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mercoledì 13 luglio 2011

Rivelata dai cable di wikileaks la partership di 5 anni, ancora in vigore, tra Italia e USA per lo sviluppo dell’energia nucleare in Italia. A firmare l’accordo nel Novembre del 2007, fu l’ex ministro dello Sviluppo Economico, nonchè attuale segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. La partnership è stata abolita dall'ultimo Referendum sul Nucleare di Giugno!

Roma - Rivelata dai cable di wikileaks la partnership di 5 anni, ancora in vigore, tra Italia e USA per lo sviluppo dell’energia nucleare in Italia. A firmare l’accordo nel Novembre del 2007, fu l’ex ministro dello Sviluppo Economico, nonchè attuale segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. L’ex presidente nazionale di Legambiente Roberto della Seta, sapeva dell’accordo per il ritorno al nucleare in Italia, ma rimase in silenzio e, successivamente nelle elezioni politiche del 2008, venne ricompensato con un comodo scranno al Senato della Repubblica.
(Il segretario PD Pierluigi Bersani e Chicco Testa nuclearista ed ex presidente di Legambiente)
I cable di Wikileaks sono diventati ormai come gli appelli lanciati dal Vaticano o come le sanzioni dell’Unione Europea, ovvero presi in considerazione dalla nostra stampa solo se avvalorano la linea politica editoriale di riferimento. Quando Assange, infatti, diffonde documenti che riguardano qualche goliardata di Berlusconi, la stampa di sinistra crea un caso mediatico, mentre quando i cable riguardano il segretario del maggior partito di opposizione, il quale documenti alla mano, la pensa sulla questione nucleare, allo stesso modo di un esponente dell’esecutivo avverso, succede che il silenzio di tutti i media tradizionali è assordante e, solo la rete riesce a svolgere il compito d’informare e denunciare, privilegio che un tempo apparteneva alla carta stampata.
Il 13 novembre 2007, infatti, venne firmato tra l’allora ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e il Segretario USA all’ Energia Bodman, un accordobilaterale di partneship sulla ricerca e lo sviluppo dell’energia nucleare. L’accordo denominato GNEP prevedeva una durata di cinque anni ed è, dunque, salvo rinuncia unilaterale di uno dei due Stati firmatari, ancora in vigore. Ecco uno stralcio del cablogramma inviato dall’ Ambasciatore americano Spogli al dipartimento di Stato USA, nel quale cita alcune frasi pronunciate dall’exl ministro Bersani: ” Il risultato del Referendum non esclude l’Italia dalla generazione di energia nucleare, l’ha solo sospesa e questa partneship può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare”.
Il referendum per Bersani, dunque, ha rappresentato solo un pit-stop, ma le intenzioni future di tornare al nucleare sono chiare e su questo punto, l’attuale segretario del maggior partito di opposizione ha una linea politica, perfettamente allineata, con quella del suo avversario politico, nonchè successore al Dicastero dello Sviluppo Economico Romani.
Il silenzio di Legambiente.
Nel novembre del 2007, alla firma della partneship Italia-Usa, l’allora presidente di Legambiente Roberto Della Seta, non contrastò l’ accordo per il ritorno al nucleare dell’Italia, ma in cambio del suo silenzio gli è stato riservato dal Partito Democratico un comodo scranno al Senato della Repubblica. Il fatto che i presidenti di Legambiente, nel corso della storia, abbiano mutato opinione sul nucleare non stupisce, ma almeno Chicco Testa non ne fa mistero e gode dell’odio di tutti gli antinuclearisti italiani.
Il caso della Sardegna.
Un’altro caso simile è quello avvenuto in Sardegna, dove ogni anno Legambiente organizza la festa del mare (www.lafestadelmare.it). Indovinate chi contribuisce economicamente alla buona riuscita dell’evento? La E.ON., colosso energetico tedesco che lo scorso 11 gennaio ha disperso nel nord dell’ Isola un’ingente quantità di olio combustibile, violando le incontaminate coste della Sardegna. E’ come se la Beretta, nota per la fabbricazione di armi da guerra, sponsorizzasse le campagne di Emergency o Medici senza Frontiere. Legambiente, infatti, in questo grave incidente è stata molto cauta nei confronti della E.ON! Tutti speravano che l’ associazione ambientalista inviasse la fantomatica “Goletta Verde”, per verificare con delle analisi bio-chimiche lo stato di salute dei fondali e dell’habitat sottomarino violato dalla mare nera. Legambiente Sardegna, invece, non solo ha minimizzato l’accaduto, ma il suo presidente regionale ha consigliato agli isolani di mangiare il pesce senza nessuna precauzione, ovvero prima che venissero resi noti i risultati delle analisi effettuate dalla competente ASL.
Ovviamente le migliaia di volontari e buona parte dei dirigenti di Legambiente sono persone intellettualmente oneste e, il loro apporto è fondamentale per la conservazione e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, ma queste vicende ci ricordano anche la fallibilità dell’uomo e delle istituzioni.

Fonte: http://www.wikileaksitalia.org

domenica 8 maggio 2011

Gravissimo incidente nucleare in Africa, ma in Italia nessuno ne parla, perchè?

Pubblicato il 16 Gennaio 2011 - L’ 11 dicembre 2010 oltre 200.000 litri di fanghi radioattivi sono fuoriusciti da tre piscine lesionate presso la miniera d’uranio Somair in Niger, miniera che appartiene al gigante nucleare francese Areva. I fanghi si sono riversati nell’ambiente, causando una vera e propria catastrofe radioattiva.
Voi lo sapevate? Ne avete sentito parlare?
Non credo, dato che in Italia la notizia ha ricevuto solo indifferenza. Chissà perchè…ma capirlo non è poi così difficile vero? In Italia si vuole a tutti i costi rilanciare il nucleare, si pretende energia “pulita” dall’atomo (una contraddizione in termini). Non era quindi proprio il caso che una notiza del genere – resa nota da Greenpeace – fosse portata all’attenzione della popolazione italiana. E’ meglio che gli italiani non sappiano di questa catastrofe ambientale che avrebbe fatto venire ancora più dubbi sulle centrali nucleari.
Ci sono troppi interessi (di pochi) e troppi soldi (di tutti) dietro al rilancio in Italia delle centrali nucleari, quindi meglio che questa notizia non giunga alle orecchie degli italiani che nel frattempo sono invasi dagli spot pro-nucleare (si presume a nostre spese!) nei cinema, sugli schermi televisivi e nei giornali. Nessuno che pero’ ci informa sulla “sicurezza” delle scorie, sul problema del loro smaltimento e sul pericolo che le stesse rappresentano per l’intera umanità.

venerdì 18 marzo 2011

Cina: Il Governo della Repubblica Popolare Cinese sospende i progetti nucleari e aiuta il Giappone colpito dalla catastrofe naturale la settimana scorsa!

PECHINO (CINA) - Dopo l’incidente nell’impianto giapponese di Fukushima la Cina ha deciso di sospendere i piani per la costruzione di nuove centrali nucleari. A comunicarlo è stata l’agenzia Xinhua, che riportando una nota ufficiale del governo di Pechino, ha annunciato: “La Cina ha sospeso i procedimenti di approvazione per la costruzione di nuove centrali nucleari, in modo da rivedere le norme di sicurezza in seguito all’esplosione in una centrale giapponese”. È stata attivata anche una verifica dei livelli di sicurezza in quelle già attive: “Il Consiglio degli affari di Stato ha chiesto ai dipartimenti interessati di effettuare controlli della sicurezza nelle centrali nucleari esistenti”. Decisioni che sono state prese durante la riunione governativa presieduta dal primo ministro Wen Jiabao.
La nota diffusa al termine della riunione del Consiglio di Stato sottolinea che tutti i reattori attivi in Cina sono sicuri e che il Paese non è coinvolto dalle fughe radioattive denunciate dopo le esplosioni all’impianto giapponese.  “Le fughe radioattive non incideranno sulla salute della popolazione cinese perché sono diluite dall’aria e dal mare” continua la nota citando esperti nucleari. “La sicurezza è la nostra massima priorità nello sviluppo di nuove centrali nucleari”.
Anche Pechino quindi si aggiunge alla lista di nazioni che, come la Germania, in seguito al disastro giapponese hanno deciso di rivalutare la questione nucleare.
Nei giorni scorsi il governo cinese ha chiesto al Giappone di ricevere informazioni dettagliate su ogni eventuale sviluppo nella fuoriuscita di radiazioni dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, danneggiata dal terremoto e dallo tsunami di venerdì scorso.
Il mondo segue con grande attenzione la crisi nucleare in Giappone, e il Giappone sta adottando misure di emergenza per farvi fronte“, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu. “La Cina e il Giappone hanno entrambi sofferto a causa di disastri naturali. La consolazione e il sostegno fra i due governi e i due popoli mostrano lo spirito di aiuto reciproco che due Paesi confinanti dovrebbero avere” ha aggiunto.
La Cina ha infatti messo da parte per un attimo le vecchie rivalità con “l’antico nemico” mettendo a disposizione il proprio aiuto ai Giapponesi messi in ginocchio dal disastro: ha inviato 10mila tonnellate di acqua potabile, benzina e gasolio, 4,5 milioni di dollari. Ma anche coperte, tende e lampade d’emergenza, e una squadra di 15 soccorritori che sono andati a scavare sotto le macerie di Iwate, una delle zone più danneggiate.
Oggi in Cina sono presenti 13 centrali, costruite lungo le zone costiere orientali e meridionali. In cantiere ci sono altri 27 impianti, più o meno il 40 per cento delle centrali in costruzione nel mondo, progetti  che sono stati approvati nel corso degli ultimi due anni.
Pechino ha dunque ordinato di verificare le misure di sicurezza di questi impianti che utilizzano per la maggior parte una tecnologia analoga a quella degli impianti giapponesi. L’operazione sarà gestita da CNNC (China National Nuclear Corporation) che sarà affiancata da un team governativo.

Di Elisa Cassinelli
Fonte: http://www.italnews.info

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