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sabato 10 novembre 2012

Cina, il Partito Comunista al 18° Congresso e Hu Jintao dichiara: "Lotta alla corruzione!"

PECHINO - (CINA) - 8 Novembre 2012 - I circa 2.300 delegati hanno preso posto nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen, a Pechino, attorno alle 8,30 del mattino. Il XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese, il piu' importante appuntamento nell'agenda politica della Repubblica Popolare dei prossimi dieci anni, e' iniziato come da tradizione con l'inno nazionale: dopo un breve discorso introduttivo del portavoce del Pcc, Cai Mingzhao, il palco e' stato tutto per il discorso di apertura di Hu Jintao, segretario del partito e presidente della Repubblica. Nel corso di quasi due ore di discorso, punteggiate da poche pause e dagli applausi di rito, il leader uscente ha tracciato un bilancio dei suoi dieci anni di amministrazione, indicando alcune linee per il prossimo futuro.
  Hu Jintao, come riportato da AgiChina24.it, ha nuovamente escluso qualsiasi riforma politica in senso multipartitico: "Dobbiamo continuare a promuovere sforzi attivi, e nello stesso tempo prudenti, per perseguire una riforma della struttura politica ed estendere la democrazia popolare", ha detto Hu, "ma non copieremo mai i sistemi politici occidentali". Con buona pace di molti analisti, che ritenevano che il pensiero di Mao Zedong sarebbe stato archiviato in sordina, il segretario ha nominato almeno tre volte il 'Grande Timoniere', padre fondatore della Repubblica Popolare Cinese.
Hu si e' scagliato con particolare durezza contro la corruzione, un problema che nell'ultimo anno e' esploso con lo scoppio dello scandalo Bo Xilai. L'ex leader di Chongqing e' in attesa di processo dopo la condanna della moglie Gu Kailai per l'omicidio di Neil Heywood, un uomo d'affari britannico che avrebbe aiutato la famiglia Bo a nascondere all'estero ingenti capitali illeciti. Quello del segretario, riferisce AgiChina24.it, e' suonato quasi come un allarme: secondo Hu, il Pcc deve impiegare "tutti i suoi sforzi nella lotta alla corruzione, promuovere l'integrita' e mantenersi vigile contro ogni degenerazione" perche' "se falliamo nel gestire tale problema in maniera adeguata, la corruzione potrebbe dimostrarsi fatale per il partito, e anche causare un collasso dello stesso partito e dello Stato".
Sul fronte economico, il segretario ha invocato uno sviluppo "piu' bilanciato, coordinato e sostenibile" dopo un decennio in cui la Cina e' diventata la seconda economia globale, avvertendo tuttavia enormi squilibri interni nella distribuzione della ricchezza.
"Entro il 2020 dobbiamo raddoppiare il Pil raggiunto nel 2010 e il Pil pro capite, tanto per i residenti urbani quanto per quelli rurali", ha avvertito Hu.
Si tratta di un obiettivo che, a detta degli analisti, comprende una crescita annua media intorno al 7 per cento, inferiore quindi ai risultati raggiunti negli ultimi anni. Hu anche invocato una riforma per adeguare maggiormente il tasso di cambio dello yuan ai criteri di mercato, senza tuttavia rinunciare al ruolo centrale delle imprese di Stato. I brani del discorso di Hu Jintao relativi alle questioni militari possono quasi sembrare un monito a molti Paesi vicini: il segretario del Pcc ha sottolineato infati che la Cina deve diventare "una potenza marittima", in un chiaro richiamo alle numerose contese territoriali che oppongono Pechino al Giappone e a vari Stati del Sud-Est asiatico. L'Esercito, ha spiegato poi Hu, "deve essere in grado di portare avanti diversi compiti, il piu' importante dei quali e' la vittoria di una guerra locale, ai tempi dell'era dell'informazione".
Il XVIII° Congresso del Pcc si concludera' mercoledi' prossimo, e giovedi' il Partito presentera' la nuova squadra di leader al comando fino al 2022. Se la nomina di Xi Jinping alla successione di Hu Jintao e quella del vice premier Li Keqiang al ruolo di primo ministro appare ormai scontata, la lotta politica si svolge intorno al Comitato Permanente del Politburo, i cui seggi potrebbero essere ridotti da nove a sette. Molti analisti ritengono che nella contesa per la successione abbia svolto un ruolo centrale l'ex segretario Jiang Zemin, 86 anni, leader massimo fino al 2002, che dopo il ritiro non occupa alcun ruolo formale. Nel corso della cerimonia di apertura le telecamere interne hanno inquadrato proprio Jiang Zemin subito dopo Hu Jintao: un probabile segnale della notevole influenza che il 'grande vecchio' esercita ancora sulla politica cinese. Stando a diverse voci circolate nelle ultime settimane, molti degli uomini che formeranno il prossimo Comitato Permanente del Politburo fanno parte della fazione di Jiang. La cordata di potere, detta a volte 'Cricca di Shanghai', e' favorevole a maggiori aperture alle riforme di mercato rispetto al gruppo di Hu Jintao, che negli ultimi dieci anni si e' concentrato su politiche adatte ad accorciare le immense distanze tra ricchi e poveri, e a promuovere il benessere nelle fasce piu' deboli della popolazione. 


Il segretario del partito Hu Jintao: «Lotta a corruzione ma nessuna riforma democratica, non seguiremo il modello politico occidentale!»
Si è aperto in mattinata a Pechino, nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen, il XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese. Per la Cina si tratta dell’appuntamento politico più importante del decennio, che segna la fine dell’amministrazione del presidente Hu Jintao e del premier Wen Jiabao: giovedì prossimo, a Congresso finito, si conosceranno i nomi e i volti dei leader incaricati di guidare la Nazione fino al 2022. Al Congresso sono presenti oltre 2.300 delegati del Pcc, che nomineranno il Comitato Centrale composto da circa 350 persone. Questo organismo, a sua volta, nominerà i 25 seggi del Politburo e soprattutto esprimerà i nomi dei leader che siederanno nel Comitato Permanente del Politburo, il vero cuore del potere cinese. 
Dopo un breve discorso introduttivo del portavoce del Pcc, Cai Mingzhao, il palco è stato tutto per il discorso di apertura di Hu Jintao, segretario del partito e presidente della Repubblica. Nel corso di quasi due ore di discorso, punteggiate da poche pause e dagli applausi di rito, il leader uscente ha tracciato un bilancio dei suoi dieci anni di amministrazione, indicando alcune linee per il prossimo futuro. Come riportato da AgiChina24.it, ha nuovamente escluso qualsiasi riforma politica in senso multipartitico: «Dobbiamo continuare a promuovere sforzi attivi, e nello stesso tempo prudenti, per perseguire una riforma della struttura politica ed estendere la democrazia popolare», ha detto Hu, «ma non copieremo mai i sistemi politici occidentali». Con buona pace di molti analisti, che ritenevano che il pensiero di Mao Zedong sarebbe stato archiviato in sordina, il segretario ha nominato almeno tre volte il “Grande Timoniere”, padre fondatore della Repubblica Popolare Cinese. 
Hu si è scagliato con particolare durezza contro la corruzione, un problema che nell’ultimo anno è esploso con lo scoppio dello scandalo Bo Xilai. L’ex leader di Chongqing è in attesa di processo dopo la condanna della moglie Gu Kailai per l’omicidio di Neil Heywood, un uomo d’affari britannico che avrebbe aiutato la famiglia Bo a nascondere all’estero ingenti capitali illeciti. Quello del segretario, riferisce AgiChina24.it, è suonato quasi come un allarme: secondo Hu, il Pcc deve impiegare «tutti i suoi sforzi nella lotta alla corruzione, promuovere l’integrità e mantenersi vigile contro ogni degenerazione» perché «se falliamo nel gestire tale problema in maniera adeguata, la corruzione potrebbe dimostrarsi fatale per il partito, e anche causare un collasso dello stesso partito e dello Stato». 
Sul fronte economico, il segretario ha invocato uno sviluppo «più bilanciato, coordinato e sostenibile» dopo un decennio in cui la Cina è diventata la seconda economia globale, avvertendo tuttavia enormi squilibri interni nella distribuzione della ricchezza. «Entro il 2020 dobbiamo raddoppiare il Pil raggiunto nel 2010 e il Pil pro capite, tanto per i residenti urbani quanto per quelli rurali», ha avvertito Hu. 
Si tratta di un obiettivo che, a detta degli analisti, comprende una crescita annua media intorno al 7 per cento, inferiore quindi ai risultati raggiunti negli ultimi anni. Hu anche invocato una riforma per adeguare maggiormente il tasso di cambio dello yuan ai criteri di mercato, senza tuttavia rinunciare al ruolo centrale delle imprese di Stato.  
I brani del discorso di Hu Jintao relativi alle questioni militari possono quasi sembrare un monito a molti Paesi vicini: il segretario del Pcc ha sottolineato infati che la Cina deve diventare «una potenza marittima», in un chiaro richiamo alle numerose contese territoriali che oppongono Pechino al Giappone e a vari Stati del Sud-Est asiatico. L’Esercito, ha spiegato poi Hu, «deve essere in grado di portare avanti diversi compiti, il più importante dei quali è la vittoria di una guerra locale, ai tempi dell’era dell’informazione». 
Il XVIII° Congresso del Pcc si concluderà mercoledì prossimo, e giovedì il Partito presenterà la nuova squadra di leader al comando fino al 2022. Se la nomina di Xi Jinping alla successione di Hu Jintao e quella del vice premier Li Keqiang al ruolo di primo ministro appare ormai scontata, la lotta politica si svolge intorno al Comitato Permanente del Politburo, i cui seggi potrebbero essere ridotti da nove a sette. Molti analisti ritengono che nella contesa per la successione abbia svolto un ruolo centrale l’ex segretario Jiang Zemin, 86 anni, leader massimo fino al 2002, che dopo il ritiro non occupa alcun ruolo formale. Nel corso della cerimonia di apertura le telecamere interne hanno inquadrato proprio Jiang Zemin subito dopo Hu Jintao: un probabile segnale della notevole influenza che il “grande vecchio” esercita ancora sulla politica cinese. Stando a diverse voci circolate nelle ultime settimane, molti degli uomini che formeranno il prossimo Comitato Permanente del Politburo fanno parte della fazione di Jiang. La cordata di potere, detta a volte `Cricca di Shanghai´, è favorevole a maggiori aperture alle riforme di mercato rispetto al gruppo di Hu Jintao, che negli ultimi dieci anni si è concentrato su politiche adatte ad accorciare le immense distanze tra ricchi e poveri, e a promuovere il benessere nelle fasce più deboli della popolazione. 
 
 
 

Tradotto da elena intra
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Il 18° Congresso del Partito Comunista Cinese si è aperto ieri a Pechino e si concluderà la prossima settimana con l'annuncio della nuova leadership che guiderà la Cina per il prossimo decennio. La sicurezza nella capitale è al massimo dell'efficienza con le autorità che controllano di tutto, dai piccioni ai possibili esplosivi. Nel frattempo i netizen hanno condiviso alcuni esempi delle "istruzioni" che le autorità hanno messo in atto per gestire l'evento, mentre sul famoso sito di microblogging Weibo continuano a proleriferare i commenti sul futuro politico, e non solo, del Paese. Nella seguente immagine, per esempio, viene pubblicato un avviso agli albergatori:

18° Congresso del Partito Comunista cinese

Avviso agli ospiti:
In conformità ale istruzioni della polizia, al fine di agire coordinatamente con l'apertura del 18° Congresso del Partito, tutti gli alberghi devono seguire pratiche di registrazione con "vero nome, vero numero e situazioni e tempi che corrispondano alla realtà ". Tutti i bagagli degli ospiti che vengono registrati devono essere aperti e ispezionati. Ci scusiamo per gli eventuali disagi.
Questa invece è una notifica sulla chiusura temporanea di alcuni forum nel periodo del Congresso:
Cari amministratori del forum: A causa di circostanze al di fuori del nostro controllo, tutti i forum 5d6d-level verranno temporaneamente chiusi durante lo svolgimento del 18° Congresso del Partito. Periodo di chiusura: 7 novembre 2012 alle 17:00 fino alla chiusura completa del Congresso. Server interessati: Tutti i server (tra cui forum ufficiali 5d6d) Livello d'effetto: I forum verranno chiusi. Coloro che tenteranno di visitare i forum saranno reindirizzati a una pagina di errore. [...] Come gli amministratori che leggono i forum ufficiali forse già sanno, in data 29 ottobre abbiamo ricevuto dalle autorità alcune direttive sulla sicurezza di Internet. Dopo due giorni di scambi di comunicazioni con le autorità, non siamo stati in grado di invertire la direttiva sulla chiusura dei forum. Data l'attuale situazione in Cina, non ci rimane altra scelta che conformarci alle istruzioni.
Ancora, un altro sito chiude provvisoriamente i battenti nel corso dell'evento:

BeijingTelecomLiu 11:50:33 Avviso! La nostra azienda ha ricevuto un avviso dalle autorità superiori. Al fine di fornire un armonioso e stabile contesto sociale e online per l'apertura del 18° Congresso del Partito, la rete sarà chiusa dalla mezzanotte del 5 novembre 2012 fino alla conclusione del Congresso.
Anche i lavori edilizi nei pressi del luogo di svolgimento del Congresso hanno subito dei divieti.
Operazioni notturne annullate durante il 18 Congresso del Partito: Il Comitato Comunale Costruzioni di Pechino, la Federazione Comunale dei sindacati e altri reparti hanno tenuto una riunione sulla garanzia della sicurezza e della qualità dei progetti di costruzione a Pechino. Le autorità correlate hanno annunciato che a partire dalla mezzanotte del 7 novembre fino alla chiusura del 18° Congresso del Partito, i progetti di costruzione situati all'interno del quarto anello autostradale devono cessare tutte le operazioni di scavo, lavori con le gru, i progetti di demolizione e le operazioni notturne.
Infine, anche gli studenti devono sottostare a qualche restrizione, come spiega il seguente foglio:

18° Congresso del Partito Comunista cinese

Nel corso del 18° Congresso del Partito, questa area di servizio per studenti cesserà temporaneamente di offrire servizi di stampa e fotocopie.
Su Weibo intanto gli utenti fanno sentire la propria voce commentando l'evento, condividendo speranze e pensieri, nonchè domande sul futuro. Di seguito alcuni messaggi raccolti dal Financial Times:
VastUniverseWorld: Divulgare le finanze personali dei funzionari, radunare tutti i criminali e i corrotti e dare inizio a un sistema democratico! L'intero Paese vuole solo queste tre cose!
ShenzhenHugang: Una domanda: Come eliminare la corruzione in un sistema a un partito?
Chengqingui: Quando cambieremo partiti? Quando avremo un referendum?
Lanfenglin: La mia domanda è che cosa devono fare i contadini i cui risparmi non sono sufficienti per comprare una casa per i loro figli affinchè possano andare nelle città. La loro vita di duro lavoro è stata distrutta dall'inflazione? Oppure chi gliela sta rubando?
Hongyu79: Potremmo aumentare gli investimenti nell'educazione, e soprattutto assicurare un compenso adeguato agli insegnanti nelle aree rurali? Un piccolo consiglio: multare i funzionari corrotti e investire soldi nell'educazione.
Lya402: La domanda che voglio porre è che le persone stanno richiedendo una riforma del sistema politico, ma questa non può essere portata avanti se non abbiamo la libertà di parola. Voglio chiedere: Quali sono i progetti specifici che i nuovi leader hanno in mente per quanto riguarda la libertà di parola?
SettingSunLightsRoad: Dov'è la mia scheda elettorale? Chi mi sta rappresentando?

 



venerdì 9 novembre 2012

Fine del muro di Berlino - 9 Novembre 1989...ecco perchè invece era meglio quando il muro era in piedi!!! Come disse il Presidente Russo Vladimir Putin: "La caduta del Muro di Berlino prima e dell'Urss due anni dopo, sono state la catastrofe geo-politica piu' grande della Storia dell'Umanità!"

Io oggi in contro-tendenza, non festeggio questo giorno, perchè sono dalla parte del Presidente Russo Vladimir Putin che ha detto: "La caduta del Muro di Berlino prima e dell'Urss due anni dopo, sono state la catastrofe geo-politica piu' grande della Storia dell'Umanità!" E proprio di vera catastrofe umanitaria lo è stata: il Capitalismo Occidentale piu' bieco e speculatore, dopo la caduta dell'argine Orientale che cercava di contenere la sua avanzata, ha disastrato anno dopo anno le economie di mezzo mondo, appunto dell'Est-Europa e dell'Asia centrale; in Russia per anni prima di Putin, la fame, la miseria, la povertà estrema, la mafia, la droga, la prostituzione e le armi illegali hanno preso il sopravvento con una violenza inimmaginabile; nell'ex-Yugoslavia (tra la Slovenia, Croazia, Bosnia, Kossovo e Serbia) centinaia di miliaia di morti per una guerra fratricida che è durata quasi un decennio; tutta l'Asia Occidentale, Centrale e Orientale è stata preda del fondamentalismo Islamico che si è risvegliato dopo la caduta dell'Urss nel 1991, provocando decine di guerre civili sanguinose e altre centinaia di miliaia di morti, feriti, città anche storiche di pregio andate distrutte! (Guerra civile in Cecenia, Georgia, Turkmenisthan, Kirgisthan, Tagikisthan, Uzbekhistan, Moldavia, Arzebaijan, Transinistria, Nagorno-Karaback, Ossezia, quelle principali!) e alcune di queste non sono ancora del tutto finite!!! Dopo la caduta del Muro nel 1989, la Romania è collassata insieme all'Albania, dove la mafia e la violenza sulle donne schiavizzate, grazie sempre a quel 9 Novembre 1989, ancora oggi impera!!! (In Europa decine di miliaia di donne Rumene e Albanesi, dal 1990 in poi, hanno invaso letteralmente le strade d'Italia prostituendosi (chi costrette dalla criminalità, chi per propria volontà) a causa della povertà, fame, miseria generata dal crollo totale di tutto il blocco Sovietico; ancora oggi paghiamo le sofferenze e gli errori di quel giorno, grazie al quale abbiamo avuto le primavere Arabe sanguinose del 2011, l'attentato delle Torri Gemelle a New York l'11 Settembre 2001, le due guerre Iraqene (1990 - 2003), la guerra in Afghanistan e in Libia...in breve, gli assetti geo-politici destabilizzati nel 1989, hanno devastato le politiche estere e finanziarie di mezzo mondo ma anche dell'Europa stessa, per almeno 15 anni e ad oggi ancora qualche strascico lo stiamo subendo ancora, soprattutto con la piaga dell'immigrazione incontrollata dei popoli del Terzo Mondo, sfruttati e truffati da un Capitalismo sfrenato che non ha piu' "controllori" e "competitori"!!! Grazie, ma non me la sento proprio di festeggiare...
BERLINO (GERMANIA) - 9 Novembre 1989 - Dal Muro di Berlino a Piazza Tien a Men: 
A 23 anni di distanza da uno degli eventi Storici che più hanno caratterizzato la vita Politica Europea e che hanno dato inizio ai più grandi sconvolgimenti geo-politici Mondiali, noi precursori della dottrina Social-Popolare non possiamo non constatare e registrare i gravissimi danni che l'assetata quanto frettolosa voglia di libertà delle popolazioni dell'Est Europa spinti e sostenuti dai Governi del così detto Occidente Capitalista ha causato in mezzo Mondo a partire proprio da quell'Europa che ha illuso pure i suoi stessi figli e la sua stessa gente.
La caduta del Muro di Berlino ha da principio fatto credere a tutte le popolazioni del continente che una nuova Era di Pace, Libertà e Progresso Sociale, Eguaglianza e Fratellanza era alle porte...finalmente il Nuovo Mondo da troppo tempo atteso avrebbe trasformato le Nazioni e tutti gli uomini...la Guerra Fredda con il suo equilibrio del Terrore e l'incubo dell'Olocausto Atomico nella magia di una notte sembravano essere cancellati, Papa Giovanni Paolo II° che fù uno dei più grandi sostenitori della politica anti-Cortina di Ferro di memoria Sovietica gioiva entusiasta insieme a tutti i più grandi Statisti dell'Epoca...dalla Tacher a Kohl, da Mitterand ad Andreotti e Cossiga, da Ronald Reagan all'epoca Presidente degli Stati Uniti d'America a Michkail Gorbaciov Presidente della oramai morente Unione Sovietica e novello Premio Nobel per la Pace, dalla Regina d'Inghilterra al Re di Spagna...tutto era un tripudio, un festeggiamento: finalmente la Grande Germania uscita con le ossa fracassate dalla Seconda Guerra Mondiale del 1939-1945 da lei stessa scatenata poteva riunificarsi sotto l'ombrello protettivo dello Zio Sam e del Capitalismo Mondiale.
Libertà era la parola d'ordine insieme al redivivo anti-Comunismo fomentato dalle Lobby miliardarie di mezzo Mondo guidate dalle potenti Massonerie segrete Americane che già fiutavano con la bava alla bocca le immensi ricchezze che l'apertura di quei nuovi mercati e lo sfruttamento a basso costo delle materie prime con la forza lavoro umana offrivano quegli Stati liberati dal predominio dei Regimi Comunisti dell'Est Europa, della Russia e della Cina.
Non solo, con la liquidazione della Super-Potenza Sovietica e della sua influenza sulla politica estera, anche lo scacchiere della geo-politica in Africa e nel Medio-Oriente avrebbe subito grandi mutamenti sempre a favore della causa Capitalista delle grandi Lobby che influivano e influiscono tutt'oggi sulla politica economica dei Governi Occidentali dell'Europa e dell'America...e così è avvenuto!
Quest'anno il Mondo intero festeggierà in pompa magna la caduta del Muro di Berlino come se tutto ciò che è accaduto dopo non ci fosse mai stato ma noi vogliamo invece ricordare ciò che la grande illusione ha provocato e vogliamo in contro-tendenza Mondiale ricordare a tutti ciò che di benefico in realtà non ha portato a tutti quei popoli che erano stati illusi dal nostro sistema capitalistico consumista con l'equazione: LIBERTA'=RICCHEZZA!!!
L'Occidente con in testa gli Stati Uniti d'America avevano utilizzato un colpo quanto mai più basso, bieco e spregievole per convincere nel corso degli anni e convincere le varie e vaste popolazioni dell'Est Europa e dell'Asia Centrale che l'abbattimento dei vari Regimi Comunisti dell'epoca che li governavano avrebbe portato loro non solo il vento di una nuova libertà ma anche una ricchezza diffusa, una ricchezza che sarebbe stata alla portata di tutti...così con l'ultima pietra abbattuta del Muro di Berlino, tempo 2 anni: 1989-1991...l'Unione Sovietica è crollata dopo i colpi mortali assestati prima dal crollo del proprio vassallo Europeo che appunto era la Repubblica Democratica di Germania e dalla Romania con l'abbattimento del Regime di Ceaucescu e la fucilazione dello stesso insieme alla moglie...dopo il Muro abbattuto inizia il lento ed inesorabile dramma: dalla Lituania alla Georgia, dal Turkmenistan alla Cecenia...ogni Repubblica dell'Unione Sovietica sferza il proprio colpo mortale all'ormai agonizzante Orso Russo...che muore definitivamente il 21 Agosto del 1991 con la proclamazione d'indipendenza di tutte le Repubbliche Sovietiche da cui abbiamo visto nascere i nuovi Stati: Ucraina, Bielorussia, Lituania, Estonia, Lettonia, Kazakhistan e le altre piccole e grandi Repubbliche che per 70 lunghi anni avevano costituito l'immenso Impero Sovietico!
I piani delle grandi Massonerie e dei grandi gruppi Capitalisti Occidentali avevano funzionato, cancellata la Guerra Fredda avevano potuto dare inizio ai loro grandi progetti economici, hanno aiutato con ingenti finanziamenti molti leader politici emergenti nei vari Stati per così dire liberati dal Comunismo e li hanno sostenuti fino ad aiutarli ad essere eletti dai propri popoli in competizioni politiche pseudo-democratiche e pilotate, hanno aiutato e finanziato la costituzione di governi amici che sopra la corruzione hanno costruito e rafforzato il proprio potere su tutto e su tutti...diffondendo errori e mostruosità all'interno delle proprie economie nazionali e diffondendo insieme alla corruzione una povertà sempre più estesa che si tramutava spesso in una vera e propia miseria.
Poche elité si arricchivano oltre misura e moltissimi si impoverivano sempre più...così dopo il crollo del Muro di Berlino e dopo il crollo dell'Unione Sovietica e di tutto il blocco Comunista dell'Est Europa che costituiva il Patto di Varsavia, abbiamo assistito inermi ed increduli alle lunghissime file del pane a Mosca, a Praga, a Bucarest, a Varsavia...abbiamo assistito alle immani migrazioni dei tanti che per sfuggire alla fame emigravano in Italia e in Europa, abbiamo visto l'Armata Rossa dissestata e abbandonata pericolosamente a sè stessa ed alla sua miseria improvvisa, abbiamo assistito al violento disfacimento della Yugoslavia smembrata in una guerra terribile e fratricida nel cuore dell'Europa Capitalista e moderna che ha causato decine e decine di migliaia di morti innocenti, guerra sostenuta e finanziata con soldi e armi segretamente da quelle stesse Lobby Capitaliste che hanno fomentato il caos e l'abbattimento del Muro di Berlino; abbiamo visto l'Albania disgregarsi e cadere succuba di un vero e proprio Governo Mafioso e corrotto che ha impoverito la popolazione, scappata in massa sulle navi, sui barconi e sui gommoni nel mare Adriatico per raggiungere le nostre coste Italiane; abbiamo assistito alle tantissime guerre etniche, alle pulizie etniche, alle guerre civili che sono scoppiate una dopo l'altra dal 1989 in poi nei vari territori dell'ex-Unione Sovietica: Turkmenistan, Georgia, Armenia, Azerbaijan, Cecenia, Ingusciezia, Moldavia...popolazioni che un tempo vivevano in pace in un progresso sociale seppur diverso e avverso dal nostro Occidentale, si ritrovarono d'un tratto trascinate in guerre sanguinose, città un tempo edificate si erano trasformate in cimiteri a cielo aperto, rase al suolo, distrutte dalle pioggie di fuoco e di odio fomentato da coloro che pilotavano le guerre per arricchirsi oltre misura e per impadronirsi delle materie prime di quei paesi, di quei territori, di quelle nazioni....guerre civili mascherate da guerre di religione e di intolleranza che erano in realtà guerre per i soldi e per la ricchezza dei futuri mercati che dovevano essere sfruttati al meglio dalle Caste e dalle Lobby Massoniche-Capitaliste Mondiali.
I vari Leader Politici locali venivano comprati, prezzolati, corrotti al solo fine di creare caos e di costituire Governi amici e condiscendenti che dovevano servire fedelmente i propri veri padroni...banchieri, massoni, lobby, mafiosi...questo in realtà ha scoperchiato veramente il crollo del Muro di Berlino!!! Tutti i popoli, dall'Occidente all'Oriente, sono stati ingannati, illusi e disillusi...le conseguenze dei veri piani strategici nascosti ai più sono venuti ormai a galla ma oramai tutto è stato compiuto e tutto è stato inquinato, tutto è stato fatto ed i danni sono irreversibili...gli Stati di mezza Europa dell'Est, Russia compresa, sono guidati da Governi impuri, corrotti, collusi con la Mafia e la criminalità...Governi che tutelano gli interessi di pochi ricchi e potenti, Governi che hanno la piena volontà affinchè una parte della propria popolazione rimanga in povertà perchè la povertà delle masse garantisce la ricchezza ed i privilegi di un Capitalismo che basa il proprio sistema sull'egoismo e sull'edonismo...un sistema trapiantato in quei paesi dallo stesso Capitalismo edonista ed egoista che ancora più potente che mai guida, influisce e governa anche la nostra Italia, la nostra Europa, l'Occidente moderno così come lo conosciamo tutti...con in testa gli Stati Uniti d'America egemoni e rappresentanti l'unica vera Super-Potenza politica, economica e militare sopravissuta e vincitrice della passata Guerra Fredda dei blocchi contrapposti.
A 20 anni di distanza dal crollo del fatidico Muro di Berlino dunque, noi precursori della dottrina Social-Popolare rimpiangiamo l'equilibrio del terrore della Guerra Fredda che paradossalmente ha garantito e poteva garantire una vera pace, una vera stabilità e una vera prosperità economica seppur diversa dalla nostra, in almeno mezzo Pianeta Terra!!!
Invece dopo il suo abbattimento, abbiamo assistito al riemerge di pericolosi sentimenti ultra-nazionalisti, di tremendi rigurgiti di fondamentalismo religioso...soprattutto in Africa e nel Medio-Oriente...guerra, disordine, caos, povertà, miseria, mafia, criminalità, droga, immigrazione selvaggia e clandestina, traffico di armi, di organi umani e di droga, sangue, distruzione, genocidi, massacri, pulizia etnica, devastazioni, corruzione...è questo ciò che ci hanno regalato i vincitori della Guerra Fredda in mezza Europa se non nel Mondo intero!!! LIBERTA' ci avevano detto e LIBERTA' gridavano anche in Piazza Tien a Men a Pechino nel 1989 ma grazie a DIO la Cina Comunista ha resistito all'onda d'urto che si stava propagando e dirigendo anche verso di loro perchè anche questo era di sicuro nei progetti dei Massoni-Capitalisti Occidentali, distruggere URSS e CINA per invadere silenziosamente con i propri tentacoli mafiosi quei territori così vasti e così ricchi di materie prime preziose...un grande mercato cento volte superiore per numero e potenzialità all'Europa stessa!!! Nel 2009 si festeggia anche la ricorrenza della rivoluzione per la Libertà degli studenti Cinesi a Piazza Tien a Men contro il Regime di Pechino ma quì noi sosteniamo che sarebbe forse meglio festeggiare il fallimento di quella Rivoluzione sprovveduta ed avventata che avrebbe avuto conseguenza ben più peggiori e terrificanti se quella Rivoluzione avesse avuto successo!!!
Dopo il crollo del Muro di Berlino abbiamo assistito alla recrudescenza della guerra di Religione trà le due culture: Cristiana-Occidentale contro quella Islamica-Araba...di sicuro con la Guerra Fredda non avremmo mai visto l'attentato (presunto?) alle Torri Gemelle di New York dell'11 Settembre 2001, le due guerre in Iraq (Desert Storm del 1991 e quella del 2003) e non avremmo visto le altre guerre in Afghanistan...moltissime delle varie guerre che abbiamo visto nascere e crescere negli ultimi 20 anni, nel proseguio dell'equilibrio del terrore non avrebbero avuto corso nè inizio....Al Qaida ed il regime di sangue attuato dalla costituzione del movimento terroristico internazionale e trasversale mondiale fomentato dal fanatismo Islamico e non solo, con il Muro ancora in piedi a Berlino non avrebbero non solo avuto modo di esistere ma non sarebbero riusciti a sopravvivere a lungo!!!
Noi oggi possiamo solo confidare nel rafforzamento e nella sopravvivenza del Regime di Pechino, dell'Avana a Cuba di Raoul Castro fratello del Leader Maximo Fidel, del Vietnam e del Laos e di tutti quei Regimi in cui anche se non regna una libertà totale apparente in ogni caso regna comunque l'ordine, la stabilità, la pace ed il controllo ferreo del Potere Politico e dello Stato lontano dalla corruzione e dalla Mafia!!! Soprattutto ci auguriamo che la Cina non debba crollare e colassare mai...sarebbe una catastrofe umanitaria che noi mai ci sogneremo di incoraggiare e di augurare a nessuno Stato...soprattutto per noi in Occidente, in Europa, in Italia....sarebbe davvero una catastrofe incontenibile...catastrofe che invece purtroppo i gruppi Massonico-Capitalisti sperano avvenga molto presto per tutti i motivi che abbiamo elencato prima in questo stesso articolo.
Noi siamo prima di tutto amici del Regime Cinese e speriamo, confidiamo nel suo ordine e nel suo Governo e diffidiamo tutti voi dal credere ciecamente alla propaganda occidentale che vuole la Cina un paese tiranno, cinico e crudele!!! Ricordate che trà un estremo e l'altro, la verità stà nel mezzo...
Oggi il Capitalismo Occidentale per scardinare e scalfire il Regime di Pechino stà prezzolando ed utilizzando il Dalai Lama in primis, i Monaci ed il popolo Tibetano poi, per fomentare quella Rivoluzione della falsà ed ipocrita Libertà fallita in Piazza Tien a Men nel 1989 e questa volta il pretesto è più grave e più bieco, più sconvolgente che mai: l'odio etnico-razziale e religioso!!! Fomentando i revanscismi nazionalistici e culturali-religiosi contro Pechino si spera in occidente di scatenare una vera e propria guerra di secessione per sperare nel crollo definitivo del Regime Cinese!!! Una pericolosa bomba...ad orologeria che i Cinesi intelligentemente devono cercare al più presto di disinnescare...prima della deflagrazione letale e finale che getterebbe nel caos e nel disordine un quarto della popolazione Mondiale!!!
E' questo ciò che vogliono e sperano di fare i paladini della Democrazia Occidentale??? Non sono bastati i fiumi di sangue scaturiti dalle disgrazie e dalle guerre etniche e religiose scoppiate dopo il crollo del Muro di Berlino in Europa, nel Caucaso, in Asia Centrale, in Africa e nel Medio-Oriente??? Non è bastato a loro la ricchezza depredata ai popoli di mezzo Mondo??? L'ultima grave crisi economica da cui tutt'oggi soffriamo e lentamente ci stiamo tirando fuori è causa ancora di questi banchieri e massoni-capitalisti senza scrupoli che sulle disgrazie altrui basano le loro ricchezze, è causa di questo Capitalismo che sopravvive e si arricchisce basando la propria esistenza sulla corruzione, sull'edonismo e sull'egoismo così come lo stesso Papa Benedetto XVI° ha detto pubblicamente tempo fà: "L'egoismo è alla radice della crisi economica!" Ed allora, che cosa pretenderebbero di fare con la Cina Maoista e la Cuba Castrista??? Perchè l'America dopo oltre 40 anni continua imperterrita a mantenere l'embargo economico su Cuba anche dopo la caduta del Muro di Berlino??? Perchè si deve credere al Dalai Lama come se fosse un Dio in Terra e perchè taluni ancora oggi cercano di utilizzarlo come un moderno "Cavallo di Troia" in maniera tale di tentare di scardinare il Regime Cinese dall'interno???
Noi confidiamo nella Cina Maoista moderna...e ci auguriamo vivamente che il Regime Cinese sopravviva per altri 50 anni almeno così come ci auguriamo che a Cuba Raoul Castro riesca a mantenere l'ordine e riesca a mantenere in vita il Regime Castrista per altri 40 anni almeno...non perchè siamo Comunisti, noi siamo Social-Popolari, ma perchè crediamo che questi per noi oggi Stati-Modello, siano l'ultimo baluardo per contrastare l'ipocrisia del nostro sistema Democratico Occidentale inquinato ormai dal malaffare, dalla mafia, dal crimine e dalle Lobby-Massoniche che guardano solo agli interessi dei pochi privilegiati a discapito dei molti che sono costretti gioco-forza a vivere sotto la soglia della povertà, della miseria, del lavoro precario, dell'ipocrisia e dell'ingiustizia sociale dei nostri tempi.

Alexander Mitrokhin
9 NOVEMBRE 1989 - CADE IL MURO DI BERLINO

Il Muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer), eretto dal regime comunista della Germania Est, era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest da Berlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro. Il suo smantellamento avvenne il 9 novembre 1989, a causa della sua inutilità, dopo lo smantellamento (avvenuto il 23 agosto 1989) della Cortina di Ferro da parte dell'Ungheria e del successivo esodo (via paese danubiano) di tedeschi dalla DDR (a partire dall'11 settembre dello stesso anno).

mercoledì 7 novembre 2012

Donne, giovani, ispanici e afro-americani, gli assi con i quali Barack Obama ha vinto la partita contro Mitt Romney...

Il Presidente Barack Obama ha guadagnato il secondo mandato parlando ai deboli d'America...

(USA) - Ore 16:43 - Donne, giovani, ispanici e afro-americani: Barack Obama deve a queste categorie la vittoria che lo ha riportato alla Casa Bianca. I repubblicani hanno trascurato gli "ultimi" d'America certi che il pessimo stato dell'economia li avrebbe tenuti lontani dalle urne.
A dispetto delle previsioni repubblicane, i neri sono andati in massa a votare, aiutando il presidente nelle aree urbane in Ohio e a mantenere un ristretto margine di rincorsa in North Carolina (l'unico degli 'swing States' che gli è sfuggito); i latinos sono stati determinanti per la vittoria in Nevada e Colorado; e se vincerà in Florida sarà proprio grazie a agli ispanici e agli afro-americani.
La porzione di elettorato non bianco si è triplicato in Usa negli ultimi 4 decenni arrivando al 27 per cento attuale. Obama ha conquistato il 93% del voto afroamericano (la migliore performance di un democratico da Lyndon Johnson nel 1964). Romney ha ricevuto appena l'1% del voto afro-americano in Florida, il 3% in Ohio e Virginia.
I latinos, invece, impensieriti dalla rude retorica repubblicana sull'immigrazione, hanno votato al 69% per Obama, risultando determinanti, in una serie di Stati, tra cui, oltre al Nevada e il Colorado, il New Mexico e l'Iowa. Anche gli asiatici, ancora solo il 3% della popolazione ma in prorompente crescita, hanno votato per due terzi per Obama (72%).
Un quadro demografico destinato a porre seri problemi al Partito Repubblicano in futuro. Oltre ai voti delle minoranze, Obama ha conquistato la maggioranza coalizzando attorno a sè il favore di giovani (il 60% di chi ha tra 18 e 29 anni), laureati e persone con master (51 e 55% rispettivamente) e le donne, ma soprattutto quelle di colore e latino-americane.
Per Romney invece hanno votato le persone più anziane (il 56% di quelli con oltre 65 anni), i bianchi (il 59%), le donne che non hanno finito l'università e gli agricoltori maschi bianchi. Di più: tra gli elettori bianchi, Romney ha fatto meglio di qualunque altro repubblicano dall'elezione di Ronald Reagan, nel 1984, superando Obama di 20 punti (59% contro 39). Romney è andato particolarmente bene tra i bianchi anziani.

Obama ha vinto le elezioni: MTV gli dedica la serata...Obama è ufficialmente il 44esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, adesso l'Occidente spera in una sua Politica rivolta alla Pace e alla sana Diplomazia! In barba alle Lobby delle Industrie di Armi Americane che speravano in una rivincita Repubblicana con Mitt Romney, da tutti considerato a maggior ragione un personaggio pericoloso e "guerrafondaio" così come lo sono stati i suoi predecessori Americani Bush Senior e Bush Junior!

Barack Obama ha vinto: «Il meglio deve ancora venire!» Intanto Mitt Romney accetta la sconfitta ringraziando tutti i suoi sostenitori, soprattutto quelli multi-miliardari...

Barack Obama è il 44esimo Presidente degli Stati Uniti, eletto per la seconda volta, dopo  aver superato l’avversario repubblicano Mitt Romney. Si è concluso così l’atto finale della sfida elettorale, che su PolisBlog abbiamo seguito da ieri, passo per passo, stato per stato, voto per voto.
Per celebrare l’evento dall’importanza mondiale Mtv Italia (canale 8 del digitale terrestre) stasera manda in onda  alle 21.10 una puntata de Il TestimoneVoglio fà l’americano in cui Pif e Paul Baccaglini, suo alter ego italo-americano, partono per un viaggio tra Illinois e California alla scoperta dei luoghi e delle situazioni tipiche degli adolescenti di oltreoceano che il Pif ragazzino di Palermo sognava guardando la tv. Ma non è finita, perché Mtv dedicherà al riconfermato Presidente l’intera programmazione serale.
Infatti, alle 22 sarà la volta di Ask Obama Live, un forum realizzato da Mtv US alla vigilia delle elezioni. Protagonista proprio il Presidente Obama alle prese per 30 minuti con le domande giunte in diretta dai telespettatori di Mtv; tra i temi affrontati c’è anche quello della disoccupazione che preoccupa i giovani americani e non solo. 
Ore 11.00: Napolitano : Ammirato dalla responsabilità dei candidati
«Ammirazione per l’alto senso di responsabilità con cui i due candidati hanno fatto seguire immediatamente all’annuncio del risultato espressioni di reciproco riconoscimento e di comune impegno a operare per l’unità della nazione»: a manifestarla è il capo dello Stato Giorgio Napolitano nel messaggio a Barack Obama.
Ore 10.00: Borse in rialzo
Borse europee in cauto rialzo dopo la rielezione del presidente Usa, mentre lo spread ha aperto in ribasso a 341 punti.
Ore 9.00: Obama vince in Ohio
Il presidente americano, Barack Obama, ha vinto in Ohio con il 50,1% dei voti contro il 48,2% di Mitt Romney. In Florida, quando è stato scrutinato il 99% delle schede, Obama è in vantaggio con il 50% contro il 49,2% di Romney.
Ore 8.33: Obama passa in testa anche nel voto popolare
Secondo gli ultimi dati il presidente americano è passato in testa nel voto popolare col 50% contro il 49% dell’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney.
Ore 7.40: il discorso di Obama
Obama ha tenuto il suo discorso nel quartier generale dei democratici a Chicago (foto ): «Il compito di rendere ancora più perfetta la nostra unione continua e continua grazie a voi. E continua grazie allo spirito che ha sollevato questo Paese dalla disperazione. Continueremo ad andare avanti come una singola nazione». Poi ha aggiunto: «Per l’America il meglio deve ancora venire». E ancora: «Torno alla Casa Bianca più determinato».
Poi Obama si è rivolto alla moglie Michelle: «Io ti amo e l’America ti ama».
«Mi sono congratulato con Mitt Romney, lavoreremo insieme per portare avanti il paese», ha aggiunto Obama.
«La nostra economia si sta riprendendo»: ha detto il presidente americano, promettendo che lavorerà per trovare «quei compromessi necessari a portare il Paese avanti». «Lavorerò con i leader di entrambe gli schieramenti per affrontare le sfide che possiamo risolvere solo insieme», ha aggiunto.
Quando la famiglia Obama è salita sul palco a Chicago, è scattata un’ovazione dei sostenitori. In abito blu e cravatta blu elettrico, il presidente Barack Obama è apparso sorridente, accompagnato da Michelle e dalle figlie Malia e Sasha.
Intanto scene di gioia si sono viste nella stessa Chicago, a New York e Washington.
La foto del neoconfermato presidente degli Stati Uniti Barack Obama che abbraccia la moglie Michelle postata sul suo profilo Twitter. E’ l’immagine più ritwittata di sempre.
Ore 7.15: il discorso di Romney
«Questo è tempo di grandi sfide per l’America e prego che il presidente abbia successo nella guida del Paese». Lo ha detto Mitt Romney nel suo discorso al quartier generale di Boston.
«Ho appena chiamato il presidente Obama per congratularmi per la sua vittoria»: ha detto Romney.
«Auguro al presidente, alla first lady e alle loro figlie ogni bene, questi sono tempi molto difficili per la nostra grande Nazione», ha detto anche Romney dal palco del suo quartier generale, ammettendo la sconfitta.
Ore 7: Romney chiama Obama e ammette la sconfitta
Sicuro della sconfitta negli stati chiave Romney ha finalmente deposto le armi, telefonando a Obama e facendogli i complimenti. E pronuncia il suo discorso da sconfitto.
Ore 6.30: stati chiave tutti verso Obama
Malgrado le speranze di Romney, Obama è passato in vantaggio in Ohio, Florida e Virginia, tanto che in questo momento potrebbe raggiungere 330 grandi elettori, 60 in più dei 270 necessari per occupare la Casa Bianca.
Ore 6.15: Romney testa a testa in Ohio, ma ha perso comunque
Mentre Romney continua a rinviare il discorso da sconfitto, la sua sconfitta è ormai certa. Il repubblicano infatti se anche vincesse nell’Ohio dove è ora in parità, in Florida e in Virginia, dove è in leggero svantaggio, non riuscirebbe comunque a sommare 270 grandi elettori.
Il candidato repubblicano ha ottenuto però più voti popolari, il 51% a fronte del 48% di Obama, secondo il calcolo della Cnn. Nella grande sala del quartier generale di Mitt Romney, con il morale a terra, la folla in silenzio guarda i festeggiamenti per Barack Obama trasmessi in diretta sui maxischermi e aspetta di vedere il candidato sconfitto ascoltare il suo discorso. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, il suo `vice´ Paul Ryan è già arrivato, mentre Romney è atteso a minuti. È c’è chi si domanda se è in ritardo perché ha dovuto scrivere il discorso della sconfitta, visto che nel tardo pomeriggio aveva detto di aver preparato solo quello per la vittoria.
Al Congresso Usa intanto si conferma la stessa situazione di prima del voto di oggi: i democratici mantengono il controllo del Senato e i repubblicani quello della Camera. Oggi si votava in alcuni Stati anche per numerosi referendum: via libera alle nozze gay in Maine, alla legalizzazione della marijuana in Colorado e nello Stato di Washington, mentre la Florida mantiene il finanziamento pubblico per l’aborto.
Ore 6.02: Rove: troppo presto per cantar vittoria
Karl Rove, lo stratega repubblicano della vittoria elettorale di George W. Bush nel 2000, ha contestato la decisione della Fox di aggiudicare l’Ohio a Barack Obama. Secondo Rove, che della Fox è uno dei commentatori politici di punta, l’Ohio è ancora incerto. Lo stratega di Bush cita «gente di Romney», secondo cui l’ex governatore avrebbe ancora chance di spuntare lo stato chiave senza cui nessun repubblicano ha mai vinto la Casa Bianca. Obama, come da prassi, attende che Romney faccia il suo pronunciamento da sconfitto, prima di pronunciare il primo discorso da presidente confermato davanti al comitato elettorale.
Ore 5.55: Romney non si rassegna
Mitt Romney non è ancora pronto a concedere la vittoria. Lo riferisce la Cnn, citando un collaboratore del repubblicano, che ha spiegato che lo sfidante attende il risultato definitivo dell’Ohio. In effetti negli ultimi minuti in Ohio la situazione è diventata di sostanziale parità. Per contro, si è ribaltata a favore di Obama la situazione in Virginia, mentre in Florida il presidente è ancora in lieve vantaggio. Se Romney dovesse vincere in tutti e tre gli stati, la rielezione di Obama tornerebbe clamorosamente in dubbio. Ma questo al momento pare assai improbabile.
Ore 5.39: la consolazione di Romney
Il candidato repubblicano Mitt Romney, nonostante la sconfitta, ha conquistato più voti popolari del presidente americano Barack Obama. Secondo i calcoli preliminari della Cnn, Romney ha ottenuto il 51% del voto popolare a fronte del 48% di Obama. Una magra consolazione mentre i democratici festeggiano.
Ore 5.25: Obama su Twitter: altri quattro anni
Barack Obama ha postato una foto abbracciato alla moglie Michelle su Twitter, dove ha scritto: «Altri quattro anni» e ringraziato i suoi elettori: «Voi lo avete reso possibile. Grazie»: così Barack Obama su Twitter ha commentato la sua rielezione annunciata dalle tv statunitensi. La vittoria «ci appartiene, ecco come abbiamo fatto campagna ed ecco chi siamo», ha aggiunto.
Scene di esultanza al Comitato elettorale di Chicago, ma anche a New York. I democratici hanno scelto il west side di Manhattan per attendere l’esito delle elezioni presidenziali. Al quartier generale sulla 41esima Strada, a due passi da Times Square, la festa sembra essere già iniziata. Scoppia il finimondo quando sui maxi schermi compaiono le ultime proiezioni dei grandi elettori conquistati dal presidente in carica. Urlano «four more years», altri quattro anni, le stesse parole postate dal presidente.
Ore 5.20: Jeb Bush: la Florida è persa
L’ex governatore della Florida Jeb Bush (fratello dell’ex presidente George W.) ha fatto sapere allo staff di Romney che Obama ha vinto nel suo Stato.
Ore 5.15; consigliere di Romney fa i complimenti a Obama
E’ il primo ad ammettere la sconfitta. Avik Roy, un consigliere esterno di Mitt Romney per la sanità, si congratula con i democratici. In un tweet, riferisce il Washington Post online, ha scritto: «Congratulazioni ai miei amici democratici. I miei migliori auguri per la nuova amministrazione. Continueremo a fare una opposizione leale».
Ore 5.10: la West Coast fa trionfare Obama
Chiuse le urne sulla costa occidentale, gli exit poll appena sparati dalle emittenti americane danno Obama certo del successo, come da pronostico. Con la California che da sola porta 55 grandi elettori, ma anche Washington, Hawaii e Oregon, oltre che nello stato rurale dello Iowa. Il più è fatto, a meno che nei prossimi minuti non si ribaltino clamorosamente i risultati in Ohio e Florida, anche se nemmeno in quel caso Romney sarebbe certo di farcela.
Ore 4.55: Obama si dirige verso il comitato elettorale
Il presidente ha lasciato la sua casa di Chicago per recarsi al comitato elettorale dove lo attendono migliaia di persone. Negli ultimi minuti si è acuito il margine di incertezza in Florida, dove Romney è in lieve recupero, ma ancora sotto (50 a 49 con 35mila voti di distacco) e anche in Ohio la vittoria di Obama (parziale 50 a 48) non sembra più molto larga e manca ancora il 35 per cento da scrutinare. In Virginia, invece, il presidente si è avvicinato a Romney 49 a 50 e 24 mila voti di distacco). Come già detto, gli analisti ritengono che lo sfidante per vincere le elezioni debba aggiudicarsi tutti e tre questi stati.
Ore 4.45: Obama a un passo dalla rielezione
Il presidente americano Barack Obama è a un passo dalla rielezione alla Casa Bianca. Con 15 Stati già assegnati, Obama ha guadagnato 158 grandi elettori contro i 163 del candidato repubblicano Mitt Romney. Ma con gli Stati tradizionalmente attribuiti ai democratici (a cominciare dalla California), il presidente arriverebbe a quota 251. A questi vanno aggiunti quelli in bilico, ma che secondo i primi dati vedono Obama vincitore: l’Iowa e il Nevada. A questo punto Obama sarebbe a quota 263. Gli basterebbero soltanto 7 altri grandi elettori. C’è ancora incertezza nello Stato chiave della Florida (29 grandi elettori) che, quando è stato completato l’87% dello spoglio delle schede, vede Obama e Romney testa a testa. A Chicago c’è già voglia di festa per il presidente, mentre al quartier generale dei repubblicani a New York, al Westin Hotel, c’é un clima decisamente teso. Intanto secondo le previsioni della Cnn, i repubblicani manterranno il controllo della Camera al Congresso.
Ore 4.38: il clan Obama: è fatta. La Palin: catastrofe
L’ex candidata repubblicana alla vice presidenza Sarah Palin si è detta «delusa» e «perplessa» di come stanno andando i risultati, parlando ai microfoni della Fox News. La rielezione di Barack Obama alla Casa bianca, ha affermato, sarebbe «catastrofica» per l’economia. Sul fronte democratico si assapora la vittoria: «Possiamo facilmente vincere negli swing State». Lo afferma Robert Gibbs, consigliere del presidente americano Barack Obama, in un’intervista a Msnbc. «Domani sarà una buona giornata».
Ore 4.30: Obama in vantaggio in Florida e Nevada
Da scrutinare ancora il 13 per cento dei voti, la Florida presenta un vantaggio di 40 mila voti per Obama che ha il 50 per cento contro il 49 di Romney. Nel quartier generale di Boston si comincia a disperare in una rimonta che a questo punto sembra improbabile. Anche in Nevada e nello Iowa le proiezioni danno Obama come vincitore.
Ore 4.20: la situazione stato per stato: Obama verso la riconferma
Georgia (16 grandi elettori) 43.0 Obama 55.9 Romney (47% dei seggi scrutinati)
Indiana (11) 41.9 56.2 (67%)
Kentucky (8) 38.3 60.1 (92%)
South Carolina (9) 43.3 55.4 (50%)
Vermont (3) 67.2 31.1 (40%)
Virginia (13) 47.3 51.3 (68%)
North Carolina (15) 48.1 51.0 (70%)
Ohio (18) 52.0 46.5 (26%)
West Virginia (5) 36.7 61.0 (54%)  
Alabama (9) 43.5 55.7 (21%)
Connecticut (7) 57.2 41.5 (22%)
Delaware (3) 60.0 38.6 (79%)
District of Columbia (3) 94.1 4.8 (0%)
Florida (29) 49.8 49.4 (84%)
Illinois (20) 63.6 34.9 (46%)
Maine (4) 59.3 38.3 (7%)
Maryland (10) 68.4 30.3 (10%)
Massachusetts (11) 59.5 39.0 (36%)
Mississippi (6) 44.8 54.3 (24%)
Missouri (10) 39.9 58.2 (7%)
New Hampshire (4) 54.5 44.2 (22%)
New Jersey (14) 56.8 42.1 (22%)
Oklahoma (7) 30.7 69.3 (33%)
Pennsylvania (20) 59.5 39.3 (40%)
Rhode Island (4) 59.0 39.3 (65%)
Tennessee (11) 34.5 64.1 (48%) 
Arkansas (6) 41.6 56.4 (5%) 
Arizona (11) 0.0 0.0 (0%)
Colorado (9) 51.0 47.3 (10%)
Kansas (6) 43.0 55.4 (7%)
Louisiana (8) 35.1 63.5 (3%)
Michigan (16) 50.8 48.3 (10%)
Minnesota (10) 61.3 36.8 (3%)
Nebraska (4) 38.4 60.0 (7%)
New Mexico (5) 54.5 41.6 (16%)
New York (29) 51.6 46.5 (3%)
North Dakota (3) 34.1 63.8 (8%)
South Dakota (3) 38.6 59.1 (10%)
Texas (38) 41.2 57.7 (9%)
Wisconsin (10) 43.1 55.8 (5%)
Wyoming (3) 26.3 72.0 (0%)
Iowa (6) 0.0 0.0 (0%)
Montana (3) 0.0 0.0 (0%)
Nevada (6) 0.0 0.0 (0%)
Utah (6) 0.0 0.0 (0%)
California (55) 0.0 0.0 (0%)
Hawaii (4) 0.0 0.0 (0%)
Idaho (4) 0.0 0.0 (0%)
Oregon (7) 0.0 0.0 (0%)
Washington (12) 0.0 0.0 (0%)    
Alaska (3) 0.0 0.0 (0%)
Ore 4.11: Obama avanti nello Iowa
Un altro stato chiave va verso il presidente: i primi exit poll dello Iowa danno il presidente avanti di sei punti
Ore 4: sorpasso di Obama
Il presidente uscente compie il sorpasso virtuale secondo le proiezioni dei risultati e dei sondaggi attualmente a disposizione. Obama avrebbe 196 grandi elettori contro 177 (la quota è 270). Secondo alcuni analisti il presidente potrebbe restare alla Casa Bianca anche se dovesse perdere la Florida, dove in questo momento conduce per un pugno di voti, un margine tanto esiguo da far pronosticare un riconteggio comunque vada a finire. Decisivo potrebbe rivelarsi l’Ohio dove Obama a metà dello scrutinio ha il 51 per cento contro il 47. Malgrado questo il clan Romney non si dà per vinto: sul palco del grande convention center di Boston è apparso Ed Gillespie, uno dei più stretti consiglieri di Mitt, che si è detto «molto ottimista» sui risultati delle elezioni. «Questa sera faremo una grande festa. Ovviamente stiamo ancora contando i voti, ma - ha detto - siamo molto ottimisti», e le sue parole parole sono state accolte da un caldo applauso.
Ore 3.51: la Virginia torna in discussione
In Virginia, considerato uno degli Stati in bilico, quando lo spoglio delle schede è arrivato al 55%, si riduce il vantaggio di Mitt Romney con il 51% dei voti, contro il 48% di Barack Obama. Ancora in bilico resta la Florida dove, quando deve essere ancora scrutinato il 16 per cento dei voti, Obama ha il 50 per cento e Romney il 49: i due sono divisi da 19 mila voti.
Ore 3.44: Wisconsin verso Obama
Le prime proiezioni sullo stato del Wisconsin (dato tra quelli in bilico alla vigilia) sembrano delineare una vittoria piuttosto netta di Obama.
Ore 3.35: prudenza a Boston, Colorado a Obama
Anche se le proiezioni della Cnn danno Mitt Romney avanti con 152 grandi elettori contro i 123 di Barack Obama, al quartier generale del candidato repubblicano a Boston ancora sembra prevalere la prudenza. La grande sala dell’election night è ormai quasi piena, ma nessuno si lascia andare a trionfalismi. In molti continuano a consultare freneticamente i loro cellulari, per avere aggiornamenti, oppure tengono gli occhi fissi sui megaschermi ai lati del palco, dove vengono trasmesse le immagini in diretta della Cnn e della Fox News. Notizia negativa il vantaggio piuttosto netto di Obama in Colorado.
Ore 3.25: a Chicago si festeggia , Florida all’ultima scheda
Il comitato elettorale di Obama a Chicago festeggia con grida da stadio le notizie provenienti da Michigan e Ohio, dove il presidente è in vantaggio grazie probabilmente alle sue politiche a favore del salvataggio dell’industria dell’auto. Incredibile situazione in Florida dove ogni dieci minuti la situazione cambia. Dopo l’81 per cento dello scrutinio Obama è avanti di soli mille voti.
Ore 3.12: alla Camera maggioranza repubblicana
I repubblicani manterranno il controllo della Camera al Congresso. La previsione è della Cnn
Ore 3.11: la Florida torna in bilico
Mitt Romney spera ancora, malgrado il presidente uscente resti favorito a questo punto della lunga notte elettorale. Secondo gli analisti lo sfidante per essere sicuro di salire alla Casa Bianca dovrebbe vincere in Ohio, Florida e Virginia mentre Obama potrebbe perderne anche due. Al momento l’unico risultato certo è quello della Virginia, dove Romney è nettamente in vantaggio con il 54 per cento a 45 a quasi il 40 per cento delle schede scrutinate. In Ohio Obama è davanti, con il 55 a 44 dopo il 29 per cento dello scrutinio. In Florida la situazione è di parità 50 a 50 perché lo sfidante dopo quasi l’80 per cento dello scrutinio ha tremila voti assoluti di vantaggio su 6 milioni e 600 mila voti contati. Se Romney vincesse in Florida, Obama resterebbe leggermente favorito, ma occorrerebbe aspettare ancora per avere qualche certezza.
Ore 3.00: grida di gioia nel clan Obama
Scoppiano i primi ululati di gioia a Chicago, davanti agli exit pool della Cnn sui maxi schermi del McCormick Center. Dati che se confermati, darebbero la vittoria a Barack Obama. Le grida vengono dai volontari obamiani che stanno giungendo nel maxi-centro congressi della Windy City. Non c’è ancora il clima del trionfo. La partita è ancora lunga e si parla di exit poll, non di voti veri. Ma qui la gente comincia a crederci sul serio. Intanto in sala l’organizzazione sta trasmettendo musica soul, decisamente nera. E un sondaggio Ipsos rivela che Romney ha fatto breccia tra i bianchi dove ha battuto il presidente con uno scarto del 20 per cento tra gli uomini e del 10 tra le donne.
Ore 2.52: dallo staff di Obama: vinceremo grazie all’affluenza
«L’affluenza ci fa pensare che vinceremo. Ho fiducia». Lo afferma David Plouffe, il consigliere del presidente americano Barack Obama, in un’intervista a Msnbc, sottolineando di attendersi che il presidente non vinca con lo stesso margine di vantaggio del 2008 negli stati incerti.
Ore 2.45: Florida di nuovo a Obama
In Florida a quasi il 60 per cento delle schede scrutinate Obama torna in vantaggio con il 51 per cento dei voti contro il 48 di Romney, che è indietro di 110 mila voti. Potrebbe essere il momento decisivo dello spoglio, anche se il repubblicano si aggiudicherà quasi sicuramente la Virginia, dove Obama era favorito. Obama è ormai quasi certo di vincere in Ohio, Stato come ripetutamente spiegato, dove mai i repubblicani hanno perso quando si sono aggiudicati la Casa Bianca.
Ore 2.40: grandi elettori: Romney in vantaggio
In base ai primi exit poll, il presidente Barack Obama si è aggiudicato 10 stati e il candidato Mitt Romney 9 stati. Romney però ha più grandi elettori (ne servono 270) 82 contro 79
Ore 2.33: Piepoli: ha vinto Obama
«Ormai la vittoria di Barack Obama è certa». Lo ha detto Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto di sondaggi, alla notte elettorale di Firenze promossa dal Robert F. Kennedy Center. «Sapevamo fin dall’inizio - ha spiegato Piepoli - che i voti decisivi sarebbero arrivati dagli Stati dell’est. Le prime rivelazioni mostrano inequivocabilmente la scelta dei cittadini americani». Obama è riuscito «a essere più forte dello scetticismo di una gran parte dell’elettorato bianco». Quella di Piepoli è una predizione perché al momento la situazione è ancora incerta, anche se il presidente uscente sembra potersi aggiudicare l’Ohio, Stato considerato decisivo.
Ore 2.25: Ohio e Florida dati contrastanti
In Ohio Barack Obama al 56% contro il 42% di Mitt Romney, con il 13% di schede scrutinate. Gli exit poll danno il presidente al 51 contro il 48 di Romney. Il repubblicano però spera ancora nella Florida, dove dopo il 57 per cento di schede scrutinate, è passato in vantaggio, sia pure di pochissime migliaia di voti
Ore 2.12: la Pennsylvania e altri 8 Stati a Obama
Il presidente uscente si sarebbe aggiudicato con 5 punti di vantaggio la Pennsylvania. In questo momento i favori del pronostico tornano a Obama, anche se i grandi elettori virtualmente già assegnati in alcuni Stati vedono in vantaggio Romney. Obama si sarebbe aggiudicato anche Stati in cui era favorito come Connecticut, Maryland, Massachusetts, Delaware, Rhode Island, Maine, Illinois e District of Columbia. Lo prevede la Cnn.
Ore 2.10: Florida, per Cnn vince Obama
Contrariamente ai primi exit poll, Obama sarebbe in vantaggio in Florida con un punto rispetto a Romney: 50 contro 49 per cento. Una tendenza confermata anche dallo spoglio in corso (vedi sotto).
Ore 2: la situazione stato per stato
Questa la situazione negli stati in cui è già stato eseguito uno spoglio significativo delle schede:
Florida (29 grandi elettori): 37% dello spoglio: Obama 51%, Romney 48
Indiana (11) 22% : Obama 44 Romney 54
Kentucky (8) 36%: Obama 40 Romney 58
North Carolina (15) 15%: Obama 52 Romney 47
Ore 1.57: South Carolina a Romney
Le proiezioni di Foxnews e altre emittenti ribaltano quella della Nbc: il vincitore sarebbe Romney, in uno Stato peraltro a tradizione repubblicana
Ore 1.50: grandi elettori 48-17 per Romney
Ore 1.45: South Carolina a Obama
Exit poll di Nbc: Obama si aggiudica il South Carolina, se il sondaggio fosse confermato per il presidente sarebbe un segnale molto importante trattandosi di uno Stato tradizionalmente conservatore
Ore 1.40: Ohio: Obama avanti
Per la Cnn Obama al 51 e Romney al 48 in Ohio, Stato chiave. Ma per gli exit poll di Foxnews la situazione è di perfetta parità.
Ore 1.30: voti sicuri: Grandi elettori: Romney 19, Obama 3
I seggi devono ancora chiudere in molti stati americani ma, in base ai primi exit poll, il presidente Barack Obama si è aggiudicato il Vermont, che vale 3 grandi elettori. Il candidato Mitt Romney si è aggiudicato l’Indiana e il Kentucky, con 19 grandi elettori. Per arrivare alla Casa Bianca sono necessari 270 grandi elettori.
Ore 1.25: spoglio Florida, Obama avanti
Dopo il 4 per cento di schede scrutinate in Florida, il presidente conduce su Romney con il 55 per cento dei voti, ma il campione non è ritenuto statisticamente valido. Per gli exit poll sarebbe invece in vantaggio il repubblicano
Ore 1.20: Obama non è sicuro
Due indizi di insicurezza del clan Obama. Barack ha detto che sta scrivendo due discorsi perché non c’è nulla di sicuro. La moglie Michelle invita su twitter tutti quelli che si trovano ancora in coda alle urne a non scoraggiarsi perché è loro diritto votare anche oltre l’orario di chiusura.
Ore 1.16: parità nazionale, Primo exit poll “nazionale”: Obama e Romney avrebbero entrambi il 49 per cento
Ore 1.15: Ohio a Obama per Foxnews, Obama sarebbe in vantaggio in Ohio secondo gli exit poll di Foxnews, risultato importante perché mai nessun repubblicano è salito alla Casa Bianca senza vincere in questo Stato. Confermati il pari in Virginia e la Florida a Romney
Ore 1.12: pari in Virginia, Stanno chiudendo i seggi in diversi Stati. In Virginia i primi exit poll danno i due candidati alla pari. Obama sarebbe al 48.1 e Romney al 47,8 uno scarto statisticamente insignificante.
Ore 1.10: a Obama il voto dei giovani, Sondaggio Ipsos: la maggioranza di chi votata per la prima volta ha scelto il presidente uscente.
Ore 1.05: confermati Indiana a Romney e New Hampshire a Obama, In base ai primissimi exit poll - ancor prima della chiusura formale dei seggi fissata all’una - secondo Fox News Mitt Romney è in netto vantaggio in Kentucky (69% contro il 29% per Obama) dove sono in palio 8 grandi elettori. Mitt Romney è in testa con il 65% dei voti in Indiana contro il 34% di Barack Obama con il 2% dei voti scrutinati nello Stato. Barack Obama invece è in vantaggio in New Hampshire, considerato uno degli Stati decisivi, con il 65,1% contro il 32,6% di Mitt Romney con lo 0,7% delle schede scrutinate. Lo riferisce il Washington Post.
Ore 1.02: voto deciso da più di un mese, Otto americani su dieci hanno deciso per chi votare prima di ottobre, ovvero prima del 3 ottobre, quando si è tenuto il primo dei tre dibattiti fra il presidente americano Barack Obama e il candidato Mitt Romney. È quanto emerge dagli exit poll preliminari.
Ore 0.52: alta affluenza, Al momento l’affluenza alle urne risulta piuttosto alta, al 62 per cento, un dato che secondo gli analisti potrebbe favorire il presidente uscente.
Ore 0.48: Romney scrive il discorso, Tweet del candidato repubblicano: sto scrivendo il discorso della vittoria.
Ore 0.35: Indiana a Romney, Primi exit poll di Fox news dall’Indiana: Romney avrebbe vinto, togliendo questo stato - tradizionalmente repubblicano - a Obama che l’aveva espugnato nel 2008
Ore 0.30: Drudgereport: Romney in vantaggio, Il sito conservatore Drudgereport aggiusta il tiro e ora i suoi exit poll preliminari danno Romney davanti in Nord Carolina e Florida mentre Obama condurrebbe in New Hampshire, Pennsylvania, Michigan e Nevada. In bilico Ohio, Virginia, Colorado e Iowa.
Ore 0.20: primi voti “veri”, Il candidato Mitt Romney in vantaggio in Kentucky, stato che i repubblicani davano per scontato. Quando è stato spogliato solo l’1% delle schede, Romney è avanti con il 69%, con il presidente americano Barack Obama con il 29%.
Ore 0.05: chiuse le prime urne, grande equilibrio, Mentre in alcuni Stati si chiudono le urne, il sito di gossip politico di orientamento decisamente conservatore Drudgereport sostiene che in base a exit poll preliminari il presidente americano Barack Obama avrebbe al momento 191 grandi elettori a fronte dei 190 del candidato Mitt Romney.
Ore 23.55 - exit poll: stati chiave divisi: Florida e North Carolina al repubblicano Mitt Romney. Sono gli exit poll preliminari di Drudgereport, secondo cui al presidente americano Barack Obama va invece l’Ohio, il New Hampshire, la Pennsylvania e Nevada. Sono dati comunque non ufficiali e da valutare con prudenza dal momento che il voto è ancora in corso. Secondo l’Associated press l’economia ha dettato la scelta del presidente americano. Secondo un exit poll preliminare dell’Associated Press, sei americani su 10 hanno detto che l’economia è la priorità . Per 4 americani su 10 l’economia si sta riprendendo mentre la maggioranza ritiene che stia peggiorando e sia in stagnazione.
Ore 23.45 - incubo riconteggio, troppi disagi per i votanti: Le operazioni di voto procedono, ma non senza problemi e l’incubo di una una nuova notte elettorale come quella del 2000, con il riconteggio delle schede in Florida, si abbatte sugli Stati Uniti. Gli occhi sono tutti sull’Ohio, dove si stanno registrando alcuni problemi con la rottura di molte macchine che consentono il voto: incidenti che si verificano nella roccaforti del presidente americano, Barack Obama, quali Toledo, dove si trova uno degli impianti Chrysler. I lavoratori delle case automobilistiche di Detroit oggi non lavorano: come previsto dal loro contratto nazionale dal 199, l’Election day è un giorno di vacanza per votare. Difficoltà anche in Pennsylvania, dove alcuni voti per Obama si sono tramutati in voti per il candidato Mitt Romney. Lunghe file si registrano in tutti gli stati, soprattutto in queste ultime ore con la chiusura degli uffici. A trascorrere 45 minuti in coda anche il sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha espresso il proprio appoggio a Obama nei giorni scorsi. rallentamenti e confusione nel voto in varie aree di New York e del New Jersey: l’uragano Sandy ha causato la chiusura di molti seggi, allungando le file in quelli disponibili e dove gli elettori sono stati dirottati. Alcuni, però, per la mancanza di elettricità e internet in casa non hanno modo di apprendere le chiusure e si sono trovati davanti a seggi sbarrati, con indicazioni per andare a votare altrove, anche a presso seggi distanti. Diversi, a Coney island (New York), sono stati scoraggiati e hanno alla fine deciso di non votare più. L’affluenza in New Jersey, secondo le prime indicazioni, è abbastanza sostenuta, anche se alcuni osservatori denunciano il caos in alcuni seggi: agli sfollati dell’uragano Sandy sono stati autorizzati a votare per fax o per email dopo che la tempesta della scorsa settimana ha reso inagibili alcuni seggi. Lo stato che ospita Atlantic City ha esteso i termini del voto via posta elettronica per chi ha perso la casa fino a venerdì dopo che alcuni uffici elettorali sono stati sommersi da una valanga di richieste.
Ore 23.30 - ultimi sondaggi, parità: Il sito Real clear politics propone i risultati dei rilevamenti eseguiti oggi da una serie di istituti di rilevazione (attenzione: non si tratta di exit polls, che dovrebbero pervenire successivamente). La situazione è di grande incertezza. Politico, Gwu e Battleground danno Obama e Romney alla pari; Rasmussen dà Romney in vantaggio di un punto; Per Ibd/Tipp (sondaggio di ieri sera) : Obama 50.3% | Romney 48.7%.
Ore 23.10 - fuoco amico su Romney: Fuoco incrociato tra repubblicani nelle ultime ore dell’Election Day: il governatore del New Jersey Chris Christie ha attaccato «gente che non capisce niente nell’entourage di Mitt Romney» dopo esser stato criticato per non aver partecipato a un raduno della campagna del Gop dopo l’uragano Sandy. Christie è stato bersaglio di attacchi repubblicani dopo aver elogiato la reazione dell’amministrazione Obama alla tempesta che una settimana fa ha devastato la costa del New Jersey. E adesso, dopo esser stato criticato per aver snobbato un appuntamento raccogli fondi per Romney, ha descritto i suoi detrattori come «sostenitori scontenti che non capiscono nulla» e non rispettano i doveri che un governatore ha nei confronti del suo stato. Christie era stato invitato un evento della campagna di Romney a Morrisville, Pennsylvania, appena venti minuti di auto dal suo ufficio. Il governatore aveva rifiutato provocando critiche di collaboratori di Romney uno dei quali aveva commentato: «Non ditemi che non ci poteva andare per una sera».
Ore 23: voto tra intoppi, code e lamentele: Il voto si sta svolgendo tra code, intoppi e lamentele varie in diversi Stati. I gruppi che effettuano controlli ai seggi segnalano problemi in Pennsylvania per le procedure di identificazione dei votanti. In una conferenza stampa la direttrice del Comitato di avvocati per i diritti civili Barbara Arnwine ha detto: «Lo Stato della Pennsylvania dovrebbe vergognarsi per come sono stati istruiti gli scrutinatori».
Ore 22.40, Bloomberg vota dopo la coda: Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, è stato in coda per 45 minuti per votare: Bloomberg ha espresso nei giorni scorsi il proprio appoggio per il presidente americano Barack Obama. A New York e in New Jersey continuano le lunghe file ai seggi: l’uragano Sandy ha ridotto i seggi per votare e in molte aree l’elettricità ancora non c’è, causando un ricollocamento degli elettori e confusione. A Coney Island ci sono cartelli che indicano scuole chiuse e lo spostamento dei seggi, alcuni anche a molti isolati di distanza, scoraggiando alcuni.
Ore 22.20: Romney: ce la giochiamo
«Queste elezioni si vincono o si perdono per poche centinaia di voti. Perché allora non dovrei andare in giro fino all’ultimo? Sono ottimista, non solo per i risultati delle elezioni ma anche per l’avvenire dell’America». Queste le ultime dichiarazioni di Mitt Romney.
Ore 22.15 - Obama: «Sono fiducioso. Credo che abbiamo i voti per vincere». Barack Obama a una manciata di ore dall’esito elettorale, ostenta ottimismo. Nella sua Chicago vive un’altra giornata molto intensa, in attesa del risultato di stasera, tra volontari, interviste tv e soprattutto la tradizionale partitella di basket tra amici, alla vigilia di ogni voto della sua vita. Una sorta di rito scaramantico a cui il freddo e razionale Barack non intende rinunciare per nulla al mondo. L’unica volta che l’ha fatto, durante le primarie del 2008, ha perso malamente contro Hillary Clinton. Di prima mattina, va a trovare i volontari di un piccolo comitato elettorale di Chicago, a due passi da casa sua, dove ha trascorso l’ultima notte della sua presidenza, con moglie e figlie. Con la voce ancora rauca, all’indomani dell’ennesimo massacrante tour elettorale, a sorpresa, si presenta alla sede di Organizing For America, ad Harper Ave, nei pressi di Hyde Park, dove decine di militanti stanno ancora facendo le ultime telefonate. E si unisce a loro, come ha fatto tante volte nelle ultime settimane. Accolto dagli applausi, fa capire che la campagna non è ancora finita. «Ok, grazie a tutti. Ora al lavoro... convinciamo ancora alcuni elettori!». Quindi dà il buon esempio, mettendosi a telefono. Stavolta chiama alcuni cittadini del Wisconsin. «Buongiorno Annie, sono Barack Obama. Obama chi? Il presidente...», risponde divertito a una signora che non l’aveva riconosciuto. Quindi, lancia un messaggio di pacificazione al suo avversario: «Voglio fare le congratulazioni al governatore Romney per l’animata campagna elettorale». Al termine di una sequela di interviste, la partitella di basket liberatoria, per smaltire un pò di stress e prepararsi al rush finale di stasera. Complice il freddo intenso, Barack e i suoi compagni si sono dati appuntamento in una mega palestra, la Attack Atletics, di proprietà di Tim Glover, ex allenatore di Michael Jordan e Kobe Bryant.
Ore 22.10: chez Romney: «Un grande giorno per un grande cambiamento». A Cleveland, nel decisivo Ohio, non ha dubbi sulla sua vittoria Mitt Romney, che lo dice rivolgendosi ai volontari di uno dei comitati, mentre le operazioni di voto sono ancora in corso. È iniziato a Belmont, un sobborgo di Boston dove ha la sua bella casa, il giorno più lungo di Mitt Romney: poco dopo le otto e mezza. Da lontano ha salutato con la mano, ampiamente ricambiato dai suoi sostenitori, è ha giusto scambiato qualche battuta con la stampa. Alla domanda per chi avesse votato, ha risposto: «Credo che lo sappiate». E ancora, che ne pensa della situazione in Ohio?, lo stato chiave che mai alcun candidato repubblicano è arrivato alla Casa Bianca senza vincerlo e che in un sondaggio ieri sera vedeva Obama avanti di quattro punti: «Mi sento alla grande, anche sull’Ohio». Ma certo l’Ohio deve essere ancora un cruccio per le sue speranze di vittoria. Proprio da li, da Columbus, ieri sera tardi ha lanciato un ultimo appello agli elettori indecisi dello Stato: «Io creerò quei posti di lavoro che il presidente Obama non è stato in grado di creare», ha detto ancora una volta. E non è stata l’ultima, perché dopo lo scambio con i giornalisti Romney ha infatti salutato la moglie ed è partito, per gli ultimi appuntamenti elettorali. È andato di nuovo proprio in Ohio, a Cleveland, dove ha incrociato anche il suo `numero due´ Paul Ryan. «Non posso immaginare che in una elezione che potrebbe esser vinta o persa, diciamo, per qualche centinaia di voti, si possa stare tranquillamente seduti», ha poi detto ad una radio locale. E infatti, oltre all’Ohio, in agenda aveva anche un passaggio a Pittsburgh, in Pennsylvania, prima di tornare in serata a Boston, dove nel corso della notte al suo quartier generale aspetterà i risultati del voto. E dove è già tutto pronto da giorni. Il palco con il podio, le bandiere americane, e la grande scritta «Credo nell’America». Un ritmo talmente inteso, che anche il suo rivale Barack Obama, che certo non si è risparmiato, gli ha fatto i complimenti: «Voglio fare le congratulazioni al governatore Romney - ha detto - per l’animata campagna elettorale».
LA SITUAZIONE FINO ALLE 22: Brutta tegola per Barack Obama, in Ohio. Nelle città di Toledo, Cleveland e Dayton, sulla carta roccaforti democratiche, si sono rotte molte macchine elettroniche che permettono il voto. Si tratta di scanner ottici che leggono e registrano ogni singola scheda elettorale. Lo denuncia un blog di uno dei tanti osservatori che controllano la regolarità delle procedure di voto, il Voting Rights Watch. Il presidente, però, non ha rinunciato al suo rito propiziatorio e gioca a basket. Anche due ex stelle dell’Nba, Scottie Pippen e Randy Brown, stanno giocando con Obama la partitella scaramantica che non manca mai nelle vigilie elettorali del presidente. Oltre a queste due stelle dei Bulls di Chicago, la squadra del cuore del Barack, in campo anche l’abituale compagno di basket, il lunghissimo Arne Duncan, attuale ministro dell’Istruzione e il massiccio Reggie Love, uno dei collaboratori più stretti di Barack, quasi una sorta di suo fratello minore, appena trentenne, nero, che l’anno scorso abbandonò la Casa Bianca per poter completare un master in Business Administration.
L’Ohio rischia di essere una nuova Florida, dove nel 2000 i voti sono stati riconteggiati: nel caso di problemi elettorali o di risultati serrati potrebbero volerci settimane, se non fino a dicembre, per capire chi tra Obama e Romney si è aggiudicato l’Ohio, uno degli stati decisivi nella corsa alla Casa Bianca. L’Ohio ha infatti una procedura per il riconteggio dei voti molto complessa - riporta il New York Times - e che quindi potrebbe costringere a settimane di ritardo nell’annunciare il vincitore, lasciando la porta aperta a decine di azioni legali.
Quello che rende l’Ohio diverso dagli altri stati è l’elevato numero di voti provvisori, ovvero quelli che non possono essere verificati nell’Election Day per diverse ragioni, da un nuovo indirizzo di residenza dell’elettore a una mancanza di appropriata identificazione. La legge federale prevede che gli elettori la cui eligibilità al voto non possa essere verificata al seggio debbano poter votare. In Ohio sono attesi 200.000 voti provvisori e il conteggio dei voti provvisori non inizia prima del 17 novembre: agli elettori vengono infatti concessi circa 10 giorni per presentare la documentazione necessaria a stabilire se il loro voto è valido o no.
In Colorado, Florida e Pennsylvania i voti vengono automaticamente ricontati se il margine di vittoria è pari o inferiore al mezzo punto percentuale. In Iowa, New Hampshire, North Carolina, Virginia e Wisconsin, i candidati possono richiedere un riconteggio dei voti per un costo limitato. la normativa della Florida prevede inoltre che il riconteggio dei voti si debba concludere nei 12 giorni successivi al voto.
L’Ohio è uno degli swing states, Stati in cui il voto è in bilico, ma l’attenzione di queste ore è rivolta anche alla Florida (per code e ritardi) e alla Virginia che - si dice - sarà la prima cartina di tornasole per capire la tendenza generale.
Nel video presunto broglio in Pensylvania: un elettore della Pennsylvania cerca più volte di selezionare il nome di Obama sul touchscreen della cabina: qualcuno riprende tutto e il video fa il giro della Rete. Anche se non ci sono conferme sulla sua autenticità:
Florida - Comincia male il voto in uno degli Stati più attesi, la Florida, già teatro nel 2000 di brogli elettorali. Così come accaduto per il voto anticipato, le file sono lunghe: a Miami nord gli elettori sono costretti a un’attesa di più di tre ore sotto il caldo per esprimere la loro preferenza. Il ricordo del 2000, quando la Florida tenne col fiato sospeso il mondo nella sfida tra George W. Bush e Al Gore, brucia ancora. Squadre di osservatori e legali democratici e repubblicani attendono fuori dai seggi: in un si è registrato uno scontro, con un osservatore democratico che ha accusato un avvocato repubblicano di intimidire gli elettori fuori dal seggio. L’avvocato lo ha invece accusato di essere troppo vicino all’entrata del seggio.
Obama: vincerò - E proprio la Florida è tra gli Stati di cui il presidente uscente è più preoccupato. In America, come è noto, la campagna elettorale non si ferma mai. E continua anche il giorno del voto. Barack Obama a Chicago, prima ha fatto una decina di telefonate a elettori indecisi. Quindi s’e’ chiuso in un albergo, il Fairmont Hotel, per fare ben dieci interviste a tv locali dei swing states, i famosi stati in bilico. In particolare, il presidente sta rispondendo alle domande di due reti tv dell’Iowa, una del Wisconsin, due dell’Ohio, due proprio della Florida, una di Washington Dc, una del Colorado e una del Nevada. Sempre a Chicago, Obama ha trovato il tempo di far visita ai volontari di un piccolo comitato elettorale: «Sono fiducioso: credo che abbiamo i voti per vincere», ha detto intrattenendosi con i volontari del comitato e congratulandosi con Romney «per l’animata campagna elettorale». Il presidente ha infine ringraziato gli americani «comunque vada».
I seggi sono oramai aperti in tutti gli States e l’affluenza - da New York a Miami - sembra sostenuta ovunque, tranne nelle zone colpite dall’uragano Sandy. Atlantic City, la mecca delle scommesse della costa orientale, si presenta spettrale: i casinò hanno riaperto ma, così come i seggi, sono deserti. Nella grande Mela, invece, si registrano lunghe file: da Brooklyn a Manhattan le code sono di diversi isolati, anche se ancora non siamo all’ora di punta del voto, che scatterà alle cinque del pomeriggio (le 23.00 italiane) con la chiusura degli uffici.
Al contrario della Florida, freddo pungente in Virginia: anche ad Arlington - a due passi dalla capitale federale Washington - si registrano lunghe code ai seggi.
Romney: per chi ho votato? - Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney ha votato insieme alla moglie in mattinata a Boston. All’uscita dal seggio ha lanciato una battuta ai giornalisti: «Indovinate per chi ho votato?».
La sua campagna non si ferma, nonostante i seggi aperti: nelle prossime ore sarà in Pennsylvania e in Ohio. E anche lui come il rivale si alterna tra intervisti, incontri e telefonate frenetiche.

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martedì 6 novembre 2012

Elezioni Usa, in Florida è già caos mentre Obama dichiara: "Credo che ho voti per vincere!" Barack Obama comunque sembrerebbe in vantaggio! Tutti noi ci auguriamo che il Repubblicano "guerrafondaio" Mitt Romney perda le elezioni...

Si sono aperti in nove Stati i seggi per le elezioni del presidente degli Stati Uniti. Lunghe code in Florida e Virginia, i Paesi determinanti nella conta finale, mentre il Big Tuesday è arrivato: i seggi per l'appuntamento con le elezioni del presidente degli Stati Uniti si sono aperti. Gli ultimi sondaggi della vigilia davano un testa a testa tra il democratico Barack Obama, che tenta la sua seconda scalata alla Casa Bianca, e il suo sfidante, il repubblicano Mitt Romney. Intanto, secondo un sondaggio Post-ABC, Barack  Obama avrebbe 3 punti di vantaggio su Mitt Romney...

Des Moines, Iowa (USA) - Come tradizione la giornata più importante della politica americana parte dalla piccola capitale dell'Iowa, dove il Presidente Obama ha deciso di chiudere la sua campagna con un comizio finale davanti a 20mila persone. I primi seggi si sono aperti alle 18 (12 in Italia), un ultimo sondaggio del Washiongton Post- ABCNews segnala un vantaggio di tre punti in percentuale per il Presidente uscente, al 50%, sul rivale Repubblicano (47%) tra l'elettorato, questo naturalmenete ricordando che il voto popolare è poco influente nell'esito finale dell'elezione infatti, come accadde per la travagliata elezione del 2001, decisivo è il numero di delegati, 270, che i due sfidanti devono raggiungere per assicurarsi l'ala ovest della Casa Bianca. Il sondaggio del Washington Post sottolinea il recupero di Obama sul finire della campagna dopo la rimonta di Romney a seguito del primo dibattito tra i due, Obama resta favorito anche nelle possibilità di vittoria data al 55% contro il 35% dell'avversario. Nel frattempo in due piccole località del New Hampshire le votazioni e i conteggi si sono già svolti, a Dixville Notch l'esito elettorale è stato di perfetta parità tra i due candidati, mentre nella contea di Carrol a Hart's Location, Obama ha vinto con 23 voti contro i 9 di Romney, una vittoria che fà ben sperare il candidato democratico che già nel 2008 si era aggiudicato questo seggio, dando il via alla cavalcata che lo ha visto trionfare su John Mc Cain. Poco prima delle nove del mattino oggi ha votato anche Mitt Romney, accompagnato dalla moglie Ann al seggio di Belmont nelle vicinanze di Boston, il candidato repubblicano ha votato per poi avviarsi verso gli ultimi incontri elettorali, sempre oggi a Wilmington in Delaware ha votato anche il Vice Presidente Joe Biden insieme alla moglie Jill.
Barack Obama aveva invece già votato il 25 ottobre a Chicago approfittando della pratica dell'early voting, il voto anticipato che sta prendendo sempre più piede negli Stati Uniti, diventando così il primo presidente americano a non votare il giorno delle elezioni.
I seggi si sono già aperti in 9 Stati e lunghe code si stanno formando in varie città degli USA, i media hanno dedicato particolare attenzione sopratutto alle città negli "Swing State" considerati cruciali come la Florida e la Virginia. Due giorni fà, il sito Politico.com, molto seguito negli USA per quanto riguarda l'informazione politica ha rivisto al rialzo le quotazioni di Obama assegnandogli anche la Virginia portando il Presidente a quota 303 delegati contro i 235 di Romney.

Mario Grigoletti

Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it e http://www.voceditalia.it


 

 

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