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lunedì 24 ottobre 2011

Jibril: La Libia deve uscire da 42 anni di buio...



L’esecuzione di Gheddafi non è in accordo con l’aspirazione a una Libia democratica, fondata sulla giustizia, sui diritti umani e sul buon governo – scrive il noto giornalista palestinese Abdel Bari Atwan
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LIBIA (TRIPOLI) - Aumentano gli indizi e le prove che confermano l’esistenza di un accordo preventivo tra i sostenitori del Consiglio nazionale transitorio (CNT) libico e i leader dei paesi della NATO per liquidare fisicamente il colonnello Gheddafi, i suoi figli e coloro che gli erano vicini (invece di prenderli vivi) per evitare di sottoporli a un giusto processo che avrebbe potuto rendere di dominio pubblico segreti e dossier alla cui  rivelazione costoro sono contrari – in particolare quelli legati alla collaborazione dei servizi di sicurezza occidentali con il precedente regime nel reprimere, torturare, ed assassinare personalità libiche di opposizione.
Le immagini non mentono, tanto più essendo registrazioni dal vivo. Abbiamo visto filmati trasmessi dai canali satellitari che mostrano l’ex leader libico camminare sulle proprie gambe ed implorare misericordia ai suoi carcerieri, e di non ucciderlo. Così come abbiamo visto immagini dal vivo di suo figlio Mu’tassim disteso a terra mentre muove le mani, senza una sola goccia di sangue sul suo corpo. Poi in altre immagini era ormai un cadavere esanime, con un grosso foro tra il torace e il collo. Il medico legale che ha esaminato la salma ha affermato che tale foro era stato prodotto da un’arma pesante, ed è stato confermato che la sua esecuzione è avvenuta dopo l’esecuzione di suo padre con un colpo alla testa. La stessa cosa è avvenuta con il generale Abu Bakr Yunis Jaber, il ministro della difesa.
La signora Safiya Farkash, vedova del defunto leader, ha presentato una richiesta ufficiale alle Nazioni Unite affinché investigassero sulle circostanze della sua esecuzione. L’ufficio dell’ONU per i diritti umani ha annunciato la propria decisione di compiere un’inchiesta sull’uccisione del leader libico, dopo che era stato arrestato in vita.
Colpisce il fatto che tutti i leader dell’Occidente “libero”, i quali non smettono di darci lezioni sul rispetto dei diritti umani e sull’applicazione dello stato di diritto, non abbiano criticato l’esecuzione, anzi le abbiano dato la loro benedizione. Possiamo soltanto immaginarci quale sarebbe stata la posizione di costoro se Hamas avesse giustiziato il soldato israeliano Gilad Shalit ed avesse esposto il suo cadavere nelle strade di Gaza.
Certo, Muammar Gheddafi era un criminale sanguinario, che aveva inferto severe punizioni ai figli del suo popolo – individui liberi, nobili, la cui caratteristica è la modestia, la dignità e la fierezza, e che si accontentano di pochissimo – privandoli degli elementi più basilari di una vita dignitosa, ma ciò non significa che egli dovesse essere trattato come trattava i suoi avversari ed i suoi oppositori che chiedevano una magistratura equa ed  un minimo rispetto dei principi e dei valori legati ai diritti umani.
Personalmente sono rimasto scioccato vedendo alcuni elementi fedeli al CNT far piovere percosse, anche con le scarpe, sulla testa di un uomo ferito, e trascinarlo a terra. E lo shock è stato ancora maggiore quando è stato mostrato il suo cadavere e quello di suo figlio Mu’tassim in un sudicio contenitore ai passanti di Misurata, come se non vi fosse alcun rispetto per la morte.
Alcuni funzionari della “nuova” Libia sostengono che la sua uccisione risparmi complessi procedimenti giudiziari che avrebbero potuto prolungarsi ed influire negativamente sul processo di transizione e sulla costruzione delle istituzioni dello Stato. Ma i sostenitori di questa argomentazione dimenticano che essi vogliono che queste istituzioni siano democratiche, fondate sulla giustizia, sui diritti umani e sul buon governo. Non crediamo che l’esecuzione del leader libico e dei suoi uomini sia in accordo con queste aspirazioni.
Sin dall’inizio abbiamo espresso la nostra diffidenza sulle intenzioni della NATO e del suo intervento in Libia, non perché fossimo contrari a proteggere il popolo libico dai massacri di Gheddafi e dei suoi uomini – una missione nobile che appoggiamo con forza – ma perché siamo consapevoli che questo intervento è arrivato per altre ragioni, non umanitarie ma essenzialmente coloniali.
Non è strano che le operazioni e le incursioni della NATO siano proseguite anche dopo la caduta della capitale Tripoli ed il crollo del regime del colonnello Gheddafi, e dopo che un manipolo di suoi sostenitori si era rifugiato nelle città di Sirte e Bani Walid – e questo con il pretesto di proteggere i civili libici? Ma di quali civili parlano costoro? Quelli che gli aerei della NATO bombardavano in queste due città erano i sostenitori del CNT, o gli oppositori del regime del tiranno?
Non è un caso che l’Alleanza atlantica e i suoi leader abbiano annunciato la fine della loro missione in Libia meno di 24 ore dopo l’uccisione del leader libico, di suo figlio e del suo ministro della difesa, giacché la missione della NATO non era affatto quella di proteggere i civili. Questa era una scusa. Non lo era invece cambiare il regime ed ucciderne i vertici.
Con l’esecuzione di Gheddafi nella maniera sanguinosa a cui, insieme a tutto il mondo, abbiamo assistito, la Libia ha chiuso una pagina nera della sua storia. L’augurio è che la nuova pagina che il paese intende aprire sia migliore, all’insegna della tolleranza e del superamento della propensione alla vendetta e alla rivalsa, di cui abbiamo visto le immagini più brutte con la liquidazione dei simboli del passato regime.
E’ vero che la Libia possiede le risorse finanziarie – ed in grande quantità, visto che vi sono più di 160 miliardi di dollari congelati nei conti europei ed americani del vecchio regime, e visto che le entrate derivanti dal petrolio sono dell’ordine dei 50 miliardi di dollari l’anno. I soldi certamente aiutano, ed anzi accelerano la soluzione di molti problemi, ma l’arma del denaro rimarrà insufficiente ed inefficace se non verrà rapidamente restaurata l’unità nazionale e raggiunta una riconciliazione, e di conseguenza ristabilita la convivenza fra le diverse tribù e le differenti regioni del paese, in base a uno spirito che sia lontano dalla “logica del vincitore e dello sconfitto”.
L’informazione araba, ed in particolare quella dei canali satellitari, ha giocato un ruolo di primo piano nel falsificare i fatti, ed è uscita molte volte dall’ambito della professionalità. Ciò non significa che l’informazione occidentale sia stata migliore. E’ giunto il momento che questa informazione faccia ammenda dei propri errori e lavori per preservare l’integrità territoriale della Libia e rafforzare i legami di solidarietà tra i figli del suo unico popolo.
Temiamo che la Libia possa andare incontro alla divisione e alla frammentazione, così come temiamo che possa andare incontro all’instabilità e sprofondare in conflitti interni, anche dopo l’esecuzione di Gheddafi. Vi sono numerosi segnali che rafforzano questi timori: il caos delle armi, i contrasti fra liberali e islamici, e quelli fra libici orientali ed occidentali. Questi timori sono stati espressi da alcuni fra gli stessi leader del nuovo governo transitorio.
Non vi è nessuno che provi simpatia per il colonnello Gheddafi – e se del tutto vi fossero dei simpatizzanti in patria e all’estero, sarebbero una sparuta e timida minoranza che non ha il coraggio di manifestare la propria simpatia, poiché la storia di quest’uomo sanguinario non ha potuto guadagnarsi molti amici. L’auspicio è che i nuovi governanti della Libia siano l’esatto contrario di Gheddafi, che non siano mossi da rancori e desideri di vendetta, siano molto cauti e non eccedano nell’ottimismo, dopo che abbiamo visto la giustizia dei fuorilegge applicata contro coloro che dissentivano, anche quando attraversavano i loro più gravi momenti di debolezza e di caduta.

Abd al-Bari Atwan è un giornalista palestinese residente in Gran Bretagna; è direttore del quotidiano panarabo “al-Quds al-Arabi”


(Traduzione di Roberto Iannuzzi)
Fonte: http://www.medarabnews.com  

اعدام القذافي ومهمة الناتو
عبد الباري عطوان
2011-10-21


تزايدت الأدلة والبراهين التي تؤكد وجود اتفاق مسبق بين انصار المجلس الوطني الليبي الانتقالي، وقادة دول حلف الناتو، على تصفية
العقيد معمر القذافي وابنائه والمقربين منه جسدياً، وعدم اعتقالهم أحياء، لتجنب تقديمهم الى محاكمات عادلة، يمكن ان تؤدي الى كشف أسرار وملفات لا يريد هؤلاء ان تظهر الى العلن، خاصة تلك المتعلقة بتعاون أجهزة الأمن الغربية مع النظام السابق، في قمع وتعذيب واغتيال شخصيات ليبية معارضة.
الصورة لا تكذب، خاصة اذا كانت تسجيلاً حياً، وشاهدنا أشرطة بثتها قنوات فضائية تظهر الزعيم الليبي السابق وهو يسير على قدميه، ويستعطف معتقليه الرحمة به، وعدم قتله، مثلما شاهدنا صوراً حية لابنه المعتصم وهو ملقى على الأرض يحرك يديه ولا نقطة دم واحدة على جسمه، ثم في صور اخرى وقد تحول الى جثة هامدة، وثقب كبير بين صدره وعنقه، قال الطبيب الشرعي الذي فحص جثمانه انه نتيجة عملية قتل بسلاح ثقيل، وأكد انه جرى اعدامه بعد اعدام والده برصاصة في الرأس. والشيء نفسه حصل للواء ابو بكر يونس جابر وزير الدفاع.
السيدة صفية فركاش ارملة المرحوم تقدمت بطلب رسمي الى الامم المتحدة للتحقيق في ظروف اعدامه، واعلن مكتب الامم المتحدة لحقوق الانسان عن عزمه اجراء تحقيق في مقتل الزعيم الليبي بعد اعتقاله حياً.
اللافت ان جميع قادة المجتمع الغربي الحر الذين لم يتوقفوا عن القاء محاضرات علينا حول كيفية احترام حقوق الانسان، وتطبيق حكم القانون، لم يعترضوا على عملية الاعدام هذه بل باركوها. وعلينا ان نتخيل كيف سيكون موقف هؤلاء لو ان حركة المقاومة الاسلامية 'حماس' قد اعدمت الجندي الاسرائيلي غلعاد شليط ومثلت بجثته، وسحلته في شوارع قطاع غزة.
نعم معمر القذافي كان مجرماً دموياً، نكّل بأفراد شعبه، وحرمهم من ابسط سبل العيش الكريم، وهم اناس احرار، شرفاء، سمتهم التواضع والكرم وعزة النفس ويرضون بأقل القليل، ولكن هذا لا يعني ان يعامل بالطريقة التي كان يعامل فيها خصومه ومعارضيه الذين يطالبون بالقضاء العادل واحترام الحد الادنى من مبادئ حقوق الانسان وقيمها.
شخصياً اصبت بصدمة وانا أرى بعض العناصر التابعة للمجلس الوطني الانتقالي تنهال ضرباً وبالأحذية على رأس رجل جريح، وتجره على الأرض، وتضاعفت هذه الصدمة عندما جرى عرض جثمانه وولده المعتصم في حاوية قذرة في مصراتة امام المارة، وكأن لا حرمة للموت.
يجادل البعض من المسؤولين في ليبيا 'الجديدة' ان قتله يعفي من اجراءات قضائية معقدة، قد تطول وتؤثر سلباً على العملية الانتقالية، وبناء مؤسسات الدولة، ولكن هذا الجدل واصحابه ينسون انهم يريدون ان تكون هذه المؤسسات ديمقراطية، اساسها العدالة وحقوق الانسان والحكم الرشيد. ولا نعتقد ان عمليات الاعدام للزعيم الليبي الراحل ورجاله تستقيم مع هذه التطلعات.
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شككنا منذ البداية في نوايا حلف الناتو وتدخله في ليبيا، ليس لأننا ضد حماية ابناء الشعب الليبي من مجازر القذافي ورجاله، فهذه مهمة سامية نؤيدها بقوة، وانما لأننا ندرك ان هذا التدخل يأتي لأسباب اخرى غير انسانية، واستعمارية في الاساس.
أليس غريباً ان تستمر عمليات حلف الناتو وغاراته لما بعد سقوط طرابلس العاصمة، وانهيار نظام العقيد القذافي، ولجوء حفنة من انصاره الى مدينتي سرت وبني وليد، وذلك تحت ذريعة حماية المدنيين الليبيين.. اي مدنيين يتحدث عنهم هؤلاء، فهل الذين كانت تقصفهم طائرات حلف الناتو في المدينتين هم من انصار المجلس الوطني الانتقالي، او المعارضين لنظام الطاغية؟
لم يكن من قبيل الصدفة ان يعلن حلف الناتو وقادته، انتهاء مهمتهم في ليبيا بعد اقل من 24 ساعة من مقتل الزعيم الليبي ونجله ووزير دفاعه، فمهمة الناتو لم تكن في الاساس لحماية المدنيين، فهذه ذريعة، ولا تغيير النظام، واما قتل رأس النظام ايضاً.
بإعدام العقيد القذافي بالطريقة الدموية التي شاهدنا، وشاهدها معنا العالم بأسره، تكون ليبيا طوت صفحة سوداء في تاريخها ، ولكن المأمول ان تكون الصفحة الجديدة التي تنوي فتحها اكثر بياضاً، عنوانها التسامح والترفع عن النزعات الثأرية والانتقامية، التي لمسنا ابشع صورها في تصفية رموز النظام السابق.' ' '
صحيح ان ليبيا تملك المال، بل الكثير منه، حيث هناك اكثر من 160 مليار دولار مجمدة أودعها النظام السابق في حسابات اوروبية وامريكية، ودخل سنوي من عوائد النفط في حدود 50 مليار دولار سنوياً، والمال ربما يسهل، بل يعجل بحل الكثير من المشاكل، ولكن يظل سلاح المال هذا قاصراً وغير فاعل اذا لم يتم ترميم الوحدة الوطنية بسرعة، وتحقيق المصالحة، وبالتالي التعايش بين مختلف القبائل والمناطق، بروح بعيدة عن منطق المنتصر والمهزوم.
الإعلام العربي، والفضائي منه على وجه الخصوص، لعب دورا كبيرا في تزوير الكثير من الحقائق، وخرج عن المهنية مرات عديدة، وهذا لا يعني ان الاعلام الغربي كان افضل حالا، وقد آن الأوان لكي يكفر هذا الاعلام عن اخطائه ،ويعمل من اجل الحفاظ على وحدة ليبيا الترابية ، وتعزيز أواصر التلاحم بين ابناء شعبها الواحد.
نخشى على ليبيا من التقسيم والتفتيت، مثلما نخشى عليها من عدم الاستقرار، والغرق في حروب داخلية، حتى بعد إعدام العقيد القذافي،وهناك العديد من المؤشرات التي تعزز هذه المخاوف، حيث فوضى السلاح والخلافات بين الليبراليين والاسلامييين، والمشارقة والمغاربة، وهي مخاوف عبّر عنها قادة في نظام الحكم الانتقالي الجديد انفسهم.
العقيد القذافي لم يجد أحداً يتعاطف معه، واذا كان هناك من متعاطفين في الداخل والخارج فهم قله خجولة، لا تجرؤ على اظهار تعاطفها، لان سجل الرجل الدموي لم يكسبه الكثير من الاصدقاء، والمأمول ان يكون حكام ليبيا الجدد عكسه تماماً، وان لا تحركهم الاحقاد والثارات، وان كنا حذرين جداً في الاغراق في التفاؤل، بعد ان شاهدنا عدالة الخارجين عن القانون تطبق ضد من يختلفون معهم، وهم في ابشع لحظات ضعفهم وانهيارهم.


Fonte: http://www.alquds.co.uk

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