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lunedì 16 marzo 2009

Almeno la metà della popolazione della Germania riunificata oggi rimpiange il Muro di Berlino!!!

Si stava meglio quando si stava peggio. Di questo almeno sono convinti oltre la metà dei tedeschi che a vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino esprimono forte insoddisfazione per come stanno andando le cose nella loro patria riunificata. Secondo un sondaggio svolto dall’istituto Forsa per conto del quotidiano “Berliner Zeitung” il 51 per cento dei cittadini tedesco-orientali sostiene di essere stato meglio quando il Muro ancora era in piedi e la Germania socialista era ancora uno stato sovrano diviso dal fratello occidentale e capitalista di Bonn. Sentimenti analoghi valgono però anche per i tedeschi occidentali che sposano al 60 per cento questa tesi.
In un 2009 dominato in Germania da una serie di importanti ricorrenze come il ventennale della caduta del Muro, il sessantesimo anniversario della firma della nuova costituzione democratica che nel 1949 segnò la nascita della Repubblica federale tedesca e del settantesimo anniversario dell’inizio della Seconda guerra mondiale, sondaggi come questo indicano un Paese ancora diviso e insicuro.
Ma all’ancora difficile rielaborazione storica del passato si aggiungono i sentimenti d’incertezza e di aperta insoddisfazione nei confronti della gestione politica del presente. «Oltre il 60 per cento di tutti i tedeschi è deluso da come funziona il sistema politico», sostiene il direttore dell’istituto Forsa, Manfred Guellner. «Anche se il 90 per cento appoggia la democrazia parlamentare, molti criticano la corruzione e l’ingiustizia sociale nel Paese accusando la classe politica di non rispettare i bisogni e gli interessi dei cittadini».
Per la cancelliera Angela Merkel simili sondaggi dovrebbero far suonare i campanelli d’allarme. Nel 2009 in Germania si svolgeranno sei importanti elezioni, quattro a livello regionale, le europee a giugno e le elezioni federali di settembre dalle quali dipenderà la sua stessa permanenza alla Cancelleria. Fino ad ancora pochi mesi fa per i cristiano-democratici di Angela Merkel il gioco sembrava già fatto e la vittoria elettorale del tutto scontata. Il governo di Grande coalizione guidato dalla cancelliera “venuta dall’Est” era riuscito in tre anni a dimezzare il numero dei disoccupati, l’economia era in ottima salute e il deficit pubblico vicino all’azzeramento.
Poi però è arrivata la crisi finanziaria ed economica e Angela Merkel è stata accusata da molti di aver reagito con troppa trepidazione e con poche idee. Mentre Parigi e Londra annunciavano programmi pubblici miliardari la cancelliera a Berlino prendeva tempo, bloccava le iniziative europee lanciate da Sarkozy per un’azione congiunta, si opponeva a riduzioni affrettate delle tasse o a programmi congiunturali pubblici troppo massicci. «La Germania ha perso la sua leadership europea», critica l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, mentre per il quotidiano parigino Le Monde la Merkel è diventata la «Madame Non» e un freno per l’Europa. Molto dipenderà dai prossimi mesi e da come la crisi coinvolgerà la locomotiva economica del Vecchio continente. L’alleato socialdemocratico è ancora paralizzato al suo interno dalle divisioni tra l’ala moderata e quella progressista e da un candidato alla cancelleria (il ministro degli esteri Steinmeier) molto pallido. E se la tempesta economica sarà più debole del previsto la strategia prudente della cancelliera alla fine potrebbe vincere e le paure di molti tedeschi potrebbero risultare infondate.A 70 anni dall’invasione della Polonia da parte delle truppe di Hitler e a vent’anni dalla caduta del Muro e all’avvio di una riunificazione tedesca temuta allora da molti per il possibile riaccendersi di orgogli nazionalistici, questa Germania oggi non fa certo più paura. È piuttosto un Paese che ha paura di se stesso.

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ITALIA-CINA

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