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lunedì 4 febbraio 2008

Intervista a Luca Lorenzi, Dirigente Nazionale di "Gioventù Italiana" - (La Destra): "Casa, Acqua e Lavoro, tre battaglie da portare in piazza”!!!

Di Matteo Fiorani - Tratto dall’Opinione: Un giovane toscano, Luca Lorenzi, di Massa ma studente universitario a Pisa, dove da anni opera politicamente, responsabile organizzativo di“Gioventù italiana” il movimento giovanile de La Destra di Storace.Quali sono motivazioni ti hanno spinto ad aderire a La Destra di Storace?La domanda andrebbe posta in altri termini: per quale motivo non avrei dovuto aderire a questo nuovo partito ? Per questo vorrei citare Francesco Storace quando afferma: “Non bisogna avere coraggio ad aderire a La Destra , bisogna avere coraggio a rimanere in Alleanza Nazionale. Personalmente ho, sin dall’inizio, creduto a questo progetto. In Italia c’è voglia di destra, di una destra moderna che guardi al futuro ma che abbia il coraggio di non rinnegare i propri valori. Rimanere in An avrebbe significato rinnegare larga parte di quei valori, l’esperienza politica in quel partito è stata quanto di più scoraggiante possa accadere ad un giovane che si avvicina alla politica, in quel partito i giovani vengono utilizzati come strumenti elettorali o di ricatto politico.
Ad un dirigente nazionale non si può non chiedere un commento sulla reazione rabbiosa di An di fronte al PDl di Berlusconi.Berlusconi è l’unico leader politico in Italia che riesce a fare in dieci minuti quello che gli altri leader di partito fanno in almeno 10 anni di politica. E questo di certo non va giù a molti. Fini ha esasperato un processo interno per pura logica personale e di lobby, ha perso il contatto con la base, ha rotto un legame di fiducia che si era costruito in 40 anni di lotte e sacrifici , penso che ad oggi situazioni politiche esterne gli hanno scombinato molti dei suoi piani e si ritrova con un partito senza una linea politica ne una collocazione ben precisa. Non può tornare a destra come non potrà andare al centro, è un animale politico ormai braccato e se ne sta rendendo conto, questa è da considerarsi come una reazione normale per chi si ritrova in quella condizione.
Ha ancora senso parlare di un movimento giovanile nel 2007?I partiti ragionano con logiche di potere e di interesse e da queste logiche vengono automaticamente esclusi i giovani del paese, questo ha portato ad un impoverimento generale della politica italiana, in parlamento non esiste una rappresentanza della popolazione al di sotto dei trentacinque anni e questo è scandaloso. Oggi il nostro futuro viene deciso da gente che ha 80 anni e che non vedrà i frutti delle proprie scelte di oggi nella società di domani. Il movimento che vogliamo costruire dovrà rigettare le logiche di carrierismo interno, le logiche che in questi ultimi anni ha visti contrapposti fiduciari e comunità manipolate da esponenti di questa e quella corrente. Noi vogliamo tornare ad essere il motore che muove con il proprio dinamismo le idee di questo partito. Vogliamo tornare ad essere avanguardia per le scelte politiche del partito e del paese intero, da qui la scelta di avere una nostra autonomia all’interno del partito.
Al di là degli schieramenti, quali passi dovrebbero seguire i giovani per farsi spazio in politica?Una sola regola, pensare sempre con la propria testa e agire secondo i propri valori. Evitare l’omologazione che la casta vorrebbe imporci, comprendere che il paese avrà bisogno di nuovi modelli di riferimento a cui ispirarsi, basta ascoltare le dichiarazioni che a volte fanno certi politici sia del centro destra che del centro sinistra, note stonate di un’unica melodia. Dobbiamo tornare a combattere nel terreno delle idee e delle azioni, essere l’anello di congiunzione tra nuove generazioni e politica. Solo attraverso questa autonomia culturale e di idee potremmo domani dare il nostro contributo al paese uscendo dalle logiche dalle caste che ad oggi tengono in mano il potere in Italia.
Quali sono i principali riferimenti di un movimento giovanile che si ritiene l’erede diretto del Fronte della Gioventù?Vorremmo essere eredi di un idea senza se e senza ma, i riferimenti culturali sono quelli classici a cui si ispira quella destra italiana che non ha ancora perso la sua identità sociale . Ma vorremo modelli reali a cui ispirarci e a tal riguardo non possiamo non ricordare quei tanti giovani, che in un periodo particolare del nostro paese ,in cui fu combattuta una guerra, si sono schierati nei movimenti giovanili di destra, pagando con la vita quella scelta. A quei giovani, più di trenta vite spezzate da un odio cieco e folle, va il nostro pensiero. Quei giovani sono oggi per noi modello di vita e il messaggio che essi lasciano alle generazioni future è tanto chiaro quanto assordante: le proprie idee e il diritto di poter lottare per esse sono più importanti anche della vita stessa. E’ grazie anche al sacrificio di questi giovani che oggi noi possiamo essere impegnati in politica.
Si pensa sempre che i partiti di Destra siano maschilisti e sessisti. Questo è un punto assolutamente da sfatare, la presenza femminile in politica è sempre stata ostentata da una non cultura dominante assolutamente sbagliata, di sicuro manca una vera e propria rivoluzione culturale che in altri paesi europei c’è stata. Anche se il nostro movimento è nato da poco già molte ragazze ne fanno parte, molte di esse fanno parte del comitato promotore del movimento e danno giornalmente un contributo fondamentale per la crescita di questo movimento.
Un incarico di responsabilità, condurre un movimento giovanile nel centro destra. Confrontarsi con realtà diversissime. Quali obiettivi e quali parole d’ordine su cui impostare l’azione politica.Prima di tutto devo chiarire che dietro questo movimento vi è una classe dirigente giovanile formidabile, le decisioni vengono prese in maniera collegiale questo perchè la nostra è a tutti gli effetti una comunità. Inoltre dobbiamo contare tra le nostre fila di un esponente politico del calibro di Alberto Arrighi la cui esperienza e bravura riesce a coordinare il tutto. Oltretutto basta osservare il nome che abbiamo voluto dare al movimento “Gioventù Italiana” un nome che non vuole di certo chiudere le porte a nessuno, un movimento che vorrebbe andare a parlare a tutta la gioventù di questo paese, dai ragazzi schierati a destra ma anche a chi oggi si definisce di sinistra, solo così potremmo innescare una vera “Rivoluzione Italiana”. Vorremmo tornare a parlare di tematiche che toccano la vita e i problemi di tutti i giorni, e dunque scrollarci di dosso l’etichetta da partito dei piccoli. Casa, Acqua, Lavoro, tre battaglie a cui la gioventù italiana non potrà rinunciare, tre battaglie che porteremo in piazza, con azioni di protesta e di informazione, tre proposte da noi formulate per porre un rimedio immediato a questi tre problemi del paese. Tre diritti ad oggi negati alle generazioni del futuro!"

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ITALIA-CINA

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