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venerdì 18 aprile 2008

SPECIALE ELEZIONI: POLITICHE 2008 in ITALIA! RISULTATI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA!

UNIONE DI CENTRO:
1.866.294 voti, 5,694 %, 3 seggi

Leader: Pier Ferdinando Casini


PARTITO DEMOCRATICO:
11.042.325 voti, 33,695 %, 116 seggi


DI PIETRO ITALIA DEI VALORI:
1.414.118 voti, 4,315 %, 14 seggi

Leader: Walter Veltroni
Totale Coalizione:
12.456.443 voti, 38,010 %, 130 seggi!


MOVIMENTO PER L'AUTONOMIA ALL.PER IL SUD:
355.076 voti, 1,083 %, 2 seggi


LEGA NORD:
2.642.167 voti, 8,062 %, 25 seggi


IL POPOLO DELLA LIBERTA':
12.510.306 voti, 38,174 %, 141 seggi

Leader: Silvio Berlusconi
Totale Coalizione:
15.507.549 voti, 47,320 %, 168 seggi!

SVP: 2 seggi dal collegio estero
SVP - INSIEME PER LE AUTONOMIE: 2 seggi dal collegio estero
VALLEE D'AOSTE: 1 seggio dal collegio estero
MOV. ITALIANI ALL'ESTERO: 1 seggio dal collegio estero

Gli altri Partiti non hanno raggiunto la soglia dell'8% valida per conquistare seggi in Senato e sono:

SINISTRA ARCOBALENO: 3,213%, 1.053.154 voti
LA-DESTRA: 2,096%, 687.211 voti
PARTITO SOCIALISTA: 0,867%
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI: 0,550%
SINISTRA CRITICA: 0,416%
PER IL BENE COMUNE: 0,323%
PARTITO LIBERALE ITALIANO: 0,307%
FORZA NUOVA: 0,261%
UNIONE DEMOCRATICA: 0,237%
LISTA DEI GRILLI PARLANTI: 0,150%
LIGA VENETA REPUBBLICA: 0,145%
LEGA PER L'AUTONOMIA LOMBARDA: 0,139%
M.E.D.A. : 0,061%
POPOLARI UNITI: 0,037%
P. COMUNISTA MARXISTA-LENINISTA: 0,024%
LEGA SUD: 0,021%
SARDIGNA NATZIONE: 0,021%
FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDO: 0,016%
L'INTESA VENETA: 0,013%
PARTITO DEL SUD: 0,011%
SUD LIBERO: 0,005%
MOVIMENTO P.P.A. : 0,004%

Totale Senato: 32.771.227 voti, 315 seggi assegnati, SONO ESCLUSE DAL RIEPILOGO LE REGIONI VALLE D'AOSTA E TRENTINO ALTO ADIGE!


Percentuale votanti: 80,404 %

Fonte: http://politiche2008.interno.it/

INCHIESTA SUL PERCHE'

GLI OPERAI VOTANO LEGA


BRESCIA - L'importante è saper rispondere alla domanda: "Mi conviene?". Paolo, ad esempio, ha capito che gli conviene votare Bossi perché la Lega lo protegge. Ha 22 anni, sta appoggiato al muro insieme ai coetanei durante la pausa mensa alla Innse Berardi, 250 metalmeccanici specializzati alla periferia di Brescia. Da chi ti protegge la Lega? "Dagli extracomunitari". Ne hai bisogno alla tua età? "Non è bello doversi difendere quando vai alla stazione". Che cosa vuol dire che la Lega ti difende? "Che, bloccherà i flussi, non li lascerà più entrare in Italia". Il capannello aumenta, la discussione si anima, Enrico contesta: "Tutte balle, ti lasci riempire la testa dalla tv. Non siamo a Chicago, dov'è tutta 'sta criminalità? E poi i criminali non ci sono in Italia? Prova ad andare in Sicilia". "Quelli almeno sono nostri e ce li curiamo noi. Ma dobbiamo preoccuparci anche di quelli che esportano gli altri?". E' facile sfottere Paolo. Christian scioglie la tensione con la battuta vincente: "Vuoi bloccare l'ingresso in Italia agli extracomunitari proprio tu che sei dell'Inter?". Paolo sembra soccombere. Ma l'aiuto vero gli arriva da Gianni, un ragazzo di 32 anni che a queste elezioni non ha votato. Un grillino adirato con la Casta? "No, non ho votato perché non posso ancora. Sono albanese, sono arrivato nel '99. Il mio vero nome è Hashim ma siccome è troppo complicato, tutti mi chiamano Gianni". Quando potrai votare per chi voterai? "Per il partito che sceglieranno la maggioranza degli italiani". In questo momento è la destra. Ti andrebbe bene la destra? "Perché no?". Forse perché potrebbe bloccare l'ingresso degli stranieri alle frontiere. "E allora? Io sono entrato, in autunno sono arrivati anche mia moglie e i miei figli. Se non arrivano tanti altri a farci concorrenza è meglio".
Così, in dieci minuti di chiacchiere da bar, Paolo e Gianni fanno a pezzi quel che resta del concetto di solidarietà, caro alla Dc di Martinazzoli, che ha governato queste terre durante la prima repubblica, come alla Fiom di Giorgio Cremaschi, che continua a governare il sindacato di fabbrica con il 70% dei voti alle elezioni delle rsu. Votano Fiom in azienda e Bossi nell'urna? "Dov'è il problema? Si vede che la Fiom e Bossi gli servono". Angelo, delegato a un passo dalla pensione, sa che la sua è una risposta provocatoria. Ma anche profondamente vera. "Da queste parti - spiega - le aziende hanno fame di operai specializzati. Qui i contratti integrativi sono ricchi, arriviamo a strappare aumenti di 2-3 mila euro all'anno". Tute blu quasi benestanti, ben diverse da quelle che, sull'altro lato della strada, costruiscono i camion all'Iveco, la vecchia e gloriosa Om, e portano a casa i salari degli operai Fiat. "Alla Innse - aggiunge Angelo - molti abitano nei paesi delle valli bresciane. Con il passare del tempo si sono fatti la villetta a schiera. Una conquista che adesso hanno paura di perdere con l'aumento del costo della vita". Qui si chiede ai comunisti di contrattare l'aumento con il padrone, perché loro sono ancora i più bravi nel settore ("tremila euro all'anno, sputaci sopra"), e si chiede a Bossi di realizzare il federalismo fiscale. Il comunista ti porta i soldi ma è la Lega che li difende. La sirena del federalismo, ad esempio, è quella che ha attirato Giovanni, contadino cuneese prestato all'industria della gomma. Arriva davanti al bar "Sporting", il ritrovo degli operai sul piazzale della Michelin di Cuneo, e spiega la sua soddisfazione: "Finalmente abbiamo vinto, adesso si può fare il federalismo fiscale". Che cosa vuol dire? "Che siamo padroni a casa nostra, che le tasse restano qui e non vanno a Roma. Con tutte quelle che paghiamo io e mia moglie per l'azienda agricola". Giovanni ha 49 anni e, come molti da queste parti, ha iniziato a compiere le sue scelte politiche nel ventre della Balena bianca: "Qui - ricorda - votavano tutti Dc, anzi votavano tutti Coldiretti", la potente associazione dei contadini democristiani. Rotto quel contenitore, Giovanni è diventato un leghista moderato. Uno che dice: "All'inizio votavo Lega per protesta. Poi mi sono un po' allontanato quando dicevano che volevano la secessione". Ma anche lui, quando si tratta di scegliere il sindacato, finisce per affidarsi a Cgil, Cisl e Uil. Gaspare e Luigi, delegati di fabbrica, raccontano del flop del SinPa, il sindacato dei leghisti: "Nel 2000 aveva fatto il pieno alle elezioni del consiglio di fabbrica, avevano il 33% dei voti. Poi sono rapidamente spariti. Quello del sindacalista non è un ruolo che si improvvisa. Non basta dire "Roma ladrona" per chiudere un contratto". Per il momento, comunque, sono i partiti del centrodestra più dei sindacati del Carroccio a mettere in crisi i sindacati confederali. A Brescia, dove lo straordinario è la regola, la detassazione promessa da Berlusconi ha fatto breccia. Aldo, delegato della Fim dell'Innse, ammette sconsolato: "Quello è stato un colpo da maestro". La Lega è forte, i messaggi del centrodestra bucano il video, ma la sinistra delle fabbriche dov'è finita? Sam, 35 anni, lavora alla Michelin di Cuneo insieme a un gruppo di altri ragazzi di colore. "Arriviamo tutti dal Benin, siamo in Italia da molti anni, abbiamo preso la cittadinanza. Abbiamo sempre votato Rifondazione". Ma? "Questa volta non lo abbiamo più fatto. Ci siamo riuniti per parlarne. Una parte ha scelto il Pd perché sperava di bloccare Berlusconi. Ma alcuni hanno proprio deciso di smetterla con la sinistra. Votano Berlusconi perché la sinistra litiga troppo, non si trova mai d'accordo su nulla". Per guardare in faccia la delusione della sinistra radicale basta andare a Genova, nel cuore del Porto, roccaforte dei camalli della Compagnia unica dove su sette delegati di area Cgil quattro sono di Rifondazione due dei Ds e due di Lotta Comunista. Mauro spiega la sconfitta dell'Arcobaleno: "A Genova si dice: "Ci hanno presi nella lassa", ci hanno fregati. Molti hanno votato Pd credendo che tanto il 4 per cento alla Camera si faceva e che Veltroni fosse vicino a Berlusconi nei sondaggi. Invece non era vero niente". Basta l'ingenuità a spiegare tutto? "No che non basta. Ne abbiamo parlato martedì tra di noi. Rifondazione ha sbagliato". Dove ha sbagliato? "Ad esempio con l'indulto". Ma l'indulto, una volta non era una legge di sinistra? "Lo dici tu. Ma quale sinistra? Ha messo fuori i delinquenti altro che sinistra". Forse non sarà solo per questo che nei seggi di Crevari, storico quartiere partigiano di Genova, la Lega batte la Sinistra arcobaleno 486 a 358. Sarà anche perché "un partito come Rifondazione non può votare a favore della guerra", come dice Matteo, operaio all'Iveco di Brescia. O perché "non si raccolgono i voti nelle fabbriche promettendo di cambiare la legge 30 sul precariato per poi non fare nulla", come rimpiange Luca che scarica container al porto. Così finisce che la delusione ti lascia a casa (a Genova l'astensione coincide con i 40 mila voti persi dall'Arcobaleno) o ti getta nelle braccia di Ferrando e Turigliatto: "Almeno loro la guerra non l'hanno votata", si consola Matteo all'Iveco. Il risultato è che la Lega avrà quattro ministri e l'Arcobaleno non c'è più. "Adesso tocca a Bossi mantenere le promesse", dice Alberto, della Fiom di Brescia. Ma anche lui sa che è una magra consolazione: "Sai come andrà a finire? Che quando la gente che ha votato Lega si incazzerà verrà da noi a chiederci di fare gli estremisti, la lotta dura e i blocchi stradali".




































































domenica 13 aprile 2008

Lev Trotzky, la grande vittima di Stalin...

Lev (Lejba) Davidovič Bronštejn (Лев (Лейба) Давидович Бронштейн) Trotsky [1] (Janovka, 7 novembre 1879Coyoacán, 21 agosto 1940) è stato un rivoluzionario russo.
Fu un influente politico nella neonata Unione Sovietica, dapprima come commissario del popolo per gli affari esteri e in seguito come fondatore e comandante dell'Armata Rossa e commissario del popolo per la guerra, e membro fondatore del Politburo. Fu presidente del Soviet di Pietroburgo durante le rivoluzioni del 1905 e del 1917. Fu anche scrittore di notevoli capacità, soprannominato Penna dai compagni di partito. A seguito della lotta contro Stalin negli anni Venti, fu espulso dal partito e deportato: venne ucciso in Messico da un agente sovietico. Le idee di Trotsky formano la base della corrente comunista del trotskismo.
Nacque in una agiata famiglia di contadini ebrei a Janovka, nella provincia di Kherson (Ucraina). La sua data di nascita nel calendario gregoriano è il 7 novembre – lo stesso giorno della Rivoluzione d'ottobre del 1917 (il calendario giuliano venne abolito in Russia nel 1918).
Si avvicinò agli ambienti ed alle idee rivoluzionarie già durante i suoi studi all'università di Odessa. Venne arrestato per la prima volta nel 1898 mentre lavorava come organizzatore per l'Unione Operaia della Russia Meridionale. Nel 1900 venne condannato a quattro anni di esilio in Siberia. Nel 1902 riuscì a fuggire dalla Siberia, prendendo il nome di Trotsky da un ex-carceriere di Odessa, e raggiunse Londra per unirsi a Vladimir Lenin, all'epoca redattore capo del giornale Iskra (Scintilla), organo del Partito Social Democratico Russo dei Lavoratori (PSDRL, denominazione esatta Partito Operaio Socialista Democratico Russo, sigla esatta dal russo POSDR).
Partecipò al secondo congresso del POSDR nell'estate del 1903, e nella disputa interna che divise il partito, si mise con i Menscevichi contro Lenin. Anche se la sua lealtà ai Menscevichi ebbe vita breve, il danno alle sue relazioni con Lenin sarebbe durato per i 14 anni successivi.
Nel 1905 tornò in Russia. Il suo coinvolgimento nello sciopero generale di ottobre, con la presidenza del Soviet di San Pietroburgo e il suo appoggio alla rivolta armata, lo portarono all'arresto e a una sentenza di esilio a vita. Nel gennaio del 1907 fuggì sulla strada per l'esilio e ancora una volta trovò la via di Londra, dove partecipò al quinto congresso del partito. In ottobre si spostò a Vienna.
Nel 1912 era stato inviato dal diffuso quotidiano radical-democratico Kievskaja Mysl' nei Balcani, dove fu testimone della guerra del 1912-1913, tragico prologo della Prima Guerra Mondiale. In quel periodo fu corrispondente di guerra per diversi giornali. Le sue corrispondenze furono successivamente raccolte nel volume Le guerre balcaniche 1912-1913 (1926).
« D'un tratto la guerra ci rivela che procediamo ancora a quattro zampe e che non siamo ancora usciti dal grembo dell'era barbarica della nostra storia. »
Con l'avvicinarsi della guerra si spostò nella neutrale Svizzera, e quindi in Francia. Fu espulso dalla Francia e viveva a New York quando la Rivoluzione Russa (febbraio 1917) rimosse lo Zar. Fece ritorno in Russia nel maggio 1917 dove infine si unì ai Bolscevichi e divenne attivamente coinvolto nei loro sforzi per rovesciare il governo provvisorio guidato da Aleksandr Kerensky, ed anzi ne fu tra i massimi dirigenti.
Dopo la presa del potere da parte dei Bolscevichi divenne Commissario del popolo per gli Affari Esteri, con lo scopo principale di negoziare la pace con la Germania e i suoi alleati. Ma, ritiratosi dai colloqui (10 febbraio 1918) nella speranza che i soldati tedeschi si ribellassero ai loro ufficiali, ciò non avvenne e i tedeschi invasero il territorio russo (18 febbraio), costringendo l'Unione Sovietica a firmare l'altamente penalizzante Trattato di Brest-Litovsk il 3 marzo. Trotsky successivamente rassegnò la sua posizione diplomatica e divenne Commissario del Popolo alla Guerra. Come fondatore e comandante dell'Armata Rossa, fu ampiamente artefice del successo contro l'Armata Bianca e della vittoria nella Guerra Civile Russa, durante la quale decine di migliaia di persone vennero uccise in Russia e in Ucraina, a seguito dei pogrom promossi dai Bianchi.
Con la malattia e la morte di Lenin, Stalin e il gruppo attorno a lui (che inizialmente, nel periodo della cosiddetta trojka, includeva anche le frazioni di Lev Kamenev e Grigorij Zinov'ev) furono in grado di consolidare il proprio controllo sul Partito e sullo Stato. Il 1924 è l'anno della "lotta contro il trotskismo", un feroce scontro ideologico in cui, senza risparmio di colpi bassi (con accuse reciproche molto dure sul ruolo avuto dai vari dirigenti nell'Ottobre, negli anni precedenti e negli anni successivi), viene portata avanti l'emarginazione dell'ala trotskista (che inizia a farsi chiamare "Opposizione di sinistra"), fino all'ottenimento delle dimissioni di Trotsky dal posto di Commissario del Popolo alla Guerra e agli Affari della Marina (gennaio 1925).
Trotsky aveva infatti approfondito la sua teoria della Rivoluzione Permanente (che aveva peraltro già preso le mosse subito dopo la fallita rivoluzione del 1905), che si poneva in netto contrasto con la politica stalinista di costruire il "socialismo in un solo paese". I punti decisivi della polemica dell'Opposizione in quegli anni sono la critica al regime autoritario vigente nel Partito, la critica allo sviluppo di deformazioni burocratiche nell'apparato statale sovietico, l'opposizione allo sviluppo di una nuova borghesia in seguito al prolungamento eccessivo delle misure di mercato (NEP); sul piano delle rivendicazioni, il gruppo di Trotsky chiede una politica di forte industrializzazione, un piano di collettivizzazione volontaria nelle campagne (da realizzarsi in tempi lunghi) e soprattutto la promozione su scala mondiale di nuove rivoluzioni proletarie (Cina, Germania), viste come unica soluzione ai pericoli di involuzione del regime interno dell'URSS.
Dopo la brusca rottura della trojka e la costituzione di un nuovo blocco Stalin-Bucharin che allontana da ogni posizione di potere le frazioni Kamenev e Zinov'ev (forti soprattutto a Leningrado), queste ultime formano nel 1926, insieme ad altri gruppi minori, un'alleanza con il gruppo di Trotsky che sarà conosciuta come Opposizione Unificata. Si apre una fase di scontri sempre più violenti tra il gruppo al potere e i gruppi oppositori, che contavano su decine se non centinaia di migliaia di sostenitori nel Partito e nel sindacato.
Nell'autunno 1927 l'Opposizione decide di organizzare in forma autonoma la celebrazione del decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre; è da parte di Trotsky e dei suoi alleati un tentativo di una prova di forza nei confronti del regime staliniano in formazione. In piazza nelle principali città del Paese (e specialmente a Mosca e Leningrado) scendono migliaia di persone sotto le bandiere dell'Opposizione Unificata, che si scontrano con sostenitori di Stalin e con le milizie statali: le dimostrazioni degli oppositori sono sciolte con la forza. Pochi giorni dopo, il 12 novembre, Trotsky e Zinov'ev sono espulsi dal partito Comunista Sovietico, lasciando Stalin alla guida indiscussa dell'Unione Sovietica (Kamenev sarà espulso poche settimane dopo e in seguitò sarà liquidato anche l'alleato Bucharin).
Piegata l'Opposizione e iniziata la persecuzione sistematica dei suoi militanti, Trotsky venne esiliato ad Alma Ata (oggi nel Kazakhistan) il 31 gennaio 1929. Fu poi espulso e si spostò dalla Turchia alla Francia e alla Norvegia, stabilendosi finalmente in Messico su invito del pittore Diego Rivera: visse ad un certo punto nella casa di Rivera, e in un altro momento in quella di Frida Kahlo. Nel 1938, Trotsky fondò un'organizzazione marxista internazionale, denominata Quarta Internazionale, la quale intendeva essere un'alternativa trotskista alla Terza Internazionale stalinista. Ebbe una discussione con Rivera e nel 1939 si spostò in una residenza sua. Il 24 maggio 1940, Trotsky sopravvisse a un raid nella sua casa da parte di assassini stalinisti capitanati dal pittore Siqueiros. Mentre era a casa sua, a Coyoacán (un sobborgo di Città del Messico), il 20 agosto 1940, venne aggredito alle spalle da Ramón Mercader, rivelatosi un agente stalinista, che gli sfondò il cranio usando una piccozza. Trotsky morì il giorno seguente.
Mercader in seguito testimoniò al suo processo:
« Lasciai il mio impermeabile sul tavolo, in modo tale che fossi in grado di rimuovere la piccozza che si trovava nella tasca. Decisi di non mancare la meravigliosa opportunità che si presentava. Il momento in cui Trotsky iniziò a leggere l'articolo mi diede la chance, estrassi la piccozza dall'impermeabile, la strinsi in pugno e, con gli occhi chiusi, sferrai un colpo terrificante alla sua testa. »
La casa di Trotsky a Coyoacán è stata preservata più o meno nelle stesse condizioni in cui si trovava il giorno del suo assassinio ed è oggi un museo. La tomba di Trotsky si trova nel terreno attorno alla casa.
Poco prima del suo brutale assassinio, all'età di sessantuno anni, scrisse nel suo testamento:
« Quali che siano le circostanze della mia morte, io morirò con la incrollabile fede nel futuro comunista. Questa fede nell'uomo e nel suo futuro mi dà, persino ora, una tale forza di resistenza che nessuna religione potrebbe mai darmi... Posso vedere la verde striscia di erba oltre la finestra ed il cielo limpido azzurro oltre il muro, e la luce del sole dappertutto. La vita è bella.[2] Possano le generazioni future liberarla di ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore. »
Durante la sua vita, Trotsky fu uno scrittore prolifico e molti dei suoi scritti sono disponibili on-line (www.marxists.org/archive/trotsky/index.htm) sotto licenza GFDL. Un'altra fonte di opere di Trotsky è The Lubitz TrotskyanaNet (in inglese).
Rivoluzione permanente (1930)
Storia della rivoluzione russa (1932)
La rivoluzione tradita (1938)


La Democrazia dei Comunisti...

"GLI UOMINI COMINCIANO AD INVOCARE LA DEMOCRAZIA QUANDO NON S'INTENDONO FRA LORO SULLE QUESTIONI DI PRINCIPIO. QUANDO ESSI SONO D'ACCORDO SU TUTTA LA LINEA, NON SENTONO LA NECESSITA' DELLA DEMOCRAZIA, QUESTO E' OVVIO!" L.TROTZKY

In questo topic potrete leggere una delle massime di Trotzky sulla questione democratica del Comunismo e di questa sua massima lui stesso ne sarà vittima...in tutti i sensi!!! Il Comunismo ha sempre preteso l'unanimità plenaria dai propri "compagni" delle sue scelte, delle sue attività, della sua politica...sufficiente un minimo dissenso critico e subito il "compagno" viene emarginato, cacciato e bollato di alto tradimento alla causa!!! Così è stato per Trotzky, Kamenev, Zinovev, Kaganovic e tutti i vecchi bolscevichi che avevano contribuito alla costituzione dell'URSS e del PCUS...così è stato anche nel vecchio PCI Italiano, così è stato tra le fila delle BR, Lotta Continua, Potere Operaio e di tutti i movimenti dell'estrema sinistra comunista!!! E così è tutt'oggi tra i vari movimentini d'ispirazione comunista...compresi i loro forum dove addirittura si bannano tra "compagni" stessi solo per un diverbio su qualche concetto politico!!! La Democrazia Comunista in poche, semplici parole è: "O LA PENSI COME NOI...O NON LA PENSI COME NOI!!! SE NON LA PENSI COME NOI SEI FUORI...SEI NOSTRO NEMICO!!!" Concetto che vale anche per gli stessi Comunisti...dove nei loro partiti politici non si ammettono nemmeno le critiche costruttive!!! Questo è il loro vero concetto di Democrazia...
Alexander Mitrokhin

sabato 12 aprile 2008

Documentario sulla vita sociale ed economica in Cina...


Clicca sull'icona della bandiera Cinese per visualizzare il video del documentario realizzato da RAI3 sulla situazione economica e sociale nella Repubblica Popolare Cinese...

Skinhead organizzano presidio anti-fascista a Perugia contro Fiore di Forza Nuova!

(Sopra: Skinhead anti-fascisti...nazi-maoisti?)
PERUGIA - Durante la visita in città del candidato premier Fiore di "Forza Nuova" a Perugia i cittadini hanno potuto assistere ad un insolito presidio anti-fascista organizzato non dai soliti gruppetti di movimenti giovanili Comunisti o dai soliti "bisnonni" dell' A.N.P.I. ma bensì da un gruppo di giovani skinhead...la curiosità è forte: forse sono teste rasate "nazi-maoiste"? Anche perchè, da come potete vedere nella foto sopra, il colore che predomina è il nero e non certo il rosso...

Il funerale del leader Kim Il Sung in Nord-Korea....

Come in tutti i regimi Comunisti la morte del proprio grande Capo equivale all'esplosione del culto della personalità dello stesso leader che nella morte come nella vita è oggetto dell'acclamazione delle masse popolari...

Evento commemorativo nella Korea del Nord...

Anche negli ultimi regimi Comunisti, dalla Cina alla Korea del Nord...gli eventi commemorativi pubblici sono l'occasione buona per mostrare al Mondo intero la potenza dello Stato socialista...oltre ogni limite!!!

domenica 30 marzo 2008

ELEZIONI PROVINCIALI DI MASSA-CARRARA DEL 13-14 APRILE 2008: SOSTIENI LA DESTRA CON NICOLA FRANZONI PRESIDENTE!


PUNTI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA POLITICO PROVINCIALE DE LA-DESTRA DI MASSA-CARRARA CHE SOSTIENE NICOLA FRANZONI PRESIDENTE:

-Mutuo Sociale, diritto alla proprietà della casa;
-Case popolari agli Italiani;
-Acqua pubblica, uscire da GAIA, ProgettoH2O;
-Chiusura campo ROM sito in località "Lavello", piano sicurezza per combattere il degrado dei quartieri;
-Rilancio del Turismo con la progressiva chiusura del Porto Commerciale di Marina di Carrara e la trasformazione dello stesso in Porto Turistico;
-Agevolazione dell'Artigianato e del Turismo del marmo, contro le multinazionali del carbonato di calcio;
-Traforo sotto la Foce per collegare Massa a Carrara;
-Chiusura delle discariche della Lunigiana per una valorizzazione ambientale del territorio;
-Rifondazione del CAT per tornare ad un servizio pubblico efficiente;
-Valorizzazione dei prodotti tipici locali;
-Piano turistico Provinciale che parte dallo sviluppo costiero fino allo sviluppo dei centri di interesse turistico della montagna e della Lunigiana;
-Agevolazioni fiscali per le giovani imprese con un primo periodo "No Tax";
-Potenziamento della Polizia Ambientale, del controllo e della tutela dei parchi ambientali;
-Piano Provinciale dei rifiuti con la creazione di un'unica azienda Provinciale che incentivi il riciclaggio dei rifiuti;
-Creazione di un distaccamento di una sede della provincia di Massa-Carrara in Lunigiana;
-Stadio unico all'Inglese.


LA LISTA DEI CANDIDATI AL

CONSIGLIO PROVINCIALE

DI MASSA-CARRARA PER LA-DESTRA:



Alta Lunigiana - Razzini Renato

Aulla - Argini Davide

Bassa Lunigiana - Lazzarotti Alessandro

Carrara I - Gherghi Dario

Carrara II - Bruzzi Alessandro

Carrara III - Musetti Gianni

Carrara IV - Giovannoni Maurizio

Carrara V - Musetti Gianni

Carrara VI - Musetti Gianni

Carrara VII - Menconi Gino

Carrara VIII - Menconi Gino

Fivizzano I - Gabelloni Lino

Fivizzano II - Lippi Tiziano

Massa I - Lorenzi Luca

Massa II - DeAngeli Sennino Duilio

Massa III - DeAngeli Sennino Duilio

Massa IV - Lorieri PierGiuseppe

Massa V - Miranda Maria

Massa VI - Porzano Stefano

Massa VII - Lorenzi Luca

Massa VIII - Evangelisti Massimo

Montignoso - Azioni Carlo Felice

Pontremoli - Carlotti Michela

Villafranca in Lunigiana - Rastello Simone


PER VOTARE IL 13-14 APRILE 2008:

SULLA SCHEDA VERDE

E SU TUTTE LE ALTRE SCHEDE

(CAMERA e SENATO)
FAI UNA CROCE SOLO
SUL SIMBOLO DE LA-DESTRA

"OGNI VOTO UNA PICCONATA!"


Fonte: http://www.nicolafranzoni.com/ e http://www.la-destrams.it/




Se anche lo "studioso ebreo" si fa "antisemita"…..

Fin da giovane so che, sulle opinioni mie ed altrui, è inutile fare "disputazzellam". Pertanto ho insistito su certe mie tesi, facendo spallucce al fatto che altri potesse catalogarmi come "antisemita". Ripeto per sommi capi: io inquadrerei la nascita dello "Stato di Israele" nel 1948 come uno dei tanti casi di "colonialismo". E, pertanto, ripeterei l’insegnamento evangelico: "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Già: siete capaci di distinguere, nell’America latinoamericana, i "conquistatori" spagnoli e portoghesi dai nativi? O, nel Quebec, i "colonizzatori" francesi dagli indigeni? Perché Francesi, Portoghesi e Spagnoli, che sapevano di storia, hanno fatto come gli antichi Romani: volevano le donne e le terre dei Sabini, hanno sposato le Sabine ed hanno fuso due popoli in uno.
In Palestina, purtroppo, gli Ebrei non hanno seguito l’esempio degli antichi romani. Ma hanno pensato di risolvere il problema dei "nativi" cacciandoli dai paesi natali e spogliandoli dei loro poveri averi. Da quel momento nasce la "questione palestinese". E nasce non perché gli Ebrei vogliono un "loro Stato" ma perché vogliono uno "Stato religiosamente puro". Perché, agli occhi dei locali e dell’opinione pubblica mondiale sarebbe stato pressoché indifferente se quello spezzone territoriale si fosse chiamato "Israele" oppure "Palestina".
Strano ma vero: gli Ebrei che giustificano la nascita di "Israele" con le discriminazioni e i genocidi subiti in Europa, nel dare vita ad un loro sogno, cominciano con una "pulizia etnica". E non venitemi a dire "fu a causa della guerra". Perché ancora oggi, nel 2008, dopo sessanta anni da quei fatti, gli Israeliani non consentono ai Palestinesi espulsi di rientrare nei paesi natali.
Ed è su questo che nasce il problema del Vicino Oriente. Che avvelena la vita dei popoli viventi in quei territori e rischia di avvelenare la politica mondiale con la continua sequela di guerre, di attentati e di rappresaglie.
***
A complicare le cose, e a dar loro una patina surreale, interviene lo studioso Ebreo/Israeliano Shlomo Sand, professore di storia moderna all’Università di Tel Aviv. Ma diamo la parola al "Corriere della Sera": "In 297 pagine, Shlomo Sand sostiene che gli ebrei non vennero esiliati dai romani dopo la distruzione del secondo Tempio; gli ebrei della diaspora sarebbero i discendenti di popolazioni locali convertite" (1). E, a precisa domanda, risponde: "Quella che si è diffusa nel mondo è la religione, non la gente" (1).
Insomma, stante allo studioso Shlomo, degli "stranieri convertiti al giudaismo" opprimerebbero i Palestinesi, nelle cui vene scorre in parte il sangue degli antichi Ebrei. Inutile dire che Shlomo è accusato, da più parti, di essere "antisemita". E non nascondo che questo mi è di qualche conforto. E, difatti, se siamo tutti "antisemiti", vuol dire che i "semiti" sono una invenzione.

Antonino Amato

(1) "L’esilio degli ebrei, un mito. Uno storico scuote Israele" in "Corriere della Sera" del 29 marzo 2008, pagina 17.

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!