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lunedì 11 maggio 2009

A 20 anni dalla Rivolta di Piazza Tien a Men, oggi bisognerebbe festeggiare il FALLIMENTO di quella folle iniziativa che avrebbe portato solo CAOS!!!

L'immagine simbolo di quei tragici giorni...
Pechino - 4 Giugno 1989 - Da Piazza Tien a Men alla caduta del Muro di Berlino: a 20 anni di distanza da uno degli eventi Storici che più hanno caratterizzato la vita Politica Europea e che hanno dato inizio ai più grandi sconvolgimenti geo-politici Mondiali, noi precursori della dottrina Social-Popolare non possiamo non constatare e registrare i gravissimi danni che l'assetata quanto frettolosa voglia di libertà delle popolazioni dell'Est Europa spinti e sostenuti dai Governi del così detto Occidente Capitalista ha causato in mezzo Mondo a partire proprio da quell'Europa che ha illuso pure i suoi stessi figli e la sua stessa gente. La caduta del Muro di Berlino ha da principio fatto credere a tutte le popolazioni del continente che una nuova Era di Pace, Libertà e Progresso Sociale, Eguaglianza e Fratellanza era alle porte...finalmente il Nuovo Mondo da troppo tempo atteso avrebbe trasformato le Nazioni e tutti gli uomini...la Guerra Fredda con il suo equilibrio del Terrore e l'incubo dell'Olocausto Atomico nella magia di una notte sembravano essere cancellati, Papa Giovanni Paolo II° che fù uno dei più grandi sostenitori della politica anti-Cortina di Ferro di memoria Sovietica gioiva entusiasta insieme a tutti i più grandi Statisti dell'Epoca...dalla Tacher a Kohl, da Mitterand ad Andreotti e Cossiga, da Ronald Reagan all'epoca Presidente degli Stati Uniti d'America a Michkail Gorbaciov Presidente della oramai morente Unione Sovietica e novello Premio Nobel per la Pace, dalla Regina d'Inghilterra al Re di Spagna...tutto era un tripudio, un festeggiamento: finalmente la Grande Germania uscita con le ossa fracassate dalla Seconda Guerra Mondiale del 1939-1945 da lei stessa scatenata poteva riunificarsi sotto l'ombrello protettivo dello Zio Sam e del Capitalismo Mondiale.Libertà era la parola d'ordine insieme al redivivo anti-Comunismo fomentato dalle Lobby miliardarie di mezzo Mondo guidate dalle potenti Massonerie segrete Americane che già fiutavano con la bava alla bocca le immensi ricchezze che l'apertura di quei nuovi mercati e lo sfruttamento a basso costo delle materie prime con la forza lavoro umana offrivano quegli Stati liberati dal predominio dei Regimi Comunisti dell'Est Europa, della Russia e della Cina.Non solo, con la liquidazione della Super-Potenza Sovietica e della sua influenza sulla politica estera, anche lo scacchiere della geo-politica in Africa e nel Medio-Oriente avrebbe subito grandi mutamenti sempre a favore della causa Capitalista delle grandi Lobby che influivano e influiscono tutt'oggi sulla politica economica dei Governi Occidentali dell'Europa e dell'America...e così è avvenuto!Quest'anno il Mondo intero festeggierà in pompa magna la caduta del Muro di Berlino come se tutto ciò che è accaduto dopo non ci fosse mai stato ma noi vogliamo invece ricordare ciò che la grande illusione ha provocato e vogliamo in contro-tendenza Mondiale ricordare a tutti ciò che di benefico in realtà non ha portato a tutti quei popoli che erano stati illusi dal nostro sistema capitalistico consumista con l'equazione: LIBERTA'=RICCHEZZA!!! L'Occidente con in testa gli Stati Uniti d'America avevano utilizzato un colpo quanto mai più basso, bieco e spregievole per convincere nel corso degli anni e convincere le varie e vaste popolazioni dell'Est Europa e dell'Asia Centrale che l'abbattimento dei vari Regimi Comunisti dell'epoca che li governavano avrebbe portato loro non solo il vento di una nuova libertà ma anche una ricchezza diffusa, una ricchezza che sarebbe stata alla portata di tutti...così con l'ultima pietra abbattuta del Muro di Berlino, tempo 2 anni: 1989-1991...l'Unione Sovietica è crollata dopo i colpi mortali assestati prima dal crollo del proprio vassallo Europeo che appunto era la Repubblica Democratica di Germania e dalla Romania con l'abbattimento del Regime di Ceaucescu e la fucilazione dello stesso insieme alla moglie...dopo il Muro abbattuto inizia il lento ed inesorabile dramma: dalla Lituania alla Georgia, dal Turkmenistan alla Cecenia...ogni Repubblica dell'Unione Sovietica sferza il proprio colpo mortale all'ormai agonizzante Orso Russo...che muore definitivamente il 21 Agosto del 1991 con la proclamazione d'indipendenza di tutte le Repubbliche Sovietiche da cui abbiamo visto nascere i nuovi Stati: Ucraina, Bielorussia, Lituania, Estonia, Lettonia, Kazakhistan e le altre piccole e grandi Repubbliche che per 70 lunghi anni avevano costituito l'immenso Impero Sovietico! I piani delle grandi Massonerie e dei grandi gruppi Capitalisti Occidentali avevano funzionato, cancellata la Guerra Fredda avevano potuto dare inizio ai loro grandi progetti economici, hanno aiutato con ingenti finanziamenti molti leader politici emergenti nei vari Stati per così dire liberati dal Comunismo e li hanno sostenuti fino ad aiutarli ad essere eletti dai propri popoli in competizioni politiche pseudo-democratiche e pilotate, hanno aiutato e finanziato la costituzione di governi amici che sopra la corruzione hanno costruito e rafforzato il proprio potere su tutto e su tutti...diffondendo errori e mostruosità all'interno delle proprie economie nazionali e diffondendo insieme alla corruzione una povertà sempre più estesa che si tramutava spesso in una vera e propia miseria.Poche elité si arricchivano oltre misura e moltissimi si impoverivano sempre più...così dopo il crollo del Muro di Berlino e dopo il crollo dell'Unione Sovietica e di tutto il blocco Comunista dell'Est Europa che costituiva il Patto di Varsavia, abbiamo assistito inermi ed increduli alle lunghissime file del pane a Mosca, a Praga, a Bucarest, a Varsavia...abbiamo assistito alle immani migrazioni dei tanti che per sfuggire alla fame emigravano in Italia e in Europa, abbiamo visto l'Armata Rossa dissestata e abbandonata pericolosamente a sè stessa ed alla sua miseria improvvisa, abbiamo assistito al violento disfacimento della Yugoslavia smembrata in una guerra terribile e fratricida nel cuore dell'Europa Capitalista e moderna che ha causato decine e decine di migliaia di morti innocenti, guerra sostenuta e finanziata con soldi e armi segretamente da quelle stesse Lobby Capitaliste che hanno fomentato il caos e l'abbattimento del Muro di Berlino; abbiamo visto l'Albania disgregarsi e cadere succuba di un vero e proprio Governo Mafioso e corrotto che ha impoverito la popolazione, scappata in massa sulle navi, sui barconi e sui gommoni nel mare Adriatico per raggiungere le nostre coste Italiane; abbiamo assistito alle tantissime guerre etniche, alle pulizie etniche, alle guerre civili che sono scoppiate una dopo l'altra dal 1989 in poi nei vari territori dell'ex-Unione Sovietica: Turkmenistan, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Cecenia, Ingusciezia, Moldavia...popolazioni che un tempo vivevano in pace in un progresso sociale seppur diverso e avverso dal nostro Occidentale, si ritrovarono d'un tratto trascinate in guerre sanguinose, città un tempo edificate si erano trasformate in cimiteri a cielo aperto, rase al suolo, distrutte dalle pioggie di fuoco e di odio fomentato da coloro che pilotavano le guerre per arricchirsi oltre misura e per impadronirsi delle materie prime di quei paesi, di quei territori, di quelle nazioni....guerre civili mascherate da guerre di religione e di intolleranza che erano in realtà guerre per i soldi e per la ricchezza dei futuri mercati che dovevano essere sfruttati al meglio dalle Caste e dalle Lobby Massoniche-Capitaliste Mondiali.I vari Leader Politici locali venivano comprati, prezzolati, corrotti al solo fine di creare caos e di costituire Governi amici e condiscendenti che dovevano servire fedelmente i propri veri padroni...banchieri, massoni, lobby, mafiosi...questo in realtà ha scoperchiato veramente il crollo del Muro di Berlino!!! Tutti i popoli, dall'Occidente all'Oriente, sono stati ingannati, illusi e disillusi...le conseguenze dei veri piani strategici nascosti ai più sono venuti ormai a galla ma oramai tutto è stato compiuto e tutto è stato inquinato, tutto è stato fatto ed i danni sono irreversibili...gli Stati di mezza Europa dell'Est, Russia compresa, sono guidati da Governi impuri, corrotti, collusi con la Mafia e la criminalità...Governi che tutelano gli interessi di pochi ricchi e potenti, Governi che hanno la piena volontà affinchè una parte della propria popolazione rimanga in povertà perchè la povertà delle masse garantisce la ricchezza ed i privilegi di un Capitalismo che basa il proprio sistema sull'egoismo e sull'edonismo...un sistema trapiantato in quei paesi dallo stesso Capitalismo edonista ed egoista che ancora più potente che mai guida, influisce e governa anche la nostra Italia, la nostra Europa, l'Occidente moderno così come lo conosciamo tutti...con in testa gli Stati Uniti d'America egemoni e rappresentanti l'unica vera Super-Potenza politica, economica e militare sopravissuta e vincitrice della passata Guerra Fredda dei blocchi contrapposti.A 20 anni di distanza dal crollo del fatidico Muro di Berlino dunque, noi precursori della dottrina Social-Popolare rimpiangiamo l'equilibrio del terrore della Guerra Fredda che paradossalmente ha garantito e poteva garantire una vera pace, una vera stabilità e una vera prosperità economica seppur diversa dalla nostra, in almeno mezzo Pianeta Terra!!!Invece dopo il suo abbattimento, abbiamo assistito al riemerge di pericolosi sentimenti ultra-nazionalisti, di tremendi rigurgiti di fondamentalismo religioso...soprattutto in Africa e nel Medio-Oriente...guerra, disordine, caos, povertà, miseria, mafia, criminalità, droga, immigrazione selvaggia e clandestina, traffico di armi, di organi umani e di droga, sangue, distruzione, genocidi, massacri, pulizia etnica, devastazioni, corruzione...è questo ciò che ci hanno regalato i vincitori della Guerra Fredda in mezza Europa se non nel Mondo intero!!! LIBERTA' ci avevano detto e LIBERTA' gridavano anche in Piazza Tien a Men a Pechino nel 1989 ma grazie a DIO la Cina Comunista ha resistito all'onda d'urto che si stava propagando e dirigendo anche verso di loro perchè anche questo era di sicuro nei progetti dei Massoni-Capitalisti Occidentali, distruggere URSS e CINA per invadere silenziosamente con i propri tentacoli mafiosi quei territori così vasti e così ricchi di materie prime preziose...un grande mercato cento volte superiore per numero e potenzialità all'Europa stessa!!! Nel 2009 si festeggia anche la ricorrenza della rivoluzione per la Libertà degli studenti Cinesi a Piazza Tien a Men contro il Regime di Pechino ma quì noi sosteniamo che sarebbe forse meglio festeggiare il fallimento di quella Rivoluzione sprovveduta ed avventata che avrebbe avuto conseguenza ben più peggiori e terrificanti se quella Rivoluzione avesse avuto successo!!! Dopo il crollo del Muro di Berlino abbiamo assistito alla recrudescenza della guerra di Religione trà le due culture: Cristiana-Occidentale contro quella Islamica-Araba...di sicuro con la Guerra Fredda non avremmo mai visto l'attentato gravissimo alle Torri Gemelle di New York dell'11 Settembre 2001, le due guerre in Iraq (Desert Storm del 1991 e quella del 2003) e non avremmo visto le altre guerre in Afghanistan...moltissime delle varie guerre che abbiamo visto nascere e crescere negli ultimi 20 anni, nel proseguio dell'equilibrio del terrore non avrebbero avuto corso nè inizio....Al Qaida ed il regime di sangue attuato dalla costituzione del movimento terroristico internazionale e trasversale mondiale fomentato dal fanatismo Islamico e non solo, con il Muro ancora in piedi a Berlino non avrebbero non solo avuto modo di esistere ma non sarebbero riusciti a sopravvivere a lungo!!! Noi oggi possiamo solo confidare nel rafforzamento e nella sopravvivenza del Regime di Pechino, dell'Avana a Cuba di Raoul Castro fratello del Leader Maximo Fidel, del Vietnam e del Laos e di tutti quei Regimi in cui anche se non regna una libertà totale apparente in ogni caso regna comunque l'ordine, la stabilità, la pace ed il controllo ferreo del Potere Politico e dello Stato lontano dalla corruzione e dalla Mafia!!! Soprattutto ci auguriamo che la Cina non debba crollare e colassare mai...sarebbe una catastrofe umanitaria che noi mai ci sogneremo di incoraggiare e di augurare a nessuno Stato...soprattutto per noi in Occidente, in Europa, in Italia....sarebbe davvero una catastrofe incontenibile...catastrofe che invece purtroppo i gruppi Massonico-Capitalisti sperano avvenga molto presto per tutti i motivi che abbiamo elencato prima in questo stesso articolo.Noi siamo prima di tutto amici del Regime Cinese e speriamo, confidiamo nel suo ordine e nel suo Governo e diffidiamo tutti voi dal credere ciecamente alla propaganda occidentale che vuole la Cina un paese tiranno, cinico e crudele!!! Ricordate che trà un estremo e l'altro, la verità stà nel mezzo...Oggi il Capitalismo Occidentale per scardinare e scalfire il Regime di Pechino stà prezzolando ed utilizzando il Dalai Lama in primis, i Monaci ed il popolo Tibetano poi, per fomentare quella Rivoluzione della falsà ed ipocrita Libertà fallita in Piazza Tien a Men nel 1989 e questa volta il pretesto è più grave e più bieco, più sconvolgente che mai: l'odio etnico-razziale e religioso!!! Fomentando i revanscismi nazionalistici e culturali-religiosi contro Pechino si spera in occidente di scatenare una vera e propria guerra di secessione per sperare nel crollo definitivo del Regime Cinese!!! Una pericolosa bomba...ad orologeria che i Cinesi intelligentemente devono cercare al più presto di disinnescare...prima della deflagrazione letale e finale che getterebbe nel caos e nel disordine un quarto della popolazione Mondiale!!! E' questo ciò che vogliono e sperano di fare i paladini della Democrazia Occidentale??? Non sono bastati i fiumi di sangue scaturiti dalle disgrazie e dalle guerre etniche e religiose scoppiate dopo il crollo del Muro di Berlino in Europa, nel Caucaso, in Asia Centrale, in Africa e nel Medio-Oriente??? Non è bastato a loro la ricchezza depredata ai popoli di mezzo Mondo??? L'ultima grave crisi economica da cui tutt'oggi soffriamo e lentamente ci stiamo tirando fuori è causa ancora di questi banchieri e massoni-capitalisti senza scrupoli che sulle disgrazie altrui basano le loro ricchezze, è causa di questo Capitalismo che sopravvive e si arricchisce basando la propria esistenza sulla corruzione, sull'edonismo e sull'egoismo così come lo stesso Papa Benedetto XVI° ha detto pubblicamente tempo fà: "L'egoismo è alla radice della crisi economica!" Ed allora, che cosa pretenderebbero di fare con la Cina Maoista e la Cuba Castrista??? Perchè l'America dopo oltre 40 anni continua imperterrita a mantenere l'embargo economico su Cuba anche dopo la caduta del Muro di Berlino??? Perchè si deve credere al Dalai Lama come se fosse un Dio in Terra e perchè taluni ancora oggi cercano di utilizzarlo come un moderno "Cavallo di Troia" in maniera tale di tentare di scardinare il Regime Cinese dall'interno??? Noi confidiamo nella Cina Maoista moderna...e ci auguriamo vivamente che il Regime Cinese sopravviva per altri 50 anni almeno così come ci auguriamo che a Cuba Raoul Castro riesca a mantenere l'ordine e riesca a mantenere in vita il Regime Castrista per altri 40 anni almeno...non perchè siamo Comunisti, noi siamo Social-Popolari, ma perchè crediamo che questi per noi oggi Stati-Modello, siano l'ultimo baluardo per contrastare l'ipocrisia del nostro sistema Democratico Occidentale inquinato ormai dal malaffare, dalla mafia, dal crimine e dalle Lobby-Massoniche che guardano solo agli interessi dei pochi privilegiati a discapito dei molti che sono costretti gioco-forza a vivere sotto la soglia della povertà, della miseria, del lavoro precario, dell'ipocrisia e dell'ingiustizia sociale dei nostri tempi.

Alexander Mitrokhin
In breve che cosa successe in quelle folli giornate Pechinesi:
In piazza Tien An Men ci sono tutti, studenti, comunisti contro il potere in auge, oppositori del governo, ma soprattutto c’è l’esercito con i suoi carri armati. La protesta era iniziata nell’ aprile dello stesso anno, gli studenti chiedono più democrazia, maggiore trasparenza, ma soprattutto si rivoltano contro la vergognosa corruzione degli uomini e dei funzionari del potere. Gli stessi studenti innalzano nella piazza simbolo di Pechino, ma di tutta la Cina, una statua, è la Dea della Democrazia, l’ispirazione è chiaramente quella della Statua della Libertà Il 20 maggio gli studenti avviano lo sciopero della fame, nella notte tra il 27 ed il 28 di maggio arriva l’Esercito di Liberazione Popolare, l’attacco è inevitabile. Ancora oggi il numero delle vittime è del tutto impreciso, lo stesso Governo cinese parla di un numero incerto tra 200 e 400 vittime, la CIA ne conta 800, la Croce Rossa Internazionale almeno 2600, ma cifre attendibili ci dicono che i morti furono almeno 12mila. Sono le 0.30 , ora di Pechino del 4 giugno del 1989 i carri armati sparano su studenti, operai, oppositori, cinesi contro cinesi. Un reporter americano barricato con un potente teleobiettivo in un hotel della piazza, si lamenta di non riuscire a riprendere la scena dei carri armati che avanzano, davanti agli stessi c’è un ragazzo minuto con delle buste di plastica della spesa , cerca inutilmente di fermare la lunga fila di cingolati e spiazza le foto. Che fine avrà mai fatto quel ragazzo? Di certo ha scritto una delle pagine più belle della libertà.
I Nomadi con una loro canzone del 1991 “Uno come noi” ricordano l’esile figura di quel ragazzo: Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato. Bastava un ordine e saresti stato schiacciato. Ma per un momento è stato come se tutto il mondo fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo, a un grande uomo, a uno come noi. Sarebbe stato facile dire che tu hai sconfitto un’idea come se odio e violenza avessero solo quel colore. Ma sto pensando a tutti quelli che hanno pagato nel silenzio e nel dolore perché il carro armato non s’è fermato e niente ha risparmiato. Ti voglio dire che né politica, né religione danno il diritto di troncare la vita di un uomo che sogna solo una casa, una donna, un lavoro, di essere libero e un poco felice in un mondo migliore fatto di gente, gente come noi.
Con protesta di piazza Tian'anmen (nota anche come incidente di Piazza Tian'anmen in cinese, pinyin: Tiānānmén shìgù) si intendono una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali, operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989. Simbolo della rivolta è considerato il rivoltoso sconosciuto che in totale solitudine e completamente disarmato affronta una colonna di carri armati: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e sono per molti un simbolo di lotta contro la tirannide.
L'evoluzione della protesta si può ripartire attraverso cinque episodi: il lutto, la sfida, la tregua, il confronto, il massacro[1].
Il 15 aprile 1989, Hu Yaobang morì per un arresto cardiaco. La protesta ebbe inizio in modo relativamente pacato, nascendo dal cordoglio nei confronti del politico, popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. La protesta divenne via via più intensa dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i mass media cinesi stessero distorcendo la natura delle loro azioni, che erano solamente volte a supportare la figura di Hu.
Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in Piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng; la leadership comunista ed i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all'università di Pechino. All'interno del PCC Zhao Ziyang, Segretario generale del Partito, era favorevole ad un'opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, Primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere.
Egli, in particolare, approfittò dell'assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese; con lui, si accertò di avere una comunanza di vedute.
La sfida [modifica]
Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Questa dichiarazione fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e richiedendo che si ritrattassero queste pesanti dichiarazioni; inoltre, i manifestanti avevano paura di essere puniti nel caso in cui la situazione fosse tornata alla normalità. Zhao, tornato dalla Corea del Nord tentò ancora di raffreddare gli animi.
Il rivoltoso sconosciuto di Piazza Tiananman (foto di Jeff Widener, Associated Press)
Il 4 maggio (data simbolica in quanto richiamava il Movimento del 4 maggio 1919) circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.
La tregua [modifica]
A questo punto si instaurò una tregua, ma senza che gli studenti riuscissero a convincere la leadership del Partito ad instaurare un dialogo realmente costruttivo. In un primo momento la protesta sembrò sul punto di rifluire.
In questo contesto si inserì la visita del Segretario del PCUS Mihail Gorbacev in Cina, prevista per la metà di maggio. Si trattava di un evento storico in quanto rappresentava la riconciliazione tra le due potenze dopo 19 anni di ostilità diplomatica. Il 13 maggio, duemila studenti decisero di insediarsi in Piazza Tiananmen e le loro richieste si radicalizzarono ulteriormente: non solo chiedevano una legittimazione, ma criticavano la corruzione del Partito ed il ritorno al conservatorismo da parte di Deng Xiaoping e chiedevano riforme politiche democratiche, innalzando Gorbacev a simbolo della riforma.
Inoltre, alcuni di essi iniziarono uno sciopero della fame. In migliaia si unirono a questa protesta, supportata dagli stessi residenti di Pechino. I manifestanti innalzarono al centro della piazza un'enorme statua, alta 10 metri, chiamata Dea della Democrazia, in polistirolo e cartapesta. Da notare che tra i manifestanti erano presenti anche comunisti dissidenti che cantavano l'internazionale.
Questo metteva i dirigenti cinesi di fronte ad un forte problema: veniva di fatto data una scadenza per risolvere la questione e si rischiava di creare dei martiri che avrebbero potuto destabilizzare ulteriormente il regime, senza contare la crescente simpatia di cui gli studenti erano oggetto tra la popolazione. I dirigenti del PCC però non riuscirono ancora a trovare una linea condivisa per rispondere alla protesta.
Durante la visita di Gorbacev, il 16 ed il 17 maggio, la mobilitazione continuò, portando in Piazza centinaia di migliaia di persone. La protesta si era ampliata anche fuori dalla città di Pechino, arrivando a coinvolgere oltre 300 città.
Il confronto [modifica]
Di fronte all'immobilismo dei massimi dirigenti, fu ancora Deng Xiaoping a prendere l'iniziativa, decidendo, assieme ad altri anziani del Partito, di dichiarare la legge marziale per dare un segnale ancora più forte agli studenti. Questo fatto è molto importante se si considera che la legge marziale, nella storia della Repubblica popolare cinese era stata proclamata una sola volta a Lhasa, capitale del Tibet, ed ora si trattava di dichiararla a Pechino, capitale dello stato.
La notte del 19 maggio venne quindi convocato il Comitato permanente dell'Ufficio politico, organo comprendente i massimi dirigenti del PCC, al quale spettava l'imposizione della legge marziale: alcune fonti riferiscono che Zhao Ziyang fu il solo su 5 a votare contro, altre dicono che, non essendo stata trovata una maggioranza (2 a favore, 2 contro ed 1 astenuto), Deng la impose unilateralmente. Resta comunque il fatto che l'esercito, il giorno dopo, fu chiamato ad occupare la capitale.
Zhao Ziyang tentò quindi una mossa disperata: all'alba del 20 maggio si presentò in Piazza Tiananmen e tentò di convincere gli studenti ad interrompere lo sciopero della fame e l'occupazione della piazza, promettendo che le loro ragioni sarebbero state ascoltate. Non fu ascoltato e l'episodio decretò anche la fine della sua carriera politica (pochi giorni dopo fu arrestato). Nemmeno la proclamazione pubblica della legge marziale convinse i manifestanti ad arrendersi.
All'inizio l'esercito incontrò una forte resistenza da parte della popolazione e si astenne dal reagire con la forza. La situazione restò quindi paralizzata per 12 giorni.
Il massacro [modifica]
Anche in questo caso fu Deng a prendere la decisione finale: in quanto Presidente della Commissione militare, fece pervenire alle truppe l'ordine di usare la forza. La notte del 3 giugno l'esercito iniziò quindi a muoversi dalla periferia verso Piazza Tienanmen. Di fronte alla resistenza che incontrarono, aprirono il fuoco ed arrivarono in piazza. Nonostante non sia possibile una ricostruzione accurata dei fatti, fu un massacro.
Le vittime [modifica]
Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad "alcune dozzine". La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino. Le stime più alte parlarono di 7.000–12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l'intervento, vanno aggiunti i giustiziati per "ribellione", "incendio di veicoli militari", ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 1000.
Dopo la strage [modifica]
Nei giorni seguenti si mise in atto una feroce caccia ai restanti contestatori, che furono imprigionati o esiliati. Il governo, inoltre, limitò l'accesso da parte dei media internazionali, dando la possibilità di coprire l'evento alla sola stampa cinese.
Il 9 giugno Deng si assunse la responsabilità dell'intervento e condannò il movimento studentesco come un tentativo controrivoluzionario di rovesciare la Repubblica popolare cinese. Per legittimare la repressione, la propaganda ufficiale sostenne che i manifestanti avevano attaccato l'esercito, il quale, a costo di pesanti sacrifici, era comunque riuscito a salvare il socialismo.
A livello internazionale, la repressione di Piazza Tiananmen provocò la ferma condanna da parte di numerosi Paesi occidentali, che portò anche all'imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina. Oggi il clima si è rappacificato e la Cina è stata riaccolta dagli altri paesi nella politica globale, ma gli eventi di Piazza Tiananmen sono ancora un argomento sensibile per il governo comunista cinese, che non fornisce versioni ufficiali dell'accaduto ed esercita forme di censura riguardo gli avvenimenti in questione.
Influenza culturale [modifica]
Numerose canzoni sono ispirate a questi fatti, tra cui "Uno come noi" dei Nomadi, "Davide e Golia" del Gen Rosso, dedicate in particolare allo studente che fermò un'intera colonna di carri armati, "Citta proibita" dei Pooh, dall'album Uomini soli del 1990e Tiananmen dei Kalashnikov. Si dice anche che "Blood Red" degli Slayer (dal disco Seasons in the Abyss del 1990) racconti le vicende di questa tragedia. "Tieniamente" di Claudio Baglioni è una canzone che fa parte dell'Album Oltre del 1990. Il testo è unicamente composto dalle parole Tienanmen e Tieni a mente.
Roger Waters (ex leader dei Pink Floyd) nel brano "watching tv" incluso nell'album "Amused to Death" del 1992 racconta la storia di una studentessa uccisa nella strage di piazza tienanmen. Il video del pezzo, inoltre, mostra le immagini reali della protesta e della repressione.
Nell'album The Politics of Ecstasy, il secondo disco della band di Seattle Nevermore, è presente una canzone intitolata "The Tiananmen Man". Nell'ultimo album dei System of a Down (Hypnotize) nella canzone Hypnotize c'è un chiaro riferimento ai giovani protestanti. Altra canzone basata su quest'avvenimento è, appunto, Tien an men dei CCCP Fedeli alla linea, contenuta nell'album Live in Punkow.
Un riferimento a questi fatti c'è anche nella canzone "Il vento" dei Litfiba contenuta nell'album "Pirata" proprio del 1989. Nel video della canzone "Caos AD" dei brasiliani Sepultura sono visibili alcune scene della protesta. L'episodio del ragazzo davanti ai carrarmati appare anche nel cartone I Griffin, nel quale il ragazzo è Peter Griffin.

mercoledì 6 agosto 2008

Il Comunismo in Cina: (dall’ascesa del Partito Comunista alla morte di Mao)!

Delusi dal cinismo mostrato dalle potenze occidentali, i cinesi rivolsero la loro attenzione all'Unione Sovietica, rappresentata in patria dal Partito comunista cinese, fondato a Shanghai nel 1921 e che contava tra i suoi primi membri Mao Zedong. Nel 1923 Sun Yat-Sen accolse i consigli sovietici relativi alla riorganizzazione del Guomindang e delle sue deboli forze militari, ammettendo membri comunisti nel direttivo del partito, che dopo la morte di Sun venne guidato dal generale Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek). Questi, nel 1926, dalla base militare del partito a Canton, iniziò la campagna di liberazione nazionale dal potere dei signori della guerra. Nel contempo, a partire dal 1928, Jiang rovesciò la linea del suo predecessore e condusse una sanguinosa epurazione dei membri comunisti del partito, appoggiandosi ai proprietari terrieri e alle potenze imperialiste.La guerra civile e l'espansionismo giapponese Il nuovo governo nazionale, stabilito dal Guomindang a Nanchino nel 1928, dovette così affrontare l'opposizione dei signori della guerra e agli inizi degli anni Trenta la rivolta comunista guidata da Mao Zedong; egli, con i capi comunisti Zhou Enlai e Che-teh, costituì, nella zona montana dello Jangxi, una Repubblica sovietica cinese sostenuta da un forte esercito e appoggiata dai contadini, attratti dalla prospettiva di una riforma agraria. Infine, il nuovo governo di Jiang dovette far fronte all'aggressione giapponese in Manciuria e nella Cina settentrionale, sfociata nel 1932 nella creazione dello stato fantoccio del Manchukuo, formalmente affidato alla guida di Pu Yi, ultimo sovrano manciù, che assunse il titolo di imperatore.Nel tardo 1934 Jiang riuscì a circondare l'Armata Rossa nello Jiangxi, ma i comunisti, rotto l'assedio al termine della cosidetta Lunga Marcia, riuscirono a trasferirsi nella provincia settentrionale dello Shaanxi. Allarmato dall'avanzata giapponese, un gruppo di ufficiali obbligò Jiang a stringere un momentaneo patto d'azione antigiapponese con i comunisti, sospendendo la guerra civile.
Seconda guerra mondiale Nel 1937 la penetrazione giapponese in Cina sfociò in una vera e propria guerra. Entro il 1938 il Giappone aveva invaso la maggior parte della Cina nordorientale, la valle del Chiang Jiang fino ad Hankou, e il territorio di Canton, sulla costa sudorientale. Il Guomindang spostò la capitale e gran parte dell'esercito nell'entroterra, nella provincia sudoccidentale di Sichuan. Durante la seconda guerra mondiale i comunisti, dalla base di Yan'an, occuparono gran parte del territorio della Cina del Nord infiltrandosi in molte zone rurali a ridosso delle linee giapponesi. Riuscirono poi a conquistarsi l'appoggio dei contadini locali, consolidando le basi del Partito e dell'Armata Rossa e aumentandone sensibilmente le fila.
La lotta per la supremazia tra il Guomindang e il Partito comunistaNel 1945, subito dopo la resa del Giappone, la guerra civile riprese, nonostante un tentativo di mediazione operato dal generale americano George Marshall, che dopo circa un anno dovette rinunciare all'impresa (1947). Nel 1948 l'iniziativa militare passò ai comunisti, e nell'estate del 1949 la resistenza nazionalista crollò. Jiang Jieshi e i suoi cercarono rifugio sull'isola di Taiwan, mentre il 1° ottobre 1949 veniva proclamata ufficialmente la Repubblica popolare cinese.
La Repubblica popolare Il nuovo regime, imperniato sui principi del Partito comunista cinese e del maoismo, diede vita a una struttura di governo fortemente centralizzata.Obiettivo prioritario del nuovo regime fu la trasformazione della Cina in una società socialista. Per ristrutturare radicalmente l'economia, distrutta da decenni di guerre interne, i comunisti adottarono misure rigorose nel controllo dell'inflazione, organizzarono gli agricoltori in cooperative e si impegnarono a fondo in un programma teso ad aumentare la produzione nelle campagne, mentre l'industria veniva gradualmente nazionalizzata. Una riforma agraria generale fu messa a punto nel 1950, seguita dalla creazione di fattorie collettivizzate. Il primo piano quinquennale industriale del 1953 (programmato con l'assistenza sovietica) fu incentrato sull'industria pesante, a scapito della produzione di generi di largo consumo.Politica esteraCina e Unione Sovietica sottoscrissero trattati di amicizia e di alleanza nel 1950, 1952 e 1954. Durante la guerra di Corea truppe cinesi intervennero a sostegno del regime comunista nordcoreano, mentre dopo la tregua del 1953 Pechino sostenne la lotta del Vietnam contro i francesi. Nel 1955, alla conferenza dei paesi africani e asiatici di Bandung, la Cina si pose alla testa della lotta anticoloniale e della politica del non allineamento.Pechino, inoltre, si apprestò a conquistare aree territoriali considerate storicamente cinesi e di importanza strategica fondamentale: nel 1950 truppe cinesi invasero il Tibet. Nel 1954 Zhou Enlai dichiarò ufficialmente che uno degli obiettivi di Pechino era la liberazione di Taiwan dal regime di Jiang Jieshi; nello stesso anno si verificarono continui scontri tra comunisti e nazionalisti per il controllo dell'isola di Quemoy, e solo nel 1958 fu raggiunto un cessate il fuoco.Il Grande balzo in avantiNel 1956 fu portata a termine l'organizzazione collettivistica dell'agricoltura con la creazione delle comuni del popolo, unità socioeconomiche e amministrative di base, con limitata autonomia decisionale, chiamate a dare attuazione ai programmi produttivi stabiliti dalle autorità centrali. Due anni dopo fu varato un piano generale di sviluppo economico a tappe forzate. Slogan del programma era l'effettuazione di un Grande balzo in avanti, ma il piano portò al conseguimento di risultati modesti a causa dell'inadeguata pianificazione e di una direzione incerta.Progressivo isolamentoLa situazione peggiorò nel 1960 con la sospensione dell'assistenza economica e tecnica da parte dell'Unione Sovietica. Tra le due potenze comuniste erano infatti emersi contrasti ideologici; i cinesi erano particolarmente critici verso il leader sovietico Nikita Kruscev, accusato di revisionismo e di tradimento degli ideali marxisti-leninisti. Pechino iniziò a proporre apertamente la propria leadership come alternativa a quella sovietica nel mondo comunista, puntando soprattutto a ottenere consensi tra i paesi non allineati. Tuttavia, i conflitti scoppiati nello stesso periodo non facilitarono questa politica: nel 1959 truppe cinesi occuparono territori appartenenti all'India; i negoziati che seguirono si rivelarono inconcludenti, e le ostilità ripresero nel 1962 quando, nuovamente, forze cinesi violarono le frontiere indiane (vedi Guerra sino-indiana).
La grande rivoluzione culturale proletariaLe divergenze tra Mao e il partito dei moderati pragmatisti si intensificarono. Nel 1959, sostituito dal moderato Liu Shaoqi nella carica di capo dello stato, Mao conservò quella di presidente del partito. Il suo carisma ebbe però a soffrire del fallimento totale del Grande balzo in avanti da lui ideato e fortemente voluto. La divergenza si trasformò in aperto contrasto nel 1966 quando Mao, sua moglie Jang Qing e altri suoi stretti collaboratori lanciarono lo slogan della "grande rivoluzione culturale proletaria" intesa a recuperare lo zelo rivoluzionario del primo comunismo cinese, perduto a causa dell'imborghesimento dei quadri di governo e dell'apparato burocratico del partito.Gruppi di studenti autodenominatisi "guardie rosse della rivoluzione" invasero le strade, seguiti da giovani lavoratori, contadini e soldati in congedo, manifestando a favore di Mao e criticando ogni forma di autorità istituita. Intellettuali, burocrati, funzionari di partito, operai divennero oggetto di umiliazioni e violenze pubbliche, licenziamenti, e spesso furono forzati a lavori fisici abbrutenti. La struttura del partito fu annientata, e molti suoi alti funzionari (tra i quali il capo dello stato Liu e il segretario generale del partito Deng Xiaoping) rimossi dai loro incarichi ed espulsi.Nel biennio 1967-68 le lotte sanguinose tra maoisti e antimaoisti fecero migliaia di vittime. Alla fine il compito di ripristinare l'ordine venne demandato all'esercito, guidato da Lin Piao.Nel frattempo la tensione tra Cina e URSS si era intensificata raggiungendo il culmine con le accuse di imperialismo mosse ai leader sovietici dopo l'invasione della Cecoslovacchia. Nel 1969, lungo il fiume Ussuri, in Manciuria, truppe cinesi attaccarono alcune guardie di confine sovietiche, creando una situazione che poteva rivelarsi esplosiva.
Alla luce di questi eventi, il IX Congresso del Partito comunista, tenuto nell'aprile del 1969, cercò di riportare ordine nella situazione interna, componendo la lotta di potere in corso da tempo ai vertici della nazione. Mao fu rieletto presidente del partito e il ministro della Difesa Lin Piao (scelto personalmente da Mao) venne indicato quale suo successore. Alcuni posti-chiave, tuttavia, vennero affidati a esponenti moderati fautori di politiche pragmatiche, come il primo ministro Zhou Enlai (unico vero antagonista di Mao per carisma personale e potere).Un episodio clamoroso di queste poco decifrabili lotte intestine si ebbe nel 1971, quando Lin Piao morì vittima di un misterioso incidente aereo mentre, apparentemente, tentava la fuga dal paese. La preminenza politica di Zhou Enlai apparve sempre più evidente. Mao lanciò un nuovo appello diretto alle masse (1973-74) a difesa delle acquisizioni egualitarie della rivoluzione comunista e contro il "burocraticismo di partito". Il radicalismo di Mao ebbe ancora modo di esprimersi nella nuova Costituzione adottata dal IV Congresso nazionale del popolo nel gennaio del 1975; tuttavia nello stesso anno vi fu la nomina a vice primo ministro di Deng Xiaoping, vittima riabilitata della rivoluzione culturale.In questo periodo le relazioni internazionali della Cina migliorarono sensibilmente. Nel 1971 essa venne ammessa alle Nazioni Unite (ONU) subentrando alla Repubblica Cinese (Taiwan), ottenendo un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza. Nel 1972 il presidente americano Richard Nixon si recò in visita ufficiale a Pechino, aprendo così la strada a normali relazioni diplomatiche tra le due potenze (1973); quelle con il Giappone furono riprese nello stesso 1972.
I successori di MaoDopo la morte di Mao e Zhou Enlai nel 1976, si scatenò la lotta per il potere tra moderati e radicali. Questi ultimi riuscirono a impedire l'elezione a primo ministro di Deng Xiaoping, che fu addirittura rimosso temporaneamente dagli incarichi di governo e di partito. Con un compromesso fra i due schieramenti, Hua Kuo-feng fu nominato primo ministro: sotto il suo governo prevalse la linea moderata. Per consolidare la propria posizione, Hua fece arrestare e accusare di diversi crimini i capi dell'estrema sinistra, la cosiddetta Banda dei Quattro; quindi si concentrò sullo sviluppo economico della nazione, affidandosi al "partito dei pragmatisti". Nel 1977 Deng fu reintrodotto nelle sue funzioni di vicepremier, in base a un organigramma che venne confermato l'anno successivo dal V Congresso nazionale del popolo.


domenica 8 giugno 2008

Dopo il Re arriva Mao - Grandi riforme sociali. Accordi con i capitalisti stranieri. Per creare un nuovo tipo di Comunismo. Parla il leader Nepalese!

KATHMANDU (NEPAL) - Il D-day è stato fissato. Il 28 maggio, a Kathmandu, si è riunita per la prima volta l'Assemblea costituente uscita dalle elezioni del 10 aprile scorso, vinte dagli ex guerriglieri maoisti. Da quella data è finita la secolare monarchia nepalese e il detestato re Gyanendra, salito al trono nel 2001 dopo l'omicidio del fratello, è stato formalmente destituito. Così, dopo dieci anni di guerra civile, un colpo di Stato, una rivoluzione di piazza e una difficilissima transizione verso la democrazia, il Nepal siè sbarazzato della sua testa coronata e diventando di fatto una Repubblica. Primo presidente del nuovo Stato, secondo quanto emerso dalle elezioni, è stato indicato nella figura di Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda ('il fiero'), 54 anni, l'uomo che nel 1996 ha dato il via alla ribellione contadina, ha 'liberato' gradualmente i territori montuosi e rurali del Paese fino a costringere il re ad accettare libere elezioni. Che Prachanda ha poi vinto, conquistando la maggioranza dei seggi e preparandosi ora a costruire "il nuovo Nepal socialista". I ritratti di Prachanda, fino a due anni fa 'primula rossa' e super ricercato, ora sono appesi su tutti i muri del Paese. 'L'espresso' lo ha intervistato nella sua casa del quartiere Naia Bazar, a Kathmandu.
È davvero finita la monarchia in Nepal? I maoisti hanno vinto la loro guerra?
"Direi proprio di sì. è possibile che Gyanendra tenti qualche mossa disperata, ma ormai ha perso l'appoggio di Usa e India. Le elezioni hanno mostrato a tutti qual è la vera volontà popolare!"
La vostra vittoria ha sorpreso il mondo...
"Ha sorpreso solo quelli che non conoscevano le dinamiche sociali del Nepal. Noi ce l'aspettavamo. Gli analisti americani dicevano che non avremmo preso più del 15 per cento, ma avevano una visione molto superficiale di questo Paese. Ora sono serviti!"
Che ne sarà del re?
"Potrà vivere da libero cittadino in Nepal, se non tenterà alcun colpo di mano e non cercherà di fare politica. è un businessman, continuerà a farsi i suoi affari!"
E in Nepal che cosa succederà?
"Vorrei che la Costituente riuscisse a scrivere la nuova Carta entro un anno, trasformando il Nepal in una Repubblica federale e presidenziale!"
Di cui lei sarà a capo...
"Questo è quanto vuole il popolo, come è emerso dalle elezioni. Ma dovremo mediare anche con gli altri partiti: non abbiamo la maggioranza assoluta e ci avviamo verso un governo di coalizione!"
Il Nepal diventerà comunista?
"Sarà un Nepal democratico e multipartitico, che rispetterà ogni forma di libertà di stampa e di associazione. Cercheremo di costruire un nuovo modello di socialismo, molto diverso da quelli che hanno attraversato il XX secolo!"
Può descrivere questo nuovo modello?
"Delle libertà civili le ho già detto. Da un punto di vista economico puntiamo verso un sistema misto Stato-privati, in cui ogni forma di investimento e d'impresa sarà finalizzata al bene comune, non all'arricchimento industriale o finanziario dei privati. Faremo una graduale ma imponente riforma agraria. Svilupperemo il nostro grande potenziale idroelettrico. Collaboreremo con le imprese straniere che vorranno investire qui!"
Sembra semplicemente un programma socialdemocratico...
"Sbaglia. Le socialdemocrazie del XX secolo hanno finito per essere una versione soft del capitalismo, e non è questo che noi vogliamo. Noi stiamo facendo un esperimento pionieristico, non stiamo rimasticando le vecchie ideologie del XX secolo!"
In ogni caso ora avete accettato il sistema elettorale e parlamentare proprio delle democrazie occidentali....
"Crediamo nel multipartitismo, ma non pensiamo che la democrazia borghese sia un totem non migliorabile. Il parlamentarismo può essere utilmente intrecciato con altre forme di democrazia, anche mutuate dalle esperienze dei paesi socialisti del XX secolo. Il tutto per creare qualcosa di inedito, che vada oltre sia la dittatura del proletariato sia la democrazia borghese!"
E che cosa ci fanno i ritratti di Marx, di Lenin, di Mao e addirittura di Stalin nei vostri cortei?
"Il marxismo ci ha dato gli strumenti per capire le dinamiche socioeconomiche. Lenin e Mao sono i grandi rivoluzionari in cui affondiamo la nostra storia. Stalin ha sconfitto il nazifascismo. Ma sappiamo bene che questi riferimenti appartengono al passato, mentre oggi servono nuove analisi che interpretino la realtà planetaria del XXI secolo!"
C'è chi dice che pensate a un modello autoritario di 'capitalismo controllato dallo Stato' di tipo cinese...
"No, non vogliamo copiare nessuno. Abbiamo la pretesa di creare qualcosa di nuovo e di unico. Pensiamo che nel XXI secolo in tutto il mondo le forze di sinistra abbiano il compito di elaborare nuove analisi e prassi che si adattino alle realtà specifiche locali e ai grandi cambiamenti creati dal processo di globalizzazione!"
Ma nei paesi più ricchi, come quelli europei, la sinistra è quasi ovunque sconfitta, semiscomparsa o annacquata...
"Sì, ed è un processo molto interessante. In Sudamerica e in Asia meridionale le forze socialiste sono in crescita, mentre in Europa perdono. Il motivo è molto semplice: nei paesi più ricchi le contraddizioni del capitalismo sono come congelate, o almeno rallentate nei loro effetti, mentre nei paesi in via di sviluppo la globalizzazione ha portato a un'esplosione di queste contraddizioni. Ma sarebbe sbagliato pensare che le rivoluzioni socialiste siano rimaste un'esclusiva dei paesi più poveri. Al contrario, quando i paesi del Terzo mondo si saranno sviluppati - magari scegliendo forme legate a modelli socialisti - una nuova ondata di contraddizioni economiche investirà anche i paesi più ricchi provocando sommovimenti sociali oggi non immaginabili!"
Non pensa che, al contrario, il liberismo globalizzato finisca per investire anche l'Asia meridionale mandando in soffitta pure qui il socialismo?
"La globalizzazione è l'oggetto principale delle nostre analisi e dei nostri studi. Vede, il capitalismo nell'era di Internet non può avere le stesse risposte, da parte dei proletari e dei socialisti, che ha avuto il capitalismo industriale del XX scolo. Per questo dico che i comunisti, cioè coloro che credono nella possibilità di una società in cui non ci sia sfruttamento, devono evitare di commettere due errori uguali e contrari: da un lato riproporre modelli di socialismo vecchi, dall'altro arrendersi alla presunta ineluttabilità del liberismo. Chi crede nel socialismo oggi deve elaborare nuove risposte!"
Quali sono state le reazioni Usa alla vostra vittoria elettorale?
"Sono rimasti molto sorpresi, ma devono accettare il risultato delle urne. Non siamo più nel Cile del 1973. Per prima cosa, dovrebbero togliere il nostro partito dalla lista internazionale dei movimenti terroristici, cosa che non hanno ancora fatto. Comunque ho incontrato l'ambasciatrice Usa e stiamo parlandone!"
Stringerebbe la mano a George W. Bush?
"In un contesto diplomatico sì. Ma non mancherei certo di esporgli tutti i suoi sbagli!"
Fra poco in America cambierà presidente. Per chi fa il tifo?
"Non credo che ci saranno grandi cambiamenti, ma penso che avremmo più comprensione da parte di un presidente democratico!"
Obama o Hillary?
"Personalmente preferisco la Clinton. Forse perché noi comunisti nepalesi abbiamo lottato tanto per la crescita delle donne in politica e mi piacerebbe vedere una donna anche alla Casa Bianca!"
Prachanda, come vorrebbe essere ricordato dai posteri e dalla storia?
"Come un neocomunista non dogmatico che ha cercato di capire i cambiamenti del mondo per creare un nuovo e inedito modello di socialismo per il XXI secolo!"
Di Alessandro Gilioli
(Da l'Espresso)

venerdì 25 aprile 2008

Deng Xiaoping...il Grande Timoniere! In breve chi era l'uomo forte della Cina Comunista dopo la morte di Mao Tse Tung!

Deng Xixian (nome originario di Deng Xiaoping) nasce nel villaggio di Paifangcun (nella provincia del Sichuan), il 22 agosto 1904. La data, in realtà, non è certissima, a causa del fatto che Xiaoping, pur sostenendo la necessità di precisi resoconti storici, ha sempre rifiutato di scrivere le sue memorie o di autorizzare una propria biografia. A partire da ciò, dunque, alcuni sinologi hanno sollevato perplessità circa l'attribuzione di date certe nella vita del leader. Ad ogni buon conto, questo è comunque il giorno "ufficiale" che appare sulle biografie internazionali del politico cinese. Figlio di una stirpe di antiche tradizioni, Deng ebbe un padre assai vivace, che sposò quattro mogli e fece numerosi figli; la prima moglie era di fatto sterile e fu dunque con la seconda (la concubina Tan Shi Deng), che generò Xiaoping. Discendente dunque di avi di nobili origini, risalenti alla Cina nobiliare, la famiglia Deng godeva di buona prosperità economica, anche se ancora in gran parte radicata nella campagna, ossia nel piccolo borgo di Xiexing. La figura paterna, di cui si diceva, è la più importante nella crescita del piccolo Deng, in questo molto simile all'altro leader storico cinese, il leggendario Mao. Tuttavia, mentre quest'ultimo ha sempre dichiarato odio e rancore verso il genitore, Deng ha avuto la fortuna di stabilire sempre ottimi rapporti con entrambi i parenti, rapporti intrisi di rispetto e ammirazione. La morte del padre, oltretutto, fu assai violenta, dato che venne decapitato durante un'imboscata di banditi, forse prezzolati dai suoi nemici locali. Il borgo di Xiexing era isolato ma aveva ugualmente una piccola scuola confuciana. Deng aveva anche un istitutore privato dal quale imparò la calligrafia, espressione artistica poi coltivata per tutta la vita. Nel 1916 raggiunge Chongqing, dove per un anno e mezzo studiò presso un vecchio rivoluzionario che preparava i giovani e spaesati provinciali al programma di studio-lavoro nella lontana Francia. Ed è così che nel '20 arriva a Parigi: gli anni del suo soggiorno francese saranno decisivi per la sua formazione. Infatti, quivi entra nel '22 nella Lega della Gioventù Socialista e quindi, due anni dopo, nel Partito Comunista Cinese, del quale ricopre la nomina di Segretario Generale del Comitato Centrale tra il '27 e il '29. Successivamente, ha modo di effettuare un soggiorno a Mosca, utile per appropriarsi sempre meglio dei complessi meccanismi politici tipici della gestione comunista del potere. Rientrato in patria, trova però un paese messo a dura prova dalla guerra civile e dalle occupazioni straniere: nel '34 partecipa alla Lunga Marcia e, nel corso della guerra di resistenza contro il Giappone, diviene Vicedirettore del Dipartimento Politico Generale dell'Ottava Armata. Partecipa quindi alla Guerra di Liberazione Nazionale e contribuisce alla liberazione di Nanchino. Questo è un momento assai fulgido per la sua carriera, che lo vede instaurarsi nelle cariche più prestigiose del Partito Comunista Cinese. Nel '56, però, perde tutte le cariche, a causa della sua contrapposizione rispetto alla linea "maoista" e alla conseguente "Rivoluzione Culturale" instaurata dal tristemente celebre "Padre della patria". Esautorato da ogni potere, viene confinato con la famiglia nel suo appartamento, quindi sottoposto a umilianti sedute di critica e costretto in ginocchio ad ascoltare accuse farcite di insulti. Sarà obbligato a lavorare in una fabbrica di locomotive a trenta chilometri da Pechino. Ma la "Rivoluzione Culturale" si accanirà anche su tutta la sua famiglia, tra fratelli suicidi (?) a causa delle persecuzioni delle Guardie Rosse e cognati arrestati e "rieducati" a causa di semplici eredità (uno di questi fu ad esempio trucidato per questo, con l'accusa di essere un "capitalista"). Nel settembre del 1968, il figlio prediletto di Deng, Pufang, dopo essere stato aggredito e malmenato, venne gettato dalla finestra di un quarto piano dell'Università. La caduta gli provocò una lesione permanente alla colonna vertebrale che lo costringe ancora oggi alla sedia a rotelle. Deng Xiaoping sarà reintegrato nel '73 alla carica di Vice-premier del Consiglio di Stato per decisione del Comitato Centrale del Partito; quindi eletto Vicepresidente del Comitato Centrale e membro della Commissione Permanente dell'Ufficio Politico alla II sessione plenaria del X Comitato Centrale, nel '75. La sua ascesa, a partire dal '73, segna la fine della rivoluzione culturale, anche se rimase inizialmente coinvolto nelle contraddizioni tra fazioni che segnarono il dopo-Mao. Dopo la sciagurata impostazione economica di quest'ultimo, la Cina è divenuto un Paese difficilmente controllabile nelle sue spinte ideali e sociali e uno Stato altrettanto difficile da ammodernare e da condurre sugli standard delle moderne democrazie. Per fare questo, Xiaoping ha saggiamente ritenuto di dover fare affidamento su di una politica che miscelasse entrambe le tendenze; in sostanza, di "mantenere la via socialista e sostenere la dittatura democratica del popolo", ma, contemporaneamente di iniziare la fase riformistica della cosiddetta "porta aperta" (ossia introducendo massicce ma controllate dosi di libero mercato). Al XII Congresso Nazionale, nell'82, il leader ha fatto emergere la necessità di integrare la "verità universale" del marxismo con la realtà concreta della Cina per costruire un socialismo con le caratteristiche cinesi. Una sua celebre metafora, che soleva ripetere spesso in occasioni delle riflessioni sul mercato era: "non importa che il gatto sia bianco o nero; ciò che importa è se acchiappa i topi". Deng fu dunque uno fra i principali promotori di una democratizzazione sostanziale del paese, nel tentativo di coniugare riforme economiche improntate ad una maggiore liberalizzazione del mercato con gli equilibri interni ancora segnati a fuoco dal comunismo. In seguito, Deng mantenne le cariche ricevute, aggiungendovi quella di Presidente della Commissione militare centrale nell'81 e di Presidente della Commissione militare centrale della RPC nell'83, dalle quali si dimise rispettivamente nel novembre 89 e nel e nel marzo 90, avendo la sua figura politica subito un oscuramento dopo i contrastati accadimenti di Tiananmen. Dal 94 aveva abbandonato la vita politica dimettendosi da tutte le cariche (da un'unica carica non si era mai dimesso, dalla Presidenza dell'Associazione Nazionale di bridge) e non compariva in pubblico per le sue condizioni di salute. La sua morte è stata ufficialmente annunciata alle 21:08 del 19 febbraio 1997.


domenica 20 aprile 2008

MAO TSE TUNG...chi era in breve l'uomo forte della Repubblica Popolare Cinese!

MAO TSE-TUNG nasce il 26 dicembre 1893 nel villaggio di Shaosha, nel 1911 entra nell'esercito repubblicano e intanto intraprende gli studi magistrali.
Nel 1918 ottiene il diploma magistrale e insegna in una scuola serale. Nel 1921 entra a far parte del PCC (il Partito Comunista cinese) ,nel settembre del 1922 Mao e Liu Shaoqi organizzano lo sciopero dei minatori di Anyuan. Per questo nel 1923 Zhao Hengti ordina l'arresto di Mao, che abbandona il Hunan, continua ad appoggiare il movimento contadino, organizzando "l'insurrezione del Raccolto d'Autunno " e attirandosi l'odio dei latifondisti locali. Nel 1928 organizza un esercito partigiano che ben presto costituirà la IV Armata Rossa , l'Armata inizia ad invadere il Jiangxi e nell'Ottobre del 1934 Mao da avvio alla lunga marcia. Nel 1949 il progetto di Mao giunge a conclusione: viene fondata la Repubblica Popolare Cinese.
Mao viene nominato presidente e da inizio alla rivoluzione agricola. In primo luogo Mao promosse la riforma agraria attraverso una ridistribuzione delle terre, ma l'opposizione dei latifondisti alimentò il malcontento anche tra le masse, Mao diede vita allora al periodo dei "Cento Fiori": "Che cento fiori sboccino, che cento scuole gareggino,soltanto col metodo della discussione e del ragionamento si possono sviluppare le idee giuste" .
Il programma di liberalizzazione non andò avanti a lungo poichè come sottolineò lo stesso Mao :insieme ai fiori erano cresciute troppe erbe velenose , Mao diede avvio al "Grande balzo in avanti" che portò a un imponente sviluppo dell'industria cinese. Nel 1966 in contrasto con la linea politica-economica del presidente Liu Shao-Chi e di Deng Xiaoping Mao promuove la
"Rivoluzione Culturale"mobilitando le folle giovanili contro l'apparato del partito. Il pensiero di Mao, condensato in un opuscolo, con la copertina rossa, divenne il vademecum del rivoluzionario:fu diffuso in milioni e milioni di copie, non solo in Cina ma anche all'estero. Questa offensiva ideologica che si chiamò Rivoluzione Culturale tendeva ad annientare quegli elementi provvisti di autorità che imboccavano la via del capitalismo
Nel 1976 Mao muore a Pechino. Con la morte del padre della patria si aprì un processo revisionista e venne abbandonata la linea della rivoluzione culturale sebbene almeno in parte il problema storico del riformismo cinese, cioè il rapporto terra-contadino ,almeno in parte era stato risolto.Il successore di Mao Deng Xiaoping si allontanò dalla politica del suo predecessore dando avvio a un regime basato su due pilastri:esercito e burocrazia.Il 13 Maggio 1989 gli studenti cinesi, memori delle gesta di Mao, danno inizio con un Manifesto alla Madre Cina allo sciopero della fame in piazza Tienanmen sfidando il regime corrotto e oppressivo di Xiaoping e Li Peng. Gli studenti Universitari, già protagonisti in passato quando appoggiavano Mao agitando il Libretto Rosso, questa volta sono insorti ispirati da un'esigenza etico-civile di libertà. Il Manifesto è molto bello, le sue parole sono più spirituali che politiche: "è insieme una preghiera e una sfida dolorosa ma convinta e decisa alla morte per amore della libertà".Eccone uno stralcio:
La Democrazia è un'ideale della vita umana come la libertà e il diritto. Ora per ottenerli dobbiamo sacrificare le nostre giovani vite. Lo sciopero della fame è la scelta di chi non ha scelta. Stiamo combattendo per la vita con il coraggio di morire. Caro padre, cara madre non siate tristi, che non vi si spezzi il cuore mentre diciamo addio alla vita. Abbiamo una sola speranza che questo permetta a tutti di vivere in modo migliore. Abbiamo una sola preghiera: non dimenticate che non è assolutamente la morte quello per cui stiamo lottando. La democrazia non è un affare che riguarda poche persone. La battaglia democratica non può essere vinta da una sola generazione..."
Lin Piao esalta con le parole seguenti il compagno e amico Mao:
Il Compagno Mao Tse-tung è il più grande marxista-leninista della nostra epoca. Egli ha ereditato, difeso e sviluppato il marxismo-leninismo in modo geniale, creativo e integrale, elevandolo a uno stadio completamente nuovo. Il pensiero di Mao Tse-tung è il marxismo-leninismo dell'epoca in cui l'imperialismo va incontro alla disfatta totale e il socialismo avanza verso la vittoria in tutto il mondo. E' una potente arma ideologica nella lotta contro l'imperialismo, contro il revisionismo e il dogmatismo. Il pensiero di Mao Tse-tung è il principio guida per tutto il lavoro del Partito, dell'Esercito Popolare e del Paese. Perciò, il compito fondamentale del nostro Partito nel lavoro politico e ideologico è tenere sempre alta la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung, armare il popolo di tutto il paese con questo pensiero e porre risolutamente il pensiero di Mao Tse-tung al posto di comando in ogni campo di attività.
Per esaltare la grandezza di Mao, più che parlarne, basta leggere le sue parole:
"Un comunista deve essere di ampie vedute, sincero, leale e attivo, deve mettere gli interessi della rivoluzione al di sopra della sua stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della rivoluzione; sempre ed ovunque, deve essere fedele ai principi giusti e condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione errata ; deve pensare più al Partito e alle masse che agli individui, più agli altri che a se stesso . Solo così può essere considerato un comunista.Noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra. Ovunque andiamo, dobbiamo unirci al popolo, mettere radici e fiorire in mezzo al popolo!"


domenica 2 dicembre 2007

Intimo luccicante, nuova creazione made in China...alla faccia del "Comunismo" e del proletariato!!!


Duecento ore di lavoro per incastonare oltre 100 carati di diamanti su una base d'oro bianco!


Se dopo i reggiseni tempestati di diamanti e rubini proposti da Victoria’s Secret pensavate di non potervi più stupire della lingerie stravagante e iper-costosa, è giunto il momento di ricredervi. Dalla Cina è infatti arrivato un nuovo reggiseno ancora più scintillante e stupefacente del predecessore. Un’azienda produttrice di gioielli ha infatti creato un nuovo capo rivestito con più di 2500 diamanti. Valutata 10milioni di yuan, il corrispettivo di un milione di euro, la nuova creazione denominata “Perfect” è stata indossata da una modella in un outlet di Jinhua, città della provincia di Zhejiang. I realizzatori hanno spiegato il reggiseno è composto da oltre 100 carati di diamanti, incastonati in una struttura d’oro bianco del peso di 300 grammi. Tempi di realizzazione? Ben 200 ore. Ma non è l’unica stranezza in fatto di intimo made in China. A Pechino è stato esposto un reggiseno creato con 630 grammi di oro e 7,5 carati di diamanti sudafricani. Per farlo ci sono volute 2mila ore di lavoro. E il prezzo è pari a quasi 110mila dollari.
La Cina è il quinto consumatore mondiale di diamanti e pietre preziose e, in virtù di ciò, il governo cinese garantisce all’industria diamantifera politiche fiscali agevolate. Dal 2006 la tariffa di importazione sui diamanti è stata ridotta al 10% contro il 15,3%, dando il via allo sviluppo del settore.
Ormai tra le prime 10 aziende al mondo in termini di capitalizzazione troviamo aziende cinesi.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!