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mercoledì 5 dicembre 2018

Tsunami in Iwaki City, Fukushima prefecture, Japan 2011 - Tsunami in Indonesia 2004 - Tutta la potenza distruttrice della natura...

Tsunami in Iwaki City, Fukushima prefecture
Tsunami in Iwaki City, Fukushima prefecture
 5 Biggest Tsunami Caught On Camera         


TENIAMOCI STRETTO QUESTO NOSTRO PARTITO DEMOCRATICO: IL PD SARA' PIU' FORTE DI PRIMA, NON CAMBIERA' NOME E NE SIMBOLO, SARA' RIFORMATO DALL'INTERNO...

ALLE EUROPEE 2019 VOTA PD
Esistono più di cento ragioni per lamentarsi del PD, partendo dai suoi ritardi per arrivare alle sue inadeguatezze e passando per il peso di portare su di sé le sacrosante aspettative di una comunità politica in carne e ossa che vi dedica ogni giorno tempo e passione.
Ma esiste una ragione che più di ogni altra deve spingerci a difenderlo dalla narrazione (o dall’auspicio) di certa stampa sulla sua “irrilevanza”: non sappiamo ancora quale sarà il profilo politico, la leadership e la sostanza dell’alternativa che alle prossime elezioni legislative si contrapporrà ai kamikaze gialloverdi; ma sappiamo con certezza che quell’alternativa non potrà che ruotare intorno al Partito Democratico, che in ogni caso ne rappresenterà l’asse centrale e il principale serbatoio di idee e di consenso. La possibilità stessa di sconfiggere il disegno nazionalpopulista, e con esso il trascinamento dell’Italia dentro il pozzo dell’isolamento e della decrescita, passa dunque per la tenuta e la ripresa di un PD capace sia di conservare il proprio elettorato sia di rivolgersi a quella parte del paese che si sta accorgendo del catastrofico inganno gialloverde.
Significa forse che dovremmo tenerci il PD così com’è? Ovviamente no: tutto (o quasi) andrebbe cambiato dentro e intorno al PD, anche perché fin dalla sua nascita troppo poco è stato fatto per adeguarne la forma e il funzionamento ad un contesto che andava già cambiando con ritmi rapidissimi. In questo senso la sconfitta del 4 marzo è solo parte di un problema più ampio, perché la crisi della rappresentanza politica che riguarda tutta Europa precede quella sconfitta di almeno un decennio e ha concorso anche fuori d’Italia all’affermazione delle ricette sovraniste.
Dalle nostre parti quella crisi ha assunto forme particolarmente violente e pericolose, che con Lega e Cinque Stelle si saldano in un attacco alle basi stesse della nostra convivenza repubblicana. Ragione di più per difendere uno strumento e una comunità che hanno resistito – persino nella sconfitta – alla valanga sovranista più di quanto non sia accaduto in altri paesi europei che non avevano conosciuto, come l’Italia dei primi anni Novanta, una crisi radicale dei vecchi partiti repubblicani e che per questo non si erano dovuti attrezzare come noi con partiti capaci non di frammentare ma di aggregare culture e tradizioni politiche diverse.
Dentro la casa del PD tutto è da migliorare, da rimettere in ordine, da allargare, da rendere più efficace e più inclusivo soprattutto verso quelle forme di protagonismo della società civile ed economica che finalmente segnalano l’aprirsi di una crepa sostanziale nel rapporto tra il governo e l’Italia reale. E in questo senso anche il congresso, per quanto tardivo, rappresenta la duplice occasione sia per un confronto laico e non troppo drammatizzato tra opzioni di leadership diverse, sia per una discussione sul paese che vorremmo dopo la sconfitta dei nazionalpopulisti.
Perché in fin dei conti quello che davvero conterà, quando gli italiani dovranno nuovamente scegliere a chi affidare le chiavi della casa comune, saranno le offerte politiche che sapremo mettere in campo. I kamikaze gialloverdi non si estingueranno per cause naturali né si consumeranno in un falò autoprodotto, ma saranno sconfitti da una proposta di governo alternativa. E prima di buttar via il famoso bambino con la famosa acqua sporca, teniamoci stretto un partito che anche nel momento più difficile della sua giovane storia sta mostrandosi capace di restarne l’unico baricentro possibile.
 
 
 

venerdì 30 novembre 2018

Kenya: Silvia Romano, vestita col niqab per non farla riconoscere? I sequestratori ormai sono circondati...si spera in una felice conclusione di questa terribile vicenda!

Kenya - La giovane volontaria, secondo fonti locali, è tenuta in ostaggio a Malindi, dove i rapitori "le hanno tagliato le treccine"!
Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya, secondo quanto fonti locali "è stata costretta a indossare un niqab" che lascia scoperti solo gli occhi, e i sequestratori "le mettono fango sul viso e sulle mani" per non farla riconoscere. La giovane è tenuta in ostaggio a Malindi, dove i rapitori "le hanno tagliato le treccine". I malviventi sono però ormai "circondati" e "appare difficile" possano avanzare ulteriormente verso la Somalia. Secondo le fonti, "e' naturale che i rapitori abbiano fatto questo, perchè si trovano in una zona a prevalenza musulmana caratterizzata dalla presenza di tribù di origini somale, tra cui gli 'Orma' a cui appartengono i sequestratori. Si tratta di comunita' dedite alla pastorizia e all'agricoltura nelle quali il niqab è molto diffuso. Giorni fa, l'emittente keniana Ntv aveva riferito che alcuni abitanti della zona costiera, dove è stata rapita Silvia, "hanno visto la volontaria italiana con i suoi rapitori". Gli abitanti "delle comunità di Garsen e Bombi, coinvolti nelle ricerche, si sono addentrati nella foresta", ha affermato la tv. Intanto, la situazione sul campo lascia intuire - spiegano alcuni osservatori - che l'operazione per la liberazione della ragazza è entrata in uno stadio avanzato. A Garsen, oltre 100 chilometri a nord di Malindi, sede della base di polizia 'Tana Delta' dove opera il centro di coordinamento dell'operazione, i militari keniani supportati da agenti dell'intelligence italiana stringono sempre di più il cerchio attorno ai rapitori, stremati da giorni di clandestinità nella foresta circostante. Si ipotizza che la banda, secondo alcune fonti nella foresta ci sarebbero più di tre persone a tenere in ostaggio Silvia, volesse tentare la fuga attraversando il fiume Tanta, o forse navigandolo, verso le regioni somale dominate dagli Shabaab, uno dei pochi gruppi terroristici africani ancora legato ad Al Qaeda.
Fonte: www.tgcom24.com - www.lanazione.it

mercoledì 28 novembre 2018

VERSO IL CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO: E' UFFICIALE, LE PRIMARIE CI SARANNO IL 3 MARZO 2019

PRIMARIE PD IL 3 MARZO 2019 - CONGRESSO PD
 













 






VERSO LE ELEZIONI EUROPEE 2019

Approvato il regolamento: il 2 Febbraio 2019 la convenzione nazionale, il 12 Dicembre 2018 il termine ultimo per presentare le candidature: la Direzione del Pd ha deciso: primarie il 3 Marzo 2019. Unanimità sul regolamento congressuale (con 4 astensioni).
Queste dunque le tappe verso il congresso #dem: convenzione nazionale il 2 Febbraio 2018, gazebo convocati per il 3 Marzo 2019, termine ultimo per la presentazione della candidature il 12 Dicembre 2018.
Darsi una leadership forte e una linea politica chiara. Il Congresso del Pd servirà a questo. Sembrano ovvietà. Però a nostro avviso bisognerebbe fare un po’ di chiarezza.
Secondo noi, per esempio, l’idea che nessun candidato ottenga il 50 per cento alle primarie è molto debole. Per il semplice fatto che ai gazebo verrà naturale polarizzare il voto sui due più forti emersi dai congressi di circolo. D’altronde finora è stato così: alle primarie sono sempre andati tre candidati e uno di loro ha preso più del 50.
Ma anche ove nessuno conquistasse la maggioranza e si dovesse decidere in Assemblea nazionale, secondo noi dovrebbe trattarsi di una proclamazione formale, essendo chiaro e condiviso che il primo arrivato alle primarie è il vincitore. Insomma, niente giochetti e meno che mai ribaltoni (tipo, il secondo e il terzo si mettono d’accordo contro il primo). Ci vorrebbe un agreement fra i tre candidati: chi arriva primo ai gazebo ha vinto, punto e basta. Se ha preso meno del 50% sarà un problema suo quello di rafforzarsi via via ma intanto il segretario è lui. Questa è la nostra personale convinzione.
Molti si lamentano della poca chiarezza circa le proposte dei vari candidati. Comprendiamo il rilievo ma confidiamo che nelle prossime settimane i candidati facciano capire meglio cosa vogliono e in cosa si differenziano fra loro. Sarebbe utile che producessero dei testi scritti – per carità, non di 100 pagine che non leggerebbe nessuno – nelle quali prospettare con chiarezza soprattutto due cose.
La prima riguarda la mitica “linea politica”. Cosa si vuol fare per accelerare la crisi del sistema gialloverde? Come si intende costruire un’ipotesi di governo riformista? Che tipo di rapporti si vogliono instaurare con pezzi fondamentali di società con cui si è perso il legame? Infine, che tipo di organizzazione si vuole dare ad un partito in gran debito di ossigeno? Non è poco. Ma a otto mesi dalla batosta del 4 marzo è ora di rialzarsi dal tappeto e guardare avanti: rendiamoci conto che qui è possibile che si vada a votare l’anno prossimo per le politiche (oltre che per le Europee).
Forse tenendo conto di questa obiettiva urgenza, ieri Walter Veltroni ha detto a Piazzapulita  che bisogna offrire  all’elettorato di Cinque Stelle un discorso “coinvolgente”: è talmente giusto che riteniamo che esso vada rivolto non solo a chi ha votato per Di Maio e Di Battista ma a tutti gli italiani. Cioè: bisogna avanzare una proposta “nazionale”, di governo, riformista. Per parlare ad un Paese che fra non molto avvertirà tutta la delusione per l’esperimento gialloverde ed avere una proposta di governo da sottoporre ai cittadini e alla forze politiche.
Infine, una notazione sulla questione della coincidenza fra segretario e candidato premier. Un forte leader di partito – un “capo” – è naturaliter candidato a palazzo Chigi. È lui la figura su cui il Pd deve puntare per candidarsi a governare. Il problema è che, rientrati (sciaguratamente) in un sistema proporzionale, bisognera fare i conti con gli alleati della coalizione, ed è possibile che questi ultimi non accetteranno il leader del Pd come capo del governo ma convergeranno su un’altra figura. E allora che si fa? Si sventola lo Statuto? Si ritorna dunque al gioco politico fra alleati: può non piacere ma è così. Qui non abbiamo la soluzione tecnica per dirimere la questione, ma il problema esiste. Tocca ai candidati prospettare la soluzione.
Con un lungo post su Facebook Matteo Richetti ha annunciato questa mattina il suo ritiro dalla corsa alla segreteria. Il senatore dem ha spiegato le motivazioni ed ha annunciato il suo sostegno a Maurizio Martina.
Richetti ha comunicato ai suoi sostenitori che Martina “ha accettato di fare sue le nostre proposte e il nostro stile. La nostra proposta su nuove generazioni, tirocini, praticantato, stage, protezione sociale europea, economia green sarà integralmente nel suo programma”.

Il messaggio

Ho promesso che avrei fatto politica diversamente. E’ il tempo di mantenere la promessa, anche se quando l’ho fatta credevo di darle vita in un altro modo. Arriva un tempo in cui servono fatti, per questo faccio spazio ad una nuova sfida. Servono gesti concreti che rendano credibili le parole. Piazza del Popolo me la ricordo. Molti mi chiedevano di candidarmi, ma tutti ancora di più ci chiedevano unità.
I nostri militanti li ho incontrati. Molti mi chiedevano di restare in campo, ma tutti ci chiedevano di non essere solo la somma di individualità.  I nostri elettori li ho ascoltati. Ho chiamato letteralmente al telefono anche quelli che non ci votano più. Nessuno ci chiedeva un nome solo. Un leader e basta. Tutti invece ci chiedevano di tornare credibili. Di chiudere con i litigi e le faide interne e di aprire al meglio della società.  Serve una alternativa forte, inclusiva, responsabile. Bisogna unire le forze.  Per me è difficile. Non potete capire quanto. 
Ma metto via ogni forma di ambizione per questo. Molti amici, incontrati in questi mesi intensi di iniziative e discussioni, mi hanno invitato a unire le forze, gli intenti, in un unico progetto con Maurizio Martina. Lui si è candidato dicendo “mi candido, anzi ci candidiamo”. Sono state le mie identiche parole. In tanti mi hanno chiesto un gesto di responsabilità. Un sacrificio personale. “Per andare oltre ogni tifoseria, pro e anti”. E’ stata anche la mia volontà. Oggi ho chiamato Maurizio. Gli ho promesso lealtà e sostegno, ma gli ho chiesto radicalità e coraggio. 
Maurizio ha accettato di fare sue le nostre proposte e il nostro stile. La nostra proposta su nuove generazioni, tirocini, praticantato, stage, protezione sociale europea, economia green sarà integralmente nel suo programma. Sosterremo Maurizio alla segreteria in una corsa comune, in cui contribuiremo con la nostra presenza, i nostri comitati, le nostre idee, alla campagna congressuale. 
Voglio dire una cosa, soprattutto ai più giovani: questo gesto di responsabilità, lo faccio soprattutto per voi. Per non sprecare il nostro percorso. Perciò, moltiplichiamo il nostro impegno, la nostra passione, il nostro entusiasmo. Non lasceremo nessuno solo. Porteremo le nostre idee in una esperienza grande, con generosità e disinteresse. Raccogliamo l’invito a lavorare insieme, ad essere generazione che prepara le prossime, a faticare e studiare, a chiederci cosa dare prima di cosa prendere.
Anche questo, soprattutto questo, è fare politica #diversamente.

I candidati alla segreteria

Nonostante il ritiro di Matteo Richetti la corsa alla segreteria dem rimane a 7, infatti a Boccia, Corallo, Damiano, Martina, Minniti e Zingaretti si è unita Maria Saladino, iscritta al Partito democratico dal 2014 e già candidata alle ultime Elezioni Europee nel Collegio Italia Meridionale.
 

 
 

lunedì 26 novembre 2018

25 Novembre: "NON UNA DI MENO" - Non dimentichiamo in questa giornata internazionale contro la violenza sulle donne, non solo tutte coloro che sono state assassinate, ma anche tutte quelle che sono sopravvissute ai sopprusi ma che hanno con sé i segni indelebili di questi atti scellerati ed inumani!

Non solo assassinate, spesso anche sfregiate con l'acido! La follia degenerativa della gelosia, apice dell'egoismo più bieco dei sentimenti umani, scatena nella mente degli uomini quel pensiero per cui: "Meglio saperti morta piuttosto che di un altro!" O peggio: colpire nel più profondo della femminilità, cancellare la bellezza ed i connotati della donna, renderla mostruosa agli occhi degli altri uomini, renderla INDESIDERABILE al resto della popolazione maschile! Chi sfregia con l'acido a volte è peggio di un assassino...invito i parlamentari del Partito Democratico a varare una legge per cui, chi acquista taniche o barattoli di un qualsiasi acido o soda caustica, venga immediatamente registrato e segnalato alle forze dell'ordine, così come succede per il porto d'armi...cittadini che non hanno consorzi, cooperative o imprese agricole, chi non fa un mestiere attinente all'utilizzo di sostanze chimiche altamente pericolose e nocive, per legge gli dovrebbe  essere impedito l'acquisto di questi materiali se non sotto una seria e comprovata giustificazione! Perché ad oggi se un uomo anche appena 18enne, entra in una ferramenta o acquista barattoli di sostanze chimiche online, può farlo liberamente senza darne conto a nessuno...così come ha fatto colui che ha avvelenato un'intera famiglia con il veleno acquistato proprio via web...veleni per topi, acidi e sostanze chimiche varie, soda caustica...sono come vere e proprie armi!
 
 
 

Storia
 

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981.
Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

In Italia

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
In Italia solo dal 2005 alcuni centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti come Amnesty International celebrano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali.
Nel 2007 almeno 100.000 donne (40.000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate. Nel 2016, il 26 novembre, il movimento delle donne, organizzato intorno alla sigla "Non una dimeno" scende sulle strade di Roma in una imponente manifestazione contro la violenza alle donne con la presenza di 200.000 donne.
Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival "La violenza illustrata", unico festival nel panorama italiano interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.
 
Fonte: www.wikipedia.it
25 NOVEMBRE - GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

venerdì 23 novembre 2018

giovedì 22 novembre 2018

FINALMENTE I CITTADINI ITALIANI HANNO PIÙ TUTELE: IN TOSCANA GRAZIE AL PD (fonte: IL TIRRENO)

In Toscana grazie al gruppo consigliare del PARTITO DEMOCRATICO, i cittadini Italiani non saranno più discriminati o penalizzati all'interno delle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi popolari! #PD - #PARTITODEMOCRATICO
 

sabato 17 novembre 2018

VOTA VALENTINA NAPPI SU WWW.GASM.COM/COMPETITION

VOTA VALENTINA NAPPI SU www.gasm.com/competition SI PUÒ VOTARE GRATUITAMENTE UNA VOLTA AL GIORNO! VALENTINA NAPPI È SECONDA IN CLASSIFICA AIUTIAMOLA A VINCERE!!!

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!