"Nel 1917 in Russia veniva seguito ufficialmente il calendario giuliano (quello che si fa risalire a Giulio Cesare), ancora oggi vigente per la chiesa ortodossa, non aggiornato secondo le nuove scoperte astronomiche del '500, quindi in arretrato di circa tredici giorni. Infatti secondo la datazione zarista il famoso assalto al Palazzo d'Inverno (oggi sede dell'Ermitage) di Pietrogrado si svolgeva il 25 ottobre dell'anno 1917.L'iconografia tradizionale rimanda l'immagine di folle rivoluzionarie, l'incrociatore Avrora che spara, grande entusiasmo e bandiere. In realtà la Rivoluzione d'ottobre fu poco più di un colpo di stato, preparato da un manipolo di cospiratori appartenenti al partito bolscevico, cioè l'ala più radicale del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (così si chiamava il Partito Comunista). E l'esito positivo della presa del potere avvenne più per una serie di coincidenze fortuite che non per l'abilità del capo dei bolscevichi, Vladimir Il'jch Ul'janov detto Lenin (dal fiume siberiano Lena). In realtà il piano che funzionò in quell'occasione fu quello di Trotzkij (pseudonimo di Lev Davidovich Bronshtejn), la personalità più intelligente e spietata, una delle prime vittime della lotta per il potere scatenata da Stalin (pseudonimo di Josif Vissaroniovich Dzhugashvili, dalla parola acciaio). E gli avvenimenti di Pietrogrado hanno oscurato agli occhi della storia la vera rivoluzione russa, quella plebea della furiosa jacquerie contadina che sconvolse il paese nell'autunno del 1917.La Rivoluzione d'ottobre1905 e quello del febbraio 1917, che aveva rovesciato lo zar, Nicola II, ultimo imperatore della dinastia dei Romanov salita al trono nel 1613. L'esperimento "borghese" si innestava in un sistema sociale e politico troppo fragile e sconvolto da una guerra disastrosa. I bolscevichi dal canto loro sconfessarono quasi subito le speranze di un'Assemblea Costituente, sciolta subito dopo la formazione, impostando un esperimento totalmente nuovo, il primo stato socialista della storia, punto di riferimento per i comunisti di tutto il mondo.L'URSS viene proclamata nel 19221924, alla morte di Lenin, comincia la sua trasformazione in un totalitarismo oppressivo e maniacale (ma i campi di lavoro, i famigerati Gulag, sono già operativi nel 1918 e il comunismo di guerra del '20-'21 fu un periodo di repressione e fame).Eppure la Rivoluzione Russa ha mantenuto a lungo il suo mito, consacrato dal mausoleo di Lenin sulla di Mosca, dal culto di una grande potenza alternativa e anticapitalista, dal sapore romantico di certi racconti (come ad esempio i film dedicati da alla Rivoluzione o le poesie di Majakovskij). Camminare per le strade di Pietroburgo (San Pietroburgo-Pietrogrado-Leningrado-San Pietroburgo: sempre la stessa città!) restituisce non solo echi letterari ma anche ricordi rivoluzionari: l'arringa di Lenin di ritorno dall'estero sul treno piombato, lo Smol'nyj sede del governo provvisorio e la grande piazza del Palazzo d'Inverno. Altri ricordi non troppo passati rimandano lunghe parate militari, con i gerarchi sovietici schierati sul mausoleo e i primi fiocchi di neve. Molti italiani si sono mescolati ai tanti turisti e nostalgici di quegli anni, e hanno immortalato questa esperienza con il colbacco e le spillette (znachkì) di rito.Sul piano linguistico-culturale, la rivoluzione portò non solo all'abbandono del calendario giuliano, o all'ateismo di stato. L'alfabeto che leggete nelle mie lezioni, o sui siti indicati, che trovate nei cartelli di tutte le Russie viene codificato dopo il 1917, per semplificare il precedente. E la disciplina rivoluzionaria portò a un enorme sforzo di alfabetizzazione nei confronti di una popolazione tra le più arretrate del continente. Un'emancipazione a tappe forzate di un paese rurale e semisconosciuto,che portò contemporaneamente allo scontro ideologicoGuerra fredda, cortina di ferro...tutto cominciò il 7 novembre del 1917: sono passati dieci anni e lo scenario è cambiato in modo straordinario.Ma il 7 novembre rimane in Russia festa nazionale: tradizione, nostalgia, abitudine. E' difficile rinunciare a un mito... "
A cura di Babulja
Italia, 06/11/2001
Nessun commento:
Posta un commento