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giovedì 8 dicembre 2011

Un giornalista newyorkese pubblica un articolo sul caso di Dominic Strauss-Kahn. Dall'unione degli elementi si arriva alla tesi della trappola contro l'ex avversario di Nicolas Sarkozy per la poltrona dell'Eliseo. A far luce potrebbe essere un BlackBerry, sparito nel nulla...

Sono state diffuse le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’Hotel Sofitel di New York, che erano accese lo scorso 14 maggio, il giorno in cui l’ex capo del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss Kahn fu accusato di avere violentato una cameriera dell'albergo, Nafissatou Diallo. I video, diffusi dal canale Bfm-Tv mostrano DSK che esce dall’hotel alle 12,27. In queste immagini Strauss-Kahn esce visibilmente calmo dall’ascensore dell’hotel, si dirige verso la reception, paga il conto, poi esce dalla hall e sale su un taxi. Nella seconda sequenza si vede la cameriera Nafissatou Diallo mentre racconta la vicenda agli impiegati del Sofite. Poi la scena cambia: un agente dell’hotel Adrian Branch telefona alla polizia. A quel punto si vede la famosa "danza della gioia": gli impiegati del Sofitel cominciano a congratularsi e a danzare. Uno degli avvocati francesi di DSK ha dichiarato giovedì di non avere alcuna prova dell’esistenza di un complotto contro il suo assistito. Dominique Strauss Kahn dovrà sostenere un processo civile che avrà luogo negli Usa.
Chiedete a Dominic Strauss-Kahn (DSK), ex capo del Fondo Monetario Internazionale, come mai è finito in una storia di stupro che ha affossato la sua candidatura alla poltrona dell'Eliseo, e lui vi dirà probabilmente che è tutto "un complotto".
Al di là di quanto successo nella suite 2806 dell'hotel Sofitel di New York con la cameriera Nafissatou Diallo, nota anche come Ophelia, è ciò che ci gira attorno che sta sollevando un polverone e vale la pena raccontare.
Al centro della vicenda c'è infatti un BlackBerry, che c'era e che nessuno trova più. A rivelare questa storia è Edward Jay Epstein, giornalista investigativo, sulle pagine del New York Review of Books. Lo smartphone potrebbe essere la chiave di tutto perché, secondo il racconto, il 14 maggio Strauss-Khan è avvertito da un'amica (che lavora per l'Unione per un Movimento Popolare, il cui leader è Nicolas Sarkozy) di avere il telefono sotto controllo.
Strauss-Khan chiama la moglie, e chiede che la mattina seguente, al suo ritorno, sia fatta una verifica su BlackBerry e sull'iPad in suo possesso. D'altronde se un hacker ha sottratto foto e informazioni dal telefono di celebrità di Hollywood, tutto è possibile, specie se si vuole architettare un trappolone.
Alle 15.29 Strauss-Khan si accorge di non avere più con sé lo smartphone di cui sospetta l'hackeraggio, e chiama l'hotel dando i dettagli del volo in modo che gli recapitino il dispositivo prima di partire. Il resto della storia è noto: a trattenerlo nella Grande Mela non è stato il BlackBerry, ma la polizia, che l'ha arrestato per il presunto stupro della cameriera, avvenuto tra le 12:06 e le 12:13.
Dopo mesi di processi DSK è tornato libero, ma con reputazione e vita politica ridimensionate, se non distrutte. Ophelia avrebbe mentito - ma va anche detto che l'ex capo dell'FMI sembra aver dichiarato di avere un problema con il sesso.
Al centro di tutto però rimane uno smartphone introvabile, il cui GPS sarebbe stato disattivato alle 12.51. Un'operazione che secondo un esperto forense potrebbe essere stata compiuta da una persona con "conoscenze tecniche su come funzionava il Blackberry".
Tanta gente fatica a comprendere cosa sia il GPS e come funzioni, e in tanti hanno poca dimestichezza con gli smartphone, ma basta qualcuno con una minima passione per la tecnologia per compiere tale operazione.
La tesi di Epstein è che la cameriera sarebbe stata al centro di un complotto, e avrebbe sottratto lo smartphone a Strauss-Khan (in modo che non fosse esaminato), dandolo a una persona (della quale l'hotel non ha voluto offrire le generalità) nella stanza 2820, visitata più volte durante la mattinata.
La cronaca racconta anche di uno strano balletto di gioia tra due persone, Brian Yearwood (alto funzionario del Sofitel) e un personaggio non identificato, dopo la deposizione della donna sulla presunta violenza subita. A rendere ancora più ingarbugliata la vicenda c'è il fatto che Renè-Georges Querry, a capo della sicurezza degli hotel Sofitel, è un ex funzionario di polizia che ha stretti legami con Ange Mancini, coordinatore dell'apparato d'intelligence del presidente Sarkozy.
Dall'Eliseo non si è fatta attendere la presa di posizione del Ministro dell'Interno francese, Claude Gueant. "Ho letto l'articolo di Edward Epstein e cosa sottolinea? Che DSK ha perso il suo telefonino. Non è perché ha perso il suo telefonino che c'è stato un complotto". Insomma, una grossa montatura su cui solo un Blackberry misteriosamente sparito potrebbe fare luce.
Dopo il caso Bisignani, benvenuti in un nuovo complotto politico a sfondo cyber-tecnologico. Chi e come si è intrufolato nello smartphone di DSK? Quali tecniche di "spionaggio", se la versione del giornalista è corretta, sono state usate? Probabilmente non lo sapremo mai, ma se fossimo nei nostri parlamentari, inizieremmo a mettere da parte tablet e smartphone, quantomeno in aula, giusto per non correre rischi e pensare a cose un tantino più serie.

Fonte: http://www.tomshw.it

venerdì 23 settembre 2011

Strauss-Kahn NON ARRENDERTI, noi ti vogliamo PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE! Caccia via dall'Eliseo il "cattivo" Sarkozy...Strauss Khan torna al piu' presto in politica e candidati alle prossime elezioni Presidenziali...noi ti appoggiamo e ti sosteniamo con la propaganda elettorale! - Strauss-Kahn N'abandonnez pas, nous voulons PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE! Dall'Eliseo Chasse le «mauvais» Sarkozy! Strauss Khan revient plus "rapidement dans la politique et les candidats à la prochaine élection présidentielle ... nous vous soutiendrons et nous appuyons la propagande électorale!


Strauss-Kahn N'abandonnez pas, nous voulons PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE! Dall'Eliseo Chasse le «mauvais» Sarkozy! Strauss Khan revient plus "rapidement dans la politique et les candidats à la prochaine élection présidentielle ... nous vous soutiendrons et nous appuyons la propagande électorale!
 
Martine Aubry, candidata alle primarie socialiste per le presidenziali 2012 si trova in una situazione imbarazzante dopo le rivelazioni, domenica sera sul canale televisivo TF1, di Dominique Strauss Kahn!

Domenica sera vi è stato sconcerto fra i giornalisti che negli scorsi mesi avevano intervistato Martine Aubry riguardo alla candidatura di Strauss Kahn alle primarie socialiste.
Durante la sua apparizione televisiva di ieri sera, Strauss Kahn ha dichiarato che sì, un patto elettorale esisteva fra lui e la Aubry, perché lui intendeva candidarsi alle primarie del partito socialiste. Primarie che avrebbe sicuramente vinto, stando a diversi opinionisti.
Nelle diverse interviste rilasciate ai media nei mesi del calvario newyorchese del compagno di partito, interrogata riguardo all’esistenza di un patto elettorale, Martine Aubry rispondeva che no, non c’era nessun patto. Fra lei e Strauss Kahn esisteva unicamente un ragionamento politico comune.
Il patto in questione è il famoso Pacte de Marrakech, dal luogo in cui i due lo avevano concordato, nell’autunno del 2010.
Adesso Martine Aubry viene considerata la candidata di ripiego, quella che ha approfittato delle disgrazie di Strauss Kahn. Perché il patto voleva che fosse lui a candidarsi e non lei. Entrambi avevano impegni che li facevano esitare, lui la conduzione del Fondo monetario e lei la conduzione del PS, ma alla fine era stato deciso che lui si sarebbe candidato, perché aveva concrete possibilità di venire eletto persino alla presidenza della nazione.
Dopo il suo arresto a New York, a seguito della vicenda Nafissatou Diallo, la Aubry aveva rotto il patto e annunciato la sua candidatura alle primarie.
Senza ombra di dubbio la posizione elettorale di Martine Aubry si fa ora critica e – come era prevedibile – il ritorno in Francia di Strauss Kahn si rivela ricco di colpi di scena. 

(Fonte: www.adelfo.it)

Il 14 maggio, Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pronto a candidarsi per il Partito Socialista all’Eliseo nel 2012, è stato arrestato all’aeroporto di New York, con l’accusa di aver sequestrato e tentato di violentare una cameriera del Sofitel in Times Square, dove alloggiava. La notizia, le immagini del suo arresto e del processo, hanno fatto il giro del mondo, destando naturalmente molto scalpore in Francia. Dopo la sua assoluzione,  13 milioni di francesi sono stati incollati alla tv per sentire i 23 minuti d’intervista e le pubbliche scuse di “DSK”.

IL FATTO - Il 14 maggio, Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pronto a candidarsi per il Partito Socialista all’Eliseo nel 2012 e molto temuto da avversari e no, è stato arrestato all’aeroporto di New York, con l’accusa di aver sequestrato e tentato di violentare una cameriera di origini guineiane, Nafissatou Diallo, al Sofitel di Times Square, dove lui alloggiava.  La notizia, le immagini del suo arresto e del processo, hanno fatto il giro del mondo, destando naturalmente molto scalpore in Francia e, in tutti questi mesi, i media hanno seguito la torbida vicenda giudiziaria. Dopo la denuncia della Diallo, anche la reporter e scrittrice francese Tristane Banon, aveva espresso l’intenzione di portare Strauss-Kahn in tribunale con la stessa accusa (una violenza sessuale che si sarebbe consumata nel 2003), ma poi è stata dissuasa dalla madre, che era stata amante di lui, e quest’ultimo ha querelato la 32enne giornalista e scrittrice per calunnia. Alla fine il giudice ha dichiarato che la cameriera del Sofitel, avrebbe mentito  e, referti medici alla mano, dimostrato che il rapporto è stato consenziente. Lei ha un passato poco pulito, è stata accusata di vendere droga (che il marito traffica)e prostituirsi ai clienti dell’albergo, quindi giudicata non attendibile. Strauss-Kahn è stato assolto il 23 agosto, ma sebbene non abbia commesso il reato, almeno ha ritenuto suo dovere presentare, un po’ come Clinton all’epoca della Lewinsky, le sue scuse pubbliche per averla (nuovamente) tradita, alla terza moglie Anne Sinclair, ex giornalista (che gli è stata sempre accanto), ai figli e naturalmente ai francesi, tredici milioni dei quali hanno seguito in diretta il suo “mea culpa”.
IL PRECEDENTE - Non era neppure la prima volta che Strauss Kahn, spesso chiamato semplicemente “DSK” dalla stampa francese, si trovava al centro di uno scandalo sessuale: il 18 ottobre 2008 il Wall Street Journal ha rivelato indagini interne per accertare se non avesse fatto favoritismi per la sua amante Piroska Nagy, da lungo tempo responsabile del dipartimento del Fondo Monetario Internazionale in favore dell’Africa, e lei lo ha accusato di abuso di potere a fini sessuali. Già allora, Strauss-Kahn aveva presentato scuse pubbliche alla sempre fedele ed indulgente Anne Sinclair  e all’FMI, argomentando di aver commesso un erreur de jugement , errore di valutazione, intrecciando una relazione con la Nagy. Il 25 ottobre di quell’anno, la commissione d’inchiesta del Fondo, assolve Strauss-Kahn, ma lo licenzia il 6 maggio proprio per aver commesso “atti regrettables et reflétant une grave erreur de jugement (incresciosi e rivelatori di un grave errore di valutazione )”.
LE (CONTRASTANTI) REAZIONI FRANCESI – La Francia si è sentita umiliata per lo scandalo Diallo. A maggio, Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie e Segretario del Front National di estrema destra, ha condannato l’accaduto e Nathalie Kosciuko-Morizet, Ministro dell’Ambiente, ha dichiarato che la Francia ne è stata la prima vittima. Gli altri, in seno al partito di DSK, hanno mostrato più cautela: “Chiamo tutti ad aspettare la verità dei fatti e a rispettare la presunzione d’innocenza, e di conservare la decenza necessaria”, ha dichiarato il segretario del PS, Martine Aubry.  Commenti analoghi anche da Segolène Royal e François Hollande – entrambi candidati alle presidenziali – che hanno invitato il partito all’unità ed al comportamento responsabile. Calma mostrata anche dall’ ”Unione per un Movimento Popolare” (UMP), il partito di Sarkozy, un membro del quale ha definito “di una crudeltà insostenibile”, le immagini del Presidente del Fondo Monetario Internazionale portato via in manette. Tuttavia celebri giornali francesi, hanno sottolineto l’ipocrisia di fondo dell’atteggiamento del gruppo politico del presidente francese in carica, avversario di Strauss-Kahn. Le Monde ha parlato di “sconvolgimento che scuote il Partito socialista”, Le Parisien e Le Figaro di “colpo di fulmine alla campagna elettorale socialista”, mentre 20minutes considera oramai “impossibile” la candidatura alle presidenziali dell’economista e politico. La Charente Libre ha sottolineato che “Nel campo di Sarkozy, nessuno si rallegra pubblicamente dello scandalo che colpisce l’immagine della Francia, ma sotto sotto, Nicholas Sarkozy ha di nuovo qualche ragione per sperare in una rielezione”. Il giornale La Croix definisce quella faccenda un’ “umiliazione” per tutta la République o più precisamente “un’umiliazione per DSK e per i suoi, se è innocente. Un’umiliazione per la Francia in ogni caso e, al di là degli intrighi politici, l’immagine del nostro Paese è già da tempo alterata”.
PICCO DI ASCOLTI - Non sorprendono più di tanto perciò i 13.000.000 di spettatori incollati al Tf1 la sera di domenica, per l’intervista apologetica dell’ex Presidente del Fondo Monetario Internazionale: si è trattato del picco di ascolti più alto delle news serali registrato dall’emittente dalle violenze urbane del 2005. Le reazioni sono discordanti: chi parla di “forza e sincerità” delle dichiarazioni di Strauss-Kahn, chi d’“indecenza”. I primi a farsi sentire sono stati naturalmente i membri del Partito Socialista. I sostenitori di Hollande Pierre Moscovici, Andre' Vallini e Bruno Le Roux, si sono serviti dell’intervista per attaccare la sfidante dell’ex compagno di Segolène Royal , Martine Aubry. Il messaggio è chiaro: se Strauss-Kahn non si fosse trovato nei guai, lei non avrebbe avuto la possibilità di candidarsi. Segolène Royal ha dichiarato di voler “voltare pagina”, che “questa trasmissione ha consentito di chiudere qualcosa che ci ha tenuti troppo occupati e ha dichiarato che “credo non sia più di attualità” un posto per DSK nel governo, se lei dovesse vincere alla presidenziali. Il deputato Jack Lang, sembra soddisfatto dell’intervista: “Credo che abbia dato tutte le risposte che ci si aspettava, su quanto avvenuto all’Hotel Sofitel, sulla procedura che lo ha messo in stato di accusa, sull’assoluzione” e si dice convinto che la Francia avrà di nuovo bisogno “dell’incredibile competenza ed esperienza” di Strauss-Kahn. Arnaud Montebourg, altro candidato socialista all’Eliseo non concorda: “Avrebbe potuto, avrebbe dovuto presentare delle scuse in modo da consentirci di parlare di altro". Jean François Copé, Segretario generale dell’UMP, vorrebbe, come l’ “avversaria” Royal, che la trasmissione televisiva chiudesse questa “sceneggiata durata troppo a lungo” e l’ha trovata,  benché sia stata presentata come inevitabile, “patetica e triste”.Anche nella capitale francese i commenti sono spesso discordi. C’è l’uomo a cui Strauss-Kahn non è sembrato sincero e che recitasse una messa in scena e la donna che invece sostiene che abbia ammesso il suo errore e “non possiamo nemmeno chiedergli più di questo”. Resta ora da vedere quale sarà il futuro dell’ex Presidente del FMI ed ex aspirante Presidente francese, arrestato casualmente all’aeroporto dedicato a John Fitzgerald Kennedy (JFK), anche lui conosciuto con una sigla, anche lui fedifrago, ma mai accusato di stupro. (Fonte: www.fusiorari.org)

Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Settembre 2011 - Ore 18:21


Strauss-Kahn parla ai Francesi in TV: «Ho sbagliato, ma non ci fu violenza!» Prima intervista dell'ex direttore del Fmi ed ex candidato all'Eliseo accusato di stupro a New York e poi prosciolto!


Strauss-Kahn, prima intervista in tv: "Ho fatto uno sbaglio, ho colpe morali!"

Parigi (FRANCIA), 23 Sertembre 2011 - (TMNews) - I pm di Parigi hanno deciso di mettere a confronto in un aula di tribunale Dominique Strauss-Kahn e Tristane Banon, la scrittrice che accusa l'ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale di aver tentato di violentarla otto anni fa. Lo ha annunciato in un breve comunicato il procuratore della Repubblica Francese.
"Il collegio difensivo di Dominique Strauss Kahn è venuto a conoscenza della decisione della Procura di procedere con il tradizionale confronto nell'inchiesta preliminare che è stata aperta" avevano riferito poco prima gli avvocati dell'ex ministro socialista, confermando indiscrezioni di stampa. Strauss Kahn "aveva già informato gli inquirenti che si sarebbe messo a disposizione" avevano precisato i legali.
Soltanto ieri, la giornalista e scrittrice che ha denunciato Strauss Kahn per un tentativo di stupro nel 2003 aveva affermato la sua volontà di un confronto diretto perché l'ex numero uno del Fmi la guardasse "dritta negli occhi" dicendole che "i fatti che lei denuncia sono solo immaginari". Strauss Kahn ha sporto, a sua volta, denuncia nei confronti di Banon per calunnia. Intervistato di recente da Tf1 ha definito "immaginarie" le accuse della scrittrice, figlia di una dirigente del Ps Francese. (Fonte Afp) 

L'ex direttore del Fmi accusato e poi prosciolto dall'accusa di aver stuprato una cameriera racconta la sua verità: "Nessuna violenza, ma ho mancato l'appuntamento con i francesi che avevano posto in me la speranza di un cambiamento!"

PARIGI - Dominique Strauss-Kahn respinge ogni accusa di violenza o di rapporto a pagamento con Nafissatou Diallo, la cameriera del Sofihotel di Manhattan che lo ha trascinato in tribunale con l'accusa di stupro, ma ammette una "colpa morale", nei confronti "di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi". E' questo uno dei passaggi chiave dell'intervista che l'ex direttore del Fondo monetario internazionale ha concesso questa sera in diretta alla rete televisiva privata francese Tf1.
"Ho mancato l'appuntamento con i francesi che avevano posto in me la speranza di un cambiamento", ha detto parlando per la prima volta pubblicamente della vicenda che lo ha portato sotto processo negli Stati Uniti. Parole che hanno fatto da prologo alla conferma che ha rinunciato definitivamente a candidarsi all'Eliseo in vista delle prossime elezioni del 2012: "Avrei voluto presentarmi per le presidenziali, ma non lo farò!"
"Ho avuto paura, molta paura - ha proseguito - quando sei preso in un meccanismo del genere hai l'impressione che può farti a pezzi". L'aver sopportato i momenti difficili passati, ha quindi spiegato, è stato merito soprattutto della moglie. Anne Sinclair, ha detto, è una "donna eccezionale", "senza di lei non ce l'avrei fatta". Dsk ha quindi confermato di aver avuto un rapporto sessuale con la cameriera, ma ha ribadito che "in quanto avvenne", nella camera del Sofitel Hotel, "non ci furono violenze, coercizioni, aggressioni
né furono commessi crimini. Alla domanda se si senta vittima di una macchinazione, Strauss-Kahn ha risposto: "Una trappola? E' possibile. Un complotto? Vedremo!"
Davanti la sede parigina dell'emittente, una cinquantina di persone hanno atteso l'arrivo dell'economista manifestando a sostegno delle dignità delle donne. 
Strauss Kann oltre che della vicenda newyorchese, dalla quale è uscito prosciolto, deve rispondere anche di uno scandalo a sfondo sessuale in Francia. Tristane Banon, 32 anni, giornalista e scrittrice, figlia di una dirigente locale socialista, sostiene infatti da anni - anche se inizialmente l'ha fatto con meno decisione - che Strauss-Kahn la aggredì a scopo di violenza nel febbraio 2003, nell'appartamento dell'allora dirigente socialista. Lei le aveva chiesto un'intervista, durante la quale poi Dsk avrebbe provato a violentare la giovane e avvenente giornalista che si era trovato davanti. Durante l'intervista in tv l'ex direttore del Fmi ha respinto però anche questa accusa.  "In quell'incontro non c'è stata alcuna aggressione né violenza, la versione fornita (da Banon) è frutto di immaginazione e calunniosa", ha affermato.
 
Fonte: http://www.repubblica.it/

Parigi - (FRANCIA) - Lo scandalo sessuale? «Un errore nei confronti di mia moglie e dei miei figli». La corsa all'Eliseo? «Ho mancato il mio appuntamento con i francesi. Che avevano fiducia in me». È la prima uscita pubblica di Dominique Strauss-Kahn al suo rientro a Parigi dopo la vicenda giudiziaria americana, l' accusa dalla quale è stato scagionato di aver violentato una cameriera all'hotel Sofitel di New York. L'ex direttore generale del Fondo monetario internazionale ed ex possibile candidato socialista alla presidenza della Repubblica parla ai microfoni di TF1, la prima rete televisiva privata d'Oltralpe , al tg delle 20.
«HO AVUTO PAURA» - Ma cosa è davvero accaduto quella famosa notte a New York, chiede la giornalista. «Quanto accaduto non ha nulla a che fare con al violenza, né con aggressioni, né altri atti criminali come è stato riconosciuto dalla Procura di Manhattan. Ma quello che è successo non è solo una relazione inappropriata, ma un errore», è stata la risposta. «Ho una colpa morale di cui non vado fiero - ha aggiunto Dsk - e credo di non aver ancora finito di pentirmene» ha continuato il politico socialista confessando di «aver avuto paura, molta paura. Quando sei preso in un meccanismo del genere hai l'impressione che possa farti a pezzi. Sono stato umiliato». Strauss-Kahn non ha escluso che possa essersi trattato di «una trappola, una cospirazione - ha detto - Vedremo.»
LE ACCUSE DELLA BANON? IMMAGINARIE - Quanto alla giornalista francese Tristane Banon che lo accusò di tentato stupro, Strauss-Kahn ha liquidato la vicenda (sulla quale è in corso un'indagine) come «immaginaria»,l una ricostruzione «calunniosa - ha detto - non ci fu nessuna aggressione, nessuna violenza». Lei sostenne invece di aver rischiato di esser violentata durante un'intervista, nel 2003 raccontando che Strauss-Kahn tentò di slacciarle i jeans e il reggiseno e le mise le mani in bocca e nella biancheria.
MIA MOGLIE UNA DONNA STRAORDINARIA «Se ho potuto resistere è grazie a mia moglie Anne Sinclair, una donna straordinaria, senza di lei non ce l'avrei fatta»
TEMPO PER RIFLETTERE - Strauss-Kahn è apparso rammaricato soprattutto di non aver potuto prender parte alla competizione per la successione a Sarkozy. «Evidentemente non sarà così», ha detto aggiungendo che ora intende «prendere tempo per riflettere, per riposare e per ritrovarsi: tutta la mia vita è stata consacrata a cercare di essere utile al bene comune. Si vedrà!»
 
Fonte: www.ilcorriere.it

venerdì 5 agosto 2011

Strauss-Kahn, verso l'archiviazione New York Post: "Dsk stappa Champagne!" INTANTO IL COMPLOTTO AI SUOI DANNI NON SI FERMA: ALTRE GRAVI DIFFAMAZIONI AI DANNI DI DSK DA PARTE DI UNA GIORNALISTA POCO ATTENDIBILE, FORSE PAGATA DAI SERVIZI SEGRETI FRANCESI AL SOLDO DEL PRESIDENTE SARKOZY, CHE SOSTIENE DI ESSERE STATA MOLESTATA E VIOLENTATA SESSUALMENTE DALL'EX-PRESIDENTE DEL F.M.I. CHE FA PAURA A TANTI SUOI AVVERSARI POLITICI IN FRANCIA!

Citando una fonte attendibile, il quotidiano scrive che "il teste d'accusa non può essere credibile" e il procuratore della città, Cyrus Vance, è in procinto di chiudere l'inchiesta. La giornalista francese Tristane Banon annuncia la denuncia per stupro!

NEW YORK (USA) - "Stappa lo champagne, dsk", scrive il quotidiano New York Post in un articolo in esclusiva in cui, citando una fonte ben informata, si sostiene che il procuratore di New York, Cyrus Vance, si appresta ad archiviare l'inchiesta per presunto stupro contro Dominique Strauss-Kahn. L'avvocato di Dsk, Benjamin Brafman, contattato dal giornale si è rifutato di rispondere sull'ipotesi di una chiusura dell'inchiesta o su un incontro, previsto domani, tra la difesa e il procuratore.
"Sappiamo tutti che questo caso si basa sul nulla 1", spiega la fonte anonima citata dal sito del giornale. Mancanza di credibilità della cameriera Nafissatou Diallo, che accusa l'ex direttore del Fondo monetario internazionale di violenza sessuale. "Tutto quello che dice non può essere credibile", continua la fonte aggiungendo che nei prossimi giorni verrà messa la parola fine a questa vicenda. E dalla sua parte Anne Sinclair, moglie fedelissima di Dominique Strauss-Kahn non ha dubbi: "Quelli che ci hanno sputato in faccia non li dimenticheremo", sembra abbia scritto - secondo fonti giornalistiche ben informate - in uno degli sms inviati negli ultimi giorni ai suoi amici a Parigi. "Abbiamo avuto ragione di non dubitare", è stato uno altro dei messaggi arrivato sul cellulare dei conoscenti della coppia a Parigi dopo il crollo delle accuse contro l'ex direttore del Fondo monetario.
Nel frattempo oggi la giornalista e scrittrice francese ha, come atteso, sporto denuncia per stupro 2 nei confronti dell'ex numero uno del Fmi. Gli avvocati dell'ex direttore dell'Fondo monetario, Henri Leclerc e Frederique Baulieui, definiscono "immaginari" i fatti di cui parla Banon e hanno già deciso di quererarla.
Ma per David Koubbi, avvocato di Tristane Banon, citato dal magazine l'Express sul suo sito web, "Banon ha veramente subito ciò di cui accusa Strauss-Kahn", aggiungendo che la prescrizione per il tentato stupro è di dieci anni. "Ciò che avviene negli Stati Uniti non ci riguarda, lo ripeto - aveva detto - Se il dossier dell'accusa contro Strauss-Kahn è vuoto, il nostro non lo è. E' estremamente solido". In Francia, lo stupro e il tentativo di stupro sono reati passibili di 15 anni di reclusione. La denuncia da parte di Tristane Banon darebbe luogo a un'indagine preliminare che ascolterà la vittima e l'aggressore presunto. La procura deciderà poi di archiviare il caso di chiedere un supplemento d'indagine, o di aprire un processo.
La cameriera denuncia il New York Post. Intanto i legali della 32enne immigrata della Guinea Equatoriale, principale accusatrice di Strauss - Kahn, hanno deciso di querelare il New York Post che nei giorni scorsi aveva descritto la donna come una prostituta.  
NEW YORK (USA) – La cameriera d'albergo che accusa di stupro l'ex presidente del Fmi Dominique Strauss Kahn, Nafissatou Diallo, potrebbe avviare presto una causa civile nel Bronx, dove è opinione diffusa che i giudici siano più ben disposti verso la povera gente.
Il processo penale a Manhattan contro il politico socialista francese si avvia verso l'archiviazione, dopo che è emerso che Diallo ha mentito su molte circostanze. L'avvocato della donna, Kenneth Thompson, ha annunciato che se venisse dichiarato il non luogo a procedere sul piano penale, avvierebbe una causa civile per risarcimento danni.
Secondo diversi esperti, il popolare Bronx sarebbe il distretto ideale dove presentarla, piuttosto che l'aristocratica Manhattan.
Un avvocato che ha lavorato nel Bronx come assistente del procuratore distrettuale, Brian Waller, ha detto che "i magistrati del Bronx tendono a dimostrare una sfiducia verso le persone da fuori, i privilegiati e il sistema in generale". "Il tribunale civile del Bronx è il più grande strumento di redistribuzione della ricchezza dai tempi dell'Armata Rossa – ha aggiunto Ron Kuby, un noto avvocato newyorkese -. In quanto presunto socialista, DSK dovrebbe apprezzare il luogo".
Un ex presidente dell'Associazione degli avvocati del Bronx, Frederick Potack, prevede che difficilmente una causa civile di Diallo arriverà mai davanti a una corte: "Le daranno una somma di denaro che non ha mai visto in vita sua e lei se ne tornerà tranquillamente nell'ombra".

Intanto la cameriera arteficie e protagonista 
del "complotto" ai danni di DSK afferma:  

«Dio mi è testimone: ho detto la verità. Lo giuro, Dio lo sa. E anche lui (Dominique Strauss-Kahn) lo sa». Accetta per la prima volta di svelarsi Nafissatou Diallo, alias «Ophelia», la cameriera del Sofitel di New York che accusa di stupro l’ex direttore del Fondo Monetario internazionale. E così, mostra il suo volto a lungo nascosto in televisione, su Internet e sulla carta stampata, con due lunghe interviste a Abc e a Newsweek.   «Ho detto agli inquirenti ciò che mi ha fatto quell’uomo. Non ho mai cambiato versione. Io so bene cosa mi ha fatto» si difende la donna, la cui credibilità è stata nell’ultimo mese messa in dubbio. «A causa sua mi chiamano prostituta - attacca ai microfoni della Abc - Voglio che vada in carcere. Voglio che sappia che vi sono dei posti dove non può usare il suo potere e i suoi soldi ’’Noi siamo poveri ma brava gente. Io non penso ai soldi’’ afferma Diallo, intervistata nell’ufficio del suo legale Thompson Wigdor. Immediata la replica dei legali di Strauss-Kahn: ’’Vuole infiammare l’opinione pubblica’’. Ricostruisce nel dettaglio quanto accaduto sabato 14 maggio quando, dopo aver bussato alla stanza 2806, quella di Strauss-Kahn, e non aver ricevuto risposta, è entrata. Dal corridoio che si affacciava sulla camera da letto ha visto un uomo nudo con i capelli bianchi. ’’Mi scusi’’ ha detto immediatamente e si è avviata verso l’uscita. ’’Non devi scusarti’’ ha risposto Strauss-Kahn che - secondo la sua ricostruzione - le si è gettato addosso: ’’Sei bellissima’’ le ha detto. ’’Si fermi, non voglio perdere il mio lavoro’’ ha replicato la donna. ’’Non lo guardavo, avevo paura, non mi aspettavo nessuno nella stanza’’ aggiunge. ’’Mi ha spinto sul letto’’ e ha cercato di avere un rapporto orale. ’’L’ho spinto, mi sono alzata, volevo spaventarlo e ho detto che c’era il responsabile’’. Dopo che Strauss-Kahn l’ha costretta a un rapporto orale, è riuscita scappare. ’’Sono corsa nel corridoio, ero nervosa, spaventata, non volevo perdere il lavoro’’. Mentre cercava di calmarsi ha visto Strauss-Kahn uscire dalla stanza con il bagaglio. ’’Non so come si sia vestito così velocemente. Mi ha visto e non ha detto niente’’. Diallo è poi rientrata nella stanza 2806, quella dove è stata assalita, per recuperare gli strumenti di lavoro. Il responsabile dell’albergo poco dopo l’ha incontrata nella hall e l’ha vista scossa. ’’Se qualcuno cercasse di violentarti in questo lavoro cosa faresti?’’ ha chiesto Diallo.Un’ora dopo aver parlato con il responsabile, è stata chiamata la polizia. La mattina seguente su Channel 7 ha saputo chi era l’uomo che l’ha assalita. Il telefono del suo appartamento ha iniziato a squillare, e Diallo ha svegliato la figlia e le ha preparato un bagaglio per mandarla da un parente. 
Il "complotto" continua con la giornalista 
Tristane Banon che "bugiarda" denuncia DSK : 

La denuncia di Tristane Banon arriverà nelle prossime ore alla giustizia francese. La donna, 32 anni, accusa Dominique Strauss-Kahn di aver tentato di violentarla nel lontano 2003. Lei racconta di essere rimasta finora in silenzio perché pressata dalla madre, consigliere socialista in Alta Normandia.
Il legale della giornalista e scrittice ha reagito con indifferenza all’annuncio del contrattacco degli avvocati dell’ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale che, a loro volta, denunceranno la donna per calunnia.
Intanto la procura di Manhattan sarebbe pronta a lasciare cadere l’altra accusa per Strauss-Kahn, quella di stupro. L’indiscrezione è riportata dal New York Post che dà per certo il non luogo a procedere.
La cameriera del Sofitel, che accusa l’esponente socialista francese, ha infatti più volte mentito sotto giuramento e ormai è considerata priva di ogni credibilità.
Ora per Strauss-Kahn questo nuovo procedimento giudiziario, che lo allontana ulteriormente dalle primarie del partito socialista ed eventualmente da una possibile corsa all’Eliseo.

(05 luglio 2011)
Fonte: http://www.repubblica.it/ 
http://www.blitzquotidiano.it/
http://www.essenzialeonline.it/
http://www.la-cronaca.it/

sabato 30 luglio 2011

Venerdì, 29 Luglio 2011: PAPA BENEDETTO XVI° DENUNCIATO PER CRIMINI CONTRO L'UMANITA'?

Crimini contro l’umanità: questa è l’accusa contro Papa Benedetto XVI che due avvocati Tedeschi di Marktheidenfeld, in Baviera, hanno inoltrato alla Corte Penale Internazionale dell’Aja.
Sostanzialmente il Papa viene accusato del mantenimento e della leadership di un regime mondiale totalitario di coercizione, che sottomette i propri membri attraverso minacce terrificanti e pericolose per la salute, di adesione a un divieto mortale dell’uso dei preservativi, anche quando esiste il pericolo di infezione dell’Hiv-Aids e della costituzione e il mantenimento di un sistema mondiale di copertura di crimini sessuali commessi da preti cattolici e il loro trattamento preferenziale, che aiuta sempre a nuovi crimini.
La notizia è stata pubblicata da ATS e ripresa dal Corriere del Ticino ma al momento i media italiani ed europei sembrano ignorarla. Se ne trova notizia unicamente sul sito: http://www.curiouspresbyterian.wordpress.com

Fonte: http://www.curiouspresbyterian.wordpress.com

martedì 7 giugno 2011

Lo strano caso di Dominic Strauss-Khan...il triste destino di un "papabile" successore di Sarkozy alla Presidenza della Repubblica Francese! Complotto o realtà dei fatti?

Prima di parlare dello strano caso di Dominique Strauss-Khan è necesario capire cos’è il Fondo Monetario Internazionale e come si è arrivati al ruolo egemonico degli stati Uniti.

Il ruolo egemonico degli Stati Uniti fu favorito dagli accordi di Bretton Woods. Infatti, nella conferenza di Bretton Woods, che si tenne dal 1 al 22 luglio del 1944, si accordò il dollaro come unica moneta convertibile in oro. Con questa mossa, fortemente voluta dal delegato statunitense Harry Dexter White, il dollaro esendo l’unica moneta convertibile in oro, divenne automaticamente la moneta utilizzata negli scambi internazionali.

Gli USA, oltre ad imporre il dollaro come moneta di riferimento mondiale impulsarono la creazione di due organismi: il Banco Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Soffermiamoci ad analizzare il FMI, il cui segretario generale, Dominique Strauss-Khan è finito nell’occhio del ciclone.

Il FMI ha il compito di promuovere la cooperazione monetaria internazionale e facilitare l’espansione del commercio. A tale organismo venne affidato anche un altro importante compito: aiutare gli stati membri in difficoltà economiche, attraverso il prestito di risorse; ossia, se uno stato membro ha un deficit di bilancio, il FMI interviene prestandogli soldi e quindi lo aiuta a superare la momentanea crisi.

Il sistema uscito da Bretton Woods era stato disegnato per favorire gli Stati Uniti ed infatti dopo la seconda guerra mondiale gli USA ascesero al ruolo di superpotenza, assieme alla ex Unione Sovietica; praticamente tutti gli altri stati del mondo si ritrovarono sottomessi.

Aver imposto la propia moneta, il dollaro, come unica moneta di riferimento per gli scambi internazionali ha determinato che tutti i paesi del mondo per poter operare a livello internazionale debbono rifornirsi di dollari.

In secondo luogo, il FMI lungi dall’essere l’organismo destinato ad aiutare i paesi in difficoltà, è sempre stato lo strumento attraverso il quale gli USA ed i suoi principali alleati (Regno Unito, Francia, Germania e Giappone) hanno potuto controllare tutti gli altri paesi del mondo.

Praticamente, un paese che ricorre al prestito del FMI, nel momento di difficoltà,si trasforma in un paese totalmente dipendente dagli USA. A cambio del prestito, lo stato richiedente è obbligato ad applicare determinate politiche economiche imposte dal Fondo a garanzia dei soldi prestati. Ossia, il FMI presta soldi a cambio dell’applicazione di una rigida ricetta economica che prevede sempre le stesse misure: riduzione delle spese sociali, aumento dell’età pensionistica, congelamento o riduzione degli stipendi, aumento delle tariffe pubbliche; aumento delle imposte e soprattutto privatizzazione di tutto quanto sia possibile privatizzare.

Lo stato che si ritrova a dover ricorrere al prestito del FMI, difficilmente si riprende, come ha dimostrato la storia e soprattutto rimane definitivamente assoggetato. Il tutto è stato disegnato per asservire gli stati ed I popoli al dominio statunitense e del suo sistema economico.

La ricetta imposta di fatto impedisce allo stato ricorrente al prestito di uscire dalla crisi. Con i provvedimenti imposti è impossibile la ripresa: lo stato è costretto a privatizzare le più importanti imprese pubbliche che davano ingressi e quindi una volta privatizzate, spesso svendute e “regálate” ai privati, cessano di apportare ingressi; la riduzione delle spese sociali, il congelamento o la riduzione degli stipendi e l’aumento delle tariffe pubbliche finiscono per minare il potere d’acquisto della maggioranza della popolazione, in particolare dei salariati e conseguentemente ciò si riflette sulla domanda; la caduta della domanda ovviamente si riflette sulla produzione, che reagisce con l’espulsione di ulteriore forza lavoro o la chiusura delle stesse imprese. Tutto il sistema peggiora ed in particolare diminuiscono le entrate fiscali dello stato, che lungi dal migliorare il suo deficit si ritrova con sempre minori ingressi ed ulteriori ricorsi al FMI. 
In questi mesi, ad esempio, questa situazione si sta ripetendo in Grecia, che dopo il primo prestito e l’adozione di tutte le misure imposte dal Fondo, si trova in una situazione peggiore di prima ed è costretta a chiedere un ulteriore aiuto. Non è difficile ipotizzare prossime esplosioni ad Atene ed in tutta la Grecia. Nella stessa situazione è il Portogallo e presto anche Spagna e Italia potrebbero necessitare l’aiutino del FMI. In passato tanti popoli sono stati affamati, gettati sul lastrico da questo mostro che è il FMI.

Il 27 febbraio del 1989 la miseria estrema in cui il FMI aveva costretto il popolo del Venezuela fece da detonatore per la prima rivolta contro questo organismo al servizio del capitale USA. Ad oggi, quella fu in assoluto la prima ribellione contro i disumani provvedimenti del FMI ed anche l’unica rivolta riuscita vittoriosa. L’esperienza venezuelana dimostra che è possibile ribellarsi e liberarsi del FMI. 


In conclusione il FMI agisce come uno strozzino: presta soldi a stati retti da politici corrotti, delinquenti e spendaccioni, che ritrovandosi in un mare di debiti per non affogare è costretto a chiedere prestiti al FMI. Il FMI presta ben volentieri ma a cambio di garanzie, ossia a cambio dell’adozione delle politiche di cui sopra, che finiscono per distruggere totalmente lo stato che cade nelle sue grinfie.
Chi controlla il FMI?

Lo statuto del FMI prevede che le decisioni, soprattutto quelle più importanti, siano prese con una altissima maggioranza qualificata. Il sistema di voto è direttamente proporzionato alla quota detenuta da ogni paese. Inizialmente, gli USA detenevano un terzo del capitale; oggi, quantunque la sua quota sia scesa al di sotto del 20%, continuano ad essere il principale paese detentore; in sostanza, per le decisioni più importanti, occorrendo una altisisma maggioranza qualificata (i 2/3 o 3/4), i paesi che volessero prendere soluzioni contrarie agli interessi USA non hanno alcuna possibilità di farlo.
Di seguito riportiamo l’elenco (aggiornato al 18/05/2011) dei primi 20 paesi membri del FMI, con le rispettive quote di possesso ed i loro attuali rappresentati, avvertendono che nel sito è possibile consultare l’elenco completo dei 187 paesi membri. 
 tabella
 
La moneta di riferimento è il cosidetto SDR, ossia Diritti Speciali di Prelievo; si tratta di uno strumento creato dal FMI nel 1969 e basato su un paniere di quattro monete: il dollaro USA, lo yen giapponese, la sterlina inglese e l’euro.

In sostanza, il Fondo è controllato dagli USA, attraverso il Minsitro delle Finanze. Nessuna decisione può essere presa se USA ed i suoi più stretti alleati non sono d’accordo. Infatti, gli USA col 17,75% detengono la quota più alta ed i primi cinque paesi assieme controllano il 40%.

In conclusione, il sistema incentrato sull’egemonia statunitense si regge su questi due principi: il dollaro come moneta di riferimento mondiale ed il FMI come organismo che controlla gli stati ed i popoli, impedendo a questi di indipendizzarsi dal sistema.

Il superamento di uno o di entrambi questi strumenti pone in pericolo la sopravvivenza stessa degli Stati Uniti. Analizziamo i motivi di questa nostra affermazione.
Cosa significa essere moneta di riferimento mondiale? Significa che tutti gli scambi commerciali o la maggior parte di essi si effettuano in dollari e quindi tutti i paesi per le loro esigenze commerciali hanno dovuto riempire le proprie riserve internazionali coi dollari. Se il dollaro cessasse di essere la moneta di riferimento, tutti gli Stati sarebbero costretti a vendere i loro dollari e comprare la nuova o le nuove monete necessarie ad effettuare le transazioni commerciali. Ciò determinerebbe una immediata svalutazione del dollaro ed il tracollo degli USA. Da un lato gli USA si ritroverebbero con un dollaro fortemente svalutato e quindi dovrebbero sostenere costi altissimi soprattutto per comprare petrolio; dall’altro, l’economia USA andrebbe incontro ad una iperinflazione; con tutta la quantità di dollari in circolazione, un’ondata inflazionaria sarebbe inevitabile.

Conclusione: gli USA non possono permettersi che il dollaro cessi di essere la moneta di riferimento e pertanto debbono stroncare qualsiasi tentativo che miri a tale misura.

Anche il venir meno degli scopi reali del FMI mina l’esistenza stessa degli USA. Se il FMI smettesse di controllare i popoli e gli stati, questi potrebbero allontanarsi dal sistema dollaro e di conseguenza siamo alla stessa situazione che condurrebbe ad una crisi profonda negli USA.

Gli USA che praticamente non aderiscono o non pagano le quote di molti organismi internazionali (Trattato di Kioto, ONU, Corte penale Internazionale, Unicef), invece tengono strettamente nelle loro mani il FMI e continuano a detenere e pagare la quota di maggioranza.
Le dichiarazioni di Dominique Strauss-Khan

L’attuale dirigenza del FMI è cosciente della grave crisi attuale e per bocca del suo massimo rappresentante, Dominique Strauss-Khan, il segretario generale, lo scroso febbraio arriva a dichiarare non solo che è necessario abbandonare il dollaro, ma occorre anche agire con urgenza perchè i conflitti all’interno del sistema finanziario mondiale potrebbero trascinare nel caos il mondo intero (vedasi nostro articolo: “Verso il tramonto del dollaro: anche Dominique Strauss-Kahn, segretario del FMI, chiede l’abbandono del dollaro”).

Affermare ciò ed iniziare a mettere in pratica il superamento del dollaro significa – come visto – minare l’esistenza stessa degli USA. Ovviamente gli USA non potevano accettare ed era facile prevedere la reazione; nell’articolo citato avevamo ipotizzato un futuro poco roseo per l’attuale segretario del FMI. Cosi è stato!

Tutti erano a conoscenza delle debolezze di Dominique Strauss-Khan e della sua dipendenza dal sesso, per cui è stato facile tendergli una trappola ed accusarlo di violenza sessuale.
Daniel Estulin nel suo articolo “Sexo en Nueva York” ipotizza che la cameriera che Dominique Strauss-Kahn ha tentato probabilmente di pagare (e non violentare) per ottenere servizi sessuali era un agente del Mossad, il servizio segreto isaeliano e vincolata al QAT internazionale (per i dettagli vedasi l’articolo citato).

Che sia stata una trappola si capisce anche dal fatto che una cameriera non entra a fare le pulizie in una stanza occupata. Meno che meno si permette di entrare in una stanza, quindi disturbare, se l’ospite paga 3.000 dollari a notte. In un hotel di lusso, il cliente è sacro e non va minimamente disturbato, pertanto la cameriera entra a fare le pulizie solo quando è certa che la stanza sia vuota. A meno che il proposito non sia un altro.

Inoltre, appena Dominique Strauss-Khan è arrestato, il segretario USA Timothy F. Geithner, sale a dichiarare che deve abbandonare l’incarico di segretario; non aspetta neppure il tempo necessario per verificare se si fosse trattato di un errore!

Dominique Strauss-Kahn era uno degli uomini più potenti del mondo. Era in pratica lui a decidere del destino di milioni di esseri umani; letteralmente decideva del futuro, della vita e della morte di milioni di esseri umani. Come massimo esponente del partito socialista francese, sembrava anche l’uomo più accreditato a succedere a Sarkozy nella carica di Presidente. All’improvviso, durante il suo soggiorno a New York, in un hotel da 3.000 dollari a notte la sua vita cambia completamente, accusato di violenza sessuale. Dominique Strauss-Kahn è ovviamente un uomo finito.

Come è possibile che si stato capace di cadere così ingenuamente? Probabilmente, essere il segretario del FMI, lo ha portato a sentirsi poco meno che un dio in terra. Si sarà sentito cosi potente da potersi schierare contro la potenza USA, in grave crisi, ma viva e disposta a venderé cara la pelle fino alla fine.Un errore gravissimo aver dato per spacciato il suo padrone.
Attilio Folliero, Caracas 20/05/2011 
Fonte: http://www.nexusedizioni.it

giovedì 17 febbraio 2011

Chi è la donna che insieme al Magistrato di Milano Bruti Liberati, sta "perseguitando" il Premier Silvio Berlusconi? Puritani e moralisti all'attacco delle Istituzioni Politiche della Seconda Repubblica!

Ilda Boccassini

Dopo la laurea in Giurisprudenza entra in magistratura, con funzioni effettive, nel 1979 prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia, e ottenendo poco dopo il trasferimento alla Procura della Repubblica di Milano. Si occupa, quasi subito dopo il suo arrivo a Milano, di criminalità organizzata.
La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l'infiltrazione mafiosa nell'Italia settentrionale. L'inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l'arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.[1]
All'inizio degli anni novanta entra in rotta di collisione con altri colleghi del pool antimafia milanese, ne viene estromessa dall'allora Procuratore Capo Francesco Saverio Borrelli[senza fonte], ma porta comunque a termine il processo sulla Duomo Connection. Dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al '94 sulle tracce degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.[2] Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino. Dopo una breve parentesi alla Procura di Palermo torna a Milano e, su richiesta del Procuratore Borrelli, si occupa dell'inchiesta denominata Mani pulite subentrando ad Antonio Di Pietro dimessosi dalla magistratura il 6 dicembre del 1994.[3] Collabora, quindi, con i colleghi Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro e Francesco Greco, seguendo in particolare gli sviluppi delle inchieste riguardanti Silvio Berlusconi e Cesare Previti[senza fonte].
Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all'arresto di 15 sospetti appartenenti all'ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione. Secondo l'accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l'ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.[4]
Attualmente indaga sul caso riguardante l'affidamento di una giovane donna marocchina, definito giornalisticamente caso Ruby, nota negli ambienti della politica e della moda, che avrebbe compiuto alcuni furti.[5] L'inchiesta interessa, tra gli altri, il presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi che, secondo l'accusa, avrebbe esercitato indebite pressioni sulla questura di Milano per ottenere suo rilascio e che l'avrebbe pagata in cambio di prestazioni sessuali quando era ancora minorenne.[6] A causa di quest'incarico e di altre attività che hanno impegnato le procure della Repubblica nelle indagini su Silvio Berlusconi per reati quali concorso esterno in associazione mafiosa, prostituzione minorile, concussione, corruzione, strage, appropriazione indebita, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio, frode fiscale e falso in bilancio, Berlusconi la ha indicata fra gli appartenenti ad una ipotetica frangia della magistratura, da lui definita "sovietica" e "comunista".

Edmondo Bruti Liberati

Membro di una storica famiglia nobile delle Marche, i marchesi Bruti Liberati, ha ricoperto incarichi di rilievo nella Corte di giustizia dell'Unione europea e in seno all'Associazione Nazionale Magistrati italiana. Di quest'ultima fu segretario generale e vicepresidente fra gli anni 1980 e 1990, prima di assurgere alla carica di presidente il 25 maggio 2002. È esponente ed ex presidente di Magistratura democratica. Dal 2010 svolge l'ufficio di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano.[1]


21 MARZO 2009 - DALL'UNITA': Edmondo Bruti Liberati, magistrato ed ex presidente dell’Anm, boccia il ddl del centrodestra sulle intercettazioni: «Vedremo l’esito del dibattito parlamentare. Finora ho visto proposte stravaganti e inidonee a raggiungere gli obiettivi di tutela della privacy e razionalizzazione dei costi».

Quanto costano le intercettazioni?

«Molto, anche perché non c’è omogeneità nei prezzi stabiliti con le varie società telefoniche. Alcuni uffici giudiziari hanno iniziato una revisione dei contratti. Si può fare di più, ma moltissimo potrebbe fare il ministero della Giustizia proponendo schemi e prezzi base uguali per tutti. Finora purtroppo non è avvenuto».

Secondo il Pd, i proventi delle confische dei beni dei condannati ammonterebbero a 330 milioni nel solo processo Antonveneta. Non è un’enormità?

«È vero che alcuni processi importanti relativi alla criminalità economica hanno consentito il recupero alle casse dello Stato di cifre imponenti. Che coprono non solo le spese del procedimento ma anche parte significativa degli oneri complessivi per le intercettazioni. Poi però c’è un principio più generale».
Di quale principio parla?

«I costi si possono razionalizzare e devono essere abbattuti. Ma questo resta uno strumento fondamentale per il contrasto alla criminalità. Limitare i presupposti a gravi o evidenti indizi di colpevolezza indebolisce molto questa forma investigativa, rendendola inutilizzabile».

Cosa altro non le piace della riforma?

«È assurdo prevedere per i processi a carico di ignoti l’iniziativa della parte offesa, spesso intimorita e oggetto di minacce. Quanto alla durata, sono convinto che i magistrati debbano fare grande attenzione e non intercettare oltre lo stretto necessario, ma non ha senso porre un termine drastico di tempo».
Quali potrebbero essere le conseguenze?

«Paradossali. Se pochi giorni prima della scadenza del termine dalle intercettazioni emergessero i colpevoli o la progettazione di nuovi reati, secondo la riforma si dovrebbe comunque smettere di ascoltare».

Trova appropriate le sanzioni più dure previste dal testo?

«Non il carcere per i giornalisti. Ma è giusto introdurre sanzioni rigorose ed efficienti per chiunque, giornalisti compresi, divulghi intercettazioni di cui è stata disposta la distruzione a tutela della riservatezza».

Fonte: ffantozzi@unita.it 21 Marzo 2009 da http://www.unita.it


Chi sono le tre donne che giudicheranno Berlusconi? Nel processo Sme del 2003 il premier chiese (ma non ottenne) la ricusazione della D'Elia. La De Cristofaro si occupò della «Clinica degli orrori». La Turri rinviò a giudizio Berruti (Pdl)

Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. Sono loro le tre donne che dal 6 aprile giudicheranno il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo che lo vede imputato a Milano per concussione e prostituzione minorile. Le tre donne sono state scelte «a caso» dal software «Giada»: un sistema informatico posto al 7° piano del Palazzo di Giustizia che assegna automaticamente i giudici «liberi» da altri impegni ai vari processi.
Eccovele presentate una ad una quì sotto:




CARMEN D'ELIA

La prima, Carmen D'Elia, ha già incrociato sulla sua strada il premier. Nata nel 1962 a Fragagnano, Taranto, in magistratura dal 1991, nel 2002 si occupa del processo Sme. Nel filone principale vengono condannati per corruzione Attilio Pacifico, Cesare Previti e Renato Squillante.
posizione di Silvio Berlusconi relativa all'accusa di falso in bilancio viene invece stralciata. Durante il procedimento il Cavaliere chiede la ricusazione dei tre giudici che ha davanti, tra cui la D'Elia: sono colpevoli, sostiene, di aver anticipato «un giudizio su uno dei punti essenziali» dell'altra accusa, quella di corruzione. Ma il premier si vede bocciata la richiesta dalla Corte d' Appello di Milano ed è costretto a pagare una multa di 1.000 euro. La sua ricusazione viene giudicata «inammissibile per totale carenza dei presupposti di legge».
Nel 2004 il Tribunale, con giudice la Turri, lo assolve dall’accusa di aver «aggiustato» una sentenza civile. Per l'accusa di corruzione semplice, gli concede le attenuanti generiche, dichiarando prescritto il reato (il premier è accusato per un bonifico di 434 mila dollari finiti da un conto Fininvest al giudice Renato Squillante).
Sei anni dopo la D'Elia condanna a 15 anni l'ex primario della Clinica Santa Rita Pier Paolo Brega Massone, in merito allo scandalo della «Clinica degli orrori».

ORSOLA DE CRISTOFARO

Nello stesso dibattimento c'è anche Orsola De Cristofaro. La donna ha lavorato con la D'Elia anche nel processo relativo alle tangenti nella Provincia di Milano che si chiude nel giugno 2009 con 11 condanne.

GIULIA TURRI

L'ultimo giudice è Giulia Turri. Nel 2007 segue in qualità di gip il caso Vallettopoli. E' lei, su richiesta del pm Frank Di Maio, a mandare in carcere Fabrizio Corona, accusato di estorsione. Nello stesso anno condanna a 30 anni di reclusione Emilio Toscani e Marco Baldi, ritenuti responsabili del sequestro del finanziere milanese Gianmario Roveraro.
Anche lei ha incrociato, seppur indirettamente, il premier. Nel 2008 rinvia a giudizio Massimo Maria Berruti, ex ufficiale della Guardia di Finanza e poi consulente Fininvest e deputato di Forza Italia. Berruti è accusato di riciclaggio di presunti fondi neri relativi all'acquisto di diritti tv di Mediaset. In seguito verrà assolto dal Tribunale.
Nel 2010 la Turri giudica le indagini sul traffico di cocaina all'interno dei locali della movida milanese, The Hollywood e The Club che portano all'arresto di cinque persone e all'iscrizione di 19 soggetti nel registro degli indagati.





mercoledì 16 febbraio 2011

Il Premier Silvio Berlusconi a processo il 6 Aprile 2011

A PROCESSO dal 6 Aprile 2011: Silvio Berlusconi, unico imputato. Giudicato dalla quarta sezione penale (presidente Giulia Turri, a latere Carmen D’Elia e Orsola De Cristofaro) per due reati: concussione e prostituzione minorile. La concussione aggravata dal fatto di aver voluto «occultare la prostituzione minorile e altri reati eventualmente commessi da altri». Si parla della pressione operata sulla Questura di Milano, cui il premier telefonò nella notte fra il 27 e il 28 maggio 2010, con lo scopo di far liberare l’allora diciassettenne Karima Al Garhoub, cioè Ruby, accreditandola come nipote del presidente egiziano Mubarak, e al fine di nascondere di avere avuto con lei, «da febbraio a maggio 2010», rapporti a pagamento. E anche al fine di nascondere la processione di escort diretta da Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, di cui il premier è indicato come «utilizzatore finale» (in questo caso non penalmente perseguibile).

«DALLE fonti di prova i fatti storici risultano dimostrati». Significa dunque: evidenza della prova. Da quei fatti, il giudice delle indagini preliminari Cristina Di Censo desume il requisito essenziale per spostare in immediato il giudizio, questo nel merito, di Silvio Berlusconi davanti a un tribunale.

Dopo sei giorni dalla richiesta della Procura (cinque quelli previsti dal codice in termini non perentori) il giudice emette il decreto che dispone il giudizio immediato. Un provvedimento prevalentemente tecnico, motivato in trenta pagine, di cui viene data notizia dal presidente dell’ufficio gip Gabriella Manfrin, mentre la porta del giudice Di Censo resta per tutto il giorno chiusa e piantonata dai carabinieri.

L’attribuzione del processo al collegio avviene attraverso il sistema automatico Giada, il cui software valuta reato per cui si processa, lo abbina alle sezioni competenti, quindi sceglie in base ai carichi di lavoro in corso. Così anche la data, del processo: la sua casualità viene dal fatto che il dibattimento cade un mercoledì, uno dei giorni della settimana in cui Berlusconi presenterebbe un legittimo impedimento, giustificato dall’attività parlamentare: i processi a suo carico, in ripresa dopo la decisione della Consulta, e che potrebbero creare un vero ingorgo - da Mills a Mediaset a Mediatrade - si possono svolgere solo di sabato o di lunedì.
TRENTA pagine scrive il giudice Di Censo. Per dire che per «evidenza probatoria» ci si riferisce non alla prova della responsabilità, ma alla prova della fondatezza dell’accusa, così da poter sostenere il giudizio di fronte al tribunale competente, saltando la fase dell’udienza preliminare davanti al gup. Per dire, poi, che il giudice naturale è il tribunale di Milano, affrontando la questione sulla cosiddetta «competenza funzionale», che vede come contraltare il tribunale dei ministri: ipotesi quest’ultima fortemente caldeggiata dalla difesa di Berlusconi che ha utilizzato i motivi con cui la Giunta delle autorizzazioni a procedere ha rinviato alla Procura le carte d’accusa come «irricevibili», proprio in virtù di un’asserita incompetenza di funzioni. Il reato di concussione, stabilisce invece Di Censo, è stato messo in atto con «abuso della qualità del Presidente del Consiglio» e non con l’abuso della sua funzione. A riprova due sentenze della Cassazione: fissano per la concussione il discrimine fra reato ordinario e reato ministeriale, avvalorando che quando si tratti di abuso di qualità, si parla di reato ordinario.

Sciolti due nodi, il giudice preliminare affronta il terzo: con rito immediato si potrà procedere anche per prostituzione minorile (su ciò s’era sviluppata una querelle legata al diverso trattamento cui i due reati sono sottoposti in dibattimento: concussione e prostituzione, appunto). In questo caso si tratta, scrive il gip, di fatti fortemente connessi, in quanto il più grave avvenne per nascondere il meno grave (la prostituzione) e dunque lo attrae, senza che il diverso trattamento processuale rischi di comportare «limitazioni del diritto di difesa».

Il resto sono regole e procedura. Elencazione degli imputati (solo Silvio Berlusconi) e delle imputazioni, legittimità del rito immediato («costituzionale e previsto dall’ordinamento»), ammissibilità dello stesso immediato (tre mesi dall’iscrizione dell’indagato nel registro, invito a comparire, evidenza della prova), e quindi le fonti di prova elencate, per espisodi, occupano quindici pagine. Il resto, è, anche, fotocopiatura di atti. Alle 30 pagine del gip si assommano le 782 d’accusa, che vengono notificate a Berlusconi e suoi due avvocati, Nicolò Ghedini e Piero Longo, alle parti lese (ma per ora non costituite), Ruby, Ministero dell’Interno, i tre funzionari della questura (Piero Ostuni, Ivo Morelli e Giorgia Iafrate). Il tutto per oltre tredicimila pagine da notificare.



6 Aprile 2011, ore 9 e 30: Silvio Berlusconi dovrà presentarsi in tribunale per la prima udienza del processo che lo vede imputato per concussione e prostituzione minorile. Lo ha deciso oggi il giudice per le indagini preliminari Cristina di Censo, che ha accolto la richiesta dei pm milanesi. Il gip, quindi, non solo ha riconosciuto la competenza della Procura di Milano, ma ha anche ritenuto che sussistano prove evidenti per rinviare a giudizio il cavaliere col rito immediato. Parti lese Ruby Karima, in relazione all’accusa di prostituzione minorile, e il Ministero dell’Interno, in relazione a quella di concussione.

A giudicare Berlusconi sarà un collegio composto da 3 giudici appartenenti alla quarta sezione del Tribunale di Milano, 3 donne per la precisione: Carmen D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri. Saranno loro quindi a giudicare sul caso Ruby e a decidere su una vicenda dai contorni giudiziari, politici, mediatici ed etici a cui l’Italia guarda sbigottita. Dopo le accuse di prostituzione minorile, dopo la manifestazione delle donne Se non ora quando?, nel futuro del Presidente ci saranno ancora le donne, questa volta a giudicarlo. Contrappasso Dantesco?

Fonte: http://www.fanpage.it  Fanpage Social Media

giovedì 10 febbraio 2011

L'Inchiesta Rubygate e gli scandali sessuali: la metodologia applicata dagli Inquirenti Italiani e dalla Magistratura di Milano somiglia vagamente a quella applicata dalla Stasi o dal Kgb ai vecchi tempi della “guerra fredda” quando, per infangare la credibilità ed eliminare dai giochi di potere un avversario politico, si utilizzavano come “armi improprie” la seduzione e la lussuria!

L'Inchiesta Rubygate e gli scandali sessuali: la metodologia applicata dagli Inquirenti somiglia vagamente a quella applicata dalla Stasi o dal Kgb ai vecchi tempi della “guerra fredda” quando, per infangare la credibilità ed eliminare dai giochi di potere un avversario politico, si utilizzavano come “armi improprie” la seduzione e la lussuria.

IL COMPLOTTO CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI: 800 sono le carte che contengono le prove e le accuse, le testimonianze e le parole che a detta degli Inquirenti, incastrerebbero il Premier Silvio Berlusconi e tutta la sua “cricca” di fedelissimi, amici, parenti stretti e collaboratori di vario genere e di varia natura che insieme al Presidente avrebbero favorito la prostituzione minorile, la prostituzione d'alto bordo, la concussione e la corruzione politica, la corruzione di costumi e di denaro, la pornografia, lo sfruttamento di giovanissime e bellissime ragazze che per la carriera e il denaro si sarebbero prestate a qualsiasi “gioco” erotico e non, addirittura la somministrazione di droghe durante i festini a luci rosse e addirittura il favoreggiamento dello spaccio di droga pesante e la lista delle accuse al Premier non finisce qui anzi, chissà quanti altri elementi non sono stati messi agli atti.
La violazione della privacy da parte degli Inquirenti verso il Presidente del Consiglio e verso tutte le persone che sono state coinvolte, direttamente e indirettamente, nell'inchiesta giudiziaria oggi chiamata “Rubygate” è oramai palese ed evidente.
117.000 sono state ad oggi le intercettazioni telefoniche, sia vocali sia sms, archiviate dagli Inquirenti nell'intera area di Villa Arcore, sede principale dei festini a luci rosse.
Una proporzione abnorme se si pensa che per l'inchiesta Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate il 26 Novembre 2010 ed ancora non ritrovata, le intercettazioni dell'intera area della scomparsa sono state solo 12.000 tra chiamate vocali e messaggi sms, ancora prima per la scomparsa di Sarah Scazzi e per l'indagine portata avanti dopo la scoperta del suo cadavere, le intercettazioni sono state che poche migliaia e comunque fatte in un periodo troppo tardivo e ininfluente.
Per il caso più “bollente” d'Italia e d'Europa invece, sembra proprio che un intero esercito di “spioni” e “guardoni” sia stato assoldato dagli Inquirenti, ripetiamo 117.000 intercettazioni telefoniche e non, da fare invidia alla vecchia STASI di un tempo, il servizio segreto dell'ex-DDR (Repubblica Democratica della Germania dell'Est) ai tempi del muro di Berlino e della “guerra fredda” tra Est e Ovest, tra Capitalismo e Comunismo, tra le Democrazie Occidentali e i Regimi Sovietici Orientali, un testa a testa con un finale che è stato scritto nel lontano 1989.
Come organizzazione interna, come efficienza, tempestività, severità se non anche cinismo e crudeltà, la STASI era seconda solo al KGB dell'Unione Sovietica del tempo; entrambe le agenzie per la Sicurezza Interna dei rispettivi Paesi non solo erano abili ed imbattibili nella tecnica dello spionaggio e del contro-spionaggio, ma erano anche assai abili nel mettere “fuori uso” qualsiasi avversario politico scomodo.
Ecco la prima “analogia” dell'inchiesta Rubygate alle vecchie tecniche utilizzate dai servizi segreti della cortina di ferro: la preponderante varietà, qualità e numero delle intercettazioni telefoniche ed ambientali dove, in ogni attimo, in ogni respiro, in ogni occasione della giornata gli “spiati” sono stati registrati violando ogni canone di privacy personale, violando ogni buon senso per catalogare tutto ciò che per un individuo dovrebbe essere sacro e inviolabile, ecco così che tutto, dai gusti sessuali ai gusti musicali, dai gusti gastronomici ai gusti artistici, tutto ma proprio tutto di ogni uomo politico, di spettacolo o semplicemente di ogni parente che si sia avvicinato ed addentrato a Villa Arcore, tutto è stato ascoltato, trascritto, duplicato, dato in pasto alle fauci fameliche della stampa e della televisione e tutto ciò che dal privato non poteva essere considerato reato penale o civile, tutto è stato svelato indiscriminatamente.
Un Presidente del Consiglio che fa bene il suo lavoro, che sia onesto in politica e integerrimo nella gestione della cosa pubblica, quando la notte entra nel suo letto, nessuno dovrebbe sapere o “spiare” sotto le sue lenzuola sul cosa fa, anche se è un Capo di Stato, e nessun cittadino dovrebbe permettersi di giudicare i gusti sessuali nel privato di un Premier che magari potrebbe apparire ai più un po troppo sprovveduto, aitante, piacione e dedito al divertimento, ma fino a quando amministra bene la cosa pubblica, nessuno dovrebbe permettersi di giudicarlo per la dissolutezza che può esercitare nel privato.
Un Capo di Stato il buon esempio al pubblico lo deve dare occupandosi dei problemi del lavoro, della casa, dei poveri ed in generale nell'amministrazione pubblica di tutta la Nazione; nel suo intimo, nella sua vita privata, anche un Capo di Stato potrà e può fare ciò che vuole senza rendere conto a nessuno, fino a quando non si commette un vero e grave reato quale può essere ad esempio l'omicidio, la violenza fisica, il ladrocinio e lo sperpero delle risorse pubbliche della collettività, attentati contro lo Stato, ruberie di ogni genere, questi sono veri e più gravi reati e non sono certo reati i festini a luci rosse veri o presunti tali che in ogni caso sono stati festini privati, fatti in luoghi chiusi e privati, tra gente privata e invitata direttamente dal Premier e dai suoi collaboratori.
Dove sta il reato nel Rubygate? Tutte le ragazze che hanno presenziato a questi presunti festini hard in ogni caso erano tutte consenzienti, sapevano comunque dove stavano andando, uscite di casa propria, e sapevano soprattutto da chi andavano, perchè andavano e ancora sapevano dal principio per cosa andavano ad Arcore.
Da quando in qua il sesso libero, tra persone libere, adulte e consenzienti è diventato un grave reato di Stato? Un grave reato penale? Forse in Iran e in Afghanistan ancora oggi il sesso al di fuori del matrimonio religioso è considerato un grave reato penale oltre che un grave peccato contro Dio e contro la Religione ma fortunatamente non qui in Italia.
Per quando riguarda lo sfruttamento e l'induzione alla prostituzione minorile questa poi è un'altra accusa che sfiora il ridicolo; la giovane Marocchina Ruby che ha compiuto da poche settimane i 18 anni di età, oggi è indagata anch'essa per avere dichiarato il falso, infatti per entrare a Villa Arcore Ruby che aveva 17 anni dichiarava di averne 24 di anni ma nessuno ha controllato i suoi documenti ed è normale, bastava vederla in fotografia come basterebbe guardarla oggi a distanza di poche settimane: alla fine del 2010 aveva 17 anni e ne dimostrava fisicamente almeno minimo 2 o 3 anni di più, oggi a inizio 2011 dopo avere compiuto i 18 anni la cosa non cambia, Ruby a 17 anni era già una donna ben fatta e completa che dimostrava molto di più dei suoi 17 anni ed è normale che ad una festa, se questa si presenta agli astanti dicendo di avere 24 anni, nessuno baderebbe più di tanto a lei ed alla sua presunta o vera età, perchè Ruby non era una bambina di 10 anni, ad occhio nudo poteva ingannare chiunque ed avrebbe ingannato anche gli Inquirenti stessi che oggi la mettono sotto indagine per “aver dichiarato le sue false generalità!”
La seconda analogia dell'inchiesta Rubygate ai vecchi e collaudati metodi di indagine sullo stile della STASI e del KGB è proprio ciò che ci fa sentire “puzza” e sentore di “complotto politico” prima di tutto.
Da anni ormai le opposizioni politiche del Premier Berlusconi che fanno capo al Centro-Sinistra stanno soffrendo una condizione di basso profilo e di debolezza che hanno quasi “incancrenito” tutto l'apparato politico e istituzionale che gravita attorno ai partiti orfani del Socialismo reale.
La difficoltà a ritrovare un unico leader, forte e carismatico capace di intercettare tutti i voti degli scontenti e dei delusi, degli operai che hanno abbandonato da tempo le Sinistre, del ceto medio-basso e di una parte dell'Imprenditoria privata Italiana, degli artigiani e dei lavoratori autonomi; la difficoltà a coalizzare in un unico cartello elettorale tutte quelle forze politiche che si richiamano al Centro e alla Sinistra; la difficoltà a dialogare con i Cattolici tradizionalisti orfani della Democrazia Cristiana degli anni '80 e '90 del secolo scorso; la difficoltà di proporre un valido, grande e serio progetto di Governo e di Rinascita Nazionale ha spinto tutto l'arco che varia dal Centro-Sinistra alla Sinistra Radicale verso un perenne stato di frustrazione, depressione e frammentazione in cui tutti tentano di dividersi l'uno dall'altro anzi che unirsi in un unico obiettivo, in cui tutti cercano di ergersi a “prima donna” e leader!
Chiarissimo è il fatto che un Centro-Sinistra debole, in questo stato di frustrazione e frammentazione, non è mai stato in grado in questi ultimi anni, di scalzare il Cavaliere Berlusconi dal suo Governo e dal suo Potere Politico.
Nessun argomentazione politica è mai riuscita a mettere in serio pericolo la posizione del Premier, nessun progetto presentato fin'ora, nessun programma elettorale e nessuno delle decine di schieramenti politici messi in campo e poi dissolti dallo stesso schieramento di Centro-Sinistra è mai riuscito a competere testa a testa con lo schieramento di Centro-Destra guidato da Berlusconi, ed anche senza Gianfranco Fini, Presidente della Camera ed ex-alleato di Silvio Berlusconi, il Popolo delle Libertà sembra sempre più forte dei suoi avversari politici che siedono a Sinistra.
I primi cedimenti della posizione forte di Berlusconi sembrano proprio essere causati da questa gigantesca inchiesta giudiziaria partita, fondata e basata sul nulla giudiziario; il Gossip rosa sembra essere più efficace e più efficiente di un valido e normale programma politico di Sinistra.
Il sospetto dunque che questa mastodontica Inchiesta formata ad arte e fondata sul Gossip, sia stata fatta a doc e magari su “commissione”!
Alcuni elementi riconducibili all'opposizione politica del Premier, alcuni apparati dello Stato legati politicamente alle opposizioni, alcuni Magistrati invisi a Berlusconi, tutta una serie di collegamenti politici e giudiziari dunque che posso aver creato e montato questa inchiesta “artificiosamente” sfruttando le debolezze e le vanità di tutti i personaggi che gravitano intorno a queste indagini.
Terza analogia ai sistemi della STASI e del KGB, l'utilizzo massiccio di ragazze e belle donne da “spacciare” come escort e/o come “ballerine” ma che in realtà erano dei veri e propri Agenti Segreti o collaboratrici dei Servizi Segreti i quali le utilizzavano per ingannare (Il caso Ruby ad esempio, la bella ragazza minorenne Marocchina che entra ad Arcore con la bugia e l'inganno!) i soggetti (Agenti Segreti stranieri di paesi nemici, uomini di affari, banchieri, uomini politici ed anche Capi di Stato di paesi esteri nemici!) e sedurli, carpire informazioni importanti e vitali, incastrarli con registrazioni, telefonate e fotografie compromettenti, infangare la loro figura politica o professionale, ricattarli, spingerli a farsi da parte, dimettersi, licenziarsi, altrimenti in caso contrario pena la “distruzione” morale e personale dell'individuo considerato rispettabile, facendo pubblicare tutti i documenti compromettenti e imbarazzanti sulle più importanti riviste o i più importanti quotidiani nazionali e inviare questi documenti ai rispettivi Governi e Ambasciate.
La lussuria, la seduzione, la vanità, la sete di potere e di denaro, di successo e di notorietà, queste erano le armi “improprie” utilizzate dai collaboratori e dagli Agenti della STASI e del KGB e queste sembrano le armi “utilizzate” dalle decine di soubrette, vallette, veline, ballerine, ragazze più o meno note della TV e dello spettacolo, presunte escort, amiche di amiche non ancora famose ma che lo sono guarda caso diventate subito dopo lo “scoppio” dello scandalo Rubygate.
E proprio Ruby che faceva la cubista in discoteca, non era famosa, non era ne un'attrice e ne una velina, guadagnava a serata € 150 mentre oggi, dopo la sua notorietà che i Giudici hanno contribuito con la loro mastodontica inchiesta “Gossip” fondata sul nulla a dargli, Ruby per una serata in discoteca guadagna fino a € 20.000 ecco dunque il sospetto che si fa ogni giorno sempre più grande, per cui tutte queste ragazze od almeno qualcuna di queste siano state in realtà “pilotate” ed utilizzate per un progetto politico più grande e più serio che non è quello di inquisire il Premier per reati discutibili ma bensì quello reale, di distruggere una volta per tutte la figura politica di Silvio Berlusconi, di distruggere la sua credibilità agli occhi degli Italiani e dei suoi elettori, di distruggere la rispettabilità morale del Premier agli occhi della Chiesa, del Vaticano, dei suoi elettori Cattolici, di distruggerlo definitivamente nella sua figura di uomo politico e di imprenditore vincente, di successo.
I piani segreti di questo complotto in pieno stile STASI e KGB sono dunque il ridimensionamento del bacino dei voti dello schieramento del Centro-Destra e del Popolo delle Libertà, favorire l'ascesa dei partiti dell'opposizione che se pur sempre deboli, con un Premier dimezzato e ridimensionato potrebbero avere finalmente quella chance di vittoria elettorale che inseguono da anni con scarsi risultati.
Il popolo Italiano non si faccia ingannare da questa farsa Giudiziaria, da questo complotto politico, da questa Inchiesta fondata sul Gossip dove tutte le intercettazioni si sono rivelate spesso e per lo più ininfluenti, inconcludenti e talvolta dubbiose, se non addirittura falsate e create a “tavolino” per “bombardare” il morale e la tenuta della stabilità del Governo Berlusconi.
I Giudici di Milano che stanno portando avanti l'inchiesta poi, da voci di corridoio, sembra che negli anni passati della loro gioventù abbiano militato in formazioni dell'estrema Sinistra extra-parlamentare vicini a Lotta Continua. Ho detto tutto.

Alexander Mitrokhin

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!