SIRTE (LIBIA) - Un uomo ferito e disarmato, aggredito da un gruppo di uomini inferociti: sono queste le le nuove immagini diffuse dai ribelli libici, che mostrano gli ultimi minuti di vita di Muammar Gheddafi.
Nel filmato, particolarmente crudo (e che abbiamo deciso di non pubblicare: chi volesse, può vederlo cliccando sul sito di Global Post, che lo ha diffuso) il Colonnello indossa la stessa divisa che appare negli altri video finora diffusi.
Le immagini della brutale aggressione (riprese in Italia dal quotidiano Libero) smentiscono nettamente le prime ricostruzioni ufficiali, secondo cui la morte del dittatore sarebbe avvenuta dopo una sparatoria.
Il corpo del raìs non ha ancora avuto sepoltura ed è stato per ore oggetto di macabre foto ricordo da parte di centinaia di libici di Misurata, prima di essere stato sottoposto ad autopsia. L'esame è stato condotto da alcuni medici nella camera mortuaria di un ospedale di Misurata e ha confermato che a uccidere il colonnello è stato un colpo di pistola.
Intanto il Cnt (Consiglio nazionale di transizione) non ha dichiarato ufficialmente "la liberazione della Libia" che è attesa per le prossime ore e dovrebbe preludere alla formazione di un governo di transizione 'vero' in grado di preparare, tra otto mesi, le elezioni.
Nel filmato, particolarmente crudo (e che abbiamo deciso di non pubblicare: chi volesse, può vederlo cliccando sul sito di Global Post, che lo ha diffuso) il Colonnello indossa la stessa divisa che appare negli altri video finora diffusi.
Le immagini della brutale aggressione (riprese in Italia dal quotidiano Libero) smentiscono nettamente le prime ricostruzioni ufficiali, secondo cui la morte del dittatore sarebbe avvenuta dopo una sparatoria.
Il corpo del raìs non ha ancora avuto sepoltura ed è stato per ore oggetto di macabre foto ricordo da parte di centinaia di libici di Misurata, prima di essere stato sottoposto ad autopsia. L'esame è stato condotto da alcuni medici nella camera mortuaria di un ospedale di Misurata e ha confermato che a uccidere il colonnello è stato un colpo di pistola.
Intanto il Cnt (Consiglio nazionale di transizione) non ha dichiarato ufficialmente "la liberazione della Libia" che è attesa per le prossime ore e dovrebbe preludere alla formazione di un governo di transizione 'vero' in grado di preparare, tra otto mesi, le elezioni.
Fonte: http://tg24.sky.it
Diciassette secondi di video appena, che non aggiungono nulla di concreto alla vicenda della morte di Gheddafi che comunque resta un atto feroce. Ma che dimostra il volto più aberrante della rivoluzione e che ne mette in dubbio il valore morale, se ce n’è uno. In questi diciassette secondi di video, pubblicati in rete dal sito web Global Post, che ottiene le immagini direttamente dai miliziani del Cnt, si vede il colonnello di spalle e quindi non visibile in volto che viene sodomizzato, o quasi, con un bastone appuntito da uno dei miliziani che lo hanno catturato. Il video sembra essere autentico. Il raìs indossa la stessa divisa vista negli altri video negli attimi prima della morte. Le macchie di sangue sono compatibili, e anche l’ambientazione sembra la stessa.
Di lì a poco il raìs viene ucciso verosimilmente con un colpo alla tempia, sparato da un ragazzo con la pistola d’oro ritrovata nel bunker del Colonnello. Il corpo viene poi denudato, calpestato, martoriato dai ribelli presenti, quindi caricato su un automobile e portato a Misurata, dove si trova tuttora. E dove la gente fa la fila per andarlo a vedere, con la mascherina per proteggersi dal puzzo.
I ribelli hanno ieri annunciato che non permetteranno che sul corpo di Gheddafi venga effettuata l’autopsia, anche se alcuni sostengono che sia già stata fatta. È stata anche ordinata un’inchiesta per fare luce sugli ultimi momenti di vita di Muammar Gheddafi, ma anche qui il Cnt si è diviso. Alla luce del nuovo video pubblicato viene il dubbio che attraverso l’autopsia e l’indagine vengano alla luce elementi molto imbarazzanti per i ribelli che inizierebbero una nuova era per la Libia all’insegna della barbarie.
Fonte: http://www.libero-news.it
di Simona Verrazzo
22/10/2011
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