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mercoledì 24 aprile 2019

김정은이 블라디미르 푸틴 대통령을 만나기 위해 러시아에 도착했다. - KIM JONG UN IN RUSSIA: INCONTRO CON VLADIMIR PUTIN PREVISTO PER GIOVEDI' 25 APRILE 2019 - (러시아) - 김정은이 국제 선교를 위해 북한에서 러시아로 기차를 타고 여행했다. 그의 특별 호송에 탑승 한 북한 지도자는 러시아 국경 인 카산 (Khasan)에 들러 환영 의식을 축하했다. 블라디보스토크에서 4 월 25 일 푸틴 대통령과 만날 ​​예정이다. 김 위원장의 마지막 국제 행사는 2 월말 하노이에서 트럼프 정상 회담이었는데 핵 협상이 결렬 되었기 때문에 실패했다. - (Россия) - Ким Чен Ын путешествовал поездом из Северной Кореи в Россию для международной миссии. На своем специальном конвое северокорейский лидер остановился у российской границы Хасан, чтобы отпраздновать его прием. Он встретится с Путиным 25 апреля во Владивостоке. Последним международным событием Ким был саммит Трампа в Ханое в конце февраля, потерпевший неудачу из-за срыва ядерных перегов$оров. - (Russia) - Kim Jong-un traveled by train from North Korea to Russia for an international mission. On his special convoy, the North Korean leader stopped at the Russian border, Hassan, to celebrate his reception. He will meet with Putin on April 25 in Vladivostok. Kim's last international event was the Trump summit in Hanoi at the end of February, which failed due to the breakdown of nuclear talks...

Kim Jong Un arriva in Russia per incontrare Vladimir Putin

VLADIVOSTOK - (RUSSIA) - Il leader nordcoreano Kim JongUn è arrivato a Vladivostok, dove si terrà un bilaterale con Vladimir Putin.
Kim è stato accolto da funzionari locali del Governo russo, che gli hanno offerto fiori e pane tradizionale locale. "Sono venuto in Russia con i sentimenti della mia gente - dice il leader - e spero che questa visita abbia successo e sia utile: durante i colloqui con il Presidente Putin, discuteremo in particolare i temi della risoluzione sulla penisola coreana e lo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali" Il bilaterale confermato mette fine a settimane di speculazioni su luogo e data dell'incontro: i preparativi sono stati tenuti in segreto, per via di preoccupazioni della Sicurezza nordcoreana.


 



 KIM YONG UN IN RUSSIA DA PUTIN 

 
김정은이 블라디미르 푸틴 대통령을 만나기 위해 러시아에 도착했다. 


블라디보스토크 - (러시아) - 북한 지도자 김정은 (Kim JongUn)이 블라디보스토크에 도착하여 블라디미르 푸틴 대통령과 양자 회담을 가졌다.

김정일 위원장은 러시아 정부의 현지 관리들에게 인사를하고, 그는 꽃과 현지 전통 빵을 제공했다.

푸틴 대통령과의 회담에서 우리는 특히 한반도 문제 해결과 우리의 발전 문제를 논의 할 것 "이라고 말했다. 양국 관계 "

확인 된 양자는 회의 개최지와 장소에 대한 몇 주간의 추측을 종식시킨다. 준비는 북한의 안보 문제로 비밀리에 이루어졌다.

몇몇 분석가들에 따르면,이 회의는 푸틴 대통령이이 지역에서 자신의 영향력을 높이고 워싱턴보다 더 큰 협상력을 얻을 수있는 기회를 제공 할 것이라고 말했다.

김 대표는 이미 외무부 차관을 만났으며 오후에 블카 디보스톡에 도착할 것으로 예상된다.
 
Da https://video.corriere.it - (RUSSIA) - Kim Jong-un in viaggio in treno dalla Corea del Nord alla Russia per una missione internazionale. Il leader nordcoreano, a bordo del suo convoglio speciale, si è fermato nella città russa di confine di Khasan, accolto da una cerimonia di benvenuto. Poi si dirigerà a Vladivostok dove il 25 aprile incontrerà Putin. L'ultimo evento internazionale per Kim è stato il vertice ad Hanoi con Trump a fine febbraio, fallito per i mancati accordi sul nucleare.
 
(러시아) - 김정은이 국제 선교를 위해 북한에서 러시아로 기차를 타고 여행했다. 그의 특별 호송에 탑승 한 북한 지도자는 러시아 국경 인 카산 (Khasan)에 들러 환영 의식을 축하했다. 블라디보스토크에서 4 월 25 일 푸틴 대통령과 만날 예정이다. 김 위원장의 마지막 국제 행사는 2 월말 하노이에서 트럼프 정상 회담이었는데 핵 협상이 결렬 되었기 때문에 실패했다.
 

김정은이 블라디미르 푸틴 대통령을 만나기 위해 러시아에 도착했다.


giovedì 19 luglio 2018

Monday 16 July 2018 America and Russia write history, peace returns: Donald Trump meets Vladimir Putin, another great historical meeting! Trump is the best American President of the last 30 years!

 
  LUNEDI' 16 LUGLIO 2018 - IL SUMMIT
 
HELSINKI - (Lunedì 16 Luglio 2018) - Il clima torrido di Helsinki, 30 gradi, come non si vedeva da quasi 20 anni, è servito al disgelo fra Vladimir Putin e Donald Trump. Un lungo faccia a faccia fra i due leader, una rassegna di tutti i principali dossier e la presa d'atto della necessità di migliorare le attuali relazioni fra Usa e Russia, fortemente condizionate dal Russiagate. Il vertice finlandese è servito più a rinsaldare il rapporto personale fra Trump e Putin, più che a comporre distanze ancora forti sui dossier internazionali più scottanti.
Proprio il Russiagate era un tema centrale del summit dei due capi di Stato ed è stato il cuore della conferenza stampa. Momento clou quando un giornalista dell'Associated Press ha chiesto a Donald Trump a chi desse maggior credito, se alle agenzie di intelligence Usa che incolpano i russi di ingerenza o alla parola di Vladimir Putin. "Credo a Putin" ha detto Trump. E Vladimir Putin ha nuovamente negato ingerenze in affari interni americani, si è detto anche "pronto a collaborare" con le indagini negli Usa anche acconsentendo agli interrogatori degli 007, purché questo avvenga "in un clima di reciprocità".
Ha anche teso una mano molto benevola a Trump, annunciando che Mosca intende chiedere la cooperazione americana per un'inchiesta sull'imprenditore americano Bill Browder, accusandolo di avere realizzato guadagni in Russia per 1,5 miliardi di dollari senza pagare tasse. Browder ha finanziato la campagna elettorale di Hillary Clinton con 400 milioni di dollari. "Forse è stato un contributo legale - ha aggiunto Putin - ma il guadagno è stato realizzato illegalmente".
Dal canto suo per Trump è stato gioco facile bollare l'inchiesta Russiagate come una "farsa senza prove" e ribadire di aver vinto le presidenziali Usa "onestamente". L'inchiesta "è stata un disastro, ci ha tenuto separati, è una farsa. Ancora dobbiamo trovare le prove. La mia è stata una campagna elettorale onesta. Ho battuto correttamente Hillary. Il Russiagate ha messo in difficoltà le relazioni delle due più importanti potenze nucleari".
CLIMA CORDIALE, DISTANZE SUI DOSSIER. Atmosfera molto cordiale fra i due capi di Stato, anche se emergono punti di distanza su molti fronti caldi, come Iran, Siria, Ucraina, energia. "Avremmo dovuto avere questo dialogo molto tempo fa, prima che entrassi alla Casa Bianca, siamo stati stupidi entrambi, Usa e Russia, entrambi abbiamo fatto errori" ha ammesso Trump, mentre Putin ha espresso l'auspicio che il clima da guerra fredda "sia lasciato alle spalle". L'incontro è stato suggellato dal regalo di Putin a Trump del pallone dei Mondiali di calcio: "Questo è per mio figlio Barron" ha ringraziato The Donald.
"È stato un round di colloqui davvero proficuo" ha affermato Vladimir Putin nel corso della conferenza stampa, spiegando che "il momento complicato delle tensioni fra i nostri Paesi non ha una base solida: la guerra fredda è una cosa del passato. Il mondo è cambiato e oggi Usa e Russia si trovano ad affrontare una serie di cambiamenti e nuove sfide. Dobbiamo lasciarci dietro le spalle questo clima da guerra fredda, non c'è bisogno dello scontro, la situazione è cambiata, bisogna affrontare le sfide comuni, il terrorismo sempre in crescita e il crimine internazionale, per non parlare dei problemi economici e ambientali. Possiamo affrontare queste sfide solo unendo le forze e lavorando insieme".
"Un dialogo produttivo" conferma il presidente Usa nelle dichiarazioni alla stampa. "Abbiamo parlato di questioni importanti, è stato aperto un dialogo produttivo e importante, tutto è andato molto bene. I disaccordi sono ben noti, risolveremo molti dei problemi, dovremo trovare dei modi per cooperare per difendere gli interessi dei nostri paesi" ha detto il presidente Usa, ribadendo un concetto già espresso in mattinata in un tweet. "Le nostre relazioni non sono mai state peggiori di adesso, ma questo è cambiato da quattro ore a questa parte, da quando ci siamo incontrati e c'è stato un dialogo così proficuo". Trump si è detto convinto che "il dialogo costruttivo tra la Russia e gli Usa può offrire la possibilità di aprire nuove strade per la pace".
Sul fronte energetico, altro tema centrale dell'incontro, Trump ha detto che con la Russia "siamo concorrenti nella fornitura di energia quando parliamo di oleodotti", in questo momento "gli Usa sono i fornitori più importanti nel campo energetico e credo che saremo concorrenti onesti e leali. Abbiamo parlato di tutto ciò nel nostro colloquio, anche con toni molto accesi, vedremo come andrà a finire, al momento ci sono molte fonti per l'approvvigionamento". Dal canto suo Putin ha spiegato che "la Russia può collaborare con una potenza energetica come gli Usa per regolarizzare il mercato dell'energia, nessuno ha interesse che ci sia un dumping dell'energia. Men che meno i consumatori. Quindi c'è sicuramente spazio per la cooperazione", ha aggiunto. La Russia "è pronta a mantenere il transito del suo gas attraverso l'Ucraina" anche dopo la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, ha spiegato il presidente russo, assicurandoo l'America che è pronta a "estendere i contratti di transito" del gas in Ucraina, in scadenza nel 2019.
PRIMA DEL VERTICE. La specialità di Donald Trump è "scaldare" gli incontri con dichiarazioni di fuoco e il presidente Usa non si è smentito neanche stavolta. "Il nostro rapporto con la Russia non é MAI stato peggio di così grazie a molti anni di follia e stupidità USA e adesso, la CACCIA ALLE STREGHE MANIPOLATA" aveva scritto questa mattina The Donald. "Siamo d'accordo" è la reazione dell'account Twitter del ministero degli Esteri russo al tweet di Donald Trump. Il riferimento del presidente Usa è a Barack Obama e al Russiagate. L'ex presidente "non ha fatto nulla" rispetto alla sospetta ingerenza della Russia nelle elezioni Usa: "Ha detto che non poteva succedere, che non era un gran problema" ha scritto Donald Trump in un tweet.
Al summit di Helsinki Donald Trump non andava con aspettative alte: "Non verrà niente di negativo, e forse verrà fuori qualcosa di buono" aveva detto in un'intervista alla Cbs quando era ancora in Scozia, definendo "nemici" l'Ue per il commercio, la Cina e la Russia "per certi aspetti". Ma "questo non significa che siano cattivi. Non significa nulla. Significa che sono competitivi", ha poi aggiunto. Quanto poi al suo incontro con la Regina Elisabetta II - "una persona incredibile" - Trump rivela il pensiero della sovrana sulla Brexit, considerata una questione "complicata".
Trump ha spiegato inoltre che, grazie al suo intervento a Bruxelles, la Nato si presenta a questo appuntamento "più forte che mai". In un tweet ha scritto di aver "ricevuto molte telefonate dai leader dei Paesi Nato che mi hanno ringraziato per averli aiutati a farli incontrare e per averli fatti concentrare sui loro obblighi finanziari, sia presenti sia futuri. Abbiamo avuto un Summit veramente grande che é stato coperto in modo impreciso da gran parte dei media. La Nato é adesso forte e ricca!
 
 
 

venerdì 1 marzo 2013

In un'intervista esclusiva all'AP, il primo ministro iracheno avverte: se in Siria vincono i ribelli, Al Qaeda destabilizzerà l'intero Medio Oriente.

Siria: Putin, parliamone davanti a vodka, Hollande, meglio il porto.

MOSCA - (RUSSIA) - 28 Febbraio 2013 - ''Mi sembra che la questione siriana non possa essere risolta immediatamente senza una bottiglia, non dico di buon vino, ma di vodka, dobbiamo sederci e pensare!'' Lo ha detto il Presidente Russo Vladimir Putin nella conferenza stampa congiunta al Cremlino con il Presidente Francese Hollande, il quale pero' ha risposto che ''e' meglio farlo con una bottiglia di porto!'' Quella usata da Putin e' un'espressione idiomatica popolare, secondo cui ''senza mezzo litro di vodka non si capisce nulla!''

IL PRESIDENTE DELLA SIRIA ASSAD

BAGHDAD - (IRAQ) - Il primo ministro iracheno lancia un duro avvertimento: se in Siria vinceranno i ribelli, la violenza settaria contagerà l'intera regione e Al Qaeda controllerà vaste porzioni dei territori, destabilizzando il già precario equilibrio mediorientale. È il contenuto di un'intervista esclusiva che l'AP ha avuto con il premier Nouri al-Maliki: a preoccupare Baghdad, da tempo alle prese con settarismi interni che non permettono una ricostruzione serena sia delle infrastrutture che delle istituzioni irachene, è che la guerra civile in corso in Siria possa tradursi nell'esplosione di un confronto simile in Iraq, tra comunità sunnita e sciita. L'Iraq è vicino alleato del presidente siriano Bashar al-Assad, a cui ha cercato di garantire sostegno soprattutto all'interno di una Lega Araba egemonizzata dai Paesi del Golfo, non votando mai risoluzioni su sanzioni economiche e finanziarie contro la Siria. Allo stesso tempo, Maliki ha sempre tentato un approccio neutrale, affermando in più occasioni che la decisione finale è in mano al popolo siriano. "Se il mondo non è d'accordo a sostenere una soluzione pacifica attraverso il dialogo - ha detto Maliki all'AP - non vedo la luce in fondo al tunnel. Né le opposizioni né il regime possono neutralizzare l'altro. Se le opposizioni saranno vittoriose, scoppierà una guerra civile in Libano, in Giordania e in Iraq". Un confronto che sta già interessando Baghdad, dove proseguono proteste di piazza nelle aree a predominanza sunnita, che il governo cerca di tenere a freno con concessioni, quali la liberazione di duemila prigionieri politici. "Quando sta accadendo in Iraq è connesso a quello che accade nella regione ed è i risultato delle cosiddette Primavere Arabe e di alcune politiche settarie in Medio Oriente", ha concluso Maliki. 

 Fonte: Nena News e Ansa

 

sabato 17 settembre 2011

19-20-21 Agosto 1991 - 2011: Russia, 20 anni fa il fallito golpe che portò al crollo dell'Unione Sovietica!

Mosca, 19 Agosto 1991 (Adnkronos) - La mattina di un Lunedi' di 20 anni fa, il mondo si sveglio' con un golpe in Urss. Una "dichiarazione della leadership sovietica" era stata diramata fin dalle 07.00 del mattino dalla radio e televisione sovietica. Tank, reparti di fanteria motorizzaata e reparti paramilitari si erano posizionati in punti strategici di Mosca. Il presidente sovietico Mikhail Gorbaciov e sua moglie Raissa erano stati arrestati nella dacia dove stavano trascorrendo le vacanze a Foros in Crimea. 
Il golpe era stato organizzato da un gruppo di falchi del Pcus decisi a fermare il corso della perestroika e la glasnost di Gorbaciov, che a loro avviso avrebbe portato alla dissoluuzione dell'Urss sulla spinta dei movimenti indipendentisti che stavano formandosi nelle repubbliche dell'Unione. Ma paradossalmente furono proprio gli eventi innescati dal golpe a segnare la fine dell'Unione Sovietica. Anima del colpo di Stato era il capo dei servizi segreti del Kgb, Vladimir Kryuchkov, ma del complotto facevano parte anche il vice presidente dell'Urss Gennady Yanayev, il primo ministro Valentin Pavlov, il ministro della Difesa Dmitri Yazov, il ministro degli Affari Interni Boris Pugo e il capo del Consiglio di Difesa Oleg Balaklanov.
I golpisti non avevano pero' previsto la pronta reazione del presidente della Russia, Boris Eltsin. Arrivato alle 09.00 del mattino di quel 19 Agosto davanti al parlamento russo, la Casa Bianca, Eltsin dichiaro' che era in atto un colpo di stato reazionario e ordino' alle forze armate di non parteciparvi. Gli abitanti di Mosca risposero all'appello e una folla di di persone comincio' a radunarsi attorno alla Casa Bianca erigendo barricate. Il pomeriggio del 20 Agosto, Kryuchkov, Yazov e Pugo ordinarono l'attacco al parlamento russo. Ma un primo gruppo di fanteria motorizzata fu bloccato dalle barricate erette in un tunnel e i reparti speciali non obbedirono agli ordini. A questo punto Yazov ordino' il ritiro delle truppe da Mosca.
Una delegazione dei golpisti si reco' a Foros per trattare con Gorbaciov, ma questi rifiuto' ogni accordo. Quando tornarono tutti a Mosca in aereo, compresi Gorbaciov e la moglie, alle prime ore del 22 Agosto, i golpisti vennero arrestati. Gli eventi avevano pero' cambiato i rapporti di forza fra Gorbaciov ed Eltsin, la cui foto in piedi su un carro armato aveva fatto il giro del mondo. Il golpe di fatto accelero' il processo di disgregazione dell'Urss, che fu ufficialmente sciolta il 26 Dicembre di quello stesso anno.
 
Fonte: http://www.adnkronos.com/


 
 

 

mercoledì 14 ottobre 2009

ELEZIONI IN RUSSIA: CON IL 66% VINCE IL PARTITO DI PUTIN...ACCESE POLEMICHE SULLA REGOLARITA' DEL VOTO!

13 Ottobre 2009 - Nonostante le persistenti accuse di nepotismo, il sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, ha vinto a mani basse le elezioni locali di ieri a Mosca. E con lui il partito Russia Unita del primo ministro Vladimir Putin, sbaragliando l'opposizione sia a livello comunale, sia a livello distrettuale e regionale. Nella capitale, la lista di Russia Unita, guidata da Luzhkov si è guadagnata il 66% dei voti, quasi 20 punti in più rispetto al voto precedente: nel 2005 aveva portato a casa il 47,25%.
Luzhkov ha 73 anni ed è sindaco dal 1992; è stato accusato di corruzione dai suoi avversari durante la campagna elettorale, in particolare facendo la fortuna della moglie, Elena Baturina. Nonostante la vittoria, i media però continuano a speculare sul suo licenziamento entro la fine del suo mandato nel 2011: il sindaco di Mosca è infatti un governatore, nominato dal presidente. "Luzhkov sa che il Cremlino vuole cambiarlo già da molto tempo", ha scritto Newsweek nella sua edizione in lingua russa. Però la risposta di Luzhkov è stata di quelle che non lasciano spazio a dubbi: "Stop a tutte le speculazioni, non me ne vado!".
Oltre a Russia Unita, solo il Partito Comunista, con il 13,27%, ha attraversato la barriera del 7%, necessario per essere rappresentativo, mentre tutti gli altri movimenti politici denunciano brogli. Anche il partito Russia Giusta, inizialmente molto vicino a Vladimir Putin e ora leale al presidente Dmitri Medvedev, ha parlato di risultati torbidi. "Abbiamo dubbi molto grandi", ha risposto Sergei Mironov, presidente del partito e del Senato russo.
A parte Mosca, in altre 75 regioni, Russia Unita avrebbe vinto quasi l'80% dei seggi, mentre l'opposizione liberale Yabloko e Pravo Delo non riescono ad affermarsi. Quanto alle irregolarità, "le violazioni" non possono far parlare di "un processo elettorale equo, libero e competitivo", ha dichiarato in una relazione, l'associazione Golos, che sovrintende lo svolgimento delle elezioni in Russia. Mentre il presidente della elettorale Vladimir Churov, ha descritto come "isteriche" le accuse di frode. Gli incidenti più gravi sono stati segnalati a Derbent, in Daghestan, e proprio nel Caucaso russo, sempre più instabile, un terzo dei seggi elettorali non si sono mai aperti, mentre la polizia ha esercitato pressioni sugli elettori al fine di garantire la vittoria del sindaco in carica.


martedì 10 febbraio 2009

Russia-Germania: nuovi accordi per nucleare e gas...

putin13.jpgTratto da Rinascita Di Andrea Perrone La multinazionale tedesca Siemens è pronta a fare affari con le società russe nei settori del nucleare e del gas.
In tutto questo avrà il consenso del primo ministro russo, Vladimir Putin (nella foto). L’ex presidente del Cremlino ha dichiarato che la Federazione è disposta “a passare dai progetti isolati alla realizzazione di un ampio partenariato tra Siemens e la nostra società Rosatom. Le due società potranno lavorare coingiuntamente in Russia e in Germania e in Paesi terzi”. A detta del primo ministro russo: “La società tedesca contribuisce fortemente allo sviluppo degli scambi commerciali tra i due Paesi che sono aumentati del 40% nel 2008 per raggiungendo circa 60 miliardi di dollari. Il fatto che voi organizziate delle riunioni di Consiglio di amministrazione a Mosca è significativo”.
La Siemens ha deciso inoltre di realizzare con la compagnia statale russa, Gazprom, dei progetti congiunti per la produzione di gas naturale liquefatto (Gnl). Nei giorni scorsi è stato diffuso anche un comunicato del monopolista russo in cui si fa riferimento ad un incontro di lavoro a Mosca tra il presidente di Gazprom, Alexei Miller, e quello della Siemens, Peter Löscher, avvenuto martedì scorso, dove “hanno passato in rassegna i risultati della cooperazione delle due società nel 2008, la realizzazione dell’accordo di partenariato strategico e gli obiettivi per il futuro”.
Le due società è scritto ancora nel documento intendono “accrescere la loro cooperazione e realizzare nuovi progetti congiunti, soprattutto in materia di tecnologie di produzione di Gnl e di creazione di infrastrutture di manutenzione per opere energetiche”.
La collaborazione tra i due giganti è iniziata nel 1993, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica e nel mezzo degli anni del collasso economico che ne seguirono, con la realizzazione di un progetto di telecomunicazioni e di automatizzazione dei processi tecnologici in diversi giacimenti di gas russi.
A dare manforte alla cooperazione economica con la Russia si sono aggiunti i toni concilianti del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha chiesto una maggiore collaborazione con Mosca, invitando l’Unione europea a fare lo stesso nei settori dell’energia e nel quadro di un accordo di partenariato e di cooperazione.
La Merkel ha sottolineato l’importanza per l’Ue di sostenere i progetti dei gasdotti di Gazprom (Southstream e Northstream) e la partecipazione della stessa compagnia russa al progetto europeo Nabucco, che collegherà i Paesi produttori del Mar Caspio verso l’Austria, attraverso la Turchia.Intanto a Berlino il ministro per l’Energia della Federazione, Sergei Shmatko, ha dichiarato che Russia e Germania realizzeranno entro il prossimo aprile un’agenzia congiunta per l’efficienza energetica. L’ente sarà costituito da strutture bancarie e compagnie dei settori suddetti. “Abbiamo stabilito la data - ha osservato Shmatko - la compagnia dovrà essere fondata non più tardi di Aprile”.

Fonte: www.ladestra.info

giovedì 14 agosto 2008

Ecco perchè oggi i Russi stanno sbagliando strategia per la prima volta nel Caucaso!

Le regioni del Caucaso
Come potrete notare dalla cartina geografica l'area interessata dagli scontri odierni trà Russi e Georgiani è confinante con un'altra zona di conflitto: la Cecenia! Ma se nel caso della Cecenia i Russi hanno in gran parte tutti i diritti per impedirne la secessione, in questo caso in Georgia fomentare la secessione dell'Ossezia e dell'Abkhazia è una pura follia....un auto-goal che rischia di ritorcersi contro Mosca!!! Perchè se è vero che i Russi in Georgia vogliono garantire il diritto all'autodeterminazione dei popoli e se è vero che vogliono garantire i diritti civili degli Osseti e degli Abkhazi allora per quale motivo sino ad oggi non lo hanno garantito alla stessa Cecenia che stà lì al confine con le aree interessate dal nuovo conflitto Caucasico??? Dal Cremlino hanno innescato una bomba ad orologieria con un timer impazzito che rischia di causare una potente esplosione ideologica all'interno della Federazione Russa stessa!!! Incentivando la secessione e lo smembramento della Georgia di fatto ha legittimato le Regioni autonome come ad esempio il Daghestan che ancora fanno parte della Federazione Russa a dichiararsi indipendenti quando lo riterranno più opportuno ed a distaccarsi così dalla legislazione di Mosca!!! Sia nel caso della Cecenia sia nel caso della Georgia il vero motivo che ha fatto smuovere l'esercito Russo è sicuramente la guerra del petrolio, del gas e delle varie materie prime che si trovano in quelle regioni...ma schierarsi apertamente con i separatisti ed i secessionisti è stato sicuramente un errore che avrà nel futuro conseguenze drammatiche per la Federazione Russa se non ripareranno questa falla che vede per la prima volta in errore l'indomabile Vladimir Putin!!!


A.M.

Mosca non molla Gori e Poti: "Sosterremo Ossezia e Abkhazia"!

Smentito da Tblisi l'abbandono delle città ai confini con l'Ossezia del Sud, che sarebbe dovuto avvenire in mattinata. Tensione altissima fra Mosca e Washington: Condoleezza Rice in missione a Parigi!
Tbilisi (Georgia), 14 agosto 2008 - Il ministero degli Esteri georgiano ha dichiarato che nuove unità militari russe sono entrate nelle città di Gori e di Poti, su territorio georgiano. L'annuncio smentisce le precedenti dichiarazioni del ministero degli Interni di Tbilisi, secondo cui le truppe russe si erano ritirate dal centro portuale di Poti e dalla città a ridosso dell'Ossezia del Sud, diventato fulcro del braccio di ferro russo-georgiano dopo la dichiarazione del cessate-il-fuoco. Il ritiro era previsto entro la mattinata.
Carri armati russi sarebbero entrati a Poti, città portuale sul Mar Nero a poche decine di chilometri dalla frontiera con la Repubblica autonoma ribelle dell'Abkhazia, in lotta per la secessione con il beneplacito di Mosca, al pari dell'Ossezia del Sud. A riferirlo non è stato il governo della Repubblica caucasica ma un testimone oculare: un agente marittimo. "Pochi minuti fa i russi sono entrati a Poti a bordo di carri armati", ha dichiarato per telefono.
Da Mosca, intanto, un funzionario della Difesa fa sapere che il ritiro russo da Gori avverrà tra due giorni, e nel frattempo la città sarà sotto il "controllo congiunto" di russi e georgiani. "Per altri due giorni le nostre unità rimarranno nella zona, così da passare le consegne alle forze georgiane - ha spiegato il generale Vyacheslav Borisov - Dopodichè, se ne andranno. La polizia locale è tornata in città, e comincerà a svolgere le sue mansioni per mantenere la sicurezza. I civili potranno farlo anch'essi, non appena ne sarà stato garantito il controllo".
RICE IN EUROPA
Prima tappa l'Eliseo, poi Tbilisi: il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice incontrerà oggi il presidente francese e presidente di turno dell'Ue Nicolas Sarkozy per discutere la crisi georgiana e il piano in sei punti proposto dallo stesso Sarkozy, accettato dalle parti ma la cui applicazione rimane ancora in dubbio.
Al colloquio parteciperà anche il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner; subito dopo Rice partirà alla volta di Tbilisi dove incontrerà il presidente Mikhail Saakashvili, al quale trasmetterà la "solidarietà" di Washington.
Si tratta di un segnale della volontà statunitense di riprendere in mano l'iniziativa diplomatica dopo i riflettori lasciati all'Ue e in particolare alla Francia, che da parte sua presenterà una nuova bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, bozza che comprenderà al suo interno il piano di pace proposto da Sarkozy. L'Unione europea è stata accusata dalla Georgia di averla 'abbandonata' e di essersi mostrata troppo tiepida nelle critiche alla Russia.
Prima di partire per Parigi Rice ha avvertito la Russia del rischio di isolamento internazionale in caso di mancato rispetto del cessate il fuoco: "Non siamo più nel 1968, quando la Russia poteva minacciare i Paesi vicini, occuparne una capitale, rovesciarne un governo e poi ritirarsi tranquillamente: le cose sono cambiate".
L'APPOGGIO RUSSO AI RIBELLI
La Russia "sosterrà" e "garantirà" qualsiasi decisione delle repubbliche secessioniste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud sul loro status. Lo ha dichiarato il presidente Dmitri Medvedev nel corso di un incontro con i leader separatisti delle due regioni georgiane, al centro dello scontro Mosca-Tbilisi.
"Sosterremo tutte le decisioni che prenderanno i popoli dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia, in conformità con la carta dell'Onu, la convenzione internazionale del 1966 e la dichiarazione di Helsinki sulla sicurezza in Europa. Garantiremo (tali valori, ndr) sia nel Caucaso che nel resto del mondo", ha detto Dmitri Medvedev in conferenza stampa, al fianco di Serguei Bagapsh e Edouard Kokoity. "Avete difeso la vostra terra, vincendo anche con l'aiuto del contingente di pace russo", ha concluso il capo del Cremlino rivolgendosi ai due leader delle repubbliche secessioniste.

domenica 22 giugno 2008

Nashi: è davvero la fine?

Di Sean Guillory - Quest'anno la stampa russa ha speculato a lungo sullo scioglimento dell'organizzazione giovanile del Cremlino "Nashi," che è stata la pupilla del governo russo e la rovina dell'opposizione interna e dei media occidentali.
Ma la situazione non è semplice come limitarsi a sciogliere Nashi.
Con un nuovo presidente che si accinge ad assumere il potere, alcuni ipotizzano che il compito di Nashi sia ormai compiuto e che non ci sia più bisogno del movimento. Per una serie di ragioni forse questo è solo un pio desiderio. Per capire dove Nashi stia andando nell'era post-Putin, bisogna capire da dove viene e qual è stato il suo ruolo.
"Vuoi realizzare il tuo piano? Vuoi cambiare il mondo che ti circonda? Vuoi influenzare il futuro del tuo paese? Vuoi che il mondo si ricordi di te? Stai cercando il tuo posto nel mondo? Se hai risposto 'sì' a una qualsiasi di queste domande, non disperare, c'è una risposta".
In America un simile approccio farebbe venire in mente Tony Robbins, il guru dei seminari motivazionali, ma in Russia è un'organizzazione ben più sinistra a offrire risposte alle tue domande: il Movimento Giovanile Democratico Antifascista "Nashi", che ti aspetta a braccia aperte.
Tutto quello che devi fare, come prima cosa, è cliccare sul loro sito e compilare il modulo di adesione. Pochi giorni dopo, Nashi promette di invitarti a una riunione “per conoscerci”. Se accetti, Nashi promette di darti "una possibilità per cambiare la tua vita, influenzare la politica mondiale ed entrare a far parte dell'élite intellettuale".
Dato il clima esigente ed estremamente competitivo della Russia di Putin è facile capire come la proposta di Nashi possa sembrare allettante. Sito web vistoso, raduni spettacolari e manifestazioni a passo di marcia producono immagini di potere e successo, proiettando un'immagine di unità e di dedizione a una causa. Nashi si considera in prima linea nella difesa della tempra morale, politica e culturale della Russia. Nel resto del mondo una simile organizzazione evocherebbe soprattutto i peggiori aspetti del totalitarismo, con giovani chiamati a eseguire ciecamente i capricci di un regime repressivo.
Ma Nashi è molto di più. È emblematico di un nuovo tipo di movimento giovanile che non è né un'organizzazione spontanea né qualcosa di legato ufficialmente a un partito. Nashi è una creazione dello stato russo, in particolare dell'ufficio del Presidente, per fare da forza controrivoluzionaria ostinatamente decisa a proteggere l'“idea nazionale” di Putin. Attraverso l'attivismo, l'ideologia e l'addestramento politico e professionale, i suoi membri imparano che il Piano di Putin è indivisibile dal Piano di Nashi. In parole povere, Nashi è il tentativo di mettere in pratica la massima di Martin Luther King: "Chi ha la gioventù ha il futuro!"
Le origini
Nashi fu costituito a partire da un precedente gruppo giovanile filo-putiniano, "Camminare insieme", dal Karl Rove di Putin al Cremlino, Vladislav Surkov. Pochi mesi prima l'ultima di una serie di “rivoluzioni colorate” aveva portato l'Ucraina a un punto morto. La gioventù ucraina, come quella del Kirgizistan e della Georgia, era in prima linea contro il regime. Alla Russia questo non doveva succedere. Così Surkov e Vasilij Jakemenko passarono all'attacco preventivo. Formarono dall'alto un movimento che si opponeva alle rivoluzioni colorate.
Una volta costituito, Nashi si dichiarò subito in lotta contro il “fascismo”. Ma i “fascisti” dei suoi membri non erano quelli contro i quali avevano combattuto i loro nonni. I loro fascisti erano i fautori delle rivoluzioni colorate: oligarchi in esilio, liberali, oppositori politici, stati stranieri, ONG occidentali e chiunque altro intendesse sfidare l'egemonia di Putin. Come recita il manifesto di Nashi, "La lotta contro il fascismo oggi è parte integrante della lotta per l'integrità e la sovranità della Russia". La formula di Nashi per identificare i propri nemici è bellissima nella sua semplicità, che è geneticamente impressa nel suo stesso nome. Ci sono “i nostri”, o nashi, e ci sono "i loro" o ne nashi, non nostri.
Nashi ha sperimentato una modesta crescita negli ultimi tre anni. Ha tra i 60.000 e i 100.000 membri. Ha almeno da 3000 a 5000 attivisti a tempo pieno e parziale. I suoi quadri si concentrano nelle due capitali e nei centri provinciali di Tula, Ivanovo, Vladimir, Voronež e Jaroslavl. Il bilancio complessivo di Nashi non è noto, ma a giudicare dalle spese dev'essere consistente. Lo scorso luglio Kommersant riferì che il campo estivo Seliger 2007 era costato più di 20 milioni di dollari. Perfino le sue campagne più piccole sono molto costose. L'azione "Nonno Gelo" sarebbe costata circa 1,5 milioni di dollari. I dirigenti di Nashi definiscono queste cifre esagerate: probabilmente lo sono, ma non credo di molto.
La provenienza del grosso del denaro di Nashi è anch'essa avvolta nel mistero. Si suppone la maggior parte dei soldi arrivi dall'ufficio di Surkov, probabilmente dopo essere stata risciacquata attraverso varie agenzie dello stato. Tra i finanziatori ci sono corporazioni come Gazprom e fondazioni come il Club Civico. Quest'ultimo è una fondazione costituita da Russia Unita che ha già assicurato a Nashi 400.000 dollari per Camp Seliger 2008. Il futuro finanziario di Nashi sembra altrettanto sicuro. Ha buoni alleati in due agenzie di stato che finanziano associazioni giovanili. Boris Jakemenko, l'ideologo di Nashi nonché fratello del leader del movimento Vasilij Jakemenko, e Irina Pleščeeva, commissario di Nashi, sono membri della Camera Pubblica russa, che controlla 62 milioni di dollari di sovvenzioni per sviluppare la “società civile” russa. Nashi ha anche accesso diretto ai più di 6 milioni di dollari assegnati alla Commissione per gli Affari Giovanili. La Commissione è guidata dagli ex nashisti Vasilij Yakemenko, Pavel Tarakanov (presidente) e Sergej Belokonev (vice presidente). Grazie a queste entrature e all'accesso ai fondi statali il futuro di Nashi sembra davvero roseo.
I muscoli
Nashi sarà anche una creatura dello stato, ma sta sul campo, ha i muscoli. Comanda un quadro di ragazzi di strada che sono stati coinvolti in vari attacchi violenti contro i rivali della gioventù “fascista”: i Nazional-Bolscevichi, l'Avanguardia Rossa, e perfino la Gioventù Comunista. L'incidente più tristemente noto avvenne nell'agosto del 2005, quando 40 nashisti armati di mazze fecero irruzione in un raduno di NazBol, Giovani Comunisti e Avanguardia Rossa che si teneva a Mosca in una sede del Partito Comunista. Le aggressioni mandarono all'ospedale con contusioni e ossa rotte decine di giovani attivisti di sinistra.
Mentre i nashisti se ne andavano su un pullmino a noleggio, la polizia locale, che chiaramente non era stata avvertita prima dell'attacco, arrestò 24 aggressori per poi lasciarli andare poche ore dopo. “È arrivata una telefonata dall'alto che ci ha ordinato di rilasciare i fermati", disse un poliziotto al Kommersant. "Mentre li stavamo interrogando ci hanno detto che era inutile che ci prendessimo questa briga perché tanto sarebbero stati rilasciati presto".
L'aggressione fu seguita da quella del gennaio del 2006, quando trenta sospetti nashisti attaccarono un raduno di Nazional-Bolscevichi armati di mazze e di pistole ad aria. I media russi hanno registrato decine di altri attacchi. A oggi, non un solo nashista è stato incriminato.
Agli avversari invece non è andata così bene. Poche settimane fa sette giovani attivisti anti-cremliniani – Roman Popkov, Nazir Magomedov, Vladimir Titov, Elena Parovskaja, Aleksej Makarov, Dmitrij Elezarov e Sergej Medvedev – sono stati condannati a pene comprese tra i 18 e i 36 mesi di reclusione per essersi difesi dagli aggressori nashisti nell'aprile del 2007.
Contrariamente alla generazione del Komsomol che fece la Guerra Civile e i cui giovani furono stroncati, torturati e imprigionati da veri nemici, i nashisti combattono i loro avversari per interposta persona. Il sospetto è che quando vuole massacrare i suoi rivali Nashi assoldi teppisti delle tifoserie calcistiche, che sono ben lieti di offrire i loro servigi. Vasilij Jakemenko l'ha praticamente ammesso in un'intervista alla Novaja Gazeta nel 2005. Quando gli è stato chiesto se avrebbe usato dei teppisti contro i manifestanti, ha risposto: "Se un gruppo di alcune migliaia di persone dotate di forza fisica [fosse stato] portato da Mosca per contrastare le manifestazioni di Kiev [durante la Rivoluzione arancione], non sarebbe rimasta più traccia dei manifestanti... Se abbiamo bisogno di [teppisti delle tifoserie] per qualche motivo, non vi vedo alcun problema". Anche se Jakemenko afferma di essere contrario alla violenza, non ha problemi a rivolgersi a chi non lo è. Per questo “antifascista” gli skinheads sono 'solo persone socialmente disadattate' con cui è possibile e bisogna collaborare".
Lo scorso autunno Nashi ha organizzato alcune delle sue "persone socialmente disadattate" nella Milizia Giovanile Volontaria (DMD). Lo scopo ufficiale della DMD è quello di pattugliare le strade con la polizia, mantenere l'ordine pubblico e organizzare eventi sportivi (sembra che il rugby sia lo sport preferito). La DMD fa praticamente da servizio di sicurezza per gli eventi e le manifestazioni di Nashi. Lo scopo ufficioso è quello di fornire a Nashi i propri muscoli. Come ha spiegato la scorsa estate in un'intervista a Kommersant un nashista scontento, “Ivan”:
“La milizia volontaria, be', si occupa di una specie di 'pulizia'. Ci sono già stati casi in cui hanno picchiato persone che hanno diffuso informazioni contro Nashi. Probabilmente possono trovarti ovunque. Sono tifosi, sportivi e delinquenti comuni. Mettono in pratica l'ideologia e fanno il proprio dovere con piacere.
[Il loro dovere comprende] mantenere l'ordine nel movimento e ai suoi confini, creare il caos nei raduni e nelle marce che non sono stati approvati dal Cremlino. In primavera la DMD ha organizzato provocazioni praticamente in tutte le 'Marce dei Dissenzienti' contro il Cremlino. Provocavano la polizia, lanciavano bombe fumogene e poi infilavano di nascosto le bombe nelle borse dei manifestanti”.
Non c'è motivo di dubitare della testimonianza di “Ivan”, soprattutto tenendo conto del fatto che il Coordinatore Federale della DMD è Roman Verbitskij. Secondo i testimoni oculari, Verbitskij fu coinvolto nell'attacco dell'aprile 2005 contro la riunione della gioventù comunista. All'epoca Verbitskij era a capo dei Gladiatori, una banda di teppisti della tifoseria dello Spartak.
La Milizia Volontaria (DMD) negli ultimi sei mesi è cresciuta costantemente. Dice di avere diciannove distaccamenti con circa 5-6000 membri. Documenti forniti da “Ivan” mostrano che la DMD è stata sostanziosamente finanziata nel periodo immediatamente precedente le elezioni parlamentari. Nell'agosto del 2007 il bilancio della sezione moscovita della DMD era di circa 30.000 dollari al mese. Il finanziamento dei distaccamenti regionali era di dieci volte inferiore.
L'abc della propaganda nera
Nashi è specializzato in “proteste” e “campagne”. Negli ultimi tre anni le sue “campagne” sono state varie. Le azioni di Nashi possono essere irritanti, come quando bracca costantemente l'ambasciatore britannico Anthony Brenton; o semplicemente imbarazzanti, come la campagna del Soldato di Bronzo contro il “fascismo di stato estone”; e perfino argute, come la presentazione del libro di cucina “1000 ricette della Zuppa di Cavolo” all'Ambasciata americana. L'intento della maggior parte di queste iniziative è quello di infastidire gli avversari.
Le campagne in grado di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sono l'asso nella manica di tutte le organizzazioni giovanili. E possono anche essere molto divertenti per coloro che vi prendono parte. Si marcia per la cità, si fa casino, si ciondola, si vede gente e soprattutto ci crede di fare la differenza. L'attenzione dei media trasforma ragazzini eccitati in piccole star. Le azioni di Nashi sono spesso messe in scena come grandi carnevalate che mescolano elementi umoristici con una sfumatura di violenza e con la politica. Ma non è facile fare commedia politica. Servono i comici. E Nashi è il posto giusto in cui addestrare i futuri padroni della Russia alle arti della propaganda nera.
Ironicamente, queste tattiche sono le stesse degli avversari fascisti di Nashi, i rivoluzionari colorati. A Belgrado, Tbilisi e Kiev i movimenti giovanili impiegavano spettacoli carnevaleschi per screditare i regimi; qui in Russia i nashisti ne hanno capovolto il senso, usando queste messinscene per screditare l'opposizione.
Niente rivela meglio il crescente uso nashista della propaganda nera quanto la recente azione contro il Kommersant. Nell'ultimo anno il popolare quotidiano economico ha pubblicato vari articoli che esponevano la parte oscura di Nashi. Dopo la pubblicazione di un articolo intitolato “Nashi è diventato un estraneo”, alla fine di gennaio, i nashisti hanno deciso che fosse giunta l'ora di fargliela pagare. Ciò che li offendeva di più era l'allusione al fatto che le autorità del Cremlino si fossero stancate delle buffonate di Nashi e intendessero abbandonarlo al suo destino. Per la classe dirigente russa la vittoria di Medvedev segnalava un cambiamento del clima politico. Le “rivoluzioni colorate” non rappresentavano più una minaccia, rendendo superflui quei “giubilanti delinquenti”, secondo una fonte anonima del Cremlino. Da allora su tutta la stampa russa si sparse la voce dell'imminente caduta in disgrazia di Nashi. Era in pericolo il futuro stesso dell'organizzazione, almeno agli occhi dell'opinione pubblica.
Nashi volle vendicare questa “calunnia”. Secondo una lettera interna dell'addetta stampa del movimento, Kristina Potupčik, Nashi decise di sferrare una campagna per “creare condizioni intollerabili per il Kommersant. Bloccare il loro lavoro. Rovinarli psicologicamente e fisicamente. È necessaria la vendetta”. Lo scopo era quello di sporcare la buona reputazione del giornale.
Il 4 marzo circa mille attivisti di Nashi si sono mobilitati a Mosca fingendo di essere dipendenti del Kommersant, distribuendo decine di migliaia di rotoli di carta igienica con il logo del Kommersant, una finta lettera del suo direttore, Andrej Vasilev, che annunciava il nuovo formato carta igienica e il numero di cellulare di Julija Taratuta, coautrice dell'articolo offensivo. Gli attivisti di Nashi hanno raccontato ai passanti che i rotoli facevano parte di una campagna per pubblicizzare il nuovo formato multifunzione del quotidiano. Gli attivisti li hanno fatti arrivare perfino nei bagni della Duma. Sono sicuro che più di un deputato è stato felice di inaugurare il nuovo prodotto. L'azione è stata accompagnata da una campagna mediatica ben coordinata. Sulle maggiori strade moscovite sono apparsi dodici cartelloni pubblicitari del Kommersant con le scritte “Non temete le novità. Ora su carta igienica!”, “Tutto per i nostri soldi”, “Possiamo tutto” e “Non nascondiamo compagnie segrete”.
L'assalto scatologico di Nashi non si è fermato qui. I suoi hacker hanno attaccato il sito internet del Kommersant chiudendolo per cinque ore, hanno bombardato Vasilev di spam e, forse in uno sfoggio di genio comico nashista, hanno costruito una link bomb. Cercando su Google o Jandex la parola zarancy (porci, bastardi) il primo risultato era il sito del Kommersant. Il cyber-attacco è costato al quotidiano circa 155.000 dollari.
Il presente, il futuro
Perché uno dovrebbe entrare in Nashi? Qual è il suo futuro nella Russia dopo Putin? La maggior parte dei suoi membri non sono delinquenti violenti, ma piuttosto carrieristi ambiziosi. Come Maksim Novikov, 18 anni, che studia all'Istituto Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca. In un'intervista alla Nezavisimaja Gazeta, Novikov appare come uno studente e un nashista modello, ha con sé una copia del libro di Vladislav Surkov, La cultura politica russa: una visione utopica, con sottolineature a penna. Anche se concorda con i principi fondamentali della cosiddetta “democrazia sovrana” delineata da Surkov non mostra adesione emotiva a questa idea. Spera di poter studiare all'estero, in futuro, ma alla domanda se resterà all'estero una volta lasciata la Russia risponde che intende servire il suo paese. “Dopo tutto sono un patriota”.
Nashi non però è stato la sua prima scelta. Novikov spiega che all'inizio aveva pensato di entrare nei giovani comunisti, ma che era stato deluso dalla loro ostilità nei confronti del libero mercato. Ha trovato Nashi “quasi per caso”. Ha trovato in rete l'indirizzo e-mail di Vasilij Jakemenko, che gli ha proposto subito un incontro con uno dei commissari di Nashi a Mosca. Dopo averci parlato, ha deciso di aderire. Adesso Novikov parla di Nashi usando il pronome “noi”.
Per giovani orientati alla carriera come Novikov entrare in Nashi è naturale. L'organizzazione ha già dimostrato la sua potente amicizia con L'Uomo. Ora però sta passando allo stadio successivo: le opportunità di avanzamento professionale. Proprio come il suo predecessore, il Komsomol, Nashi sta cominciando a sviluppare programmi per istruire le élite. Alcuni dei suoi nuovi “progetti” comprendono la creazione di una scuola di economia, un istituto politico e programmi per reclutare neo-laureati nelle imprese. Un esempio di quest'ultima iniziativa è il progetto chiamato “I nostri costruttori”, dove gli studenti e i giovani professionisti vengono assunti per prendere parte a progetti edilizi in vista delle Olimpiadi del 2014 a Sochi. Altri progetti Nashi si concentrano sulla promozione del Cristianesimo ortodosso, il patriottismo, l'addestramento paramilitare, il turismo e perfino una linea di abbigliamento concepita dal commissario Nashi Antonia Šapavolova.
Ma i giovani nashisti come Novikov non sono gli unici ad entrare nel movimento. Lui è tra “quelli che ci credono”, secondo Andrej Dmitrievskij, un Nazional-Bolscevico che si è infiltrato nel movimento nel 2006. Dmitrievskij ha scoperto che ci sono tre tipi di nashisti: “quelli che ci credono” sono i giovani che entrano in Nashi per ottenere un'istruzione e far carriera, ma ne condividono anche la politica. Poi ci sono i “carrieristi”: sono simili al primo gruppo ma non credono alle cavolate politiche. Per loro Nashi è semplicemente un mezzo per raggiungere uno scopo. E infine ci sono “quelli che fanno scena”. Sono d'accordo con la politica, ma per lo più considerano Nashi un movimento per rimorchiare, divertirsi e godersi gli extra.
Data la sua infrastruttura in espansione, è chiaro che Nashi non svanirà nel prossimo futuro come hanno ipotizzato i media negli ultimi due mesi. Sta gettando una rete abbastanza grande da includere tutti, dai fanatici putiniani ai carrieristi, dagli sfrenati sostenitori della democrazia sovrana ai “socialmente disadattati” o ai ragazzini che mirano solo a rimorchiare. (C'è bisogno anche di loro. Uno degli slogan di Nashi è “Ne voglio tre”, intendendo tre figli). Come tutti i movimenti giovanili, per restare sulla cresta dell'onda deve evolversi. Questo significa creare nuovi metodi, nuove guerre e nuovi nemici da combattere. Soprattutto nemici. Senza nemici interni, Nashi non ha più ragione di esistere.
In questo senso, articoli come quello del Kommersant sono in realtà una vera manna. Permettono a Nashi di trasformare a colpi di propaganda un articolo negativo in una guerra, chiamando i fedeli alla battaglia, lanciando una “campagna mediatica” con tutti i crismi per infliggere “colpi” al “sistema politico russo”, come scrive uno dei documenti pubblicati dalla Novaya Gazeta.
Dopo le elezioni, il nuovo nemico di Nashi ha una sfumatura ancora più inquietante. In un sinistro recupero del concetto stalinista di “nemici con la tessera del partito”, i nuovi nemici di Nashi vengono dagli “elementi intellettuali dell'élite politica” che hanno partecipato alla campagna elettorale ma vogliono invertire la rotta di Putin. Nashi sta ridefinendo la propria missione nel mondo dopo Putin. La battaglia adesso è per un nuovo tipo di purezza od ortodossia: restare fedeli al Piano di Putin, costruire una nuova élite e continuare a combattere con i nemici interni ed esterni della Russia. Lo scopo di tutto questo è mandare al Presidente eletto Medvedev un chiaro messaggio: “Senza Nashi niente è possibile”.

Sean Guillory gestisce Sean's Russia Blog

sabato 10 maggio 2008

Dmitrij Anatol'evič Medvedev, chi è il nuovo Presidente della Federazione Russa!

Dmitrij Anatol'evič Medvedev (in russo Дмитрий Анатольевич Медведев [?]) (Leningrado, 14 settembre 1965) è un politico russo. Dal 7 maggio 2008 ha assunto la carica di Presidente della Federazione Russa.
Medvedev si laurea presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Leningrado nel 1987 insieme a Ilja Eliseev, Anton Ivanov, Nikolaj Vinničenko e Konstantin Čujčenko, e nel 1990 consegue un dottorato in Diritto privato dalla stessa Università. Nel 1990 lavora all'Agenzia Municipale Sovietica per il petrolio di Leningrado. Tra il 1991 e il 1999 è docente nell’Università in cui si è laureato, ora denominata Università Statale di San Pietroburgo. Dal 1991 al 1996 è stato fra gli esperti del Comitato per le relazioni esterne dell’ufficio del sindaco di San Pietroburgo, comitato presieduto da Vladimir Putin.
Nel novembre del 1993 Medvedev gestisce l’ufficio legale della Ilim Pulp, una società con sede a San Pietroburgo. Nel 1998 è eletto membro del Consiglio di amministrazione della cartiera Bratskij LPK Lavora per la Ilim Pulp fino al 1999.
Nel novembre del 1999 diventa uno dei tanti amministratori di San Pietroburgo portati ai vertici dello Stato da Vladimir Putin. A dicembre dello stesso anno diventa capo delegato dello staff presidenziale. Dmitrij Medvedev diventa uno dei politici più vicini al Presidente Putin durante le elezioni del 2000, quando è posto a capo del quartier generale della campagna elettorale. Dal 2000 al 2001 è presidente del cda di Gazprom, nel quale siede anche fra il 2001 e il 2002, nel giugno di quell’anno ritorna presidente fino al 2003, nell’ottobre 2003 sostituisce Aleksander Vološin divenendo capo dello staff presidenziale.
Nel novembre 2005 è nominato da Putin Primo Ministro, presidente del Consiglio per lo sviluppo dei progetti prioritari nazionali e presidente del Presidio del Consiglio. Dmitrij Medvedev è considerato un moderato liberale e pragmatico, abile amministratore e fedele di Putin. È stato inoltre proclamato come candidato alle prossime presidenziali russe dal partito del presidente Putin, Russia Unita, ed è stato eletto come successore di quest'ultimo, entrando in carica il 7 maggio.[[1]]

Fonte: http://it.wikipedia.org

Russia, 7 Maggio 2008: Medvedev giura da presidente e promette libertà!

MOSCA - Dmitry Medvedev ha giurato oggi sulla Costituzione diventando presidente della Russia, e appena due ore più tardi ha nominato il suo predecessore Vladimir Putin primo ministro, inaugurando un'inedita forma di governo "doppio".
Medvedev - ex avvocato 42enne e alleato di Putin di vecchia data - nei suoi primi commenti dopo la cerimonia al Cremlino nella Sala di Sant'Andrea ha posto l'accento sulla libertà e sul ruolo della legge.
"Ritengo che i miei obiettivi principali saranno proteggere le libertà civili ed economiche", ha detto il neopresidente durante la cerimonia trasmessa in diretta dalla televisione di stato.
"Dobbiamo combattere per un sincero rispetto della legge e superare il nichilismo legale, che intralcia seriamente lo sviluppo della modernità".
Poco dopo, come da protocollo, il governo guidato dal premier Viktor Zubkov si è dimesso, aprendo la strada per la nomina di Putin al suo posto.
Il nuovo presidente riceve in eredità un'economia in crescita spinta dai prezzi del petrolio, ma dovrà affrontare una serie di sfide tra cui corruzione, aumento dell'inflazione, diminuzione della popolazione, industria e agricoltura che crescono a rilento e relazioni sempre più tese con le ex repubbliche sovietiche confinanti e l'Occidente.
Prima del giuramento di Medvedev, Putin - che appariva malinconico - è entrato al Cremlino da solo, ha salutato la guardia presidenziale e ha ringraziato i russi per la fiducia che gli hanno accordato nei suoi due mandati quadriennali.

venerdì 25 aprile 2008

Boris Eltsin...in breve chi era l'uomo forte della nuova Democrazia Russa che ha distrutto l'Unione Sovietica del PCUS!

Lo statista russo Boris Eltsin nasce il giorno 1 febbraio 1931 in un umile paesino delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dal nome sghembo ed irregolare di Bukta. Le sue doti intellettuali e la brillante capacità nelle materie scientifiche gli permettono di iscriversi al Politecnico degli Urali; gli studi intrapresi gli permetteranno in seguito di dedicarsi alla carriera nell'ambito dell'ingegneria delle costruzioni, anche se ben presto la passione politica prende in lui il sopravvento. Aderisce al Partito Comunista dell'Unione Sovietica nel 1961 e, grazie alla sua dialettica e al carisma trascinatore, diviene ben presto segretario per il partito della regione di Sverdlovsk. Sono ormai gli anni '70 e mentre tutto il mondo conosce processi contraddittori ma anche esaltanti, molti dei quali all'insegna dell'ideologia comunista, la Russia versa in una condizione drammatica di miseria e povertà, incapace di risollevarsi economicamente a causa della politica asfittica dei suoi dirigenti. L'immagine pubblica di Boris Eltsin in questo periodo appare un pò appannata ma, quello che sarà il principale avversario del riformatore Gorbaciov, viene introdotto nel Comitato Centrale proprio da quest'ultimo (per essere poi affiancato al nuovo segretario dell'economia Ryzhkov). Eltsin però scalpita e male si adatta a quel ruolo, seppur prestigioso. Nel 1985 lo troviamo promosso a capo della sezione moscovita del partito. Oratore dalla vena raffinata, portato a smussare gli angoli nella polemica verbale, così come nel concepire l'opera riformista, Boris Eltsin è però altrettanto testardamente deciso a combattere i meccanismi corrotti generati dalla politica moscovita, un immenso "organismo" burocratico che funziona praticamente a mazzette. Quando riesce a farsi eleggere al Politburo persegue lo stesso obiettivo con audace convinzione, ponendosi decisamente controcorrente rispetto all'"andazzo" dominante. Il momento veramente critico si manifesta nel 1987 quando ad una riunione plenaria del Comitato Centrale si scaglia contro i dirigenti del partito conservatore, accusandoli di remare contro l'importante riforma economica operata da Gorbaciov (la cosiddetta Perestroika); a causa di questo intervento infuocato, viene declassato all'umile grado di amministratore delle Poste. Il suo nome torna però alla ribalta nel 1989 quando viene eletto nel nuovo Congresso dei deputati dell'Unione Sovietica e, nel giugno del 1991, addirittura presidente della Federazione Russa. L'innovazione e le riforme introdotte da Mikhail Gorbaciov disturbavano assai i detentori del potere sovietico, tanto che questi ultimi giungono all'estrema conseguenza di ordire un colpo di stato ai suoi danni. Eltsin però riesce a dissuadere i conservatori dal gesto sconsiderato, con la conseguenza diretta che la sua influenza politica cresce enormemente. Tuttavia la crisi russa si amplifica ulteriormente per via dell'unità ormai incrinata che tiene in piedi il paese e che da lì a poco si sarebbe risolta in una frattura interna, e che porterà alla costituzione di numerosi stati satellite. Malgrado ciò l'azione riformatrice di Eltsin non conosce sosta, seppur continuamente ed apertamente osteggiata, come detto, dagli esponenti conservatori della gerarchia sovietica. Indìce quindi un referendum per tastare l'opinione pubblica circa i suoi progetti, proponendo nell'occasione una nuova costituzione per la Russia. Negli ultimi anni della sua presidenza la popolarità e il consenso subiscono un grave colpo per via della persistente crisi economica da cui la Russia sembra proprio non potersi sollevare, e per le decisioni prese in relazione alla Cecenia, che porteranno alla guerra e al duro contrasto con gli indipendentisti di quella terra. Nell'agosto del 1999, iniziata la seconda guerra in Cecenia, Eltsin nomina premier e suo "erede" Vladimir Putin. Alla fine dell'anno si dimetterà passando il potere a Putin. Negli anni non si sono potuti tacere i gravi problemi di salute che hanno sempre afflitto Eltsin (alcuni malignamente attribuiti all'abuso di alcool), e che hanno costituito di fatto il suo maggior problema durante il governo del 1997. Boris Eltsin è morto all'età di 76 anni il giorno 23 aprile 2007, a causa di complicazioni cardiache.


sabato 19 aprile 2008

Putin in Sardegna da Berlusconi!

Anticipazioni della stampa russa sulla due giorni del presidente a Villa Certosa: è il primo leader mondiale a congratularsi di persona con il capo del PdL. Trionfa il gossip a proposito della liason di Putin con la campionessa olimpica Alina Kabaeva!

Mosca, 17 aprile 2008 - L'aereo Ilyushin 96300, denominato ''Bort 1'', con a bordo Vladimir Putin e' atterrato nello scalo di Olbia Costa Smeralda alle 15.05. Il presidente russo sta ora aspettando l'arrivo di Silvio Berlusconi con il quale poi si trasferira' a Villa Certosa, ospite del leader del Pdl.
Direzione Sardegna, dall'amico Silvio Berlusconi. Arriverà alle 14 italiane il presidente russo Vladimir Putin, all'areoporto di Olbia. E Berlusconi sarà là ad accoglierlo. Secondo informazioni da Mosca gli incontri in "forma privata" proseguiranno nella giornata di oggi, mentre domani una conferenza stampa è in programma alle 10 italiane. Per una "permanenza" di due giorni, che avrà inevitabilmente un contenuto economico e principalmente energetico.
Con Eni e Gazprom in prima linea, e all'orizzonte nuovi progetti congiunti anche in Libia, dove Putin conclude in queste ore la prima visita di un capo di stato russo.
Il leader del Cremlino ripartirà dalla Sardegna venerdì nella tarda mattinata alla volta della capitale russa, dove incontrerà a cena un importante ospite internazionale. Putin non sarà accompagnato dalla moglie Ljudmila, apprende Apcom.
Il suo pernottamento è previsto a Villa Certosa. Tra i Ministri al seguito ci sarà anche Sergei Shoigu, capo del dicastero per le situazioni di Emergenza. Tuttavia la partecipazione a una esercitazione antincendio in Gallura potrebbe essere messa in forse per motivi di sicurezza.
Putin è il primo leader mondiale a congratularsi di persona con il capo del PdL, dopo la vittoria alle elezioni del 13-14 aprile. Una testimonianza d'affetto, espressa prima che Berlusconi troni ufficialmente presidente del Consiglio.
E se per il Cavaliere si apre una seconda rinascita politica, dopo il risultato elettorale italiano, per il leader russo inizia una nuova vita. La guida del partito di maggioranza Russia Unita, l'uscita dal Cremlino, e l'ingresso alla Casa Bianca (sede del Governo). Nel frattempo la sua vita privata, sino ad oggi blindata, si apre al gossip: nella visita odierna "in forma privata" la moglie Ljudmila non lo seguirà.
Mentre secondo la stampa scandalistica russa Putin starebbe per sposarsi per la seconda volta. Con la bellissima campionessa olimpica, nonchè deputato del suo schieramento, Alina Kabaeva. Le voci circolavano da mesi, se non da un anno, mentre altre parlerebbero addirittura di una terza figlia gia' nata. Ma Putin ufficialmente continua ad essere padre di due ragazze, entrambe avute dalla moglie Ljudmila.
Quanto all'amicizia tra Putin e Berlusconi non è certo un mistero che i rapporti personali tra i due sono ottimi e duraturi; portati avanti negli anni anche quando il leader del Popolo delle libertà si trovava all'opposizione. E ora che la vittoria alle legislative gli sta per riconsegnare la guida del governo, "l'amico" Putin lo va a trovare. Non a caso Vladimir Vladimirovic arriva dalla Libia: il Paese nordafricano con il suo petrolio è al centro di importanti negoziati tra la russa Gazprom e l'italiana Eni. Con all'orizzonte una partnership strategica di portata non indifferente.
Da Tripoli oggi il numero uno di Gazprom Aleksej Miller non ha fatto troppi misteri: "Stiamo discutendo uno scambio di asset con Eni. La società italiana è il più grande operatore straniero sul mercato libico. L'Italia e' il piu' grande importatore di petrolio libico" ha aggiunto il top manager, che ha accompagnato Putin.
E con il ritorno di Berlusconi al governo, anche Aeroflot non esclude di poter tornare in pista di Aeroflot per la conquista di Alitalia. La compagnia è in attesa di una "volontà politica", lasciando intendere di sperare che emerga nel corso dell'imminente incontro in Sardegna.
"Con nuove basi di gara, con la possibilità di una partecipazione di Aeroflot e con una proposta - spiegava ieri ad Apcom il numero due della compagnia di bandiera russa Lev Koshlyakov - senza dubbio prenderemo in considerazione" una nuova chance. Il leader del Cremlino e Berlusconi si sono già incontrati in numerose occasioni, dal 2001 al 2006. E sono ormai entrate nella leggenda le visite in Sardegna del presidente russo, che arrivava in volo ma accompagnato dall'incrociatore lanciamissili Moskva, fiore all'occhiello della Flotta del Mar Nero. Questa volta, Putin pernotteràdirettamente a Villa Certosa e la Moskva non ci sarà.
LA STAMPA RUSSA IN FIBRILLAZIONE
Se con Bush ha ballato, con Berlusconi Putin canterà. La stampa russa si scatena sul viaggio del leader del Cremlino in Sardegna. E persino l'agenzia di stampa Interfax, generalmente molto abbottonata, parla di "duetto italiano". E ricordando il Cd inciso dal Cavaliere col cantante napoletano Mariano Apicella, nonchè le danze cosacche sul Mar Nero con il presidente americano dieci giorni fa, l'agenzia riporta: "Se Bush ha ballato a Soci, l'italiano Berlusconi, certamente, sarà in grado di cantare, visto che non molto tempo fa ha inciso pure un disco".
Chiaro il riferimento ai cd con brani inediti cantanti e musicati da Apicella e scritti dal Cavaliere. E al fatto che, in occasione del vertice Bush-Putin a Soci, durante una cena i due leader si erano lanciati in una danza cosacca. Come oggi e domani in Sardegna, anche in quel caso non era presente la moglie del presidente russo, mentre c'era quella del capo della Casa Bianca e il neoeletto presidente russo Dmitri Medvedev (anch'egli senza compagna).
Il giorno successivo alle danze, Bush si era detto confortato che la stampa non avesse potuto assistere. Vladimir Vladimirovic gli aveva risposto: "Invece e' un peccato: balli bene" Il clima in Sardegna dovrebbe essere altrettanto gioviale. Anche secondo la stampa russa: "Dopo aver vinto le elezioni, Berlusconi e' di un umore talmente buono che gli esperti non hanno dubbi: l'incontro con Putin si svolgerà tra scroscianti applausi".




lunedì 3 marzo 2008

Elezioni Presidenziali in Russia, Medvedev: vittoria col 70,23%!!!

MOSCA (Reuters) - Dmitry Medvedev ha vinto le elezioni presidenziali con il 70,23%, dei consensi secondo i risultati preliminari diffusi oggi, e si è già impegnato a portare avanti le politiche del predecessore Vladimir Putin: ma per i critici la vittoria è stata orchestrata per far sì che il leader uscente del Cremlino possa mantenere le redini del potere.
Secondo i dati della Commissione Elettorale Centrale, dopo lo scrutinio del 99,45% delle schede elettorali, Medvedev - candidato del partito Russia Unita - ha vinto con il 70,23% dei voti. Il suo sfidante più forte, il comunista Gennady Zyuganov, ha ottenuto il 17,76%.
Anticipando il tandem che governerà la Russia, la prima uscita pubblica di Medvedev dopo il risultati è stata a fianco del suo mentore Putin sul palco dove si festeggiava la vittoria, nella Piazza Rossa.
Intanto gli osservatori occidentali hanno criticato le elezioni, affermando che non si sono svolte in modo corretto e democratico ma aggiungendo al tempo stesso che il risultato riflette la volontà delle gente russa.
"Il risultato delle elezioni rappresenta di fatto un voto di fiducia nei confronti del presidente in carica", ha spiegato Andreas Gross, capo di un gruppo di osservatori dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Gli osservatori dell'Osce (L'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) si sono rifiutati di verificare il coretto svolgimento delle elezioni di ieri, facendo riferimento a una mancanza di cooperazione.
Medvedev, che ha 42 anni e sarà il più giovane leader russo dai tempi dello zar Nicola II quando si insedierà il 7 maggio, ha chiesto all'ex spia del Kgb Putin di essere primo ministro. Putin non poteva essere rieletto presidente per scadenza dei termini.
Non è ancora chiaro però chi dei due governerà realmente il paese, e la domanda degli analisti è se una condivisione del potere possa funzionare in una nazione abituata ad avere un solo leader forte.


martedì 26 febbraio 2008

Per il Cremlino il Kosovo resta territorio Serbo!!!

Belgrado - Una nuova guerra fredda soffia sui Balcani. I russi sbarcano a Belgrado, guidati da Dmitri Medvedev, vicepremier e delfino dello zar del Cremlino Vladimir Putin, per ribadire l’appoggio alla Serbia contro l’indipendenza del Kosovo. Senza alcun dubbio, Medvedev sarà eletto presidente il prossimo 2 marzo. Incontrandolo, ieri, il premier serbo Voijslav Kostunica ha ribadito che «non vi può essere normalizzazione delle relazioni con quegli Stati che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo fino a quando non avranno annullato la loro decisione». Fra questi l’Italia, che però viene ancora trattata con i guanti bianchi.Giovedì scorso i manifestanti serbi, anziché assaltare la nostra ambasciata, come hanno fatto con quella americana a poche centinaia di metri, si sono limitati a esporre uno striscione. In perfetto italiano era scritto «Ieri il duce oggi D’Alema». I serbi hanno il dente avvelenato con il nostro ministro degli Esteri che ha voluto riconoscere l’indipendenza del Kosovo. All’ambasciata sono tutti abbottonati sulla vicenda. Alessandro Merola, il nostro rappresentante a Belgrado, la giudica una «goliardata». «Piuttosto va sottolineato che non ci hanno tirato neppure un sasso pur passando davanti. Evidentemente si sono resi conto che l’Italia si è sempre battuta per difendere i serbi. A cominciare dal cammino verso l’Unione europea», spiega l’ambasciatore italiano. A parte la «goliardata» dello striscione la situazione nella zona nord del Kosovo, abitata dai serbi, rimane tesa. Circa 200 riservisti di Belgrado si sono scontrati con la polizia kosovara al posto di confine di Mutivode. Gli ultranazionalisti del Partito radicale stanno organizzando nuove proteste: concentrare una marcia di 10 o 20mila persone che entri in Kosovo. Gli incidenti con le truppe della Nato sarebbero inevitabili. Nel frattempo a Belgrado Medvedev e serbi consolidano l’alleanza contro l’indipendenza di Pristina. Il futuro presidente russo ha dichiarato: «La Serbia è un Paese integro con giurisdizione sul suo intero territorio e rimarremo su questa posizione di principio». E ha aggiunto che la dichiarazione d’indipendenza di Pristina «ha distrutto il sistema internazionale». Gli ha risposto Kostunica: «La Serbia e la Russia continueranno a perseguire la revoca della dichiarazione unilaterale di indipendenza. La stabilità della regione e nel mondo resterà una chimera, finché non sarà deciso l'annullamento»Per ribadire l’alleanza è stato firmato l'accordo per la costruzione del tratto serbo del futuro gasdotto South Stream. Un progetto di 10 miliardi di euro, ideato da Gazprom e dall’italiana Eni, che porterà il gas siberiano in Europa.


domenica 2 dicembre 2007

RUSSIA: LEGISLATIVE, PARTITO DI PUTIN AL 61% SECONDO GLI EXIT POLL...



Il partito Russia Unita del presidente Vldimir Putin guadagna il 61% secondo i primi exit poll emessi dall'istituto Vtsiom per il rinnovo della Duma russa. Nel nuovo emiciclo entrerebbero 4 partiti, secondo le proiezioni: oltre a Russia Unita, supererebbero la soglia di sbarramento del 7% il Partito comunista con il'11,5%, i nazionalisti del Partito liberal-democratico (8,8%) e Russia Giusta con l'8,4%. Lo rende noto l'agenzia Ria Novosti.
Fonte: APCOM

sabato 1 dicembre 2007

Elezioni in Russia, Putin invita elettori a votare il suo partito "Russia Unita"!

MOSCA (Reuters) - Il presidente russo Vladimir Putin, ignorando chi lo critica perché sfrutta la sua posizione per fini elettorali, si è rivolto ai russi invitandoli a votare per il suo partito "Russia unita" alle elezioni parlamentari di domenica prossima.
"Vi chiedo di andare a votare per le elezioni del 2 dicembre e di dare il vostro voto a 'Russia unita'", ha detto Putin nel corso di un intervento televisivo registrato, rivolgendosi alla nazione.
Putin, che è il candidato numero uno nella lista "Russia unita", ha detto che votando per il suo partito, i cittadini sceglieranno "stabilità e continuità" anziché il caos che ha dominato il Paese negli anni Novanta.
"Non possiamo consentire il ritorno al potere di coloro che hanno tentato ma non sono riusciti a governare il Paese", ha detto il presidente facendo riferimento in modo chiaro ai suoi oppositori dei partiti liberali.
Putin ha detto che le elezioni di domenica per il rinnovo della Duma, la Camera bassa del Parlamento, "getteranno le basi per le elezioni presidenziali" fissate per marzo.
Putin ha ribadito che non cercherà escamotage per restare in carica per un terzo mandato, in un'azione non prevista dalla costituzione.
Putin ha detto che considera le elezioni di domenica come un voto nazionale di fiducia nei suoi confronti e che una netta vittoria per "Russia unita" gli darà il "diritto morale" in influenzare la vita politica del Paese anche dopo la fine del suo mandato.
Giovedì, 29 novembre 2007 3.24

mercoledì 28 novembre 2007

La Russia al voto: il Partito di Putin vincitore sicuro! Le Elezioni Presidenziali il 2 Marzo 2008!


Le presidenziali si terranno in Russia il 2 marzo 2008, tre mesi dopo le elezioni parlamentari di Domenica prossima: la data e' stata decisa dal Consiglio della Federazione, la camera alta su basi regionali del Parlamento di Mosca, al termine di una seduta trasmessa in diretta dalla televisione nazionale. Il presidente uscente Vladimir Putin non potra' ripresentarsi, ma ha scelto di candidarsi il 2 dicembre per un seggio alla Duma, la camera bassa russa, senza escludere di poter addirittura diventare Primo Ministro.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!