Sopra, la ricostruzione video delle menzogne
della Nato e del Cnt Libico dei ribelli...
Tripoli - (Adnkronos/Aki) - La notizia della morte del colonnello Muammar Gheddafi, confermata dal Consiglio nazionale di transizione, segna una svolta nel conflitto libico, scoppiato il 17 febbraio con l'inizio delle rivolte delle forze anti-governative a Bengasi.
I primi segnali dell'insurrezione contro Gheddafi risalgono allo scorso 17 febbraio, quando alcuni partiti di opposizione organizzano a Bengasi la 'giornata della collera' contro il regime a seguito dell'arresto dell'attivista per i diritti umani, Fethi Tarbel. La protesta viene repressa nel sangue dalle forze di sicurezza provocando tra i 10 e 20 morti. Il 24 febbraio le milizie antigovernative prendono il controllo della citta' costiera di Misurata.
Due giorni dopo il Consiglio di Sicurezza Onu impone sanzioni a Gheddafi e alla sua famiglia.
Il 5 marzo il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) dichiara di essere l'unico rappresentante legittimo della Libia. Il 17 marzo il Consiglio di Sicurezza autorizza l'imposizione della no-fly zone sulla Libia per proteggere i civili dalla repressione dei lealisti.
Il 19 marzo si registra il primo raid della Nato contro le brigate fedeli al colonnello su Bengasi. Nei mesi successivi si intensificano i raid sulla Libia. Il governo di Tripoli denuncia che nell'attacco del 30 aprile viene ucciso il figlio piu' giovane di Gheddafi e tre suoi nipoti.
Il 27 giugno la Corte Penale Internazionale spicca un mandato di cattura per Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dell'intelligence del regime, Abdullah al-Senussi, per crimini contro l'umanita'.
Il 21 agosto i ribelli entrano a Tripoli senza incontrare forti resistenze. In un audio Gheddafi chiede alla popolazione di combattere i ribelli, definendoli "ratti".
Due giorni dopo le truppe del Cnt espugnano Bab al-Aziziya, la residenza bunker del colonnello, uno dei simboli del potere.
Il 29 agosto la moglie di Gheddafi, sua figlia Aisha e altri due suoi figli fuggono in Algeria. Aisha, poco dopo aver varcato la frontiera, da alla luce un bambino in un ospedale. Il 1 settembre i massimi rappresentanti leader del governo libico ad interim incontrano i leader mondiali in una conferenza a Parigi in cui si discute il futuro del paese post-Gheddafi.
L'8 settembre il primo ministro del Cnt, Mahmoud Jibril, giunge a Tripoli per la sua prima visita ufficiale.
L'11 settembre la Libia riprende la produzione di petrolio, mentre il Niger annuncia che Saadi Gheddafi, uno dei figli del leader libico, si trova nel Paese africano dove e' stato accolto "per motivi umanitari".
Il 13 settembre il leader del Cnt, Abdel Jalil, pronuncia un discorso a Tripoli davanti a decine di migliai di persone. Due giorni dopo arrivano in visita nella capitale libica il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il primo ministro britannico, David Cameron. Il 20 settembre il presidente Usa, Barack Obama, chiede ai lealisti di arrendersi e annuncia il ritorno dell'ambasciatore americano a Tripoli.
Il 21 settembre il Cnt conquista Sabha.
Il 17 ottobre cade Bani Walid, uno delle ultime roccaforti dei lealisti, mentre il 20 e' il turno di Sirte, la citta' dove il colonnello Gheddafi era nato.
Fonte: http://www.adnkronos.com
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