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domenica 8 giugno 2008

Dopo il Re arriva Mao - Grandi riforme sociali. Accordi con i capitalisti stranieri. Per creare un nuovo tipo di Comunismo. Parla il leader Nepalese!

KATHMANDU (NEPAL) - Il D-day è stato fissato. Il 28 maggio, a Kathmandu, si è riunita per la prima volta l'Assemblea costituente uscita dalle elezioni del 10 aprile scorso, vinte dagli ex guerriglieri maoisti. Da quella data è finita la secolare monarchia nepalese e il detestato re Gyanendra, salito al trono nel 2001 dopo l'omicidio del fratello, è stato formalmente destituito. Così, dopo dieci anni di guerra civile, un colpo di Stato, una rivoluzione di piazza e una difficilissima transizione verso la democrazia, il Nepal siè sbarazzato della sua testa coronata e diventando di fatto una Repubblica. Primo presidente del nuovo Stato, secondo quanto emerso dalle elezioni, è stato indicato nella figura di Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda ('il fiero'), 54 anni, l'uomo che nel 1996 ha dato il via alla ribellione contadina, ha 'liberato' gradualmente i territori montuosi e rurali del Paese fino a costringere il re ad accettare libere elezioni. Che Prachanda ha poi vinto, conquistando la maggioranza dei seggi e preparandosi ora a costruire "il nuovo Nepal socialista". I ritratti di Prachanda, fino a due anni fa 'primula rossa' e super ricercato, ora sono appesi su tutti i muri del Paese. 'L'espresso' lo ha intervistato nella sua casa del quartiere Naia Bazar, a Kathmandu.
È davvero finita la monarchia in Nepal? I maoisti hanno vinto la loro guerra?
"Direi proprio di sì. è possibile che Gyanendra tenti qualche mossa disperata, ma ormai ha perso l'appoggio di Usa e India. Le elezioni hanno mostrato a tutti qual è la vera volontà popolare!"
La vostra vittoria ha sorpreso il mondo...
"Ha sorpreso solo quelli che non conoscevano le dinamiche sociali del Nepal. Noi ce l'aspettavamo. Gli analisti americani dicevano che non avremmo preso più del 15 per cento, ma avevano una visione molto superficiale di questo Paese. Ora sono serviti!"
Che ne sarà del re?
"Potrà vivere da libero cittadino in Nepal, se non tenterà alcun colpo di mano e non cercherà di fare politica. è un businessman, continuerà a farsi i suoi affari!"
E in Nepal che cosa succederà?
"Vorrei che la Costituente riuscisse a scrivere la nuova Carta entro un anno, trasformando il Nepal in una Repubblica federale e presidenziale!"
Di cui lei sarà a capo...
"Questo è quanto vuole il popolo, come è emerso dalle elezioni. Ma dovremo mediare anche con gli altri partiti: non abbiamo la maggioranza assoluta e ci avviamo verso un governo di coalizione!"
Il Nepal diventerà comunista?
"Sarà un Nepal democratico e multipartitico, che rispetterà ogni forma di libertà di stampa e di associazione. Cercheremo di costruire un nuovo modello di socialismo, molto diverso da quelli che hanno attraversato il XX secolo!"
Può descrivere questo nuovo modello?
"Delle libertà civili le ho già detto. Da un punto di vista economico puntiamo verso un sistema misto Stato-privati, in cui ogni forma di investimento e d'impresa sarà finalizzata al bene comune, non all'arricchimento industriale o finanziario dei privati. Faremo una graduale ma imponente riforma agraria. Svilupperemo il nostro grande potenziale idroelettrico. Collaboreremo con le imprese straniere che vorranno investire qui!"
Sembra semplicemente un programma socialdemocratico...
"Sbaglia. Le socialdemocrazie del XX secolo hanno finito per essere una versione soft del capitalismo, e non è questo che noi vogliamo. Noi stiamo facendo un esperimento pionieristico, non stiamo rimasticando le vecchie ideologie del XX secolo!"
In ogni caso ora avete accettato il sistema elettorale e parlamentare proprio delle democrazie occidentali....
"Crediamo nel multipartitismo, ma non pensiamo che la democrazia borghese sia un totem non migliorabile. Il parlamentarismo può essere utilmente intrecciato con altre forme di democrazia, anche mutuate dalle esperienze dei paesi socialisti del XX secolo. Il tutto per creare qualcosa di inedito, che vada oltre sia la dittatura del proletariato sia la democrazia borghese!"
E che cosa ci fanno i ritratti di Marx, di Lenin, di Mao e addirittura di Stalin nei vostri cortei?
"Il marxismo ci ha dato gli strumenti per capire le dinamiche socioeconomiche. Lenin e Mao sono i grandi rivoluzionari in cui affondiamo la nostra storia. Stalin ha sconfitto il nazifascismo. Ma sappiamo bene che questi riferimenti appartengono al passato, mentre oggi servono nuove analisi che interpretino la realtà planetaria del XXI secolo!"
C'è chi dice che pensate a un modello autoritario di 'capitalismo controllato dallo Stato' di tipo cinese...
"No, non vogliamo copiare nessuno. Abbiamo la pretesa di creare qualcosa di nuovo e di unico. Pensiamo che nel XXI secolo in tutto il mondo le forze di sinistra abbiano il compito di elaborare nuove analisi e prassi che si adattino alle realtà specifiche locali e ai grandi cambiamenti creati dal processo di globalizzazione!"
Ma nei paesi più ricchi, come quelli europei, la sinistra è quasi ovunque sconfitta, semiscomparsa o annacquata...
"Sì, ed è un processo molto interessante. In Sudamerica e in Asia meridionale le forze socialiste sono in crescita, mentre in Europa perdono. Il motivo è molto semplice: nei paesi più ricchi le contraddizioni del capitalismo sono come congelate, o almeno rallentate nei loro effetti, mentre nei paesi in via di sviluppo la globalizzazione ha portato a un'esplosione di queste contraddizioni. Ma sarebbe sbagliato pensare che le rivoluzioni socialiste siano rimaste un'esclusiva dei paesi più poveri. Al contrario, quando i paesi del Terzo mondo si saranno sviluppati - magari scegliendo forme legate a modelli socialisti - una nuova ondata di contraddizioni economiche investirà anche i paesi più ricchi provocando sommovimenti sociali oggi non immaginabili!"
Non pensa che, al contrario, il liberismo globalizzato finisca per investire anche l'Asia meridionale mandando in soffitta pure qui il socialismo?
"La globalizzazione è l'oggetto principale delle nostre analisi e dei nostri studi. Vede, il capitalismo nell'era di Internet non può avere le stesse risposte, da parte dei proletari e dei socialisti, che ha avuto il capitalismo industriale del XX scolo. Per questo dico che i comunisti, cioè coloro che credono nella possibilità di una società in cui non ci sia sfruttamento, devono evitare di commettere due errori uguali e contrari: da un lato riproporre modelli di socialismo vecchi, dall'altro arrendersi alla presunta ineluttabilità del liberismo. Chi crede nel socialismo oggi deve elaborare nuove risposte!"
Quali sono state le reazioni Usa alla vostra vittoria elettorale?
"Sono rimasti molto sorpresi, ma devono accettare il risultato delle urne. Non siamo più nel Cile del 1973. Per prima cosa, dovrebbero togliere il nostro partito dalla lista internazionale dei movimenti terroristici, cosa che non hanno ancora fatto. Comunque ho incontrato l'ambasciatrice Usa e stiamo parlandone!"
Stringerebbe la mano a George W. Bush?
"In un contesto diplomatico sì. Ma non mancherei certo di esporgli tutti i suoi sbagli!"
Fra poco in America cambierà presidente. Per chi fa il tifo?
"Non credo che ci saranno grandi cambiamenti, ma penso che avremmo più comprensione da parte di un presidente democratico!"
Obama o Hillary?
"Personalmente preferisco la Clinton. Forse perché noi comunisti nepalesi abbiamo lottato tanto per la crescita delle donne in politica e mi piacerebbe vedere una donna anche alla Casa Bianca!"
Prachanda, come vorrebbe essere ricordato dai posteri e dalla storia?
"Come un neocomunista non dogmatico che ha cercato di capire i cambiamenti del mondo per creare un nuovo e inedito modello di socialismo per il XXI secolo!"
Di Alessandro Gilioli
(Da l'Espresso)

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ITALIA-CINA

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