trinidad y Tobago. Foto: Raúl Abreu
Raúl Castro conversa con el Presidente de Trinidad y 
Tobago, George Maxwell Richards. Foto: Raúl Abreu
Encuentro de Raúl con la Primera Ministra de Trinidad y Tobago Foto: Estudios Revolución
Encuentro de Raúl con la Primera Ministra de Trinidad y Tobago Foto: Estudios Revolución
El Presidente de Trinidad y Tobago y la Primera Ministra recibieron a Raúl en el aeropuerto Piarco. Foto: Estudios Revolución
El Presidente de Trinidad y Tobago y la Primera Ministra recibieron a Raúl en el aeropuerto Piarco. Foto: Estudios Revolución.

Fonte: http://www.cubadebate.cu

mercoledì 9 febbraio 2011

La suerte de Mubarak está echada... (Articolo di Fidel Castro - Cuba)

La suerte de Mubarak está echada, y ya ni el apoyo de Estados Unidos podrá salvar su gobierno. En Egipto vive un pueblo inteligente, de gloriosa historia, que dejó su huella en la civilización humana. “Desde lo alto de estas pirámides 40 siglos os contemplan”, cuentan que exclamó Bonaparte en un momento de exaltación cuando la revolución de los enciclopedistas lo llevó a ese extraordinario cruce de civilizaciones.
Al finalizar la segunda Guerra Mundial, Egipto estaba bajo la brillante dirección de Abdel Nasser, quien junto a Jawaharlal Nehru, heredero de Mahatma Gandhi; Kwame Nkrumah, Ahmed Sékou Touré, líderes africanos que junto a Sukarno, presidente de la entonces recién liberada Indonesia, crearon el Movimiento de Países No Alineados e impulsaron la lucha por la independencia de las antiguas colonias. Los pueblos del sudeste asiático, el Medio Oriente y el África, como Egipto, Argelia, Siria, Líbano, Palestina, el Sahara Occidental, el Congo, Angola, Mozambique y otros, enfrascados en la lucha contra el colonialismo francés, inglés, belga y portugués con el respaldo de Estados Unidos, luchaban por la independencia con el apoyo de la URSS y de China.
A ese movimiento en marcha, se sumó Cuba tras el triunfo de nuestra Revolución.
En 1956 Gran Bretaña, Francia e Israel, atacaron por sorpresa a Egipto que había nacionalizado el Canal de Suez. La audaz y solidaria acción de la URSS, que incluso amenazó con el empleo de su cohetería estratégica, paralizó a los agresores.
La muerte de Abdel Nasser, el 28 de septiembre de 1970, significó un golpe irreparable para Egipto.
Estados Unidos no cesó de conspirar contra el mundo árabe, que concentra las mayores reservas petroleras del planeta.
No es necesario argumentar mucho, basta leer los despachos informativos de lo que inevitablemente está ocurriendo.
Veamos las noticias:
28 de enero
“(DPA) - Más de 100 000 egipcios salieron hoy a las calles para protestar contra el gobierno del presidente Hosni Mubarak, pese a la prohibición de manifestaciones emitida por las autoridades.”
“Los manifestantes incendiaron oficinas del Partido Democrático Nacional (PDN) de Mubarak y puestos de vigilancia policial, mientras en el centro de El Cairo lanzaron piedras a la policía cuando ésta intentó dispersarlos con gases lacrimógenos y balas de goma.”
“El presidente estadounidense, Barack Obama, se reunió hoy con una comisión de especialistas para asesorarse sobre la situación, al tiempo que el portavoz de la Casa Blanca, Robert Gibbs, advirtió que Estados Unidos reevaluaría las multimillonarias ayudas que otorga a Egipto según la evolución de los acontecimientos.
“Las Naciones Unidas también emitieron un fuerte mensaje desde Davos, donde se encontraba este viernes el secretario general Ban Ki- moon.”
“(Reuters).- Presidente Mubarak ordena el toque de queda en Egipto y el despliegue de tropas del ejército respaldadas por vehículos blindados en El Cairo y otras ciudades. Reportan violentos choques entre manifestantes y la policía.
“Fuerzas egipcias, respaldadas por vehículos blindados, se desplegaron el viernes en El Cairo y otras grandes ciudades del país para terminar con las enormes protestas populares que exigen la renuncia del presidente Hosni Mubarak.
“Fuentes médicas señalaron que hasta el momento 410 personas resultaron heridas en las protestas, mientras que la televisión estatal anunció un toque de queda para todas las ciudades.”
“Los eventos representan un dilema para Estados Unidos, que ha expresado su deseo de que la democracia se extienda por toda la región. Mubarak, sin embargo, ha sido un aliado cercano a Washington por varios años y el destinatario de mucha ayuda militar.”
“(DPA).- Miles de jordanos se manifestaron hoy tras los rezos del viernes en todo el país pidiendo la dimisión del primer ministro, Samir Rifai, y reformas políticas y económicas.”
En medio del desastre político que estaba golpeando al mundo árabe, líderes reunidos en Suiza meditaron sobre las causas que daban lugar al fenómeno que incluso calificaron como suicidio colectivo.
“(EFE).- Varios líderes políticos piden en el Foro Económico de Davos un cambio en el modelo de crecimiento.”
“El actual modelo de crecimiento económico, basado en el consumo y sin tener en cuenta las consecuencias medioambientales, ya no puede mantenerse por más tiempo pues va en ello la supervivencia del planeta, advirtieron hoy varios líderes políticos en Davos.”
“‘El modelo actual es un suicidio colectivo. Necesitamos una revolución en el pensamiento y en la acción’, advirtió Ban. ‘Los recursos naturales son cada vez más escasos’, agregó, en un debate acerca de cómo redefinir un crecimiento sostenible en el marco del Foro Económico Mundial.
“‘El cambio climático nos muestra que el modelo antiguo es más que obsoleto’, insistió el responsable de la ONU.
“El secretario general agregó que, además de recursos básicos para la supervivencia como el agua y los alimentos, ‘se está agotando otro recurso, que es el tiempo, para hacer frente al cambio climático’.”
29 de enero:
“Washington (AP).- El presidente Barack Obama intentó lo imposible ante la crisis egipcia: cautivar a la población furiosa con un régimen autoritario de tres décadas y, al mismo tiempo, asegurar a un aliado clave que Estados Unidos lo respalda.
“El discurso de cuatro minutos del presidente, la noche del viernes, representó un cauto intento de mantener un equilibrio difícil: Obama sólo podía salir perdiendo si elegía entre los manifestantes que exigen la salida del presidente Hosni Mubarak y el régimen que se aferra con violencia a su posición de poder.
“Obama no pidió un cambio de régimen. Tampoco dijo que el anuncio de Mubarak fuera insuficiente.”
“Obama dijo las frases más fuertes del día en Washington, pero no se separó del guión que usaron su secretaria de Estado Hillary Clinton y el vocero de la Casa Blanca Robert Gibbs.”
“(NTX).- El diario The Washington Post pidió hoy al gobierno de Obama usar su influencia política y económica para que el presidente Mubarak abandone el poder en Egipto.”
“‘Los Estados Unidos deberían usar toda su influencia, incluyendo los más de mil millones de dólares en ayuda que suministra cada año al ejército egipcio, para asegurar el último resultado (la cesión del poder por parte de Mubarak)’, indicó el diario en su editorial.”
“Obama en su mensaje pronunciado de la noche del viernes dijo que continuaría trabajando con el presidente Mubarak y lamentó que no mencionara unas eventuales elecciones.”
“El diario calificó de ‘no realistas’ las posiciones de Obama y las del vicepresidente, Joe Biden, quien declaró a una radioemisora que no llamaría dictador al presidente egipcio y que no pensaba que debería renunciar.”
“(AFP).- Organizaciones árabes estadounidenses exhortaron al gobierno del presidente Barack Obama a que deje de apoyar a la dictadura de Mubarak en Egipto.”
“(ANSA).- EE.UU. se declaró hoy nuevamente ‘preocupado’ por la violencia en Egipto y advirtió al gobierno de Mubarak que no puede actuar como si nada hubiese sucedido. Fox News dice que a Obama le quedan dos malas opciones respecto a Egipto.
“Advirtió al gobierno de El Cairo que no puede volver a ‘mezclar las cartas’ y actuar como si nada hubiese sucedido en el país.
“La Casa Blanca y el Departamento de Estado están siguiendo muy de cerca la situación en Egipto, uno de los principales aliados de Washington en el mundo, y recipiente de unos 1.500 millones de dólares anuales en ayudas civiles y militares.”
“Los medios de información estadounidenses están dando una amplísima cobertura a los disturbios en Egipto, y vienen señalando que la situación puede resultar, de cualquier forma que se resuelva, en un dolor de cabeza para Washington.”
“Si Mubarak cae, estimó Fox, Estados Unidos, y su otro principal aliado en Medio Oriente, Israel, podrían tener que afrontar un gobierno de los Hermanos Musulmanes en El Cairo, y un giro anti-occidental del país del Norte de África.”
“‘Estuvimos apostando al caballo equivocado durante 50 años’, dijo a la Fox un ex agente de la CIA, Michael Scheuer. ‘Pensar que el pueblo egipcio va a olvidar que nosotros apoyamos dictadores durante medio siglo es un sueño’, completó.”
“(AFP).- La comunidad internacional multiplicó sus llamados para que el presidente egipcio Hosni Mubarak emprenda reformas políticas y cese la represión de las manifestaciones contra su gobierno que este sábado prosiguieron por quinto día.”
“Nicolás Sarkozy, Angela Merkel y David Cameron pidieron por su parte al presidente ‘iniciar un proceso de cambio’ frente a las ‘reivindicaciones legítimas’ de su pueblo y a ‘evitar a toda costa el uso de la violencia contra los civiles’, el sábado en una declaración conjunta.”
“También Irán llamó a las autoridades egipcias a atender las reivindicaciones de la calle.”
“El rey Abdalá de Arabia Saudita consideró en cambio que las protestas representan ‘ataques contra la seguridad y la estabilidad’ de Egipto, llevados a cabo por ‘infiltrados’ en nombre de la ‘libertad de expresión’.
“El monarca llamó por teléfono a Mubarak para expresarle su solidaridad, informó la agencia oficial saudita SPA.”
31 de enero:
“(EFE) Netanyahu teme que caos en Egipto propicie acceso de los islamistas al poder.
“El primer ministro israelí, Benjamín Netanyahu, expresó hoy su temor de que la situación en Egipto propicie el acceso de los islamistas al poder, inquietud que dijo compartir con dirigentes con los que ha hablado en los últimos días.”
“El primer ministro declinó referirse a informaciones divulgadas por medios locales que apuntan a que Israel ha autorizado hoy a Egipto el despliegue de tropas en la Península del Sinaí por primera vez en tres décadas, lo que se considera una violación del acuerdo de paz de 1979 entre las dos naciones.
“Por su parte y ante las críticas a las potencias occidentales como EE.UU. o Alemania que han mantenido estrechos lazos con regímenes totalitarios árabes, la canciller alemana afirmó: ‘No hemos abandonado a Egipto’.”
“El proceso de paz entre israelíes y palestinos se encuentra paralizado desde el pasado mes de septiembre, principalmente por la negativa israelí a frenar la construcción en los asentamientos judíos en el territorio ocupado palestino.”
“Jerusalén, (EFE).- Israel se inclina por el mantenimiento en el poder del presidente egipcio, Hosni Mubarak, a quien el jefe de Estado israelí, Simón Peres, respaldó hoy al entender que ‘una oligarquía fanática religiosa no es mejor que la falta de democracia’.”
“Las declaraciones del jefe del Estado coinciden con la difusión por los medios locales de presiones de Israel a sus socios occidentales para que bajen el tono de sus críticas al régimen de Mubarak, que el pueblo egipcio y la oposición tratan de derrocar.
“Fuentes oficiales no identificadas citadas por el periódico ‘Haaretz’ indicaron que el Ministerio de Asuntos Exteriores israelí envió el sábado un comunicado a sus embajadas en EE.UU., Canadá, China, Rusia y varios países europeos para pedir a los embajadores que hagan hincapié ante las autoridades locales respectivas de la importancia que para Israel tiene la estabilidad en Egipto.”
“Los analistas israelíes señalan que la caída de Mubarak podría poner en peligro los Acuerdos de Camp David que Egipto firmó con Israel en 1978 y la posterior suscripción del Tratado de paz bilateral en 1979, sobre todo si tuviese como consecuencia el ascenso al poder de los islamistas Hermanos Musulmanes, que gozan de amplio apoyo social.”
“Israel ve a Mubarak como el garante de la paz en su frontera sur, además de un apoyo clave para mantener el bloqueo a la franja de Gaza y el aislar al movimiento islamista palestino Hamas.”
“Uno de los mayores temores de Israel es que las revueltas egipcias, que siguen la estela de las tunecinas, alcancen también a Jordania, debilitando el régimen del rey Abdalá II, cuyo país junto con Egipto son los únicos árabes que reconocen a Israel.”
“La reciente designación del general Omar Suleiman como vicepresidente egipcio y, por tanto, posible sucesor presidencial, ha sido bienvenida en Israel, que ha mantenido con el general cercanas relaciones de cooperación en materia de Defensa.”
“Pero el rumbo que siguen las protestas egipcias no permite dar por hecho que la continuidad del régimen esté garantizada ni tampoco que Israel pueda seguir teniendo en el futuro en El Cairo a su principal aliado regional.”
Como puede observarse, el mundo se enfrenta simultáneamente y por primera vez a tres problemas:
Crisis climáticas, crisis alimenticias y crisis políticas.
A ellas, pueden añadirse otros graves peligros.
Los riesgos de guerra cada vez más destructivos están muy presentes.
Dispondrán los líderes políticos de suficiente serenidad y ecuanimidad para hacerles frente?
De ello dependerá el destino de nuestra especie.
Fidel Castro Ruz
Febrero 1º de 2011
7 y 15 p.m.

martedì 19 ottobre 2010

Piedad Córdoba y su lucha por la paz!

Sopra, il Leader Cubano di sempre: Fidel Castro

Ordóñez Maldonado, había destituido e inhabilitado por 18 años para ejercer cargos políticos a la prestigiosa Senadora colombiana Piedad Córdoba, por supuesta promoción y colaboración con las FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia). Frente a una medida tan inusual y drástica, contra la titular de un cargo electivo de la más alta institución legislativa del Estado, ésta no tiene otra alternativa que recurrir ante el propio Procurador que engendró la medida.

Era lógico que tal arbitrariedad provocara un fuerte rechazo, expresado por las más diversas personalidades políticas, entre ellas, ex prisioneros de las FARC y familiares de los que fueron liberados por gestiones de la senadora, ex candidatos a la presidencia, personas que ocuparon ese alto cargo, otros que fueron, o son, senadores o miembros del poder legislativo.

Piedad Córdoba es una persona inteligente y valiente, expositora brillante, de pensamiento bien articulado. Hace pocas semanas nos visitó acompañada de otras personalidades destacadas, entre ellas, un sacerdote jesuita de notable honestidad. Venían animados por un profundo deseo de buscar la paz para su país y solicitaban la colaboración de Cuba, recordando que durante años, y a solicitud del propio gobierno de Colombia, prestamos nuestro territorio y nuestra colaboración para las reuniones que tuvieron lugar en la capital de nuestro país entre representantes del Gobierno de Colombia y el ELN.

No me sorprende, sin embargo, la decisión tomada por el Procurador General, que obedece a la política oficial de ese país virtualmente ocupado por las tropas yankis.

No me gusta hablar a medias tintas, y diré lo que pienso. Hace sólo una semana, estaba a punto de iniciarse el debate general del 65 Período de Sesiones de la Asamblea General de Naciones Unidas. Durante tres días, se habían discutido las penosas metas de los Objetivos de Desarrollo del Milenio, y el jueves 23 de septiembre se iniciaba la Asamblea General, con la participación de los Jefes de Estado o de altos representantes de cada país. El primero en hacer uso de la palabra sería, como es costumbre, el Secretario General de la ONU y, de inmediato, el Presidente de Estados Unidos, país sede de la Organización y presunto amo del mundo. La sesión comenzaba a las 9 de la mañana. Como es lógico, estaba interesado en conocer qué diría el ilustre Barack Obama, Premio Nobel de la Paz, tan pronto concluyera Ban Ki-moon. Imaginé ingenuamente que la CNN en español o en inglés trasmitiría el discurso, generalmente breve, de Obama. Por esa vía escuché los debates entre aspirantes a ese cargo en la ciudad de Las Vegas, dos años antes.
Llegó la hora, pasaban los minutos y CNN ofrecía noticias aparentemente espectaculares sobre la muerte de un jefe guerrillero colombiano. Estas eran importantes, pero no de especial trascendencia. Continuaba yo interesado por saber qué decía Obama de los gravísimos problemas que sufre el mundo.

¿Acaso la situación del planeta está para que ambos estén bobeando y haciendo esperar a la Asamblea? Pedí que pusieran en otro televisor la CNN en inglés y tampoco una palabra sobre la Asamblea. Entonces, ¿de qué hablaba la CNN? Daba noticias, y esperaba que concluyera las que emitía sobre Colombia. Pero pasaron 10, 20, 30 minutos y seguía en lo mismo. Narraba incidencias de un colosal combate que se estaba librando, o se había librado, en Colombia, los destinos del continente iban a depender de eso, según se deducía de las palabras y el estilo de la narración del locutor. Se mostraban fotos y filmes en todos los colores de la muerte de Víctor Julio Suárez Rojas, alias Jorge Briceño Suárez o “Mono Jojoy”. Es el golpe más fuerte recibido por las FARC, afirmaba el locutor, supera la caída de Manuel Marulanda y la de Raúl Reyes juntos. Acción demoledora, afirmaba. Según se deducía, había tenido lugar un espectacular combate con la participación de 30 aviones de bombardeo, 27 helicópteros, batallones completos de tropas selectas empeñados en feroz acción bélica.

Realmente, algo más que las batallas de Carabobo, Pichincha y Ayacucho juntas. Con la vieja experiencia en estas lides, no concebía semejante batalla en una región boscosa y apartada de Colombia. La descomunal acción estaba condimentada con imágenes de todo tipo, viejas y nuevas, del comandante rebelde. Para el redactor de noticias de CNN, Alfonso Cano, quien sustituyó a Marulanda, era un intelectual universitario que no gozaba de apoyo entre los combatientes; el verdadero jefe había muerto. Las FARC tendrían que rendirse.

Hablemos claro. Las noticias referidas a la famosa batalla en la que murió el comandante de las FARC -un movimiento revolucionario colombiano que surgió hace más de 50 años, después de la muerte de Jorge Eliécer Gaitán, asesinado por la oligarquía- y la destitución de Piedad Córdoba, están muy lejos de llevar la paz a Colombia; por el contrario, podrían acelerar los cambios revolucionarios en ese país.

Imagino que no pocos militares colombianos estén abochornados por las grotescas versiones de la supuesta batalla en que murió el Comandante Jorge Briceño Suárez. En primer lugar, no hubo combate alguno. Fue un burdo y bochornoso asesinato. El almirante Edgar Cely, tal vez embarazado con el parte de guerra con que la autoridad oficial informó la noticia y otras versiones oscuras, declaró que: “Jorge Briceño, alias ‘Mono Jojoy’, murió por ‘aplastamiento’ cuando [...] la construcción en la que estaba escondido en la selva se le vino encima.” ”‘Lo que sabemos es que murió por aplastamiento, su búnker le cayó encima’, [...] ‘no es verdad que tuviera un tiro en la cabeza’.” Así lo declaró a la emisora Caracol Radio, según la agencia de noticias norteamericana AP.

A la operación le pusieron un nombre bíblico “Sodoma”, una de las dos ciudades castigadas por sus pecados, sobre ella cayó una lluvia de fuego y azufre.

Lo más grave es lo que falta por contar, que ya hasta el gato lo sabe, porque los propios yankis lo han publicado.

El gobierno de Estados Unidos le suministró a su aliado más de 30 bombas inteligentes. En las botas que le suministraron al jefe guerrillero, le instalaron un GPS. Guiadas por ese instrumento, las bombas programadas estallaron en el campamento donde estaba Jorge Briceño.

¿Por qué no se explica al mundo la verdad? ¿Por qué sugieren una batalla que nunca tuvo lugar?

Otros hechos bochornosos observé a través de la televisión. El Presidente de Estados Unidos recibió efusivamente a Uribe en Washington, y lo respaldó para ofrecer clases sobre “democracia” en una universidad estadounidense.

Uribe, fue uno de los principales creadores del paramilitarismo, sobre cuyos miembros cae la responsabilidad del auge del narcotráfico y la muerte de decenas de miles de personas. Fue con Barack Obama que Uribe suscribió la entrega de siete bases militares y virtualmente, de cualquier parte del territorio de Colombia, para la instalación de hombres y equipos de las fuerzas armadas yankis. De cementerios clandestinos está lleno el país. Obama, a través de Ban Ki-moon, concedió a Uribe la inmunidad, asignándole nada menos que la vicepresidencia de la comisión que investiga el ataque a la flotilla que llevaba ayuda a los palestinos sitiados en Gaza.

Uribe en los últimos días de su presidencia tenía ya organizada la operación utilizando el GPS en las botas nuevas que necesitaba el guerrillero colombiano.

Cuando el nuevo presidente de Colombia viajó a Estados Unidos para hablar en la Asamblea General, conocía que la operación estaba en marcha, y al conocer Obama la noticia del asesinato del guerrillero, abrazó efusivamente a Santos.

Me pregunto si en esa ocasión se habló algo del acatamiento de la decisión emitida por el Senado de Colombia, declarando ilegal la autorización de Uribe para establecer las bases militares yankis. En ellas se apoyó el grosero asesinato.

He criticado a las FARC. Expresé públicamente en una Reflexión mi desacuerdo con la retención de los prisioneros de guerra y los sacrificios que para estos implicaban las duras condiciones de la vida en la selva. Expliqué las razones y la experiencia adquirida en nuestra lucha.

Fui crítico de las concepciones estratégicas del movimiento guerrillero colombiano. Pero jamás negué el carácter revolucionario de las FARC.

Consideré y considero que Marulanda fue uno de los más destacados guerrilleros colombianos y latinoamericanos. Cuando muchos nombres de políticos mediocres sean olvidados, el de Marulanda será reconocido como uno de los más dignos y firmes luchadores por el bienestar de los campesinos, los trabajadores y los pobres de América Latina.
El prestigio y la autoridad moral de Piedad Córdoba se han multiplicado.

Fidel Castro Ruz Fidel Castro Ruz

Septiembre 30 de 2010
 
11 y 36 am


Traduzione in Italiano

Piedad Cordoba e la sua lotta per la pace!



Tre giorni fa è stato riferito che il Procuratore Generale della Colombia, Alejandro Ordonez Maldonado, è stato respinto e squalificato per 18 anni a cariche politiche presso il prestigioso colombiano senatrice Piedad Cordoba per la promozione e la presunta collaborazione con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Di fronte a una misura insolita e drastica nei confronti del titolare di una carica elettiva della massima istituzione legislativa dello Stato, non ha alternative, ma di fare appello al procuratore generale chi è il padre stesso della misura.
Era logico che tale arbitrarietà provocato una negazione forte, espressa dal maggior numero di personaggi politici, tra cui ex prigionieri delle FARC ed i familiari che sono stati liberati grazie agli sforzi del senatore, ex candidati presidenziali, che hanno occupato quella alta ufficio, altri che sono stati o sono, o senatori membri della legislatura.


Piedad Cordoba è un intelligente e coraggioso, esibendo luminose, pensieri ben articolata. Poche settimane fa abbiamo visitato insieme con altre personalità, tra cui un prete gesuita di integrità in sospeso. Came animati da un profondo desiderio di cercare la pace per il loro paese e hanno chiesto l'aiuto di Cuba, sottolineando che per anni, e su richiesta del governo della Colombia si, paghiamo il nostro territorio e la nostra collaborazione per le riunioni tenute nella capitale del nostro paese tra i rappresentanti del governo della Colombia e l'ELN.
Non mi sorprende, tuttavia, la decisione presa dal Procuratore Generale, che riflette la politica ufficiale del paese praticamente occupato dalle truppe yankee.
Non mi piace parlare con le mezze misure, e dire quello che penso. Proprio la scorsa settimana, stava per iniziare il dibattito generale della 65 sessione dell'Assemblea generale dell'ONU. Per tre giorni, hanno discusso gli obiettivi doloroso degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, e Giovedi 23 settembre Assemblea generale è iniziata con la partecipazione dei Capi di Stato e di alti rappresentanti di ogni paese. Il primo a fare uso della parola è, come al solito, il segretario generale dell'ONU, e subito, il Presidente degli Stati Uniti, paese che ospita l'Organizzazione e master presunto del mondo. La sessione è iniziata alle ore 9. Naturalmente, ero interessato a sapere quello che sarebbe l'illustre Barack Obama, Nobel per la Pace, non appena concluso Ban Ki-moon. Ingenuamente immaginato che la CNN in spagnolo o inglese avrebbe trasmesso il discorso, solitamente brevi, di Obama. In questo modo ho ascoltato i dibattiti tra i candidati per la carica nella città di Las Vegas, due anni prima.
Il tempo è venuto, i minuti passavano e le notizie della CNN, apparentemente offerto spettacolare sulla morte di un leader della guerriglia colombiana. Questi sono stati importanti, ma non particolarmente importante.
Se lo stato del pianeta è così che entrambi stanno facendo bobeando e attendere che l'Assemblea? Chiesto di mettere in un altro TV CNN in inglese e non una parola sul dell'Assemblea. Allora, che cosa ha parlato alla CNN? News è stato, e si aspettava di concludere che in onda su Colombia. Ma era 10, 20, 30 minuti e rimasto lo stesso. incidenti raccontato di una colossale battaglia veniva combattuta, o avevano combattuto in Colombia, il destino del continente dipenderà che, come si deduce dalle parole e lo stile narrativo del diffusore. Foto e film sono stati mostrati in tutti i colori della morte di Victor Julio Suarez Rojas, alias Jorge Briceno Suarez, o "Mono Jojoy". E 'il più pesante colpo ricevuto dalle FARC, ha detto l'oratore, che la caduta di Manuel Marulanda e Raúl Reyes insieme. Frantumazione di azione, ha detto. Come è emerso, aveva una spettacolare battaglia con la partecipazione di 30 bombardieri, 27 elicotteri, battaglioni pieno di truppe d'elite impegnati in una guerra feroce.
In realtà, più che la battaglia di Carabobo, Pichincha e Ayacucho insieme. Con la vecchia esperienza in questi conflitti, non poteva immaginare una simile battaglia in una remota regione boscosa della Colombia. Il ricorso straordinario è stato condito con le immagini di tutti i tipi, vecchi e nuovi, il comandante dei ribelli. Per editor notizie della CNN, Alfonso Cano, che ha sostituito Marulanda, è stato un intellettuale dell'università non gode di sostegno tra i combattenti, il vero leader era morto. Le FARC avrebbero dovuto arrendersi.
Cerchiamo di essere chiari. La notizia riguardante la famosa battaglia che ha ucciso il comandante delle FARC, un movimento rivoluzionario colombiano emerse più di 50 anni dopo la morte di Jorge Eliecer Gaito è stato ucciso da l'oligarchia e la rimozione di Piedad Cordoba sono ben lungi dal portare la pace in Colombia, invece, potrebbe accelerare i cambiamenti rivoluzionari in quel paese.
Immagino che alcuni militari colombiani sono imbarazzati dalle versioni grottesche della battaglia supposto che ha ucciso il comandante Jorge Briceno Suarez. In primo luogo, non vi era la lotta a tutti. E 'stato un omicidio grezzo e vergognosa. Ammiraglio Edgar Cely, forse in stato di gravidanza con la parte della guerra del corrispondente ufficiale riportato la notizia e altre versioni scuro, ha detto: "Jorge Briceno, alias Mono Jojoy, morì di 'schiacciare' quando [...] edificio dove si era nascosto nella foresta fu su di lui. "" 'Quello che sappiamo è che egli è morto per schiacciamento suo bunker scavato in', [...] 'non è davvero avuto un colpo alla testa "." Così detto Caracol Radio, secondo l'agenzia di stampa americana AP.
L'operazione metterà un nome biblico di "Sodoma", una delle due città colpite dai loro peccati, si fece piovere fuoco e zolfo.
Il peggio è ancora da contare su il gatto lo sa già, perché gli Yankees stessi hanno pubblicato.
Il governo americano gli ha fornito il suo alleato più di 30 bombe intelligenti. Nel stivali in dotazione il leader della guerriglia, ha installato un GPS. Guidati da tale strumento, le bombe esplose in programma nel campo dove è stato Jorge Briceno.
Perché non spiegare al mondo la verità? Perché suggerire una battaglia che non ha mai avuto luogo?
Altri fatti imbarazzanti visto in televisione. Presidente degli Stati Uniti Uribe calorosamente ricevuto a Washington, e ha sostenuto per offrire lezioni di "democrazia" in una università americana.
Uribe è stato uno dei principali creatori dei paramilitari, i cui membri ricade sotto la responsabilità della crescita del traffico di droga e la morte di decine di migliaia di persone. Barack Obama era con Uribe ha firmato la consegna di sette basi militari e praticamente ovunque nel territorio della Colombia, per gli uomini e installazione attrezzature dell'esercito yankee. Clandestine cimitero è pieno il paese. Obama, da Ban Ki-moon, Uribe ha concesso l'immunità da dare non meno che la vicepresidenza della commissione che indaga l'attacco alla flottiglia portare aiuti ai palestinesi sotto assedio a Gaza.
Uribe negli ultimi giorni della sua presidenza aveva già organizzato l'operazione utilizzando il GPS nel stivali nuovi di cui aveva bisogno la guerriglia colombiana.
Quando il nuovo presidente della Colombia è andato in America a parlare in occasione dell'Assemblea Generale, sapeva che l'operazione era in corso, e Obama sa la notizia dell'assassinio del Santos guerriglia calorosamente abbracciato.
Mi chiedo se in quella occasione ha parlato di alcuni l'attuazione della decisione emessa dal Senato della Colombia, Uribe ha autorizzato fuori legge per stabilire basi militari yankee. Hanno sostenuto l'omicidio fallo.
Ha criticato le FARC. Riflessione pubblicamente espresso il mio disaccordo con la riserva di prigionieri di guerra e dei sacrifici che questi coinvolto le dure condizioni di vita nella giungla. Ho spiegato i motivi e le lezioni apprese nella nostra lotta.
Sono stato critico della visione strategica della guerriglia colombiana. Ma non ha mai negato il carattere rivoluzionario delle FARC.
Ho ritenuto e ritengo che Marulanda è stato uno dei più importanti guerriglieri colombiani e latinoamericani. Quando molti nomi di politici mediocri sono dimenticati, Marulanda è riconosciuto come uno dei combattenti più dignitoso e costante per il benessere degli agricoltori, dei lavoratori e dei poveri in America Latina.
L'autorità di prestigio e morale di Piedad Córdoba si sono moltiplicate.

Fidel Castro Ruz Fidel Castro Ruz

Septiembre 30 de 2010

11 y 36 am

Fonte: www.cubadebate.cu







ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!