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sabato 22 ottobre 2011

GHEDDAFI E' MORTO! LA FRANCIA: "CONCLUSA LA MISSIONE NATO!"

TRIPOLI (LIBIA) - «L'operazione militare in Libia è terminata. L'insieme del territorio libico è sotto il controllo del CNT e - fatte salve determinate misure transitorie - l'operazione della Nato è arrivata al suo termine». A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè. «Quello che era il nostro obiettivo, ossia accompagnre le forze del Consiglio nazionale di transizione nella liberazione del loro territorio, è stato raggiunto».

IL RAID (di Marco Pasciuti) La folla gridava: «Il sangue dei martiri non è stato versato invano». Lì, in mezzo alle bocche urlanti e ai fucili sollevati in aria il corpo di Muammar Gheddafi transitava sul tetto di una jeep diretta alla moschea di Misurata. Poche ore prima a Sirte il Colonnello era stato catturato e ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il dittatore è morto. La missione militare potrebbe finire qui Ma ora in Libia il futuro resta tutto da scrivere.
Lo hanno tirato fuori da un buco nella terra, a Sirte. Due grosse tubature sotto un’autostrada sono state il nascondiglio dell’uomo che per 42 anni si è preso gioco delle potenze occidentali in un valzer di screzi diplomatici, intrighi internazionali e discusse alleanze all’insegna di feste, tende, hostess e cavalli. All’alba di ieri Gheddafi aveva tentato di fuggire da Sirte, ma il suo convoglio è stato intercettato sull’autostrada da due caccia francesi e bombardato. Il capo di Stato, il capopopolo, il buffone ha vissuto i suoi ultimi minuti implorando. «Non sparate, non sparate», ha urlato spaventato a morte ai militari del Cnt che lo tiravano fuori dal buco. Invece la pietà l’era già morta. Secondo un medico che ha potuto vedere il cadavere, Gheddafi sarebbe morto per le ferite alla testa e allo stomaco. La faccia del ragazzino che lo avrebbe ucciso ha fatto il giro del mondo: Mohammed, 20 anni, lunghi riccioli neri, cappellino da baseball in testa, in mano la pistola d’oro del raìs.
La storia degli ultimi minuti di vita di Gheddafi è avvolta nel mistero. Secondo il racconto dello stesso Mohammed, era stato proprio lui a scovare Gheddafi e a freddarlo. Ma un video circolato su internet e ripreso da Al Jazeera racconta un’altra realtà: una volta catturato il raìs era ancora vivo. Ferito, viene trascinato verso un pickup e fatto sdraiare sul cofano. Camicia aperta, capelli arruffati, il volto insanguinato. Versione compatibile con quanto avrebbe raccontato un gruppo di testimoni, secondo cui gli uomini del Cnt avrebbero catturato Gheddafi, lo avrebbero schiaffeggiato, sbeffeggiato e ucciso a sangue freddo. Un’altra versione racconta di un Colonnello ucciso in combattimento. Morto anche il figlio Mutassim, militare di carriera. Incerta quella di Seif, erede designato, fuggito da Sirte e catturato dai ribelli. Secondo alcune fonti sarebbe stato ucciso, secondo altre arrestato.
L’Occidente esulta. «Avete vinto la vostra rivoluzione - il messaggio di Obama al popolo libico - la missione Nato finirà presto». Ricorre al latino Silvio Berlusconi per commentare la fine dell’ex alleato e amico: «Sic transit gloria mundi».

I FEDELISSIMI, Con lui, dopo di lui, sono caduti anche i suoi fedelissimi: i due figli-guerriglieri Mutassim e Saif (anche se le notizie sulla sua morte non vengono confermate, ma sembra certa la sua cattura), il suo ministro della Difesa Abubakr Yunes Jaber, il potente capo dei servizi segreti Abdallah Senoussi, arrestato insieme al portavoce del rais Moussa Ibraim. La testa del regime capitolata in pochi istanti. Sancendo, probabilmente, la fine della guerra, tanto che la Nato sta considerando se decretare il termine della missione. Quel che è indubbio è che la primavera araba dei libici è compiuta. Alla notizia della cattura del rais, ribelli e semplici cittadini si sono riversati sulle strade per festeggiare, urlando «Allah è grande», hanno portato in trionfo il ragazzino ventenne che lo ha scovato e che forse riuscirà ad intascare anche la taglia da 20 milioni di dollari.

GIALLO SULLA MORTE. Avvolto nel mistero in vita, Gheddafi ha lasciato un giallo anche nella morte. Non è affatto chiara la dinamica della sua cattura. Il rais stava fuggendo dalla Sirte appena espugnata dai ribelli, diretto a Sud, su un convoglio di sette macchine formato da familiari e fedelissimi, quando è stato intercettato dagli aerei della Nato e, via terra, dai ribelli. L'alleanza - aerei francesi, ha rivendicato Parigi, anche americani, ha precisato Washington - ha colpito alcune macchine, uccidendo il capo delle forze armate. Per evitare i colpi dei caccia, una Toyota si è improvvisamente staccata dal convoglio, seguita da un'altra macchina. A questo punto, secondo la ricostruzione dell'ambasciatore libico a Roma Abdel Hafed Gaddur, sono entrati in azione i rivoltosi, che hanno bloccato le macchine. Qui tutto diventa più fumoso: forse Gheddafi, che si trovava nella Toyota, è riuscito a fuggire e nascondersi in alcuni tubi di cemento. Di certo quei tubi sono già diventati il simbolo della fine del rais. Dal lussuoso bunker alla buca. I ribelli si sono fatti riprendere accanto ai tunnel, dove hanno scritto con lo spray «Qui stava Gheddafi. Allah è più grande».

IL CORPO DEL RAÌS. Il corpo del rais è stato poi portato a Misurata e mostrato alle tv, prima di essere rinchiuso in una moschea. Sarà sepolto in una località segreta, ha annunciato in serata il governo transitorio. A sette mesi dall'inizio della guerra e due dalla liberazione di Tripoli, il Cnt si appresta dunque ad annunciare, tra domani e dopodomani, «la liberazione della Libia». La Nato ha fissato per domani il consiglio Atlantico per valutare se decretare la fine della missione. «La missione della Nato in Libia finirà d'accordo con l'Onu ed il Cnt», ha detto il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen. Anche Ban ki-Moon ha chiesto di «fermare i combattimenti». La morte di Gheddafi, per il presidente Usa Barack Obama, «chiude un doloroso capitolo» perchè i libici «hanno vinto la loro rivoluzione». D'accordo il capo dello stato Giorgio Napolitano, convinto che la fine del rais chiuda «una pagina drammatica», mentre il premier Berlusconi si è limitato a commentare: «Sic transit gloria mundi». Ma perchè sia compiuto il passaggio dal regime alla nuova Libia, il Cnt vuole che l'Algeria consegni quel che resta del clan Gheddafi: la moglie, la figlia Aisha con la bimba nata proprio poche ore dopo aver attraversato il confine, quest'estate, e poi ancora i figli Hannibal e Mohammed, con le mogli ed alcuni nipoti. Ultimi esponenti di un clan considerato un tempo invincibile e finito ormai nella polvere.

Fonte: http://www.leggo.it

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ITALIA-CINA

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