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domenica 1 giugno 2008

Gioventù Italiana lancia la battaglia contro le accise sul rincaro del carburante!!!

Luca Lorenzi dirigente di Gioventù Italiana dichiara : E’ iniziata la nostra battaglia contro le accise sulla benzina, solo così potremmo fermare il caro vita e ridare slancio alla nostra economia. I soldi lo Stato dovrà andarli a prendere a banche e finanziarie e non dalle tasche già ultra tassate dei cittadini . Scenderemo nelle piazze e raccoglieremo le firme famiglia per famiglia per sottoscrivere una proposta di legge per il taglio delle tasse sui carburanti. Un paese è in ginocchio, un popolo all’affanno economico, spinto sull’oblio dei continui rincari dei beni di consumo e di prima necessità, dal continuo aumento dei prezzi dei servizi essenziali una volta pubblici, dall’impossibilità di accedere ad un mutuo per l’ acquisto della prima casa ed infine dal caro benzina. La situazione geopolitica internazionale impone un rialzo del prezzo del greggio venduto al barile, dovuto alla continua richiesta della materia prima da parte delle nuove potenze economiche orientali e dal potere di contrattazione di paesi membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ) che ad oggi impongono il prezzo della benzina sui mercati internazionali. Oltre a questa assurda situazione che vede il nostro paese come vittima del ricatto energetico internazionale, assistiamo al ricatto dei nostri governanti nazionali che in questi ultimi 50 anni non hanno saputo altro che aumentare le accise sui carburanti. Ad oggi infatti il 60 % del costo del carburante viene intascato dallo Stato per tasse assurde. Le accise infatti sono state utilizzate per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Purtroppo, una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo. 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’ alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’ Irpinia del 1980; (anche se dopo tutti questi anni sono ancora molte le famiglie dell’ Irpinia senza una casa) 205 lire per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Totale 485,9 lire/l (0,25 €/l). Al termine dei conti possiamo contare una tassazione che costituisce più del 60% del prezzo finale di un litro di benzina, infatti abbiamo: 1. accisa (sopra indicate)2. Iva sul prezzo3. Iva sull’accisa (una tassa sulla tassa!) Nota: in Italia non è possibile tassare una tassa perché le tasse per essere ritenute valide devono produrre benefici diretti al consumatore che paga quel tributo 4. tassazione dei profitti delle compagnie. Se andiamo a confrontare i dati Italiani con quelli europei comprendiamo quanto i consumatori nel nostro paese siano svantaggiati, infatti le accise italiane sono del 57,1% superiori al minimo UE. Le imposte sui carburanti costano agli italiani, in proporzione al reddito, più che agli altri cittadini europei: Le imposte su un pieno di benzina al mese su un’auto di media cilindrata equivalgono al 2,65% del nostro Pil pro capite, contro il 2,25% dei francesi, 2,33% dei tedeschi, 1,79% degli svedesi. Per dare un idea più concreta di quello che accade alle tasche degli italiani ogni volta che fanno benzina consideriamo i costi per un’automobile di piccola cilindrata a benzina: Pieno medio 44€ di cui 27€ sono imposte. Considerando invece gli introiti globali della vendita dei carburanti si arriva a cifre da capogiro: 56,2 miliardi di euro nel 2007, di cui 43,6 sulla rete distributiva stradale e autostradale. Sono suddivisi in 21,2 miliardi di euro per la benzina (pari al 37,8% del totale) e 34,9 miliardi di euro per il gasolio (pari al 62,2%). Di quei 56,2 miliardi di euro, solo 19,3 miliardi sono il vero carburante che finisce nei motori, cioè il 34,3% della spesa.Invece, circa 5,2 miliardi di euro costituiscono il costo del servizio di logistica e capillare distribuzione all’utente finale o la remunerazione della fase di commercializzazione: una componente che vale il 9,3% della spesa.Però la batosta vera sono i circa 31,7 miliardi di euro di imposte pagate all’erario (accise e imposta sul valore aggiunto) Insomma, su 100 euro di pieno 56,4 euro vanno allo Stato.Questa situazione è ormai diventata insostenibile, visto anche il continuo rincaro della materia prima, per cui il nostro paese dovrà decidere a cambiare rotta. Di fatto una tassazione così estrema dei carburanti non fa altro che rallentare lo sviluppo economico del nostro paese facendo aumentare vertiginosamente l’inflazione e il costo della vita delle famiglie italiane i cui redditi sono congelati ormai dal tempo dell’entrata in vigore dell’Euro .Lanciamo dunque la nostra proposta che diventerà una battaglia nazionale operata per il bene del popolo italiano, scenderemo nelle piazze e raccoglieremo le firme famiglia per famiglia per sottoscrivere una proposta di legge per il taglio delle tasse sui carburanti. La nostra proposta è chiara quanto attuabile: Eliminazione immediata delle accise ormai decadute e della tassazione ad esse associate, facendo così si diminuirebbe drasticamente il prezzo dei carburanti di circa 40 centesimi al litro. Questo non significa eliminare le tasse sulla benzina che in ogni caso rimarrebbero (Iva sul prezzo e tassazione profitti compagnie) ma eliminare una speculazione in atto da parte dello Stato nei confronti delle tasche dei cittadini.Dove verranno recuperati questi soldi da parte dello Stato? I mancati incassi delle accise sul carburante dovranno essere presi da coloro che realmente stanno arricchendosi alle spalle dei cittadini ovvero il sistema bancario. Il sistema politico ad oggi vigente che potremmo definire composto da veri e propri “Camerieri delle banche“ ha fatto si che le banche centrali dopo essere state svendute a banche e finanziarie private potessero stampare moneta corrente e prestare tale moneta agli Stati nazionali al valore nominale. Per cui la Bce (Banca centrale europea in mano a privati) stampa una banconota da 100 euro la paga 30 centesimi la “presta” allo Stato italiano che dovrà restituirla alla banca centrale con gli interessi , questo stato di cose (signoraggio) fa si che i debiti pubblici degli Stati aumentino sempre più a tutto vantaggio dei poteri bancari che stanno dietro alle Banche Centrali.Inoltre le banche centrali non pagano le tasse sugli introiti di tale prestito. Per fare in modo che torni la giustizia sociale nel nostro paese, il governo dovrà impegnarsi a prendere le risorse economiche là dove sono concentrate le vere ricchezze finanziarie ovvero dalle mani degli aguzzini del nostro popolo che si ad oggi si chiamano banche. Per questo formuleremo una proposta di legge corredata da migliaia di firme per chiedere che vengano finalmente tolte tutte le accise sulla benzina e che i mancati introiti di tali tasse possano essere recuperati attraverso una forte tassazione straordinaria delle banche e delle finanziarie imponendo una tassa patrimoniale che non ricada sul costo dei conti correnti degli italiani ma sui guadagni e sui patrimoni bancari.

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ITALIA-CINA

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