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venerdì 15 marzo 2019

Il confronto tra Matteo Renzi e Marine Le Pen su France 2 (TV Francese) al talk-show francese "L'Emission politique" - la rivincita del PARTITO DEMOCRATICO è iniziata!!!

MATTEO RENZI CONTRO MARINE LE PEN
 
Renzi-Le Pen, l'acceso confronto sulla tv francese: "Io ho perso qualche volta, lei sempre!" - Acceso confronto verbale fra Matteo Renzi e Marine Le Pen in diretta al talk-show francese "L'Emission politique" della tv pubblica France 2. "Signora Le Pen, voi parlate a me di vittoria elettorale? - dice l'ex premier alla leader dell'estrema destra francese - Matteo Salvini ha avuto il 17% dei voti, noi del PARTITO DEMOCRATICO il 19%. Ma noi non abbiamo accettato l'alleanza con il M5S perché sono pericolosi per la democrazia italiana". Poi incalza ancora: "Siete la donna con più sconfitte in assoluto e voi parlate a me di vittoria elettorale? Ok, io ho perso qualche volta, ho cercato di cambiare il mio Paese, ma voi avete perso sempre, è incredibile".
 



 


sabato 15 dicembre 2018

Anche Frans Timmermans plaude ad un PARTITO DEMOCRATICO unito, il PD è attualmente il piu' grande PARTITO di SINISTRA in EUROPA, rappresentato dall'esercito degli EUROPARLAMENTARI usciti da quel fantastico 41 % di VOTI raccolti alle elezioni Europee del 2014; ma chi è Frans Timmermans, il candidato del Partito Socialista Europeo per il dopo Juncker?

FRANS TIMMERMANS
Frans Timmermans sarà il candidato del Partito Socialista Europeo, il principale partito europeo del centrosinistra, a prendere il posto di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Europea dopo le elezioni europee del 2019.
Timmermans verrebbe eletto presidente qualora il suo partito dovesse ottenere più seggi alle elezioi al Parlamento Europeo. Secondo il meccanismo dello Spitzenkandidat, infatti il partito europeo che avrà ottenuto più seggi avrà anche il diritto di indicare il presidente della Commissione.
Il Partito popolare europeo (Ppe) invece ha scelto come candidato il tedesco Manfred Weber. (qui il suo profilo). Ma chi è Frans Timmermans. Non tutti sanno che il politico olandese, nato a Maastricht il 6 maggio 1961, parla molto bene l’italiano ed è molto affezionato al nostro Paese. Perché? Semplice, ci ha passato diversi anni della sua infanzia. Nel 1972, a undici anni, infatti, si trasferì a Roma presso l’ambasciata olandese dove il padre era archivista.
Nella capitale ha conosciuto la Roma (la squadra di calcio, ndr) di cui è diventato un grande tifoso. “Dopo quarant’anni sono rimasto romano e romanista”, le sue parole.
Ogni tanto, quando gli impegni politici glielo permettono, lo si può trovare sugli spalti dell’Olimpico in compagnia del figlio e di qualche amico.
Oltre all’italiano Timmermans parla sei lingue. Ottima e lunga la carriera politica e diplomatica, iniziata nell’esercito olandese e proseguita per molti anni nel parlamento olandese.
È una persona molto stimata negli ambienti europei: fino a tre anni fa veniva descritto come un “astro nascente” del centrosinistra europeo.
Dal primo novembre 2014 è vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali.
Juncker inoltre gli ha spesso assegnato compiti difficili e poco popolari, come negoziare il controverso accordo sui migranti con la Turchia.
Ora il grande salto? Riuscirà a conquistare la presidenza della Commissione Europea dopo le elezioni europee del 2019.
 

Fonte: L'Espresso settimanale
Fonte: L'Espresso settimanale
Fonte: L'Espresso settimanale
Appartenente al Partito del Lavoro (PvdA), è stato Ministro degli esteri dal 5 novembre 2012 al 17 ottobre 2014.
È stato un diplomatico e ha lavorato all'ambasciata olandese a Mosca.
Nel novembre 2018, in vista delle elezioni europee del 2019, viene indicato dal Partito del Socialismo Europeo come candidato alla presidenza della Commissione europea.
 


domenica 30 settembre 2012

La polizia Spagnola malmena il "barista eroe" di Madrid: IO PROPONGO DI REVOCARE SUBITO IL PREMIO NOBEL PER LA PACE A BARACK OBAMA ED A MICHAIL GORBACIOV: RESTITUIRE QUESTI DUE PREMI NOBEL AL BARISTA SPAGNOLO MALMENATO DALLA POLIZIA NEL SUO BAR, NELLA SUA PROPRIETA' PRIVATA, NEL SUO LUOGO DI LAVORO DA LIBERO PROFESSIONISTA!!! SOLO PERCHE' DISARMATO, HA DATO RIPARO AI GIOVANI DISOCCUPATI SPAGNOLI DISARMATI PER NON FARLI MASSACRARE A MANGANELLATE! ALLA FINE LE MANGANELLATE LE HA PRESE LUI, PER DIFENDERE IL LAVORO E LA DIGNITA' UMANE! EUROPA VIGLIACCA: VERGOGNA!!!

Una immagine veramente VERGOGNOSA: il "barista eroe" di Madrid che aveva offerto riparo ai giovani indignados inermi per evitare che fossero pestati dalla Polizia, è stato gonfiato di botte.
I poliziotti spagnoli si sono  vigliaccamente"vendicati!" Di seguito le immagini del barista eroe che hanno fatto il giro del mondo, dando una lezione di DIGNITA', CORAGGIO E UMANITA' a tutti noi:
Al barista EROE di Madrid porgiamo tutta la nostra solidarietà, ed invitiamo chiunque si trovi o si rechi a Madrid a recarsi da lui per ringraziarlo: di avere difeso quei ragazzi evidentemente inermi (vedi foto: certo non sono "black block" o facinorosi) ma anche per la LEZIONE DI DIGNITA' che ci ha impartito... GRAZIE. In un mondo di egoismo, indifferenza, squallore, questo barista ci ha dato una GRANDISSIMA lezione, grazie ancora...

mercoledì 25 gennaio 2012

La Ue e gli Usa sono pronti ad invadere militarmente l'Iran e la Siria? Cosa c'è di vero dietro questo folle e pericoloso progetto di destabilizzazione del Medio-Oriente? L'ONU fermi questa follia finchè può farlo!

Bruxelles - (Belgio - Unione Europea) - Che la Ue fosse gestita da criminali, pederasti, pedofili, massoni, satanisti e parassiti si sapeva di già, quello che non si sapeva era che questi delinquenti sono pure dei dementi, come si è potuto leggere sui giornali di tutto il mondo, i ministri dei paesi facenti parte della Ue hanno deciso di applicare le sanzioni contro l'Iran e la Siria, le sanzioni contro la Siria si basano per un'aggressione stile come in Libia, basata sulle menzogne che i Media ci propongono giornalmente, le sanzioni contro l'Iran vanno molto più in là, prima si vuole provocare l'Iran con l'embargo del Petrolio, la chiusura dei conti delle aziende che collaborano con l'Iran, la negazione di far passare medicinali e altre materie prime per la popolazione, in fin dei conti il paese dovrebbe rimanere isolato dal resto del mondo per poi costringerlo a fare la mossa sbagliata che fecero i Giapponesi quando attaccarono Pearl Harbour perchè messi alle strette con lo stesso sistema che viene oggi applicato all'Iran.
Le provocazioni giornaliere che gli Usa e Israele fanno nei confronti dell'Iran sono da considerare atti criminali da condannare subito con la forza, invece qui assistiamo ad un patto stabilito tra tutti i paesi occidentali per aggredire uno stato sovrano che non vuole sottomettersi ai perversi voleri di coloro che hanno deciso di appropriarsi delle risorse che si trovano nel sottosuolo di quel paese, hanno inventato la bugia che l'Iran stia aumentando la capacità di arricchire l'Uranio (10%, per arrivare a costruire una bomba atomica ci vuole ben il 90%) al fine di costruire la propria bomba atomica, sanno bene che non lo stanno facendo e il programma nucleare che stanno portando avanti serve solamente per scopi di energia interna civile che non ha nulla a che vedere con l'atomica, anche quel pezzente di Leon Panetta ha dichiarato ultimamente che l'iran non ha alcun motivo di fabbricarsi l'atomica, nonostante ciò i cretini della UE credono e fanno quello che il governo Israeliano e quello USA gli impongono di fare, con questa manovra scellerata e da dementi si stanno tirando la zappa tra i piedi, mettono a repentaglio tutto il sistema economico di molti paesi Europei che fino a oggi hanno usufruito del petrolio iraniano, a chi giova tutto ciò?
Di sicuro non a noi Europei ma semplicemente ad incrementare la presenza USA in medio oriente per poi arrivare a minacciare la Cina e la Russia, che gli USA mandano ancora navi da guerra nello stretto di Hormus per provocare un preventivo attacco iraniano è la logica che possiamo ben capire, forse gli americani si sentono tanti sicuri di farcela?
Personalmente vedo il passaggio delle portaerei come un presagio di morte per molti soldati USA, da quelle acque non verrà fuori neanche un relitto di portaerei e nemmeno un cadavere di soldato o marinaio. Se la UE e soci credono che l'Iran prenda la decisione di attaccare le navi della NATO o USA, si sbagliano di grosso, forse hanno dimenticato che la Cina può importare tutto il petrolio che vuole per poi rivenderlo alle aziende che ne fanno richiesta e che prima lo compravano dall'Iran, prima che il governo USA cominci a esagerare con l'embargo contro la Cina ci penserà milioni di volte, quindi la UE si è messa con il cappio al collo lei stessa, dementi come questi politici c'e ne sono stati pochi, ma questi fanno per tutti quelli che li hanno preceduti in passato, come di solito i lecchini dei Media scrivono che una portaerei è passata lo stretto di Hormus senza che gli iraniani si siano azzardati a prendere contro misure, vogliono forse far credere che gli iraniani hanno paura?
Se la stanno ridendo e pensano ai problemi che avremo noi cittadini della UE quando un litro di benzina costerà 5 /10Euro, vedrete le risate cari giornalisti del cavolo, poi cosa scriverete? altre minkiate per coprire quelle che avete scritto settimane prima.. questo scriverete, non avete ancora imparato dalle bugie che sono state dette e che voi avete propagandato per attaccare l'Iraq, l'Afganistan, la Libia, la Somalia e quelle che state scrivendo sulla situazione in Siria.. no..?
Allora siete scemi per natura, religione e devozione, quello che gli stupidi parassiti della UE hanno deciso di intraprendere contro l'Iran se ancora non lo avete capito è una dichiarazione di guerra vera e propria e voi scrivete che il tutto è scaturito perché l'Iran si rifiuta di smettere di arricchire l'Uranio, chi passa le notizie è un criminale perché sà bene che non è vero, gli ispettori possono entrare in Iran per controllare se viene arricchito l'uranio, quando vogliono e senza preavviso e non come scrivete voi, l'Iran ha firmato il trattato per il controllo dell'energia atomica e lo considera sacrosanto, mentre Israele si rifiuta di farlo come lo fà l'America del Keniano assatanato di guerra e di sangue.
Cari signori, ancora tutto il mondo aspetta che escano fuori le armi di distruzione di massa che Saddam avrebbe nascosto, ancora si cerca di portare le prove che Gheddafi abbia sparato con cannoni e aerei contro la Popolazione, nel frattempo è un casino in Libia e il Governo transitorio ha dovuto ammettere che è un fallimento e si stà costituendo alle truppe rimaste leali a Gheddafi perché non si fidano della NATO e nemmeno degli USA/Anglosassoni compreso quel Psicopatico di Sarkozy, volete spiegarci a chi volete prendere ancora per il fondello cari lecchini scribacchini? Perché non scrivete che quel criminale di Kissinger è andato in Russia a pregare Putin di non prendere parte a un conflitto armato in caso di un attacco contro l'Iran e la Siria, sa bene che i suoi sogni sono arrivati al capolinea ..sia per lui che per tutti i suoi compari di avventura.
Con queste sanzioni che la UE ha approvato contro l'Iran e la Siria, hanno condannato l'Italia, la Grecia, la Spagna, il Portogallo e tanti altri paesi che credevano in questa Europa ad un periodo di miseria, fame, guerre, peste e colera, questo è quello che volevano i criminali dell'Élite per raggiungere il loro obiettivo di dominio, dovranno ricredersi cosi come dovranno ammettere tutti i capi di stato e di governo Europei che sono dei criminali e parassiti senza scrupoli di coscienza.
Se gli USA e lo stato di Israele vogliono mostrare quello che hanno nei loro arsenali bellici, lo facciano, ma almeno si sparassero l'un contro l'altro e lasciassero il resto del pianeta in santa pace, dato che hanno fatto di già fin troppo danno con la scusa del terrorismo (che in fin dei conti sono loro stessi i terroristi), ci hanno provato in Europa anni fà con l'attacco alla Serbia e sempre con le bugie, prove falsificate come ci mostra questo filmato in cui si specifica come il governo Tedesco di allora sotto la direzione di quel puttaniere di Gerard Schroeder, Sharping e Fischer costruì le false prove per poter attaccare uno stato sovrano che si stava difendendo dagli attacchi studiati a tavolino dagli USA e Israele per poter incrementare la loro presenza nei Balcani, nel filmato parla il poliziotto che faceva parte del gruppo mandato dal Governo tedesco per accertamenti sui fatti avvenuti nella cittadina di Rugovo, le foto fatte dall'ex Poliziotto furono manipolate al fine di far approvare dall'opinione pubblica un attacco alla Serbia. Quel criminale di Sharping ebbe il coraggio di dire che erano stati due ufficiali dell'Esercito tedesco a fare le foto, mentre il comando generale diceva di non sapere nulla di quelle foto e che nessun ufficiale era stato mandato in quella zona per constatare se ci fosse stato un massacro come i Media avevano scritto ..capito.. i media e nessuna fonte ufficiale del governo, il mister Sharping mostrava foto manipolate dove comparivano cadaveri di persone che venivano spacciate per civili, le armi furono cancellate o fatte sparire, mentre nelle foto originali fatte dall'ex poliziotto era chiare le armi e che si trattava di un commando di truppe speciali addestrate dalla CIA /BND /MI6 e servizi segreti italiani, con la compiacenza di quel baffetto da Porcospino chiamato D'Alema e che normalmente dovrebbe comparire davanti a un tribunale per crimini di guerra, invece ha ancora la sfacciataggine di dire che fu giusto attaccare la Serbia.
Per chi capisce il tedesco può constatare con quale bugie fu distrutto un paese sovrano che si opponeva alla dittatura UE / NATO & Sorci e che oggi viene costretto a sottoscrivere colpe e genocidi mai commessi.
Con la stessa tattica usata in passato contro altri stati sovrani, oggi si vuole aggredire l'Iran per appropriarsi dei suoi immensi giacimenti petroliferi usando la scusa e le menzogne dell'Atomica, i Media occidentali, buffoni e marionette da teatro dei Pupi fanno la parte dei leoni per far sprofondare il pianeta nel Caos assoluto con la credenza che loro rimarranno sani e salvi con un documento che li attesta "Baroni del male ed escremento di maiale".
Cari lettori, se ci sono persone da portare davanti a un tribunale per crimini di guerra, oltre ai Politici ci sono anche giornalisti che vivono alle spalle dei contribuenti istigando le masse alle guerre, cosi come questo governo "Monti con un decreto al giorno si toglie gli italiani di torno" e lo stà facendo alla grande sotto gli occhi di tutti noi.


sabato 14 gennaio 2012

COSI' INIZIANO LE DITTATURE? Byoblu intervista Nigel Farage...


Il 16 Novembre 2011 Nigel Farage, in un discorso al Parlamento Europeo largamente ripreso e diffuso in Italia, ha accusato i burocrati Europei di avere rimpiazzato il governo Greco con un governo marionetta e di avere sostituito il governo Berlusconi con il governo Monti. Ha terminato il suo discorso chiedendo cosa, in nome di Dio, avesse dato loro il diritto di farlo. Per approfondire la questione, ho intervistato Nigel Farage per il blog Enjoy.

Tutto il testo dell'intervista qui:

Fonte: http://www.youtube.com/user/byoblu?feature=watch

mercoledì 14 dicembre 2011

Che cosa si è detto in Parlamento Europeo sull'Italia e sulla crisi economica mondiale? Intanto Monti parla al Senato, ma la Lega lo contesta e lui apre alla Tobin Tax...


Sopra, l'ntervento di un parlamentare europeo...

Il premier: "Più credibili nell'Ue!". La Lega insorge: "Ma quale Europa, parlaci delle pensioni!". E Schifani sospende la seduta. Il Professore segue il maestro: "Tassiamo le transazioni finanziarie!" Bagarre al Senato dove Mario Monti doveva riferire del Consiglio europeo. Il premier ha esordito sottolineando che il Parlamento "ha un ruolo centrale per l’azione dell’esecutivo ed il futuro del nostro paese!" Poi inizia a parlare di eurobond e Unione europea, dove grazie ai provvedimenti economici l'Italia ha riconquistato "credibilità e posizioni autonome". I leghisti lo interrompono continuamente: "Parlaci delle pensioni". E tirano fuori dei cartelli: "Basta tasse", "Non è una manovra, è una rapina", "Giù le mani dalle pensioni". Il Professore non perde la pazienza e risponde: "Avevo inteso che oggetto di questa riunione era l'Europa e il Consiglio europeo. Scusatemi se valorizzo il Parlamento...". Al presidente Schifani, definito "pagliaccio" dai senatori del Carroccio e apostrofato con un sonoro "vaffa...", non resta che sospendere la seduta finché non si sono placati gli animi. Dopo qualche minuto l'audizione riprende, ma i senatori della Lega Nord restano in piedi, chiacchierano tra loro e danno le spalle al premier che, incurante, va avanti nel suo intervento e risponde alle proteste della Lega, Monti sostiene che "in sede europea uno dei modi per arrivare a meno tasse su chi produce e per le famiglie è anche quello di avere una fiscalità estesa anche al mondo della finanza". Motivo per cui "l'Italia è pronta a considerare questa posizione e ad unirsi a quelli che vorrebbero un’adeguata tassazione sulle transazioni finanziarie", istituendo la cosiddetta Tobin tax, proposta nel 1972 da quello che fu uno dei maestri di Monti, James Tobin.

Per Monti, inoltre, il Consiglio Ue "è stato abbastanza significativo", soprattutto sul tema degli eurobond - di cui l'Europa discuterà a marzo e che non sono un "mezzo subdolo per evitare la disciplina e il rigore finanziario" - e sul rafforzamento dell’operatività del fondo salva-Stati. "Nelle conclusioni", sottolinea, "non troverete la parola eurobond, ma segnalo due finestre aperte verso questo tema". Inoltre il premier ha precisato che "viene accelerata l’entrata in funzione del meccanismo europeo di stabilità", il che significa che non ci sarà possibilità di veto da parte di piccoli Paesi e "si potrà procedere più speditamente".
L’obiettivo del Consiglio Ue è quello di evitare che "il puro concerto bilaterale franco-tedesco domini l’Europa". Parlando di alcune decisioni prese a Deauville da Merkel e Sarkozy, Monti ha ricordato che "I 27 paesi hanno deciso che quella cosa deve essere tolta di scena. Questo è un messaggio collaborativo con cui si dice: Merkel e Sarkozy potete fare errori, è meglio che agiamo con con una consultazione preventiva tra tutti". C'è bisogno, quindi, di "far valere in quella sede una visione di metodo comunitario e una valorizzazione delle istituzioni comunitarie". È importante, inoltre, che l’Ue non "dimentichi che il problema è la crescita e l’occupazione".
Proteste della Lega anche al Copasir, riunito per l’audizione del direttore del Dis, Gianni De Gennaro. Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio, avrebbe sostenuto che la presidenza del comitato - che spetta ad un partito di opposizioni - debba andare alla Lega.

Fonte: http://www.ilgiornale.it

lunedì 31 ottobre 2011

La lettera di Mario Draghi e Jean-Claude Trichet (testo integrale) inviata dalla Banca Centrale Europa al Governo Italiano: l'Europa è governata solo dalle Banche Centrali, gli Stati ormai non hanno piu' ne sovranità politica ne sovranità monetaria! Il Capitalismo affamatore dei popoli crea le crisi finanziarie speculando sui mercati per arricchirsi sempre di piu', mentre i cittadini devono fare sacrifici sempre piu' grandi per pagare ciò che la Finanza Mondiale distrugge! Sono i pochi banchieri e uomini d'affari a detenere il vero potere, la vera ricchezza, mentre i popoli e gli Stati Nazionali vengono devastati dalle loro folli speculazioni economiche! Europa svegliati!

 
Sopra, video sul sistema del debito bancario...


Sopra, la prima parte del video che spiega le falsità e le
ipocrisie del sistema economico capitalista Americano...


Sopra, la seconda parte del video che spiega le falsità e le
ipocrisie del sistema economico capitalista Americano...
 
Caro Primo Ministro, Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorita' italiane per ristabilire la fiducia degli investitori. Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che ''tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali''.

Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilita' di bilancio e alle riforme strutturali. Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti. Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:

1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di piu' ed e' cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualita' dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano piu' adatti a sostenere la competitivita' delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.

a) E' necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.

b) C'e' anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi piu' rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.

c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori piu' competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilita' delle finanze pubbliche.

a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorita' italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. E' possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo piu' rigorosi i criteri di idoneita' per le pensioni di anzianita' e riportando l'eta' del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, cosi' ottenendo dei risparmi gia' nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.

b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sara' compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.

c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorita' regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravita' dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda piu' stringenti le regole di bilancio.

3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacita' di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'e' l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali. Confidiamo che il Governo assumera' le azioni appropriate.

Con la migliore considerazione, Mario Draghi, Jean-Claude Trichet.
 
Fonte: www.corriere.it

venerdì 26 agosto 2011

L' USCITA DALL'EURO DELL'ITALIA SARA' NEL FUTURO PROSSIMO UNA REALTA'? CHI SI E' ARRICCHITO INGIUSTAMENTE SULLA PELLE E SULLE TASCHE DEGLI ITALIANI? SOPRATTUTTO CHI HA SPECULATO SULLA CLASSE PIU' DEBOLE DELLA SOCIETA' ITALIANA ED EUROPEA? LA SINISTRA ITALIANA HA UNA GRAVE COLPA, QUELLA DI NON AVERE MAI IN REALTA' DIFESO GLI INTERESSI DELLA POVERA GENTE! LA SINISTRA ITALIANA PECCA DI IPOCRISIA MENTRE IL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2002 NON HA SAPUTO O VOLUTO CONTROLLARE IL REALE CAMBIO DI VALORE DELL'EURO RISPETTO ALLA VECCHIA LIRA NAZIONALE!

DI ALBERTO BAGNAI
ilmanifesto.it

Un anno fa, discorrendo con Aristide, chiedevo come mai la sinistra italiana rivendicasse con tanto orgoglio la paternità dell’euro: non vedeva quanto esso fosse opposto agli interessi del suo elettorato? Una domanda simile a quella di Rossanda. Aristide, economista di sinistra, mi raggelò: “caro Alberto, i costi dell’euro, come dici, sono noti, tutti i manuali li illustrano. Li vedevano anche i nostri politici, ma non potevano spiegarli ai loro elettori: se questi avessero potuto confrontare costi e benefici non avrebbero mai accettato l’euro. Tenendo gli elettori all’oscuro abbiamo potuto agire, mettendoli in una impasse dalla quale non potranno uscire che decidendo di fare la cosa giusta, cioè di andare avanti verso la totale unione, fiscale e politica, dell’Europa.” Insomma: “il popolo non sa quale sia il suo interesse: per fortuna a sinistra lo sappiamo e lo faremo contro la sua volontà”. Ovvero: so che non sai nuotare e che se ti getto in piscina affogherai, a meno che tu non “decida liberamente” di fare la cosa giusta: imparare a nuotare. Decisione che prenderai dopo un leale dibattito, basato sul fatto che ti arrivo alle spalle e ti spingo in acqua. Bella democrazia in un intellettuale di sinistra!

Questo agghiacciante paternalismo può sembrare più fisiologico in un democristiano, ma non dovrebbe esserlo. “Bello è di un regno come che sia l’acquisto”, dice re Desiderio. Il cattolico Prodi l’Adelchi l’ha letto solo fino a qui. Proseguendo, avrebbe visto che per il cattolico Manzoni la Realpolitik finisce in tragedia: il fine non giustifica i mezzi. La nemesi è nella convinzione che “più Europa” risolva i problemi: un argomento la cui futilità non può essere apprezzata se prima non si analizza la reale natura delle tensioni attuali.

Il debito pubblico non c’entra.

Sgomenta l’unanimità con la quale destra e sinistra continuano a concentrarsi sul debito pubblico. Che lo faccia la destra non è strano: il contrattacco ideologico all’intervento dello Stato nell’economia è il fulcro della “controriforma” seguita al crollo del muro. Questo a Rossanda è chiaro. Le ricordo che nessun economista ha mai asserito, prima del trattato di Maastricht, che la sostenibilità di un’unione monetaria richieda il rispetto di soglie sul debito pubblico (il 60% di cui parla lei). Il dibattito sulla “convergenza fiscale” è nato dopo Maastricht, ribadendo il fatto che queste soglie sono insensate. Maastricht è un manifesto ideologico: meno Stato (ergo più mercato). Ma perché qui (cioè a sinistra?) nessuno mette Maastricht in discussione? Questo Rossanda non lo nota e non se lo chiede. Se il problema fosse il debito pubblico, dal 2008 la crisi avrebbe colpito prima la Grecia (debito al 110% del Pil), e poi Italia (106%), Belgio (89%), Francia (67%) e Germania (66%). Gli altri paesi dell’eurozona avevano debiti pubblici inferiori. Ma la crisi è esplosa prima in Irlanda (debito pubblico al 44% del Pil), Spagna (40%), Portogallo (65%), e solo dopo Grecia e Italia. Cosa accomuna questi paesi? Non il debito pubblico (minimo nei primi paesi colpiti, altissimo negli ultimi), ma l’inflazione. Già nel 2006 la Bce indicava che in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna l’inflazione non stava convergendo verso quella dei paesi “virtuosi”. I Pigs erano un club a parte, distinto dal club del marco (Germania, Francia, Belgio, ecc.), e questo sì che era un problema: gli economisti sanno da tempo che tassi di inflazione non uniformi in un’unione monetaria conducono a crisi di debito estero (prevalentemente privato).

Inflazione e debito estero.

Se in X i prezzi crescono più in fretta che nei suoi partner, X esporta sempre meno, e importa sempre più, andando in deficit di bilancia dei pagamenti. La valuta di X, necessaria per acquistare i beni di X, è meno richiesta e il suo prezzo scende, cioè X svaluta: in questo modo i suoi beni ridiventano convenienti, e lo squilibrio si allevia. Effetti uguali e contrari si producono nei paesi in surplus, la cui valuta diventa scarsa e si apprezza. Ma se X è legato ai suoi partner da un’unione monetaria, il prezzo della valuta non può ristabilire l’equilibrio esterno, e quindi le soluzioni sono due: o X deflaziona, o i suoi partner in surplus inflazionano. Nella visione keynesiana i due meccanismi sono complementari: ci si deve venire incontro, perché surplus e deficit sono due facce della stessa medaglia (non puoi essere in surplus se nessuno è in deficit). Ai tagli nel paese in deficit deve accompagnarsi un’espansione della domanda nei paesi in surplus. Ma la visione prevalente è asimmetrica: l’unica inflazione buona è quella nulla, i paesi in surplus sono “buoni”, e sono i “cattivi” in deficit a dover deflazionare, convergendo verso i buoni. E se, come i Pigs, non ci riescono? Le entrate da esportazioni diminuiscono e ci si deve indebitare con l’estero per finanziare le proprie importazioni. I paesi a inflazione più alta sono anche quelli che hanno accumulato più debito estero dal 1999 al 2007: Grecia (+78 punti di Pil), Portogallo (+67), Irlanda (+65) e Spagna (+62). Con il debito crescono gli interessi, e si entra nella spirale: ci si indebita con l’estero per pagare gli interessi all’estero, aumenta lo spread e scatta la crisi.

Lo spettro del 1992.

E l’Italia? Dice Rossanda: “il nostro indebitamento è soprattutto all’interno”. Non è più vero. Pensate veramente che ai mercati interessi con chi va a letto Berlusconi? Pensate che si preoccupino perché il debito pubblico è “alto”? Ma il nostro debito pubblico è sopra il 100% da 20 anni, e i nostri governi, anche se meno folcloristici, sono stati spesso più instabili. Non è questo che preoccupa i mercati: quello che li preoccupa è che oggi, come nel 1992, il nostro indebitamento con l’estero sta aumentando, e che questo aumento, come nel 1992, è guidato dall’aumento dei pagamenti di interessi sul debito estero, che è in massima parte debito privato, contratto da famiglie e imprese (il 65% delle passività sull’estero dell’Italia sono di origine privata).

Cui Prodest?

Calata nell’asimmetria ideologica mercantilista (i “buoni” non devono cooperare) e monetarista (inflazione zero) la scelta politica di privarsi dello strumento del cambio diventa strumento di lotta di classe. Se il cambio è fisso, il peso dell’aggiustamento si scarica sui prezzi dei beni, che possono diminuire o riducendo i costi (quello del lavoro, visto che quello delle materie prime non dipende da noi) o aumentando la produttività. Precarietà e riduzioni dei salari sono dietro l’angolo. La sinistra che vuole l’euro ma non vuole Marchionne mi fa un po’ pena. Chi non deflaziona accumula debito estero, fino alla crisi, in seguito alla quale lo Stato, per evitare il collasso delle banche, si accolla i debiti dovuti agli squilibri esterni, trasformandoli in debiti pubblici. Alla privatizzazione dei profitti segue la socializzazione delle perdite, con il vantaggio di poter incolpare a posteriori i bilanci pubblici. La scelta non è se deflazionare o meno, ma se farlo subito o meno. Una scelta ristretta, ma solo perché l’ottusità ideologica impone di concentrarsi sul sintomo (lo squilibrio pubblico, che può essere corretto solo tagliando), anziché sulla causa (lo squilibrio esterno, che potrebbe essere corretto cooperando). Alla domanda di Rossanda “non c’è stato qualche errore?” la risposta è quella che dà lei stessa: no, non c’è stato nessun errore. Lo scopo che si voleva raggiungere, cioè la “disciplina” dei lavoratori, è stato raggiunto: non sarà “di sinistra”, ma se volete continuare a chiamare “sinistra” dei governi “tecnici” a guida democristiana accomodatevi. Lo dice il manuale di Acocella: il “cambio forte” serve a disciplinare i sindacati.

Più Europa?

Secondo la teoria economica un’unione monetaria può reggere senza tensioni sui salari se i paesi sono fiscalmente integrati, poiché ciò facilita il trasferimento di risorse da quelli in espansione a quelli in recessione. Una “soluzione” che interviene a valle, cioè allevia i sintomi, senza curare la causa (gli squilibri esterni). È il famoso “più Europa”. Un esempio: festeggiamo quest’anno il 150° anniversario dell’unione monetaria, fiscale e politica del nostro paese. “Più Italia” l’abbiamo avuta, non vi pare? Ma 150 anni dopo la convergenza dei prezzi fra le varie regioni non è completa, e il Sud ha un indebitamento estero strutturale superiore al 15% del proprio Pil, cioè sopravvive importando capitali dal resto del mondo (ma in effetti dal resto d’Italia). Dopo cinquanta anni di integrazione fiscale nell’Italia (monetariamente) unita abbiamo le camicie verdi in Padania: basterebbero dieci anni di integrazione fiscale nell’area euro, magari a colpi di Eurobond, per riavere le camicie brune in Germania. L’integrazione fiscale non è politicamente sostenibile perché nessuno vuole pagare per gli altri, soprattutto quando i media, schiavi dell’asimmetria ideologica, bombardano con il messaggio che gli altri sono pigri, poco produttivi, che “è colpa loro”. Siano greci, turchi, o ebrei, sappiamo come va a finire quando la colpa è degli altri.

Deutschland über alles.

Le soluzioni “a valle” dello squilibrio esterno sono politicamente insostenibili, ma lo sono anche quelle “a monte”. La convivenza con l’euro richiederebbe l’uscita dall’asimmetria ideologica mercantilista. Bisognerebbe prevedere simmetrici incentivi al rientro per chi si scostasse in alto o in basso da un obiettivo di inflazione. Il coordinamento del quale Rossanda parla andrebbe costruito attorno a questo obiettivo. Ma il peso dei paesi “virtuosi” lo impedirà. Perché l’euro è l’esito di due processi storici. Rossanda vede il primo (il contrattacco del capitale per recuperare l’arretramento determinato dal new deal post-bellico), ma non il secondo: la lotta secolare della Germania per dotarsi di un mercato di sbocco. Ci si estasia (a destra e a sinistra) per il successo della Germania, la “locomotiva” d’Europa, che cresce intercettando la domanda dei paesi emergenti. Ma i dati che dicono? Dal 1999 al 2007 il surplus tedesco è aumentato di 239 miliardi di dollari, di cui 156 realizzati in Europa, mentre il saldo commerciale verso la Cina è peggiorato di 20 miliardi (da un deficit di -4 a uno di -24). I giornali dicono che la Germania esporta in Oriente e così facendo ci sostiene con la sua crescita. I dati dicono il contrario. La domanda dei paesi europei, drogata dal cambio fisso, sostiene la crescita tedesca. E la Germania non rinuncerà a un’asimmetria sulla quale si sta ingrassando. Ma perché i governi “periferici” si sono fatti abbindolare dalla Germania? Lo dice il manuale di Gandolfo: la moneta unica favorisce una “illusione della politica economica” che permette ai governi di perseguire obiettivi politicamente improponibili, cavandosela col dire che sono imposti da istanze sopraordinate (quante volte ci siamo sentiti dire “l’Europa ci chiede...”?). Il fine (della lotta di classe al contrario) giustificava il mezzo (l’ancoraggio alla Germania).

La svalutazione rende ciechi.

È un film già visto. Ricordate lo Sme “credibile”? Dal 1987 al 1991 i cambi europei rimasero fissi. In Italia l’inflazione salì dal 4.7% al 6.2%, con il prezzo del petrolio in calo (ma i cambi fissi non domavano l’inflazione?). La Germania viaggiava su una media del 2%. La competitività italiana diminuiva, l’indebitamento estero aumentava, e dopo la recessione Usa del 1991 l’Italia dovette svalutare. Svalutazione! Provate a dire questa parola a un intellettuale di sinistra. Arrossirà di sdegnato pudore virginale. Non è colpa sua. Da decenni lo bombardano con il messaggio che la svalutazione è una di quelle cosacce che provocano uno sterile sollievo temporaneo e orrendi danni di lungo periodo. Non è strano che un sistema a guida tedesca sia retto dal principio di Goebbels: basta ripetere abbastanza una bugia perché diventi una verità. Ma cosa accadde dopo il 1992? L’inflazione scese di mezzo punto nel ’93 e di un altro mezzo nel ’94. Il rapporto debito estero/Pil si dimezzò in cinque anni (da -12 a -6 punti di Pil). La bolletta energetica migliorò (da -1.1 a -1.0 punti). Dopo uno shock iniziale, l’Italia crebbe a una media del 2% dal 1994 al 2001. La lezioncina sui danni della svalutazione (genera inflazione, procura un sollievo solo temporaneo, non ce la possiamo permettere perché importiamo il petrolio) è falsa.

Irreversibile?

Si dice che la svalutazione non sarebbe risolutiva, e che le procedure di uscita non sono previste, quindi... Quindi cosa? Chi è così ingenuo da non vedere che la mancanza di procedure di uscita è solo un espediente retorico, il cui scopo è quello di radicare nel pubblico l’idea di una “naturale” o “tecnica” irreversibilità di quella che in fondo è una scelta umana e politica (e come tale reversibile)? Certo, la svalutazione renderebbe più oneroso il debito definito in valuta estera. Ma porterebbe da una situazione di indebitamento estero a una di accreditamento estero, producendo risorse sufficienti a ripagare i debiti, come nel 1992. Se non lo fossero, rimarrebbe la possibilità del default. Prodi vuol far sostenere una parte del conto ai “grossi investitori istituzionali”? Bene: il modo più diretto per farlo non è emettere Eurobond “socializzando” le perdite a beneficio della Germania (col rischio camicie brune), ma dichiarare, se sarà necessario, il default, come hanno già fatto tanti paesi che non sono stati cancellati dalla geografia economica per questo. È già successo e succederà. “I mercati ci puniranno, finiremo stritolati!”. Altra idiozia. Per decenni l’Italia è cresciuta senza ricorrere al risparmio estero. È l’euro che, stritolando i redditi e quindi i risparmi delle famiglie, ha costretto il paese a indebitarsi con l’estero. Il risparmio nazionale lordo, stabile attorno al 21% dal 1980 al 1999, è sceso costantemente da allora fino a toccare il 16% del reddito. Nello stesso periodo le passività finanziarie delle famiglie sono raddoppiate, dal 40% all’80%. Rimuoviamo l’euro, e l’Italia avrà meno bisogno dei mercati, mentre i mercati continueranno ad avere bisogno dei 60 milioni di consumatori italiani.

Non faccia la sinistra ciò che fa la destra.

Dall’euro usciremo, perché alla fine la Germania segherà il ramo su cui è seduta. Sta alla sinistra rendersene conto e gestire questo processo, anziché finire sbriciolata. Non sto parlando delle prossime elezioni. Berlusconi se ne andrà: dieci anni di euro hanno creato tensioni tali per cui la macelleria sociale deve ora lavorare a pieno regime. E gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso. Sarà ancora una volta concesso alla sinistra della Realpolitik di gestire la situazione, perché esiste un’altra illusione della politica economica, quella che rende più accettabili politiche di destra se chi le attua dice di essere di sinistra. Ma gli elettori cominciano a intuire che la macelleria sociale si può chiudere uscendo dall’euro. Cara Rossanda, gli operai non sono “scombussolati”, come dice lei: stanno solo capendo. “Peccato e vergogna non restano nascosti”, dice lo spirito maligno a Gretchen. Così, dopo vent’anni di Realpolitik, ad annaspare dove non si tocca si ritrovano i politici di sinistra, stretti fra la necessità di ossequiare la finanza, e quella di giustificare al loro elettorato una scelta fascista non tanto per le sue conseguenze di classe, quanto per il paternalismo con il quale è stata imposta. Si espongono così alle incursioni delle varie Marine Le Pen che si stanno affacciando in paesi di democrazia più compiuta, e presto anche da noi. Perché le politiche di destra, nel lungo periodo, avvantaggiano solo la destra. Ma mi rendo conto che in un paese nel quale basta una legislatura per meritarsi una pensione d’oro, il lungo periodo possa non essere un problema dei politici di destra e di sinistra. Questo spiega tanta unanimità di vedute.

Alberto Bagnai
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/08/articolo/5225/
22.08.2011

martedì 12 aprile 2011

Immigrazione, muro contro muro, tra Italia e Francia ora è crisi aperta! L'Ue boccia l'Italia, Maroni non ci sta! Bruxelles non riconosce i permessi di soggiorno concessi agli immigrati! Anche la Germania contro i «visti» temporanei agli immigrati Tunisini!

Berlusconi firma il decreto sui permessi di soggiorno temporanei ai tunisini. Ma a Parigi il Ministro dell'Interno dirama una circolare ai Prefetti con disposizioni rigide: respingere l'ondata. Il Ministro degli Interni Italiano, Roberto Maroni: "Atteggiamento ostile dei Fancesi!". Schifani: "Ci attendiamo gesti concreti dalla Francia!"  

PARIGI (FRANCIA) - La Francia si prepara ad accogliere gli immigrati tunisini. Ma sarebbe meglio dire che si prepare a trovare il modo di non farli rimanere a lungo nel proprio territorio. Dopo la decisione del governo italiano di rilasciare un permesso di soggiorno temporaneo agli stranieri arrivati in Italia, il governo francese corre ai ripari e mette le mani avanti. E lo fa con una circolare diramata alle prefetture in cui si dettano cinque precise condizioni su come gestire il nuovo flusso. A rendere noto il documento è il quotidiano parigino Le Figaro. Le "istruzioni" del ministro dell'Interno Claude Gueant sono precise: i nuovi arrivati devono essere in possesso di un titolo di soggiorno valido, emesso da uno Stato membro della convenzione di Schengen, devono avere un passaporto nazionale valido, devono giustificare lo scopo e le condizioni del loro soggiorno in terra francese, non costituire una minaccia per l'ordine pubblico e non essere entrati in Francia da più tre mesi. Ma soprattutto devono certificare di disporre di risorse sufficienti (62 euro al giorno a persona, 31 euro se dispongono di un alloggio). 
La Francia applica così il massimo delle limitazioni alla libera circolazione prevista dal trattato europeo di Schengen. E c'è da scommettere che con questi dettami saranno pochi i tunisini che riusciranno a rimanere a Parigi. E dove andranno? Semplice, in Italia. E' questo infatti ciò che prevede la circolare pubblicata sul sito di Le Figaro. "Chi non rispetta anche solo uno dei requisiti richiesti - si legge nel documento- verrà rispedito allo Stato membro di proveninenza": cioè l'Italia.
A confermare questa ipotesi, oltre al ferreo controllo della frontiera francese constatato negli ultimi giorni, ci sono anche le dichiarazioni degli addetti ai lavori parigini. "L'esame delle situazioni individuali sarà minuzioso e si può già prevedere che non tutti la passeranno", ha detto a Le Figaro un alto dirigente della polizia di frontiera francese. E anche un prefetto ascoltato dal quotidiano parigino si è schierato sulla stessa linea: "Non ci sarà un'ondata di nuovi arrivi", ha rassicurato. Alla fine è arrivata anche la dichiarazione del ministro francese: "Parigi non vuole subire un’ondata di immigrazione tunisina dall’Italia, Paese in cui rispedirà candidati al soggiorno in Francia che non soddisfino le condizioni di identità e di risorse richieste".
Intanto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che domani incontrerà il suo omologo francese "per trovare un accordo e definire un sistema di intervento comune", anche se poi ha aggiunto che "da Parigi c'è stato un atteggiamento di ostilità e la libera circolazione nell'area Schengen è garantita da regole che devono essere rispettate". Sulla stessa linea di pensiero anche il presidente del Senato, Renato Schifani, che ha dichiarato: "Il problema dell’immigrazione clandestina non è un problema italiano, è un problema europeo. Ci attendiamo gesti concreti dai francesi". Ci va un po' più morbido invece il ministro degli Esteri, Franco Frattini, secondo il quale la circolare francese "non è un gesto speciale di amicizia, ma a noi sembra un valora aggiunto quello di lavorare insieme con la Francia in chiave europea!" Mentre arriva l'ufficialità sui permessi di soggiorno temporanei (con la firma, da parte del presidente del Consiglio, del decreto ad hoc), ora resta da vedere per quanto tempo ancora durerà questo gioco del gatto col topo tra la Francia e l'Italia e cosa verrà fatto per evitarlo. Ma è comunque singolare il fatto che la circolare francese sia stata redatta e diramata proprio ieri, giorno in cui Palazzo Chigi decideva per il permesso di soggiorno temporaneo. Un tempismo perfetto.
Fonte: www.ilgiornale.it 

L'Ue boccia l'Italia, Maroni non ci sta!

Bruxelles non riconosce i permessi di soggiorno concessi agli immigrati!

BRUXELLES (LUSSEMBURGO) - «Che senso ha rimanere in Europa?», si è chiesto ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni a margine della seduta lussemburghese con i colleghi dei 27 Stati membri. Deluso e isolato, Maroni ha dovuto incassare la bocciatura europea del piano di permessi di soggiorno temporanei concessi dal decreto approvato lo scorso 5 aprile dalla Presidenza dei ministri. Per l’Europa, infatti, la gestione di 22mila migranti deve e può restare italiana perché «non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo», aveva specificato la commissaria agli Interni Cecilia Malstrom. E i governi nazionali le hanno dato conferma.
È «prematuro» decidere l’attivazione della direttiva 55 del 2001 che alla protezione temporanea per i profughi collega «l’obbligo di cooperazione tra Stati» e la libera circolazione nell’area Schengen. Una larga maggioranza dei ministri, riuniti ieri a Lussemburgo, ha così ritenuto che, numeri alla mano, la direttiva non vada ancora applicata. Da qui, lo sfogo del rappresentante del Viminale che ha mostrato dapprima la «delusione di aver visto ancora una volta i Paesi dell’Unione assolutamente indisponibili ad attuare misure concrete di solidarietà»; in seguito visibilmente contrariato perché «in questa situazione di grave emergenza, ci è stato detto “cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola”».
A poco sembra essere valso il richiamo fatto dal presidente della Repubblica nella mattinata di ieri. Al monito di Napolitano («Con l’Europa non si scherza») anche il ministro degli Esteri Frattini ha commentato l’esito della riunione dei 27 con un «l’Europa resti con il suo egoismo. Noi troveremo altre soluzioni». Eppure, la commissaria Malstrom ha confermato il rafforzamento dell’impegno di Frontex per il controllo delle frontiere e lo stanziamento di fondi aggiuntivi a favore dell’Italia.
Ma a bruciare sono state soprattutto le parole del ministro degli Interni tedesco, Hans Peter Friederich, che ha auspicato che «gli italiani compiano il loro dovere» perché «non sarebbe nell’interesse dell’Europa essere costretti a introdurre nuovi controlli alle frontiere». E sulla scia tedesca, oltre alla Francia, anche Austria, Spagna e Svizzera alla cui frontiera ieri sono stati respinti sei irregolari.
Unico saldo punto d’accordo, frenare gli arrivi e rimpatriare: i tunisini vanno respinti, è la nota comune dei governi europei. Peccato che, anche su questo fronte, a Lampedusa la tensione è altissima. Ieri, chi era trattenuto nel Centro di accoglienza dell’isola ha iniziato una protesta che finita con l’incendio di una parte della struttura. Atti di autolesionismo e scioperi della fame sono l’ultimo tentativo disperato per scongiurare il ritorno in Tunisia. Con l’allarme, confermato ieri dal Consiglio italiano per i rifugiati, che i rimpatri stiano avvenendo in maniera indiscriminata e - non sarebbe la prima volta - si stiano consentendo «respingimenti di massa».
Fonte: http://www.terranews.it
Anche la Germania contro i «visti»
 
BERLINO (GERMANIA) - Il fronte comune europeo nella gestione dell'emergenza immigrati resta una chimera. Se Italia e Francia hanno fatto un timido passo avanti - più formale che sostanziale - per attenuare la polemica feroce scoppiata sulla libera circolazione nell'area Schengen dei beneficiari di permessi provvisori, la Germania ha azzerato nuovamente il contatore.
Poche ore dopo il vertice a Milano tra il ministro degli Interni Roberto Maroni e il suo collega francese Claude Guéant, Berlino ha formalizzato una posizione durissima nei confronti del governo italiano: «Vediamo in queste misure prese dall'Italia un attentato allo spirito di Schengen», ha detto il portavoce del ministero degli Interni tedesco, Jens Teschke. Già in salita, il vertice europeo di lunedì a Lussemburgo tra i ministri degli Interni e della Giustizia si svolgerà in un clima incandescente.
La confusione è ormai parossistica. Ma non era stato Maroni ad invitare la Francia a uscire da Schengen nel caso di respingimento degli immigrati tunisini muniti di permesso provvisorio rilasciato dalle autorità italiane? L'uscita tedesca rafforza la posizione dei francesi che ieri, nonostante l'accordo sul pattugliamento congiunto, le formule di circostanza, gli sforzi protocollari, i sorrisi alla Prefettura di Milano, sono rimasti saldi sulle posizioni della vigilia.
«I permessi temporanei di soggiorno rilasciati dal governo italiano - ha detto Guéant - aprono la possibilità di libera circolazione, ma nel rispetto dell'articolo 5 di Schengen, che prevede il possesso di risorse finanziarie adeguate e documenti per il riconoscimento». Chiaro. Differenze rispetto alle parole con cui il ministro francese, giovedì, aveva accompagnato la circolare destinata ai suoi prefetti? Nella sostanza, nessuna, anche perché le garanzie sui mezzi di sostentamento e sui documenti d'identità restano a carico del governo italiano.
Meno male che si sono messi d'accordo sul pattugliamento congiunto, aereo e navale, delle coste tunisine. Bloccare all'origine l'afflusso dei migranti clandestini è nell'interesse di entrambi, ma questi interessi tornano a divergere man mano che dal mare ci si avvicina al territorio italiano.
Maroni ha ripetuto che la gestione di questo afflusso non può essere «una questione solo italiana, o tra Italia e Francia, ma va affrontata con uno sforzo comune a livello europeo». Analogo concetto è stato espresso dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ieri a Parigi per un vertice delle associazioni imprenditoriali del G-8, che ha detto di attendersi dalla Francia e dall'Europa «un aiuto non solo a parole, ma con azioni concrete», sull'accoglienza dei migranti in arrivo dal Nord Africa.
A rendere ancora più difficile uno sforzo coordinato a livello Ue ci sono le convulsioni di politica interna che attraversano i tre Paesi più importanti dell'Unione. In Francia tra poco più di un anno ci saranno le presidenziali e la formidabile ascesa nei sondaggi di Marine Le Pen, volto accattivante e pragmatico dell'estrema destra, rilancia l'iperattivismo di Sarkozy contro l'immigrazione. Angela Merkel è in affanno dopo che la sconfitta subìta dalla Cdu nel Baden-Wuerttemberg ha accentuato la posizione di minoranza della coalizione di governo al Bundesrat, la Camera delle Regioni.
Lo stesso Roberto Maroni non vuole erodere, con la problematica gestione dei flussi migratori in arrivo dal Nord Africa, il capitale di consenso sul quale conta la Lega a ridosso di una tornata di elezioni amministrative. Per lui e il governo una difficile equazione da risolvere, tra la riluttanza di Francia e Germania e l'indifferenza del resto d'Europa.
C'è solo da augurarsi che il pattugliamento congiunto, unico strumento pratico per limitare sul nascere i problemi, sia davvero efficace.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com

martedì 17 febbraio 2009

La UE con l’Euro verso l’abisso???


La UE con l’Euro verso l’abisso…
Un documento segreto di 17 pagine in cui sta scritto che le banche europee sono sedute sopra una montagna di «attivi tossici» quantificabile in oltre 18 trilioni di euro. Una cifra che può trascinare nell’abisso l’euro e la UE stessa, come si legge tra le righe di questo allarmatissimo documento segreto. È questa l’unica, vera, grande novità emersa dal vertice Ecofin di martedì 10 Febbraio e di cui nessuno ha parlato…


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!