Questa volta le donne hanno preferito la Clinton, mentre i due terzi degli under 25 hanno premiato Barak Obama! La senatrice di New York ha vinto le primarie dei Democratici in New Hampshire contro i sondaggi della vigilia e dopo uno spoglio al cardiopalma, con circa il 39% dei voti contro il 37% del rivale Barak Obama. Determinante il voto delle donne. Terzo con il 17% delle preferenze l’ex senatore John Edwards. Fra i Repubblicani McCain, il 71enne eroe del Vietnam, ha vinto col 37% dei voti, mentre Mitt Romney si è fermato al 32 per cento!
I risultati delle primarie nel New Hampshire hanno contraddetto i sondaggi pre-elettorali e gli stessi exit poll, che avevano dato Obama in vantaggio.
Ma ogni elezione ha la sua storia. Questa è fatta di pianti di Hillary in Tv, scrive oggi il New York Times, potrebbero essere arrivata con le lacrime che ha quasi versato alla vigilia del voto di fronte alle telecamere. Nell’ultimo dibattito in tv la senatrice di New York ha mostrato di avere un cuore, non solo ambizioni, sotto il tailleur. E’ stato un momento di debolezza rilanciato decine di volte dai tg del New Hampshire, che paradossalmente ha rafforzato la candidata più in difficoltà.
Ma è soprattutto la vittoria della ritrovata unità delle donne democratiche.
Il partito, dunque, sembra dietro Hillary.
Il Concord Monitor, quotidiano del New Hampshire, ritiene che la vittoria della Clinton sia stata determinata dagli iscritti al partito democratico che si sono recati al voto e hanno scelto lei, non Obama. Quello che dicevano i sondaggi da novembre a dicembre era che Hillary batteva Obama fra le done e fra gli iscritti al partito, che rappresentano il 60% dell’elettorato democratico alle primarie in New Hampshire. Sempre per l’autorevole testata. "Solo quando questo margine si è rimpicciolito Obama ha cominciato a risalire nei sondaggi e, per un po’, è passato addirittura in testa". Gli exit polls dicono che Clinton ha raccolto il voto femminile con un margine fra l’11 e il 12% su Obama.
Certamente a fermare Obama è stato il Partito Democratico. le donne ed una buona performance di Hillary in tv sabato sera, quando ha ricordato che "le parole non sono azioni" e ha invitato a distinguere fra retorica del cambiamento e politica del cambiamento, in un chiaro attacco a Obama.
In campo repubblicano, successo del veterano John McCain, anch’egli con il 37%, a spese del mormone Mitt Romney, fermatosi al 32 per cento, e del vincitore nell’Iowa, il predicatore battista Mike Huckabee, all’11%.
Obama ha riconosciuto la sconfitta e si e’ congratulato con l’avversaria, ma si e’ anche affrettato ad avvertire: "Sono ancora con il motore a pieni giri, e intendo andare avanti!".
Certo Obama, questa è la democrazia partecipata delle primarie, la grande macchina democratica, l’unità di un popolo e il suo orgoglio, questi i valori a cui fa da collante la solidarietà: "una sanità per tutti".
Vedremo nei prossimi grandi seggi elettorali, prossimi appuntamenti della partita elettorale prevedono primarie martedì’ prossimo nel Michigan per entrambi i partiti; quindi il 19 gennaio caucus nel Nevada e primarie in South Carolina, ambedue riservati unicamente ai Repubblicani.
Il 26 del mese i soli Democratici terranno le primarie sempre nella South Carolina, mentre il 29 gennaio tutti e due gli schieramenti affronteranno le rispettive primarie in Florida.
Dopo una parentesi nel Maine il 1 febbraio, circoscritta ancora ai Repubblicani soltanto, il 5 arriverà il cosiddetto super martedì, quando si andrà alle urne in ben 22 stati contemporaneamente, tra cui California, New York, New Jersey, Illinois, Massachusetts, Georgia e Tennessee.
E’ lunga ancora la strada per il ritorno a casa di Hillary, ma il partito e le donne sembrano pronti ad accompagnarla.
Ma ogni elezione ha la sua storia. Questa è fatta di pianti di Hillary in Tv, scrive oggi il New York Times, potrebbero essere arrivata con le lacrime che ha quasi versato alla vigilia del voto di fronte alle telecamere. Nell’ultimo dibattito in tv la senatrice di New York ha mostrato di avere un cuore, non solo ambizioni, sotto il tailleur. E’ stato un momento di debolezza rilanciato decine di volte dai tg del New Hampshire, che paradossalmente ha rafforzato la candidata più in difficoltà.
Ma è soprattutto la vittoria della ritrovata unità delle donne democratiche.
Il partito, dunque, sembra dietro Hillary.
Il Concord Monitor, quotidiano del New Hampshire, ritiene che la vittoria della Clinton sia stata determinata dagli iscritti al partito democratico che si sono recati al voto e hanno scelto lei, non Obama. Quello che dicevano i sondaggi da novembre a dicembre era che Hillary batteva Obama fra le done e fra gli iscritti al partito, che rappresentano il 60% dell’elettorato democratico alle primarie in New Hampshire. Sempre per l’autorevole testata. "Solo quando questo margine si è rimpicciolito Obama ha cominciato a risalire nei sondaggi e, per un po’, è passato addirittura in testa". Gli exit polls dicono che Clinton ha raccolto il voto femminile con un margine fra l’11 e il 12% su Obama.
Certamente a fermare Obama è stato il Partito Democratico. le donne ed una buona performance di Hillary in tv sabato sera, quando ha ricordato che "le parole non sono azioni" e ha invitato a distinguere fra retorica del cambiamento e politica del cambiamento, in un chiaro attacco a Obama.
In campo repubblicano, successo del veterano John McCain, anch’egli con il 37%, a spese del mormone Mitt Romney, fermatosi al 32 per cento, e del vincitore nell’Iowa, il predicatore battista Mike Huckabee, all’11%.
Obama ha riconosciuto la sconfitta e si e’ congratulato con l’avversaria, ma si e’ anche affrettato ad avvertire: "Sono ancora con il motore a pieni giri, e intendo andare avanti!".
Certo Obama, questa è la democrazia partecipata delle primarie, la grande macchina democratica, l’unità di un popolo e il suo orgoglio, questi i valori a cui fa da collante la solidarietà: "una sanità per tutti".
Vedremo nei prossimi grandi seggi elettorali, prossimi appuntamenti della partita elettorale prevedono primarie martedì’ prossimo nel Michigan per entrambi i partiti; quindi il 19 gennaio caucus nel Nevada e primarie in South Carolina, ambedue riservati unicamente ai Repubblicani.
Il 26 del mese i soli Democratici terranno le primarie sempre nella South Carolina, mentre il 29 gennaio tutti e due gli schieramenti affronteranno le rispettive primarie in Florida.
Dopo una parentesi nel Maine il 1 febbraio, circoscritta ancora ai Repubblicani soltanto, il 5 arriverà il cosiddetto super martedì, quando si andrà alle urne in ben 22 stati contemporaneamente, tra cui California, New York, New Jersey, Illinois, Massachusetts, Georgia e Tennessee.
E’ lunga ancora la strada per il ritorno a casa di Hillary, ma il partito e le donne sembrano pronti ad accompagnarla.
Fonte: http://www.agoramagazine.it/
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