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sabato 10 dicembre 2011

Berlusconi al G20: in Italia la crisi non si sente! (04/11/2011) Berlusconi al Partito Popolare Europeo: L'Italia è solida e i cittadini sono benestanti! Quando si dice: la follia al potere...

Il Cavaliere: La manovra è migliorabile, serve la fiducia!

La ripicca: Il gruppo dei deputati PDL arriva in ritardo di dieci minuti sul discorso di Sarkozy...


MARSIGLIA - Arriva al Palazzo dei congressi per la giornata conclusiva del vertice dei Popolari europei a bordo di una Jaguar nera. È il primo appuntamento internazionale che vede Silvio Berlusconi nella veste di ex capo del governo italiano. Ad acclamarlo un gruppo di parlamentari del Pdl con i quali scambia un rapido saluto, prima di sostare davanti ai giornalisti, mostrando il consueto ottimismo nonostante la manovra «salva Italia» che scuote il Paese. «L' Italia ce la farà - dice - mai avuto dubbi. Se sommiamo il debito pubblico alla finanza privata, noi siamo il secondo Paese più solido dopo la Germania e prima di Svezia, Francia e Gran Bretagna. Si potrebbe dire che ci sono uno Stato indebitato e dei cittadini benestanti. Non dobbiamo quindi essere preoccupati». Ma il contesto è tutt' altro che rassicurante. Lo rivelano le parole del Cavaliere molto critiche nei confronti della Germania, la cui «rigidità sta causando la situazione negativa» nella gestione dell' euro e il sentimento antifrancese abbastanza diffuso tra i parlamentari del Pdl giunti qui a Marsiglia. E proprio loro si rendono protagonisti di un gesto che può essere letto anche come una ripicca per il trattamento riservato il giorno prima ad Angelino Alfano, intervenuto in una sala semivuota. Il gruppo entra nell' auditorium in ritardo, mentre Sarkozy parla già da una decina di minuti. Qualcuno dice invece che tutto sia dipeso solo dal protrarsi dell' incontro avuto con il Cavaliere. E il ritardo genera una specie di incidente sull' assegnazione dei posti. Rocco Buttiglione si rifiuta di cedere il suo ad Alfano e ciò costringe un altro delegato a cedere la poltrona al segretario del Pdl. Ufficialmente, però, tra Cavaliere e Sarkozy tutto sarebbe stato chiarito mentre ci sarebbero stati momenti di particolare freddezza tra la cancelliera Merkel e il presidente francese nella riunione informale che ha preceduto l' assemblea plenaria. E lo fa capire proprio l' ex premier che riconosce al presidente francese di «avere detto cose assolutamente condivisibili». In ogni caso, anche questo dettaglio indica il clima del momento, alla vigilia di un vertice a Bruxelles che si annuncia se non l' «ultima spiaggia» qualcosa che gli si avvicina. Del resto, anche Berlusconi conferma l' importanza del summit: «È una spiaggia importante, non credo sia l' ultimissima perché non c' è mai un' ultima spiaggia». Il Cavaliere, poi, si concentra sull' Italia e sulla manovra che le Camere stanno per approvare. Una manovra che, sostiene, «è migliorabile perché su tante cose siamo d' accordo e su altre no». Ecco perché è convinto che «ci sarà la fiducia perché se non ci fosse ci sarebbe la presentazione di emendamenti e tutto diventerebbe più difficile e non si riuscirebbe a farla approvare prima di Natale». Nel Pdl, gli viene fatto notare, c' è chi vorrebbe fare pagare l' Ici alla Chiesa. «Io so - argomenta - che tutte le risorse che la Chiesa risparmia le converte in attività caritatevoli a favore di chi ha bisogno. Ecco perché ho lasciato la piena libertà ai membri del mio partito». Infine, la questione delle frequenze tv liberate dal digitale terrestre. «Temo che se ci fosse un' asta la gara sarebbe disertata da molti», replica Berlusconi a chi gli domanda se non serva a fare cassa per finanziare misure contenute nella manovra. C' è molta incertezza al riguardo. «Io non ho affrontato il problema - aggiunge alludendo alla decisione di Sky di non partecipare - però un protagonista del mondo televisivo ha rinunciato. Per quello che so io c' è molta freddezza anche nell' azienda che fa capo a me e di cui tra l' altro non mi occupo».
Fuccaro Lorenzo - Twitter@Lorenzo_Fuccaro
Pagina 16
(9 dicembre 2011) - Corriere della Sera
Fonte: http://archiviostorico.corriere.it
RIPRODUZIONE RISERVATA


sabato 12 novembre 2011

EURO-TRUFFA CRIMINALE - Ecco il vero motivo della crisi economica!



Questo video-verità trae le proprie informazioni dallo studio realizzato dal giornalista, Paolo Barnard, intitolato "Il più grande crimine", scaricabile gratuitamente al seguente indirizzo: http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf • Tagli alla sanità, tagli alla scuola, tagli ai servizi pubblici e alle pensioni. Tagli alla cultura e alla ricerca. Licenziamenti. Disoccupazione. Privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali. Aumento delle tasse. Questa è l'Italia di oggi. Da dove viene, quindi, la nostra crisi economica? Sui giornali e nelle televisioni nessuno risponde a questa domanda. È necessario quindi sapere la reale causa, che è rappresentata dall'euro. L'euro ha portato la perdita di sovranità monetaria in tutti gli stati che hanno accettato la moneta unica. E sta proprio qui la fregatura, che nessuno ci dice.
Ma cosa significa perdere la propria sovranità monetaria? Significa perdere la possibilità da parte di uno Stato di stampare moneta. Prima, con la sovranità monetaria, succedeva che nei momenti di difficoltà lo Stato stampava moneta, per sostenere le produzioni e i servizi pubblici, e indebitandosi solo con sé stesso. Indebitandosi solo con sé stesso. Quindi il cosiddetto debito pubblico non era un problema. Lo dimostra il fatto che il Giappone, stato a moneta sovrana, oggi ha il debito pubblico più alto del mondo, il doppio di quello dell'Italia. Nonostante ciò il Giappone non è un paese a rischio fallimento e la sua inflazione è pressoché inesistente, allo 0,4 percento.
In Italia, invece, oggi il debito pubblico è un enorme problema. Il perché è presto detto: non potendo più stampare moneta, il nostro paese è obbligato a indebitarsi, non più con sé stesso, ma con i grandi investitori privati di tutto il mondo, come un qualsiasi cittadino che, nel suo piccolo, va in banca per accendere un mutuo. E dunque avendo l'incombenza di ripagare questo enorme debito lo Stato deve necessariamente percorrere due strade: tagliare, tagliare, tagliare e aumentare le tasse. Prende avvio così un circolo vizioso per cui i grandi investitori privati non hanno più la certezza di ottenere il pagamento dei crediti che vantano nei confronti dell'Italia, e così non acquistano più i nostri titoli di stato come Btp e Bot, che l'Italia emette per ottenere nuovo denaro al fine di finanziare la spesa pubblica.
Ecco che cosa sta alla base della nostra crisi e che nessuno ci dice.

Fonte: http://www.youtube.com/user/mattber17061984

venerdì 26 agosto 2011

L' USCITA DALL'EURO DELL'ITALIA SARA' NEL FUTURO PROSSIMO UNA REALTA'? CHI SI E' ARRICCHITO INGIUSTAMENTE SULLA PELLE E SULLE TASCHE DEGLI ITALIANI? SOPRATTUTTO CHI HA SPECULATO SULLA CLASSE PIU' DEBOLE DELLA SOCIETA' ITALIANA ED EUROPEA? LA SINISTRA ITALIANA HA UNA GRAVE COLPA, QUELLA DI NON AVERE MAI IN REALTA' DIFESO GLI INTERESSI DELLA POVERA GENTE! LA SINISTRA ITALIANA PECCA DI IPOCRISIA MENTRE IL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2002 NON HA SAPUTO O VOLUTO CONTROLLARE IL REALE CAMBIO DI VALORE DELL'EURO RISPETTO ALLA VECCHIA LIRA NAZIONALE!

DI ALBERTO BAGNAI
ilmanifesto.it

Un anno fa, discorrendo con Aristide, chiedevo come mai la sinistra italiana rivendicasse con tanto orgoglio la paternità dell’euro: non vedeva quanto esso fosse opposto agli interessi del suo elettorato? Una domanda simile a quella di Rossanda. Aristide, economista di sinistra, mi raggelò: “caro Alberto, i costi dell’euro, come dici, sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i nostri politici, ma non potevano spiegarli ai loro elettori: se questi avessero potuto confrontare costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.” Insomma: “il popolo non sa quale sia il suo interesse: per fortuna a sinistra lo sappiamo e lo faremo contro la sua volontà”. Ovvero: so che non sai nuotare e che se ti getto in piscina affogherai, a meno che tu non “decida liberamente” di fare la cosa giusta: imparare a nuotare. Decisione che prenderai dopo un leale dibattito, basato sul fatto che ti arrivo alle spalle e ti spingo in acqua. Bella democrazia in un intellettuale di sinistra!

Questo agghiacciante paternalismo può sembrare più fisiologico in un democristiano, ma non dovrebbe esserlo. “Bello è di un regno come che sia l’acquisto”, dice re Desiderio. Il cattolico Prodi l’Adelchi l’ha letto solo fino a qui. Proseguendo, avrebbe visto che per il cattolico Manzoni la Realpolitik finisce in tragedia: il fine non giustifica i mezzi. La nemesi è nella convinzione che “più Europa” risolva i problemi: un argomento la cui futilità non può essere apprezzata se prima non si analizza la reale natura delle tensioni attuali.

Il debito pubblico non c’entra.

Sgomenta l’unanimità con la quale destra e sinistra continuano a concentrarsi sul debito pubblico. Che lo faccia la destra non è strano: il contrattacco ideologico all’intervento dello Stato nell’economia è il fulcro della “controriforma” seguita al crollo del muro. Questo a Rossanda è chiaro. Le ricordo che nessun economista ha mai asserito, prima del trattato di Maastricht, che la sostenibilità di un’unione monetaria richieda il rispetto di soglie sul debito pubblico (il 60% di cui parla lei). Il dibattito sulla “convergenza fiscale” è nato dopo Maastricht, ribadendo il fatto che queste soglie sono insensate. Maastricht è un manifesto ideologico: meno Stato (ergo più mercato). Ma perché qui (cioè a sinistra?) nessuno mette Maastricht in discussione? Questo Rossanda non lo nota e non se lo chiede. Se il problema fosse il debito pubblico, dal 2008 la crisi avrebbe colpito prima la Grecia (debito al 110% del Pil), e poi Italia (106%), Belgio (89%), Francia (67%) e Germania (66%). Gli altri paesi dell’eurozona avevano debiti pubblici inferiori. Ma la crisi è esplosa prima in Irlanda (debito pubblico al 44% del Pil), Spagna (40%), Portogallo (65%), e solo dopo Grecia e Italia. Cosa accomuna questi paesi? Non il debito pubblico (minimo nei primi paesi colpiti, altissimo negli ultimi), ma l’inflazione. Già nel 2006 la Bce indicava che in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna l’inflazione non stava convergendo verso quella dei paesi “virtuosi”. I Pigs erano un club a parte, distinto dal club del marco (Germania, Francia, Belgio, ecc.), e questo sì che era un problema: gli economisti sanno da tempo che tassi di inflazione non uniformi in un’unione monetaria conducono a crisi di debito estero (prevalentemente privato).

Inflazione e debito estero.

Se in X i prezzi crescono più in fretta che nei suoi partner, X esporta sempre meno, e importa sempre più, andando in deficit di bilancia dei pagamenti. La valuta di X, necessaria per acquistare i beni di X, è meno richiesta e il suo prezzo scende, cioè X svaluta: in questo modo i suoi beni ridiventano convenienti, e lo squilibrio si allevia. Effetti uguali e contrari si producono nei paesi in surplus, la cui valuta diventa scarsa e si apprezza. Ma se X è legato ai suoi partner da un’unione monetaria, il prezzo della valuta non può ristabilire l’equilibrio esterno, e quindi le soluzioni sono due: o X deflaziona, o i suoi partner in surplus inflazionano. Nella visione keynesiana i due meccanismi sono complementari: ci si deve venire incontro, perché surplus e deficit sono due facce della stessa medaglia (non puoi essere in surplus se nessuno è in deficit). Ai tagli nel paese in deficit deve accompagnarsi un’espansione della domanda nei paesi in surplus. Ma la visione prevalente è asimmetrica: l’unica inflazione buona è quella nulla, i paesi in surplus sono “buoni”, e sono i “cattivi” in deficit a dover deflazionare, convergendo verso i buoni. E se, come i Pigs, non ci riescono? Le entrate da esportazioni diminuiscono e ci si deve indebitare con l’estero per finanziare le proprie importazioni. I paesi a inflazione più alta sono anche quelli che hanno accumulato più debito estero dal 1999 al 2007: Grecia (+78 punti di Pil), Portogallo (+67), Irlanda (+65) e Spagna (+62). Con il debito crescono gli interessi, e si entra nella spirale: ci si indebita con l’estero per pagare gli interessi all’estero, aumenta lo spread e scatta la crisi.

Lo spettro del 1992.

E l’Italia? Dice Rossanda: “il nostro indebitamento è soprattutto all’interno”. Non è più vero. Pensate veramente che ai mercati interessi con chi va a letto Berlusconi? Pensate che si preoccupino perché il debito pubblico è “alto”? Ma il nostro debito pubblico è sopra il 100% da 20 anni, e i nostri governi, anche se meno folcloristici, sono stati spesso più instabili. Non è questo che preoccupa i mercati: quello che li preoccupa è che oggi, come nel 1992, il nostro indebitamento con l’estero sta aumentando, e che questo aumento, come nel 1992, è guidato dall’aumento dei pagamenti di interessi sul debito estero, che è in massima parte debito privato, contratto da famiglie e imprese (il 65% delle passività sull’estero dell’Italia sono di origine privata).

Cui Prodest?

Calata nell’asimmetria ideologica mercantilista (i “buoni” non devono cooperare) e monetarista (inflazione zero) la scelta politica di privarsi dello strumento del cambio diventa strumento di lotta di classe. Se il cambio è fisso, il peso dell’aggiustamento si scarica sui prezzi dei beni, che possono diminuire o riducendo i costi (quello del lavoro, visto che quello delle materie prime non dipende da noi) o aumentando la produttività. Precarietà e riduzioni dei salari sono dietro l’angolo. La sinistra che vuole l’euro ma non vuole Marchionne mi fa un po’ pena. Chi non deflaziona accumula debito estero, fino alla crisi, in seguito alla quale lo Stato, per evitare il collasso delle banche, si accolla i debiti dovuti agli squilibri esterni, trasformandoli in debiti pubblici. Alla privatizzazione dei profitti segue la socializzazione delle perdite, con il vantaggio di poter incolpare a posteriori i bilanci pubblici. La scelta non è se deflazionare o meno, ma se farlo subito o meno. Una scelta ristretta, ma solo perché l’ottusità ideologica impone di concentrarsi sul sintomo (lo squilibrio pubblico, che può essere corretto solo tagliando), anziché sulla causa (lo squilibrio esterno, che potrebbe essere corretto cooperando). Alla domanda di Rossanda “non c’è stato qualche errore?” la risposta è quella che dà lei stessa: no, non c’è stato nessun errore. Lo scopo che si voleva raggiungere, cioè la “disciplina” dei lavoratori, è stato raggiunto: non sarà “di sinistra”, ma se volete continuare a chiamare “sinistra” dei governi “tecnici” a guida democristiana accomodatevi. Lo dice il manuale di Acocella: il “cambio forte” serve a disciplinare i sindacati.

Più Europa?

Secondo la teoria economica un’unione monetaria può reggere senza tensioni sui salari se i paesi sono fiscalmente integrati, poiché ciò facilita il trasferimento di risorse da quelli in espansione a quelli in recessione. Una “soluzione” che interviene a valle, cioè allevia i sintomi, senza curare la causa (gli squilibri esterni). È il famoso “più Europa”. Un esempio: festeggiamo quest’anno il 150° anniversario dell’unione monetaria, fiscale e politica del nostro paese. “Più Italia” l’abbiamo avuta, non vi pare? Ma 150 anni dopo la convergenza dei prezzi fra le varie regioni non è completa, e il Sud ha un indebitamento estero strutturale superiore al 15% del proprio Pil, cioè sopravvive importando capitali dal resto del mondo (ma in effetti dal resto d’Italia). Dopo cinquanta anni di integrazione fiscale nell’Italia (monetariamente) unita abbiamo le camicie verdi in Padania: basterebbero dieci anni di integrazione fiscale nell’area euro, magari a colpi di Eurobond, per riavere le camicie brune in Germania. L’integrazione fiscale non è politicamente sostenibile perché nessuno vuole pagare per gli altri, soprattutto quando i media, schiavi dell’asimmetria ideologica, bombardano con il messaggio che gli altri sono pigri, poco produttivi, che “è colpa loro”. Siano greci, turchi, o ebrei, sappiamo come va a finire quando la colpa è degli altri.

Deutschland über alles.

Le soluzioni “a valle” dello squilibrio esterno sono politicamente insostenibili, ma lo sono anche quelle “a monte”. La convivenza con l’euro richiederebbe l’uscita dall’asimmetria ideologica mercantilista. Bisognerebbe prevedere simmetrici incentivi al rientro per chi si scostasse in alto o in basso da un obiettivo di inflazione. Il coordinamento del quale Rossanda parla andrebbe costruito attorno a questo obiettivo. Ma il peso dei paesi “virtuosi” lo impedirà. Perché l’euro è l’esito di due processi storici. Rossanda vede il primo (il contrattacco del capitale per recuperare l’arretramento determinato dal new deal post-bellico), ma non il secondo: la lotta secolare della Germania per dotarsi di un mercato di sbocco. Ci si estasia (a destra e a sinistra) per il successo della Germania, la “locomotiva” d’Europa, che cresce intercettando la domanda dei paesi emergenti. Ma i dati che dicono? Dal 1999 al 2007 il surplus tedesco è aumentato di 239 miliardi di dollari, di cui 156 realizzati in Europa, mentre il saldo commerciale verso la Cina è peggiorato di 20 miliardi (da un deficit di -4 a uno di -24). I giornali dicono che la Germania esporta in Oriente e così facendo ci sostiene con la sua crescita. I dati dicono il contrario. La domanda dei paesi europei, drogata dal cambio fisso, sostiene la crescita tedesca. E la Germania non rinuncerà a un’asimmetria sulla quale si sta ingrassando. Ma perché i governi “periferici” si sono fatti abbindolare dalla Germania? Lo dice il manuale di Gandolfo: la moneta unica favorisce una “illusione della politica economica” che permette ai governi di perseguire obiettivi politicamente improponibili, cavandosela col dire che sono imposti da istanze sopraordinate (quante volte ci siamo sentiti dire “l’Europa ci chiede...”?). Il fine (della lotta di classe al contrario) giustificava il mezzo (l’ancoraggio alla Germania).

La svalutazione rende ciechi.

È un film già visto. Ricordate lo Sme “credibile”? Dal 1987 al 1991 i cambi europei rimasero fissi. In Italia l’inflazione salì dal 4.7% al 6.2%, con il prezzo del petrolio in calo (ma i cambi fissi non domavano l’inflazione?). La Germania viaggiava su una media del 2%. La competitività italiana diminuiva, l’indebitamento estero aumentava, e dopo la recessione Usa del 1991 l’Italia dovette svalutare. Svalutazione! Provate a dire questa parola a un intellettuale di sinistra. Arrossirà di sdegnato pudore virginale. Non è colpa sua. Da decenni lo bombardano con il messaggio che la svalutazione è una di quelle cosacce che provocano uno sterile sollievo temporaneo e orrendi danni di lungo periodo. Non è strano che un sistema a guida tedesca sia retto dal principio di Goebbels: basta ripetere abbastanza una bugia perché diventi una verità. Ma cosa accadde dopo il 1992? L’inflazione scese di mezzo punto nel ’93 e di un altro mezzo nel ’94. Il rapporto debito estero/Pil si dimezzò in cinque anni (da -12 a -6 punti di Pil). La bolletta energetica migliorò (da -1.1 a -1.0 punti). Dopo uno shock iniziale, l’Italia crebbe a una media del 2% dal 1994 al 2001. La lezioncina sui danni della svalutazione (genera inflazione, procura un sollievo solo temporaneo, non ce la possiamo permettere perché importiamo il petrolio) è falsa.

Irreversibile?

Si dice che la svalutazione non sarebbe risolutiva, e che le procedure di uscita non sono previste, quindi... Quindi cosa? Chi è così ingenuo da non vedere che la mancanza di procedure di uscita è solo un espediente retorico, il cui scopo è quello di radicare nel pubblico l’idea di una “naturale” o “tecnica” irreversibilità di quella che in fondo è una scelta umana e politica (e come tale reversibile)? Certo, la svalutazione renderebbe più oneroso il debito definito in valuta estera. Ma porterebbe da una situazione di indebitamento estero a una di accreditamento estero, producendo risorse sufficienti a ripagare i debiti, come nel 1992. Se non lo fossero, rimarrebbe la possibilità del default. Prodi vuol far sostenere una parte del conto ai “grossi investitori istituzionali”? Bene: il modo più diretto per farlo non è emettere Eurobond “socializzando” le perdite a beneficio della Germania (col rischio camicie brune), ma dichiarare, se sarà necessario, il default, come hanno già fatto tanti paesi che non sono stati cancellati dalla geografia economica per questo. È già successo e succederà. “I mercati ci puniranno, finiremo stritolati!”. Altra idiozia. Per decenni l’Italia è cresciuta senza ricorrere al risparmio estero. È l’euro che, stritolando i redditi e quindi i risparmi delle famiglie, ha costretto il paese a indebitarsi con l’estero. Il risparmio nazionale lordo, stabile attorno al 21% dal 1980 al 1999, è sceso costantemente da allora fino a toccare il 16% del reddito. Nello stesso periodo le passività finanziarie delle famiglie sono raddoppiate, dal 40% all’80%. Rimuoviamo l’euro, e l’Italia avrà meno bisogno dei mercati, mentre i mercati continueranno ad avere bisogno dei 60 milioni di consumatori italiani.

Non faccia la sinistra ciò che fa la destra.

Dall’euro usciremo, perché alla fine la Germania segherà il ramo su cui è seduta. Sta alla sinistra rendersene conto e gestire questo processo, anziché finire sbriciolata. Non sto parlando delle prossime elezioni. Berlusconi se ne andrà: dieci anni di euro hanno creato tensioni tali per cui la macelleria sociale deve ora lavorare a pieno regime. E gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso. Sarà ancora una volta concesso alla sinistra della Realpolitik di gestire la situazione, perché esiste un’altra illusione della politica economica, quella che rende più accettabili politiche di destra se chi le attua dice di essere di sinistra. Ma gli elettori cominciano a intuire che la macelleria sociale si può chiudere uscendo dall’euro. Cara Rossanda, gli operai non sono “scombussolati”, come dice lei: stanno solo capendo. “Peccato e vergogna non restano nascosti”, dice lo spirito maligno a Gretchen. Così, dopo vent’anni di Realpolitik, ad annaspare dove non si tocca si ritrovano i politici di sinistra, stretti fra la necessità di ossequiare la finanza, e quella di giustificare al loro elettorato una scelta fascista non tanto per le sue conseguenze di classe, quanto per il paternalismo con il quale è stata imposta. Si espongono così alle incursioni delle varie Marine Le Pen che si stanno affacciando in paesi di democrazia più compiuta, e presto anche da noi. Perché le politiche di destra, nel lungo periodo, avvantaggiano solo la destra. Ma mi rendo conto che in un paese nel quale basta una legislatura per meritarsi una pensione d’oro, il lungo periodo possa non essere un problema dei politici di destra e di sinistra. Questo spiega tanta unanimità di vedute.

Alberto Bagnai
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/08/articolo/5225/
22.08.2011

martedì 31 agosto 2010

Dal 2009 al 2010 in Italia non è cambiato niente: il potere d'acquisto dell'Euro è sempre più dimezzato e gli stipendi degli Italiani sempre più poveri!

Sopra il rapporto Istat dell'anno 2009 da "Il Tirreno"

2002-2010: dopo otto anni dall’entrata in vigore dell’Euro in Italia il nostro Governo ancora non si accorge della miseria degli stipendi nel nostro Paese?

Sono esattamente otto anni ormai che in Italia ed in Europa si acquista e si paga con un’unica moneta, ovvero l’Euro.
Con l’entrata della moneta unica ci si aspettava tutti un netto miglioramento del nostro tenore di vita ma in realtà abbiamo assistito ad un crollo vertiginoso del potere d’acquisto dei nostri già miseri stipendi, perché resta appurato il fatto che anche con la Lira in vigore prima del Gennaio 2002, lo stipendio medio dei lavoratori Italiani, sia pubblici che privati, era nettamente inferiore alla media Europea ed alla media dei Paesi più industrializzati del Mondo.
Con il tasso di cambio pari a 1936,27 Lire la moneta unica ha progressivamente dimezzato in realtà il potere d’acquisto dei salari Italiani già messi a dura prova dal caro vita con il risultato scioccante che oggi chi era ricco con la Lira si è ritrovato miracolosamente più ricco mentre chi già soffriva con la moneta Nazionale si è ritrovato più povero e in grave difficoltà economica.
Colpa dell’Euro? Non solo…colpa anche e soprattutto dei Governi che si sono succeduti al Potere in questi ultimi 9 anni: che sono il Governo di Centro-Sinistra guidato dall’Ulivo di Romano Prodi e quello di Centro-Destra guidato dall’attuale Premier Silvio Berlusconi.
Prodi e compagni ci hanno spinto a forza nella zona Euro pur sapendo che l’economia Italiana all’epoca non era ancora pronta per affrontare un simile passo ed affrontare così tante novità e cambiamenti in materia di legislazione Comunitaria senza per altro consultarci con un Referendum popolare così come hanno fatto diverse Nazioni Europee, ratificando il trattato dell’Unione Europea autonomamente e facendoci così entrare in Europa con il solo volere del Parlamento Italiano introducendo addirittura una Tassa speciale per l’Europa denominata Euro-Tax con la vana promessa mai mantenuta della restituzione futura ai contribuenti di un vero e proprio ladrocinio ai danni del popolo Italiano già super-tassato; Berlusconi invece aveva commesso forse il più grosso degli errori che poteva commettere in un momento così tanto delicato, cioè il suo Governo all’alba del fatidico anno 2002 non aveva controllato e non ha mai controllato la reale conversione dei prezzi dalle Lire all’Euro, prendendo in giro oltre modo gli Italiani regalando ad ogni capo-famiglia una calcolatrice che convertiva matematicamente i prezzi in maniera tale che proprio come disse il Premier stesso, sarebbero stati tutti i cittadini singolarmente a controllare la conversione reale dei prezzi vigilando sulle truffe, niente di più cretina fu quella scellerata iniziativa propagandistica e demagogica che servì solo a sperperare i soldi pubblici nella fabbricazione di milioni di calcolatrici e centinaia di migliaia di Euro per la spesa di spedizione ad ogni singola famiglia Italiana, iniziativa che come abbiamo poi visto non è servita a niente!!!
Già perché poi un cittadino normale come potrebbe tenere a bada i prezzi della produzione Industriale, Artigianale ed Agricola? O delle materie prime? O del commercio Nazionale ed Internazionale? Oppure delle Azioni e dei Titoli di Borsa? Dei conti correnti e dei tassi d’interesse delle Banche? E si potrebbe continuare all’infinito…così ogni famiglia Italiana con quella ridicola calcolatrice regalatagli dal generoso Premier Berlusconi andando al Supermercato o in Bottega non poté fare altro che registrare passivamente il raddoppio improvviso dei prezzi di ogni bene di consumo, alimentare, elettronico e di ogni altra specie, senza appunto poter far nulla, soprattutto per i beni di prima necessità che tutti noi siamo costretti ad acquistare per la nostra stessa sopravvivenza come ad esempio prodotti quali il latte, il pane, la frutta e la verdura, sale e zucchero, acqua e farina.
Insomma, ciò che il Governo avrebbe dovuto fare all’epoca, cioè controllare e calmierare, non lo ha fatto ed anzi ha ridicolizzato l’intero popolo Italiano che in lui ha dato fiducia, demandandolo di un compito che non era il suo e che non avrebbe mai potuto svolgere.
Omettendo la mansione di controllore, l’allora Governo Berlusconi aprì la strada alla già presente e frenetica corsa al rialzo dei prezzi: come non ricordare gli affitti di appartamenti privati di media metratura che fino al 2002 venivano offerti a 500 MILA LIRE al mese (250,00 Euro circa) e “magicamente” convertiti dopo il 2002 a 500 EURO al mese (UN MILIONE DELLE VECCHIE LIRE, il doppio delle 500 MILA LIRE)??? Come non ricordare che tutto ciò che si acquistava prima del 2002 esattamente un anno prima a 5 MILA LIRE (2 Euro e 50 Centesimi circa) dopo il 2002 esattamente un anno dopo la stessa merce di qualsiasi genere si acquistava a 5 EURO (10 MILA LIRE circa, il doppio delle 5 MILA LIRE del vecchio conio)??? Solo il Governo poteva calmierare e controllare questo scempio ma ovviamente e volutamente non lo ha fatto!!! Tanti motivi e tanti interessi di parte avevano spinto il Governo Berlusconi a non intervenire, a lasciar correre mentre il popolo medio Italiano soffriva il caro prezzi e veniva messo in ginocchio dalla frenesia dell’Euro.
Migliaia e migliaia di famiglie Italiane, sempre più impoverite e sfinite dal caro vita, hanno sofferto e soffrono tutt’oggi il costante stato di miseria in cui sono costrette a vivere grazie anche al gravissimo fatto che gli stipendi in Italia, sia pubblici che privati, non solo sono stati dimezzati e rosicati dai prezzi convertiti in Euro, ma sono anche “congelati” all’anno 2000 Domini, cioè dal 2000 non sono stati diciamo più aggiornati, aumentati, non sono stati mai più adeguati all’attuale tenore di vita ed agli attuali valori di mercato.
In questo modo tutti noi ci ritroviamo ad essere pagati più o meno con la stessa busta paga di 9 anni fa a fronte però di un tenore diverso di vita che è ovviamente e naturalmente aumentato.
Non ci vuole uno scienziato per capire che un operaio o un impiegato, con 1300,00 Euro di stipendio medio mensile che è oggi quello Italiano, non può più far fronte a tutte le spese che oggi siamo costretti a fare, non può più mantenere una famiglia e cosa strana e buffa, se disgraziatamente una persona, femmina o maschio che sia, non è sposato o non ha una compagna, una famiglia, ancora peggio perché non riuscirebbe a vivere nemmeno single.
I conti si fanno presto a fare: per tutti coloro che purtroppo non hanno avuto la fortuna di vedersi assegnata una casa popolare, sono ovviamente costretti a stabilirsi dentro un appartamento in affitto privato e gli affitti privati si sa non guardano in faccia a nessuno, così che rispondono solo alle leggi di mercato, dunque un appartamento di metratura media con due camere da letto, bagno, cucina e salotto in un qualsiasi centro-città di una qualsiasi città Italiana viene a costare in media, centesimo in più o in meno, sulle 500,00 Euro al mese…che bisogna sottrarle al salario medio di 1300,00 Euro e ci rimangono in mano dunque 800,00 Euro; da queste 800,00 Euro ci si devono togliere quasi sicuramente almeno 50,00 Euro che è la media delle spese condominiali perché l’appartamento spesso è posto all’interno di un palazzo condominiale che piccolo o grande che sia ha comunque i suoi costi di manutenzione (luce scale, pulizia scale e androne, manutenzioni varie di giardino o ascensore, assicurazione condominiale, posto auto condominiale ecc.) e ci rimangono 750,00 Euro da cui ci si devono togliere almeno tra le 250,00 e le 350,00 Euro al mese che servono per fare la spesa quotidiana (pane, pasta, latte, uova, zucchero, farina, caffè, the, camomilla, frutta e verdura, carne, insaccati vari, yogurt, dentifricio, saponi e saponette varie, carta igienica, prodotti per il bagno e per la pulizia generale della casa, detersivi, bagnoschiuma, lamette e dopobarba, ortaggi vari e prodotti a media e lunga conservazione sia di alimentari che di altro utilizzo quotidiano ed altre tante cose importanti per la vita quotidiana di tutti) poniamo il fatto improbabile che in un mese riusciamo a comprare queste cose che abbiamo elencato ed altre ancora con solo 350,00 Euro di spesa perché andiamo sempre ad acquistare tutto ad un Discount molto economico, ci rimarrebbero in mano 400,00 Euro (1300,00 – 500,00 – 350,00 = 400,00 Euro) dunque con queste 400,00 Euro di avanzo mensile non dimenticate che dovrete coprire anche eventuali visite mediche dal dottore, ticket ASL, medicinali eventuali (non tutti i medicinali esentano dal ticket) pagare le bollette di acqua, luce, corrente elettrica, gas, pagare l’assicurazione della vostra automobile ogni 6 mesi o annualmente a seconda del tipo di contratto che avrete fatto, pagare il bollo auto, pagare la benzina della vostra automobile quando sarete obbligati ad utilizzarla per i vostri spostamenti, comprarvi ogni tanto dei vestiti nuovi, delle scarpe, della biancheria intima non solo per voi ma anche eventualmente per i vostri figli, coprire le spese scolastiche dei vostri figli, fargli ogni tanto anche dei regalini magari per il loro compleanno ecc. ecc. vi domando, si può tirare avanti a fine mese in queste condizioni??? NO…difatti ecco perché la famiglia media Italiana non riesce più a sopravvivere e già alla terza settimana è in grave difficoltà economica.
Pensiamo poi anche al fatto che nell’ultimo rapporto OCSE l’Italia, tra i 30 Paesi più industrializzati e progrediti del Mondo è scesa al 23° posto, cioè siamo il Paese Europeo dove gli stipendi medi sono tra i più bassi, solo la Polonia ed il Portogallo ci stanno dietro ed incredibilmente pure la Grecia, una volta tra le Nazioni Europee più povere, ci ha superato ed è attestata al 15° posto.
SEDICIMILA EURO all’anno di stipendio netto medio, troppo poco per un’Italia che si vanta troppo spesso di cose e di risultati che in realtà non ha mai raggiunto.
A 7 anni dall’ingresso nella zona EURO urge un radicale cambiamento nell’economia del Paese che ha fortemente bisogno di Governi che controllino e che calmierino la situazione già appesantita e aggravata di un’economia in affanno.
Dal Pubblico Impiego al Commercio, tutto ha bisogno di un nuovo sostegno, di una nuova spinta rinnovatrice e di cambiamento radicale che oggi tarda a venire.
Alexander Mitrokhin

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E IMMIGRAZIONE SELVAGGIA, A QUANDO UNA VERA RISPOSTA RISOLUTIVA E DEFINITIVA AL PROBLEMA? L'EUROPA DEVE SEGUIRE L'ESEMPIO DELLA FRANCIA!

ANCHE IN ITALIA E' URGENTE UNA RIFORMA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA SULLA BASE DELLA NUOVA LEGGE FRANCESE VOLUTA DA SARKOZY OGGI CONTESTATA DA UE E VATICANO:

Recentemente in Francia il Presidente della Repubblica Sarkozy ha fatto approvare dal proprio Governo una nuova Legge che in materia di immigrazione, rivoluziona in maniera del tutto innovativa la legislazione che in quel Paese regola i rapporti tra l'immigrato e lo Stato Francese e soprattutto tra gli immigrati che hanno conseguito la cittadinanza Francese.
La novità sta appunto nel fatto che per legge è stata decretata la revocabilità della cittadinanza Francese a tutti i cittadini stranieri che hanno commesso gravi reati e che hanno continuato a delinquere in territorio Francese, in pratica con la revoca della cittadinanza il cittadino che era stato acquisito da Francese torna ad essere un cittadino straniero in territorio Francese, un immigrato qualunque che può essere estradato, espulso e respinto al suo Paese di origine.
Inoltre la nuova Legge Francese in materia di immigrazione consente al Governo di espellere con il foglio di via anche il cittadino straniero Comunitario in territorio Francese se ha commesso gravi reati da considerarlo un ospite indesiderato; ciò che sta accadendo oggi in Francia con l'espulsione di centinaia di Rom che vengono rimpatriati in Romania, pur essendo essa stessa una Nazione che fa parte a pieno titolo dell'Unione Europea, è una chiara conseguenza di questa nuova Legge entrata in vigore da poche settimane in Francia.
Ritengo personalmente che ciò che sta accadendo in Francia in questi ultimi giorni sia giusto e legittimo, anzi, purtroppo questi provvedimenti sono tardivi anche se sempre molto efficaci, perché una legislazione simile in materia di immigrazione doveva essere varata molti anni prima non solo dal Governo Francese, ma anche dal Governo Italiano e da tutti i Governi delle Nazioni che fanno parte dell'Unione Europea.
Oggi la Commissione dell'Unione Europea insieme al Governo della Città del Vaticano contestano fortemente questa nuova legislazione Francese che regola i rapporti dell'immigrato e dello straniero con il Governo di Parigi, a mio avviso ingiustamente e senza veri, validi motivi.
L'immigrazione clandestina e l'immigrazione selvaggia, indiscriminata e incontrollata è oggi ancora una piaga per tutti i Paesi Europei che stanno affrontando una grande crisi economica senza precedenti dal secondo dopo Guerra sino ad oggi; l'ondata di immigrati che ogni anno si abbatte sull'Europa e soprattutto sull'Italia rischia di impoverire ulteriormente l'economia dei Paesi più industrializzati dell'Occidente perché con l'aumento smisurato della popolazione e di conseguenza con l'aumento vertiginoso della domanda di lavoro, (quando purtroppo nell'ultimo anno in Europa centinaia di migliaia di occupati in forza-lavoro si sono ritrovati licenziati o cassintegrati a causa della crisi che dal 2008 si trascina dall'America all'Europa intera), si allarga la “forbice” della classe medio-bassa e si incrementa ulteriormente il numero dei poveri e degli indigenti che non riescono ad arrivare alla fine del mese o peggio che non riescono proprio più a sopravvivere se non con il solo aiuto dell'assistenzialismo Statale e Religioso.
Perché dunque scagliarsi contro il Governo Francese e le sue nuove Leggi che finalmente possono in parte risolvere il problema dell'immigrazione selvaggia in Francia? Perché invece di proclamare anatemi contro il Presidente Sarkozy non si prendono a modello quelle Leggi Francesi per applicarle anche nel resto d'Europa e soprattutto qui in Italia?
L'Unione Europea, il Vaticano e quanti si sono scagliati contro la Francia in realtà non vogliono risolvere il problema dell'immigrazione clandestina e non vogliono aiutare i poveri immigrati che approdano sulle coste Italiane spinti dalla fame e dalla disperazione.
Chi veramente avrebbe a cuore i problemi della fame nel Mondo, i problemi dei Paesi del Terzo Mondo e dell'Africa, prima di tutto dovrebbe cercare di risolvere a monte le piaghe della fame, della sete, della povertà e della guerra che affliggono un quarto o forse più dei popoli del Pianeta Terra; i Paesi ricchi che detengono e comandano l'80% delle risorse del Mondo dovrebbero sanare e risolvere i problemi dei Paesi poveri in loco, aiutando i popoli non ha fuggire o lasciare la propria casa ma bensì aiutandoli a restare nella propria terra, aiutandoli a progredire nel benessere economico e nella pace sociale.
In realtà purtroppo le grandi economie Occidentali sono guidate da Lobby e Poteri Forti che pensano solo alla conservazione del proprio benessere e della propria immensa ricchezza; il Capitalismo moderno prima di tutto pensa al proprio profitto e al proprio Potere Finanziario, ogni persona viene prima di tutto considerata come un consumatore.
Ecco perché gli immigrati fanno comodo agli Stati ricchi anche in tempo di grave crisi economica: con la scusa che l'immigrato per fame o per altre necessità è disposto ad occuparsi di qualsiasi lavoro e di qualsiasi mansione, anche della mansione più faticosa e più disgustosa che a primo acchito il cittadino indigeno rifiuta di prestare e di occuparsi, il Capitalismo favorisce l'immigrazione selvaggia e indiscriminata in quanto più persone povere e bisognose di lavoro e di occupazione ci sono, tanto più il costo del lavoro diminuisce crollando ai minimi salari Sindacali così che poi come avviene tutt'oggi, senza contare che spesso nella spietata concorrenza per i pochi posti di lavoro disponibili, (anche dei posti di lavoro più faticosi e spregevoli), coloro che hanno uno sfrenato bisogno di lavorare sono disposti ad accettare qualsiasi condizione e qualsiasi sconto da apportare sulla propria busta paga, (lavoro in nero, lavoro sottopagato, lavoro precario), questa è la vera “Guerra tra Poveri” che è già in atto da quasi un decennio, cioè dall'entrata in vigore della moneta unica dell'Euro. (Gennaio 2002)
Dunque tutti coloro che oggi si scagliano contro la decisione del Governo Francese in realtà non hanno lo scopo di difendere i cittadini più deboli e bisognosi ma bensì hanno lo scopo nascosto di conservare lo stato attuale di povertà estrema di quei cittadini che sono in via di espulsione dal territorio Francese.
Tornando alla situazione interna dell'Italia, dove la problematica dell'immigrazione clandestina e indiscriminata non è mai stata risolta del tutto, io auspico che si prendano seri e tempestivi provvedimenti ad imitazione di quelli attuati in Francia da Sarkozy e invito il Governo Berlusconi a varare una nuova normativa in merito sulla base di quella che è stata approvata in Francia.
Le famiglie Italiane sono sempre più povere, gli stipendi ed i salari degli Italiani hanno toccato i minimi storici con il proprio potere d'acquisto dimezzato rispetto a 8 anni fa; le tasse in Italia hanno raggiunto livelli massimi essendo l'Italia tra i primi Paesi Europei ad avere la tassazione tra le più alte rispetto ai parametri Europei; le nostre famiglie faticano ad arrivare alla quarta settimana del mese, i nostri bambini ed i nostri figli frequentano scuole statali sempre più fatiscenti nelle loro strutture e sempre più multietniche all'interno delle loro classi dove i Professori Italiani, sempre più precari e mal pagati, frustrati e male equipaggiati, faticano ad insegnare ad alunni sempre più indisciplinati e disorientati.
Le nostre Città in Italia sono sempre più cementificate, gli spazi verdi sono sempre più carenti, le periferie e le campagne a poco a poco spariranno sotto l'urbanizzazione selvaggia in quanto aumentando a dismisura il numero dei residenti a causa appunto anche di un'immigrazione incontrollata e irrazionale, ci sarà sempre più bisogno di case, scuole ed edifici nuovi per sopperire alla mancanza degli alloggi, ovvio che la domanda della prima casa aumenta considerevolmente con l'aumento della popolazione; basti pensare alle nostre Stazioni Ferroviarie trasformate di notte in dormitori pubblici, basti pensare anche alle mense della Caritas e alle mense per i poveri dove sempre più numerosi sono gli Italiani insieme agli extra-comunitari che non riescono più a sopravvivere mensilmente.
E non per tutti ci possono essere case, basti pensare alla carenza degli alloggi popolari e alla carenza delle case in affitto.
In Italia è evidente che il numero massimo degli immigrati che la nostra Nazione poteva assorbire è stato di gran lunga superato; le nostre Città sono sature oramai ma l'immigrazione non è stata bloccata anzi, per certi versi ed in certi casi sembra addirittura che sia stata incrementata, agevolata, appoggiata come se l'aumento e la crescita dei poveri nel nostro Paese portasse benessere e ricchezza anziché miseria e indigenza.
Come abbiamo sostenuto poc'anzi, solo la classe sociale più ricca e solo il Capitalismo potrà trarre benefici dalla crescita sconsiderata delle persone povere e bisognose di tutto perché è proprio il bisogno primario e l'istinto della sopravvivenza che spinge l'individuo ad accettare qualsiasi situazione e ad accettare qualsiasi condizione di vita e di lavoro e ciò noi non possiamo più permetterlo, non vogliamo più miseria e povertà diffusa!
Basta con la “Guerra tra i Poveri”! I flussi migratori vanno controllati e se necessario vanno bloccati; le popolazioni povere del Terzo Mondo vanno aiutate e sostenute a casa loro, nelle loro terre, nelle loro Nazioni; gli immigrati clandestini vanno rimpatriati, gli immigrati che delinquono e che commettono gravi omicidi, gravi reati contro il patrimonio e contro lo Stato vanno espulsi per sempre, vanno ricacciati al loro Paese; gli immigrati che hanno conseguito la Cittadinanza Italiana ma che delinquono e che commettono gravi reati o sono recidivi nel delinquere, vanno rimpatriati revocandogli la Cittadinanza Italiana così come accade oggi in Francia con le nuove Leggi di Sarkozy.
Siamo giunti al punto in cui l'Italia deve essere ripulita e svuotata, depurata dalla criminalità organizzata che specula e guadagna sulla pelle degli immigrati irregolari; solo gli immigrati e gli stranieri che lavorano regolarmente e onestamente, solo gli immigrati che rispettano le regole e le tradizioni della Cultura Italiana, solo gli immigrati che seriamente e diligentemente si sono integrati nel tessuto sociale Italiano possono rimanere a vita sul territorio Italiano ed anzi vanno tutelati, rispettati e protetti.
Ma l'Italia deve finalmente dire STOP all'immigrazione clandestina, irrazionale, incontrollata, smisurata e sconsiderata che rischia a lungo andare di minare seriamente e mettere in pericolo la pace sociale della popolazione Italiana.
Così dunque come accade in Francia, anche in Italia tutti i Campi Rom devono essere chiusi al più presto e tutta la popolazione Nomade che vive di accattonaggio nella sporcizia più totale, deve essere immediatamente rimpatriata senza se e senza ma.
E' l'ora di dire basta ai falsi buonismi, alle ipocrisie e ai falsi paladini della dignità e della libertà che null'altro vogliono se non la sola conservazione dello stato sociale di povertà diffusa e di smarrimento, tristezza e indigenza.
Proprio perché talune persone e talune sedicenti organizzazioni benefiche pubbliche e private in realtà basano la propria esistenza ed il proprio guadagno sulla pelle dei poveri disperati che entrano in massa in Italia e in Europa alla ricerca di un improbabile ricchezza e di un impossibile benessere che spesso e volentieri si trasforma in disperazione, solitudine, sgomento e miseria pura ancora più misera di quella da cui sono fuggiti.
L'Unione Europea, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, tutte le Nazioni del Mondo civilizzato devono coalizzarsi in una battaglia comune contro la povertà e la guerra nei Paesi del Terzo Mondo e dell'Asia più regredita, perché solo sostenendo quei popoli nella loro terra sul lungo cammino del progresso Sociale ed Economico si potrà veramente sperare in un Mondo di vera Pace, vera Giustizia e vera Prosperità Culturale, Spirituale e Materiale.
Purtroppo però molti Governi che compongono l'Unione Europea, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti d'America, sembra che in realtà per sfruttare, sottomettere e soggiogare tutte le riserve e le risorse economiche di mezzo Mondo, siano più interessati a conservare quegli stessi Paesi nella loro condizione di povertà e di schiavitù; condizione che per forza di cose poi causa quella piaga chiamata disperazione, miseria, sottomissione e sottosviluppo che scatena la nascita dei grandi flussi migratori verso i Paesi più ricchi, quegli stessi Paesi che sembra vogliano conservarli perennemente allo stato di povertà assoluta. Dentro e fuori la loro Patria poco importa.

Alexander Mitrokhin

giovedì 4 giugno 2009

NON VOTARE PDL E PD IL 6-7 GIUGNO 2009 ASTIENITI E NON RECARTI ALLE URNE! ABBASSIAMO IL QUORUM E PROTESTIAMO CONTRO LE BANCHE, L'USURA, LA CORRUZIONE!

Il 6-7 Giugno stiamo a letto poi andiamo al mare!



NON VOTIAMO-ASTENSIONE DI MASSA DALLE URNE


SABATO 6 e DOMENICA 7 GIUGNO 2009 in Italia ed in 27 Paesi membri dell'Unione Europea si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo, l'area politica SOCIAL-POPOLARE invita tutti gli aventi diritto di voto a DISERTARE IN MASSA le urne, invita a NON RECARSI AI SEGGI ELETTORALI PER VOTARE!!! Anche il NON VOTO è un diritto acquisito, anche il NON VOTO è una forma di protesta PASSIVA ma EFFICACE perchè l'abbassamento drastico e repentino del QUORUM sarà un forte segnale di dissenso alle politiche scellerate dei nostri governi Nazionali!!! NON VOTARE questi nostri rappresentanti politici significherà non votare per l'Europa delle Banche e del Capitalismo sfrenato e selvaggio, NON VOTARE il 6-7 Giugno 2009 significa protestare contro la criminalità organizzata, contro il Governo Berlusconi che latita nel settore del sociale, NON VOTARE significa dire un NO secco all'usura, allo sfruttamento sul posto di lavoro, al lavoro nero, al lavoro precario ed alla disoccupazione, NON VOTARE significa dire NO all'Europa dei RICCHI che diventano sempre più RICCHI a discapito dei più POVERI!!! NON VOTARE significa dire NO e significa PROTESTARE contro il caro-vita, l'Euro che ogni giorno dimezza le nostre buste paga ed il nostro potere d'acquisto!!! NON VOTARE significa dire NO al nostro Governo Berlusconi che ancora non ha aumentato i salari e gli stipendi della popolazione costretta a vivere e sopravvivere con delle misere buste paga che ancora vengono pagate come allo stato delle vecchie Lire bloccate dall'anno 2000 e non vengono ancora adeguate all'attuale e reale tenore di vita!!! NON VOTARE significa protestare contro il caro-affitti, contro il mercato immobiliare che non viene controllato dal Governo!!! NON VOTARE significa protestare contro il caro-tasse, contro l'aumento del costo dei libri scolastici e delle spese mediche!!! NON VOTARE in poche parole significa dire BASTA alle bugie della politica, alle false promesse elettorali ed agli inganni dei nostri Governi!!! NON VOTARE significa dire BASTA all'immigrazione clandestina e selvaggia nel nostro Paese ed in Europa!!! NON VOTARE significa dire BASTA alla povertà, alla miseria, all'ingiustizia sociale della nostra società moderna!!! NON VOTARE è un diritto di chi è ormai disgustato dalla politica, dalla mafia, dal malaffare, dalla corruzione!!! RICORDATI DI NON VOTARE!!!
IL 6-7 GIUGNO 2009 NON VOTARE PER IL PDL (POPOLO DELLE LIBERTA') GUIDATO DA BERLUSCONI E FINI!!! NON VOTARE PER IL PD (PARTITO DEMOCRATICO) GUIDATO DA FRANCESCHINI, VELTRONI E D'ALEMA)!!! NON VOTARE PER L'IDV (ITALIA DEI VALORI) GUIDATO DALL'EX MAGISTRATO ANTONIO DI PIETRO!!! NON VOTARE PER LA LEGA NORD GUIDATA DA BOSSI E MARONI!!! OGGI CHI VOTA PDL E PD NON HA NESSUNA DIFFERENZA E NESSUN VALORE, PDL E PD SONO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA, MOLTISSIMI LORO ESPONENTI POLITICI FANNO PARTE DI LOGGE MASSONICHE E LOBBY ECONOMICHE MOLTO POTENTI E INFLUENTI; STESSI POLITICI DI DESTRA E DI SINISTRA SI RITROVANO LEGATI A DOPPIO FILO DA FORTI INTERESSI ECONOMICI DI PARTE, DEL RESTO E' NATURALE CHE QUESTI INDIVIDUI GUARDINO PRIMA AL PROPRIO TORNACONTO ED AI PROPRI INTERESSI ECONOMICI PRIVATI!!! PERCHE' DUNQUE VOTARLI??? ESSI HANNO L'AMBIZIONE DI ENTRARE IN PARLAMENTO A STRASBURGO SOLO PER INTRECCIARE FITTE CORRISPONDENZE POLITICHE E FINANZIARIE AL SOLO SCOPO DI ARRICCHIRSI E DI ARRICCHIRE I PROPRI FEDELISSIMI A DISCAPITO DELL'INTERESSE COMUNITARIO E SOCIALE!!! NON VOTATE NE' PDL NE' PD PERCHE' SONO I DUE PIU' GRANDI PARTITI POLITICI ITALIANI CHE HANNO I PIU' GRANDI INTERESSI ECONOMICI, POLITICI E FINANZIARI, DUNQUE VANNO OSTACOLATI E L'ABBASSAMENTO DEL QUORUM POTREBBE ESSERE UN GRAVE DANNO PER QUESTI SCHIERAMENTI POLITICI E PER TUTTI QUEGLI AFFARISTI SENZA SCRUPOLI CHE VOGLIONO UTILIZZARE L A POLITICA SOLO PER I PROPRI INTERESSI PRIVATI!!!

IL 6-7 GIUGNO 2009 RICORDATEVI BENE DI:

NON VOTARE PDL
(POPOLO DELLE LIBERTA')

NON VOTARE PD
(PARTITO DEMOCRATICO)

NON VOTARE
LEGA NORD e ITALIA DEI VALORI

ASTENETEVI DALLE URNE - ASTENSIONE TOTALE

PER TUTTI COLORO CHE NON POSSONO FARE A MENO DI RECARSI ALLE URNE, L'AREA SOCIAL-POPOLARE CONSIGLIA DI FAVORIRE CON IL PROPRIO VOTO TUTTE LE PICCOLE LISTE POLITICHE QUALI:
1) MPA-ALLEANZA DI CENTRO-LA DESTRA-PENSIONATI
2) FORZA NUOVA
3) SINISTRA CRITICA-SINISTRA' e LIBERTA'
4) RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUNISTI ITALIANI
VOTANDO PER I PICCOLI PARTITI POLITICI FAVORIRETE LE LISTE POLITICHE PIU' PICCOLE CHE NON SONO INQUINATE E CORROSE DAI GRANDI INTERESSI MASSONICO-CAPITALISTI DEI GRANDI GRUPPI POLITICI CHE DETENGONO OGGI IL POTERE REALE!!!
SE INVECE CREDI CHE NON POTRESTI MAI VOTARE PER UNO DEI PICCOLI PARTITI POLITICI CHE STANNO A DESTRA E SINISTRA DEGLI SCHIERAMENTI ATTUALI, ASTIENITI E NON VOTARE!!! NON ANDARE ALLE URNE!!!
Alexander Mitrokhin

domenica 29 giugno 2008

PENA DI MORTE PREVISTA NELLA COSTITUZIONE EUROPEA!

In un sito di un amico blogger ho trovato il testo, molto interessante, del prof. Schnachschenider sulla pena di morte in Europa che quì voglio riportare: "La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (la cosiddetta "Costituzione" bocciata in Francia nel 2005, a cui ci riferiremo d'ora in avanti con la sigla CDFUE) permette espressamente nelle "spiegazioni" ai Diritti Fondamentali e nelle sue "definizioni negative" – assorbite nel Trattato di Lisbona – contrariamente all'abolizione della pena di morte vigente in Germania, Austria e altri paesi in conformità con il principio [costituzionale] della dignità dell'uomo, la reintroduzione della pena di morte in caso di guerra o in caso di diretto pericolo di guerra, ma permette anche l'omicidio per reprimere una sommossa o un'insurrezione.Avete visto? E' stato previsto che prima o poi la gente si potrebbe ribellare allo Stato dell'Unione guidata dai Massoni e dai Banchieri, e allora..........Decisivo per questo non è l'Art. 2 Paragrafo 2 della Carta, che proibisce la condanna a morte e l'esecuzione capitale, bensì la spiegazione di quest'articolo, integrata nel Trattato [di Lisbona], che risale alla Convenzione sui Diritti Umani del 1950. Secondo l'Art. 6 Par. 1 e Sottopar. 3 del Trattato sull'Unione Europea (TUE) nella versione di Lisbona, vengono definiti i diritti, le libertà e i principi fondamentali della Carta in conformità con le disposizioni generali del Titolo VII dela Carta, che regola l'esposizione e l'applicazione degli stessi, e sottoposti alla debita considerazione delle "spiegazioni" allegate alla Carta, in cui vengono indicate le fonti di queste disposizioni.La rilevanza giuridica delle "spiegazioni" sgorga anche dal Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo della Carta, secondo il quale l'interpretazione di questa avviene "tenendo in debito conto le spiegazioni elaborate sotto l'autorità del praesidium della Convenzione europea". Il Paragrafo 5 S. 2 del Preambolo e il Paragrafo 7 dell'Art. 52 sono stati reinseriti nella Carta il 12 dicembre 2007. Erano già presenti nel naufragato Trattato Costituzionale del 29 ottobre 2004. Questo allargamento del testo smentisce il temporaneo successo della politica contro la pena di morte e l'esecuzione capitale. Le "spiegazioni" riguardano anche e proprio l'Art. 2 Par. 2 della Carta.Le deleghe all'Unione nel campo della politica estera e di sicurezza comune è sufficiente affinché, nell'interesse dell'efficienza delle missioni secondo l'Art. 28 (42) Par. 1 S. 2 e Art. 28b (43) Par. 1 TUE, o anche nell'interesse della difesa, l'introduzione della pena di morte; ad esempio la delega al Consiglio tramite l'Art. 28b (43) Par. 2 S. 1 TUE sulle decisioni riguardanti le missioni, che permette "di stabilire le condizioni generali di attuazione valide" per le missioni stesse. A ciò non partecipano né il Parlamento Europeo né tantomeno i parlamenti nazionali. Una decisione del genere andrebbe valutata in combinazione con l'Art. 2 Par. 2 della CDFUE, con le sue spiegazioni. Inoltre gli stati membri si impegnano con l'Art. 28 (42) Par. 3 Sottopar. 2 S. 1 TUE, "a migliorare progressivamente le proprie capacità militari". Le guerre del passato e del presente dimostrano che la pena di morte ad esempio nel caso di soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini, tende a incrementare notevolmente le capacità militari di un esercito. L'efficienza di misure militari può essere incrementata, tra l'altro, per mezzo dell'esecuzione di terroristi e sabotatori o anche presunti tali.La prassi dell'Unione di estendere estremamente i testi sui doveri degli stati membri non autorizza ad escludere anche una tale interpretazione, quando la situazione lo comanda o lo consiglia. Per inciso, il dovere di riarmo di questa prescrizione non è compatibile con il principio pacifista, vincolante, delle costituzioni tedesca (preambolo della Grundgesetz, Art. 1 Par. 2, Art. 26 Par. 1) e austriaca.Nella Dichiarazione riguardante le Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali, che secondo l'Art. 49b (51) TUE ("Allegato") sono parte costituente dei Trattati, dunque sono parimenti vincolanti, sta scritto:3. Le disposizioni dell'articolo 2 della Carta corrispondono a quella degli articoli summenzionati della CEDU e del protocollo addizionale e, ai sensi dell'articolo 52, paragrafo 3 della Carta, hanno significato e portata identici. Pertanto le definizioni "negative" che figurano nella CEDU devono essere considerate come presenti anche nella Carta:a) articolo 2, paragrafo 2 della CEDU:"La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario(ASSOLUTAMENTE NECESSARIO?):a) Per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza illegale;b) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;(Per quale reato.....?)c) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;(Per quale reato...? Tutti indistintamente)d) Per reprimere, in modo conforme alla legge, "una sommosa o un'insurrezione";(Questo è di una gravità inaudita!)b) articolo 2 del protocollo n. 6 della CEDU:"Uno stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da tale legislazione e conformemente alle sue disposizioni ..." Sommosse o insurrezioni possono essere viste anche in certe dimostrazioni. Secondo il Trattato di Lisbona, l'uso mortale di armi da fuoco in tali situazioni non rappresenta una violazione del diritto alla vita. In guerra si trovano attualmente sia la Germania che l'Austria. Le guerre dell'Unione Europea aumenteranno. Per questo, l'Unione si riarma – anche con il Trattato di Lisbona.


Karl Albrecht Schachtscchneider


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!