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giovedì 17 febbraio 2011

Chi è la donna che insieme al Magistrato di Milano Bruti Liberati, sta "perseguitando" il Premier Silvio Berlusconi? Puritani e moralisti all'attacco delle Istituzioni Politiche della Seconda Repubblica!

Ilda Boccassini

Dopo la laurea in Giurisprudenza entra in magistratura, con funzioni effettive, nel 1979 prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia, e ottenendo poco dopo il trasferimento alla Procura della Repubblica di Milano. Si occupa, quasi subito dopo il suo arrivo a Milano, di criminalità organizzata.
La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l'infiltrazione mafiosa nell'Italia settentrionale. L'inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l'arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.[1]
All'inizio degli anni novanta entra in rotta di collisione con altri colleghi del pool antimafia milanese, ne viene estromessa dall'allora Procuratore Capo Francesco Saverio Borrelli[senza fonte], ma porta comunque a termine il processo sulla Duomo Connection. Dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al '94 sulle tracce degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.[2] Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino. Dopo una breve parentesi alla Procura di Palermo torna a Milano e, su richiesta del Procuratore Borrelli, si occupa dell'inchiesta denominata Mani pulite subentrando ad Antonio Di Pietro dimessosi dalla magistratura il 6 dicembre del 1994.[3] Collabora, quindi, con i colleghi Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro e Francesco Greco, seguendo in particolare gli sviluppi delle inchieste riguardanti Silvio Berlusconi e Cesare Previti[senza fonte].
Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all'arresto di 15 sospetti appartenenti all'ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione. Secondo l'accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l'ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.[4]
Attualmente indaga sul caso riguardante l'affidamento di una giovane donna marocchina, definito giornalisticamente caso Ruby, nota negli ambienti della politica e della moda, che avrebbe compiuto alcuni furti.[5] L'inchiesta interessa, tra gli altri, il presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi che, secondo l'accusa, avrebbe esercitato indebite pressioni sulla questura di Milano per ottenere suo rilascio e che l'avrebbe pagata in cambio di prestazioni sessuali quando era ancora minorenne.[6] A causa di quest'incarico e di altre attività che hanno impegnato le procure della Repubblica nelle indagini su Silvio Berlusconi per reati quali concorso esterno in associazione mafiosa, prostituzione minorile, concussione, corruzione, strage, appropriazione indebita, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio, frode fiscale e falso in bilancio, Berlusconi la ha indicata fra gli appartenenti ad una ipotetica frangia della magistratura, da lui definita "sovietica" e "comunista".

Edmondo Bruti Liberati

Membro di una storica famiglia nobile delle Marche, i marchesi Bruti Liberati, ha ricoperto incarichi di rilievo nella Corte di giustizia dell'Unione europea e in seno all'Associazione Nazionale Magistrati italiana. Di quest'ultima fu segretario generale e vicepresidente fra gli anni 1980 e 1990, prima di assurgere alla carica di presidente il 25 maggio 2002. È esponente ed ex presidente di Magistratura democratica. Dal 2010 svolge l'ufficio di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano.[1]


21 MARZO 2009 - DALL'UNITA': Edmondo Bruti Liberati, magistrato ed ex presidente dell’Anm, boccia il ddl del centrodestra sulle intercettazioni: «Vedremo l’esito del dibattito parlamentare. Finora ho visto proposte stravaganti e inidonee a raggiungere gli obiettivi di tutela della privacy e razionalizzazione dei costi».

Quanto costano le intercettazioni?

«Molto, anche perché non c’è omogeneità nei prezzi stabiliti con le varie società telefoniche. Alcuni uffici giudiziari hanno iniziato una revisione dei contratti. Si può fare di più, ma moltissimo potrebbe fare il ministero della Giustizia proponendo schemi e prezzi base uguali per tutti. Finora purtroppo non è avvenuto».

Secondo il Pd, i proventi delle confische dei beni dei condannati ammonterebbero a 330 milioni nel solo processo Antonveneta. Non è un’enormità?

«È vero che alcuni processi importanti relativi alla criminalità economica hanno consentito il recupero alle casse dello Stato di cifre imponenti. Che coprono non solo le spese del procedimento ma anche parte significativa degli oneri complessivi per le intercettazioni. Poi però c’è un principio più generale».
Di quale principio parla?

«I costi si possono razionalizzare e devono essere abbattuti. Ma questo resta uno strumento fondamentale per il contrasto alla criminalità. Limitare i presupposti a gravi o evidenti indizi di colpevolezza indebolisce molto questa forma investigativa, rendendola inutilizzabile».

Cosa altro non le piace della riforma?

«È assurdo prevedere per i processi a carico di ignoti l’iniziativa della parte offesa, spesso intimorita e oggetto di minacce. Quanto alla durata, sono convinto che i magistrati debbano fare grande attenzione e non intercettare oltre lo stretto necessario, ma non ha senso porre un termine drastico di tempo».
Quali potrebbero essere le conseguenze?

«Paradossali. Se pochi giorni prima della scadenza del termine dalle intercettazioni emergessero i colpevoli o la progettazione di nuovi reati, secondo la riforma si dovrebbe comunque smettere di ascoltare».

Trova appropriate le sanzioni più dure previste dal testo?

«Non il carcere per i giornalisti. Ma è giusto introdurre sanzioni rigorose ed efficienti per chiunque, giornalisti compresi, divulghi intercettazioni di cui è stata disposta la distruzione a tutela della riservatezza».

Fonte: ffantozzi@unita.it 21 Marzo 2009 da http://www.unita.it


Chi sono le tre donne che giudicheranno Berlusconi? Nel processo Sme del 2003 il premier chiese (ma non ottenne) la ricusazione della D'Elia. La De Cristofaro si occupò della «Clinica degli orrori». La Turri rinviò a giudizio Berruti (Pdl)

Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. Sono loro le tre donne che dal 6 aprile giudicheranno il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo che lo vede imputato a Milano per concussione e prostituzione minorile. Le tre donne sono state scelte «a caso» dal software «Giada»: un sistema informatico posto al 7° piano del Palazzo di Giustizia che assegna automaticamente i giudici «liberi» da altri impegni ai vari processi.
Eccovele presentate una ad una quì sotto:




CARMEN D'ELIA

La prima, Carmen D'Elia, ha già incrociato sulla sua strada il premier. Nata nel 1962 a Fragagnano, Taranto, in magistratura dal 1991, nel 2002 si occupa del processo Sme. Nel filone principale vengono condannati per corruzione Attilio Pacifico, Cesare Previti e Renato Squillante.
posizione di Silvio Berlusconi relativa all'accusa di falso in bilancio viene invece stralciata. Durante il procedimento il Cavaliere chiede la ricusazione dei tre giudici che ha davanti, tra cui la D'Elia: sono colpevoli, sostiene, di aver anticipato «un giudizio su uno dei punti essenziali» dell'altra accusa, quella di corruzione. Ma il premier si vede bocciata la richiesta dalla Corte d' Appello di Milano ed è costretto a pagare una multa di 1.000 euro. La sua ricusazione viene giudicata «inammissibile per totale carenza dei presupposti di legge».
Nel 2004 il Tribunale, con giudice la Turri, lo assolve dall’accusa di aver «aggiustato» una sentenza civile. Per l'accusa di corruzione semplice, gli concede le attenuanti generiche, dichiarando prescritto il reato (il premier è accusato per un bonifico di 434 mila dollari finiti da un conto Fininvest al giudice Renato Squillante).
Sei anni dopo la D'Elia condanna a 15 anni l'ex primario della Clinica Santa Rita Pier Paolo Brega Massone, in merito allo scandalo della «Clinica degli orrori».

ORSOLA DE CRISTOFARO

Nello stesso dibattimento c'è anche Orsola De Cristofaro. La donna ha lavorato con la D'Elia anche nel processo relativo alle tangenti nella Provincia di Milano che si chiude nel giugno 2009 con 11 condanne.

GIULIA TURRI

L'ultimo giudice è Giulia Turri. Nel 2007 segue in qualità di gip il caso Vallettopoli. E' lei, su richiesta del pm Frank Di Maio, a mandare in carcere Fabrizio Corona, accusato di estorsione. Nello stesso anno condanna a 30 anni di reclusione Emilio Toscani e Marco Baldi, ritenuti responsabili del sequestro del finanziere milanese Gianmario Roveraro.
Anche lei ha incrociato, seppur indirettamente, il premier. Nel 2008 rinvia a giudizio Massimo Maria Berruti, ex ufficiale della Guardia di Finanza e poi consulente Fininvest e deputato di Forza Italia. Berruti è accusato di riciclaggio di presunti fondi neri relativi all'acquisto di diritti tv di Mediaset. In seguito verrà assolto dal Tribunale.
Nel 2010 la Turri giudica le indagini sul traffico di cocaina all'interno dei locali della movida milanese, The Hollywood e The Club che portano all'arresto di cinque persone e all'iscrizione di 19 soggetti nel registro degli indagati.





mercoledì 16 febbraio 2011

Il Premier Silvio Berlusconi a processo il 6 Aprile 2011

A PROCESSO dal 6 Aprile 2011: Silvio Berlusconi, unico imputato. Giudicato dalla quarta sezione penale (presidente Giulia Turri, a latere Carmen D’Elia e Orsola De Cristofaro) per due reati: concussione e prostituzione minorile. La concussione aggravata dal fatto di aver voluto «occultare la prostituzione minorile e altri reati eventualmente commessi da altri». Si parla della pressione operata sulla Questura di Milano, cui il premier telefonò nella notte fra il 27 e il 28 maggio 2010, con lo scopo di far liberare l’allora diciassettenne Karima Al Garhoub, cioè Ruby, accreditandola come nipote del presidente egiziano Mubarak, e al fine di nascondere di avere avuto con lei, «da febbraio a maggio 2010», rapporti a pagamento. E anche al fine di nascondere la processione di escort diretta da Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, di cui il premier è indicato come «utilizzatore finale» (in questo caso non penalmente perseguibile).

«DALLE fonti di prova i fatti storici risultano dimostrati». Significa dunque: evidenza della prova. Da quei fatti, il giudice delle indagini preliminari Cristina Di Censo desume il requisito essenziale per spostare in immediato il giudizio, questo nel merito, di Silvio Berlusconi davanti a un tribunale.

Dopo sei giorni dalla richiesta della Procura (cinque quelli previsti dal codice in termini non perentori) il giudice emette il decreto che dispone il giudizio immediato. Un provvedimento prevalentemente tecnico, motivato in trenta pagine, di cui viene data notizia dal presidente dell’ufficio gip Gabriella Manfrin, mentre la porta del giudice Di Censo resta per tutto il giorno chiusa e piantonata dai carabinieri.

L’attribuzione del processo al collegio avviene attraverso il sistema automatico Giada, il cui software valuta reato per cui si processa, lo abbina alle sezioni competenti, quindi sceglie in base ai carichi di lavoro in corso. Così anche la data, del processo: la sua casualità viene dal fatto che il dibattimento cade un mercoledì, uno dei giorni della settimana in cui Berlusconi presenterebbe un legittimo impedimento, giustificato dall’attività parlamentare: i processi a suo carico, in ripresa dopo la decisione della Consulta, e che potrebbero creare un vero ingorgo - da Mills a Mediaset a Mediatrade - si possono svolgere solo di sabato o di lunedì.
TRENTA pagine scrive il giudice Di Censo. Per dire che per «evidenza probatoria» ci si riferisce non alla prova della responsabilità, ma alla prova della fondatezza dell’accusa, così da poter sostenere il giudizio di fronte al tribunale competente, saltando la fase dell’udienza preliminare davanti al gup. Per dire, poi, che il giudice naturale è il tribunale di Milano, affrontando la questione sulla cosiddetta «competenza funzionale», che vede come contraltare il tribunale dei ministri: ipotesi quest’ultima fortemente caldeggiata dalla difesa di Berlusconi che ha utilizzato i motivi con cui la Giunta delle autorizzazioni a procedere ha rinviato alla Procura le carte d’accusa come «irricevibili», proprio in virtù di un’asserita incompetenza di funzioni. Il reato di concussione, stabilisce invece Di Censo, è stato messo in atto con «abuso della qualità del Presidente del Consiglio» e non con l’abuso della sua funzione. A riprova due sentenze della Cassazione: fissano per la concussione il discrimine fra reato ordinario e reato ministeriale, avvalorando che quando si tratti di abuso di qualità, si parla di reato ordinario.

Sciolti due nodi, il giudice preliminare affronta il terzo: con rito immediato si potrà procedere anche per prostituzione minorile (su ciò s’era sviluppata una querelle legata al diverso trattamento cui i due reati sono sottoposti in dibattimento: concussione e prostituzione, appunto). In questo caso si tratta, scrive il gip, di fatti fortemente connessi, in quanto il più grave avvenne per nascondere il meno grave (la prostituzione) e dunque lo attrae, senza che il diverso trattamento processuale rischi di comportare «limitazioni del diritto di difesa».

Il resto sono regole e procedura. Elencazione degli imputati (solo Silvio Berlusconi) e delle imputazioni, legittimità del rito immediato («costituzionale e previsto dall’ordinamento»), ammissibilità dello stesso immediato (tre mesi dall’iscrizione dell’indagato nel registro, invito a comparire, evidenza della prova), e quindi le fonti di prova elencate, per espisodi, occupano quindici pagine. Il resto, è, anche, fotocopiatura di atti. Alle 30 pagine del gip si assommano le 782 d’accusa, che vengono notificate a Berlusconi e suoi due avvocati, Nicolò Ghedini e Piero Longo, alle parti lese (ma per ora non costituite), Ruby, Ministero dell’Interno, i tre funzionari della questura (Piero Ostuni, Ivo Morelli e Giorgia Iafrate). Il tutto per oltre tredicimila pagine da notificare.



6 Aprile 2011, ore 9 e 30: Silvio Berlusconi dovrà presentarsi in tribunale per la prima udienza del processo che lo vede imputato per concussione e prostituzione minorile. Lo ha deciso oggi il giudice per le indagini preliminari Cristina di Censo, che ha accolto la richiesta dei pm milanesi. Il gip, quindi, non solo ha riconosciuto la competenza della Procura di Milano, ma ha anche ritenuto che sussistano prove evidenti per rinviare a giudizio il cavaliere col rito immediato. Parti lese Ruby Karima, in relazione all’accusa di prostituzione minorile, e il Ministero dell’Interno, in relazione a quella di concussione.

A giudicare Berlusconi sarà un collegio composto da 3 giudici appartenenti alla quarta sezione del Tribunale di Milano, 3 donne per la precisione: Carmen D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri. Saranno loro quindi a giudicare sul caso Ruby e a decidere su una vicenda dai contorni giudiziari, politici, mediatici ed etici a cui l’Italia guarda sbigottita. Dopo le accuse di prostituzione minorile, dopo la manifestazione delle donne Se non ora quando?, nel futuro del Presidente ci saranno ancora le donne, questa volta a giudicarlo. Contrappasso Dantesco?

Fonte: http://www.fanpage.it  Fanpage Social Media

giovedì 10 febbraio 2011

L'Inchiesta Rubygate e gli scandali sessuali: la metodologia applicata dagli Inquirenti Italiani e dalla Magistratura di Milano somiglia vagamente a quella applicata dalla Stasi o dal Kgb ai vecchi tempi della “guerra fredda” quando, per infangare la credibilità ed eliminare dai giochi di potere un avversario politico, si utilizzavano come “armi improprie” la seduzione e la lussuria!

L'Inchiesta Rubygate e gli scandali sessuali: la metodologia applicata dagli Inquirenti somiglia vagamente a quella applicata dalla Stasi o dal Kgb ai vecchi tempi della “guerra fredda” quando, per infangare la credibilità ed eliminare dai giochi di potere un avversario politico, si utilizzavano come “armi improprie” la seduzione e la lussuria.

IL COMPLOTTO CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI: 800 sono le carte che contengono le prove e le accuse, le testimonianze e le parole che a detta degli Inquirenti, incastrerebbero il Premier Silvio Berlusconi e tutta la sua “cricca” di fedelissimi, amici, parenti stretti e collaboratori di vario genere e di varia natura che insieme al Presidente avrebbero favorito la prostituzione minorile, la prostituzione d'alto bordo, la concussione e la corruzione politica, la corruzione di costumi e di denaro, la pornografia, lo sfruttamento di giovanissime e bellissime ragazze che per la carriera e il denaro si sarebbero prestate a qualsiasi “gioco” erotico e non, addirittura la somministrazione di droghe durante i festini a luci rosse e addirittura il favoreggiamento dello spaccio di droga pesante e la lista delle accuse al Premier non finisce qui anzi, chissà quanti altri elementi non sono stati messi agli atti.
La violazione della privacy da parte degli Inquirenti verso il Presidente del Consiglio e verso tutte le persone che sono state coinvolte, direttamente e indirettamente, nell'inchiesta giudiziaria oggi chiamata “Rubygate” è oramai palese ed evidente.
117.000 sono state ad oggi le intercettazioni telefoniche, sia vocali sia sms, archiviate dagli Inquirenti nell'intera area di Villa Arcore, sede principale dei festini a luci rosse.
Una proporzione abnorme se si pensa che per l'inchiesta Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate il 26 Novembre 2010 ed ancora non ritrovata, le intercettazioni dell'intera area della scomparsa sono state solo 12.000 tra chiamate vocali e messaggi sms, ancora prima per la scomparsa di Sarah Scazzi e per l'indagine portata avanti dopo la scoperta del suo cadavere, le intercettazioni sono state che poche migliaia e comunque fatte in un periodo troppo tardivo e ininfluente.
Per il caso più “bollente” d'Italia e d'Europa invece, sembra proprio che un intero esercito di “spioni” e “guardoni” sia stato assoldato dagli Inquirenti, ripetiamo 117.000 intercettazioni telefoniche e non, da fare invidia alla vecchia STASI di un tempo, il servizio segreto dell'ex-DDR (Repubblica Democratica della Germania dell'Est) ai tempi del muro di Berlino e della “guerra fredda” tra Est e Ovest, tra Capitalismo e Comunismo, tra le Democrazie Occidentali e i Regimi Sovietici Orientali, un testa a testa con un finale che è stato scritto nel lontano 1989.
Come organizzazione interna, come efficienza, tempestività, severità se non anche cinismo e crudeltà, la STASI era seconda solo al KGB dell'Unione Sovietica del tempo; entrambe le agenzie per la Sicurezza Interna dei rispettivi Paesi non solo erano abili ed imbattibili nella tecnica dello spionaggio e del contro-spionaggio, ma erano anche assai abili nel mettere “fuori uso” qualsiasi avversario politico scomodo.
Ecco la prima “analogia” dell'inchiesta Rubygate alle vecchie tecniche utilizzate dai servizi segreti della cortina di ferro: la preponderante varietà, qualità e numero delle intercettazioni telefoniche ed ambientali dove, in ogni attimo, in ogni respiro, in ogni occasione della giornata gli “spiati” sono stati registrati violando ogni canone di privacy personale, violando ogni buon senso per catalogare tutto ciò che per un individuo dovrebbe essere sacro e inviolabile, ecco così che tutto, dai gusti sessuali ai gusti musicali, dai gusti gastronomici ai gusti artistici, tutto ma proprio tutto di ogni uomo politico, di spettacolo o semplicemente di ogni parente che si sia avvicinato ed addentrato a Villa Arcore, tutto è stato ascoltato, trascritto, duplicato, dato in pasto alle fauci fameliche della stampa e della televisione e tutto ciò che dal privato non poteva essere considerato reato penale o civile, tutto è stato svelato indiscriminatamente.
Un Presidente del Consiglio che fa bene il suo lavoro, che sia onesto in politica e integerrimo nella gestione della cosa pubblica, quando la notte entra nel suo letto, nessuno dovrebbe sapere o “spiare” sotto le sue lenzuola sul cosa fa, anche se è un Capo di Stato, e nessun cittadino dovrebbe permettersi di giudicare i gusti sessuali nel privato di un Premier che magari potrebbe apparire ai più un po troppo sprovveduto, aitante, piacione e dedito al divertimento, ma fino a quando amministra bene la cosa pubblica, nessuno dovrebbe permettersi di giudicarlo per la dissolutezza che può esercitare nel privato.
Un Capo di Stato il buon esempio al pubblico lo deve dare occupandosi dei problemi del lavoro, della casa, dei poveri ed in generale nell'amministrazione pubblica di tutta la Nazione; nel suo intimo, nella sua vita privata, anche un Capo di Stato potrà e può fare ciò che vuole senza rendere conto a nessuno, fino a quando non si commette un vero e grave reato quale può essere ad esempio l'omicidio, la violenza fisica, il ladrocinio e lo sperpero delle risorse pubbliche della collettività, attentati contro lo Stato, ruberie di ogni genere, questi sono veri e più gravi reati e non sono certo reati i festini a luci rosse veri o presunti tali che in ogni caso sono stati festini privati, fatti in luoghi chiusi e privati, tra gente privata e invitata direttamente dal Premier e dai suoi collaboratori.
Dove sta il reato nel Rubygate? Tutte le ragazze che hanno presenziato a questi presunti festini hard in ogni caso erano tutte consenzienti, sapevano comunque dove stavano andando, uscite di casa propria, e sapevano soprattutto da chi andavano, perchè andavano e ancora sapevano dal principio per cosa andavano ad Arcore.
Da quando in qua il sesso libero, tra persone libere, adulte e consenzienti è diventato un grave reato di Stato? Un grave reato penale? Forse in Iran e in Afghanistan ancora oggi il sesso al di fuori del matrimonio religioso è considerato un grave reato penale oltre che un grave peccato contro Dio e contro la Religione ma fortunatamente non qui in Italia.
Per quando riguarda lo sfruttamento e l'induzione alla prostituzione minorile questa poi è un'altra accusa che sfiora il ridicolo; la giovane Marocchina Ruby che ha compiuto da poche settimane i 18 anni di età, oggi è indagata anch'essa per avere dichiarato il falso, infatti per entrare a Villa Arcore Ruby che aveva 17 anni dichiarava di averne 24 di anni ma nessuno ha controllato i suoi documenti ed è normale, bastava vederla in fotografia come basterebbe guardarla oggi a distanza di poche settimane: alla fine del 2010 aveva 17 anni e ne dimostrava fisicamente almeno minimo 2 o 3 anni di più, oggi a inizio 2011 dopo avere compiuto i 18 anni la cosa non cambia, Ruby a 17 anni era già una donna ben fatta e completa che dimostrava molto di più dei suoi 17 anni ed è normale che ad una festa, se questa si presenta agli astanti dicendo di avere 24 anni, nessuno baderebbe più di tanto a lei ed alla sua presunta o vera età, perchè Ruby non era una bambina di 10 anni, ad occhio nudo poteva ingannare chiunque ed avrebbe ingannato anche gli Inquirenti stessi che oggi la mettono sotto indagine per “aver dichiarato le sue false generalità!”
La seconda analogia dell'inchiesta Rubygate ai vecchi e collaudati metodi di indagine sullo stile della STASI e del KGB è proprio ciò che ci fa sentire “puzza” e sentore di “complotto politico” prima di tutto.
Da anni ormai le opposizioni politiche del Premier Berlusconi che fanno capo al Centro-Sinistra stanno soffrendo una condizione di basso profilo e di debolezza che hanno quasi “incancrenito” tutto l'apparato politico e istituzionale che gravita attorno ai partiti orfani del Socialismo reale.
La difficoltà a ritrovare un unico leader, forte e carismatico capace di intercettare tutti i voti degli scontenti e dei delusi, degli operai che hanno abbandonato da tempo le Sinistre, del ceto medio-basso e di una parte dell'Imprenditoria privata Italiana, degli artigiani e dei lavoratori autonomi; la difficoltà a coalizzare in un unico cartello elettorale tutte quelle forze politiche che si richiamano al Centro e alla Sinistra; la difficoltà a dialogare con i Cattolici tradizionalisti orfani della Democrazia Cristiana degli anni '80 e '90 del secolo scorso; la difficoltà di proporre un valido, grande e serio progetto di Governo e di Rinascita Nazionale ha spinto tutto l'arco che varia dal Centro-Sinistra alla Sinistra Radicale verso un perenne stato di frustrazione, depressione e frammentazione in cui tutti tentano di dividersi l'uno dall'altro anzi che unirsi in un unico obiettivo, in cui tutti cercano di ergersi a “prima donna” e leader!
Chiarissimo è il fatto che un Centro-Sinistra debole, in questo stato di frustrazione e frammentazione, non è mai stato in grado in questi ultimi anni, di scalzare il Cavaliere Berlusconi dal suo Governo e dal suo Potere Politico.
Nessun argomentazione politica è mai riuscita a mettere in serio pericolo la posizione del Premier, nessun progetto presentato fin'ora, nessun programma elettorale e nessuno delle decine di schieramenti politici messi in campo e poi dissolti dallo stesso schieramento di Centro-Sinistra è mai riuscito a competere testa a testa con lo schieramento di Centro-Destra guidato da Berlusconi, ed anche senza Gianfranco Fini, Presidente della Camera ed ex-alleato di Silvio Berlusconi, il Popolo delle Libertà sembra sempre più forte dei suoi avversari politici che siedono a Sinistra.
I primi cedimenti della posizione forte di Berlusconi sembrano proprio essere causati da questa gigantesca inchiesta giudiziaria partita, fondata e basata sul nulla giudiziario; il Gossip rosa sembra essere più efficace e più efficiente di un valido e normale programma politico di Sinistra.
Il sospetto dunque che questa mastodontica Inchiesta formata ad arte e fondata sul Gossip, sia stata fatta a doc e magari su “commissione”!
Alcuni elementi riconducibili all'opposizione politica del Premier, alcuni apparati dello Stato legati politicamente alle opposizioni, alcuni Magistrati invisi a Berlusconi, tutta una serie di collegamenti politici e giudiziari dunque che posso aver creato e montato questa inchiesta “artificiosamente” sfruttando le debolezze e le vanità di tutti i personaggi che gravitano intorno a queste indagini.
Terza analogia ai sistemi della STASI e del KGB, l'utilizzo massiccio di ragazze e belle donne da “spacciare” come escort e/o come “ballerine” ma che in realtà erano dei veri e propri Agenti Segreti o collaboratrici dei Servizi Segreti i quali le utilizzavano per ingannare (Il caso Ruby ad esempio, la bella ragazza minorenne Marocchina che entra ad Arcore con la bugia e l'inganno!) i soggetti (Agenti Segreti stranieri di paesi nemici, uomini di affari, banchieri, uomini politici ed anche Capi di Stato di paesi esteri nemici!) e sedurli, carpire informazioni importanti e vitali, incastrarli con registrazioni, telefonate e fotografie compromettenti, infangare la loro figura politica o professionale, ricattarli, spingerli a farsi da parte, dimettersi, licenziarsi, altrimenti in caso contrario pena la “distruzione” morale e personale dell'individuo considerato rispettabile, facendo pubblicare tutti i documenti compromettenti e imbarazzanti sulle più importanti riviste o i più importanti quotidiani nazionali e inviare questi documenti ai rispettivi Governi e Ambasciate.
La lussuria, la seduzione, la vanità, la sete di potere e di denaro, di successo e di notorietà, queste erano le armi “improprie” utilizzate dai collaboratori e dagli Agenti della STASI e del KGB e queste sembrano le armi “utilizzate” dalle decine di soubrette, vallette, veline, ballerine, ragazze più o meno note della TV e dello spettacolo, presunte escort, amiche di amiche non ancora famose ma che lo sono guarda caso diventate subito dopo lo “scoppio” dello scandalo Rubygate.
E proprio Ruby che faceva la cubista in discoteca, non era famosa, non era ne un'attrice e ne una velina, guadagnava a serata € 150 mentre oggi, dopo la sua notorietà che i Giudici hanno contribuito con la loro mastodontica inchiesta “Gossip” fondata sul nulla a dargli, Ruby per una serata in discoteca guadagna fino a € 20.000 ecco dunque il sospetto che si fa ogni giorno sempre più grande, per cui tutte queste ragazze od almeno qualcuna di queste siano state in realtà “pilotate” ed utilizzate per un progetto politico più grande e più serio che non è quello di inquisire il Premier per reati discutibili ma bensì quello reale, di distruggere una volta per tutte la figura politica di Silvio Berlusconi, di distruggere la sua credibilità agli occhi degli Italiani e dei suoi elettori, di distruggere la rispettabilità morale del Premier agli occhi della Chiesa, del Vaticano, dei suoi elettori Cattolici, di distruggerlo definitivamente nella sua figura di uomo politico e di imprenditore vincente, di successo.
I piani segreti di questo complotto in pieno stile STASI e KGB sono dunque il ridimensionamento del bacino dei voti dello schieramento del Centro-Destra e del Popolo delle Libertà, favorire l'ascesa dei partiti dell'opposizione che se pur sempre deboli, con un Premier dimezzato e ridimensionato potrebbero avere finalmente quella chance di vittoria elettorale che inseguono da anni con scarsi risultati.
Il popolo Italiano non si faccia ingannare da questa farsa Giudiziaria, da questo complotto politico, da questa Inchiesta fondata sul Gossip dove tutte le intercettazioni si sono rivelate spesso e per lo più ininfluenti, inconcludenti e talvolta dubbiose, se non addirittura falsate e create a “tavolino” per “bombardare” il morale e la tenuta della stabilità del Governo Berlusconi.
I Giudici di Milano che stanno portando avanti l'inchiesta poi, da voci di corridoio, sembra che negli anni passati della loro gioventù abbiano militato in formazioni dell'estrema Sinistra extra-parlamentare vicini a Lotta Continua. Ho detto tutto.

Alexander Mitrokhin

giovedì 20 gennaio 2011

Caso RUBY: intervista a Kalispera... #Rubygate - #SilvioBerlusconi

Il caso Ruby, noto a livello mediatico come Rubygate, è stato uno scandalo politico e giudiziario a sfondo sessuale che tra il 2010 e il 2011 coinvolse il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Le indagini sulla vicenda portarono alla luce una serie di incontri sessuali avuti con Karima El Mahroug, conosciuta come Ruby Rubacuori, quando lei era ancora minorenne. Lo scandalo portò all'avvio di tre diversi processi, due dei quali videro imputato Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile (Ruby uno) e di corruzione in atti giudiziari (Ruby ter). Dopo essere stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione nel processo Ruby uno, Berlusconi fu assolto dalle accuse in appello, assoluzione poi confermata anche in cassazione. Berlusconi fu poi assolto in primo grado nel processo Ruby ter, assoluzione per la quale il pubblico ministero è ricorso in Cassazione. In un terzo processo (Ruby bis) furono invece condannati in via definitiva Emilio FedeLele Mora e Nicole Minetti per favoreggiamento della prostituzione. Il caso Ruby assunse rilevanza mediatica sia nazionale che internazionale, oltre che per il contenuto a sfondo sessuale delle inchieste, anche per la concomitanza con la crisi del debito italiano e le conseguenti dimissioni del governo Berlusconi IV nel novembre del 2011.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!