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sabato 17 febbraio 2024

ALEXEI NAVALNY MUORE IN CARCERE DOPO UN MALORE, NELLA GIORNATA DI VENERDI' 16 FEBBRAIO 2024...MORTE SOSPETTA, TUTTI ACCUSANO LE AUTORITA' DI MOSCA, MA ACCUSARE VLADIMIR PUTIN OGGI SEMBRA ANACRONISTICO E DISTOPICO! ECCO PERCHE' FORSE, QUESTA VOLTA PUTIN NON PUO' AVERE RESPONSABILITA'!

ALEXEI NAVALNY
KHARP - (SIBERIA - RUSSIA)
- A pensare male, ci si azzecca sempre.... (Giulio Andreotti spesso ricordava questo proverbio) ma la morte di Alexei Navalny, a distanza di DUE ANNI esatti dall'inizio dell'operazione militare speciale in Ucraina, con le elezioni presidenziali appena iniziate, desta molti sospetti! In un momento storico di particolari tensioni internazionali in corso, la morte di Navalny del 16 Febbraio 2024, sembra essere stata architettata più per scompigliare la società russa dall'interno che non favorire la corsa alla presidenza di Vladimir Putin. Putin avrebbe potuto "liquidare" l'affaire Navalny ben molto tempo prima, anni prima dell'inizio dell'operazione militare nel Dombass, ma da qualche anno a questa parte, anzi, da almeno un decennio, accusare direttamente Putin di qualsiasi omicidio-suicidio commesso in patria e fuori dai confini nazionali contro chi si oppone al governo russo, è diventata la regola ferrea di una certa parte della politica internazionale volta a sostenere l'esportazione forzata della democrazia occidentale anche laddove, per cultura e per diverse architetture sociali, anche secolari, il progetto di esportare i valori occidentali sarebbe impossibile da attuarsi. (Vedasi Libia, Siria, Iraq, Afghanistan ecc.) Chi può o potrebbe avere avuto tutto l'interesse ad eliminare fisicamente Navalny? Qualcuno che è vicino al governo ucraino di Zelensky e di una parte (non tutta ovviamente) dell'opposizione anti-Putin, a tal fine di offuscare e denigrare definitivamente la figura del Presidente russo agli occhi della politica internazionale? E se invece, questa volta, la morte del dissidente fosse davvero un caso del destino? Un vero malore improvviso? Un incidente naturale? Alla storia l'ardua sentenza...

Alexander Mitrokhin 

MOSCA - (FEDERAZIONE RUSSA)Alexei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin in patria, è morto nella prigione di Kharp, nella regione artica di Yamalo Nenets, dove era stato recentemente trasferito per scontare una condanna a 19 anni. A darne l’annuncio è il servizio carcerario russo. Secondo quanto riporta l’agenzia Tass, il dissidente di 47 anni ha avvertito un malore dopo una passeggiata, ma nonostante siano state eseguite “tutte le misure di rianimazione necessarie” queste “non hanno dato risultati positivi”. Le cause del decesso di Navalny sono in fase di accertamento, spiega il servizio penitenziario federale russo, ma la tv di Stato ha diffuso la notizia che si tratterebbe di una trombosi. I tentativi dei medici di rianimarlo sono continuati per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto. Dal Cremlino, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, spiegano che Putin è stato informato del decesso del suo rivale, ma che non sono ancora chiare le cause della morte. Parlando tre giorni fa in videoconferenza dall’estero con un gruppo di diplomatici europei a Mosca, il braccio destro di Alexei Navalny, Leonid Volkov, aveva detto che l’oppositore era “in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone” e che non temeva per la sua vita, assicurando di “sentirsi al sicuro”. Anche il direttore della Commissione regionale di vigilanza pubblica, Danila Gontar, ha dichiarato che Alexey Navalny non avrebbe lamentato alcun problema di salute. “Non ci sono stati reclami sulla salute. È vero. Non abbiamo avuto informazioni al riguardo”. Anche la madre, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, dice a Novaya Gazeta di aver visto il figlio appena quattro giorni fa e che stava bene: “Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro”. Alexei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin in patria, è morto nella prigione di Kharp, nella regione artico di Yamalo Nenets, dove era stato recentemente trasferito per scontare una condanna a 19 anni. A darne l’annuncio è il servizio carcerario russo. La Procura di Mosca, intanto, teme manifestazioni di piazza da parte dei sostenitori di Navalny e mette in guardia i cittadini invitandoli a rimanere a casa. (Da: https://www.ilfattoquotidiano.it/)
Morto in carcere il dissidente anti-Putin Alexei Navalny: “Malore dopo una passeggiata”. Mosca: “No a manifestazioni in suo sostegno”
ALEXEI NAVALNY (morto a 47 anni)

Aleksej Anatol'evič Naval'nyj (in russo Алексе́й Анато́льевич Нава́льный?trasl. anglosassone: Alexei Anatolievich NavalnyButyn4 giugno 1976 – Charp16 febbraio 2024) è stato un attivistapolitico e blogger russo.

È stato fra i più noti oppositori del presidente della RussiaVladimir Putin. Era a capo del partito Russia del Futuro e presidente di Coalizione Democratica (che unisce Russia del FuturoRPR-Parnas e Scelta Civica), formazione in precedenza co-presieduta con Boris Nemcov, morto assassinato nel febbraio 2015. È stato fondatore della Fondazione Anti-corruzione.

Di posizioni nazionaliste e liberali, dichiaratosi in passato a favore della possibilità di ricondurre Ucraina e Bielorussia sotto l'influenza russa, Naval'nyj si è dichiarato favorevole alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali nel Paese.

Nell'agosto 2020 è stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato avvelenato. Secondo il suo staff l'avvelenamento sarebbe avvenuto tramite l'agente nervino Novichok; tuttavia non vi sono prove, mancando nella sua cartella clinica proprio un dato fondamentale, l’analisi sul livello della colinesterasi, che proverebbe l’avvelenamento da organofosfati come il Novichok.

Il 2 febbraio 2021 il tribunale Simonovsky di Mosca ha sostituito la condanna sospesa di 3 anni e 6 mesi di Naval'nyj nel caso Yves Rocher con una definitiva. La CEDU, alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani, alcuni leader dei paesi occidentali, nonché numerosi media internazionali hanno definito la reclusione di Naval'nyj come politicamente motivata.

Nel febbraio 2021 Amnesty International ha ritirato a Naval'nyj la designazione di "prigioniero di coscienza", per via dei suoi video e delle sue dichiarazioni pro-nazionaliste fatte in passato che costituirebbero incitamento all'odio, ripristinandola a maggio dello stesso anno.

Il 22 marzo 2022, il tribunale di Lefortovo di Mosca ha condannato Naval'nyj a 9 anni di carcere in una colonia penale di regime severo. Il 4 agosto 2023 lo stesso tribunale condanna Naval'nyi a 19 anni a fronte dei precedenti 9.

Nei giorni precedenti alla sua morte, Naval'nyj aveva dato l'avvio alla campagna contro la rielezione di Putin nel 2024 che mirava a coinvolgere cittadini a distribuire video e post per la campagna online o a realizzare graffiti e affiggere volantini.

Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Aleksej_Naval%27nyj

mercoledì 14 dicembre 2011

Russia: Putin apre le porte al progetto Eurasia...

Russia, l'Eurasia di Putin. La popolarità in Russia di Vladimir Putin non è forte come un tempo. A molte persone infatti non piace più il suo modus operandi, che lo ha portato a guidare direttamente o indirettamente ogni cambiamento negli aspetti della vita pubblica e politica russa. L'ultima trovata della staffetta con Medvedev per la poltrona di presidente della Federazione Russa, mossa che lo vedrebbe al potere fino al 2024, non è stata presa bene dalla gente. Per evitare brutte sorprese alle prossime elezioni, lo Zar Vladimir si sarebbe inventato la soluzione Eurasia, una sorta di Ue in salsa moscovita. 

Nascerà nuova Urss? - L'Eurasia non è altro che un unico spazio economico comune, che già coinvolge Russia, Bielorussia e Kazakhstan, ed all’interno del quale potrebbero confluire anche Kirghizistan e Tagikistan. Questo progetto è stato lanciato dallo stesso Putin con un articolo sul quotidiano Izvestia, e prevede anche l'abbattimento delle barriere tra tutti gli stati prima citati, l'utilizzo di un'unità monetaria uguale per ogni paese, e la prospettiva di una più ampia integrazione con l'Europa. Il progetto di Putin non ha ricevuto tanti commenti positivi da parte dei suoi connazionali. Alcuni infatti si sono detti preoccupati di questa nuova unione con le ex-repubbliche sovietiche, che potrebbe dar vita ad un Urss in versione moderna e de-comunistizzata. Altri invece non vedono di buon occhio quest'apertura all'Europa, anche perchè a Mosca si guardano con diffidenza gli eurocrati di Bruxelles, e gli attuali allargamenti dell'Ue e della Nato ai paesi dell'ex-cortina di ferro.

Simone Lo Iacono
  Fonte: http://www.newnotizie.it 

mercoledì 14 ottobre 2009

ELEZIONI IN RUSSIA: CON IL 66% VINCE IL PARTITO DI PUTIN...ACCESE POLEMICHE SULLA REGOLARITA' DEL VOTO!

13 Ottobre 2009 - Nonostante le persistenti accuse di nepotismo, il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, ha vinto a mani basse le elezioni locali di ieri a Mosca. E con lui il partito Russia Unita del primo ministro Vladimir Putin, sbaragliando l'opposizione sia a livello comunale, sia a livello distrettuale e regionale. Nella capitale, la lista di Russia Unita, guidata da Luzhkov si è guadagnata il 66% dei voti, quasi 20 punti in più rispetto al voto precedente: nel 2005 aveva portato a casa il 47,25%.
Luzhkov ha 73 anni ed è sindaco dal 1992; è stato accusato di corruzione dai suoi avversari durante la campagna elettorale, in particolare facendo la fortuna della moglie, Elena Baturina. Nonostante la vittoria, i media però continuano a speculare sul suo licenziamento entro la fine del suo mandato nel 2011: il sindaco di Mosca è infatti un governatore, nominato dal presidente. "Luzhkov sa che il Cremlino vuole cambiarlo già da molto tempo", ha scritto Newsweek nella sua edizione in lingua russa. Però la risposta di Luzhkov è stata di quelle che non lasciano spazio a dubbi: "Stop a tutte le speculazioni, non me ne vado!".
Oltre a Russia Unita, solo il Partito Comunista, con il 13,27%, ha attraversato la barriera del 7%, necessario per essere rappresentativo, mentre tutti gli altri movimenti politici denunciano brogli. Anche il partito Russia Giusta, inizialmente molto vicino a Vladimir Putin e ora leale al presidente Dmitri Medvedev, ha parlato di risultati torbidi. "Abbiamo dubbi molto grandi", ha risposto Sergei Mironov, presidente del partito e del Senato russo.
A parte Mosca, in altre 75 regioni, Russia Unita avrebbe vinto quasi l'80% dei seggi, mentre l'opposizione liberale Yabloko e Pravo Delo non riescono ad affermarsi. Quanto alle irregolarità, "le violazioni" non possono far parlare di "un processo elettorale equo, libero e competitivo", ha dichiarato in una relazione, l'associazione Golos, che sovrintende lo svolgimento delle elezioni in Russia. Mentre il presidente della elettorale Vladimir Churov, ha descritto come "isteriche" le accuse di frode. Gli incidenti più gravi sono stati segnalati a Derbent, in Daghestan, e proprio nel Caucaso russo, sempre più instabile, un terzo dei seggi elettorali non si sono mai aperti, mentre la polizia ha esercitato pressioni sugli elettori al fine di garantire la vittoria del sindaco in carica.


domenica 22 giugno 2008

Nashi: è davvero la fine?

Di Sean Guillory - Quest'anno la stampa russa ha speculato a lungo sullo scioglimento dell'organizzazione giovanile del Cremlino "Nashi," che è stata la pupilla del governo russo e la rovina dell'opposizione interna e dei media occidentali.
Ma la situazione non è semplice come limitarsi a sciogliere Nashi.
Con un nuovo presidente che si accinge ad assumere il potere, alcuni ipotizzano che il compito di Nashi sia ormai compiuto e che non ci sia più bisogno del movimento. Per una serie di ragioni forse questo è solo un pio desiderio. Per capire dove Nashi stia andando nell'era post-Putin, bisogna capire da dove viene e qual è stato il suo ruolo.
"Vuoi realizzare il tuo piano? Vuoi cambiare il mondo che ti circonda? Vuoi influenzare il futuro del tuo paese? Vuoi che il mondo si ricordi di te? Stai cercando il tuo posto nel mondo? Se hai risposto 'sì' a una qualsiasi di queste domande, non disperare, c'è una risposta".
In America un simile approccio farebbe venire in mente Tony Robbins, il guru dei seminari motivazionali, ma in Russia è un'organizzazione ben più sinistra a offrire risposte alle tue domande: il Movimento Giovanile Democratico Antifascista "Nashi", che ti aspetta a braccia aperte.
Tutto quello che devi fare, come prima cosa, è cliccare sul loro sito e compilare il modulo di adesione. Pochi giorni dopo, Nashi promette di invitarti a una riunione “per conoscerci”. Se accetti, Nashi promette di darti "una possibilità per cambiare la tua vita, influenzare la politica mondiale ed entrare a far parte dell'élite intellettuale".
Dato il clima esigente ed estremamente competitivo della Russia di Putin è facile capire come la proposta di Nashi possa sembrare allettante. Sito web vistoso, raduni spettacolari e manifestazioni a passo di marcia producono immagini di potere e successo, proiettando un'immagine di unità e di dedizione a una causa. Nashi si considera in prima linea nella difesa della tempra morale, politica e culturale della Russia. Nel resto del mondo una simile organizzazione evocherebbe soprattutto i peggiori aspetti del totalitarismo, con giovani chiamati a eseguire ciecamente i capricci di un regime repressivo.
Ma Nashi è molto di più. È emblematico di un nuovo tipo di movimento giovanile che non è né un'organizzazione spontanea né qualcosa di legato ufficialmente a un partito. Nashi è una creazione dello stato russo, in particolare dell'ufficio del Presidente, per fare da forza controrivoluzionaria ostinatamente decisa a proteggere l'“idea nazionale” di Putin. Attraverso l'attivismo, l'ideologia e l'addestramento politico e professionale, i suoi membri imparano che il Piano di Putin è indivisibile dal Piano di Nashi. In parole povere, Nashi è il tentativo di mettere in pratica la massima di Martin Luther King: "Chi ha la gioventù ha il futuro!"
Le origini
Nashi fu costituito a partire da un precedente gruppo giovanile filo-putiniano, "Camminare insieme", dal Karl Rove di Putin al Cremlino, Vladislav Surkov. Pochi mesi prima l'ultima di una serie di “rivoluzioni colorate” aveva portato l'Ucraina a un punto morto. La gioventù ucraina, come quella del Kirgizistan e della Georgia, era in prima linea contro il regime. Alla Russia questo non doveva succedere. Così Surkov e Vasilij Jakemenko passarono all'attacco preventivo. Formarono dall'alto un movimento che si opponeva alle rivoluzioni colorate.
Una volta costituito, Nashi si dichiarò subito in lotta contro il “fascismo”. Ma i “fascisti” dei suoi membri non erano quelli contro i quali avevano combattuto i loro nonni. I loro fascisti erano i fautori delle rivoluzioni colorate: oligarchi in esilio, liberali, oppositori politici, stati stranieri, ONG occidentali e chiunque altro intendesse sfidare l'egemonia di Putin. Come recita il manifesto di Nashi, "La lotta contro il fascismo oggi è parte integrante della lotta per l'integrità e la sovranità della Russia". La formula di Nashi per identificare i propri nemici è bellissima nella sua semplicità, che è geneticamente impressa nel suo stesso nome. Ci sono “i nostri”, o nashi, e ci sono "i loro" o ne nashi, non nostri.
Nashi ha sperimentato una modesta crescita negli ultimi tre anni. Ha tra i 60.000 e i 100.000 membri. Ha almeno da 3000 a 5000 attivisti a tempo pieno e parziale. I suoi quadri si concentrano nelle due capitali e nei centri provinciali di Tula, Ivanovo, Vladimir, Voronež e Jaroslavl. Il bilancio complessivo di Nashi non è noto, ma a giudicare dalle spese dev'essere consistente. Lo scorso luglio Kommersant riferì che il campo estivo Seliger 2007 era costato più di 20 milioni di dollari. Perfino le sue campagne più piccole sono molto costose. L'azione "Nonno Gelo" sarebbe costata circa 1,5 milioni di dollari. I dirigenti di Nashi definiscono queste cifre esagerate: probabilmente lo sono, ma non credo di molto.
La provenienza del grosso del denaro di Nashi è anch'essa avvolta nel mistero. Si suppone la maggior parte dei soldi arrivi dall'ufficio di Surkov, probabilmente dopo essere stata risciacquata attraverso varie agenzie dello stato. Tra i finanziatori ci sono corporazioni come Gazprom e fondazioni come il Club Civico. Quest'ultimo è una fondazione costituita da Russia Unita che ha già assicurato a Nashi 400.000 dollari per Camp Seliger 2008. Il futuro finanziario di Nashi sembra altrettanto sicuro. Ha buoni alleati in due agenzie di stato che finanziano associazioni giovanili. Boris Jakemenko, l'ideologo di Nashi nonché fratello del leader del movimento Vasilij Jakemenko, e Irina Pleščeeva, commissario di Nashi, sono membri della Camera Pubblica russa, che controlla 62 milioni di dollari di sovvenzioni per sviluppare la “società civile” russa. Nashi ha anche accesso diretto ai più di 6 milioni di dollari assegnati alla Commissione per gli Affari Giovanili. La Commissione è guidata dagli ex nashisti Vasilij Yakemenko, Pavel Tarakanov (presidente) e Sergej Belokonev (vice presidente). Grazie a queste entrature e all'accesso ai fondi statali il futuro di Nashi sembra davvero roseo.
I muscoli
Nashi sarà anche una creatura dello stato, ma sta sul campo, ha i muscoli. Comanda un quadro di ragazzi di strada che sono stati coinvolti in vari attacchi violenti contro i rivali della gioventù “fascista”: i Nazional-Bolscevichi, l'Avanguardia Rossa, e perfino la Gioventù Comunista. L'incidente più tristemente noto avvenne nell'agosto del 2005, quando 40 nashisti armati di mazze fecero irruzione in un raduno di NazBol, Giovani Comunisti e Avanguardia Rossa che si teneva a Mosca in una sede del Partito Comunista. Le aggressioni mandarono all'ospedale con contusioni e ossa rotte decine di giovani attivisti di sinistra.
Mentre i nashisti se ne andavano su un pullmino a noleggio, la polizia locale, che chiaramente non era stata avvertita prima dell'attacco, arrestò 24 aggressori per poi lasciarli andare poche ore dopo. “È arrivata una telefonata dall'alto che ci ha ordinato di rilasciare i fermati", disse un poliziotto al Kommersant. "Mentre li stavamo interrogando ci hanno detto che era inutile che ci prendessimo questa briga perché tanto sarebbero stati rilasciati presto".
L'aggressione fu seguita da quella del gennaio del 2006, quando trenta sospetti nashisti attaccarono un raduno di Nazional-Bolscevichi armati di mazze e di pistole ad aria. I media russi hanno registrato decine di altri attacchi. A oggi, non un solo nashista è stato incriminato.
Agli avversari invece non è andata così bene. Poche settimane fa sette giovani attivisti anti-cremliniani – Roman Popkov, Nazir Magomedov, Vladimir Titov, Elena Parovskaja, Aleksej Makarov, Dmitrij Elezarov e Sergej Medvedev – sono stati condannati a pene comprese tra i 18 e i 36 mesi di reclusione per essersi difesi dagli aggressori nashisti nell'aprile del 2007.
Contrariamente alla generazione del Komsomol che fece la Guerra Civile e i cui giovani furono stroncati, torturati e imprigionati da veri nemici, i nashisti combattono i loro avversari per interposta persona. Il sospetto è che quando vuole massacrare i suoi rivali Nashi assoldi teppisti delle tifoserie calcistiche, che sono ben lieti di offrire i loro servigi. Vasilij Jakemenko l'ha praticamente ammesso in un'intervista alla Novaja Gazeta nel 2005. Quando gli è stato chiesto se avrebbe usato dei teppisti contro i manifestanti, ha risposto: "Se un gruppo di alcune migliaia di persone dotate di forza fisica [fosse stato] portato da Mosca per contrastare le manifestazioni di Kiev [durante la Rivoluzione arancione], non sarebbe rimasta più traccia dei manifestanti... Se abbiamo bisogno di [teppisti delle tifoserie] per qualche motivo, non vi vedo alcun problema". Anche se Jakemenko afferma di essere contrario alla violenza, non ha problemi a rivolgersi a chi non lo è. Per questo “antifascista” gli skinheads sono 'solo persone socialmente disadattate' con cui è possibile e bisogna collaborare".
Lo scorso autunno Nashi ha organizzato alcune delle sue "persone socialmente disadattate" nella Milizia Giovanile Volontaria (DMD). Lo scopo ufficiale della DMD è quello di pattugliare le strade con la polizia, mantenere l'ordine pubblico e organizzare eventi sportivi (sembra che il rugby sia lo sport preferito). La DMD fa praticamente da servizio di sicurezza per gli eventi e le manifestazioni di Nashi. Lo scopo ufficioso è quello di fornire a Nashi i propri muscoli. Come ha spiegato la scorsa estate in un'intervista a Kommersant un nashista scontento, “Ivan”:
“La milizia volontaria, be', si occupa di una specie di 'pulizia'. Ci sono già stati casi in cui hanno picchiato persone che hanno diffuso informazioni contro Nashi. Probabilmente possono trovarti ovunque. Sono tifosi, sportivi e delinquenti comuni. Mettono in pratica l'ideologia e fanno il proprio dovere con piacere.
[Il loro dovere comprende] mantenere l'ordine nel movimento e ai suoi confini, creare il caos nei raduni e nelle marce che non sono stati approvati dal Cremlino. In primavera la DMD ha organizzato provocazioni praticamente in tutte le 'Marce dei Dissenzienti' contro il Cremlino. Provocavano la polizia, lanciavano bombe fumogene e poi infilavano di nascosto le bombe nelle borse dei manifestanti”.
Non c'è motivo di dubitare della testimonianza di “Ivan”, soprattutto tenendo conto del fatto che il Coordinatore Federale della DMD è Roman Verbitskij. Secondo i testimoni oculari, Verbitskij fu coinvolto nell'attacco dell'aprile 2005 contro la riunione della gioventù comunista. All'epoca Verbitskij era a capo dei Gladiatori, una banda di teppisti della tifoseria dello Spartak.
La Milizia Volontaria (DMD) negli ultimi sei mesi è cresciuta costantemente. Dice di avere diciannove distaccamenti con circa 5-6000 membri. Documenti forniti da “Ivan” mostrano che la DMD è stata sostanziosamente finanziata nel periodo immediatamente precedente le elezioni parlamentari. Nell'agosto del 2007 il bilancio della sezione moscovita della DMD era di circa 30.000 dollari al mese. Il finanziamento dei distaccamenti regionali era di dieci volte inferiore.
L'abc della propaganda nera
Nashi è specializzato in “proteste” e “campagne”. Negli ultimi tre anni le sue “campagne” sono state varie. Le azioni di Nashi possono essere irritanti, come quando bracca costantemente l'ambasciatore britannico Anthony Brenton; o semplicemente imbarazzanti, come la campagna del Soldato di Bronzo contro il “fascismo di stato estone”; e perfino argute, come la presentazione del libro di cucina “1000 ricette della Zuppa di Cavolo” all'Ambasciata americana. L'intento della maggior parte di queste iniziative è quello di infastidire gli avversari.
Le campagne in grado di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sono l'asso nella manica di tutte le organizzazioni giovanili. E possono anche essere molto divertenti per coloro che vi prendono parte. Si marcia per la cità, si fa casino, si ciondola, si vede gente e soprattutto ci crede di fare la differenza. L'attenzione dei media trasforma ragazzini eccitati in piccole star. Le azioni di Nashi sono spesso messe in scena come grandi carnevalate che mescolano elementi umoristici con una sfumatura di violenza e con la politica. Ma non è facile fare commedia politica. Servono i comici. E Nashi è il posto giusto in cui addestrare i futuri padroni della Russia alle arti della propaganda nera.
Ironicamente, queste tattiche sono le stesse degli avversari fascisti di Nashi, i rivoluzionari colorati. A Belgrado, Tbilisi e Kiev i movimenti giovanili impiegavano spettacoli carnevaleschi per screditare i regimi; qui in Russia i nashisti ne hanno capovolto il senso, usando queste messinscene per screditare l'opposizione.
Niente rivela meglio il crescente uso nashista della propaganda nera quanto la recente azione contro il Kommersant. Nell'ultimo anno il popolare quotidiano economico ha pubblicato vari articoli che esponevano la parte oscura di Nashi. Dopo la pubblicazione di un articolo intitolato “Nashi è diventato un estraneo”, alla fine di gennaio, i nashisti hanno deciso che fosse giunta l'ora di fargliela pagare. Ciò che li offendeva di più era l'allusione al fatto che le autorità del Cremlino si fossero stancate delle buffonate di Nashi e intendessero abbandonarlo al suo destino. Per la classe dirigente russa la vittoria di Medvedev segnalava un cambiamento del clima politico. Le “rivoluzioni colorate” non rappresentavano più una minaccia, rendendo superflui quei “giubilanti delinquenti”, secondo una fonte anonima del Cremlino. Da allora su tutta la stampa russa si sparse la voce dell'imminente caduta in disgrazia di Nashi. Era in pericolo il futuro stesso dell'organizzazione, almeno agli occhi dell'opinione pubblica.
Nashi volle vendicare questa “calunnia”. Secondo una lettera interna dell'addetta stampa del movimento, Kristina Potupčik, Nashi decise di sferrare una campagna per “creare condizioni intollerabili per il Kommersant. Bloccare il loro lavoro. Rovinarli psicologicamente e fisicamente. È necessaria la vendetta”. Lo scopo era quello di sporcare la buona reputazione del giornale.
Il 4 marzo circa mille attivisti di Nashi si sono mobilitati a Mosca fingendo di essere dipendenti del Kommersant, distribuendo decine di migliaia di rotoli di carta igienica con il logo del Kommersant, una finta lettera del suo direttore, Andrej Vasilev, che annunciava il nuovo formato carta igienica e il numero di cellulare di Julija Taratuta, coautrice dell'articolo offensivo. Gli attivisti di Nashi hanno raccontato ai passanti che i rotoli facevano parte di una campagna per pubblicizzare il nuovo formato multifunzione del quotidiano. Gli attivisti li hanno fatti arrivare perfino nei bagni della Duma. Sono sicuro che più di un deputato è stato felice di inaugurare il nuovo prodotto. L'azione è stata accompagnata da una campagna mediatica ben coordinata. Sulle maggiori strade moscovite sono apparsi dodici cartelloni pubblicitari del Kommersant con le scritte “Non temete le novità. Ora su carta igienica!”, “Tutto per i nostri soldi”, “Possiamo tutto” e “Non nascondiamo compagnie segrete”.
L'assalto scatologico di Nashi non si è fermato qui. I suoi hacker hanno attaccato il sito internet del Kommersant chiudendolo per cinque ore, hanno bombardato Vasilev di spam e, forse in uno sfoggio di genio comico nashista, hanno costruito una link bomb. Cercando su Google o Jandex la parola zarancy (porci, bastardi) il primo risultato era il sito del Kommersant. Il cyber-attacco è costato al quotidiano circa 155.000 dollari.
Il presente, il futuro
Perché uno dovrebbe entrare in Nashi? Qual è il suo futuro nella Russia dopo Putin? La maggior parte dei suoi membri non sono delinquenti violenti, ma piuttosto carrieristi ambiziosi. Come Maksim Novikov, 18 anni, che studia all'Istituto Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca. In un'intervista alla Nezavisimaja Gazeta, Novikov appare come uno studente e un nashista modello, ha con sé una copia del libro di Vladislav Surkov, La cultura politica russa: una visione utopica, con sottolineature a penna. Anche se concorda con i principi fondamentali della cosiddetta “democrazia sovrana” delineata da Surkov non mostra adesione emotiva a questa idea. Spera di poter studiare all'estero, in futuro, ma alla domanda se resterà all'estero una volta lasciata la Russia risponde che intende servire il suo paese. “Dopo tutto sono un patriota”.
Nashi non però è stato la sua prima scelta. Novikov spiega che all'inizio aveva pensato di entrare nei giovani comunisti, ma che era stato deluso dalla loro ostilità nei confronti del libero mercato. Ha trovato Nashi “quasi per caso”. Ha trovato in rete l'indirizzo e-mail di Vasilij Jakemenko, che gli ha proposto subito un incontro con uno dei commissari di Nashi a Mosca. Dopo averci parlato, ha deciso di aderire. Adesso Novikov parla di Nashi usando il pronome “noi”.
Per giovani orientati alla carriera come Novikov entrare in Nashi è naturale. L'organizzazione ha già dimostrato la sua potente amicizia con L'Uomo. Ora però sta passando allo stadio successivo: le opportunità di avanzamento professionale. Proprio come il suo predecessore, il Komsomol, Nashi sta cominciando a sviluppare programmi per istruire le élite. Alcuni dei suoi nuovi “progetti” comprendono la creazione di una scuola di economia, un istituto politico e programmi per reclutare neo-laureati nelle imprese. Un esempio di quest'ultima iniziativa è il progetto chiamato “I nostri costruttori”, dove gli studenti e i giovani professionisti vengono assunti per prendere parte a progetti edilizi in vista delle Olimpiadi del 2014 a Sochi. Altri progetti Nashi si concentrano sulla promozione del Cristianesimo ortodosso, il patriottismo, l'addestramento paramilitare, il turismo e perfino una linea di abbigliamento concepita dal commissario Nashi Antonia Šapavolova.
Ma i giovani nashisti come Novikov non sono gli unici ad entrare nel movimento. Lui è tra “quelli che ci credono”, secondo Andrej Dmitrievskij, un Nazional-Bolscevico che si è infiltrato nel movimento nel 2006. Dmitrievskij ha scoperto che ci sono tre tipi di nashisti: “quelli che ci credono” sono i giovani che entrano in Nashi per ottenere un'istruzione e far carriera, ma ne condividono anche la politica. Poi ci sono i “carrieristi”: sono simili al primo gruppo ma non credono alle cavolate politiche. Per loro Nashi è semplicemente un mezzo per raggiungere uno scopo. E infine ci sono “quelli che fanno scena”. Sono d'accordo con la politica, ma per lo più considerano Nashi un movimento per rimorchiare, divertirsi e godersi gli extra.
Data la sua infrastruttura in espansione, è chiaro che Nashi non svanirà nel prossimo futuro come hanno ipotizzato i media negli ultimi due mesi. Sta gettando una rete abbastanza grande da includere tutti, dai fanatici putiniani ai carrieristi, dagli sfrenati sostenitori della democrazia sovrana ai “socialmente disadattati” o ai ragazzini che mirano solo a rimorchiare. (C'è bisogno anche di loro. Uno degli slogan di Nashi è “Ne voglio tre”, intendendo tre figli). Come tutti i movimenti giovanili, per restare sulla cresta dell'onda deve evolversi. Questo significa creare nuovi metodi, nuove guerre e nuovi nemici da combattere. Soprattutto nemici. Senza nemici interni, Nashi non ha più ragione di esistere.
In questo senso, articoli come quello del Kommersant sono in realtà una vera manna. Permettono a Nashi di trasformare a colpi di propaganda un articolo negativo in una guerra, chiamando i fedeli alla battaglia, lanciando una “campagna mediatica” con tutti i crismi per infliggere “colpi” al “sistema politico russo”, come scrive uno dei documenti pubblicati dalla Novaya Gazeta.
Dopo le elezioni, il nuovo nemico di Nashi ha una sfumatura ancora più inquietante. In un sinistro recupero del concetto stalinista di “nemici con la tessera del partito”, i nuovi nemici di Nashi vengono dagli “elementi intellettuali dell'élite politica” che hanno partecipato alla campagna elettorale ma vogliono invertire la rotta di Putin. Nashi sta ridefinendo la propria missione nel mondo dopo Putin. La battaglia adesso è per un nuovo tipo di purezza od ortodossia: restare fedeli al Piano di Putin, costruire una nuova élite e continuare a combattere con i nemici interni ed esterni della Russia. Lo scopo di tutto questo è mandare al Presidente eletto Medvedev un chiaro messaggio: “Senza Nashi niente è possibile”.

Sean Guillory gestisce Sean's Russia Blog

sabato 10 maggio 2008

8 Maggio 2008: Berlusconi giura a Roma, Putin giura a Mosca! Pronto il Governo Russo!

MOSCA - A poco piu' di 24 ore dal passaggio di consegne presidenziali al suo delfino Dmitri Medvedev, Vladimir Putin ha ottenuto oggi come candidato premier il voto di fiducia dalla Duma, il ramo basso del parlamento, tornando cosi' alla carica ricoperta per alcuni mesi nel 1999. A suo favore 392 voti, un dato record, garantito dall'appoggio non solo del partito da lui guidato (Russia Unita), ma anche da Russia Giusta e dai liberal democratici del leader ultranazionalista Vladimir Zhirinovski. I voti contrari sono stati 56, quelli dei comunisti. Nessun astenuto. Ora Putin ha una settimana di tempo per presentare a Medvedev la squadra di governo. La votazione e' avvenuta dopo un intervento in aula di un'ora di Putin, che ha toccato i principali temi sociali ed economici: riduzione dell'inflazione ad una cifra (ora e' al 14%), aumento dei salari minimi, riforma della legislazione finanziaria, fiscale e tributaria, per agevolare investimenti e sviluppo, maggiori liberta' e tutele nelle attivita' imprenditoriali, lotta al sommerso e ai raid economici illegali. Nel suo discorso, seguito da Medvedev e interrotto da numerosi applausi, Putin ha illustrato le linee guida del suo programma, che ricalca quello delle recenti campagne elettorali per le legislative e per le presidenziali. Il premier intende riportare l'inflazione sotto il 10%, abbassare le tasse il piu' possibile per l'educazione, la sanita' e le case, ma anche nel settore petrolifero, dove circa l'80% dei profitti finisce nelle casse dello Stato. Putin ha auspicato anche un maggior coinvolgimento dei privati nello sviluppo delle infrastrutture e ulteriori nuove dotazioni militari, attualmente ''insufficienti''. ''Il supporto all'esercito e alla marina restera' una della maggiori priorita' per noi'', ha assicurato. Putin ha proposto anche un miglioramento delle legislazione in materia finanziaria. Il premier, infine, ha promesso di combattere alcolismo e fumo, fenomeni ''disastrosi'' per la Russia. Dopo l'intervento, Putin ha risposto a sei domande, due per partito (il suo, Russia Unita, ha rinunciato a interrogare il proprio leader).


Fonte: www.ansa.it

Russia, 7 Maggio 2008: Medvedev giura da presidente e promette libertà!

MOSCA - Dmitry Medvedev ha giurato oggi sulla Costituzione diventando presidente della Russia, e appena due ore più tardi ha nominato il suo predecessore Vladimir Putin primo ministro, inaugurando un'inedita forma di governo "doppio".
Medvedev - ex avvocato 42enne e alleato di Putin di vecchia data - nei suoi primi commenti dopo la cerimonia al Cremlino nella Sala di Sant'Andrea ha posto l'accento sulla libertà e sul ruolo della legge.
"Ritengo che i miei obiettivi principali saranno proteggere le libertà civili ed economiche", ha detto il neopresidente durante la cerimonia trasmessa in diretta dalla televisione di stato.
"Dobbiamo combattere per un sincero rispetto della legge e superare il nichilismo legale, che intralcia seriamente lo sviluppo della modernità".
Poco dopo, come da protocollo, il governo guidato dal premier Viktor Zubkov si è dimesso, aprendo la strada per la nomina di Putin al suo posto.
Il nuovo presidente riceve in eredità un'economia in crescita spinta dai prezzi del petrolio, ma dovrà affrontare una serie di sfide tra cui corruzione, aumento dell'inflazione, diminuzione della popolazione, industria e agricoltura che crescono a rilento e relazioni sempre più tese con le ex repubbliche sovietiche confinanti e l'Occidente.
Prima del giuramento di Medvedev, Putin - che appariva malinconico - è entrato al Cremlino da solo, ha salutato la guardia presidenziale e ha ringraziato i russi per la fiducia che gli hanno accordato nei suoi due mandati quadriennali.

lunedì 3 dicembre 2007

Le elezioni in Russia: ecco i protagonisti!


MOSCA - Russia Unita, ma non solo Russia Unita. Le forze in campo sono numerose, in un nuovo sistema elettorale che farà entrare solo chi raggiunge la soglia del 7%. Di seguito i principali partiti dei 15 in corsa per i 450 seggi della Duma (Camera bassa del Parlamento russo) il prossimo 2 dicembre.
Russia Unita (RU) Presidente: Boris GRIZLOV Seggi vinti alle scorse elezioni: 222 Consensi secondo ultimo sondaggio Levada: 67%. Detti anche 'orsi' o 'edinoros', gli aderenti al partito hanno da ottobre una marcia in più Vladimir Putin, capolista in questo contesto elettorale e popolarissimo presidente russo con una percentuale di consensi all'84%. Nato nel 2001 come 'piattaforma' del Cremlino in parlamento, sempre fedelissimo alla volontà di Putin, lo stesso presidente lo ha definito "uno strumento" e, pur primo delle liste elettorali, mantiene in qualche modo le distanze. In questi anni il movimento si è sempre caratterizzato per iniziative sociali di forte impronta conservatrice. Ma i suoi detrattori criticano RU per non essere stata capace negli anni a costruire un solido programma e ora come ora, a presentare un piano concreto per fermare l'inflazione galoppante, grande problema degli ultimi mesi e minaccia per la popolarità dello stesso Putin.
Partito comunista della Federazone Russa (Kprf). Leader: Gennadiy ZIUGANOV Seggi vinti alle scorse elezioni: 53 Consensi secondo ultimo sondaggio Levada: 14%. Fondato nel febbraio 1993, il movimento rappresenta la principale forza di sinistra nel paese. E' il successore del PCUS. Ha buone possibilità di superare la soglia di sbarramento ed entrare in Parlamento a seguito delle prossime elezioni. Di fatto, dopo i picchi del 2000, la popolarita' di Putin e la nascita di un nuovo partito "del potere", Edinaja Rossija ("Russia Unita") hanno fatto arginato le sorti elettorali del l KPFR, che nel 2003 è crollato al 12,6% dei voti dall'oltre 24% del 1999.
Il Partito Liberal-Democratico (Ldpr). Leader: Vladimir ZHIRINOVSKIJ Seggi vinti alle scorse elezioni: 38 Consensi secondo ultimo sondaggio Levada: 6%. L'ultranazionalista Zhirinoskij è noto alle cronache per le sue affermazioni antisemite, ed è l'attuale vicepresidente della Duma. Fondato nel 1989, il movimento rivendica a se stesso l'ideologia liberale professata anche dall'Sps, dal Jabloko e dalla stessa Russia Unita. Le sue credenziali restano comunque fortemente legate ai concetti chiaramente nazionalisti. Sul suo volantino elettorale si legge: "Ldpr va alla Duma pr restituire la Russia ai russi, e Mosca ai moscoviti". Mettendo al primo posto del suo programma "legge e ordine".
Russia Giusta. Leader: Sergey MIRONOV Consensi secondo ultimo sondaggio Levada: 4%. Nuovissima coalizione formata dal Movimento nazionalista Rodina (Patria), dal Partito dei Pensionati nonche' dal Movimento Zhizn (Vita), e guidata dal presidente del senato russo Mironov. Nei primi mesi dell'anno, il nuovo movimento sembrava un antagonista di Russia Unita, sempre più forte, con un leader altrettanto filo-putiniano e un apparente destino da cotroparte, a sinistra, in un prossimo contesto bipolare. Ma l'ufficializzazione di Putin a capo delle liste di Ru ha fatto crollare la credibilita' della nuova formazione, provocando numerose defezioni.
Jabloko (La Mela) Leader: Grigoriy YAVLINSKIJ Seggi vinti alle scorse elezioni: 4 Consensi secondo ultimo sondaggio Levada: 2%. Partito liberalsocialista russo, nato come organizzazione pubblica nel 1993, mentre dal 2001 ha acquisito lo status di partito politico. E' fortemente filo-occidentale. Ha cercato di promuovere l'integrazione delle formazioni politiche d'ispirazione liberale e neoliberale, finora senza successo.
Unione delle Forze di destra (Sps). Popolarità secondo ultimo sondaggio Levada: 1%. Fondato nel 1999 da Anatoly Chubais - che negli anni '90 ha gestito la privatizzazione delle aziende statali - è il partito più dichiaratamente anti Putin tra quelli in corsa nel contesto elettorale. Chubais ormai ne è uscito, ma tra le fila sono ancora molti i nomi noti: Nikita Belikh, Maria Gaidar e Boris Nemtsov, candidato alle prossime presidenziali. Oltre a Irina Khakamada, fiera oppositrice tra l'altro delle politiche antiabortiste di Russia Unita.
Altre fazioni minori presenti nella competizione: il Partito Agrario di Russia (Popolarita' secondo ultimo sondaggio Levada: 3%), Partito democratico, Verdi, Unione Popolare, Partito della rinascita di Russia, Partito della pace e dell'Unita'. (AG)

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!