"La Politica è una cosa difficile, talvolta terribile, ma tuttavia umana! Anche nella Politica ci deve essere il disgusto, la pulizia! Non ci si può sporcare di fango, nemmeno per un'idea alta!" (Boris Eltsin - "Il diario del Presidente")
Visualizzazioni totali delle visite sul blog "Mitrokhin" dalla sua nascita: 08 Novembre 2007
Classifica settimanale delle news piu' lette sul blog Mitrokhin...
-
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
-
Documento storico Originale della TV SOVIETICA datato 1984 (67esimo anniversario Rivoluzione Russa) La rivoluzione russa (in russo : В...
-
L'EX PREMIER MARIO DRAGHI Draghi, la crisi di governo in diretta. Sciolte le Camere, si vota il 25 Settembre 2022. Il premier: per i sal...
-
Cristiano Torri cantautore e compositore poliedrico di Carrara (MS), Toscana, ma prevalentemente rock, stupisce con questo brano hard rock/...
-
«Это война, которая наносит серьёзный вред здоровью... всё остальное не имеет значения, только жизнь!»«Це війна, яка завдає серй...
Cerca nel blog
Translator (Translate blog entries in your language!)
Post in evidenza
"I MIEI BRANI" 🎸🎶💞 TUTTI I VIDEO UFFICIALI DI TORRI CRISTIANO CANTAUTORE DI CARRARA (MS) - TOSCANA
TORRI CRISTIANO CANTAUTORE CANALE YOUTUBE DI CRISTIANO TORRI CANALE UFFICIALE DI TORRI CRISTIANO SU SPOTIFY PROFILO FACEBOOK DI TORRI CRISTI...
giovedì 17 febbraio 2011
Chi è la donna che insieme al Magistrato di Milano Bruti Liberati, sta "perseguitando" il Premier Silvio Berlusconi? Puritani e moralisti all'attacco delle Istituzioni Politiche della Seconda Repubblica!
Ilda Boccassini
Dopo la laurea in Giurisprudenza entra in magistratura, con funzioni effettive, nel 1979 prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia, e ottenendo poco dopo il trasferimento alla Procura della Repubblica di Milano. Si occupa, quasi subito dopo il suo arrivo a Milano, di criminalità organizzata.
La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l'infiltrazione mafiosa nell'Italia settentrionale. L'inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l'arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.[1]
All'inizio degli anni novanta entra in rotta di collisione con altri colleghi del pool antimafia milanese, ne viene estromessa dall'allora Procuratore Capo Francesco Saverio Borrelli[senza fonte], ma porta comunque a termine il processo sulla Duomo Connection. Dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al '94 sulle tracce degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.[2] Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino. Dopo una breve parentesi alla Procura di Palermo torna a Milano e, su richiesta del Procuratore Borrelli, si occupa dell'inchiesta denominata Mani pulite subentrando ad Antonio Di Pietro dimessosi dalla magistratura il 6 dicembre del 1994.[3] Collabora, quindi, con i colleghi Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro e Francesco Greco, seguendo in particolare gli sviluppi delle inchieste riguardanti Silvio Berlusconi e Cesare Previti[senza fonte].
Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all'arresto di 15 sospetti appartenenti all'ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione. Secondo l'accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l'ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.[4]
Attualmente indaga sul caso riguardante l'affidamento di una giovane donna marocchina, definito giornalisticamente caso Ruby, nota negli ambienti della politica e della moda, che avrebbe compiuto alcuni furti.[5] L'inchiesta interessa, tra gli altri, il presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi che, secondo l'accusa, avrebbe esercitato indebite pressioni sulla questura di Milano per ottenere suo rilascio e che l'avrebbe pagata in cambio di prestazioni sessuali quando era ancora minorenne.[6] A causa di quest'incarico e di altre attività che hanno impegnato le procure della Repubblica nelle indagini su Silvio Berlusconi per reati quali concorso esterno in associazione mafiosa, prostituzione minorile, concussione, corruzione, strage, appropriazione indebita, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco, abuso d'ufficio, frode fiscale e falso in bilancio, Berlusconi la ha indicata fra gli appartenenti ad una ipotetica frangia della magistratura, da lui definita "sovietica" e "comunista".
Edmondo Bruti Liberati
Membro di una storica famiglia nobile delle Marche, i marchesi Bruti Liberati, ha ricoperto incarichi di rilievo nella Corte di giustizia dell'Unione europea e in seno all'Associazione Nazionale Magistrati italiana. Di quest'ultima fu segretario generale e vicepresidente fra gli anni 1980 e 1990, prima di assurgere alla carica di presidente il 25 maggio 2002. È esponente ed ex presidente di Magistratura democratica. Dal 2010 svolge l'ufficio di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano.[1]
Fonte: http://it.wikipedia.org
21 MARZO 2009 - DALL'UNITA': Edmondo Bruti Liberati, magistrato ed ex presidente dell’Anm, boccia il ddl del centrodestra sulle intercettazioni: «Vedremo l’esito del dibattito parlamentare. Finora ho visto proposte stravaganti e inidonee a raggiungere gli obiettivi di tutela della privacy e razionalizzazione dei costi».
Quanto costano le intercettazioni?
«Molto, anche perché non c’è omogeneità nei prezzi stabiliti con le varie società telefoniche. Alcuni uffici giudiziari hanno iniziato una revisione dei contratti. Si può fare di più, ma moltissimo potrebbe fare il ministero della Giustizia proponendo schemi e prezzi base uguali per tutti. Finora purtroppo non è avvenuto».
Secondo il Pd, i proventi delle confische dei beni dei condannati ammonterebbero a 330 milioni nel solo processo Antonveneta. Non è un’enormità?
«È vero che alcuni processi importanti relativi alla criminalità economica hanno consentito il recupero alle casse dello Stato di cifre imponenti. Che coprono non solo le spese del procedimento ma anche parte significativa degli oneri complessivi per le intercettazioni. Poi però c’è un principio più generale».
Di quale principio parla?
«I costi si possono razionalizzare e devono essere abbattuti. Ma questo resta uno strumento fondamentale per il contrasto alla criminalità. Limitare i presupposti a gravi o evidenti indizi di colpevolezza indebolisce molto questa forma investigativa, rendendola inutilizzabile».
Cosa altro non le piace della riforma?
«È assurdo prevedere per i processi a carico di ignoti l’iniziativa della parte offesa, spesso intimorita e oggetto di minacce. Quanto alla durata, sono convinto che i magistrati debbano fare grande attenzione e non intercettare oltre lo stretto necessario, ma non ha senso porre un termine drastico di tempo».
Quali potrebbero essere le conseguenze?
«Paradossali. Se pochi giorni prima della scadenza del termine dalle intercettazioni emergessero i colpevoli o la progettazione di nuovi reati, secondo la riforma si dovrebbe comunque smettere di ascoltare».
Trova appropriate le sanzioni più dure previste dal testo?
«Non il carcere per i giornalisti. Ma è giusto introdurre sanzioni rigorose ed efficienti per chiunque, giornalisti compresi, divulghi intercettazioni di cui è stata disposta la distruzione a tutela della riservatezza».
Etichette:
Berlusconi,
costume,
Cultura Italiana,
escort,
Giudici,
inchiesta rubygate,
Italia,
Italiani,
legge italiana,
Magistratura,
processi,
Prostituzione,
ruby,
scandali,
sesso,
silvio berlusconi,
società
IRAN: SCONTRI A TEHERAN, UN MORTO E DECINE DI FERITI TRA I MANIFESTANTI CHE SONO SCESI IN PIAZZA CONTRO IL REGIME ISLAMICO DI KHAMENEI!
(ANSA) - TEHERAN, 16 FEBRAIO 2011 - Scontri a Teheran ai funerali di un giovane morto durante le manifestazioni dell'opposizione di lunedi'. Secondo la televisione di Stato gli incidenti sono avvenuti tra studenti islamici e 'sostenitori della sedizione', cioe' dell'opposizione. I mezzi d'informazione ufficiali hanno presentato il giovane ucciso, Saneh Jaleh, come uno studente delle milizie Basiji, che lunedi' hanno appoggiato la polizia anti-sommossa contro le manifestazioni dell'opposizione.
(AGI) - Teheran, 14 Febbraio 2011 - Dal Maghreb il vento della rivolta arriva fino a Teheran dove oggi, la marcia di protesta non autorizzata a sostegno di Egitto e Tunisia, si e' trasformata in un nuovo inferno. Dozzine di manifestanti iraniani appartenenti all'opposizione sono stati arrestati e ci sono anche una persona morta per colpi di arma da fuoco e diversi feriti, secondo quanto confermato dall'agenzia Fars. La protesta era iniziata su Facebook, come le altre, anche se i leader Mirhossein Moussavi e Mehdi Karroubi, dopo aver chiamato all'appello tutti gli iraniani, sono stati isolati nelle loro case da un consistente servizio d'ordine. Il sito di Moussavi, Kaleme, ha continuato pero' a lavorare riportando di violenti scontri con la polizia che avrebbe fatto uso di lacrimogeni e di pallottole di gomma per disperdere i dimostranti. Secondo un blog dell''Onda verde' ci sarebbe anche un morto mentre sul web corre anche la voce di 250 persone arrestate e di un fermo totale delle comunicazioni, Internet e telefonini. Scontri e arresti anche a Isfahan nell'Iran centrale. Secondo testimoni oculari si parla solo a Teheran di 12mila persone scese in piazza che gridavano "Morte al dittatore" dopo ore di marcia in silenzio e senza slogan. Gli scontri sono cominciati in mattinata a piazza Azadi quando la folla, inizialmente silenziosa per via del divieto a manifestare, ha cominciato a gridare "Morte al Dittatore", lo slogan usato dai manifestanti contro il presidente Mahmoud Ahmadinejad dopo le contestate elezioni del 2009. Attorno alle piazze principali della capitale si sono schierati agenti in tenuta antisommossa, 'armati' anche con manganelli, estintori e gavettoni di vernice. Numerosi poliziotti hanno iniziato a perlustrare, in coppia sugli scooter, le strade della citta'. Secondo testimoni sul posto, ci sono stati numerosi scontri di minori entita' in vari punti della citta'. Consapevole dello "storico ruolo" svolto fin qui dai social network nelle proteste, il Dipartimento di Stato Usa ha cominciato a inviare messaggi in lingua farsi su Twitter agli iraniani invitando Teheran a permettere "alle persone che godono degli stessi diritti universali di riunirsi pacificamente e di manifestare come al Cairo!
Etichette:
Ahmadinejad,
cultura islamica,
Iran,
Islam,
KHAMENEJ,
la rivolta del pane,
Medio-Oriente,
paesi arabi,
Politica Estera,
Rivoluzione,
Tehran
Nove morti: in Libia è il giorno della collera! Primi bilanci degli scontri durante le manifestazioni dell'opposizione. Almeno 9 vittime nel paese del nord Africa. Quattro morti tra le fila dell'opposizione negli scontri in Barheim...
Nove morti, 13 morti secondo altre fonti: sarebbe questo il bilancio degli scontri nella città di Al Beida, nell'est del Paese tra dimostranti antigovernativi e forze dell'ordine. Lo riferiscono i siti di opposizione libici.
Ad Al Beida, terza città libica, nel corso della notte la reazione delle forze di sicurezza libica, è stata durissima. Secondo alcuni testimoni, citati dai siti dell'opposizione, sarebbero intervenuti anche degli elicotteri, che avrebbero aperto il fuoco sui manifestanti. Al momento non ci sono conferme ufficiali, né è possibile verificare l'attendibilità dei resoconti. Alcuni video pubblicati sul web mostrano decine di giovani nelle strade della città che inneggiano contro il regime.
Gli Stati Uniti, dopo gli scontri fra manifestanti e polizia che hanno causato 38 feriti in questo paese stretto fra Tunisia ed Egitto, hanno incoraggiato la Libia a rispondere alle aspirazione del suo popolo.
Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, ha ricordato che: «I Paesi della regione stanno affrontando le stesse difficolta' in fatto di demografia, aspirazioni popolari e bisogno di riforme».
Continua a salire il bilancio dei morti dopo gli scontri della notte a Manama, capitale del Bahrein. Un responsabile dell'opposizione riferisce di una quarta persona morta per le ferite riportate dopo l'intervento delle forze dell'ordine per sgomberare piazza Pearl, presidiata dai dimostranti governativi.
Il capo dell'opposizione sciita del Bahrein, lo sceicco Ali Salman, ha detto che l'assalto delle forze di sicurezza contro i manifestanti a Manama avrà conseguenze «catastrofiche».
Fonte: http://www.vanityfair.it
Etichette:
cultura islamica,
Gheddafi,
Islam,
la rivolta del pane,
Libia,
Medio-Oriente,
nord-africa,
paesi arabi,
Politica Estera,
Rivoluzione,
tripoli
Chi sono le tre donne che giudicheranno Berlusconi? Nel processo Sme del 2003 il premier chiese (ma non ottenne) la ricusazione della D'Elia. La De Cristofaro si occupò della «Clinica degli orrori». La Turri rinviò a giudizio Berruti (Pdl)
Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. Sono loro le tre donne che dal 6 aprile giudicheranno il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo che lo vede imputato a Milano per concussione e prostituzione minorile. Le tre donne sono state scelte «a caso» dal software «Giada»: un sistema informatico posto al 7° piano del Palazzo di Giustizia che assegna automaticamente i giudici «liberi» da altri impegni ai vari processi.
Eccovele presentate una ad una quì sotto:
Eccovele presentate una ad una quì sotto:
CARMEN D'ELIA
La prima, Carmen D'Elia, ha già incrociato sulla sua strada il premier. Nata nel 1962 a Fragagnano, Taranto, in magistratura dal 1991, nel 2002 si occupa del processo Sme. Nel filone principale vengono condannati per corruzione Attilio Pacifico, Cesare Previti e Renato Squillante.
posizione di Silvio Berlusconi relativa all'accusa di falso in bilancio viene invece stralciata. Durante il procedimento il Cavaliere chiede la ricusazione dei tre giudici che ha davanti, tra cui la D'Elia: sono colpevoli, sostiene, di aver anticipato «un giudizio su uno dei punti essenziali» dell'altra accusa, quella di corruzione. Ma il premier si vede bocciata la richiesta dalla Corte d' Appello di Milano ed è costretto a pagare una multa di 1.000 euro. La sua ricusazione viene giudicata «inammissibile per totale carenza dei presupposti di legge».
Nel 2004 il Tribunale, con giudice la Turri, lo assolve dall’accusa di aver «aggiustato» una sentenza civile. Per l'accusa di corruzione semplice, gli concede le attenuanti generiche, dichiarando prescritto il reato (il premier è accusato per un bonifico di 434 mila dollari finiti da un conto Fininvest al giudice Renato Squillante).
Sei anni dopo la D'Elia condanna a 15 anni l'ex primario della Clinica Santa Rita Pier Paolo Brega Massone, in merito allo scandalo della «Clinica degli orrori».
ORSOLA DE CRISTOFARO
Nello stesso dibattimento c'è anche Orsola De Cristofaro. La donna ha lavorato con la D'Elia anche nel processo relativo alle tangenti nella Provincia di Milano che si chiude nel giugno 2009 con 11 condanne.
GIULIA TURRI
L'ultimo giudice è Giulia Turri. Nel 2007 segue in qualità di gip il caso Vallettopoli. E' lei, su richiesta del pm Frank Di Maio, a mandare in carcere Fabrizio Corona, accusato di estorsione. Nello stesso anno condanna a 30 anni di reclusione Emilio Toscani e Marco Baldi, ritenuti responsabili del sequestro del finanziere milanese Gianmario Roveraro.
Anche lei ha incrociato, seppur indirettamente, il premier. Nel 2008 rinvia a giudizio Massimo Maria Berruti, ex ufficiale della Guardia di Finanza e poi consulente Fininvest e deputato di Forza Italia. Berruti è accusato di riciclaggio di presunti fondi neri relativi all'acquisto di diritti tv di Mediaset. In seguito verrà assolto dal Tribunale.
Nel 2010 la Turri giudica le indagini sul traffico di cocaina all'interno dei locali della movida milanese, The Hollywood e The Club che portano all'arresto di cinque persone e all'iscrizione di 19 soggetti nel registro degli indagati.
Fonte: http://www.vanityfair.it
Etichette:
Berlusconi,
costume,
escort,
Giudici,
Governo Italiano,
inchiesta rubygate,
Italia,
Italiani,
Magistratura,
Pdl,
Politica,
premier,
Prostituzione,
ruby,
scandali,
sesso,
silvio berlusconi,
società
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!





