Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007

Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...

Cerca nel blog

Vota il mio blog...

siti migliori

Translator (Translate blog entries in your language!)

lunedì 2 giugno 2008

Nazi-Maoismo: i segreti di un'ibrida ideologia politica!



Il cosiddetto Nazi-maoismo fu un fenomeno politico diffuso in Italia in ambito universitario romano a partire dal 1968. Se qualcuno vuole oggi identificarlo semplicisticamente col movimento Lotta di Popolo - nel quale confluirono i gruppi "pionieri" del FUAN-Caravella, di Primula Goliardica ed altri - tutto ciò, all'epoca, appariva ed era tutt'altro che chiaro e pacifico, dal momento che in esso confluirono anche non pochi elementi appartenenti all'area della sinistra extra-parlamentare che non s'identificavano tuttavia nelle organizzazioni all'epoca maggiormente attive.
In nessuna occasione esso chiarì mai quali fossero i suoi precisi referenti ideologici, neppure nel corso delle occupazioni che il movimento organizzò tra il 1968 e il 1969 nella Facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo romano, come pure del tutto arbitrario è descrivere il movimento come modellato sull'ideologia di alcuni grandi rivoluzionari di sinistra, come Mao Zedong e Che Guevara, considerati come antagonisti del capitalismo. Men che meno (a dispetto dell'etichetta imposta dalla stampa e dallo stesso Movimento Studentesco, che avversavano per opposti motivi il movimento di Giurisprudenza), il cosiddetto "nazi-maoismo" si riferì mai a Adolf Hitler, per la sua pretesa purezza spirituale, il culto dell'eroismo e del superomismo ariano, in difesa delle identità contrapposti ad una società profondamente materialista ed eccessivamente cosmopolita.La miglior dimostrazione di ciò è che non ci fu mai un manifesto o uno striscione in cui il cosiddetto "Nazi-maoismo" inneggiasse a personaggi legati al nazismo o al fascismo, come pure ad altre icone della sinistra: dal Partito Comunista d'Italia a Stella Rossa, da Potere Operaio a Lotta Continua.
In sostanza il movimento mirava a percorrere una strada trasversale, genericamente movimentista, contestatrice tuttavia del potere costituito e della democrazia "borghese", considerata ipocrita e corrotta, così come la società di cui era espressione, dominata dagli interessi economici a scapito dei valori tradizionali.
In un certo senso si può intendere col senno di poi il nazi-maoismo come una corrente trasversale atta non tanto ad un unità di fini e di mezzi tra estrema destra ed estrema sinistra, ma ad una contestazione intrinseca ad entrambe le aree in contrapposizione soprattutto al sentore di un'incipiente infiltrazione e strumentalizzazione dei classici e dei nuovi gruppi sia di destra che di sinistra da parte di forze allora oscure, ma che oggi sappiamo essere di riferimento dei servizi segreti volti a dare alle loro politiche una determinata incanalazione. Quindi in poche parole una concorrenza politica interna ai movimenti, nella quale il nazi-maoismo appare come un rifiuto dei militanti idealisti ad ubbidire alle manovre dei militanti "infiltrati" ed in quest' ottica si pongono le uniche finalità comuni tra destra e sinistra. Ragion per cui, allora come oggi, il nazi-maoismo è stato contrastato dagli ambiti del potere di entrambe le aree politiche e soprattutto dai loro referenti legati ai servizi segreti. Conferma di ciò ne è che la contrapposizione più forte tra base nazi-maoista e dirigenza politica ci fu all'interno dei due movimenti considerati dalla base maggiormente infiltrati al vertice, a destra Avanguardia Nazionale, a sinistra il Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista). A questo proposito si denota che in epoca successiva (1979-80) l' eredità del nazi-maoismo venne ripresa dal movimento Terza Posizione sempre per gli stessi motivi ovvero il sospetto di infiltrazioni nei movimenti, in questo caso oltre ad Avanguardia Nazionale anche nei NAR.
Una testimonianza autorevole, perché redatta a pochissima distanza di tempo dagli avvenimenti descritti, è quella proposta da Eduardo M. di Giovanni e da Marco Ligini[1], appartenenti alla cosiddetta "nuova sinistra".
Nella loro ricostruzione dell'assalto "squadrista fascista" alla Facoltà di Giurisprudenza, nella primavera del 1968, in cui rimase gravemente leso dal lancio di una pesante panca il leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, gli autori - malgrado l'equivoco, anche loro, della matrice di destra del "Nazi-maoismo" - sottolineano come la Facoltà di Giurisprudenza fosse tutt'altro che consonante con le speranze del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante e di Giulio Caradonna (che ritenevano il "Nazi-maoismo" allineato con gli ideali della loro parte ideologica e scrivevano in proposito:
« A qualche centinaio di metri [dalla Facoltà di Lettere occupata, NdR] anche la facoltà di Legge è occupata [...] Nel pomeriggio un vicequestore[2], responsabile dell'ordine nella città universitaria, si presenta per avvertirli che "i comunisti stanno preparando un attacco per domani". Gli studenti [...] non lo stanno nemmeno ad ascoltare, lo scherniscono. Lo stesso succede a Stefano Delle Chiaie che più tardi cerca di convincerli dell'assalto imminente dei "rossi". Qualcuno addirittura lo insulta, lui, il capo riconosciuto dell'estrema destra extraparlamentare, gridandogli "servo dei padroni" e "cane da guardia del capitale" [...] A provocare i necessari incidenti provvederanno, allora, gli squadristi di pelo vecchio. Il giorno dopo una colonna di circa 200 uomini guidata da Giorgio Almirante, Giulio Caradonna e Luigi Turchi marciano verso il Piazzale della Minerva già affollato di migliaia di militanti del Movimento Studentesco. Caradonna ha fatto le cose in grande: per l'occasione le sue squadre di picchiatori sono arrivate da tutte le parti d'Italia e sono armate di spranghe di ferro, bastoni e catene. Lungo la strada la colonna fa una sosta alla facoltà di Legge per cacciare fuori gli studenti irresoluti, i camerati rammolliti, e convincerli a partecipare all'azione. Ma sono pochi quelli che si accodano. Lo scontro nel Piazzale della Minerva è violentissimo. Superato il momento di sorpresa il Movimento Studentesco reagisce, caccia e insegue i fascisti che per la ritirata scelgono la facoltà di Legge. Assediati da qualche migliaio di studenti esasperati, gli uomini di Caradonna lanciano dalle finestre tutto quanto hanno sotto mano, perfino scrivanie. e feriscono molti degli assedianti. Nonostante i lanci le porte stanno per cedere e i fascisti farebbero la fine che si meritano se non intervenisse provvidenzialmente la polizia a disperdere gli studenti. I fascisti fermati, che vengono scortati uno ad uno sino ai cellulari, sono 162. Fra essi ci sono anche Mario Merlino, Stefano Delle Chiaie e una decina di Bulgari reclutati nel campo profughi di Latina, i quali non saranno portati in Questura: la polizia li lascia andare in una zona tranquilla lontano dall'università, All'onta di essere stati sconfitti, e salvati dalla polizia, i fascisti debbono aggiungere l'amara sorpresa di aver visto tra gli studenti che li assediavano molti dei "camerati" di Legge che essi erano venuti a "salvare dai rossi" »
La scorretta quanto inadeguata interpretazione del fenomeno "nazi-maoista" e dei fatti è dimostrata da quanto realmente accadde, impossibile da inquadrare in modo logico se si parte dall'assunto aprioristico degli autori che, come molti della sinistra, nuova o vecchia, non studiarono mai né capirono le indubbie fumose e in certi casi ambigue basi teoriche del movimento, senza riuscire in alcun modo a inquadrandolo adeguatamente in quella nebbiosa terra di nessuno che non apparteneva alla "istituzionale" tripartizione del mondo politico dell'epoca: una sinistra (parlamentare ed extra-parlamentare), una destra (parlamentare ed extra-parlamentare) e un magmatico centro, contiguo però per interessi alla destra, al di fuori dei quali schematici confini ideologici non esisteva altro che il deserto culturale e politico.
Ma, paradossalmente, la miglior testimonianza in merito è forse quella del neonazista Franco "Giorgio" Freda in una sua intervista del 1977 che riprendeva argomentazioni già esposte in una sua pubblicazione stampata a Losanna (Svizzera)[3]:
« La formula paradossale del "nazimaoismo" - non del tutto falsa, ma anche non del tutto giustificata - permette di scindere i suoi elementi costitutivi, perché i comunisti mirano a rilevare l'aspetto "nazi" per terrorizzare i compagni e i neofascisti del MSI mirano ad evidenziare gli aspetti "maoisti" per impaurire i camerati » La fine del fenomeno "nazi-maoista" è solitamente fatta coincidere con lo scioglimento di Lotta di Popolo, nel 1973, ma in realtà forme degenerate che s'impadronirono di alcune parole d'ordine del cosiddetto "Nazi-maoismo" si possono ritrovare in numerosi gruppi della destra extra-parlamentare, quali Terza Posizione e, più recentemente in Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Fronte Sociale Nazionale, Movimento Idea Sociale, i quali, pur in un accentuato anticomunismo e nell'ambito di posizioni nazionaliste e xenofobe tipiche dell'estrema destra, hanno una spiccata attenzione alle problematiche sociali, oltre ad un violento antiamericanismo ed antisionismo.Tracce di questa visione, seppur sbiadite ed ormai molto lontane dallo spirito originario che animava la corrente, si possono trovare anche nell'ideologia della Destra Sociale, la corrente più critica di Alleanza Nazionale, nonché corrente nettamente prevalente a livello giovanile: ampi settori di Azione Giovani considerano Che Guevara come un modello.
Del tutto arbitrario rintracciare le origini storiche di questo abortito movimento in alcuni scritti di Adolf Hitler, nei quali affermava che il marxismo era un falso socialismo e che quello vero fosse quello prefigurato dal futuro Führer, vale a dire il nazional-socialismo. Non manca neppure chi crede che il punto di riferimento del Nazi-maoismo fosse l'opera di Julius Evola, edita nel 1968, Cavalcare la Tigre, anche se lo stesso Evola si affrettò a sconfessare duramente i suoi presunti autoproclamati discepoli. Infatti è del tutto fantasiosi rintracciare le testimonianze di una simile discepolanza che esiste sono nell'ottimismo della volontà di qualche militante dell'estrema destra italiana post-sessantottina.

Fonte: http://it.wikipedia.org

Nessun commento:

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!