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lunedì 17 marzo 2008

GIOVEDI' 16 MARZO 1978: 30 ANNI FA' IL SEQUESTRO MORO!

Roma - Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana.
Venne rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista delle Brigate Rosse.
Moro era considerato un mediatore capace e particolarmente abile nella gestione e nel coordinamento politico delle cosiddette "correnti" all'interno del suo partito. Fu un convinto assertore della necessità di un centrosinistra, da raggiungersi in forma di coalizione politica.
Nacque a Maglie, in provincia di Lecce, da genitori di origine barese. Conseguita la Maturità Classica al Liceo "Archita" di Taranto, si iscrisse presso l'Università degli studi di Bari alla Facoltà di Giurisprudenza, dove conseguì la laurea con una tesi su "La capacità giuridica penale".
Militò, assieme a Giulio Andreotti, nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana, di cui fu presidente nazionale tra il 1938 e il 1941. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel 1943 a Bari, con alcuni amici, il periodico «La Rassegna» che uscì fino al 1945, anno in cui sposò Eleonora Chiavarelli, con la quale ebbe quattro figli.
Nel 1945 diventò inoltre presidente del Movimento Laureati dell'Azione Cattolica e direttore della rivista «Studium».
Tra il 1943 ed il 1945 aveva iniziato ad interessarsi di politica ed in un primo tempo mostrò particolare attenzione alla componente della "destra" socialista, successivamente però il suo forte credo cattolico lo spinse verso il costituendo movimento democristiano. Nella DC fin da subito mostrò la sua tendenza democratico-sociale, aderendo alla componente dossettiana (in pratica la "sinistra DC").
Nel 1946 fu vicepresidente della Democrazia Cristiana e fu eletto all'Assemblea Costituente, ove entrò a far parte della Commissione che si occupò di redigere il testo costituzionale. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni del 1948, fu nominato sottosegretario agli esteri nel gabinetto De Gasperi.
Divenne professore ordinario di diritto penale presso l'Università di Bari e nel 1953 fu rieletto alla Camera, ove fu presidente del gruppo parlamentare democristiano. Nel 1955 fu ministro di Grazia e Giustizia nel governo Segni e l'anno dopo risultò tra i primi eletti nel consiglio nazionale del partito durante il VI congresso nazionale del partito.
Ministro della Pubblica Istruzione nei due anni successivi (governi Zoli e Fanfani), introdusse lo studio dell'educazione civica nelle scuole. Nel 1959 ebbe affidata la segreteria del partito durante il VII congresso nazionale. Nel 1963 ottenne il trasferimento all'Università di Roma, in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze Politiche.
Fino al 1968 ricoprì la carica di Presidente del Consiglio alla guida di governi di coalizione con il Partito Socialista Italiano, insieme agli alleati tradizionali della DC: i socialdemocratici ed i repubblicani.
Dal 1969 al 1974, assunse l'incarico di ministro degli Esteri, per divenire nuovamente presidente del consiglio fino al 1976. Nel 1975 il suo governo conclude il Trattato di Osimo, con cui si sanciva l'apparteneza della Zona B del Territorio Libero di Trieste alla Jugoslavia.
Nel 1976 fu eletto Presidente del consiglio nazionale del partito.
Il 10 marzo 1977 Luigi Gui esponente democristiano, venne rinviato all'Alta Corte per lo scandalo Lockheed. In questo frangente, Aldo Moro, con un lungo discorso al parlamento difese l'operato della Democrazia Cristiana e dei suoi uomini pronunciando una frase "Non ci lasceremo processare in piazza" che divenne famosa, perché emblematica di un certo periodo e di un certo pensiero. La frase contenuta nel discorso di Moro, sia pur tardivamente, era la risposta all'incitamento a processare pubblicamente la DC che Pier Paolo Pasolini scrisse il 28 agosto 1975, sul Corriere della Sera, nelle pagine della sua rubrica "tribuna libera" [2].
In seguito a questi avvenimenti fu uno dei leader politici che maggiormente prestarono attenzione al progetto del cosiddetto Compromesso storico di Enrico Berlinguer, che nell'anno precedente pubblicamente aveva fatto lo strappo con Mosca, rendendosi quindi accettabile agli occhi democristiani. Il segretario nazionale del Partito Comunista Italiano aveva infatti proposto una innovativa solidarietà politica fra i Comunisti, Socialisti e Cattolici, in un momento di profonda crisi economica, sociale e politica in Italia.
All'inizio del 1978 Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana fu l'esponente politico più importante fra coloro che individuarono una strada percorribile per un governo di "solidarietà nazionale" che includesse anche il PCI, sia pure senza suoi ministri nella prima fase di attuazione.
A questo proposito, scrive, nel 1982, Roberto Ruffilli, che sarà ugualmente vittima delle BR dieci anni dopo Moro: "In definitiva il presidente democristiano viene a far consistere la terza fase in due tempi diversi. Il primo è quello più noto della solidarietà di tutte le forze democratiche nella condizione di una emergenza assai pericolosa per la democrazia repubblicana. Ma nel medio lungo periodo il punto fermo è l'avvento di una democrazia dell'alternanza che consenta a tutte le formazioni popolari del paese di far valere i propri progetti e i propri programmi". Si trattava, insomma, di "sbloccare" la democrazia italiana ed arrivare infine ad una vera alternanza di governo. E' quello che le Brigate Rosse non potevano permettere.
Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti, l'auto che trasportava Moro dall'abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Fani da un commando delle Brigate Rosse. In pochi secondi, i terroristi ne uccisero la scorta e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
Dopo una prigionia di 55 giorni il cadavere di Aldo Moro fu ritrovato il 9 maggio nel cofano di una Renault 4 a Roma, in via Caetani, emblematicamente a poca distanza da Piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana) e via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano).
Dall'anno seguente alla sua uccisione, l'esponente della Democrazia Cristiana viene ogni anno ricordato con messaggi e cerimonie presenziate dalle cariche istituzionali. In questi anni, ad Aldo Moro sono state dedicate diverse trasmissioni televisive. Il 4 maggio 2007, il Parlamento ha votato e approvato una legge con il quale si istituisce il 9 maggio il "Giorno della memoria" in ricordo di Aldo Moro e di tutte le vittime del terrorismo.
Tra aprile e maggio 2007 è stata presentata presso la sede dell'Istituto San Giuseppe delle suore Orsoline a Terracina e presso la sede dell'associazione Forche Caudine a Roma (storico circolo dei Romani d'origine molisana), alla presenza di Agnese Moro, figlia del leader democristiano, una raccolta ragionata degli scritti giornalistici di Aldo Moro, curata dal giornalista Antonello Di Mario ed edita da Tullio Pironti.
Nella notte tra l' 8 e il 9 giugno 2007, giorni della visita del Presidente degli USA George W. Bush in Italia, la lapide di via Fani che ricorda il rapimento di Aldo Moro e le cinque persone della scorta uccise, è stata profanata con la scritta "Bush uguale a Moro". Le più alte cariche istituzionali, personalità politiche e rappresentanti della società civile si sono dette indignate per quello che ritengono un atto vile.



VIA I NOMADI DALL'ITALIA: SCANDALO ROM A MILANO!!! TRATTA DELLE SCHIAVE RAGAZZINE DA PARTE DEGLI ZINGARI!!!

Milano:
Dal sito http://www.troviamoibambini.it/ - Ho fatto un giro a Milano. Le sfilate di moda hanno traslocato. Non si fanno più tra via della Spiga e via Montenapoleone, ma in via Triboniano. In un campo nomadi, vicino al Cimitero Maggiore, messo a nuovo grazie al “Patto di Legalità” del Comune di Milano. Le modelle arrivano dalla Romania, belle e giovani, sui quindici anni. Le ragazze non vengono truccate, ma stuprate, picchiate, tenute senza cibo. Poi escono in passerella, forse un po’ anoressiche, per un clan di delinquenti stranieri che le ammira nude. Completamente nude. Più sono belle, più il valore sale.Si pagano fino a cinquemila euro per una fanciulla da far prostituire sui viali. Le donne, un tempo, sfilavano nude di fronte ai nazisti che le selezionavano per le camere a gas.Milano vuole l’EXPO 2012 e non sa proteggere delle bambine, perché sono poco più che bambine, nel suo territorio.A Milano è ritornato lo schiavismo, la capitale CO2 ha superato in peggio l’antica Roma. Le ragazzine sono merce sui marciapiedi per i pedofili locali. La richiesta è alta, le si può ammirare anche in pieno giorno. Carne fresca d’importazione. Il campo modello non può però essere perquisito e, tanto meno, tenuto sotto controllo. Lo riporta il Corriere della Sera: “poche settimane fa il pm Ester Nocera avrebbe voluto ordinare una perquisizione a riscontro di una prostituta stanca di umiliazioni e botte, ma un alto ufficiale dell’Arma ha allargato le braccia. E il perché è spiegato facilmente. O al campo di via Triboniano ci si va in massa, o la perquisizione non serve a nulla, perché un sistema di sentinelle avverte dell’arrivo dei militari e avvisa chi può fare sparire persone o cose in tempo reale.” Polizia di Stato, Carabinieri, Magistrati, Polizia locale, Guardie di Finanza, Vigili, Esercito: quanti sono tutti insieme? Centinaia di migliaia, ma insufficienti per il campo di via Triboniano. Il pensiero di un cittadino si perde. Come è possibile che delle ragazze siano trattate come delle bestie non lontano da Piazza del Duomo, che tutti lo sappiano e non succeda nulla. Un maledetto nulla. Forse l’Italia non c’è più, forse siamo in estinzione. Il Sindaco di Milano è una donna, Letizia Moratti, leggiamo…Milanese di nascita, laureata all’Università Statale, Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti ha saputo coniugare responsabilità di carattere istituzionale a ruoli-guida di importanti gruppi industriali italiani e stranieri. È tra i più noti imprenditori europei, avendo sviluppato numerose attività internazionali nel campo finanziario, assicurativo, del “risk management”, dei servizi di comunicazione e nel settore dei nuovi media. Presidente della Rai dal 1994 al 1996, ha realizzato un ampio piano di riorganizzazione interna e di rafforzamento produttivo, che ha portato a eliminare le precedenti perdite e a conseguire significativi utili di bilancio. Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica, nel 2003 ha riunito a Milano 25 ministri dell’Educazione e del Lavoro dell’Unione europea per discutere di capitale umano e di formazione professionale. Partecipa a numerose attività umanitarie e di assistenza sociale nei confronti di chi vive situazioni di disagio e di emarginazione. Ambasciatrice dell’Onu per la sezione Droga e Crimine, si è impegnata in iniziative capaci di restituire a molti giovani dignità, forza e voglia di vivere. È sposata con Gianmarco Moratti e ha due figli, Gilda e Gabriele.
Nota: Meno male che il Sindaco di Milano partecipa a numerose attività di assistenza, che abbia smesso? Ambasciatrice dell’ ONU, per la sezione Droga e Crimine? Siamo sicuri? Cari Amici scriviamo tutti assieme alla Moratti e per conoscenza all’ONU Italia, poniamole una domanda semplice semplice: “Caro Sindaco di Milano Onorevolissima LETIZIA MORATTI e se a sfilare su quelle passerelle ci fosse tua figlia Gilda, denudata violenatata e venduta? Te la daresti una mossa?”

Per scrivere il proprio dissenso:
info@troviamoibambini.it
Diffondete a tappeto!

domenica 16 marzo 2008

Thumping mandate for Medvedev...

Il trionfo elettorale del nuovo Presidente della Federazione Russa Medvedev...

[Channel 4 News] Il video dei disordini in Tibet (Cina)...

Il network sui disordini che stanno accadendo oggi in Tibet (Cina)...

Tibet ancora nel disordine sociale...


La polizia cinese ha represso una manifestazione nella provincia del Sichuan. Ma i politici italiani sono contro il boicottaggio delle olimpiadi...


TIBET (CINA) - Altri morti tra i monaci tibetani negli scontri con la polizia cinese. Altre sette persone sarebbero rimaste uccise a Ngaba, nella provincia del Sichuan. Tra di loro dovrebbero esserci alcuni monaci, almeno secondo alcune fonti provenienti da siti internet. Intanto la città di Lhasa - capitale del Tibet sconvolta negli ultimi giorni dalle violenze nelle quali sono morte decine di persone - appare semideserta e lo speaker della televisione giapponese ha affermato che gli agenti stanno cercando le persone che ritengono abbiano partecipato ai moti anticinesi dei giorni scorsi. In precedenza il giornalista giapponese aveva detto che mezzi della polizia con altoparlanti avevano invitato i cittadini a restare nelle loro case. Il Dalai Lama, in un’intervista televisiva, ha denunciato che in Tibet è in corso un ''genocidio culturale'' e che al momento in Tibet c'è uno ''stato di terrore''ed é ''impossibile l'armonia nella zona''. ''Noi vogliamo autonomia, non separazione'', ha aggiunto il Dalai Lama. ''L'autonomia puo' preservare sia l'ambiente che la cultura in Tibet'' e ha aggiunto che i tibetani sono un ''capro espiatorio'' e sono trattati ''come cittadini di seconda classe''. Il leader spirituale dei buddhisti tibetani, nella stessa intervista, ha chiesto che venga avviata un'inchiesta internazionale sui fatti di Lhasa. Il Dalai Lama ha rifiutato di lanciare un appello per il boicottaggio dei giochi olimpici che si terranno in Cina in estate e che da più parti è stato auspicato dopo la repressione delle manifestazioni in Tibet.Da fonti vicine agli attivisti tibetani si è appreso che la polizia cinese ha sciolto usando bastoni e gas lacrimogeni una manifestazione di ''migliaia'' di monaci buddhisti nel monastero di Amdo Ngaba Kirti, in una zona a popolazione tibetana della provincia cinese del Sichuan. Durante la manifestazione i monaci hanno gridato slogan come ''lunga vita al Dalai Lama'', il leader tibetano che vive in esilio in India, e ''vittoria al Tibet''. Altri due monasteri del Sichuan, quello di Bumying e quello di Ompo, sarebbero stati circondati dalle forza di sicurezza cinesi.
BOICOTTAGGIO OLIMPIADI: Intanto i politici italiani sembrano quasi tutti contrari all'annullamento dei giochi previsti per l'estste prossima: "La repressione cinese in Tibet è intollerabile - ha detto Gianfraco Fini - ma non credo che questo debba autorizzare a chiedere il boicottaggio delle Olimpiadi. Anche perchè proprio i giochi olimpici rappresentano un'occasione che può aiutare il popolo cinese a scoprire i valori della libertà". Fausto Bertinotti dice più o meno le stesse cose: "Non boicottare le Olimpiadi perchè sono un incontro tra tutti i popoli del mondo, ma essere severissimi con la Cina per la repressione intollerabile in Tibet". Cauto D'Alema: "Il boicottaggio delle Olimpiadi è un argomento che non fa parte della campagna elettorale, ma deve essere esaminato a livello di Unione Europea".

GIANFRANCO E' FINI...TO!!!

ROMA - Alleanza Nazionale, confluita all'interno del POPOLO DELLE LIBERTA' si appresta a cancellare il proprio simbolo dopo aver avviato il processo di scioglimento del suo stesso partito, in tutte le Regioni, in tutti i Comuni ed in tutte le Provincie d'Italia i gruppi Consigliari di AN si stanno ridenominando come Gruppi Consigliari di AN-POPOLO DELLE LIBERTA' e non è detto che dopo le elezioni Politiche ed Amministrative del 13-14 Aprile prossimi tali gruppi non si riconvertano nel definitivo appellativo della formazione Berlusconiana, soprattutto se la stessa formazione del Cavaliere Silvio Berlusconi vincerà la tornata elettorale e governerà la prossima legislatura. Alleanza Nazionale dunque al capolinea? Date le circostanze, sembrerebbe proprio così; il suo leader oramai ombra di se stesso e di Berlusconi, sembra fare a gara a chi rinnega di più il proprio passato contro taluni democristiani che lo stanno spingendo tra le braccia del PPE (Partito Popolare Europeo) cosa a lui molto gradita.
Il programma del PDL Berlusconiano è davvero molto simile al programma elettorale del PD guidato da Veltroni, l'alternanza dunque dei due poli sembra scemare anche per il fatto che i loro leader parlano quasi la stessa lingua: un esempio lo è sul problema dei reati pedo-pornografici, entrambi propongono la stessa soluzione della castrazione chimica ed anche su altre questioni d'importanza vitale per il Paese, le risposte dei due schieramenti sono quasi speculari.
Il pericolo di una ricostituzione di un grande Centro politico dato dall'unificazione Governativa dei due poli PDL e PD è tutt'altro che una fantasia remota, può anzi trasformarsi in una pericolosa realtà visto che sia Berlusconi che Veltroni potrebbero, in nome del "bene" dell'Italia, governare insieme l'uno con l'appoggio dei voti dell'altro, visto che appunto i due programmi di governo non sono così tanto discordi.
E l'ex-Missino Gianfranco Fini (nella foto sopra nel 1994 quando saluta Romanamente alla Fascista la folla dei suoi sostenitori) che è anche l'ex-leader di una Destra forte e democratica ma pur sempre tradizionalista, l'ex-Vice-Premier ed ex-Ministro degli esteri...l'Onorevole Gianfranco è Fini...to!!! La sua verve, il suo appeal che lo ha sempre contraddistinto nei comizi elettorali, nelle grandi battaglie politiche di un tempo, nei confronti e nei dibattiti televisivi...tutto è sfumato in un nulla colossale...mai come oggi Alleanza Nazionale ha toccato così il fondo a questi livelli: scarsi contenuti ideologici e politici, valori messi in ombra o alla berlina, militanti e rappresentanti di partito che invece di farsi portabandiera delle idee si sono trasformati in arrivisti, affaristi di bottega avidi solo di fama e denaro...Alleanza Nazionale è un partrito che non c'è più in tutti i sensi del termine.
Tutto è finito grazie solo alla gestione malata quanto mai assurda del suo leader che da qualche anno a questa parte sembra letteralmente impazzito assieme ai suoi fedeli colonnelli (Matteoli, Gasparri, La Russa, Alemanno) i quali in un solo colpo sono riusciti quasi a cancellare la Destra politica dallo scenario nazionale.
Tenendo da parte "La-Destra" di Storace, Buontempo e la Santanchè, non esistono più nell'arco politico istituzionale Italiano veri partiti di destra.
Il PDL è più un'accozzaglia formata dai movimenti storici di quello che era la vecchia "CDL" (Casa delle Libertà) con la sola differenza che adesso ognuno di quei partiti ha rinunciato alla propria storia, alla propia identità ed autonomia per assoggettarsi definitivamente al volere ed al potere del Cavaliere PierSilvio Berlusconi che comanda oggi più di ieri la formazione Liberal-Centrista che lui stesso ha creato pochi mesi fà.
La vera alternativa alle urne sarà boicottare in massa i due poli centristi (PD e PDL) ma temo che sarà difficile, visto le doti amaliatrici delle due Sirenette (Veltroni e Berlusconi) che pur di vincere sono pronti ad imbrogliare anche sè stessi; noi tutti speriamo nel buon senso dei cittadini Italiani, anche se di buon senso questi Italiani molto spesso non nè hanno.
Alexander Mitrokhin


"Fanno i frosci con il culo degli altri!"

Roma - Prego, non arricciate il naso. L’espressione di cui al titolo non l’ho inventata io, ma La Rochefoucauld, letterato francese del 1.600 DC. Espressione che si attaglia al teatrino che si sta recitando nella "colonia Italya". Con tanti squallidi teatranti che gareggiano a chi si dimostra più devoto e più servile verso gli "USA liberatori".
Fortunati noi Italiani "liberati dagli USA". Ci siamo liberati del "bieco tiranno" che ci mandava a riconquistare la Libia e a conquistare l’Abissinia. Il tutto all’insegna di un sogno di megalomania che gli faceva sognare "un posto al sole per gli Italiani" e la "rinascita dell’Impero sui colli fatali di Roma". Insomma delle guerre schifosamente nazionaliste e colonialiste. E meno male, che liberatici dal "male assoluto", ci siamo dati una Costituzione che, all’articolo 11, recita: "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…". Peccato che poi aggiunge: "consente in condizioni di parità con altri stati alle limitazioni di sovranità necessarie….".
Io non so dire se i "Padri Costituenti" erano degli "ingenui" che credevano davvero che, liberatici dal nazifascismo, sarebbero finite le guerre, e le occupazioni militari, e le prigioni militari oppure degli "impostori" che abbellivano con "belle parole" il fatto bruto che, una volta "liberati", ci toccava portare sul groppone il basto del "liberatore". E’ certo però che i nostri politici sanno che, in Italia, l’ambasciatore degli USA gode di uno status particolare. Status che trasmette anche all’ambasciatore di Israele, pupilla degli USA. E che i due ambasciatori leggono, e leggono con la dovuta attenzione, i giornali italiani. E, pertanto, i nostri politici, se dichiarano e quando dichiarano, tengono relativamente conto di come la pensano gli Italiani, ma tengono in debito conto come la vedono gli ambasciatori degli USA e di Israele.
Succede, dunque, che Massimo D’Alema, ministro degli Esteri del Governo Prodi rilascia delle "banali dichiarazioni", auspicando il "colloquio" tra Israele ed Hamas e….. succede il finimondo. Scrivo e ribadisco: si tratta di "banali dichiarazioni", perché, a guardare con una certa attenzione alla realtà delle cose, ci sarebbe da concludere: 1. Israele è uno "stato colonialista" nato su terre storicamente abitate da altri; 2. Israele è uno "stato razzista", avendo cacciato dai paesi natali 800.000 Palestinesi ed impedendone, con la forza delle armi, il rientro. Che da questo nasca l’odio dei Palestinesi contro gli Israeliani e che, di tanto in tanto, ci scappi qualche attentato, è nell’ordine delle cose.
E che altro può fare un politico intelligente ed avveduto? Se non, pur non esprimendo giudizi nel merito, auspicare il "colloquio tra le parti"? Osservo di passata che il Papa, quasi tutti i giorni, esprime simili concetti. Segno che, in diplomazia, il "cerchiobottismo" è segno di "virtù", più o meno esemplare. Solo che l’ambasciatore d’Israele interviene a bacchettare le "banali dichiarazioni" di D’Alema. Guardandosi bene dal bacchettare i continui inviti del Papa al "colloquio". E’ una posizione furbesca, ma in sintonia con il personaggio.
Fin qui ci sarebbe da rispondere con una alzata di spalle, se non fosse per il fatto che Fini (avete presente l’ometto con la kippah?), interviene a criticare D’Alema ed auspica che "l’Italia mandi più soldati in Afganistan, dove c’è da combattere, piuttosto che tenere i soldati in Libano dove stanno a bighellonare". Posizione questa che, in fatto di bellicismo, scavalca le posizioni dell’ambasciatore di Israele. Ma che tiene nel debito conto le richieste che ci pervengono dall’ambasciatore degli USA. Insomma, se Berlusconi vince le elezioni, Fini, con le sue dichiarazioni, si è guadagnato un "posto al sole".
***
Si dice e si scrive che "in Italia non si leggono i giornali". Mai affermazione si rivelò più falsa. In Italia leggono i giornali gli ambasciatori degli USA e di Israele. Che intervengono a chiarire a precisare se qualche politico accenna qualche "belato di indipendenza". Tanto per rammentarci che, nel 1945, "siamo stati liberati". Ma leggono i giornali anche quelli del Partito Democratico. Che non si sanno capacitare: "Possibile che D’Alema si permetta di suggerire il "colloquio tra le parti"? Non sa che Israele (armatissimo) ama colloquiare sparacchiando sui Palestinesi (quasi inermi)? E che, tanto per tenerli in agitazione, li tiene senza viveri, senza medicinali e senza corrente elettrica?". E si adombra che D’Alema, con quelle parole, abbia inteso mettere un bastone tra le ruote di Veltroni (1). Il quale Veltroni, invece, è "tutto per USA ed Israele". Politico avveduto, Veltroni/Cialtroni.
Anche nel Partito delle Libertà leggono i giornali. E Martino constata che, con quella proposta di mandare più soldati in Afganistan, Fini è salito nella considerazione e nella benevolenza degli ambasciatori degli USA e di Israele. Guadagnandosi una buona collocazione nella maggioranza che va a vincere le elezioni. E, allora, alzando la posta, proclama: "SI, mandiamo altri soldati in Afganistan. Ma mandiamone anche in Iraq" (2). E meno male che anche Berlusconi legge i giornali. Legge i giornali e scuote la testa: "Vuoi vedere che questi 2 stronzi, volendo farsi lo sgambetto l’un l’altro, rischiano di farmi perdere le elezioni? Già: perché, prima di passare dagli ambasciatori degli USA e di Israele a prendere ordini, bisogna convincere gli Italiani a votarci". E, allora chiarisce: "Di queste cose parleremo, apportando le opportune variazione. E tenendo conto delle indicazioni dell’ONU". Insomma, in mezzo a tanti politici professionisti, tocca a Berlusconi chiarire, agli occhi del "popolo bue", che loro "prendono ordini dall’ONU". Mai e poi mai prendono pubblicamente ordini dagli ambasciatori degli USA e di Israele. Semmai in privato.
Insomma: è tutto un teatrino. Nel quale i nostri politici si sbracciano a chi è più "patriota". Ovviamente: non "avventure coloniali per conquistarci un posto al sole", un passato di cui vergognarci e da bollare come il "male assoluto". Ma attiva e devota partecipazione perché la multinazionale americana UNOCAL costruisca i suoi oleodotti in Afganistan e la HALLBURTON, altra multinazionale americana, faccia le sue speculazioni in Iraq. I nostri politici, dunque, giocano a chi è più "froscio". Solo che il "culo" lo mettiamo noi. Pagando per le 113 basi militari USA dislocate in territorio italiano, pagando per i 10.000 soldati italiani all’estero a supporto della politica bellicista degli USA. E, mentre noi Italiani paghiamo, i nostri soldati combattono e muoiono per gli interessi degli USA e di Israele. Chi più fortunato di noi? Ci hanno liberato. E ora ci inculano.

Antonino Amato
1)"Le due linee su Hamas" in "Corriere della Sera" del 15 marzo 2008, pagina 1;
2)"PDL/PD, lite sulle missioni" in "Corriere della Sera" del 15 marzo 2008, pagina 8;
3)"In Libano con nuove regole d’ingaggio" in "Corriere della Sera" del 15 marzo 2008, pagina 9;
4)"Tra Kabul e Beirut il centrodestra sancisce la svolta estera" in "Corriere della Sera" del 15 marzo 2008, pagina .
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Comunico in anteprima gli estremi del prossimo numero che va ad uscire;
Ciaoeuropa, n. 4 del 30 marzo 2008:

Elezioni di Merimar;
Finché la barca va…. di Fabio Calabrese;
Cattolici ingenui di Franco Damiani;
E’ in corso un attentato alla Costituzione di Salvatore Macca;
Per capirci, ve lo dico in siciliano di Oscar Aldo Marino;
Solidarietà al popolo palestinese di Comunità Militante Perugia;
Clamoroso riconoscimento di Lodovico Ellena;
Ancora un divieto da "Giustizia Giusta";
Negata la sede di Agostino Rabuffo;
I morti di Gaza non esistono di Enrico Galoppini:
Una strana avventura di Kiriosomega;
Italia: la magia del discorso di Claudio Antonelli;
Come ti erudisco il pupo di Maurizio Canosci;
Il calcio dell’asino di Nando Ventra;
Al guinzaglio dei "liberatori" di Antonino Amato;
Elezioni Nazionali 2008 di Antonino Amato;
Fascismo & dintorni di Antonino Amato;
Se il ridicolo uccidesse di Antonino Amato;
Dacci oggi il nostro servilismo quotidiano di Antonino Amato;
"Fanno i frosci con il culo degli altri" di Antonino Amato;
Rubriche varie.

Il numero è formato da 16 pagine in bianco/nero, formato B4 (250 x 350). Si cedono 3 copie per Euro 3,00; 6 copie per Euro 5,40; 20 copie per Euro 14,00; 50 copie per Euro 29,00. Inviare le richieste a: Ciaoeuropa, casella postale 82, 92100 Agrigento.
Fonte: Antonino Amato (amatoantonino@alice.it)

venerdì 14 marzo 2008

NOI PARLIAMO DEI PROBLEMI: L'INTERVISTA ALLA CANDIDATA PREMIER DE "LA-DESTRA" DANIELA SANTANCHE'!


L'Onorevole Daniela Santanchè


L’economia. La sicurezza. La giustizia. I giovani. Questi e altri temi nell’intervista a Daniela Santanchè, pubblicata oggi da La Nazione-Il Resto del Carlino-Il Giorno, che vi proponiamo in formato pdf nel link quì sotto:

Dacci oggi il nostro servilismo quotidiano!

Roma - Oggi, leggendo il "Corriere della Sera", ho tratto un sospiro di sollievo. E difatti, nell’apprendere della candidatura del "fascista" Giuseppe Ciarrapico (nella foto a destra, Giuseppe Ciarrapico) nel Popolo delle Libertà, avevo temuto che gli USA ci avrebbero bombardato per insegnarci a fare buon uso della "democrazia" che ci hanno portato nel 1945. Leggo, invece, sul "Corriere" che sull’Italia non piovono le "bombe USA" ma le "parole" dell’ambasciatore israeliano a Roma, Gideon Meir (1).
"Parole aspre", scrive il "Corriere" (1). Ma parole più che giuste. Perché D’Alema ha il grande difetto di essere intelligente. E questa "intelligenza" che fa esprimere a D’Alema dei giudizi autonomi seppure prudenti non è consentita nella "Italia liberata dagli USA". Non sa il tanghero che, dal 1945, la "preghiera al Padre" ha subito una variante? Non più "dacci oggi il nostro pane quotidiano" ma "dacci oggi il nostro servilismo quotidiano". Perché è servendo che si riesce a fare politica, ad entrare nella "Casta" e a buscarsi non solo il pane, non solo il companatico ma anche qualche extra per i propri vizi.
Del resto, questo agitarsi di D’Alema è fuori posto. Si preoccupa della pace nel Vicino Oriente? E perché non lascia fare agli Israeliani? Che, tra un rimbrotto agli Europei per la "Shoah" e un ammonimento ai nipoti dei reprobi ("Mai più!"), hanno trovato tempo e modo di costruirsi un loro "Stato ebraico" (legittimo perché "ebraico", non "ariano") e di cacciare 800.000 Palestinesi dai paesi natali per fare posto agli Ebrei. D’Alema stia zitto e lasci fare gli Israeliani. E stia sicuro che, piangendo oggi e piangendo domani sugli orrori della "Shoah", gli Israeliani seppelliranno anche "l’ultimo palestinese". Poi la pace regnerà in Palestina. Una Palestina senza Palestinesi. Ma noi non ce ne accorgeremo. Presi come siamo a piangere sugli Ebrei uccisi nella 2a Guerra Mondiale.
E meno male che Berlusconi, a quanto pare, vincerà le Nazionali 2008. Berlusconi al cui seguito si sono imbarcati tanti "giusti". Si, ci stanno anche Alessandra (la mussolina) e Giuseppe (Ciarrapico). Ma costoro sono solo dei "fascisti improbabili", tanto per fare coreografia e rubacchiare alcuni votarelli alla "Destra" di Storace. Che (anche loro!) parlano di "valori". Ma non chiariscono se sono i valori di "Roma antica" oppure i valori portatici dagli USA coi loro bombardieri.
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A compensare qualche smagliatura (colpa del cavaliere Berlusconi!) e rassicurarci ci sta Gianfranco Fini. Che dichiara: in Libano abbiamo troppi soldati che stanno lì a bighellonare, inviamoli in Afganistan, dove c’è da combattere (2). E non venitemi a dire che D’Alema è un "ex comunista" e Fini un "ex fascista". Perché tra i due c’è una differenza incolmabile. D’Alema "prende atto" della realtà che lo circonda. E, a modo suo, cerca di volgerla in una "visione multipolare", proponendo "colloqui di pace in Palestina" e "una conferenza per la pace in Afganistan". Usando l’intelligenza che non gli fa difetto. Fini, invece, non ricorre alla sua intelligenza (invero pochina), ma al cuore. Anzi, per rendere meglio, l’idea, oso dire che "Fini ragiona con l’utero". E a quale parte del corpo umano volete attribuire l’insana idea di mandare altri soldati italiani in Afganistan a combattere le guerre americane? Concludo: in fatto di servilismo agli USA e ad Israele Fini batte D’Alema 7 a 0. Amen.
E’ stato detto: "dulce et decorum est pro patria mori". Fini fa suo l’antico detto. Solo che, confusamente, crede e pensa che la "Patria" siano gli USA ed Israele. Fini è stupido? Nossignore: è un italiota che ha capito che gli USA lo hanno "liberato". E che, da "uomo liberato", gli conviene servire fedelmente gli "USA liberatori". Farà una brillante carriera. E, mentre Fini e gli altri "giusti" faranno le loro brillanti carriere politiche, gli Italiani continueremo a pagare le tasse per tenere in piedi 113 basi militari USA in Italia e per mandare i nostri soldati fuori dai confini nazionali. A combattere e a morire per le guerre americane.
Nota bene. Ad una prima lettura potrebbe apparire che io ce l’abbia con D’Alema (cattivo servitore) e con Fini (servitore fedelissimo). Niente di più falso. Mi sono limitato ad esporvi con parole mie, e male assortite, le osservazioni di Massimo Franco (3).

Antonino Amato

"Israele accusa D’Alema: nessun dialogo con Hamas" in "Corriere della Sera" del 13 marzo 2008, pagina 16;
"Fini: più militari in Afganistan. E in Libano ne abbiamo troppi" in "Corriere della Sera" del 13 marzo 2008, pagina 15;
"L’Attesa di una Svolta" in "Corriere della Sera" del 13 marzo 2008, pagina 1!!!
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Fonte: Antonino Amato (amatoantonino@alice.it)

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