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sabato 1 settembre 2012

Tutto quello che avreste potuto sapere sul delitto di Sarah Scazzi...a 9 anni di distanza dall'omicidio di Avetrana, (26 Agosto 2010 - 26 Agosto 2019), nessun rito per ricordarla e soprattutto ancora oggi la verità stenta a venire a galla, ancora troppi dubbi sia sul movente del delitto, sia sulle modalità con cui è stato eseguito; troppi sono stati gli errori iniziali degli inquirenti, (voluti o casuali?), troppo il tempo che si è perso nei primissimi giorni subito dopo l'orrendo delitto; si poteva fare di piu' e si potevano utilizzare da subito le intercettazioni telefoniche ed ambientali! Una preghiera e un ricordo per la giovane vita spezzata di Sarah Scazzi che quest'anno avrebbe dovuto compiere 23 anni! A nove anni dalla morte di Sarah Scazzi, Avetrana sembra aver dimenticato uno dei delitti piu' torbidi dell'ultimo decennio!

SARAH SCAZZI E LO ZIO MICHELE MISSERI
I FUNERALI DI SARAH SCAZZI
 
AVETRANA - (PUGLIA) - “Perché i pm Pietro Argentino e Mariano Buccoliero tra i molti testimoni non hanno chiamato anche Valentino Castriota a testimoniare tutto quanto era da lui conosciuto sul caso Sarah Scazzi, essendo il Castriota il primo ad essere intervenuto da estraneo nell’ambiente familiare in qualità di portavoce della famiglia Scazzi nei rapporti con i media?
Le 21 udienze del dibattimento e un centinaio di testimoni sfilati, direttamente o tramite verbale, dinanzi alla corte d’assise, hanno dimostrato che gli autori del delitto vanno cercati tra le ultime persone ad aver visto Sarah il pomeriggio del 26 agosto 2010, ovvero Michele Misseri, sua figlia Sabrina e sua moglie Cosima. Sul movente, quel mix di gelosia e rancore tratteggiata dai pubblici ministeri Mariano Buccoliero e Pietro Argentino, non c’è ancora sufficiente chiarezza e condivisione. Hanno sposato un tesi e non la vogliono abbandonare. Ma è quella giusta? Porta ad una verità giudiziaria, ma è anche quella storica? C’è una prima domanda di Mimmo Mazza del “La Gazzetta del Mezzogiorno”, tra molte, che attende ancora una esauriente risposta: quanti sapevano già il 26 agosto del 2010 che a Sarah Scazzi era successo qualcosa di terribile? Poche ore dopo la scomparsa di Sarah, quando la notizia comincia a circolare in paese, sul profilo Facebook chiamato «Regen» (pioggia in tedesco), gestito da alcune persone tra le quali ci sarebbero Antonella Spinelli, la cuginetta di Sarah di San Pancrazio Salentino, ma anche Sabrina Misseri (la cugina in carcere perché accusata di omicidio), Alessio Pisello, amico sia di Sarah che di Sabrina, e dalla stessa Sarah compaiono delle foto inquietanti (poi rimosse ma entrate in possesso della Gazzetta del Mezzogiorno): un manichino legato da corde, una ragazza bionda che galleggia nell’acqua e un pozzo. Coincidenze? Il cadavere di Sarah – stando a quanto raccontato da Michele Misseri – è stato imbragato con una corda (praticamente come il manichino postato su Fb) per poi essere calato nella cisterna di contrada Mosca, cisterna piena di acqua. Un manichino con la corda, la ragazza in acqua, la botola di un pozzo. Possibile che a suo tempo ci fu qualcuno che cercò d’indirizzare gli inquirenti verso la verità ma non fu ascoltato? Il mistero resta. E forse si intreccia con quello riguardante la collana con un teschio che Sarah comprò assieme alla cugina Antonella a San Pancrazio prima di far ritorno a casa, il 25 agosto e due anni fa. Concetta ricorda di aver visto quella collana ma quel teschio non è mai stato ritrovato. Attenti a parlare di omertà di un intero paese e della sua comunità. Si potrebbe parlare di reticenza di qualcuno o, quantomeno, di indagini svolte in modo approssimativo da gente forse non preparata a questo tipo di situazioni delittuose. Ma parlare di inadeguatezza degli inquirenti è un tabù per i giornalisti che si sono occupati del caso. Troppo amici dei magistrati, fonte delle loro notizie, per poter sputare nel piatto in cui mangiano. Da qui la domanda più importante.
«Vorrei farvi una domanda alla fine dell’audizione dei testi dell’accusa nel processo sul delitto di Sarah Scazzi: Perche non è mai stato ascoltato l’ex portavoce Valentino Castriota? Perché i pm Pietro Argentino e Mariano Buccoliero tra i molti testimoni non hanno chiamato anche Valentino Castriota a testimoniare tutto quanto era da lui conosciuto sul caso Sarah Scazzi, essendo il Castriota il primo ad essere intervenuto da estraneo nell’ambiente familiare in qualità di portavoce della famiglia Scazzi nei rapporti con i media? “Il Corriere della Sera” e le altre testate, così come la rete, danno la notizia. Valentino Castriota nativo di Trepuzzi (Lecce) e residente a Roma è stato arrestato il 5 gennaio 2011 con l’accusa di truffa e millantato credito nell’ambito di un’inchiesta della Procura della capitale su finte assunzioni presso la Marina militare, di cui danno notizia alcuni quotidiani pugliesi. A Castriota è stata notificata dai carabinieri un’ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Roma Giovanni Ariolli su richiesta del pm Ilaria Calò. L’uomo, a quanto riportato dai giornali, è accusato di aver millantato conoscenze nelle forze armate per garantire, in cambio di soldi, la ferma prolungata a otto militari in congedo illimitato. Per millantato credito e truffa: per questo è stato arrestato l’ ex portavoce della famiglia Scazzi, Valentino Castriota. Avrebbe intascato soldi da ex ufficiali della Marina dietro la promessa di farli tornare in servizio. Valentino Castriota, 37 anni, di Trepuzzi, è stato arrestato dai carabinieri della stazione su delega dei colleghi del Nucleo in servizio presso il Ministero della Difesa: l’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari di Roma, Giovanni Ariolli, gli ha contestato di aver intascato diverse migliaia di euro da sette ufficiali della Marina in ferma prolungata, dietro la promessa di farli tornare in servizio. Uno di questi ha scoperto il raggiro contestato dal pubblico ministero Ilaria Calò, presentandosi negli uffici di Genova della Marina con lettera che avrebbe ricevuto per intercessione di Castriota: e fu allora che scoprì di essere stato raggirato. Castriota, tra l’altro, si rileva dalla stampa, non è nuovo a queste vicende nonostante si sia esposto come portavoce della famiglia Scazzi, ma anche come uno dei promotori dell’associazione “Famiglie fratelli ristretti di Brindisi” e recentemente ha fondato un sodalizio a difesa delle donne. Il pubblico ministero della Procura di Lecce, Giovanni De Palma, ha chiesto la proroga delle indagini su nove ragazzi che gli avrebbero consegnato del denaro per garantirsi un posto di lavoro. Chi per fare l’autista di Gianfranco Fini, chi per lavorare alla Stp e chi alle Poste. Quest’ultimo ha subito la stessa onta dell’ufficiale della Marina presentatosi a Genova: con una lettera si è rivolto alla direzione delle Poste centrali di Lecce credendo di essere stato assunto. Ma anche questa lettera non sarebbe stato altro che un tassello dell’ennesima truffa. Tra l’altro negli anni scorsi Castriota finì sotto processo al Tribunale di Mesagne per aver spillato 70 milioni di lire ad una biologa di Torchiarolo dopo averle promesso un posto in un ospedale del Nord Italia grazie all’intercessione di un fantomatico deputato di An chiamato Fittipaldi. Il processo si chiuse perché l’altro imputato risarcì la vittima convincendola così a rimettere la querela. Insomma, se le accuse che gli sono costate il carcere si riveleranno fondate, sembra azzeccata la descrizione della personalità di Castriota fatta dal Gip del Tribunale di Roma Giovanni Ariolli: “Una spiccata capacità mimetica, doti dialettiche ed organizzative non comuni”. Ma l’indagato si professa innocente e vittima di raggiri anche lui: «Attendiamo l’esito delle indagini e spero quanto prima che il mio assistito dimostri la sua estraneità», sostiene l’avvocato difensore Giovanni Battista Cervo. «Se quelle promesse non hanno trovato seguito, lo si deve a terze persone. Quelle che poi hanno preso i soldi». Valentino Castriota per qualche settimana si disse “portavoce” di casa Scazzi e alla famiglia propose la gestione dei media. Perché non è stato mai ascoltato? Si dirà: nel processo Sarah Scazzi è inattendibile od è ininfluente. Certo che un dubbio viene: non è forse perché si vuol tacitare l’errore commesso dagli organi investigativi che in quel frangente di tempo dicevano di cercare Sarah e comunicavano che le indagini approfondite erano in corso a 360° e che invece sfuggisse loro il fatto che proprio all’interno della famiglia nell’imminenza del fatto si era permesso di inserirsi un corpo estraneo, già noto anche come il presenzialista di “Striscia la Notizia”? Anomalia sconosciuta dai carabinieri e dalla procura di Taranto e resa nota proprio su mia segnalazione fatta settimane dopo la scomparsa di Sarah, per non essere accusato di protagonismo. Segnalazione che solo allora ha portato all’allontanamento del Castriota. O forse perché si vuol tacitare la pessima figura fatta proprio dai media, nazionali e in particolar modo locali, che si arrogavano una presunta emancipazione che non esiste (i cittadini tarantini vengono definiti dai provinciali: cozzari). Giornalisti così affamati di verità ed a tal fine impegnati a riportare chiacchiere, pettegolezzi e maldicenze sul paese e sulla ragazza scomparsa, tanto da non scoprire quanto era palese sotto i loro occhi? Gli stessi organi di informazione che prima cercavano Sabrina e che oggi sposano in pieno la tesi accusatoria della sua colpevolezza? Il Settimanale “Oggi” con Giuseppe Fumagalli su Focus nel mese di novembre 2011 pubblicò una bella intervista del CASTRIOTA il quale parlava dei depistaggi e non solo di quelli. Perché non è stato mai ascoltato?»
“Sabrina Misseri parla. Dal 26 agosto 2010 non ha fatto altro. Fondamentalmente ha espresso due concetti. Oggi che è in carcere, accusata dell’omicidio di Sarah, proclama la propria innocenza. Prima di essere arrestata proclamava la colpevolezza degli altri. La ragazza, dicono i suoi avvocati, è sempre stata sincera. Lo è oggi e lo era anche allora, quando non poteva immaginare un padre mostro e forniva elementi, spunti e suggerimenti che potevano rivelarsi utili alle indagini. «Storie», ribattono i magistrati. Per loro Sabrina è una gran bugiarda. Sapeva benissimo che fine aveva fatto la cugina e tutto quello che raccontava aveva come unico scopo il depistaggio, per tenere carabinieri e magistrati il più possibile lontani da casa sua e dalla scena del delitto. Colpevolisti o innocentisti, ognuno può vederla come vuole. O se ancora non si è fatto un’idea, può rivederla come un film in dvd. Avetrana ha riempito Internet, giornali, trasmissioni televisive e oggi quel materiale permette di tornare indietro, premere play e ripartire da zero. Può essere un esercizio interessante. Utile per raccoglierle i frammenti dispersi dalla cronaca e allinearli in un’unica storia. Per scoprire così che nei primi dieci giorni di ricerche Sabrina ha indicato almeno dieci piste. Una al giorno. In questo viaggio a ritroso la guida è Valentino Castriota, trentasettenne leccese, accorso ad Avetrana due giorni dopo la scomparsa di Sarah. «Un amico mio, parente della famiglia, mi presentò a Concetta, mamma della ragazza. Donna fredda? No, io ho visto una donna frastornata. Era assediata dai media, c’erano giornalisti che si infilavano in camera di Sarah e li abbiamo persino trovati a frugare nei cassetti, alla ricerca di chissà quale scoop. È allora che ho deciso di fare la mia parte e ho fatto da portavoce alla famiglia Scazzi. Gratis, naturalmente». In quei giorni Sabrina va e viene dalla casa di Sarah e Valentino entra subito in contatto con lei. «Quella ragazza era un fiume in piena», ricorda lui. «Appena arrivava voleva sapere tutto, le televisioni o i giornali che volevano intervistarla, gli orari delle trasmissioni e poi il suo look, se era meglio col codino o coi capelli sciolti, con gli occhiali o senza, col trucco o nature». Con gli inquirenti che non sanno da che parte girarsi, Valentino viene travolto dal tornado Sabrina. Lei produce ipotesi investigative a raffica, lui le organizza interviste, conferenze stampa, appelli. «Erano tutti lì a pendere dalle sue labbra», spiega, «e questo invece che intimidirla le dava una carica pazzesca. Qualsiasi cosa andava bene. Bastava una voce, la notizia apparsa su un giornale o anche una supposizione campata per aria e lei partiva in quarta. Che fosse in casa coi famigliari o in pubblico davanti alle telecamere non si fermava più». L’ex portavoce di casa Scazzi però prende nota e quando riordina gli appunti si spaventa. «All’inizio mi sono lasciato travolgere. Poi, col passare dei giorni, c’era qualcosa che non mi tornava e lei lo ha capito». I primi contrasti cominciano con la fiaccolata per Sarah. «Lei non la voleva», prosegue Castriota, «diceva che non serviva a niente, che sarebbero venute cento persone. Credo che Sabrina volesse avere tutto sotto il suo controllo e un evento pubblico come la fiaccolata la preoccupava. Temeva che la situazione le sarebbe scappata di mano. Il 9 settembre, dopo la fiaccolata, piangeva sulle mie spalle e ho pensato che avesse cambiato idea. La sera dopo quando mi sono avvicinato a casa sua lei non si è fatta vedere. È uscita solo Cosima, che mi ha preso a male parole, come uno che si stesse immischiando nelle loro faccende». In quel momento si consuma la rottura. Sabrina scarica Valentino e insiste perché Concetta faccia lo stesso. «Ormai c’era qualcosa che non mi convinceva», insiste lui, «non potevo far finta di niente e così mi sono tolto dai piedi. Le dieci storie che ho sentito raccontare a Sabrina però non le ho dimenticate. E nei giorni successivi le ho viste uscire tutte. E tutte si sono rivelate campate in aria». Valentino le elenca, dividendole in due capitoli. Il primo, più scarno riguarda due ipotesi di sequestro. Uno, ordito dalla rumena Maria Pantir, badante del nonno di Sarah, il secondo portato a termine dagli zingari. Segue il capitolo più corposo delle fughe. Tre per amore. La cugina poteva essere scappata con un ragazzo conosciuto qualche giorno prima a San Pancrazio, poi con un trentenne col quale chattava e infine per farsi notare da un compagno di scuola che le piaceva e da cui si sentiva ignorata. «Me lo ricordo ancora quel ragazzino», commenta Valentino, «mentre lancia un appello la sera della fiaccolata: “Torna Sarah, diventeremo amici, te lo prometto”». Ma l’amore non è tutto. E Sabrina si sbizzarrisce. Sarah? Forse è in Germania, a casa di un cugino che la chiamava. Anzi, se n’è andata perché insofferente alla fede religiosa della madre, testimone di Geova. E non andava trascurato un episodio di inizio estate, quando Sarah si era scattata delle foto buttando lì una frase strana: «Le useranno quelli di Chi l’ha visto?» (la trasmissione che si occupa di persone scomparse e che il 6 ottobre avrebbe annunciato il ritrovamento del cadavere). Siamo a otto. «Nove e dieci mi danno i brividi», continua Valentino. «Me la ricordo come fosse oggi, mentre si rivolge a Concetta e le confida il lato segreto della figlia, ragazza spinta e disinibita, desiderosa di vivere la sua libertà lontana dalla famiglia. E se davvero sapeva della fine di Sarah, mi chiedo con che coraggio il 1° settembre abbia mostrato a sua zia quel messaggio arrivato sul suo telefonino da un numero sconosciuto: “Mamma sto bene non ti preoccupare”». Siamo a dieci. Ma sono ancora di più se si considera la testimonianza di Mariangela, che delle ricerche iniziate il 26 agosto fotografa un particolare: «Sabrina ripeteva “l’hanno presa, l’hanno presa”». Dodici se si considera l’interrogatorio dell’8 settembre, quando mette a verbale i suoi «sospetti sul padre di Sarah, descritto come uno che allungava le mani alle donne». Il 21 ottobre 2011, quando il gip Martino Rosati decide di tenere Sabrina in galera ed elenca tutti gli indizi raccolti contro di lei, in testa ci sono i depistaggi. Che alla fine non depistano. E per i giudici, riportano sempre a casa Misseri.”
Nessun pellegrinaggio nei luoghi dell'orrore, nessun rito religioso per ricordarla, rarissime visite al cimitero di Avetrana (Ta) dove e' sepolta: a due anni dalla tragica morte della quindicenne Sarah Scazzi, ad Avetrana non c'e' assolutamente nulla che riporti in qualche modo al clamore mediatico di quel fine estate-inizio autunno del 2010.
Allora la tragedia di Avetrana era su tutti i giornali e le tv, mentre decine di persone si spostavano anche da fuori regione per vedere i posti dove Sarah era stata: la sua casa e quella degli zii Misseri. Di Sarah non si parla piu'. Il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi, 15 anni, zainetto sulle spalle e cuffie per la musica alle orecchie, esce di casa diretta in via Deledda per incontrare la cugina Sabrina Misseri e l'amica Mariangela Spagnoletti con le quali aveva in programma di andare al mare.
Indossa una t-shirt rosa, pantaloncini corti neri, ai piedi un paio di infradito. Secondo gli inquirenti, nella villetta dei Misseri, Sarah e' stata uccisa da Sabrina e dalla zia Cosima Serrano, con la complicita' di Michele Misseri (padre e marito delle due presunte assassine), a sua volta accusato di soppressione di cadavere, in concorso con le due donne, con il fratello Carmelo e il nipote Mimino Cosma. Per il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, il suo aggiunto Pietro Argentino e il pm Mariano Buccoliero non ci sono dubbi: hanno ucciso Cosima e Sabrina. Il movente e' la gelosia che Sabrina nutriva nei confronti della cugina, che aveva atteggiamenti affettuosi per l'amico comune Ivano Russo, del quale entrambe si erano invaghite. A fine agosto 2010, dopo alcuni giorni di incertezze perche' si pensava a una fuga volontaria, Sarah Scazzi comincia a essere cercata ovunque, anche per le insistenze della mamma Concetta, che pensa a un rapimento. Si parla anche di romeni ma cosi' non sara'. Poi iniziano le battute nelle campagne, fra casolari diroccati e pozzi incustoditi. Arrivano numerosi rinforzi per i carabinieri impegnati nelle indagini e alla madre di Sarah l'allora prefetto di Taranto, Carmela Pagano, consegna anche una lettera di risposta del presidente Napolitano. Michele Misseri, sua moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina vengono ascoltati piu' volte dagli investigatori. Il 29 settembre 2010 Michele Misseri consegna ai carabinieri il cellulare di Sarah raccontando di averlo trovato in campagna tra le stoppie che aveva bruciato la sera prima. Ma si tratta, palesemente, di una messinscena. Il 6 ottobre lui, la moglie Cosima e la figlia Valentina vengono convocati nella sede dei carabinieri di Taranto. Dopo un interrogatorio-fiume, Michele confessa e in seguito portera' lui stesso gli investigatori in contrada Mosca nelle campagne di Avetrana.
Concetta Serrano apprende la notizia in diretta tv, mentre partecipa alla trasmissione "Chi l'ha visto?" seduta in casa Misseri accanto alla sorella Cosima. Il cadavere di Sarah e' nascosto in una cisterna di acqua, galleggia e ha i segni di quella lunga permanenza: 40 giorni. Michele afferma di aver ucciso Sarah strangolandola perche' la giovane aveva rifiutato i suoi approcci sessuali. E aggiunge di aver abusato del cadavere sotto un albero di fico. Ma il 15 ottobre Michele chiama in causa la figlia Sabrina e poco dopo scarica tutte le responsabilita' sulla stessa Sabrina e conferma le sue dichiarazioni nel corso di un incidente probatorio. Il 26 maggio 2011 viene arrestata anche sua moglie, Cosima Serrano, accusata in concorso con la figlia Sabrina. Il processo, cominciato il 10 gennaio scorso, riprendera' il 18 settembre.
Cosima e Sabrina sono detenute nel carcere di Taranto.


ALCUNE IMMAGINI DI SARAH SCAZZI

Nessun pellegrinaggio nei luoghi dell'orrore, niente celebrazioni religiose e sporadiche visite alla tomba della quindicenne trovata morta in un pozzo. Per il delitto a processo la zia Cosima e la cugina Sabrina...

Taranto - Nessun pellegrinaggio nei luoghi dell'orrore, nessun rito religioso per ricordarla, rarissime visite al cimitero di Avetrana dove è sepolta: a due anni dalla morte della quindicenne Sarah Scazzi, ad Avetrana non c'è assolutamente nulla che riporti in qualche modo al clamore mediatico di quel fine estate-inizio autunno del 2010. Allora la tragedia di Avetrana era su tutti i giornali e le tv, mentre decine di persone si spostavano anche da fuori regione per vedere i posti dove Sarah era stata: la sua casa e quella degli zii Misseri. Di Sarah non si parla più.
Il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi, 15 anni, zainetto sulle spalle e cuffie per la musica alle orecchie, esce di casa diretta in via Deledda per incontrare la cugina Sabrina Misseri e l'amica Mariangela Spagnoletti con le quali aveva in programma di andare al mare. Indossa una t-shirt rosa, pantaloncini corti neri, ai piedi un paio di infradito.
Secondo gli inquirenti, nella villetta dei Misseri, Sarah è stata uccisa da Sabrina e dalla zia Cosima Serrano, con la complicità di Michele Misseri (padre e marito delle due presunte assassine), a sua volta accusato di soppressione di cadavere, in concorso con le due donne, con il fratello Carmelo e il nipote Mimino Cosma. Per il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, il suo aggiunto Pietro Argentino e il pm Mariano Buccoliero non ci sono dubbi: hanno ucciso Cosima e Sabrina. Il movente è la gelosia che Sabrina nutriva nei confronti della cugina, che aveva atteggiamenti affettuosi per l'amico comune Ivano Russo, del quale entrambe si erano invaghite. A fine agosto 2010, dopo alcuni giorni di incertezze perché si pensava a una fuga volontaria, Sarah Scazzi comincia a essere cercata ovunque, anche per le insistenze della mamma Concetta, che pensa a un rapimento. Si parla anche di romeni ma così non sarà.
Poi iniziano le battute nelle campagne, fra casolari diroccati e pozzi incustoditi. Arrivano numerosi rinforzi per i carabinieri impegnati nelle indagini e alla madre di Sarah l'allora prefetto di Taranto, Carmela Pagano, consegna anche una lettera di risposta del presidente Napolitano. Michele Misseri, sua moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina vengono ascoltati più volte dagli investigatori. Il 29 settembre 2010 Michele Misseri consegna ai carabinieri il cellulare di Sarah raccontando di averlo trovato in campagna tra le stoppie che aveva bruciato la sera prima. Ma si tratta, palesemente, di una messinscena. Il 6 ottobre lui, la moglie Cosima e la figlia Valentina vengono convocati nella sede dei carabinieri di Taranto. Dopo un interrogatorio-fiume, Michele confessa e in seguito porterà lui stesso gli investigatori in contrada Mosca nelle campagne di Avetrana.
Concetta Serrano apprende la notizia in diretta tv, mentre partecipa alla trasmissione "Chi l'ha visto?" seduta in casa Misseri accanto alla sorella Cosima. Il cadavere di Sarah è nascosto in una cisterna di acqua, galleggia e ha i segni di quella lunga permanenza: 40 giorni. Michele afferma di aver ucciso Sarah strangolandola perché la giovane aveva rifiutato i suoi approcci sessuali. E aggiunge di aver abusato del cadavere sotto un albero di fico. Ma il 15 ottobre Michele chiama in causa la figlia Sabrina e poco dopo scarica tutte le responsabilità sulla stessa Sabrina e conferma le sue dichiarazioni nel corso di un incidente probatorio. Il 26 maggio 2011 viene arrestata anche sua moglie, Cosima Serrano, accusata in concorso con la figlia Sabrina. Il processo, cominciato il 10 gennaio scorso, riprenderà il 18 settembre. Cosima e Sabrina sono detenute nel carcere di Taranto.
 
(27 agosto 2012)© Riproduzione riservata

La triste storia Sarah Scazzi: un omicidio di paese!

Sarah Scazzi e il dolore per una ragazzina uccisa nella fase più delicata e difficile della vita, l'adolescenza, la ragazzina infatti credeva nelle persone e non aveva paura di ciò che faceva, né dei pericoli in cui andava incontro.
Poi i parenti non sono pericolosi, nella mente dei ragazzi, in un borgo di provincia tutti si conoscono e si sa di chi aver paura e di chi invece stare distante, ma lei non aveva capito nulla.
Era una ragazzina e il pericolo non lo si conosce a 15 anni, la paura, se esiste, è solo irrazionale, senza un vero senso, invece c'è la certezza di essere immortali, a te non potrà mai capitare nulla.
Così Sarah andò dagli zii, dalla cugina, sua amica: la frequentazione degli zii per lei rappresento una scelta sbagliata, fatale, mortale.
Quel giorno caldo d'estate voleva andare al mare, mentre finì a casa Misseri, forse fu trascinata a forza.
L'ingenuità per lei fu fatale.

 
 


Delitto di Avetrana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il delitto di Avetrana è un caso di omicidio avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana (TA) a danno della quindicenne Sarah Scazzi.
Per il delitto sono attualmente sotto processo davanti alla Corte d'assise di Taranto, la cugina Sabrina Misseri di 24 anni e la zia Cosima Serrano di 55 anni, con l'accusa di omicidio doloso aggravato[1] e lo zio Michele Misseri con l'accusa di occultamento di cadavere[2].
La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell'annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima e dell'arresto dello zio in diretta sul programma Chi l'ha visto? dove era ospite la madre di Sarah[3].

Indice

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La scomparsa di Sarah [modifica]

Il 26 agosto 2010 venne denunciata dalla madre la scomparsa della quindicenne Sarah Scazzi, studentessa al secondo anno dell'istituto alberghiero, conosciuta in paese come una ragazzina timida e schiva. La ragazza era uscita di casa alle 14.30[4] per raggiungere casa della cugina Sabrina, distante poche centinaia di metri, e andare con lei e un'altra amica al mare; da quel momento vennero perse le tracce di Sarah, che non rispose più al telefono e scomparve nel nulla[4].
La scomparsa della giovane Sarah ha avuto un immediato ed enorme risalto mediatico[5]. Da principio l'attenzione dei media si concentrò sulla vita privata di Sarah, analizzando le sue abitudini e addirittura il suo diario segreto e il suo profilo di Facebook per capire quali fossero i motivi che l'avevano spinta alla fuga da casa[6]. La ragazza fu dipinta dai media come un'adolescente inquieta, che frequentava sul web ragazzi molto più grandi di lei[6] e capace di progettare la propria scomparsa per diventare famosa e poter finalmente fuggire da un paesino dove si annoiava e si sentiva oppressa e da una madre con cui frequentemente litigava[6].
Questa immagine fu sostenuta in particolare dalla cugina Sabrina nelle sue numerose apparizioni a Domenica Cinque, Uno Mattina, La vita in diretta[7], mentre la madre continuava a sostenere la tesi del rapimento.
Inizialmente le indagini della polizia furono orientate verso una fuga della ragazza[6] o su un sequestro[8] ad opera di un uomo che l'avrebbe adescata su Facebook[6]. Le ricerche della ragazza andarono avanti per tutto il mese di settembre[9], in un crescendo di interesse mediatico che vide la madre e i suoi familiari ospitati dalle principali trasmissioni televisive per lanciare appelli per il ritorno di Sarah a casa[10].
Dopo oltre un mese di ricerche, il 29 settembre venne ritrovato il cellulare di Sarah semibruciato in un campo poco distante dalla sua abitazione[9]. A ritrovarlo fu lo zio Michele Misseri, agricoltore, il quale con dolore e preoccupazione per tale scoperta, asserì di essere in grado di trovare la nipote, il che contribuì ad alimentare i sospetti che subito s'iniziò a nutrire su di lui. Peraltro, lo zio Michele Misseri e sua moglie Cosima Serrano, entrambi agricoltori, avevano praticamente cresciuto in casa loro la ragazza scomparsa, della quale parlavano come di una terza figlia. Entrambi erano apparsi ripetutamente in televisione esprimendo dolore e preoccupazione per la sparizione della nipote.

Le indagini e il processo [modifica]

Dopo un'altra settimana di ricerche, il 6 ottobre Misseri, dopo un interrogatorio di circa nove ore, confessò l'omicidio della nipote, indicando alle forze dell'ordine il luogo dove aveva nascosto il cadavere[9]. La notizia del ritrovamento del cadavere venne comunicata alla madre e ai familiari in diretta televisiva dalla trasmissione Chi l'ha visto?[3].
Nei giorni successivi Michele ritrattò la confessione iniziale diverse volte[11], finché il 15 ottobre confermò i sospetti degli inquirenti sul coinvolgimento della figlia Sabrina[11]. Il giorno seguente, dopo un interrogatorio di sei ore, Sabrina venne arrestata con l'accusa di sequestro di persona e concorso in omicidio[12]. Il 21 ottobre il GIP di Taranto decise la convalida del fermo, basandosi anche sulla testimonianza dell'amica Mariangela Spagnoletti - la quale riferì che, vedendo la cugina in ritardo all'appuntamento, Sabrina Misseri pareva del tutto sconvolta ed in preda all'ansia, ripetendo che la ragazzina era stata certamente rapita e che occorreva avvertire immediatamente i Carabinieri - e sui rilievi del medico legale[13].
Dalle indagini emerse come il movente di Sabrina fosse la gelosia per le attenzioni che la cugina riceveva da Ivano Russo, un cuoco di Avetrana del quale Sabrina era innamorata. Secondo gli inquirenti, Sabrina si confidava con la cugina Sarah riguardo alla sua infatuazione per Ivano Russo ed al rifiuto di questi di allacciare una relazione sentimentale con lei. Proprio le continue insistenze di Sabrina, insieme ai pettegolezzi in paese, avrebbero portato alla definitiva rottura da parte di Ivano e acuito, così, l'astio di Sabrina verso Sarah, costituendo il movente dell'omicidio, maturato probabilmente a seguito di un acceso diverbio tra le ragazze, nella sera del 25 agosto alla vigilia della scomparsa di Sarah, in un pub del paese, davanti a numerosi testimoni[14].
Intanto Michele Misseri, avendo l'esame autoptico sul corpo di Sarah smentito il vilipendio di cadavere, ritrattò ancora la confessione iniziale dichiarando di non aver abusato del cadavere della nipote[15]. Il 6 novembre infine Misseri cambiò ulteriormente la versione attribuendo l'omicidio alla figlia e dichiarando di essere stato chiamato da Sabrina dopo la morte di Sarah per aiutarla ad occultarne il cadavere[16]. A seguito di queste ulteriori indagini l'accusa nei confronti di Sabrina è diventata di omicidio, mentre è caduta quella di sequestro di persona[14].
A seguire, il 26 maggio 2011 è stata arrestata Cosima Serrano, madre di Sabrina, con l'accusa di concorso in omicidio. Dall'analisi dei tabulati risulta, infatti, che il suo telefono cellulare avrebbe effettuato una chiamata dal garage, mentre la donna aveva dichiarato che quel pomeriggio non si era mai recata nel garage[17]. Circostanza poi suffragata dai Carabinieri del Ros in sede di deposizione all'udienza del 27 marzo 2012[18]. Cinque giorni dopo l'arresto è stato scarcerato Michele Misseri, poiché erano trascorsi i termini della custodia cautelare per il reato di soppressione di cadavere che gli viene contestato[2].
Le indagini preliminari si sono concluse il 1º luglio con l'incriminazione di 15 persone per reati che vanno dal concorso in omicidio, alla soppressione di cadavere, sequestro di persona, false dichiarazioni al Pm, alla soppressione di documenti, all’infedele patrocinio e all’intralcio alla giustizia[19].
Particolarmente controverse, infatti, sono state pure le vicende occorse ai rispettivi uffici legali: la difesa legale di Sabrina Misseri è affidata al noto avvocato penalista Franco Coppi[20], che entrava nel collegio difensivo[21] con gli avvocati Emilia Velletri e Vito Russo, successivamente costretti a rinunciare al mandato, ai sensi dell'art. 5 del Codice Deontologico Forense[22] , in quanto indagati nello stesso giudizio per soppressione di documenti, intralcio alla giustizia e favoreggiamento personale. Stessa sorte toccava all'avvocato difensore di Michele Misseri, costretto anch'egli a rimettere il mandato dopo essere stato indagato nel medesimo procedimento dell'assistito[23].
Nel novembre del 2011 l'avvocata Velletri, a seguito di giudizio abbreviato, veniva assolta dalle accuse per insussistenza del fatto, e l'avvocato Russo, che invece aveva optato per il rito ordinario, prosciolto in udienza preliminare da due capi di imputazione sempre per insussistenza del fatto-reato. Contemporaneamente, venivano assolti a seguito di abbreviato gli altri due avvocati imputati nello stesso processo, sempre con la formula dell'insussistenza del fatto[24][25].
Il processo si è aperto davanti alla Corte d'assise di Taranto il giorno 10 gennaio 2012, e vede come principali imputati Sabrina Misseri con l'accusa di omicidio doloso premeditato, la madre Cosima con l'accusa di concorso in omicidio e il padre Michele con l'accusa di soppressione di cadavere. A deporre sono state chiamate anche alcune amiche di Sabrina, che hanno riferito di com'era ossessionata dal ragazzo[26], tempestandolo di sms dal contenuto sessuale esplicito e di gelosia verso la cugina che - a suo dire - cercava di "rubarle" l'uomo[27]. Di rilievo è stata poi la testimonianza di Ivano Russo, che ha svelato di avere avuto una fugace relazione con l'imputata, prima di chiudere ogni rapporto poco prima della scomparsa di Sarah. Durante la deposizione il giovane, ripercorrendo la giornata della scomparsa di Sarah, ha inoltre spiegato che nella notte, mentre girava in auto con Sabrina per cercare la cugina, si diressero alla contrada Mosca - dove effettivamente fu rinvenuto il cadavere di Sarah - su indicazione di Sabrina, dopo che questa aveva parlato al telefono con la madre. Il ragazzo ha anche riferito che Sabrina utilizzava il cellulare della madre Cosima per chiamarlo perché «aveva il timore di essere intercettata»[28].
Il comune di Avetrana si è costituito parte civile[29].

Trasmissioni tv dedicate al delitto di Avetrana [modifica]

Note [modifica]

  1. ^ Sarah Scazzi, arrestata zia Cosima Per Sabrina omicidio premeditato Il gip: «Sabrina strangolò Sarah E Cosima non fece nulla per fermarla» Corriere del Mezzogiorno 26 maggio 2011
  2. ^ a b Colpo di scena, scarcerato zio Michele Corriere del mezzogiorno 30 maggio 2011
  3. ^ a b Gesto di delicatezza nella tv verità Corriere della sera 8 ottobre 2010
  4. ^ a b L'identità segreta di Sarah e il mistero dei 700 metri Corriere della sera 3 settembre 2010
  5. ^ Sarah Scazzi, si teme il rapimento Liberonews.it
  6. ^ a b c d e Sarah preparava la fuga: pensò alla foto per le ricerche Corriere della sera 6 settembre 2010
  7. ^ La mala television Fusiorari.org] 14 novembre 2011
  8. ^ Gli amici e un diario, il mistero di Sara La pista del sequestro Corriere della sera 1 settembre 2010
  9. ^ a b c Dalla scomparsa alla verità, la tragedia di Sarah Scazzi virgilionews.it
  10. ^ La mamma comunica la lista dei sospetti Italianwes
  11. ^ a b Le cinque versioni di zio Michele Corriere della Sera 6 novembre 2010
  12. ^ Sarah, arrestata la cugina. "Aiutò il padre ad uccidere" TG24sky.com
  13. ^ Convalidato il fermo di Sabrina. La moglie del mostro in Procura Corriere del Mezzogiorno 18 ottobre 2010
  14. ^ a b Riesame: «Sabrina agì per gelosia Può fuggire e commettere altri delitti» Il Messaggero 22 novembre 2010
  15. ^ Misseri ritratta: nessuno stupro. Fermo convalidato, Sabrina nega Adkronos 18 ottobre 2010
  16. ^ Verbale interrogatorio Misseri Corriere della sera 10 novembre 2010
  17. ^ Omicidio Scazzi, l’intercettazione che incastra Cosima Misseri
  18. ^ Omicidio Sarah Scazzi. I Ros inchiodano Cosima "Pure lei era in garage" Gazzetta del Mezzogiorno 28 marzo 2012
  19. ^ Avetrana, conclusione delle indagini La procura: indagate quindici persone Corriere del Mezzogiorno 1º luglio 2011
  20. ^ Sarah Scazzi, il penalista Franco Coppi avvocato di Sabrina Misseri: difese Andreotti e Cossiga Blitz quotidiano
  21. ^ La nuova carta di Sabrina Misseri: Franco Coppi nel collegio difensivo
  22. ^ http://www.altalex.com/index.php?idnot=1497
  23. ^ Sarah, la maledizione degli avvocati. Lascia De Cristofaro La gazzetta del mezzogiorno
  24. ^ Agenzie su assoluzione avvocati imputati ad Avetrana. 21 novembre 2011
  25. ^ Sarah/Cosima e Sabrina a processo Assolti da ogni accusa tre avvocati Quotidiano di puglia, 21 novembre 2011
  26. ^ Sarah, slitta la testimonianza di Ivano L'amica di Sabrina: "Era ossessionata da lui" Bari Repubblica.it 17 gennaio 2012
  27. ^ Mariangela Spagnoletti spiega perché Sabrina Misseri era gelosa di Sarah Scazzi NewsPuglia 21 febbraio 2012
  28. ^ Ivano Russo:«Sesso con Sabrina, ma incompleto». Processo Scazzi: il ragazzo conteso dalle cugine parla in aula Lettera43 31 gennaio 2012
  29. ^ Omicidio Scazzi: Comune Avetrana si costituisce parte civile AdnKronos 10 gennaio 2012

Bibliografia [modifica]

  • Antonio Giangrande, Sarah Scazzi, il delitto di Avetrana. Il resoconto di un avetranese. 2012
  • Boeri Mariella, La bambina di Avetrana, Edizioni Anordest, 2010, pp. 274.
  • Fumarola Domenico, Sarah Scazzi. La morte segreta, Calcangeli, 2011, pp. 66.


giovedì 7 giugno 2012

Ecco chi è il killer di Brindisi: "Non si esclude un mandante!" Ma chi c'è veramente dietro a questo assurdo attentato? Chi sono i veri mandanti? Qual'è la verità? Intanto il killer confessa: "Ho fatto io quella bomba!"

Si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 e un'impresa che distribuisce carburanti. E' il killer che ha ucciso Melissa. Come confermato dal procuratore Cataldo Motta, "ha ammesso di aver fabbricato l'ordigno e di averlo fatto esplodere". Ma questa è l'unica certezza. Le indagini proseguono, "perchè se ci fermassimo qui sarebbe una indagine zoppa". E, alla domanda del direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, Motta ha risposto che "non si esclude la presenza di un mandante". Ancora dubbi sul movente: l'uomo "ha dato un'indicazione generica e priva di credibilità".
Nella notte Vantaggiato (nella foto, tratta da Senzacolonne) ha confessato. Ma restano ancora punti oscuri nella sua versione, che apre a nuovi interrogativi. Perché non è scappato? "Pensava di non essere identificato. Dopo l'attentato ha ripreso la vita di tutti i giorni". La famiglia sapeva? "Non si può dire di no!"
Passeggia avanti e indietro per circa tre volte, guardando la scuola. Ad un certo punto alza il braccio sinistro e sembra azionare un telecomando. Poi si allontana. L’esplosione avviene dopo qualche secondo. E' l'attentatore alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, ripreso dalle telecamere di sorveglianza di un bar proprio nei pressi dell'istituto. Il video integrale è stato diffuso in esclusiva da Sky Tg24. L’uomo, camicia bianca e giacca scura, ha azionato, secondo gli investigatori, un dispositivo volumetrico simile a quello degli allarmi domestici. Il telecomando è stato premuto nel momento stesso in cui l’attentatore vede arrivare l’obiettivo e cioè presumibilmente il pullmann da Mesagne con a bordo le studentesse: l’esplosione si è attivata quindi nel momento stesso in cui la prima delle ragazze è entrata nel raggio d’azione degli infrarossi.
Le ipotesi degli investigatori sono due: o l’uomo non si è accorto delle telecamere oppure, non essendo di Brindisi, non teme di essere riconosciuto. 

attentato-brindisiBRINDISI - Il presunto colpevole dell'attentato a Brindisi è stato fermato. Il responsabile della strage avvenuta davanti alla scuola intitolata a Giovanni Falcone e sua moglie in cui è morta una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, avrebbe un nome e un volto. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta ha confermato le voci che si inseguivano da tempo: Si tratterebbe diun benzinaio di 68 anni, Giovanni Vantaggiato, di Copertino in provincia di Lecce.
A quante pare il benzinaio avrebbe anche confessato, dicendo: "Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita". Sembra anche che l'uomo abbia alternato momenti di lucidità a stati confusionali. La sua auto, una Fiat Punto, sarebbe stata ripresa dalle telecamere nei pressi della scuola Morvillo poco prima dell'esplosione. L'uomo è accusato di strage aggravata alla finalità di terrorismo.
L'uomo avrebbe fatto tutto da solo e il movente sarebbe una vendetta privata, probabilmente per dei rancori contro il preside della scuola. L'uomo potrebbe avere un altro movente: la voglia di vendetta dopo un torto subito dalla giustizia e per questo avrebbe deciso di colpire la scuola che porta il nome del magistrato Giovanni Falcone. La polizia ha diffuso i risultati di un'intensa attività di controllo sul territorio.
Dopo l'esplosione all'Istituto «Morvillo» la Questura di Brindisi ha avviato «servizi di controllo del territorio eccezionali» con 1.400 persone controllate e 32 perquisizioni domiciliari.


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"Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita". Questo è quanto confessato da Giovanni Vantaggiato agli investigatori della questura di Lecce, dove è stato portato nella notte in quanto indagato per l'attentato dinamitardo di fronte alla scuola "Morvillo Falcone" di Brindisi, avvenuto il 19 Maggio scorso.
Lo scoppio delle bombe portò alla morte di Melissa Bassi (nella foto), studentessa di sedici anni. L'uomo, un benzinaio di sessantotto anni, avrebbe agito per una vendetta privata.


domenica 20 maggio 2012

Brindisi (Puglia), l'attentatore è in un video "Gesto isolato, non è stata la mafia?" - L'immagine esclusiva de LaStampa.it

Esclusivo: Brindisi (Puglia), ecco la foto del presunto killer...


Pubblichiamo un'immagine del presunto autore della strage di Brindisi, ripreso nel momento in cui starebbe attivando il telecomando che ha innescato la bomba alla scuola Morvillo-Falcone. Il fotogramma proviene dal video a disposizione degli inquirenti, di cui ha parlato stamani il procuratore di Brindisi Marco Dinapoli. "Sono immagini terribili", ha commentato il procuratore, spiegando che ritraggono un uomo in giacca, di età presunta di 50-55 anni, che alle 7:37 provoca l'esplosione. Abbiamo sfocato i tratti del volto dell'uomo - qui ritratto in apparenza con una mano in tasca mentre esegue l'attentato - per non compromettere le indagini in corso mirate a identificarlo.

La Procura: «Volontà stragista! Il killer ripreso dalle telecamere mentre preme il telecomando!» Nella notte sentite due persone...

Si stringe dunque il cerchio attorno all'attentatore di Brindisi. In un filmato esaminato dagli inquirenti si vede un uomo che preme il tasto del telecomando azionando così la bomba che ha ucciso Melissa Bassi davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Alle 7.38 da un'altra telecamera si vede uscire il fumo. L'esplosione è quindi avvenuta presumibilmente alle 7.37. Gli inquirenti non escludono l'esistenza di complici.
La persona «non è stata ancora identificata», ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli. All’uomo, un adulto, gli inquirenti sono giunti analizzando le immagini registrate da una telecamera. Altre due persone, identificate dalle riprese di una videocamera di sorveglianza, sono state intanto interrogate nella notte. La pista imboccata dalla polizia esclude dalle responsabilità la mafia e punta invece su un gesto isolato. Un esperto di informatica, uno «arrabbiato con il mondo». In ogni caso c’è stata «una volontà stragista». «Non è impossibile - ha aggiunto Dinapoli - che tutta l’organizzazione sia stata fatta da una persona sola».
Il video che ha dato agli investigatori la chiave per inquadrare un gesto comunque ancora senza movente lo fornisce una telecamera che probabilmente il killer non sospettava di trovare: quella installata su un chiosco che vende bibite, panini e giornali a meno di 20 metri dall’ingresso della scuola. Proprio di fronte al cancello principale. Un chiosco senza pretese e che però potrebbe rivelarsi fondamentale per le indagini: la piccola telecamera montata all’angolo più vicino all’istituto e rivolta verso l’altro lato della strada, registra infatti immagini che durano abbastanza per fornire quegli elementi che il procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli definisce «significativi». Elementi che consentono di «non lavorare più al buio». Soprattutto, registra l’intero minuto che trascorre dall’attivazione dell’ordigno, con un comando a distanza, all’esplosione: sessanta secondi pieni di dettagli.
Nell'immagine che LaStampa.it pubblica in eslusciva c’è un uomo. Un adulto bianco, molto probabilmente un italiano che potrebbe avere tra i 50 e i 60 anni. Vestito come un tipo qualunque: giacca scura, pantaloni chiari e scarpe da ginnastica. Non sono ancora le 7.40 e lui è già  li. Il cassonetto «armato» con la bomba è dall’altra parte della strada, pronto ad esplodere. Portato, sembrerebbe, poco prima delle 3 di notte. Gli investigatori stanno lavorando anche su quest’aspetto perché la donna che ha raccontato di aver visto qualcuno proprio attorno a quell’ora, non avrebbe riconosciuto la persona nel video come la stessa che si sarebbe mossa verso la scuola di notte con il cassonetto. È probabile, ed è questa l’ipotesi che prevale tra gli inquirenti, che il testimone abbia avuto difficoltà a ricordare i dettagli di una persona vista in piena notte e per pochi secondi, ma non possono escludere che il killer possa aver avuto un complice. O più d’uno. Resta il fatto che, alle 7.40, il cinquantenne è pronto a mettere in pratica il suo piano di morte. Nel video si vede l’uomo appoggiato al muro, sul lato del chiosco più lontano dalla scuola, armeggiare con una specie di telecomando: è il meccanismo che attiva l’ordigno. Si tratta, ha spiegato Dinapoli, di un congegno volumetrico, uno di quelli che una volta attivato si innesca al passaggio delle persone. «È qualcuno - afferma Dinapoli - che conosce l’elettronica. Il congegno non è particolarmente complesso, ma è di difficile fattura per chiunque sia a digiuno di nozioni di elettronica».
L’uomo dunque sa bene che, attivando l’innesco volumetrico, chi per primo passerà davanti a quel cassonetto, farà scoppiare la bomba. E la sua volontà di seminare terrore è così evidente che non si allontana dopo aver premuto il pulsante, ma aspetta il botto. Che arriva poco dopo: l’onda d’urto scuote la telecamera, che registra immagini mosse. Riesce però a riprendere chiaramente un frammento di bombola che passa vicino al killer e quasi lo colpisce. La strage è compiuta. E mentre dall’altra parte della strada le urla di dolore delle ragazze lacerano il silenzio della mattina, l’uomo si gira e se ne va. Ora si guardano i filmati di altre telecamere: si spera dicano quando e da dove è arrivato, e dove è poi andato.
 
 
Fonte: multimedia.lastampa.it
http://www3.lastampa.it

sabato 19 maggio 2012

Fight da Faida - E' l'ora della pena capitale come in Cina...sparare alla schiena per mirare al cuore!!! Criminalità organizzata allo sterminio di massa...urgente un nuovo arcipelago Gulag Italiano!


Padre contro figlio
fratello su fratello
partoriti in un lavello
come carne da macello...
Uomini con anime
sottili come lamine
taglienti come il crimine
rabbiosi oltre ogni limite.
Eroi senza una terra
che combattono una guerra
fra la mafia e la camorra:
Sodoma e Gomorra...
Napoli e Palermo
succursali dell'inferno
divorate dall'interno
... in eterno
dal tessuto tumorale
di natura criminale,
mentre il mondo sta a guardare
muto, senza intervenire:
.... basta: alla guerra fra famiglie
divorata dalle voglie
di una moglie con le doglie
che oggi da la vita ai figli
e domani gliela toglie...
... rami spogli dalle foglie
che lei taglia come paglia
e nessuno se la piglia.
E' la vigilia
di una rivoluzione alla voce del padrino
ma Don Vito Corleone oggi è molto più vicino
sta seduto in Parlamento...
è il momento
di sferrare un'offensiva
radicale e distruttiva
terminale e decisiva
alle cosche losche
abitudini fosche
alimentate dalle tasche
e fomentate dalle tasse:
basta una busta
nella tasca giusta
in quest'Italia così laida:
fight the faida!!!
Sud!!! Non ti fare incastrare
dal potere criminale che ti vuole fermare:
abbassagli la cresta,
guastagli la festa
guarda la sua testa
rotolare nella cesta.
Libera la mente da ogni assurdo pregiudizio...
... è l'inizio della fine del supplizio
che da secoli di domina
ti ingoia e ti rivomita...
... potere di quei demoni
che noi chiamiamo uomini
che uccidono altri uomini
che sfruttano noi giovani
che tagliano le ali agli ageli più deboli.
Potere che soggioga
potere della droga
potere di uno Stato che di tutto se ne frega...
Strage di Bologna, Ustica, Gladio
cumuli di scheletri ammassati in un armadio...
Tombe, ecatombe
falcidia di bande
raffiche di mitra
esplosioni di bombe...
Cosenza e Potenza, carne morta in partenza,
consacrate alla violenza
senza opporre resistenza.
Alpi... Salento
un solo movimento
pugni sul sistema
pretendiamo un cambiamento:
Ridateci la terra
basta con la guerra
dalla strada all'entifada....
fight the faida!!!!

Brindisi, grave attentato a scuola, esplode una bomba! Morte e disperazione nell'Italia governata ormai dalla Criminalità Organizzata!


Tre ragazze sono in prognosi riservata, una è in condizioni disperate. Tre le deflagrazioni, avvenute poco prima delle otto di fronte all'istituto professionale Morvillo Falcone, nei pressi del tribunale. Gli ordigni - collegati a bombole di gas - erano in un cassonetto. Tra le ipotesi spunta la Sacra corona unita. Trovati frammenti di un timer. Oggi a Brindisi la Carovana della legalità. Monti: per tre giorni bandiere a mezz'asta!

di SONIA GIOIA


ORE 14.19 - VERTICE IN PREFETTURA CON PROCURATORE GRASSO
Il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, è arrivato poco fa in prefettura a Brindisi per partecipare alla riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico al quale partecipano i vertici delle forze dell'ordine e della magistratura ed è presieduto dal prefetto, Nicola Prete.
Nella riunione si farà il punto sulle indagini riguardanti l'attentato alla scuola 'Morvillo Falcone'.
ORE 14.14 - MONTI, DA OGGI BANDIERE A MEZZ'ASTA PER TRE GIORNI
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha disposto l'esposizione delle bandiere a mezz'asta per oggi e per i prossimi tre giorni e ha espresso telefonicamente al sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, solidarietà e cordoglio con la preghiera di trasmettere tali sentimenti ai giovani e alle famiglie colpiti così duramente dal vile atto omicida.
ORE 13.55 - BERLUSCONI: RISPOSTA E' IN UNITA' PAESE
"L'attentato di questa mattina a Brindisi ha pochi precedenti in termini di ferocia e di mancanza di umanità. Esprimo il mio dolore e sono vicino ai familiari dei ragazzi colpiti. Questo nuovo episodio criminale alimenta un clima di tensione che cerca di mettere alla prova la tenuta delle nostre istituzioni democratiche". Così l'ex premier Silvio Berlusconi commenta l'attentato sottolineando che "come in altri momenti drammatici, la risposta che dobbiamo dare a simili atti di terrorismo e di destabilizzazione, è nell'unità e nella concordia di tutte le forze politiche, sociali, e culturali del nostro Paese".
ORE 13.54 - STUDENTI IN PIAZZA CON FAZZOLETTI BIANCHI
In piazza, davanti ai Comuni, con fazzoletti bianchi e striscioni che avvertono "qualsiasi cosa farete, non ci fermerete": è questa la risposta degli studenti all'attentato di stamani a Brindisi. "Siamo scossi, pieni di dolore e rabbia per ciò che è accaduto", dicono l'Unione degli universitari e la Rete degli studenti che hanno promosso la mobilitazione. "Vogliamo reagire subito non possiamo stare zitti" concludono le due associazioni invitando gli studenti a scendere in piazza oggi pomeriggio in tutto il Paese.
ORE 13.50 - TROVATI I RESTI DI UN TIMER 
I resti di un timer (e non di un telecomando) sono stati trovati dagli investigatori nei pressi della scuola Morvillo FalconE dinanzi al cui ingresso è stato compiuto un attentato dinamitardo che ha provocato la morte di una studentessa. Lo si è appreso da fonti investigative.
ORE 13.40 - BOLLETTINO MEDICO: TRE FERITE IN PROGNOSI RISERVATA
Il direttore sanitario della Asl di Brindisi, Graziella Di Bella, ha diramato il bollettino medico relativo ai feriti ricoverati presso l'ospedale Perrino, ricordando che un'altra paziente è deceduta presso il pronto soccorso. "Due pazienti sono ricoverati in chirurgia plastica, di cui una con ferite profonde agli arti inferiori da avviare in sala operatoria e un'altra paziente con ustioni sul 20% del corpo di primo e secondo grado. Due pazienti sono ricoverate nel centro ustioni in prognosi riservata, di cui una attualmente in sala operatoria e un'altra con il 40% di ustioni di cui il 30% di terzo grado, in condizioni stazionarie. Una paziente è ricoverata nel reparto di rianimazione in prognosi riservata, in sala operatoria con lesioni da scoppio a prevalenza toracica. Due pazienti sono stati dimessi dal pronto soccorso per otalgia da scoppio. Altri tre sono stati dimessi con reazione ansiosa ad avvenimento!"
ORE 13.38 - CANCELLIERI RIFERIRA' MARTEDI' AL SENATO
Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri riferirà in aula al Senato nella seduta di martedì 22 maggio, alle 16,30, sul gravissimo attentato di questa mattina a Brindisi. Lo riferisce un comunicato di Palazzo Madama.
ORE 13.35 - CONI, UN MINUTO SILENZIO SU CAMPI SPORT
Lo sport si ferma in memoria della vittima dell'attentato di Brindisi. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha infatti invitato le Federazioni sportive, le Discipline associate e gli Enti di promozione a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, previste nel weekend, per ricordare la studentessa morta nell'attentato avvenuto questa mattina davanti all'Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi.
ORE 13.32 - GRILLO: BOMBA ERA NELL'ARIA
"Cui prodest questo attentato? Alla criminalità brindisina, il cui territorio sarà controllato da tutti corpi di polizia per mesi? Alla mafia siciliana, che si vendica così della commemorazione della morte di Falcone? Cui prodest la morte di una ragazza che andava a scuola?". Beppe Grillo non avanza risposte ma si trincera dietro interrogativi per tentare una prima lettura dell'attentato di Brinidisi. Dubbi che richiamano altri periodi della storia nazionale, cui Grillo si richiama apertamente: "Coincidenze? Io ho smesso di crederci da tempo, da quando ho visto da bambino per la prima volta Andreotti in televisione", dice a proposito del legame tra il nome della scuola e il passaggio della carovana della legalità. Non solo: "Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi. Gli italiani lo pensano e io lo dico: da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell'aria elettrica come prima di un temporale".
ORE 13.30 - MANGANELLI: NON DAREMO LORO TREGUA
"Non daremo loro tregua. Li prenderemo e si pentiranno di questa nefandezza". Lo dice il capo della polizia, Antonio Manganelli, commentando l'attentato a Brindisi.
ORE 13.17 - L'ARCIVESCOVO AGLI AUTORI: COSTITUITEVI
"A voi, autori di questo grave atto, chiedo di pentirvi e di costituirvi. Questo attentato non può restare impunito, ma anche voi riprendetevi dignità umana e sociale". Sono parole dell'arcivescovo di Brindisi e Ostuni, monsignor Rocco Talucci.
0RE 13.14 - NAPOLITANO: PROFONDO DOLORE PER MELISSA
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime il suo profondo dolore per la perdita della giovane vita di Melissa stroncata dal barbaro attentato di questa mattina a Brindisi, per le gravissime condizioni di Veronica e per le ferite riportate da altre ragazze dell'Istituto professionale intitolato a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo". E' quanto si legge in una nota del Quirinale. "Nello stringersi con affettuosa solidarietà ai famigliari e alla comunità scolastica - continua la nota - il Capo dello Stato auspica e sollecita il più rapido ed efficace svolgimento delle indagini volte a individuare la matrice e i responsabili di questo sanguinoso attacco alla convivenza civile".
ORE 13.10 - FRATELLO MORVILLO: MAFIA PISTA ATTENDIBILE
"La pista a sfondo mafioso, al momento, mi appare come la più attendibile. Lo dico per il luogo e la tempistica con cui è avvenuto: la scuola intitolata a Francesca Morvillo e la giornata di commemorazione delle stragi mafiose mi fanno pensare a questo". Lo ha detto Alfredo Morvillo, procuratore a Termini Imerese e fratello di Francesca Morvillo, la moglie di Falcone uccisa nella strage di Capaci. "Naturalmente gli investigatori e tutti noi che facciamo questo mestiere - ha chiarito Morvillo - siamo abituati ad indagare su tutte le ipotesi, senza tralasciare alcuna pista".
ORE 13.07 - EMILIANO: E' COME LA STRAGE DI CAPACI
"Il dolore è insopportabile. Fatto grave come stragi di via Capaci e via D'Amelio". E' il messaggio con cui Michele Emiliano, sindaco di Bari e per anni magistrato della Dda a Brindisi, ha commentato su twitter l'esplosione di un ordigno davanti alla scuola 'Morvillo Falcone', che ha causato la morte di una 16enne.
ORE 13.04 - VATICANO, ATTO ORRIBILE E VILE
L'attentato "è un fatto assolutamente orribile e vile, tanto più degno di esecrazione in quanto avvenuto nei pressi di una scuola". Così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che invita "tutto il Paese a reagire con decisione alle tentazioni di violenza e alle provocazioni terroristiche".
ORE 13.00 - ESPLOSIONE ATTIVATA CON UN TELECOMANDO
L'ordigno esploso davanti l'Istituto Morvillo-Falcone potrebbe essere stato attivato con un telecomando a distanza. E' quanto trapela dagli ambienti investigativi di Brindisi. Se l'indiscrezione venisse confermata prenderebbe sempre più corpo l'ipotesi che l'attentato sarebbe stato organizzato nei minimi dettagli e per uccidere.
ORE 12.55 - PENNETTA: SCONVOLTA, NON HO PAROLE
"Ho appena visto quello che hanno fatto a Brindisi... non ho parole!". Flavia Pennetta commenta così sul proprio profilo di Twitter i tragici fatti di Brindisi. L'azzurra del tennis è nata nel capoluogo pugliese: "Sono vicina a tutte le persone coinvolte, un abbraccio", scrive ancora la Pennetta.
ORE 12.50 - DI PIETRO, SI RISCHIA GUERRA CIVILE
"Ora o mai più bisogna essere tutti uniti contro questa strage, questo attacco alle istituzioni, non solo per difendere il Paese da questo ritorno stragista e terroristico. O la stronchiamo immediatamente, questa fase terroristica, o il nostro Paese è destinato a una guerrà civile". E' il primo commento del leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, all'attentato di Brindisi, espresso durante la sua partecipazione, a Lanciano, a un convegno con studenti dell'Itcg "Enrico Fermi". "Tutti insieme - ha proseguito Di Pietro - dobbiamo trovare la migliore risposta, sul piano della repressione e prevenzione, nei confronti di questi delinquenti mafiosi che, evidentemente, non vogliono sentir parlare di legalità, pari opportunità e di Paese democratico. Siamo al ritorno di una strategia stragista soprattutto di tipo mafioso. Bisogna rafforzare dappertutto, anche nelle scuole, la cultura della legalità".
ORE 12.45 - MINISTRO SEVERINO, "ORRORE E RACCAPRICCIO"
Il ministro della Giustizia Paola Severino ha espresso "orrore e raccapriccio" per quanto accaduto a Brindisi.
ORE 12,36 - MANIFESTAZIONE ANTIMAFIA CON DON CIOTTI E CAMUSSO
"E' confermata la manifestazione di oggi alle 18 - ha detto il coordinatore nazionale della Carovana antimafia, Alessandro Cobianchi -. Confermiamo la manifestazione insieme al comune, manteniamo le iniziative delle visite ai beni confiscati, annulliamo la festa a Lecce". Sulla matrice, tuttavia, Cobianchi mantiene cautela: "è un attentato tremendo - dice - che non può essere ridimensionato, perché ci sono le bombole di gas, c'è un detonatore ed anche se la matrice non è chiara, questo ordigno è collocato davanti a una scuola, che ha un nome simbolico, in una giornata simbolica, a ridosso di un anniversario simbolico". Cobianchi, vicino al luogo dell'attentato alla scuola "Morvillo Falcone", ha riferito ancora che alla manifestazione di oggi parteciperanno don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Paolo Beni, presidente nazionale Arci e Susanna Camusso, segretario nazionale Cgil.
ORE 12.35 - VENDOLA, COLPIRE SCUOLA DELITTO PIU' ORRENDO
"Oggi dobbiamo dare una risposta forte e chiara ai barbari , a chi osato fare quello che neanche si può immaginare: spezzare la vita di giovani, spezzare la vita dei figli , portare la strage, il sangue davanti ad una scuola, ordire una strage di ragazzini e ragazzine è il delitto più orrendo". E' il commento del governatore della Puglia Nichi Vendola al sanguinoso attentato all'istituto Morvillo Falcone di Brindisi. "Oggi - aggiunge - dobbiamo poter dire a questi assassini che saranno fermati e colpiti, che la coscienza civile e democratica di Brindisi, della Puglia, di tutta Italia li manderà all'inferno".
ORE 12.30 - IL DG DELL'ASL: RAGAZZA FERITA IN PROGNOSI RISERVATA
Per Paola Ciannamea, direttore generale dell'Asl di Brindisi, le condizioni di Veronica Capodieci, la ragazza rimasta coinvolta nell'esplosione, sono gravi ma stabili. Quattro in tutto i feriti, uno è ancora in sala operatoria.
ORE 12.22 - CANCELLIERI: MONTI ADDOLORATO E PARTECIPE
Il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri è in contatto con il premier Mario Monti, negli Usa per il G8, e il Capo dello stato Giorgio Napolitano. "Li tengo informati passo passo" ha detto intervistata da TgSky24. Il presidente del Consiglio, in particolare - ha riferito Cancellieri - "è molto addolorato e partecipe".

ORE 12.20 - VERTICE STRAORDINARIO IN PREFETTURA A BARI
Un comitato per l'ordine e la sicurezza è stato convocato d'urgenza in prefettura a Bari.
ORE 12.19 - STAFFETTE PER IL SANGUE
Le auto della polizia stradale sono quasi tutte impiegate per le staffette per il trasporto di plasma e sangue dai centri della provincia barese a Brindisi.
ORE 12.18 - AL SETACCIO LE SCUOLE INTITOLATE A FALCONE E BORSELLINO
Gli artificieri di carabinieri e polizia stanno passando al setaccio le scuole di Bari e provincia intitolate a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino alla ricerca di eventuali ordigni. Si tratta di una direttiva arrivata nel capoluogo pugliese direttamente dalla direzione centrale antiterrorismo. I controlli saranno estesi anche a tutte le altre scuole.
ORE 12.17 - CONTROLLI SULLE CELLE TELEFONICHE
Oltre alle perquisizioni e ai controlli sull'alibi di diverse persone in tutta la zona, gli investigatori stanno controllando il traffico telefonico e i movimenti delle celle telefoniche con la collaborazione di tutte le compagnie.
ORE 12.16 - MANIFESTAZIONE IN PIAZZA
Una manifestazione di piazza è stata organizzata per le 18 in piazza Vittoria, "solo per testimoniare - dice il sindaco Mimmo Consales - "che questa è una città sana, democratica che saprà reagire a questa barbarie. Non ci resta che pregare per questi nostri figli che lottano fra la vita e la morte".
ORE 12,15 - INTELLIGENCE ESCLUDE AZIONE DELLA MAFIA
Una modalità strana, una dinamica insolita. Un'esplosione che non avrebbe ragione di essere. Secondo quanto riferitoda fonti dell'intelligence, l'episopdio di questa mattina non è di così chiara attribuzione. La pista seguita dagli inquirenti, però, sembra essere proprio quella mafiosa. "Ma la mafia non usa le bombole a gas, ma il tritolo - spiega ancora la fonte, che chiede l'anonimato- la mafia, forse, non avrebbe neanche avuto un motivo per uccidere delle studentesse". Il dettaglio importante da attendere, secondo l'intelligence, è capire qual è stato il meccanismo di innesco dell'ordigno: "Due bombole sono materiale esplosivo, ma devono essere innescate. Dall'innesco si può già capire da chi è stato fatto l'ordigno, se da un tecnico o da un tecnico improvvisato".
ORE 12.10 - PROCURATORE GRASSO DIRETTO IN PUGLIA
Il procuratore Grasso ha preferito non rilasciare dichiarazioni prima di poter "capire meglio" quanto accaduto. Durante il suo intervento alla presentazione, in Cattolica, di un corso di alta formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni sequestrati e confiscati, ha spiegato che sarebbe stato breve perché "Fervono indagini.Dovrò andare subito a Brindisi. Sono qui ma la mia mente è altrove".
ORE 12.05 - MARIA FALCONE: DURO COLPO AL CUORE DELLO STATO
"Qualsiasi sia la matrice, oggi lo Stato ha subito un duro colpo al cuore. Chiunque abbia commesso questo ignobile gesto non si illuda in un cedimento da parte di tutti noi. L'impegno nei confronti di questi episodi sarà sicuramente sempre più forte, non solo da parte della società civile ma dello Stato". Lo ha detto Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nella strage di Capaci, commentando il tragico episodio di Brindisi. Nel pomeriggio a Palermo si terrà un sit-in davanti all'albero Falcone, per manifestare indignazione ma anche solidarietà ai familiari delle vittime: "Se non vado a Brindisi - dice Maria Falcone - ci sarò".
ORE 12.00 - LE CONDIZIONI DEI FERITI
Una ragazza di sedici anni dilaniata dallo scoppio di un ordigno, una ridotta in fin di vita, tre ragazze con ustioni su tutto il corpo, due delle quali in gravi condizioni e una probabilmente perderà gli arti inferiori, altre cinque persone colpite in maniera meno grave: è il bilancio dell'attentato. Le persone in condizioni meno gravi sono tre studenti che vengono soccorsi in ospedale per forti manifestazioni da ansia e due passanti che vengono curati perché colpiti da otalgie a causa dello scoppio.
ORE 11.45 - GIULIA: "SONO VIVA PER MIRACOLO"
"Sono viva per miracolo, sarei dovuta essere lì, come ogni giorno a quell'ora invece ho capito male il luogo di un appuntamento e mi trovavo in quel momento in un altro posto della città. Sono sconvolta". A parlare è Giulia una ragazza che frequenta il quarto anno dell'istituto professionale Morvillo-Falcone.
ORE 11.45 IL MINISTRO CANCELLIERI LUNEDI' A BRINDISI
Dopo l'attentato davanti alla scuola di Brindisi il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri ha telefonato al prefetto Nicola Prete e ora segue personalmente la vicenda. E' stato inviato sul posto il vicecapo della polizia, Francesco Cirillo, che coordinerà le operazioni e le indagini degli investigatori. Lunedi il ministro cancellieri sarà a Brindisi per una riunione in prefettura con tutti gli esponenti nazionali delle forze dell'ordine per il comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica. Brindisi.  "Dirlo adesso sarebbe superficiale, non abbiamo elementi per dire con certezza" che si tratta di un attentato di mafia. "Stiamo lavorando a fondo e prima di dire qualcosa vogliamo essere molto attenti e molto equilibrati". L'atto così come è avvenuto "non è consueto" negli attentati di mafia.
ORE 11.45 - RAGAZZA GRAVEMENTE FERITA ANCORA IN VITA
Smentita la notizia della morte di una seconda ragazza nell'attentato davanti alla scuola. La studentessa, gravemente ferita, Veronica Capodieci, è ancora nella sala operatoria del quinto piano dell'ospedale brindisino. Le sue condizioni sono disperate.
ORE 11.40 - GIOVANI PRC, MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA
I giovani del Prc stanno organizzando manifestazioni e sit-in in tutta Italia per protestare contro l'attentato criminale di Brindisi. "Non aspetteremo la sentenza della Cassazione per reagire", dichiarano in una nota. "Tre bombe - scrivono in un comunicato - hanno ucciso questa mattina davanti ad un Istituto professionale di Brindisi una ragazza di 16 anni e ne hanno ferite altre sette. Forse è presto per affermare con certezza i nomi dei responsabili. Ma certo non aspetteremo le sentenze della Cassazione per esprimere la nostra indignazione e per dire che la Storia di questo nostro Paese la conosciamo fin troppo bene".
ORE 11.35 - SAVIANO: MOLTI SONO CONCORSI SU SACRA CORONA UNITA
"Un pensiero a Melissa e alle vittime. Ciò che mi distrugge è che l'obiettivo fosse proprio la scuola", lo ha scritto su Twitter Roberto Saviano, sottolineando che "molti sono concordi su Sacra corona unita".
ORE 11.33 - TRA LE IPOTESI SPUNTA LA SACRA CORONA UNITA
Dietro l'attentato all'istituto Morvillo-Falcone potrebbe celarsi un messagiO della Sacra Corona Unita. L'ipotesi investigativa prende sempre più corpo a poco più di tre ore dall'esplosione. Negli ambienti investigativi si fa notare che la Scu è un'organizzazione che ha una grande disponibilità di armi ed esplosivo grazie ai collegamenti con la criminalità organizzata dei Paesi dei Balcani. C'e da ricordare che il 9 maggio scorso gli investigatori avevano portato a segno un brutto colpo contro la criminalità organizzata arrestando, a Mesagne, 16 persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento aggravato e incendio aggravato.L'attentato di oggi, sottolineano fonti investigative, potrebbe rappresentare una sorta di strategia della tensione, come quella attuata dalla mafia, tra il 27 e 28 luglio 1993, fuori il territorio siciliano: strage dei Georgofili a Firenze (5 morti); strage in via Palestro a Milano (5 morti) e, infine, le bombe a Roma a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio in Velabro (che non provocarono vittime).
ORE 11.25 - D'ALEMA: ASCOLTEREMO DE GENNARO AL COPASIR
"E' un attentato terroristico e criminale, un atto barbaro che colpisce i ragazzi, l'intera comunità brindisina e noi tutti". Lo dichiara il presidente del Copasir, Massimo D'Alema in una nota. "Lo Stato - prosegue D'Alema - dovrà mobilitarsi con tutte le sue energie per individuare e punire i responsabili di questo orrore. Stiamo seguendo gli sviluppi della vicenda, che sarà oggetto dell'audizione presso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica dell'Autorità delegata, prefetto Gianni De Gennaro, già in calendario per giovedì prossimo".
ORE 11.22 - BONANNI: C'E' UN CLIMA TORBIDO REAGIRE CON FERMEZZA
"C'è un clima torbido nel paese. Il mostruoso attentato di Brindisi ne è la riprova. Reagire con fermezza e tutti insieme". E' il commento, su Twitter, del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
ORE 11.21 - FINI: INDIVIDUARE E PUNIRE I RESPONSBAILI
"Angoscia e sgomento" sono state espresse dal presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. "La volontà assassina che ha prescelto, con logica disumana, ragazzi inermi come bersaglio di un folle e vile disegno - ha affermato il presidente Fini - richiama su di sè la condanna più ferma di tutti gli italiani. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per individuare e punire i responsabili. Esprimo la più intesa vicinanza mia personale e della Camera dei deputati ai familiari della studentessa rimasta vittima nell'esplosione e la più profonda solidarietà ai ragazzi feriti".
ORE 11.20 - CGIL, COLPIRE I GIOVANI E' DISUMANO
"Un atto di insensata e brutale violenza. Aver colpito dei giovani è disumano ed esaspera il nostro dolore. Nostro pensiero a loro". E' il commento della Cgil Nazionale, su Twitter, dopo l'esplosione davanti alla scuola di Brindisi.
ORE 11.16 - GNUDI, GESTO GRAVISSIMO E SCIAGURATO
"Ogni attentato alla vita  è un atto ignobile ma questo gesto, gravissimo e sciagurato, rivolto a giovani studenti che stanno costruendo il proprio  futuro è - se possibile - ancor  più vile": lo dice Piero Gnudi, Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport.
ORE 11.15 - DON CIOTTI, QUELLA SCUOLA HA NOME IMPORTANTE
"Le ipotesi sono tutte aperte e occorre vagliare tutti gli elementi per verificare se si tratta del gesto di un folle.... Ma quella scuola ha un nome importante...". E' il commento a caldo del fondatore di Libera Don Ciotti, dai microfoni di SkyTg24, al sanguinoso attentato all'Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi.
ORE 11.14 - SCUOLA AVEVA VINTO CONCORSO SU LEGALITA'
La scuola Morvillo Falcone aveva vinto il primo premio della prima edizione del concorso sulla legalità. Lo ricorda il portale studentesco Universinet. it che chiede con forza "una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea per promuovere la cultura della legalità contro tutte le mafie".
ORE 11.10 - IN SALA OPERATORIA LA RAGAZZA FERITA GRAVEMENTE
Il medico primario dell'ospedale Perrino di Brindisi, Luigi Lanzillotti, ha parlato della prognosi della ragazza gravemente ferita nell'esplosione: "Per il momento non possono essere date notizie. L'intervento è ancora in corso, è molto delicato e non è prevedibile la durata. Potrebbe durare ancora delle ore".
ORE 11.10 - SCHIFANI, ATTO CRIMINALE GRAVITA' INAUDITA
Il presidente del Senato, Renato Schifani esprime "sgomento e profonda indignazione per l'accaduto". "E' un atto criminale di gravità inaudita - sottolinea il presidente Schifani - sul quale occorre fare al più presto piena luce, assicurando subito i responsabili alla giustizia".
ORE 11.09 - PRODI: IMPIETRITO DA UN COPIONE GIA' VISTO
"Sono le grandi tragedie del Paese che tornano continuamente, a ondate", così Romano Prodi ha commentato l'esplosione dell'ordigno a Brindisi. "Adesso - aggiunge l'ex premier a margine di un convegno del Pd a Bologna - cercheremo di saperne un po' di più, ma quando stamattina ho visto la notizia sono rimasto impietrito. Davanti alla scuola... una specie di copione già visto".
ORE 11.05 - ALFANO: STRONCHEREMO SUL NASCERE IL TERRORISMO
"A vent'anni dalla strage in cui persero la vita i giudici Falcone e Morvillo, davanti a una scuola dedicata alla loro memoria, è stato sferrato un vile colpo al cuore del Paese che paga, ancora oggi, un tributo di sangue. Sono addolorato e sconvolto dal gravissimo attentato che ricorda con quanta violenza si possa agire contro lo Stato, mietendo vittime innocenti". Lo afferma in una nota il segretario del Pdl Angelino Alfano. "Noi - aggiunge - siamo un Paese che ha lottato duramente per ripudiare tutto questo, da qualsiasi parte fosse provenuto: mafia, terrorismo, criminalità. E ancora lotteremo, con più forza, perché questo sconcertante attentato resti isolato e perché ogni eventuale recrudescenza di innominabili strategie del terrore venga stroncata sul nascere. Mi stringo con affetto, in questo giorno di immenso dolore, ai familiari della giovane vittima e dei feriti".
ORE 11.01 - IL PRESIDE: "HANNO VOLUTO UCCIDERE"
"E' stato fatto per uccidere: a quell'ora le ragazze entravano, proprio a quell'ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza". Lo dice Angelo Rampino, il preside dell'Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi dove stamani è avvenuta l'esplosione. 
ORE 10.56 - INCONTRO IN PROCURA CON CAPO DDA
Riunione in procura a Brindisi per fare il punto sull'esplosione dell'ordigno davanti alla scuola  Morvillo Falcone. Oltre al procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, è presente anche il procuratore della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, il dirigente della squadra mobile, Francesco Barnaba e il sostituto Milto Stefano De Nozza.
ORE 10.55 - GASPARRI, COLPIRE IMMEDIATAMENTE ASSASSINI
"L'attentato di Brindisi che colpisce ragazzi inermi suscita sentimenti di orrore e di gigantesca rabbia". Lo ha ha detto, in una dichiarazione il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, secondo il quale "occorre stroncare con assoluta determinazione ogni forma di criminalità e illegalità. Ed è necessaria un'azione investigativa che consenta di colpire con immediatezza gli assassini".
ORE 10.54 - IN CORSO PERQUISIZIONI, VERIFICHE ALIBI
Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno facendo perquisizioni nelle abitazione di noti pregiudicati della città e stanno controllando i loro alibi riguardo ai movimenti delle ultime ore.
ORE 10.52 - VERIFICHE CON ATTENTATI E ARRESTI MESAGNE
L'ordigno esploso davanti all' istituto Morvillo-Falcone potrebbe essere collegato a una serie di episodi avvenuti nella zona nei giorni scorsi. E' una delle ipotesi che si sta facendo strada tra gli investigatori che stanno cercando di capire la matrice dell'esplosione. Tra gli episodi all'attenzione degli investigatori c'è, innanzitutto, un attentato avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 maggio a Mesagne ai danni del presidente della locale associazione antiracket, Fabio Marini. L'auto di Marini venne completamente distrutta da un ordigno e ora gli investigatori vogliono capire se ci sono similitudini tra quell'ordigno e le bombole di gas esplose davanti alla scuola. Qualche giorno dopo, la notte tra l'8 e il 9 di maggio, sempre a Mesagne, un'operazione della polizia ha portato all'arresto di 16 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere con finalità mafiose, droga ed estorsione. Un' operazione contro esponenti della sacra corona unita e che si è in parte anche basata sulle dichiarazioni di un pentito. Gli investigatori vogliono quindi capire se vi possa essere un collegamento.
ORE 10.51 -VELTRONI: "TORNANO ALLA MEMORIA PAGINE NERE DEGLI ANNI '90"
"Siamo di fronte ad un episodio orribile, ad una attacco feroce che, persino per il luogo scelto, riporta alla memoria le pagine più nere degli anni novanta, di una criminalità che assume le forme del terrorismo. Per prima cosa voglio esprimere la mia vicinanza ai ragazzi colpiti e feriti, alla città di brindisi". Lo dice walter veltroni, in una nota. Il deputato del P, membro della Commissione antimafia, spiega che "questo feroce attentato deve suscitare una risposta forte e unanime, da parte dello stato come da parte dei cittadini e di tutte le forze politiche e sociali: l'impegno contro la mafia e la criminalità organizzata come quello contro i segnali di un ritorno terroristico deve essere massimo".
ORE 10.49 - PREFETTO: "BOMBOLE DI GAS, UN'ANOMALIA"
Il prefetto di Brindisi sulle bombole di gas usate come ordigni. "La particolare tipologia fa di questo attentato un attentato anomalo. C'è solo un precedente a Genova, contro obiettivi istitituzionali. Mai colpita una scuola nella nostra storia".
ORE 10.47 - BERSANI "DOLORE E INDIGNAZIONE PER ABERRANTE DELITTO"
"Voglio esprimere dolore e indignazione per il più aberrante dei delitti che si è consumato questa mattina a Brindisi". Questo il commento del segretario nazionale del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani. "Esprimo - aggiunge - solidarietà alle vittime e alle loro famiglie e chiedo che tutti assieme si reagisca per avere verità e colpire gli infami e garantire serenità alla nostra democrazia e alla vita quotidiana dei cittadini".
ORE 10.41 - IL PROVVEDITORE
Il provveditore Francesco Capobianco, 50 anni di scuola, insegnante e preside. "Sconcerto e incredulità - dice - è un'assurdità . Queste bombe colpiscono una popolazione studentesca inerme, è incredibile che gli studenti possano esssre bersaglio di attentati di questa natura. Incredibile. Non sappiamo domani quale matrice sarà scoperta dietro queste bombe ma sicuramente possiamo parlare di follia e di non senso. perché è impossiabile fda trovare".
ORE 10.35 - "POTEVA ESSERE UNA STRAGE"
"Poteva essere una strage. Pochi minuti dopo sarebbero arrivati tutti i ragazzi, sarebbe successa una tragedia infinita". A parlare all'agenzia dire è Salvatore Giuliano, preside dell'istituto superiore 'Majorana' di Brindisi, che ha nove classi nella sede dell'istituto 'Morivillo-Falcone' guidato dal preside Angelo Rampino. "Quello che si vede fuori dall'istituto è impressionante - prosegue il preside - ci sono quaderni zuppi di sangue, brandelli di oggetti. L'esplosione l'hanno sentita in tutta Brindisi, non era certo una azione dimostrativa".
ORE 10.14 - RAGAZZA OPERATA, CONDIZIONI GRAVI
E' stata operata Veronica Capodieci, la ragazza gravemente ferita nell'esplosione operata nell'ospedale Perrino. Al momento i sanitari sono ottimisti rispetto alle sue condizioni, nonostante la situazione sia ancora critica. Tra i feriti c'è anche la sorella, Vanessa.
ORE 10.11 - NAPOLITANO SEGUE CON APPRENSIONE E VICINANZA
A quanto si apprende, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, informato dal ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, del primo angoscioso bilancio dell'esplosione di un ordigno davanti a una scuola dedicata a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo a Brindisi, sta seguendo gli sviluppi delle indagini con apprensione e partecipe vicinanza ai familiari della vittima, ai feriti e all'intera collettività brindisina.
ORE 10.12 - "RAGAZZI SOTTO SHOCK, PRESIDE IN OSPEDALE PER FERITI"
"I primi a soccorrere i ragazzi feriti sono stati un docente, un collaboratore scolastico e un tecnico della scuola che si trovavano nei pressi dell'entrata. Il loro racconto è stato di una forte esplosione che ha lasciato a terra diversi studenti". A raccontarlo è Valeria Vitale, direttrice amministrativa dell'istituto Morvillo Falcone. "I ragazzi sono sotto shock - racconta - e il preside è subito andato in ospedale".
ORE 10.06 - STUDENTESSA USTIONATA SOTTO I FERRI
Sono momenti di ansia per la ragazza gravemente ferita dall'esplosione in sala operatoria. Sembra che abbia gravissime ustioni su tutto il corpo.
ORE 10.05 - SCUOLE ABBANDONATE DAGLI STUDENTI
Non sono state evacuate le scuole a Brindisi ma sono state abbandonate dagli studenti e dagli alunni che i genitori hanno preferito riportare a casa. Lo spiega il sindaco, Mimmo Consales, arrivato sul luogo dell'attentato per poi raggiungere l'aopedale. "Le nostre preoccupazioni in questo momento - dice Consales - sono tutte per le condizioni degli studenti feriti".
ORE 10.04 - PROFUMO STA ARRIVANDO A BRINDISI
Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, che oggi avrebbe dovuto partecipare a Torino al convegno organizzato dal Pd "La scuola che cambia", si sta recando invece a Brindisi, dove questa mattina davanti all'Istituto Falcone Morvillo si è verificata una potente esplosione, che ha provocato la morte di una studentessa e ferimento di altri sette ragazzi.
ORE 10.02 - SINDACO, ATTACCO CRIMINALITA' SENZA PRECEDENTI
"Un attacco della criminalità organizzata senza precedenti". E' il primo commento del sindaco di Brindisi Cosimo Consales all'esplosione dell'ordigno davanti all'istituto professionale Morvillo Falcone.
ORE 10.01 - "I RAGAZZI A TERRA, TUTTI NERI, I LIBRI IN FIAMME"
Un addetto impiegato della procura, i cui uffici si affacciano proprio sulla scuola, ha assistito all'esplosione. Ha raccontato di una scena infernale, qualcosa di inimmaginabile. "Stavo aprendo la finestra e la deflagrazione mi è' arrivata addosso. Ho visto i ragazzi a terra, tutti neri, i libri erano in fiamme. Una scena terrificante. Sono ragazzini, chi è che ha potuto fare una cosa simile".
ORE 10 - SONO TRE GLI ORDIGNI
Il magistrato conferma che sono  tre gli ordigni, con punti di innesco differenti. Sul posto stanno arrivando il capo della polizia Francesco Cirillo e il prcuratore antimafia Cataldo Motta.
ORE 9.49 - L'ANGOSCIA DELLA CITTA'
Incredulità per quanto accaduto a Brindisi, che piange la morte di Melissa Bassi e teme per le sorti di un'altra studentessa dell'istituto per i servizi sociali, frequentato soprattutto da ragazze. Solo due settimane fa alla vigilia delle elezioni, un grave attentato aveva fatto saltare in aria l'auto del presidente antiracket di Mesagne, Fabio Marini.
ORE 9.37 - IL NOME DELLA VITTIMA E' MELISSA BASSI, 16 ANNI
ORE 9.34 - VENDOLA SUL LUOGO ATTENTATO
Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola si sta recando sul luogo dove stamani è esploso un ordigno, in via Galanti, a Brindisi, davanti all'Istituto professionale 'Morvillo-Falcone'. Qui si trova l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati: "Ci sono i vigili del fuoco - racconta - non ci sono studenti, un muro della scuola è completamente annerito e ci sono detriti ovunque. E' un disastro". Vendola e Amati andranno poi nell'ospedale per incontrare i feriti.
ORE 9.30 - RAGAZZI IN LACRIME
Centinaia di studenti sono ammassati dietro alle transenne e altri sono andati in ospedale. La notizia della morte della ragazza è stata confermata anche dal pronto soccorso, dove gli studenti sono scoppiati in lacrime. Tanti anche i genitori che sono arrivati sul posto e cercano i figli.
ORE 9. 25 - MORTA UNA STUDENTESSAL'assessore Amati ha confermatoil decesso di una ragazza, un'altra si trova in sala operatoria in gravissime condizioni.
ORE 9.22 - EVACUATE TUTTE LE SCUOLE DI BRINIDISI

Tutti gli istituti scolastici della città di ogni ordine e grado sono stati evacuati.
ORE 8.00 - ESPLOSIONI DAVANTI ALLA SCUOLA, FERITI
Due esplosioni di fronte all’istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi. Secondo la Protezione civile una studentessa è morta e altri sette ragazzi sono rimasti feriti - un altro sarebbe in pericolo di vita -, immediatamente trasferiti nell’ospedale Perrino. L'attentato si è scatenato poco prima delle otto. L'edificio, a trenta metri dal tribunale, è stato immediatamente sgomberato, e il Palazzo di giustizia è circondato da forze dell’ordine e artificieri di carabinieri e polizia. Le schegge prodotte dalle esplosioni hanno raggiunto negozi a duecento metri di distanza, scardinando addirittura una saracinesca, al di là del vialone, a trenta metri dal tribunale.
A quanto pare gli ordigni - sarebbero tre - sono stati collocati su un muretto vicino a una scuola. I ragazzi sarebbero rimasti feriti mentre passavano di lì e stavano entrando per le lezioni. Dopo le deflagrazioni, in rapida successione, scene di panico e disperazione di fronte all’edificio, rimasto intatto. Non si capisce ancora a chi possa essere addebitato l’incredibile gesto. Ma colpisce una coincidenza: oggi a Brindisi farà tappa la Carovana della legalità.
(19 maggio 2012) © Riproduzione riservata
  Fonte: http://bari.repubblica.it

ITALIA-CINA

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