Il presidente serbo filo-occidentale Boris Tadic è stato rieletto ieri alla presidenza vincendo la sfida elettorale contro il nazionalista Tomislav Nikolic, ma la sua vittoria sul filo di lana potrebbe scatenare una nuova lotta sul futuro del paese.
Tadic ha vinto con il 50,5% contro il 47,8%, secondo il conteggio della commissione elettorale.
L'Unione europea ha salutato con sollievo la rielezione di Tadic, dicendo che accelererà l'avvicinamento alla candidatura Ue della più grande repubblica ex jugoslava.
"I risultati segnalano il desiderio della maggioranza del popolo in Serbia, che vuole proseguire il cammino verso l'Europa e vorrei dire che l'Europa è molto lieta di ciò", ha detto il capo della politica estera della Ue, Javier Solana, in una nota sul voto di ieri.
"Continueremo a lavorare con la Serbia e vorremmo che la Serbia si avvicini il più possibile alla strada europea", ha detto ai giornalisti.
Il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso ha definito la vittoria di misura di Tadic "una vittoria per la democrazia in Serbia e per i valori europei che noi condividiamo".
Ma per gli analisti serbia la vittoria mette in discussione la sopravvivenza della coalizione al potere, alla vigilia della secessione del Kosovo, la provincia a maggioranza albanese di cui si attende nelle prossime settimane la dichiarazione di indipendenza, con l'appoggio dell'Occidente.
Nelle presidenziali del 2004 Tadic aveva battuto Nikolic di nove punti percentuali, vittoria considerata dall'Occidente un segno che il nazionalismo reazionario che aveva alimentato la guerra in Jugoslavia stava diminuendo.
"Non c'è vincitore stavolta", ha commentato Dragoljub Zarkovic, caporedattore del settimanale d'informazione Vreme. "Formalmente sembra che Boris Tadic sarà presidente per i prossimi cinque anni, ma in sostanza il vincitore morale è Tomislav Nikolic".
Tadic ha vinto con il 50,5% contro il 47,8%, secondo il conteggio della commissione elettorale.
L'Unione europea ha salutato con sollievo la rielezione di Tadic, dicendo che accelererà l'avvicinamento alla candidatura Ue della più grande repubblica ex jugoslava.
"I risultati segnalano il desiderio della maggioranza del popolo in Serbia, che vuole proseguire il cammino verso l'Europa e vorrei dire che l'Europa è molto lieta di ciò", ha detto il capo della politica estera della Ue, Javier Solana, in una nota sul voto di ieri.
"Continueremo a lavorare con la Serbia e vorremmo che la Serbia si avvicini il più possibile alla strada europea", ha detto ai giornalisti.
Il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso ha definito la vittoria di misura di Tadic "una vittoria per la democrazia in Serbia e per i valori europei che noi condividiamo".
Ma per gli analisti serbia la vittoria mette in discussione la sopravvivenza della coalizione al potere, alla vigilia della secessione del Kosovo, la provincia a maggioranza albanese di cui si attende nelle prossime settimane la dichiarazione di indipendenza, con l'appoggio dell'Occidente.
Nelle presidenziali del 2004 Tadic aveva battuto Nikolic di nove punti percentuali, vittoria considerata dall'Occidente un segno che il nazionalismo reazionario che aveva alimentato la guerra in Jugoslavia stava diminuendo.
"Non c'è vincitore stavolta", ha commentato Dragoljub Zarkovic, caporedattore del settimanale d'informazione Vreme. "Formalmente sembra che Boris Tadic sarà presidente per i prossimi cinque anni, ma in sostanza il vincitore morale è Tomislav Nikolic".
Per Zarkovic il fatto che sette anni dopo la cacciata di Slobodan Milosevic i serbi sembrino ancora equamente divisi tra nazionalismo e una direzione filo-occidentale è un eloquente commento sulla divisione che attraversa la società serba.
Durante la campagna elettorale Tadic ha detto che, pur opponendosi all'indipendenza del Kosovo, la maggiore priorità della Serbia resta la membership europea.
Durante la campagna elettorale Tadic ha detto che, pur opponendosi all'indipendenza del Kosovo, la maggiore priorità della Serbia resta la membership europea.
Fonte: http://it.reuters.com/
Nessun commento:
Posta un commento