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giovedì 26 maggio 2011

Serbia, arrestato Ratko Maldic!

L'ex capo militare dei serbi di Bosnia e' ricercato per genocidio e crimini contro l'umanita'!

Il generale della guerra serbo-bosniaca Ratko Mladic, la cui lunga latitanza ha ostacolato finora l'ingresso della Serbia nell'Unione europea, è stato arrestato in Serbia. Lo ha confermato il presidente Tadic.
"Si trova nel quartier generale della Bia", ha detto un amico di famiglia, facendo riferimento all'Agenzia di intelligence serba. "E' stato arrestato in Serbia", ha aggiunto.
Comandante delle forze serbo-bosniache nella guerra di Bosnia del 1992-1995, Mladic è stato incriminato nel 1995 di genocidio per il massacro di Srebrenica in cui morirono 8.000 uomini musulmani e per l'assedio di Sarajevo, durato 43 mesi.
Mladic, genocidio e crimini contro l'umanità, è stato arrestato dagli agenti della sicurezza di Stato serba, secondo la tv di Stato Rts Tv che ha citato alcune fonti.
La tv pubblica serba Rts ha confermato che Mladic è stato arrestato. Secondo un'altra televisione, B92, Mladic e' stato catturato nel villaggio di Lazarevo, a 80 chilometri a nord-est di Belgrado. E' attesa a minuti una conferenza stampa del presidente Boris Tadic.

Fonte: http://notizie.it.msn.com

domenica 12 dicembre 2010

DA WIKILEAKS - AMBASCIATA USA A BELGRADO: RAPPORTI RUSSIA-SERBIA!

Giovedi, 03 settembre 2009, 13:41 BELGRADO SECRET 000.841 SIPDIS ANKARA AMEMBASSY PASS per Adana AMEMBASSY AMCONSUL ASTANA PASS PER siamoSedi degli ufficiServiziMedia BERLINO AMEMBASSY ALMATY PASS A BERLINO AMEMBASSY DUSSELDORF AMCONSUL PASS PER AMCONSUL LEIPZIG BELGRADO AMEMBASSY PASS PER AMEMBASSY PODGORICA HELSINKI AMEMBASSY PASSA A SAN PIETROBURGO AMCONSUL AMEMBASSY ATENE PASS PER AMEMBASSY MOSCA SALONICCO AMCONSUL PASS A MOSCA AMEMBASSY Vladivostok AMCONSUL PASS PER AMCONSUL Ekaterinburg EO 12.958 decl: 2019/09/03 PGOV TAGS, Prel, Eint, massa, RS, SR OGGETTO: SERBIA alle prese con la Russia IN ANTICIPO DI MEDVEDEV VISITA REF: (A) 08 BELGRADO 98, (B) 08 BELGRADO 1333 classificate per: Brush Jennifer, incaricato d'affari; RAGIONE: 1,4 (B), (d) Sintesi -------

¶ 1. (C) Poiché la Serbia cerca di superare le difficoltà economiche di montaggio e di andare avanti verso il suo obiettivo primario di appartenenza all'Unione europea, il governo sta lottando per trovare il tono giusto nei rapporti bilaterali con la Russia: il Presidente Tadic e suoi più stretti collaboratori appaiono intenti a dare il Russi loro dovuto senza irritare gli europei, mentre altri - tra cui il Ministro degli Esteri Jeremic - sembrano voler usare stretti legami con la Russia come una "merce di scambio" con l'Europa e gli Stati Uniti (rif. A). La prevista visita del presidente russo Dmitry Medvedev nel mese di ottobre è già attirando l'attenzione supplementare ad un rapporto bilaterale dove caldo, la retorica amichevole spesso non è accompagnata da concreti, a vantaggio di una cooperazione reciprocamente in, economico, politico o di sicurezza regni. Fine Riepilogo. Ottobre la visita di Medvedev ----------------------

¶ 2. (C) Il recente annuncio che il presidente russo Dmitry Medvedev si recherà in visita Serbia nel mese di ottobre per celebrare il 65 ° anniversario della liberazione di Belgrado durante la seconda guerra mondiale dalle forze sovietiche si è concentrata l'attenzione dell'opinione pubblica sul rapporto Russia-Serbia, innescando titoli stampa che annuncia l'" ritorno ad un fraterno abbraccio "con la Russia. Consigliere presidenziale Aleksandar Knezevic ci ha detto il 20 agosto che i russi avevano proposto "grandioso" piano per la visita (non confermato per includere una parata militare), Knezevic ha detto che la presidenza sarebbe sarto gli eventi per dimostrare che la Russia era uno dei numerosi partner chiave. Per quanto riguarda la II Guerra Mondiale celebrazioni in particolare, ha riconosciuto la sfida di bilanciare la commemorazione del ruolo sovietico nella liberazione di Belgrado con il ruolo di altri alleati nello sforzo di guerra più ampia. capo dello staff presidenziale Miki Rakic ha confermato il 25 agosto che i piani erano ancora in evoluzione e che la data non era stata impostata, nonostante le notizie di stampa diffuse che sarebbe il 20 ottobre.



¶ 3. (SBU) I risultati principali per la visita di Medvedev sarà riferito essere un prestito di 1,4 miliardi dollari russo per il sostegno al bilancio e progetti di infrastrutture e la creazione di una joint venture tra Gazpromneft e Srbijagas per l'espansione del Dvor di stoccaggio sotterraneo di gas naturale impianto di Banatski. Ambasciatore russo Aleksandr Konuzin ha dichiarato alla stampa che i due paesi avrebbe firmato una serie di accordi bilaterali, ma ha rifiutato di rivelare gli argomenti. Ci aspettiamo che le due parti metterà in evidenza la libera organizzazione di viaggi, visto che è andato in vigore il 1 ° giugno, così come l'attuale bilaterale di libero scambio. I rapporti politici: il bilanciamento Retorica -------------------------------------------

¶ 4. (C) Il dilemma che Tadic ei suoi soci in faccia Presidenza calibrare il tono e la sontuosità della visita di Medvedev è sintomatica del rapporto bilaterale complessivi di Serbia con la Russia. Essi percepiscono una costante necessità di veto del Consiglio di sicurezza dell'ONU la Russia e il sostegno retorico sul Kosovo, in particolare, mentre la Corte Internazionale di Giustizia caso è in corso. Allo stesso tempo, questo gruppo più pragmatico dei politici vede che la Russia non è sempre un partner affidabile - come quando il governo russo ha utilizzato la dichiarazione di indipendenza del Kosovo per giustificare le sue azioni in Abkhazia e in Ossezia. Questo gruppo si rende conto anche che l'assistenza russa impallidisce in confronto ai benefici tangibili di eventuale appartenenza all'Unione europea. Essi sostengono - correttamente - che i due obiettivi di adesione all'Unione europea e le buone relazioni con la Russia non devono essere mutuamente esclusive, che punta a numerose dichiarazioni da parte del governo russo che sostiene le aspirazioni della Serbia all'UE. Tadic ei suoi più stretti consiglieri di politica estera, pertanto dedicare la maggior parte della loro energia per l'integrazione europea, con particolare attenzione alla Russia solo se necessario per mantenere l'equilibrio nelle apparenze esteriori.



¶ 5. (C) Vuk Jeremic e il suo team alla Farnesina seguire un approccio diverso, però. Essi sembrano disposti a impegnarsi pienamente retorica o su un livello politico al corso UE, e si aggrappano a Russia, Cina, e il Movimento dei Non-Allineamento come contrappesi o alternative alla UE. In seguito a questa logica, che vedono ogni interazione positiva con Mosca come un duro colpo per Washington, e anche tentato di sfruttare la visita di Medvedev a fare pressioni per un incontro per FM Jeremic con il Segretario. Direttore politico Borko Stefanovic Agosto 25 Descrizione a noi il piano di una Medvedev visita elaborato è stato emblematico: lui e, eventualmente, Jeremic si recherà a Mosca prima della visita di coordinare la messaggistica; Medvedev avrebbe affrontato il Parlamento, diventando il primo capo di stato a farlo , e l'anniversario della liberazione di Belgrado sarebbe stato utilizzato per evidenziare la storia fascista orgoglioso anti-Serbia. Le relazioni economiche distorte per gli Benefit Russia ------------------------------------------- - -

¶ 6. (SBU) la Russia è il secondo partner commerciale più grande della Serbia e l'ottava più grande fonte di investimento. Il commercio bilaterale è cresciuto significativamente negli ultimi anni, raggiungendo un picco di poco oltre $ 4 miliardi nel 2008; importazioni russe rappresentano circa il 13% del totale delle importazioni di Serbia. I numeri sono caduti in crisi 2009 a causa economica globale la, ma l'equilibrio è rimasto in importazioni di energia della Russia favore della Serbia a causa pesanti sulla fiducia, nei primi sei mesi dell'anno il totale del commercio è stato di $ 1,1 miliardi, con 830 milioni scambi $ deficit per la Serbia. Quasi il 75% delle esportazioni russe in Serbia sono legati all'energia, con la contabilità del greggio per il 49% e il gas naturale il 25%.



¶ 7. (SBU) Dal 2000, le imprese russe hanno investito circa $ 1 miliardo in Serbia - 742 milioni dollari in contanti e il resto in obbligazioni per i futuri investimenti. Il 2009 stato l'acquisto di petrolio del settore di Serbia, NIS, Gazpromneft da per 555 milioni dollari (Rif. B) incide per oltre la metà del totale degli investimenti russi. Altre offerte significativi includono Lukoil del 2003 di acquisto del 80% della società Beopetrol benzina di distribuzione per 187 milioni dollari e produttore di componenti auto Autodetal gli travagliata 2008 acquisto di una quota del 39% in Ikarbus produttore di autobus per $ 10,7 milioni. investimenti greenfield solo la Russia in Serbia fino ad oggi è stata la Banca di Mosca, che ha iniziato servendo clienti corporate e retail nel giugno 2009 con 24 milioni di dollari di capitale. La Banca di Mosca sembra essere concentrandosi su offerte energia potenziale e acquisizione del serbo di proprietà di banche statali. Cooperazione per la sicurezza: All Talk, (quasi) nessuna azione --------------------------------------- ------ ------



¶ 8. (SBU) Come in campo politico, Serbia relazioni di sicurezza con la Russia sono più simbolico che concreto. Ministro della Difesa Sutanovac si riunisce periodicamente con le controparti russe e organizza possibilità di scattare foto con la manciata di studenti serbi che frequentano gli istituti militari russi ogni anno. L'esercito serbo si affida ancora pesantemente sul dell'era sovietica attrezzature, tra cui una diminuzione della flotta di MiG, e quindi rimane dipendente dalla Russia per le parti di ricambio, assistenza e formazione tecnica, la Russia fa pagare importo per il sostegno è una piaga punto di frequente. militare rapporto di Serbia con la Russia è in gran parte priva di contenuto, non ci sono operative o di pianificazione esercitazioni congiunte. Un recente progetto di sminamento finanziato russo presso l'aeroporto di Nis ha suscitato notevole interesse dei media, nonostante la modesta portata. (Commento: In contrasto con queste relativamente impegni limitata con la Russia, serbo militare lega il con gli Stati Uniti e la NATO stanno crescendo in modo dinamico i collegi. In passato il solo anno, più di 60 membri del serbo i militari hanno partecipato sottufficiale americano di addestramento militare, accademie, la guerra e ; Serbia è la sua ristrutturazione militare sul modello occidentale NATO /, gode di un rapporto dinamico con la Guardia Nazionale dell'Ohio, ed è alzando il suo coinvolgimento nel Partenariato per la Pace, inclusa l'accoglienza in corso MEDCEUR esercizio di reazione alle catastrofi con EUCOM. Fine.) Commenta



¶ 9. (S) La Russia non sono arrivati in Serbia le richieste di assistenza nel localizzare incriminata dell'Aja Ratko Mladic, Consigliere del Presidente Miki Rakic ci ha detto il 25 agosto. Rakic ha detto di ritenere sulla base del profilo di Mladic che l'ex comandante militare serbo bosniaco si nascondeva probabilmente in Serbia, eventualmente con l'assistenza da fonti estere. Chiedere che le informazioni di "rimanere a questo tavolo", Rakic ci ha detto che aveva posto una serie di domande sui contatti specifici tra gli associati Mladic e diplomatici russi, così come le telefonate e viaggi in Russia da associati Mladic, a FSB direttore Aleksandr Bortnikov nel mese di giugno, al russo Nikolay National Security Advisor Patrushev nel mese di luglio, e più recentemente per Amministrazione Presidenziale Capo di Stato Maggiore Vladislav Surkov. Se i russi non hanno risposto prima di visita di Medvedev, Rakic ha detto Tadic avrebbe sollevato lo stesso problema. Commento: Questa non è una competizione -----------------------------------

¶ 10. (C) Anche se l'Unione europea è e deve rimanere obiettivo finale la Serbia, il paese è indissolubilmente legate da dipendenza energetica, le relazioni militari, e le affinità culturali con la Russia. Governo serbo La lotta per trovare il giusto equilibrio tra queste due esigenze nasce dal conflitto tra i responsabili politici - come Jeremic - che vedono la politica estera come un gioco a somma zero, e coloro che credono in relazioni reciprocamente benefica. Siamo in grado di rafforzare la mano di forze pragmatiche nel governo serbo, riconoscendo nelle nostre dichiarazioni pubbliche che la Serbia ha bisogno di dedicare maggiori sforzi per avere un sano, equilibrato rapporto con la Russia. Si possono permettersi di essere magnanimo su questo punto perché abbiamo la storia migliore da raccontare: le statistiche di investimenti stranieri diretti e dei risultati dei nostri programmi di sostegno economico, politico, e la riforma della previdenza dimostrare che i benefici Serbia molto più di una cooperazione con gli Stati Uniti e l'Occidente di quanto non faccia dalla retorica russa. Mentre l'opinione pubblica serba non ha ancora pienamente accettato questi fatti, il nostro pubblico impegno costante diplomazia per evidenziare i risultati di impegno degli Stati Uniti stanno avendo un impatto. Dobbiamo continuare a lasciare che le nostre azioni parlano più forte delle nostre parole, impegnandosi con la Serbia su questioni di interesse reciproco, evitando qualsiasi confronto diretto con la Russia, e rifiutando categoricamente l'idea che nel 21 ° secolo un paese deve scegliere tra Oriente e Occidente. Fine commento. SPAZZOLA
 
TESTO ORIGINALE: Thursday, 03 September 2009, 13:41

S E C R E T BELGRADE 000841

SIPDIS

AMEMBASSY ANKARA PASS TO AMCONSUL ADANA

AMEMBASSY ASTANA PASS TO USOFFICE ALMATY

AMEMBASSY BERLIN PASS TO AMCONSUL DUSSELDORF

AMEMBASSY BERLIN PASS TO AMCONSUL LEIPZIG

AMEMBASSY BELGRADE PASS TO AMEMBASSY PODGORICA

AMEMBASSY HELSINKI PASS TO AMCONSUL ST PETERSBURG

AMEMBASSY ATHENS PASS TO AMCONSUL THESSALONIKI

AMEMBASSY MOSCOW PASS TO AMCONSUL VLADIVOSTOK

AMEMBASSY MOSCOW PASS TO AMCONSUL YEKATERINBURG

EO 12958 DECL: 2019/09/03

TAGS PGOV, PREL, EINT, MASS, RS, SR

SUBJECT: SERBIA GRAPPLES WITH RUSSIA RELATIONS IN ADVANCE OF MEDVEDEV

VISIT

REF: (A) 08 BELGRADE 98, (B) 08 BELGRADE 1333

CLASSIFIED BY: Jennifer Brush, Charge D’Affaires; REASON: 1.4(B), (D)



Summary

-------

¶1. (C) As Serbia seeks to overcome mounting economic difficulties and move forward toward its primary goal of European Union membership, the government is struggling to strike the right tone in the bilateral relationship with Russia: President Tadic and his close advisors appear intent on giving the Russians their due without irritating the Europeans, while others - including Foreign Minister Jeremic - seem to want to use close ties to Russia as a “bargaining chip” with Europe and the United States (ref A). A planned visit by Russian President Dmitriy Medvedev in October is already drawing additional attention to a bilateral relationship where warm, friendly rhetoric is often not matched by concrete, mutually-beneficial cooperation in the political, economic, or security realms. End Summary.



October Medvedev Visit

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¶2. (C) The recent announcement that Russian President Dmitriy Medvedev will visit Serbia in October to mark the 65th anniversary of the liberation of Belgrade during World War II by Soviet forces has focused public attention on the Serbia-Russia relationship and triggered press headlines heralding the “return to a brotherly embrace” with Russia. Presidential advisor Aleksandar Knezevic told us on August 20 that the Russians had proposed “grandiose” plans for the visit (rumored to include a military parade); Knezevic said the presidency would tailor the events to show that Russia was one of several key partners. With regard to the World War II celebrations in particular, he acknowledged the challenge of balancing the commemoration of the Soviet role in liberating Belgrade with the role of other Allies in the broader war effort. Presidential chief of staff Miki Rakic confirmed on August 25 that plans were still in flux and that the date had not been set, despite widespread press reports that it would be October 20.



¶3. (SBU) The primary deliverables for the Medvedev visit will reportedly be a $1.4 billion Russian loan for budget support and infrastructure projects and the creation of a joint venture between Gazpromneft and Srbijagas for the expansion of the Banatski Dvor underground natural gas storage facility. Russian Ambassador Aleksandr Konuzin has told the press that the two countries would sign a number of bilateral agreements but declined to reveal the topics. We expect that the two sides will highlight the visa-free travel arrangement that went into force on June 1, as well as the existing bilateral Free Trade Agreement.



Political Relations: Balancing the Rhetoric

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¶4. (C) The dilemma that Tadic and his associates in the Presidency face in calibrating the tone and lavishness of the Medvedev visit is symptomatic of Serbia’s overall bilateral relationship with Russia. They perceive a continued need for Russia’s UNSC veto and rhetorical support on Kosovo, particularly while the International Court of Justice case is ongoing. At the same time, this more pragmatic group of policymakers sees that Russia is not always a reliable partner - such as when the Russian government used Kosovo’s declaration of independence to justify its actions in Abkhazia and Ossetia. This group also realizes that Russian assistance pales in comparison to the tangible benefits of eventual European Union membership. They argue - correctly - that the two objectives of EU membership and good relations with Russia need not be mutually exclusive, pointing to numerous statements by the Russian government that it supports Serbia’s EU aspirations. Tadic and his closest foreign policy advisors therefore devote most of their energy to European integration, focusing on Russia only when necessary to maintain balance in outward appearances.



¶5. (C) Vuk Jeremic and his team at the Foreign Ministry take a different approach, however. They appear unwilling to fully commit themselves rhetorically or on a policy level to the EU course, and cling to Russia, China, and the Non-Alignment Movement as counterweights or alternatives to the EU. Following from that logic, they see every positive interaction with Moscow as a blow to Washington, and even attempted to leverage the Medvedev visit to lobby for a meeting for FM Jeremic with the Secretary. Political Director Borko Stefanovic’s August 25 description to us of plans for an elaborate Medvedev visit was emblematic: he and possibly Jeremic would travel to Moscow in advance of the visit to coordinate messaging; Medvedev would address Parliament, becoming the first head of state to do so; and the anniversary of the liberation of Belgrade would be used to highlight Serbia’s proud anti-fascist history.



Economic Relations: Skewed to Russia’s Benefit

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¶6. (SBU) Russia is Serbia’s second largest trading partner and eighth largest source of investment. Bilateral trade has grown significantly in recent years, reaching a high of just over $4 billion in 2008; Russian imports account for about 13% of Serbia’s total imports. Numbers have fallen off in 2009 due to the global economic crisis, but the balance has remained in Russia’s favor due to Serbia’s heavy reliance on energy imports; in the first six months of the year, total trade was $1.1 billion, with an $830 million trade deficit for Serbia. Nearly 75% of Russian exports to Serbia are energy-related, with crude oil accounting for 49% and natural gas 25%.



¶7. (SBU) Since 2000, Russian firms have invested approximately $1 billion in Serbia -- $742 million in cash, and the rest in obligations for future investments. The 2009 purchase of Serbia’s state petroleum industry, NIS, by Gazpromneft for $555 million (ref B) accounts for more than half of total Russian investment. Other significant deals include Lukoil’s 2003 purchase of 80% of petrol distribution company Beopetrol for $187 million and auto parts producer Autodetal’s troubled 2008 purchase of a 39% stake in bus manufacturer Ikarbus for $10.7 million. Russia’s only greenfield investment in Serbia to date has been the Bank of Moscow, which began serving corporate and retail clients in June 2009 with $24 million in founding capital. The Bank of Moscow appears to be focusing on potential energy deals and acquisition of Serbian state-owned banks.



Security Cooperation: All Talk, (Almost) No Action

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¶8. (SBU) As in the political realm, Serbia’s security relations with Russia are more symbolic than concrete. Minister of Defense Sutanovac meets periodically with Russian counterparts and organizes photo opportunities with the handful of Serbian students who attend Russian military institutes each year. The Serbian military still relies heavily on Soviet-era equipment, including a dwindling fleet of MiGs, and therefore remains dependent on Russia for spare parts, service, and technical training; the amount Russia charges for this support is a frequent sore point. Serbia’s military relationship with Russia is largely void of content; there are no joint operational or planning exercises. A recent Russian-funded demining project at the Nis Airport attracted significant media coverage, despite being modest in scope. (Comment: In contrast to these relatively limited engagements with Russia, the Serbian military’s ties with the U.S. and NATO are growing dynamically. In the past year alone, over 60 members of the Serbian military attended U.S. NCO training, military academies, and war colleges; Serbia is restructuring its military on the Western/NATO model; it enjoys a dynamic relationship with the Ohio National Guard; and it is upping its involvement in Partnership for Peace, including hosting the ongoing MEDCEUR disaster response exercise with EUCOM. End Comment.)



¶9. (S) Russia has not been forthcoming on Serbia’s requests for assistance in locating Hague indictee Ratko Mladic, presidential advisor Miki Rakic told us on August 25. Rakic said he believed based on Mladic’s profile that the former Bosnian Serb military commander was likely hiding in Serbia, possibly with assistance from foreign sources. Asking that the information “remain at this table,” Rakic told us that he had posed a series of questions about specific contacts between Mladic associates and Russian diplomats, as well as phone calls and trips to Russia by Mladic associates, to FSB Director Aleksandr Bortnikov in June, to Russian National Security Advisor Nikolay Patrushev in July, and most recently to Presidential Administration Chief of Staff Vladislav Surkov. If the Russians did not respond before Medvedev’s visit, Rakic said, Tadic would raise the issue himself.



Comment: This Is Not a Competition

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¶10. (C) While the European Union is and should remain Serbia’s ultimate goal, the country is also inextricably linked by energy dependency, military relationships, and cultural affinity with Russia. The Serbian government’s struggle to find the proper balance between these two imperatives stems from conflict between policymakers - such as Jeremic -- who see foreign policy as a zero-sum game, and those who believe in mutually beneficial relationships. We can strengthen the hand of pragmatic forces in the Serbian government by recognizing in our public statements that Serbia needs to devote effort to having a healthy, balanced relationship with Russia. We can afford to be magnanimous on this point because we have the better story to tell: the foreign direct investment statistics and the results of our programs supporting economic, political, and security reform demonstrate that Serbia benefits far more from cooperation with the United States and the West than it does from Russian rhetoric. While the Serbian public has not yet fully accepted these facts, our constant public diplomacy efforts to highlight the results of U.S. engagement are having an impact. We should continue to let our actions speak louder than our words by engaging with Serbia on issues of mutual interest, avoiding any direct comparisons with Russia, and flatly rejecting the notion that in the 21st century any country must choose between East and West. End Comment. BRUSH
 

mercoledì 4 marzo 2009

Serbia: ex capo 007 di Milosevic era l'uomo della Cia a Belgrado! Ecco la vera prova delle responsabilità dell'Occidente nelle Guerre Balcaniche!

Jovica Stanisic, per otto anni capo dei servizi segreti serbi (il Db), ai tempi di Slobodan Milosevic, era l'uomo della Cia a Belgrado. Lo riporta oggi con grande evidenza la stampa serba riprendendo quanto pubblicato ieri dal "Los Angeles Times"!

Stanisic, 58 anni, è sotto processo dal tribunale dell'Aja per crimini di guerra nella ex Jugoslava. Contattato oggi tramite il suo avvocato, ha detto di non poter commentare la notizia fino a quando è in corso il processo. L'ex capo dei servizi segreti si trova attualmente a Belgrado con un permesso della Corte per problemi di salute.

Secondo quanto ha scritto il quotidiano americano, la Cia ha presentato al tribunale dell'Aja materiale confidenziale con le prove sull'assistenza che egli offrì nel corso degli anni, rivelando l'operato del governo serbo, documenti che saranno esaminati dalla Corte durante una seduta a porte chiuse.

La sua collaborazione con i servizi segreti americani iniziò nell'aprile del 1991. Nel 1992, secondo il "Los Angeles Times", Stanisic consegnò alla Cia le piante dei bunker che le compagnie serbe avevano costruito in Iraq. Una notte nel 1992, Stanisic incontrò l'ufficiale della Cia, William Lofgren, in un parco di Topcider nelle vicinanze di Belgrado e fu in quella occasione che le due spie confermarono la loro associazione alla stessa organizzazione d'intelligence. Alle riunioni segrete che si sono tenute su alcune barche e case sicure lungo il fiume Sava, i due si scambiarono informazioni particolareggiate sul funzionamento del regime dell' ex presidente serbo Slobodan Milosevic.

Stanisic nel corso degli anni ha fornito informazioni anche sul luogo dove i soldati Nato erano tenuti in ostaggio dall'esercito serbo bosniaco, quindi ha aiutato i soldati di Nato nella loro ricerca delle fosse comuni in Bosnia. L'ex capo dei servizi serbi, che è sotto processo al Tribunale penale internazionale (Tpi) per i crimini di guerra nel ex Jugoslavia e potrebbe essere condannato all'ergastolo, ha chiesto ai suoi alleati della Nato di testimoniare a suo favore.

A Belgrado, l'unico a commentare la notizia, finora, è il ministro dell'Ambiente e alto dirigente del Partito democratico (Ds) del presidente Boris Tadic, Oliver Dulic, secondo cui le informazioni fornite dal "Los AngelesTimes" sono "tutte da verificare". Senza voler anticipare l'opinione del governo, Dulic, tuttavia ha giudicato "un po' disgustoso" questo ritorno alle vicende degli anni '90, sottolineando che tutta questa storia "appartiene al passato".

Zagabria, 2 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Ha suscitato grande scalpore ed oggi rimbalza su quasi tutti i quotidiani serbi la notizia di 'Stanisic collaborazionista', lanciata ieri dal Los Angeles Times. Secondo il domenicale della testata Usa, Jovica Stanisic, l'ex capo dei servizi segreti serbi di Slobodan Milosevic e attualmente sotto processo all'Aia per crimini di guerra, avrebbe in realtà collaborato a lungo con la Cia, sin dal 1992, contribuendo "alla fine delle ostilità e al ripristino della pace in Bosnia".

Questa la testimonianza fornita a LA Times da William Lofgren, l'uomo Cia in Serbia durante i terribili anni dei conflitti etnici nei Balcani, ora in congedo: la guerra era esplosa in Bosnia-Erzegovina; Milosevic era visto come una minaccia per la sicurezza europea e la Cia era disperatamente alla ricerca di intelligence dall'interno delle turbolenze".

Così durante un incontro notturno segreto nel Parco Topcider, alla periferia di Belgrado, Lofgren e Stanisic siglarono il patto. E per otto anni, senza mai pretendere compenso in denaro, il capo dei Berretti rossi e degli Skorpion, le squadriglie paramilitari create da Milosevic con il preciso mandato di eseguire la pulizia etnica, avrebbe in realtà fornito preziosi informazioni ai servizi di intelligence occidentali per fermare il criminale disegno del dittatore.

Oltre che sulla testimonianza di Logfren, le rivelazioni del LA Times si basano "su dozzine di interviste a attuali ed ex ufficiali delle agenzie di intelligence di Stati uniti e Serbia", nonché su "un documento secretato che può essere considerato dalla Corte solo a porte chiuse" inviato al Tribunale dell'Aia nel 2004 dietro "rara iniziativa della Cia che", stando a quanto riporta il quotidiano californiano, "elenca i contributi di Stanisic e attesta il suo ruolo di sostegno".

Secondo Dermot Groome, procuratore capo del Tpi nel processo contro Stanisic, la cooperazione tra "Ghiaccio"- con questo soprannome era noto l'ex capo delle squadriglie della morte - e la Cia, invece di scagionarlo completamente o in parte, "evidenzia soltanto il potere di cui disponeva (...)". Un potere enorme, "compresa la licenza di ripulire il terreno da persone non desiderate, la licenza di commettere omicidi".

No comment del diretto interessato, attualmente detenuto, il quale aveva già sostenuto la sua innocenza in una memoria di sette pagine: "ho istituzionalizzato la cooperazione con l'intelligence Usa nonostante le note pessime relazioni tra i due paesi e contribuito alla de-escalation del conflitto".

Stanisic, cinquantotto anni, è entrato nei servizi segreti jugoslavi nel 1975, ancora nell'era di Tito, ed è stato consegnato alla giustizia internazionale nel 2003. Il processo a suo carico è stato sospeso lo scorso anno a causa delle gravi condizioni di salute in cui verte: una volta ristabilitosi, il verdetto arriverà nell'arco di pochi mesi.

Fonti: http://www.bluewin.ch/it e http://notizie.virgilio.it/

domenica 24 agosto 2008

LA CARTA DEL CARNARO D'ANNUNZIANA DEL 1920...QUANDO FIUME FU' LIBERATA!

La Carta del Carnaro promulgata l'8 settembre 1920 fu concettualmente concepita da De Ambris, ma curata nello stile da D'Annunzio. Vi si affermava non soltanto l'italianità di Fiume, ma si sosteneva un futuro stato rivoluzionario-corporativo.
Premessa
Il Popolo della Libera Città di Fiume, in nome delle sue secolari franchigie e dell'inalienabile diritto di autodecisione, riconferma di voler far parte integrante dello Stato Italiano mediante un esplicito atto d'annessione; ma poiché l'altrui prepotenza gli vieta per ora il compimento di questa legittima volontà, delibera di darsi una Costituzione per l'ordinamento politico ed amministrativo del Territorio (Città, Porto e Distretto) già formante il "corpus separatum" annesso alla corona ungarica, e degli altri territori adriatici che intendono seguirne le sorti.
Parte generale
1 - La Libera Città di Fiume, col suo porto e distretto, nel pieno possesso della propria sovranità, costituisce unitamente ai territori che dichiarano e dichiareranno di volerle essere uniti, la Repubblica del Carnaro.
2 - La Repubblica del Carnaro è una democrazia diretta che ha per base il lavoro produttivo e come criterio organico le più larghe autonomie funzionali e locali.Essa conferma perciò la sovranità collettiva di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di classe e di religione; ma riconosce maggiori diritti ai produttori e decentra per quanto è possibile i poteri dello Stato, onde assicurare l'armonica convivenza degli elementi che la compongono.
3 - La Repubblica si propone inoltre di provvedere alla difesa dell'indipendenza, della libertà e dei diritti comuni, di promuovere una più alta dignità morale ed una maggiore prosperità materiale di tutti i cittadini; di assicurare l'ordine interno con la giustizia.
4 - Tutti i cittadini della Repubblica senza distinzione di sesso sono uguali davanti alla legge. Nessuno può essere menomato o privato dell'esercizio dei diritti riconosciuti dalla Costituzione se non dietro regolare giudizio e sentenza di condanna.
La Costituzione garantisce a tutti i cittadini l'esercizio delle fondamentali libertà di pensiero, di parola, di stampa, di riunione e di associazione. Tutti i culti religiosi sono ammessi; ma le opinioni religiose non possono essere invocate per sottrarsi all'adempimento dei doveri prescritti dalla legge.L'abuso delle libertà costituzionali per scopi illeciti e contrari alla convivenza civile può essere punito in base a leggi apposite, le quali però non potranno mai ledere il principio essenziale delle libertà stesse.
5 - La Costituzione garantisce inoltre a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, l'istruzione primaria, il lavoro compensato con un minimo di salario sufficiente alla vita, l'assistenza in caso di malattia o d'involontaria disoccupazione, la pensione per la vecchiaia, l'uso dei beni legittimamente acquistati, l'inviolabilità del domicilio, l'habeas corpus, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario o di abuso di potere.
6 - La Repubblica considera la proprietà come una funzione sociale, non come un assoluto diritto o privilegio individuale. Perciò il solo titolo legittimo di proprietà su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro che rende la proprietà stessa fruttifera a beneficio dell'economia generale.
7 - Il porto e le ferrovie comprese nel territorio della Repubblica sono proprietà perpetua ed inalienabile dello Stato con un ordinamento autonomo tale da consentire a tutti i popoli amici che ne hanno bisogno di servirsene con garanzia di assoluta parità di diritti commerciali con i cittadini fiumani.
8 - Una Banca della Repubblica controllata dallo Stato avrà l'incarico dell'emissione della carta-moneta e di tutte le altre operazioni bancarie. Un'apposita legge ne regolerà il funzionamento e stabilirà i diritti e gli oneri delle banche esistenti o che intendessero stabilirsi nel territorio della Repubblica.
9 - L'esercizio delle industrie, delle professioni e dei mestieri è libero per tutti i cittadini della Repubblica. Le industrie stabilite o da stabilirsi con capitale straniero saranno soggette alle norme di una legge speciale che regolerà pure l'esercizio professionale degli stranieri.
10 - Tre elementi concorrono a formare le basi costituzionali della Repubblica:- a) i Cittadini;- b) le Corporazioni;- c) i Comuni.
Dei cittadini
11 - Sono cittadini della Repubblica tutti gli attuali cittadini della Libera Città di Fiume e degli altri territori che ad essa dichiarano di volersi unire; tutti coloro cui venga conferita la cittadinanza per meriti speciali; tutti coloro che ne faranno domanda, quando questa sia accettata dagli organi competenti, in base alla apposita legge.
12 - I cittadini della Repubblica entrano nel pieno possesso di tutti i diritti civili e politici non appena compiuto il ventesimo anno di età, diventando perciò elettori ed eleggibili per tutte le cariche pubbliche senza distinzione di sesso. Saranno tuttavia privati dei diritti politici, con regolare sentenza, tutti quei cittadini:a) che risultano condannati a pene infamanti;b) che rifiutano di prestare il servizio militare per la difesa del paese o di pagare le tasse;c) che vivono parassitariamente a carico della collettività, salvo casi d'incapacità fisica al lavoro dovuta a malattia od a vecchiaia.
Delle corporazioni
13 - I cittadini che concorrono alla prosperità materiale ed allo sviluppo civile della Repubblica con un continuativo lavoro manuale ed intellettuale sono considerati cittadini produttivi e sono obbligatoriamente inscritti in una delle seguenti categorie, che costituiscono altrettante corporazioni, e cioè:
1a. Operai salariati dell'industria, dell'agricoltura, del commercio e dei trasporti. A questa categoria appartengono pure i piccoli artigiani ed i piccoli proprietari di terre che non hanno dipendenti se non in limitatissimo numero o come aiuto saltuario e temporaneo.
2a. Personale tecnico ed amministrativo di aziende private industriali ed agricole, purché non si tratti di comproprietari delle aziende stesse.
3a. Addetti alle aziende commerciali non operai propriamente detti, purché non si tratti di comproprietari delle aziende stesse.
4a. Datori di lavoro dell'industria, dell'agricoltura, del commercio e dei trasporti. S'intendono datori di lavoro coloro che, essendo proprietari o comproprietari di aziende, si occupano personalmente direttamente e continuativamente della gestione delle aziende stesse.
5a. Impiegati pubblici statali e comunali di qualsiasi ordine.
6a. Insegnanti delle scuole pubbliche e studenti degli istituti superiori.
7a. Esercenti professioni libere non comprese nelle 5 categorie precedenti.Le cooperative di produzione, lavoro e consumo tanto agricole che industriali costituiscono esse pure una corporazione che può essere rappresentata esclusivamente dagli amministratori delle cooperative stesse.
14 - Le corporazioni godono di piena autonomia per quanto riguarda la loro organizzazione e funzionamento interno. Esse hanno il diritto d'imporre una tassa commisurata sul salario, stipendio profitto d'azienda, o lucro professionale degli inscritti, per provvedere ai propri bisogni finanziari. Le corporazioni hanno pure il diritto di possedere in nome collettivo beni di qualsiasi specie.I rapporti della Repubblica con le corporazioni e delle corporazioni fra loro sono regolati dalle norme contemplate agli art. 16, 17 e 18 della presente Costituzione per i rapporti fra i poteri centrali della Repubblica e i Comuni, e dei Comuni fra loro.Gli inscritti a ciascuna corporazione costituiscono un corpo elettorale per l'elezione dei propri rappresentanti al Consiglio Economico secondo le norme fissate dall'art. 23 della Costituzione.
Dei Comuni
15 - I Comuni sono autonomi fin dove l'autonomia non è limitata dalla Costituzione ed esercitano tutti i poteri che non sono da questa attribuiti agli organi legislativi esecutivi e giudiziari della Repubblica.
16 - I Comuni sono in diritto di darsi quella Costituzione interna che ritengono migliore; ma devono chiedere per le loro costituzioni la garanzia della Repubblica che l'assume quando:a) esse nulla contengono di contrario alle prescrizioni della Costituzione della Repubblica;b) risultino accettate dal popolo e possano essere riformate quando la maggioranza assoluta dei cittadini lo richieda.
17 - I Comuni hanno diritto di stipulare fra loro accordi, convenzioni e trattati sopra oggetti di legislazione e di amministrazione; però devono presentarli all'esame del potere esecutivo della Repubblica, il quale, se ritiene che tali accordi, convenzioni o trattati siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica o con i diritti di altri Comuni, li rimanda al giudizio della Corte Suprema che può dichiararne l'incostituzionalità. In tal caso il potere esecutivo della Repubblica è autorizzato ad impedirne l'esecuzione.
18 - Allorché l'ordine interno di un Comune è turbato o quando è minacciato da un altro Comune, il potere esecutivo della Repubblica è autorizzato ad intervenire:
a) se l'intervento è richiesto dalle autorità del Comune interessato;
b) se l'intervento è richiesto da un terzo dei cittadini in possesso dei diritti politici del Comune stesso.
19 - I Comuni hanno segnatamente il diritto:
a) di organizzare l'istruzione primaria in base alle norme stabilite dall'art. 38 della Costituzione;
b) di nominare i giudici comunali;
c) di organizzare e mantenere la polizia comunale;
d) d'imporre tasse;
e) di contrarre prestiti nel territorio della Repubblica. Quando invece tali prestiti devono essere contratti all'estero occorre la garanzia del governo che la concede soltanto in caso di riconosciuta necessità.
Del potere legislativo
20 - Il potere legislativo è esercitato da due corpi elettivi:
a) La Camera dei Rappresentanti;
b) Il Consiglio Economico.
21 - La Camera dei Rappresentanti viene eletta a suffragio universale diretto e segreto da tutti i cittadini della Repubblica che hanno compiuto il 20° anno di età e che sono in possesso dei diritti politici. Ogni cittadino della Repubblica avente diritto a voto è eleggibile a membro della Camera dei Rappresentanti.
I rappresentanti vengono eletti per un periodo di tre anni, in ragione di uno ogni mille elettori ed in ogni caso in numero non inferiore a 30. Tutti gli elettori formano un unico corpo elettorale e l'elezione si compie a suffragio universale segreto e diretto col sistema della rappresentanza proporzionale.
22 - La Camera dei Rappresentanti tratta e legifera sui seguenti oggetti che sono di sua competenza:
a) Codice Penale e Civile;
b) Polizia;
c) Difesa Nazionale;
d) Istruzione pubblica secondaria;
e) Belle Arti;
f) Rapporti dello Stato con i Comuni.La Camera dei Rappresentanti si riunisce ordinariamente una volta all'anno nel mese di ottobre.
23 - Il Consiglio Economico si compone di 60 membri eletti nelle seguenti proporzioni a suffragio universale segreto e diretto, col sistema della rappresentanza proporzionale:- 15 dagli operai e lavoratori della terra;- 15 dai datori di lavoro;- 5 dai tecnici industriali ed agricoli;- 5 dagli impiegati amministrativi delle aziende private;- 5 dagli insegnanti delle scuole pubbliche e dagli studenti degli istituti superiori;- 5 dai professionisti liberi;- 5 da impiegati pubblici;- 5 dalle cooperative di lavoro e di consumo.
24 - I membri del Consiglio Economico vengono eletti per un periodo di due anni. Per essere eleggibili occorre appartenere alla categoria rappresentata.
25 - Il Consiglio Economico si aduna ordinariamente due volte all'anno, nei mesi di maggio e di novembre, per trattare e legiferare sui seguenti oggetti, che sono di sua competenza:
a) Codice Commerciale e Marittimo;
b) Disciplina del lavoro;
c) Trasporti;
d) Lavori pubblici;
e) Trattati di commercio, dogane, ecc.;
f) Istruzione tecnica e professionale;
g) Legislazione sulle Banche, sulle Industrie e sull'esercizio delle professioni e mestieri.
26 - La Camera dei Rappresentanti ed il Consiglio Economico si riuniscono insieme una volta all'anno nella prima quindicina di dicembre formando l'Assemblea Nazionale, che tratta e legifera sui seguenti oggetti di sua competenza:
a) rapporti internazionali;
b) finanza e tesoro della Repubblica;
c) istruzione superiore;
d) revisione della Costituzione.
Del potere esecutivo
27 - Il potere esecutivo della Repubblica si compone di sette Commissari eletti nel modo che segue:- Presidenza e Affari Esteri, Finanza e Tesoro, Istruzione pubblica: dall'Assemblea Nazionale;- Interni e Giustizia, Difesa Nazionale: dalla Camera dei Rappresentanti;- Lavoro, Economia pubblica: dal Consiglio Economico.
28 - Il potere esecutivo siede in permanenza e delibera collettivamente su tutti gli oggetti che non siano d'ordinaria amministrazione. Il Presidente rappresenta la Repubblica di fronte agli altri paesi, dirige le discussioni ed ha voto decisivo in caso di parità. I Commissari sono eletti per un anno e sono rieleggibili per una volta soltanto. Dopo l'interruzione di un anno possono però essere nuovamente eletti.
Del potere giudiziario
29 - Il potere giudiziario si compone:
a) dei giudici municipali;
b) dei giudici del lavoro;
c) dei giudici di secondo grado;
d) della giuria;
e) della Corte Suprema.
30 - I giudici municipali giudicano sulle controversie civili e commerciali fino al valore di cinquemila lire e sui crimini che importano pene non superiori ad un anno. I giudici di primo grado sono eletti in proporzione della popolazione da tutti gli elettori dei vari comuni.
31 - I giudici del lavoro giudicano sulle controversie individuali fra salariati o stipendiati e datori di lavoro. Essi costituiscono uno o più collegi di giudici eletti dalle Corporazioni che eleggono il Consiglio Economico, nelle seguenti proporzioni: due dagli operai industriali e dai lavoratori della terra, due dai datori di lavoro, uno dai tecnici industriali ed agricoli, uno dai professionisti liberi, uno dagli impiegati amministrativi delle aziende private, uno dagli impiegati pubblici, uno dagli insegnanti pubblici e dagli studenti degli istituti superiori, uno dalle cooperative di lavoro e di consumo. Ogni collegio di giudici del lavoro si divide in sezioni, per il più sollecito disbrigo dei giudizi. Le sezioni riunite costituiscono il giudizio di appello.
32 - I giudici di secondo grado giudicano su tutte le questioni civili, commerciali e penali che non sono di competenza dei giudici municipali e dei giudici del lavoro - (salve quelle di spettanza della giuria) - e funzionano da Tribunale d'Appello per le sentenze dei giudici municipali. I giudici di secondo grado sono scelti in base a concorso dalla Corte Suprema, fra i cittadini muniti della laurea di dottore in legge.
33 - Tutti i delitti politici e tutti i crimini e delitti che comportano la privazione della libertà personale per un tempo superiore ai tre anni sono giudicati da una giuria composta di sette cittadini assistiti da due supplenti e presieduti da un giudice di secondo grado.
34 - La Corte Suprema viene eletta dall'Assemblea Nazionale e si compone di 5 membri effettivi e due supplenti. Almeno due dei membri effettivi ed un supplente dovranno essere muniti della laurea di dottore in legge.La Corte Suprema è competente a giudicare:
a) sulla costituzionalità degli atti dei poteri legislativo ed esecutivo;
b) su tutti i conflitti di carattere costituzionale fra i poteri legislativo ed esecutivo, fra la Repubblica ed i Comuni, fra i Comuni fra loro, fra la Repubblica e Corporazioni o privati, fra i Comuni e Corporazioni o privati;
c) sui casi di alto tradimento contro la Repubblica ad opera di membri del potere legislativo o esecutivo;
d) sui crimini e delitti contro il diritto delle genti;
e) nelle contestazioni civili fra la Repubblica ed i Comuni; fra i Comuni tra loro;
f) sui casi di responsabilità dei membri dei poteri della Repubblica e di funzionari;g) nelle questioni circa i diritti di cittadinanza e circa i privi di patria.
La Corte Suprema giudica inoltre le questioni di competenza fra i vari organi giudiziari, rivede in ultima istanza le sentenze pronunziate da questi, e nomina i giudici di secondo grado in base a concorso.I membri della Corte Suprema non possono coprire alcuna altra carica, neppure nei rispettivi comuni, né esercitare qualsiasi altra professione, industria o mestiere per tutta la durata della carica.
Del Comandante
34 [sic] - In caso di grave pericolo per la Repubblica l'Assemblea Nazionale può nominare un Comandante per un periodo non superiore ai sei mesi. Il Comandante durante il periodo in cui rimane in carica esercita tutti i poteri politici e militari, sia legislativi che esecutivi. I membri del potere esecutivo funzionano come suoi segretari. Può essere eletto Comandante qualunque cittadino, nel possesso dei diritti politici, facente parte o no dei poteri della Repubblica.Allo spirare del termine fissato per la durata della carica del Comandante, l'Assemblea Nazionale si riunisce nuovamente e delibera sulla conferma in carica del Comandante stesso, sulla sua eventuale sostituzione o sulla cessazione della carica.
Della difesa nazionale
35 - Tutti i cittadini della Repubblica, senza distinzione di sesso, sono obbligati al servizio militare nell'età dai 17 ai 52 anni per la difesa della Repubblica. Gli uomini dichiarati validi presteranno questo servizio nelle varie armi dell'esercito. Le donne e gli uomini non validi saranno adibiti, secondo le loro attitudini, ai servizi ausiliari, amministrativi e di sanità.Tutti coloro che a causa del servizio militare perdono la vita o soggiacciono ad un'imperfezione fisica permanente, hanno diritto per sé e per le loro famiglie in caso di bisogno, al soccorso della Repubblica.
36 - La Repubblica non può mantenere truppe permanenti. L'esercito e la flotta della Repubblica saranno organizzati sulla base della Nazione Armata con apposita legge. I cittadini prestano il servizio militare soltanto per i periodi d'istruzione od in caso di guerra per la difesa del paese.Il cittadino non perde nessuno dei suoi diritti civili e politici durante i periodi d'istruzione o quando venga chiamato in servizio per la difesa della Repubblica, salve le necessità del servizio militare.
Dell'istruzione pubblica
37 - La Repubblica considera come il più alto dei suoi doveri l'istruzione e l'educazione del popolo, non soltanto per quel che riguarda la scuola primaria o professionale, ma anche per le manifestazioni superiori della scienza e dell'arte, che devono essere rese accessibili a tutti coloro che dimostrano capacità d'intenderle. Le scuole superiori esistenti verranno perciò riunite in un'Università libera e completate con nuovi corsi e facoltà, in base ad una apposita legge la quale dovrà contemplare puranche la istituzione di una scuola di Belle Arti e di un Conservatorio Musicale.
38 - L'organizzazione delle Scuole medie e affidata alla Camera dei Rappresentanti e quella delle Scuole tecniche e professionali al Consiglio Economico. Nelle Scuole medie sarà obbligatorio l'insegnamento delle diverse lingue parlate nel territorio della Repubblica.L'istruzione primaria è gratuita ed obbligatoria. Essa resta affidata ai Comuni che la organizzano in base a programmi stabiliti da un Comitato di Istruzione primaria composto di un rappresentante per ciascun comune, di due rappresentanti delle scuole medie, di due rappresentanti delle scuole tecniche professionali, e di due rappresentanti degli istituti superiori, eletti dagli insegnanti e dagli studenti.L'insegnamento primario verrà impartito nella lingua parlata dalla maggioranza degli abitanti di ciascun comune accertata, ove occorra, per mezzo di referendum; ma fra le materie d'insegnamento dovrà in ogni caso essere compresa la lingua parlata dalla minoranza. Inoltre quando lo richieda un numero di alunni sufficiente, a giudizio del Comitato per l'istruzione primaria, il Comune sarà obbligato ad istituire corsi paralleli nella lingua parlata dalla minoranza.In caso di rifiuto da parte del Comune, il Governo della Repubblica ha diritto d'istituire esso stesso i corsi paralleli caricandone la spesa al Comune.
39 - Le scuole pubbliche devono poter essere frequentate dai seguaci di tutte le confessioni religiose e da chi non professa nessuna religione, senza pregiudizio della libertà di coscienza di chicchessia.
Della revisione costituzionale
40 - Ogni dieci anni l'Assemblea Generale si riunisce in sessione straordinaria per la riforma della Costituzione.
La Costituzione può però esser riformata in ogni tempo:
a) quando lo chieda uno dei due rami del potere legislativo;
b) quando lo chieda almeno un terzo dei cittadini aventi diritto al voto di cui all'art. 12.
Sono in diritto di proporre modificazioni alla Costituzione:
a) i membri dell'Assemblea Nazionale;
b) le rappresentanze dei Comuni;
c) la Suprema Corte;
d) le Corporazioni.
Del diritto d'iniziativa
41 - I componenti dei corpi elettorali hanno diritto di proporre leggi di loro iniziativa sulle materie spettanti ai rispettivi corpi legislativi, purché l'iniziativa sia proposta da almeno un quarto dei componenti il corpo elettorale competente.
Del referendum
42 - Tutte le leggi approvate dai due rami del potere legislativo possono essere sottoposte a referendum quando questo sia chiesto da un numero di elettori non inferiore ad un quarto dei cittadini aventi diritto al voto.
Del diritto di petizione
43 - Tutti i cittadini hanno diritto di petizione in confronto dei corpi legislativi che hanno diritto di eleggere.
Incompatibilità
44 - Nessuno può esercitare più di un potere o far parte contemporaneamente di due corpi legislativi.
Revocabilità
45 - Tutte le cariche sono revocabili:a) quando gli eletti perdano i diritti politici mediante sentenza confermata dalla Corte Suprema;b) quando la metà più uno dei componenti il corpo elettorale voti regolarmente la revoca.
Responsabilità
46 - Tutti i membri dei poteri e tutti i funzionari della Repubblica sono penalmente e civilmente responsabili dei danni che possono derivare alla Repubblica, ai Comuni, alle Corporazioni od ai privati in caso di abuso o di trascuranza nell'adempimento dei propri doveri. La Corte Suprema giudica su questi casi. I membri della Corte Suprema sono giudicati in questi casi dall'Assemblea Nazionale.
Indennità
47 - Tutte le cariche contemplate dalla Costituzione sono retribuite mediante indennità da fissarsi per legge votata annualmente dall'Assemblea Nazionale.

venerdì 25 aprile 2008

Slobodan Milosevic...in breve chi era l'uomo forte dei Balcani che ha distrutto la Yugoslavia Comunista di Tito!

Slobodan Milosevic nasce il 20 agosto 1941 nella città di Pozarevac nella Repubblica di Serbia. Nel 1964 ottiene la laurea in legge all'università di Belgrado e inizia la propria carriera nei settori amministrativo e bancario. Entra giovanissimo nella Lega dei comunisti. Mentre è a Belgrado a studiare il padre si suicida. Undici anni dopo, la madre farà lo stesso. Anche lo zio materno, ex generale, si suicida. Queste tragedie segnano profondamente il giovane Slobodan. Terminata l'università si iscrive al Partito comunista: è il percorso obbligato per fare carriera nella Jugoslavia di Tito. Milosevic diventa funzionario della "Tehnogas" di Belgrado, una delle più grandi compagnie industriali della Serbia. Passa poi alla guida della Beobanka, il principale istituto di credito del Paese. Viaggia spesso e soggiorna a lungo negli USA. Impara i segreti della finanza e affina il suo inglese. Sposato e con due figli, Marija e Marko, la moglie Mirjana Markovic, è un'affermata professoressa all'università di Belgrado ed è membro dell'Accademia Russa Delle Scienze Sociali. Dopo essere entrato in politica Milosevic ricopre alcune delle più importanti cariche pubbliche della Repubblica di Serbia. È il fondatore ed il presidente del partito socialista serbo. Sia nelle elezioni nazionali del 1990 sia in quelle del 1992, Milosevic viene eletto presidente della Serbia dalla grande maggioranza degli elettori. Il 15 luglio 1997 viene eletto presidente della Jugoslavia mediante una votazione segreta svoltasi durante la riunione della Camera Della Repubblica e della Camera Dei Cittadini, facenti parte dell'Assemblea Federale. Il suo mandato inizia il 23 luglio 1997, dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica durante la riunione dell'Assemblea Federale. Da allora Milosevic è rimasto per lungo tempo saldamente al potere, fino alla sconfitta alle elezioni presidenziali del settembre 2000. Considerato uno dei maggiori responsabili del genocidio che è stato perpetrato in Serbia nei confronti dei kosovari, denunciato per crimini contro l'umanità, il satrapo balcanico viene arrestato come ordinato dal Tribunale Internazionale dell'Aja poichè, secondo l'accusa, "dal gennaio 1999 fino al 20 giugno 1999, Slobodan Milosevic, Milan Milutinovic, Nikola Sainovic, Dragoljub Ojdanic e Vlajko Stojiljkovic hanno pianificato, istigato, ordinato, eseguito o in qualunque altro modo sostenuto e favorito una campagna di terrore e violenza diretta verso civili albanesi abitanti nel Kosovo, all'interno della Repubblica Federale Yugoslava". Muore per cause naturali, nella prigione di Scheveningen, il giorno 11 marzo 2006, mentre era ancora in corso il processo per crimini di guerra, apertosi nel febbraio 2002 al Tribunale penale internazionale dell'Aia.


martedì 22 aprile 2008

Josip Broz Tito...chi era in breve l'uomo forte del Comunismo Yugoslavo!

Josip Broz (grafia cirillica: Јосип Броз, più conosciuto con il nome di battaglia di Tito (Тито); Kumrovec, 7 maggio 1892Lubiana, 4 maggio 1980) è stato un politico e militare jugoslavo, capo della Repubblica Jugoslava dalla fine della Seconda guerra mondiale sino alla morte.
Il paesino dove nacque si trova attualmente nel nord-ovest della Croazia, in una zona, chiamata Zagorje, che all'epoca faceva parte dell'Impero Austro-Ungarico. Era il settimo dei quindici figli di Franjo e Marija Broz, nata Javeršek. Suo padre era croato, mentre la madre era slovena.
Dopo aver trascorso alcuni anni della sua infanzia col nonno materno a Podsreda (Slovenia), frequenta a Kumrovec la scuola elementare. Nel 1907 lascia il paese natale per trasferirsi a Sisak, dove lavora come apprendista fabbro. A Sisak si confronta con le idee e le istanze del movimento dei lavoratori e nel 1910 partecipa alla celebrazione del primo maggio (festa del lavoro).
Nel 1910 entra a far parte del Sindacato dei lavoratori metallurgici e del Partito Social-Democratico della Croazia e della Slovenia. Tra il 1911 e il 1913 lavora brevemente in molte città dell'Impero Austro-Ungarico. Nell'autunno del 1913 inizia il servizio militare, nel maggio del 1914 conquista la medaglia d'argento nel torneo di scherma dell'esercito austro-ungarico, a Budapest.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Tito, inviato a Ruma, è arrestato per aver svolto propaganda contro la guerra. Imprigionato nella fortezza di Petrovaradin, nel 1915 è trasferito in Galizia e poi a combattere sul fronte russo. In Bukovina la granata di un obice lo ferisce gravemente e in aprile il suo intero battaglione è catturato dai Russi. Dopo alcuni mesi trascorsi in ospedale, nell'autunno del 1916 Tito è inviato in un campo di lavoro negli Urali.
Nell'aprile del 1917 è arrestato per aver organizzato una protesta tra i prigionieri di guerra. Riesce a fuggire dal campo per unirsi alle dimostrazioni del 16 e 17 giugno del 1917 a San Pietroburgo.
Per fuggire Tito scappa quindi verso la Finlandia. Di nuovo arrestato è costretto a trascorrere tre settimane nella fortezza di Petropavle, per poi essere trasferito nel campo di prigionia a Kungur, riuscendo però a fuggire durante il tragitto in treno. Nel novembre dello stesso anno entra a far parte dell'Armata Rossa ad Omsk (Siberia).
Nella primavera del 1918 Tito chiede di essere ammesso nel Partito Comunista Russo. La domanda è accolta. Nel 1920 partecipa a Zagabria alla fondazione del Partito Comunista Jugoslavo. Negli anni successivi partecipa a diverse proteste e agli scioperi durante i quali rischia spesso la vita.


Nel 1934 Tito diventò membro del Dipartimento Politico del Comitato Centrale del KPJ. Assume - anche per non essere scoperto - il famoso soprannome di Tito. Nello stesso anno Petar II (1923 - 1978) a soli 11 anni prende il posto del padre Aleksandar I Karađorđević (1889 - 1934), che era stato assassinato.
La Jugoslavia il 24 marzo 1941 aderisce al patto tripartito sotto le minacce di Adolf Hitler (1889 - 1945). Il colpo di stato del 27 marzo 1941, maturato in ambienti militari e auspicato dai servizi segreti inglesi rompe l'accordo con il patto tripartito. Seguono manifestazioni di delirante entusiasmo popolare, al quale non fu estranea l'attività sotterranea del KPJ. Dopo pochi giorni la Jugoslavia firma un trattato di amicizia con l'URSS. Hitler, indignato, invade e conquista la Jugoslavia in 11 giorni (6-17 aprile 1941) con l'aiuto degli Stati dell'Asse (Italia e Ungheria, soprattutto).
Data la velocità della conquista, interi settori dell'esercito passano direttamente alla Resistenza jugoslava. Tito in persona il 4 luglio incitò il popolo alla resistenza contro la Germania nazista, e l'Italia fascista, assumendo il comando dell'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, la "Jugoslovenska Narodna Armija".
I nazisti e gli ustascia, collaborazionisti insediatisi intanto in Croazia, risposero con estrema ferocia tramite esecuzioni, torture e stragi, incendiando i paesi dove si erano rifugiati i ribelli e fucilando tutti i partigiani; fu particolarmente feroce la persecuzione contro i Serbi ed altri non Croati compiuta dagli ustascia. Nei campi di concentramento ustascia (fra i quali il più grande era il famigerato lager di Jasenovac) furono trucidate tra il 1941 e il 1945 circa 400.000 persone, prevalentemente serbi, ebrei e rom.
I vertici militari nazisti progettarono di liquidare questo personaggio chiave della Resitenza iugoslava organizzando la sua cattura. Questa operazione speciale (che, se fosse riuscita, avrebbe certamente inflitto un durissimo colpo ai partigiani di Tito) venne stabilita per il 25 maggio 1944 e venne battezzata Operazione Rösselsprung. Questa azione (ipoteticamente decisiva per la lotta antipartigiana tedesca), però, fallì.
La situazione per le forze tedesche e i collaborazionisti impegnati contro la guerriglia partigiana di Tito ben presto precipitò. Infatti tra l'agosto e il settembre 1944, con il crollo del fronte orientale e il dilagare dell'Armata Rossa nei Balcani, vennero in aiuto dei partigiani le truppe russe e bulgare. Le unità partigiane titine poterono così , il 18 ottobre 1944, liberare Belgrado e il resto della Jugoslavia dai tedeschi nel 1945.


Tito allontanò dalla Jugoslavia il re Pietro II e proclamò la repubblica, divenendo capo del governo e Ministro degli esteri quindi assumendo in pratica tutti i poteri. L'11 novembre 1945 si svolse un'elezione politica, secondo molti di fatto controllata e massicciamente inquinata dai titoisti, che diede la maggioranza assoluta ai partiti del fronte nazionale capeggiato da Tito. Il 31 gennaio 1946 l'Assemblea constituente promulgò una costituzione sul modello sovietico, instaurando definitivamente un regime totalitario di stampo comunista. Seguirono numerosi processi contro gli esponenti dell'opposizione democratica e contro membri del clero (soprattutto quello cattolico); vi furono anche alcuni esempi di veri e propri processi staliniani, nei quali vennero condannate persone assolutamente innocenti (es. i cosidetti "Processi di Dachau", svoltisi a Lubiana tra il 1947 e il 1949). Nel 1948 Tito vide incrinarsi il rapporto con Stalin per il suo rifiuto nel seguire la politica sovietica: la Jugoslavia fu quindi esclusa dal blocco sovietico. Nel 1953, a 61 anni, Tito assunse anche il titolo di presidente della federazione jugoslava.
In quegli anni Tito, nel contesto della lacerante spaccatura tra cominformisti e titoisti, diede vita ad un clima fortemente repressivo. Oppositori politici, "cominformisti" o presunti tali (tra l'altro alcuni comunisti italiani accusati di stalinismo), vennero rinchiusi in tremendi campi di prigionia, tra i quali spiccava il terribile campo di Isola Calva, dopo processi e condanne sommari.
Nel 1961 Tito fu tra i promotori del Movimento dei Non-Allineati ossia un'allenza di Stati che non erano membri della NATO né del Patto di Varsavia: vi entrarono a far parte l'Egitto di Gamal Abd el-Nasser e l'India di Jawaharlal Nehru poi negli anni successivi oltre 100 altri Stati, tra cui Cuba.
Nel 1963, a 71 anni, Tito fu nominato presidente a vita. All'inizio degli anni settanta, l'intervento di Tito stroncò i movimenti di rinnovamento nella politica che erano emersi alla fine degli anni sessanta in Serbia, Croazia e Slovenia e destituì le élites comuniste che si accingevano a liberalizzare la politica economica e sociale in quelle repubbliche. Negli anni successivi, la Jugoslavia vide un periodo di accentuata repressione politica che sollevò aspre contestazioni soprattuto tra i croati. Negli anni settanta riapparve nella scena politica la figura del teorico sloveno Edvard Kardelj che, in vista dell'imminente scomparsa di Tito, elaborò, nella nuova costituzione del 1974, un modello con-federale basato sulla cooperazione democratica tra le dirigenze comuniste delle varie repubbliche e province autonome, che mantenevano però l'egemonia assoluta nei loro rispettivi paesi. Tito morì il 4 maggio 1980 in un centro clinico a Lubiana (Slovenia). Al suo funerale parteciparono uomini di Stato di molte nazioni.
Dopo la sua morte furono sollevati molti dubbi sulla possibilità che i suoi successori mantenessero l'unità della Jugoslavia. Tito aveva saputo tenere unito il Paese non solo limitando le tensioni nazionaliste, ma spesso anche manipolandole come strumenti per mantenere il proprio ruolo di mediatore "super partes". Secondo molti il contenimento dei nazionalismi jugoslavi fu ottenuto soprattutto con l'uso della forza tramite l'OZNA ossia servizio segreto e l'UDBA ossia polizia politica; altri sottolineano invece il ruolo dello sviluppo dell'economia e dei provvedimenti sociali, antinazionalisti ed antireligiosi del regime nel promuovere, dopo molti decenni di conflitti sanguinosi, un lungo periodo di relativa convivenza pacifica fra le diverse etnie e confessioni del Paese. Altri ancora, tra i quali il filosofo marxista sloveno Slavoj Žižek, sottolineano la natura essenzialmente repressiva e addirittura reazionaria del regime titoista, il quale da un lato esasperava l'identità nazionale "jugoslava" con misure di chiaro carattere sciovinista, e dall'altro rendeva impossibile ogni dibattito politico aperto, utilizzando i pregiudizi etnici e nazionalistici per scongiurare ogni possibile alleanza tra i gruppi d'opposizione anti-comunista presenti nelle singole repubbliche.
Dieci anni dopo la sua morte le repubbliche che formavano la federazione jugoslava decisero a maggioranza di sciogliere l'unione federale. La decisione non fu accettata dalla Serbia di Slobodan Milošević, circostanza che contribuì a scatenare una lunga e sanguinosa guerra civile.
Tito è sepolto a Belgrado, nel mausoleo Kuća Cveća (La casa dei fiori) a lui dedicato.


Il regime di Tito fu colpevole di crimini contro l'umanità come il massacro di Bleiburg, le uccisioni sommarie di circa 12.000 ex miliziani anticomunisti sloveni (domobranci) nel giugno 1945,le persecuzioni anti-italiane ed i massacri delle foibe (definite dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano pulizia etnica) nelle regioni a ridosso del confine italo-jugoslavo che causarono la tragedia dell'esodo giuliano dalmata. Questi ultimi massacri si verificarono poco dopo la fine della guerra e si cercarono di spiegare come vendetta dei partigiani contro i fascisti, ma nella realtà furono attuate contro tutti coloro che rappresentavano o potevano rappresentare, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, lo Stato italiano in quelle terre (Istria e Trieste) che il nuovo regime comunista jugoslavo rivendicava apertamente. A conferma di un'autentica campagna d'intimidazione contro gli italiani, vi sono anche le affermazioni di Milovan Gilas, vice capo del governo e segretario della Lega dei Comunisti di Jugoslavia che, in un'intervista rilasciata a Panorama il 21 luglio 1991, ammetteva senza giri di parole: Nel 1946 io e Edvard Kardelj (dirigente del partito comunista sloveno, ndr) andammo in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana [...] Bisognava indurre gli italiani ad andare via con pressioni di ogni tipo. Così fu fatto.
Tra il 1945 e 1955, operavano in Jugoslavia vari campi di concentramento (quali Teharje in Slovenia e Goli Otok in Croazia), nei quali vennero perpetrati numerosi sopprusi e uccisioni.


A partire dagli anni trenta fu noto con il nome di Tito. L'uso di "nomi di battaglia" era diffuso presso i militanti dell'illegale partito comunista affinché, in caso di arresto, non si potesse risalire alla famiglia dell'arrestato. Durante la resistenza il personaggio di Tito fu investito da un alone di mistero. I referti delle SS lo descrivono come un personaggio di cui si sa poco, salvo vaghe caratteristiche fisiche (anche queste spesso distorte), molto pericoloso, astuto e pieno di risorse. Goebbels non nascose la propria ammirazione per un uomo di cui era difficile seguire le tracce e anche quando si credeva di averlo intrappolato, lui riusciva a cavarsela. Goebbels aggiunge che chiunque stia dietro a questo nome è un nemico da eliminare a tutti i costi.Esiste una quantità di documenti che testimonia le sue molteplici identità. Lo stesso uomo viene fatto risalire a sei, sette identità, tra cui Ivan Brozović e Tito. Le origini del soprannome "Tito" non sono certe, ma la teoria più accreditata è che derivi dal fatto che usasse spesso la locuzione "ti to" (in serbocroato "tu questo") per impartire ordini ai suoi uomini.


Caratteristica una "filastrocca" sulla Jugoslavia, citata spesso dagli estimatori di Tito: «Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito» a significare l'unione di tante diversità che Tito era riuscito ad attuare e che crollò dopo la sua morte.
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, Tito celebrò il proprio compleanno il 25 maggio, a ricordo del giorno in cui scampò miracolosamente all'uccisione per mano tedesca. Pertanto, il 25 maggio fu proclamato giorno di festa nazionale in Jugoslavia. Una staffetta di giovani portava lungo tutte le principali città jugoslave un bastone riccamente intagliato - simbolo del comando - e lo consegnava a Tito la sera del 25 maggio nello stadio di Belgrado, nel corso di una grande cerimonia ginnico/sportivo/militare. Non è che uno degli esempi del vero e proprio culto per la personalità che si sviluppò per quarant'anni in Jugoslavia: si contano a decine le canzoni, le poesie ed i romanzi dedicati a Tito.
Tito fu notoriamente un amante della bella vita, e questo suo tratto si accentuò negli anni coinvolgendo l'intero apparato statale. Possedeva decine di residenze ufficiali sparse per il paese, fra le quali la più famosa era la Villa Bianca all'interno dell'Arcipelago delle Isole Brioni in Istria: una zona interdetta alla navigazione e di fatto buen retiro del capo dello stato, comprendente pure un sorprendente zoo privato. Possedeva pure uno degli yacht più grandi e lussuosi dell'epoca, il Galeb, che utilizzò per un famoso viaggio ufficiale in Gran Bretagna e che - si notò all'epoca - era più grande perfino del Britannia dei reali inglesi. Usava per spostarsi in Jugoslavia anche un treno privato, fatto arredare in modo lussuoso da artigiani jugoslavi, austriaci e italiani. Possedeva una collezione di automobili, comprendente le famose Cadillac i cui sedili erano stati costruiti a misura delle sue terga, centinaia di orologi compresi rari modelli in platino e oro, nonché centinaia di vestiti e divise, tanto da essere perennemente seguito da un addetto all'abbigliamento che ogni giorno gli preparava i completi per i vari impegni pubblici e privati. Grande cacciatore, non si peritava di utilizzare le riserve boschive nei boschi montenegrini e sloveni per la caccia ai grandi mammifari come cervi ed orsi, utilizzando i fucili creati esclusivamente per lui dall'italiana Beretta. In tal caso, centinaia di battitori setacciavano la zona per permettere a Tito di abbattere le prede più ambite. Come ulteriore nota di colore, di Tito si ricordano le varie frequentazioni femminili fino in tarda età, l'amore per le bevande alcooliche e per il fumo: in nome della solidarietà politica e di un'antica amicizia Fidel Castro faceva pervenire a Tito intere casse degli adorati sigari cubani, che lui offriva ai vari ospiti di ogni estrazione e tipo - comprese le attrici italiane Gina Lollobrigida e Sofia Loren - di cui amava circondarsi.




ITALIA-CINA

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