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martedì 19 maggio 2009
Stipendi in Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina e dintorni...
OCSE: ITALIA AL 23esimo POSTO PER I SALARI, TRA I PIU' BASSI D'EUROPA!!!
Forse è tempo di scappare in Corea del Sud, o Lussemburgo, magari in Grecia - nulla contro la Grecia, anzi - tutti paesi dove le retribuzioni medie sono decisamente più alte. Impressionante la Corea, quasi il doppio della media italiana: 39,931 dollari contro i nostri 21,374 dollari.
Classifica OCSE salari: Italia al 23° posto
AGLI ULTIMI POSTI IN EUROPA - Buste paga più pesanti non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche Grecia e Spagna. È quanto risulta dal rapporto Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato. La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia. È calcolato in dollari a parità di potere d'acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17% in meno della media Ocse. Salari italiani penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552).
ROTONDI - Un primo commento da parte di un membro del governo riguardo ai dati Ocse arriva da parte di Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma di governo: «I dati Ocse sono da tenere in considerazione, ma non va dimenticato il grosso sforzo che il governo italiano ha fatto finora sul fronte dell'economia aiutando, con una serie di provvedimenti mirati, le fasce più deboli della società, le piccole e medie imprese, i giovani». «Una cosa è certa - aggiunge Rotondi - questo governo sta rilanciando il sistema-Paese con risposte pronte e concrete».
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PD - Non si fa però attendere la replica dell'opposizione. «I dati Ocse testimoniano una verità conosciuta: che le retribuzioni nette dei lavoratori italiani sono ben al disotto della media dei 30 paesi più industrializzati. Il divario negativo è di 17 punti percentuali. Questo dimostra quanto sarebbe necessario un intervento del governo, con risorse fresche e aggiuntive per potenziare il potere d'acquisto delle retribuzione e delle pensioni, come una delle componenti essenziali per l'uscita dalla crisi«. Lo dice il responsabile Lavoro del Pd, Cesare Damiano, che aggiunge: »Uno dei dati rilevato dall'indagine dell'Ocse è il divario tra retribuzione lorda e retribuzione netta in busta paga: il famoso "cuneo fiscale", che il governo Prodi, con lungimiranza, aveva provveduto a diminuire in modo significativo. Occorrerebbe però proseguire su questa strada scegliendo di investire risorse per uscire dalla crisi, anziché aspettare che passi la nottata».
17 maggio 2009 (ultima modifica: 18 maggio 2009)
2002-2009: dopo sette anni dall’entrata dell’Euro in Italia ed in Europa, ci si accorge solo oggi della miseria degli stipendi nel nostro Paese?
Con l’entrata della moneta unica ci si aspettava tutti un netto miglioramento del nostro tenore di vita ma in realtà abbiamo assistito ad un crollo vertiginoso del potere d’acquisto dei nostri già miseri stipendi, perché resta appurato il fatto che anche con la Lira in vigore prima del Gennaio 2002, lo stipendio medio dei lavoratori Italiani, sia pubblici che privati, era nettamente inferiore alla media Europea ed alla media dei Paesi più industrializzati del Mondo.
Con il tasso di cambio pari a 1936,27 Lire la moneta unica ha progressivamente dimezzato in realtà il potere d’acquisto dei salari Italiani già messi a dura prova dal caro vita con il risultato scioccante che oggi chi era ricco con la Lira si è ritrovato miracolosamente più ricco mentre chi già soffriva con la moneta Nazionale si è ritrovato più povero e in grave difficoltà economica.
Colpa dell’Euro? Non solo…colpa anche e soprattutto dei Governi che si sono succeduti al Potere in questi ultimi 9 anni: che sono il Governo di Centro-Sinistra guidato dall’Ulivo di Romano Prodi e quello di Centro-Destra guidato dall’attuale Premier Silvio Berlusconi.
Prodi e compagni ci hanno spinto a forza nella zona Euro pur sapendo che l’economia Italiana all’epoca non era ancora pronta per affrontare un simile passo ed affrontare così tante novità e cambiamenti in materia di legislazione Comunitaria senza per altro consultarci con un Referendum popolare così come hanno fatto diverse Nazioni Europee, ratificando il trattato dell’Unione Europea autonomamente e facendoci così entrare in Europa con il solo volere del Parlamento Italiano introducendo addirittura una Tassa speciale per l’Europa denominata Euro-Tax con la vana promessa mai mantenuta della restituzione futura ai contribuenti di un vero e proprio ladrocinio ai danni del popolo Italiano già super-tassato; Berlusconi invece aveva commesso forse il più grosso degli errori che poteva commettere in un momento così tanto delicato, cioè il suo Governo all’alba del fatidico anno 2002 non aveva controllato e non ha mai controllato la reale conversione dei prezzi dalle Lire all’Euro, prendendo in giro oltre modo gli Italiani regalando ad ogni capo-famiglia una calcolatrice che convertiva matematicamente i prezzi in maniera tale che proprio come disse il Premier stesso, sarebbero stati tutti i cittadini singolarmente a controllare la conversione reale dei prezzi vigilando sulle truffe, niente di più cretina fu quella scellerata iniziativa propagandistica e demagogica che servì solo a sperperare i soldi pubblici nella fabbricazione di milioni di calcolatrici e centinaia di migliaia di Euro per la spesa di spedizione ad ogni singola famiglia Italiana, iniziativa che come abbiamo poi visto non è servita a niente!!!
Già perché poi un cittadino normale come potrebbe tenere a bada i prezzi della produzione Industriale, Artigianale ed Agricola? O delle materie prime? O del commercio Nazionale ed Internazionale? Oppure delle Azioni e dei Titoli di Borsa? Dei conti correnti e dei tassi d’interesse delle Banche? E si potrebbe continuare all’infinito…così ogni famiglia Italiana con quella ridicola calcolatrice regalatagli dal generoso Premier Berlusconi andando al Supermercato o in Bottega non poté fare altro che registrare passivamente il raddoppio improvviso dei prezzi di ogni bene di consumo, alimentare, elettronico e di ogni altra specie, senza appunto poter far nulla, soprattutto per i beni di prima necessità che tutti noi siamo costretti ad acquistare per la nostra stessa sopravvivenza come ad esempio prodotti quali il latte, il pane, la frutta e la verdura, sale e zucchero, acqua e farina.
Insomma, ciò che il Governo avrebbe dovuto fare all’epoca, cioè controllare e calmierare, non lo ha fatto ed anzi ha ridicolizzato l’intero popolo Italiano che in lui ha dato fiducia, demandandolo di un compito che non era il suo e che non avrebbe mai potuto svolgere.
Omettendo la mansione di controllore, l’allora Governo Berlusconi aprì la strada alla già presente e frenetica corsa al rialzo dei prezzi: come non ricordare gli affitti di appartamenti privati di media metratura che fino al 2002 venivano offerti a 500 MILA LIRE al mese (250,00 Euro circa) e “magicamente” convertiti dopo il 2002 a 500 EURO al mese (UN MILIONE DELLE VECCHIE LIRE, il doppio delle 500 MILA LIRE)??? Come non ricordare che tutto ciò che si acquistava prima del 2002 esattamente un anno prima a 5 MILA LIRE (2 Euro e 50 Centesimi circa) dopo il 2002 esattamente un anno dopo la stessa merce di qualsiasi genere si acquistava a 5 EURO (10 MILA LIRE circa, il doppio delle 5 MILA LIRE del vecchio conio)??? Solo il Governo poteva calmierare e controllare questo scempio ma ovviamente e volutamente non lo ha fatto!!! Tanti motivi e tanti interessi di parte avevano spinto il Governo Berlusconi a non intervenire, a lasciar correre mentre il popolo medio Italiano soffriva il caro prezzi e veniva messo in ginocchio dalla frenesia dell’Euro.
Migliaia e migliaia di famiglie Italiane, sempre più impoverite e sfinite dal caro vita, hanno sofferto e soffrono tutt’oggi il costante stato di miseria in cui sono costrette a vivere grazie anche al gravissimo fatto che gli stipendi in Italia, sia pubblici che privati, non solo sono stati dimezzati e rosicati dai prezzi convertiti in Euro, ma sono anche “congelati” all’anno 2000 Domini, cioè dal 2000 non sono stati diciamo più aggiornati, aumentati, non sono stati mai più adeguati all’attuale tenore di vita ed agli attuali valori di mercato.
In questo modo tutti noi ci ritroviamo ad essere pagati più o meno con la stessa busta paga di 9 anni fa a fronte però di un tenore diverso di vita che è ovviamente e naturalmente aumentato.
Non ci vuole uno scienziato per capire che un operaio o un impiegato, con 1300,00 Euro di stipendio medio mensile che è oggi quello Italiano, non può più far fronte a tutte le spese che oggi siamo costretti a fare, non può più mantenere una famiglia e cosa strana e buffa, se disgraziatamente una persona, femmina o maschio che sia, non è sposato o non ha una compagna, una famiglia, ancora peggio perché non riuscirebbe a vivere nemmeno single.
I conti si fanno presto a fare: per tutti coloro che purtroppo non hanno avuto la fortuna di vedersi assegnata una casa popolare, sono ovviamente costretti a stabilirsi dentro un appartamento in affitto privato e gli affitti privati si sa non guardano in faccia a nessuno, così che rispondono solo alle leggi di mercato, dunque un appartamento di metratura media con due camere da letto, bagno, cucina e salotto in un qualsiasi centro-città di una qualsiasi città Italiana viene a costare in media, centesimo in più o in meno, sulle 500,00 Euro al mese…che bisogna sottrarle al salario medio di 1300,00 Euro e ci rimangono in mano dunque 800,00 Euro; da queste 800,00 Euro ci si devono togliere quasi sicuramente almeno 50,00 Euro che è la media delle spese condominiali perché l’appartamento spesso è posto all’interno di un palazzo condominiale che piccolo o grande che sia ha comunque i suoi costi di manutenzione (luce scale, pulizia scale e androne, manutenzioni varie di giardino o ascensore, assicurazione condominiale, posto auto condominiale ecc.) e ci rimangono 750,00 Euro da cui ci si devono togliere almeno tra le 250,00 e le 350,00 Euro al mese che servono per fare la spesa quotidiana (pane, pasta, latte, uova, zucchero, farina, caffè, the, camomilla, frutta e verdura, carne, insaccati vari, yogurt, dentifricio, saponi e saponette varie, carta igienica, prodotti per il bagno e per la pulizia generale della casa, detersivi, bagnoschiuma, lamette e dopobarba, ortaggi vari e prodotti a media e lunga conservazione sia di alimentari che di altro utilizzo quotidiano ed altre tante cose importanti per la vita quotidiana di tutti) poniamo il fatto improbabile che in un mese riusciamo a comprare queste cose che abbiamo elencato ed altre ancora con solo 350,00 Euro di spesa perché andiamo sempre ad acquistare tutto ad un Discount molto economico, ci rimarrebbero in mano 400,00 Euro (1300,00 – 500,00 – 350,00 = 400,00 Euro) dunque con queste 400,00 Euro di avanzo mensile non dimenticate che dovrete coprire anche eventuali visite mediche dal dottore, ticket ASL, medicinali eventuali (non tutti i medicinali esentano dal ticket) pagare le bollette dei consumi di acqua, elettricità e gas, pagare l’assicurazione della vostra automobile ogni 6 mesi o annualmente a seconda del tipo di contratto che avrete fatto, pagare il bollo auto, pagare la benzina della vostra automobile quando sarete obbligati ad utilizzarla per i vostri spostamenti, comprarvi ogni tanto dei vestiti nuovi, delle scarpe, della biancheria intima non solo per voi ma anche eventualmente per i vostri figli, coprire le spese scolastiche dei vostri figli, fargli ogni tanto anche dei regalini magari per il loro compleanno ecc. ecc. vi domando, si può tirare avanti a fine mese in queste condizioni??? NO…difatti ecco perché la famiglia media Italiana non riesce più a sopravvivere e già alla terza settimana è in grave difficoltà economica.
Pensiamo poi anche al fatto che nell’ultimo rapporto OCSE l’Italia, tra i 30 Paesi più industrializzati e progrediti del Mondo è scesa al 23° posto, cioè siamo il Paese Europeo dove gli stipendi medi sono tra i più bassi, solo la Polonia ed il Portogallo ci stanno dietro ed incredibilmente pure la Grecia, una volta tra le Nazioni Europee più povere, ci ha superato ed è attestata al 15° posto.
SEDICIMILA EURO all’anno di stipendio netto medio, troppo poco per un’Italia che si vanta troppo spesso di cose e di risultati che in realtà non ha mai raggiunto.
A 7 anni dall’ingresso nella zona EURO urge un radicale cambiamento nell’economia del Paese che ha fortemente bisogno di Governi che controllino e che calmierino la situazione già appesantita e aggravata di un’economia in affanno.
Dal Pubblico Impiego al Commercio, tutto ha bisogno di un nuovo sostegno, di una nuova spinta rinnovatrice e di cambiamento radicale, il popolo Italiano è chiamato a votare il 6 Giungo 2009 per rinnovare il Parlamento Europeo: INVITO A NON VOTARE PIU’ PER IL PDL ED IL PD MA INVITO FORTEMENTE A SOSTENERE LE LISTE DEGLI ESTREMI POLITICI SIA A DESTRA CHE A SINISTRA, INVITO A VOTARE PER LE PICCOLE LISTE OPPURE INVITO PER CHI E’ ANCORA INDECISO O DELUSO A DISERTARE IN MASSA LE URNE!!! Per dare un forte e scioccante messaggio ai nostri politici ed al nostro Governo, la famiglia media Italiana ha bisogno di salari giusti ed adeguati al tenore ed ai costi della vita attuali!!!
RIFLETTETE BENE PRIMA DI VOTARE IL 6 GIUGNO…
mercoledì 13 maggio 2009
Contro l'immigrazione clandestina e selvaggia...finalmente una risposta concreta dal Governo Italiano mentre la Sinistra è al delirio schizzofrenico!
lunedì 11 maggio 2009
A 20 anni dalla Rivolta di Piazza Tien a Men, oggi bisognerebbe festeggiare il FALLIMENTO di quella folle iniziativa che avrebbe portato solo CAOS!!!
L'immagine simbolo di quei tragici giorni...Alexander Mitrokhin
I Nomadi con una loro canzone del 1991 “Uno come noi” ricordano l’esile figura di quel ragazzo: Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato. Bastava un ordine e saresti stato schiacciato. Ma per un momento è stato come se tutto il mondo fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo, a un grande uomo, a uno come noi. Sarebbe stato facile dire che tu hai sconfitto un’idea come se odio e violenza avessero solo quel colore. Ma sto pensando a tutti quelli che hanno pagato nel silenzio e nel dolore perché il carro armato non s’è fermato e niente ha risparmiato. Ti voglio dire che né politica, né religione danno il diritto di troncare la vita di un uomo che sogna solo una casa, una donna, un lavoro, di essere libero e un poco felice in un mondo migliore fatto di gente, gente come noi.
L'evoluzione della protesta si può ripartire attraverso cinque episodi: il lutto, la sfida, la tregua, il confronto, il massacro[1].
Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in Piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng; la leadership comunista ed i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all'università di Pechino. All'interno del PCC Zhao Ziyang, Segretario generale del Partito, era favorevole ad un'opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, Primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere.
Egli, in particolare, approfittò dell'assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese; con lui, si accertò di avere una comunanza di vedute.
La sfida [modifica]
Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Questa dichiarazione fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e richiedendo che si ritrattassero queste pesanti dichiarazioni; inoltre, i manifestanti avevano paura di essere puniti nel caso in cui la situazione fosse tornata alla normalità. Zhao, tornato dalla Corea del Nord tentò ancora di raffreddare gli animi.
Il rivoltoso sconosciuto di Piazza Tiananman (foto di Jeff Widener, Associated Press)
Il 4 maggio (data simbolica in quanto richiamava il Movimento del 4 maggio 1919) circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.
A questo punto si instaurò una tregua, ma senza che gli studenti riuscissero a convincere la leadership del Partito ad instaurare un dialogo realmente costruttivo. In un primo momento la protesta sembrò sul punto di rifluire.
In questo contesto si inserì la visita del Segretario del PCUS Mihail Gorbacev in Cina, prevista per la metà di maggio. Si trattava di un evento storico in quanto rappresentava la riconciliazione tra le due potenze dopo 19 anni di ostilità diplomatica. Il 13 maggio, duemila studenti decisero di insediarsi in Piazza Tiananmen e le loro richieste si radicalizzarono ulteriormente: non solo chiedevano una legittimazione, ma criticavano la corruzione del Partito ed il ritorno al conservatorismo da parte di Deng Xiaoping e chiedevano riforme politiche democratiche, innalzando Gorbacev a simbolo della riforma.
Inoltre, alcuni di essi iniziarono uno sciopero della fame. In migliaia si unirono a questa protesta, supportata dagli stessi residenti di Pechino. I manifestanti innalzarono al centro della piazza un'enorme statua, alta 10 metri, chiamata Dea della Democrazia, in polistirolo e cartapesta. Da notare che tra i manifestanti erano presenti anche comunisti dissidenti che cantavano l'internazionale.
Questo metteva i dirigenti cinesi di fronte ad un forte problema: veniva di fatto data una scadenza per risolvere la questione e si rischiava di creare dei martiri che avrebbero potuto destabilizzare ulteriormente il regime, senza contare la crescente simpatia di cui gli studenti erano oggetto tra la popolazione. I dirigenti del PCC però non riuscirono ancora a trovare una linea condivisa per rispondere alla protesta.
Durante la visita di Gorbacev, il 16 ed il 17 maggio, la mobilitazione continuò, portando in Piazza centinaia di migliaia di persone. La protesta si era ampliata anche fuori dalla città di Pechino, arrivando a coinvolgere oltre 300 città.
Il confronto [modifica]
Di fronte all'immobilismo dei massimi dirigenti, fu ancora Deng Xiaoping a prendere l'iniziativa, decidendo, assieme ad altri anziani del Partito, di dichiarare la legge marziale per dare un segnale ancora più forte agli studenti. Questo fatto è molto importante se si considera che la legge marziale, nella storia della Repubblica popolare cinese era stata proclamata una sola volta a Lhasa, capitale del Tibet, ed ora si trattava di dichiararla a Pechino, capitale dello stato.
La notte del 19 maggio venne quindi convocato il Comitato permanente dell'Ufficio politico, organo comprendente i massimi dirigenti del PCC, al quale spettava l'imposizione della legge marziale: alcune fonti riferiscono che Zhao Ziyang fu il solo su 5 a votare contro, altre dicono che, non essendo stata trovata una maggioranza (2 a favore, 2 contro ed 1 astenuto), Deng la impose unilateralmente. Resta comunque il fatto che l'esercito, il giorno dopo, fu chiamato ad occupare la capitale.
Zhao Ziyang tentò quindi una mossa disperata: all'alba del 20 maggio si presentò in Piazza Tiananmen e tentò di convincere gli studenti ad interrompere lo sciopero della fame e l'occupazione della piazza, promettendo che le loro ragioni sarebbero state ascoltate. Non fu ascoltato e l'episodio decretò anche la fine della sua carriera politica (pochi giorni dopo fu arrestato). Nemmeno la proclamazione pubblica della legge marziale convinse i manifestanti ad arrendersi.
All'inizio l'esercito incontrò una forte resistenza da parte della popolazione e si astenne dal reagire con la forza. La situazione restò quindi paralizzata per 12 giorni.
Il massacro [modifica]
Anche in questo caso fu Deng a prendere la decisione finale: in quanto Presidente della Commissione militare, fece pervenire alle truppe l'ordine di usare la forza. La notte del 3 giugno l'esercito iniziò quindi a muoversi dalla periferia verso Piazza Tienanmen. Di fronte alla resistenza che incontrarono, aprirono il fuoco ed arrivarono in piazza. Nonostante non sia possibile una ricostruzione accurata dei fatti, fu un massacro.
Le vittime [modifica]
Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad "alcune dozzine". La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino. Le stime più alte parlarono di 7.000–12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l'intervento, vanno aggiunti i giustiziati per "ribellione", "incendio di veicoli militari", ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 1000.
Dopo la strage [modifica]
Nei giorni seguenti si mise in atto una feroce caccia ai restanti contestatori, che furono imprigionati o esiliati. Il governo, inoltre, limitò l'accesso da parte dei media internazionali, dando la possibilità di coprire l'evento alla sola stampa cinese.
Il 9 giugno Deng si assunse la responsabilità dell'intervento e condannò il movimento studentesco come un tentativo controrivoluzionario di rovesciare la Repubblica popolare cinese. Per legittimare la repressione, la propaganda ufficiale sostenne che i manifestanti avevano attaccato l'esercito, il quale, a costo di pesanti sacrifici, era comunque riuscito a salvare il socialismo.
A livello internazionale, la repressione di Piazza Tiananmen provocò la ferma condanna da parte di numerosi Paesi occidentali, che portò anche all'imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina. Oggi il clima si è rappacificato e la Cina è stata riaccolta dagli altri paesi nella politica globale, ma gli eventi di Piazza Tiananmen sono ancora un argomento sensibile per il governo comunista cinese, che non fornisce versioni ufficiali dell'accaduto ed esercita forme di censura riguardo gli avvenimenti in questione.
Influenza culturale [modifica]
Numerose canzoni sono ispirate a questi fatti, tra cui "Uno come noi" dei Nomadi, "Davide e Golia" del Gen Rosso, dedicate in particolare allo studente che fermò un'intera colonna di carri armati, "Citta proibita" dei Pooh, dall'album Uomini soli del 1990e Tiananmen dei Kalashnikov. Si dice anche che "Blood Red" degli Slayer (dal disco Seasons in the Abyss del 1990) racconti le vicende di questa tragedia. "Tieniamente" di Claudio Baglioni è una canzone che fa parte dell'Album Oltre del 1990. Il testo è unicamente composto dalle parole Tienanmen e Tieni a mente.
Roger Waters (ex leader dei Pink Floyd) nel brano "watching tv" incluso nell'album "Amused to Death" del 1992 racconta la storia di una studentessa uccisa nella strage di piazza tienanmen. Il video del pezzo, inoltre, mostra le immagini reali della protesta e della repressione.
Nell'album The Politics of Ecstasy, il secondo disco della band di Seattle Nevermore, è presente una canzone intitolata "The Tiananmen Man". Nell'ultimo album dei System of a Down (Hypnotize) nella canzone Hypnotize c'è un chiaro riferimento ai giovani protestanti. Altra canzone basata su quest'avvenimento è, appunto, Tien an men dei CCCP Fedeli alla linea, contenuta nell'album Live in Punkow.
Un riferimento a questi fatti c'è anche nella canzone "Il vento" dei Litfiba contenuta nell'album "Pirata" proprio del 1989. Nel video della canzone "Caos AD" dei brasiliani Sepultura sono visibili alcune scene della protesta. L'episodio del ragazzo davanti ai carrarmati appare anche nel cartone I Griffin, nel quale il ragazzo è Peter Griffin.
CONTRO L'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA OCCORRE IN ITALIA UNA NUOVA "ELLIS ISLAND"!!!
Purtroppo non rimane che sperare in una lunga vita del Governo di Centro-Destra guidato dal PDL di Silvio Berlusconi; dopo le affermazioni di pura follia dei vari Leader del Centro-Sinistra e di Sinistra Democratica dettate da una crisi isterica causata da un'astinenza forzata dai posti di comando e di Potere, per cui l'Italia a detta loro avrebbe l'obbligo morale di accogliere tutto e tutti, di aprire le proprie frontiere a 360° gradi indiscriminatamente a tutti gli immigrati buoni e cattivi, regolari ed irregolari, da ogni parte del Mondo essi provengano, ebbene non si può che rabbrividire al solo pensiero di che cosa potrebbe succedere in Italia in caso di una caduta dell'attuale Governo con la successiva presa del potere da parte di uomini come Franceschini del Partito Democratico, di Casini dell'UDC e dei vari alleati che questi scellerati Partiti Politici si porterebbero dietro sugli scrani della Presidenza del Consiglio.Gli ultimi rimpatri delle imbarcazioni che trasportavano migliaia di immigrati clandestini provenienti dal Nord-Africa e dall'Africa più profonda dei giorni scorsi sono state un atto legalitario e dovuto, un atto civile ed una necessità primaria di uno Stato e di un Europa che non c'è la fà più ad assorbire le ondate gigantesche di profughi che arrivano a frotte pensando di trovare il "Paradiso", l'Eldorado e che molto spesso invece trovano la stessa situazione di povertà e di miseria, miseria che li porta poi spesso ad azioni malavitose e ad una vita priva di scrupoli, perchè tanto poi loro non hanno nulla da perdere se non la loro stessa sola vita da sbandati e da sfruttati, sfruttati dalla Mafia prima e dal Capitalismo egoista dopo; il rimpatrio, la respinta di questi carichi di corpi umani, di vite sfruttate dai trafficanti criminali che grazie anche alla politica perbenista della Sinistra Italiana si arricchiscono e guadagnano su questa povera gente ammassata in vecchi barconi, vecchie carrette del mare senz'acqua e senza cibo, nella sporcizia e nell'indigenza più bassa per soli 2000,00 Euro a persona o anche più, a seconda della base di partenza di questi viaggi disgraziati con biglietto di sola andata...qualche volta verso la morte, in tutti gli altri casi verso il "falso" Paradiso del Capitalismo sfruttatore che prima gli accoglie a braccia aperte, poi li sbatte sul marciapiede, soli contro tutto e contro tutti perchè solo il più forte e il più furbo di essi deve sopravvivere, deve emergere, per tutti gli altri ci sarà solo il "pane" dell'emarginazione, della discriminazione, della prostituzione, della droga, della Mafia, del furto, dell'elemosina, dell'accattonaggio, della fame, della sporcizia delle periferie degradate ed abbandonate a sè stesse...se potessi suggerire al Governo Berlusconi uno stratagemma per dissuadere tante povere persone a fuggire dalle loro povere capanne per pagare 2000,00 Euro per imbarcarsi nelle zattere della morte, arrivare in Italia e tornare a vivere dentro altre povere baracche di lamiera, farei fare un filmato di 2 ore dove esalterei ciò che spesso si vedono nelle grandi periferie delle nostre grandi metropoli: filmerei le baraccopoli lerce e stracolme di poveri Africani e non, filmerei le prostitute Africane e non costrette a battere sui marciapiedi, sfruttate e picchiate dai propri carcerieri, filmerei la miseria in cui la stragrande maggioranza dei 6 MILIONI di immigrati in Italia vive oggi trà lavori precari, lavori in nero sottopagati e sfruttati, poi invierei migliaia e migliaia di questi filmati che non sono altro che la realtà dei fatti, la verità che si cela dietro a quei pochi stranieri extra-comunitari che c'è l'hanno fatta, che hanno una casa, un lavoro ed una vita dignitosa contro una massa enorme e sotterranea che ribolle e che stà sull'orlo di un'esplosione sociale devastante e pericolosa, ecco io direi a tutti loro: "Nè vale la pena? Vale la pena pagare 2000,00 Euro che per voi è una fatica pari ad un anno e più di meticoloso lavoro nel vostro Paese seppur povero, vale la pena pagare per un viaggio che potrebbe costarvi la vita stessa???" La Sinistra ed il Partito Democratico vogliono e fomentato tutto questo; contestando i rimpatri, implicitamente diventano complici e protettori dei trafficanti di persone, diventano amici prediletti di quella particolare Mafia che si arricchisce immoralmente sulla pelle dei disperati; noi questo non lo vogliamo e non lo possiamo permettere, sono certo che alla mia domanda "Nè vale la pena?" lor signori risponderanno che spesso per molti di loro è molto meglio rischiare la vita su un barcone ammassato di persone senza cibo, senz'acqua, senza timone e senza timoniere che non continuare a vivere nei propri Paesi che se non sono poveri, sono martoriati dalle guerre civili e sanguinarie...bè, io non concordo neppure in questo subdolo pensiero: il Capitalismo egoista ed edonista guidato anche dai governi di Centro-Sinistra la smetta una buona volta di sfruttare il Terzo-Mondo ed aiuti questi Stati martoriati ad uscire dalla miseria e dallo stato di belligeranza in cui versano da decenni!!! Allora sì che si potrà e si dovrà aiutare veramente questi poveri immigrati ma a casa loro, nel loro Paese di origine.Oggi più che mai l'Italia, 60 MILIONI di individui di cui 54 MILIONI indigeni e 6 MILIONI di stranieri, ha bisogno di una propria ELLIS ISLAND, una ELLIS ISLAND che debba servire anche a contenere i flussi migratori provenienti dal SUD del Mondo verso l'UNIONE EUROPEA, una Ellis Island dove dirottare con l'aiuto della Marina Militare Italiana e la Guardia Costiera tutte le imbarcazioni che hanno imbarcato gli immigrati clandestini e non: ELLIS ISLAND fù praticamente la frontiera, la dogana, la porta unica e principale per entrare negli Stati Uniti d'America ed ha funzionato dal 1892 al 1954 dove almeno 25 MILIONI di immigrati provenienti da ogni parte del Pianeta Terra, Italiani compresi, passò da quest'isola che fungeva da "filtro" per autorizzare o respingere tutti coloro che facevano domanda del permesso di soggiorno, spesso per motivi di lavoro, nel territorio di tutta l'America!!! ELLIS ISLAND poteva sostenere il passaggio di almeno 5 MILA immigrati al giorno, vi era una struttura rifornita di infermerie, ospedali, centri di ristoro dove venivano serviti pasti caldi e bevande, mense, lavanderie, servizi igienici e doccie, centri di raccolta bagagli, centri di registrazione dei documenti degli immigrati per coloro che nè erano provvisti, una stazione ferroviaria dove si potevano per coloro che avevano soldi in contanti con sè, acquistare i vari biglietti ferroviari a seconda della destinazione desiderata, un vasto dormitorio, un porto dove le navi cariche di immigrati potevano attraccare senza problemi, un archivio dove venivano conservati i nomi e le generalità di ogni singolo immigrato che era passato da Ellis Island sia che questi era stato accolto o sia che questi era stato respinto dalle autorità competenti, in caso di permesso di soggiorno veniva anche registrata la destinazione definitiva; una grandiosa e vasta struttura su un'isola che non aveva nulla da invidiare ai nostri moderni Centri di Raccolta Temporanei, anzì...oggi più che mai soprattutto in Italia si dovrebbe individuare un'isola disabitata dove poter installare un Centro sul modello di ELLIS ISLAND più umano e sicuramente a misura d'uomo, un centro più moderno dove poter controllare meglio e senza drammi il flusso migratorio che ogni anno aumenta sempre di più a dismisura....e lo "spazio vitale" si restringe sempre di più, pericolosamente!!!Chi esulta sulla crescita della nostra popolazione è un folle, la sovrappopolazione, l'alto tasso d'inquinamento e la sempre più allarmante mancanza e carenza di sovrastrutture è all'occhio di chiunque: le campagne vengono selvaggiamente cementificate, non ci sono case per tutti e l'emergenza abitativa è un dato di fatto, le case popolari non ci sono per tutti a causa appunto anche all'elevato numero di immigrati presenti nel nostro Paese; il problema occupazionale è a livelli preoccupanti, le famiglie Italiane e la nostra popolazione indigena soffre una miseria che non ha precedenti dal dopo-guerra a oggi!!! Purtroppo oggi bisogna augurarci che il Governo Berlusconi sopravviva ancora a lungo perchè altrimenti con la Sinistra ed il PD al Potere sarebbero guai seri: immigrazione selvaggia, miseria sicura!!! Ed il razzismo strisciante in Italia è nato e cresciuto grazie a questo permissivismo di una Sinistra che per decenni non ha fatto nulla per contrastare l'immigrazione clandestina e rendendosi caso mai "complice" di questo scempio; aprire indiscriminatamente la porta a tutto e a tutti non porta altro che un aumento della miseria e l'aumento della povertà in Italia aumenta il tasso di intolleranza verso lo straniero da parte di quei cittadini Italiani che si vedono spacciati e costretti a dividere un nocciolo di ciliegia per due!!! Apriamo una ELLIS ISLAND ITALIANA...non c'è altra via per contrastare l'immigrazione clandestina e controllare i flussi migratori in Italia ed in Europa!!!Alexander Mitrokhin
Stalin...e la vittoria di Maggio del 1945!
Stalin's speech with subtitles.
If there are any errors, let me know by e-mail. Freedom of speech (commenting on this video) is taken away by me due to some nazis who like to spam here. Death to the German occupiers! Yes, I am a dictator...
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Dal punto di vista storiografico, la seconda guerra mondiale rappresenta il
coronamento delle diverse ipotesi interpretative formulate sugli anni Venti e
Trenta. In questo quadro vale la pena accennare soprattutto alla cosiddetta
storiografia revisionista che proprio dall'analisi del ruolo avuto e svolto dalla
Germania fa discendere gran parte delle sue ipotesi. Anche in questo caso, come
per l'analisi che è stata condotta a proposito dei regimi totalitari, la storiografia
revisionista tende a considerare l'attacco tedesco alla Polonia quale risposta
all'ultimatum della Francia e dell'Inghilterra alla Germania1. In realtà le mire
d'espansione tedesche e la dichiarata volontà di conquista per mezzo della
guerra sostenute da Hitler, non lasciano dubbi su chi abbia avuto la
responsabilità ultima e definitiva nello scatenamento del confronto bellico (vedi
scheda «Nazismo e Sterminio»).
In quest’ottica interpretativa si snoda l'ipotesi che fa risalire alla
Rivoluzione francese la rottura di un equilibrio europeo destinata a ripercuotersi
fino al grande conflitto. La gravosa e politicamente miope pace imposta alla
Germania a Versailles (1920), il forte connotato ideologico che le dittature (di
destra e di sinistra) europee finirono per avere conferendo alla guerra il carattere
fanatico e intransigente tipico delle guerre di religione, hanno fatto diventare la
seconda guerra mondiale «...una guerra dei Trent'anni del XX secolo...». In
questa prospettiva la conquista violenta del potere da parte dei bolscevichi in
Russia, le cui lontane origini sono, ancora una volta, ravvisabili nel
giacobinismo della Rivoluzione, rappresentò l'ulteriore e decisivo momento di
spaccatura e contrasto all'interno della storia europea (E. Nolte, '88)2.
Va anche detto che se la guerra si innescò a causa del precario equilibrio
europeo, il carattere che essa assunse, soprattutto con l'attacco delle forze
dell'Asse all'URSS nel giugno del '41 e agli USA nel dicembre di quello stesso
anno, riguarda senz'altro una dimensione ben più vasta e globale. L'intero
scenario internazionale dopo la guerra subirà modificazioni profondissime.
L'Europa perderà ulteriormente e definitivamente la sua centralità politica a
favore degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, ambedue potenze di grandezza
mondiale impegnate a controllare molteplici e vasti settori intercontinentali. Lo
stesso atto finale, tragicamente finale, dello scontro, vedrà protagonista il fronte
di guerra in estremo oriente. Le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9
1 La prima scuola storiografica che si fregiò del titolo di «revisionista», ebbe origine negli Stati Uniti e
volle porre all'attenzione della storiografia coeva su chi veramente scatenò la prima guerra mondiale. H.
E. Barnes, l'antesignano di questo approccio, nel saggio Genesi della prima guerra mondiale,
pubblicato nel 1927, sosteneva che le responsabilità del conflitto non ricadevano sugli Imperi Centrali
(Germania e Austria-Ungheria) e che l'interpretazione che ne attribuiva la paternità rispondeva al fatto
che chi vince una guerra ne scrive anche la storia. Come si vede, in nuce, sono già presenti temi che qui
stiamo rapidamente affrontando. Oggi, su posizioni analoghe, pur con sfumature e differenze interne,
troviamo storici come E. Nolte, A. Hillgruber, M. Stürmer, K. Hildebrand, e, su posizioni più estreme
D. Irving, R. Harwood, R. Faurisson.
2 E. Nolte, Nazionalsocialismo e bolscevismo. La guerra civile europea 1917-1945, Sansoni, Milano
1988.
2
agosto 1945), al di là dell'immane tragedia umana, prefigureranno strategie
politico-militari ancora una volta assolutamente nuove rispetto a quelle
consumatesi in Europa. La «guerra totale», come ebbe modo di essere
«felicemente» battezzata dal ministro della propaganda nazista Goebbels, nel
corso del suo svolgimento ebbe modo di far percepire gli angoscianti sviluppi
che essa avrebbe potuto avere, in un futuro non lontano, trasformandosi in
guerra atomica di autodistruzione (Vedi: J. Hershey, '87).
Non va dimenticato che questo carattere extraeuropeo che il conflitto
aveva assunto, anche se va debitamente ricordato che il teatro dello scontro
principale fu e rimase il continente Europeo, ha dato il destro alla stessa
propaganda nazi-fascista di insistere sull'identità delle forze dell'Asse con
l'intera storia europea, quasi che i regimi dittatoriali di destra fossero i depositari
storici e morali della tradizione culturale e politica dell'intero continente e del
suo ruolo di guida detenuto nel recente passato.
Ma torniamo a parlare della guerra senza peraltro voler fornire tutte le
tappe del suo svolgimento facilmente recuperabile in un qualsiasi manuale di
storia contemporanea. Da un punto di vista generale pare importante ribadire
come la guerra assunse una dimensione veramente colossale. Si pensi che oltre
50 milioni furono i morti causati dal conflitto e che il 50% di essi furono civili.
Forse questo dato identifica come pochi altri il carattere di «totalità» che la
guerra assunse. Le occupazioni di intere nazioni e paesi, lo stato di persecuzione
e dominio attuato dalle forze dell'Asse, i metodi dell'internamento e
dell'assassinio di massa attuato contro gli oppositori e contro i popoli ritenuti
subalterni, offrono un quadro inquietante e sinistro del tipo di confronto messo
in atto. L'uso di nuove e terribili armi, che già avevano dato una triste prova di
sé nel corso della prima guerra, assume con la seconda guerra mondiale una
dimensione ancora più vasta e incombente. L'impiego massiccio dei carriarmati
e la rapidità delle manovre; l'uso delle portaerei e dei sottomarini; il grande
impiego dell'aviazione ed i bombardamenti a tappeto: non sono che un rapido e
insufficiente elenco dei nuovi e terrificanti mezzi messi a disposizione dei
moderni eserciti. Soprattutto l'agguerritissimo esercito tedesco collauderà la
tecnica della Blitzkrieg (guerra lampo), con forti penetrazioni dei mezzi
corazzati nel fronte nemico. Memore dell'assedio economico commerciale
sofferto nel corso della prima guerra, la Germania confidava sulla rapidità delle
azioni militari e su un immediato successo per evitare di essere strangolata
economicamente dal nemico.
Dall'apertura del conflitto (1 settembre 1939), in pochissimo tempo i
tedeschi occupano la Francia (10 maggio - 22 giugno 1940) e quindi la
Danimarca e la Norvegia. Solo l'Inghilterra (con la famosa «battaglia
d'Inghilterra»), grazie alla Royal Air Force, continuerà a resistere. Il 10 giugno
del 1940 anche l'Italia entrerà in guerra a fianco della Germania. La bellicosa
Italia fascista dimostrerà subito la sua totale inconsistenza militare: dalla guerra
di Etiopia (agosto 1940), alla guerra di Grecia-Albania (ottobre 1940), alla
guerra d'Africa sul fronte libico-egiziano, l'esercito italiano subì pesanti rovesci.
Svaniva così il sogno propagandistico di una «guerra parallela» da combattere
accanto all'alleato tedesco nel settore balcanico e mediterraneo. L'attività
3
militare italiana verrà ad occupare un ruolo assolutamente subalterno e
dipendente dalle strategie tedesche. La guerra contro l'URSS, iniziata nel giugno
del '41 per volontà tedesca, vedrà l'Italia impegnata a fornire un ampio
contingente di soldati. In uno scenario di guerra assolutamente estraneo e
lontano dagli stessi interessi fascisti, ma impostosi a causa della subalternità e
della vanagloria del Regime (il Duce si era espresso in questa circostanza con
grande cinismo; affermò che alle trattative di pace l'Italia aveva bisogno di
buttare sulla bilancia delle trattative «Qualche migliaio di morti»), i soldati
dell'Armir3 (circa 220.000) morirono a centinaia di migliaia nella paurosa
ritirata dell'inverno 1942-43.
Verso la fine del 1942 si consumò la svolta decisiva del conflitto. La
sconfitta di Stalingrado dei tedeschi segnò la riscossa sovietica. Nonostante le
immani distruzioni subite direttamente su una parte vastissima del territorio
dall'avanzata tedesca (la Germania aveva adottato la linea della «guerra di
sterminio» nei confronti dei nemici bolscevichi), con straordinaria tenacia e
determinazione i russi trasportarono e ricostruirono gran parte dei loro impianti
industriali nelle retrovie lasciando dietro di sé terra bruciata. Intanto l'ingresso
degli Stati Uniti in guerra nel dicembre del 1941, dopo il proditorio attacco dei
giapponesi a Pearl Harbour, aveva messo a disposizione delle forze anti-naziste
un formidabile apparato produttivo ed un esercito di enormi potenzialità
belliche.
L'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto segnò anche una diversità di
linee tattiche da tenere nel corso del confronto. Roosevelt era seguace della
linea della «concentrazione» secondo la quale era necessario concentrare il
massimo delle risorse sullo scacchiere europeo contro l'avversario più forte.
Churchill era viceversa uno strenuo difensore della teoria della «diversione»
che consisteva nell'attaccare il nemico in aree periferiche, più deboli, puntando
sul logoramento. In questo quadro si inseriva anche la richiesta di Stalin che
sollecitava l'apertura di un secondo fronte europeo in grado di allentare la
pressione sul fronte orientale. La linea di Churchill risentiva anche di una
persistente e profonda diffidenza nei confronti di Stalin e dell'anticomunismo
che lo portava a procrastinare l'alleggerimento del fronte orientale. Lo sbarco in
Marocco nel novembre 1942 e quello in Sicilia nel 1943, che in qualche modo
rispecchiavano la linea di Churchill che vedeva nell'Italia il «ventre molle» della
fortezza europea, non dettero però apprezzabili risultati militari. Fu così decisa
l'«operazione Overold», vale a dire lo sbarco in Normandia, attuato il 6 giugno
1944, che, a prezzo di gravi perdite, riuscì ad aprire il fronte occidentale.
Il 1944 è anche l' «anno delle dieci vittorie» dell'Armata rossa: alla fine
del 1944 i russi erano pronti ad attaccare il territorio tedesco. Anche questa
precipitosa avanzata russa indusse gli alleati a rompere gli indugi e a cercare di
arrivare al cuore dell'Europa prima degli «alleati» sovietici. In questo fatto,
nonché negli accordi di Yalta (febbraio 1945), è già avvertibile lo scontro che
3 L'Armir è la sigla che corrisponde ad Armata Italiana in Russia. Fu presente in Russia tra il luglio '42 e
il febbraio '43. La tragica ritirata avvenne nel dicembre del '42 e costò agli italiani circa 220.000 morti.
É questa una delle pagine più tragiche e buie per l'esercito italiano impegnato nel conflitto.
4
caratterizzerà il dopoguerra tra il blocco comunista da una parte e quello
occidentale dall'altra.
Lo sbarco in Sicilia degli Alleati ebbe però sul piano politico importanti
riflessi rispetto al Regime. Il 25 luglio 1943 Mussolini veniva destituito per dare
luogo al governo diretto dal maresciallo Badoglio. L'8 settembre di quello stesso
anno l'Italia usciva dal conflitto e annunciava la firma dell'armistizio. Iniziava
così un periodo tra i più tragici ed eroici della nostra storia nazionale. Occupata
dai tedeschi; riorganizzatisi i fascisti che dettero vita alla Repubblica Sociale
Italiana, l'Italia fu attraversata direttamente dal conflitto, sia per l'avanzata, lenta
ed estenuante, degli eserciti alleati che procedevano dal sud verso il nord, sia
per la lotta di liberazione che gli antifascisti ingaggiarono contro i nazifascisti.
Il capitolo della Resistenza è molto denso e articolato al suo interno. In
questa rapida scheda sulla seconda guerra mondiale basti sapere che il paese ne
risultò profondamente modificato. Non solo il rapido cambiamento di fronte
espose la popolazione civile ad un durissimo capovolgimento (la guerra, fino ad
allora combattuta su fronti lontani, arrivava in casa); non solo l'occupazione
tedesca dimostrò tutta la sua durezza esacerbata dal «tradimento» italiano; non
solo l'Italia del Sud già liberata dagli alleati non visse con la stessa intensità
l'esperienza della lotta di liberazione; ma per la prima volta, nonostante il lungo
letargo politico imposto dal Regime, ampi settori popolari dimostrarono di
sentire l'appartenenza nazionale, di esprimere un sentimento collettivo e di
essere qualcosa di senz'altro molto diverso e molto lontano dal fascismo e dai
rappresentati della nazione (Badoglio e il Re) che, dopo l'armistizio, avevano
abbandonato Roma per rifugiarsi nel Sud d'Italia.
Lo sbarco in Normandia, nonostante una controffensiva tedesca sulle
Ardenne, segnò la fine della Germania. Dal bunker della Cancelleria Hitler volle
continuare la guerra fino all'ultimo. Una sorta di auto punizione da infliggere al
popolo tedesco che non aveva saputo realizzare il suo sogno millenario, portava
il Führer a vedere nel crollo totale del Reich una degna conclusione. É
veramente sorprendente come di fronte ad una ormai certa sconfitta, con
l'apparato dello stato ormai in completo sfaldamento, la classe dirigente tedesca
non abbia saputo esprimere qualcosa o qualcuno in grado di mettere termine
prima al massacro.
L'8 maggio 1945 la guerra ebbe fine in Europa. Il 2 settembre successivo
il Giappone firmò la capitolazione.
Indicazioni bibliografiche:
- R. BATTAGLIA, La seconda guerra mondiale, Ed. Riuniti, Roma 1971;
- M. BLOCH, La strana disfatta, Einaudi, Torino 1995;
- J. HERSHEY, Hiroshima, Bompiani, Milano 1987;
- A. HILLGRUBER, Storia della seconda guerra mondiale, Laterza, Bari
1987;
- J. RAWLS, Hiroshima, non dovevamo, Donzelli Editore, Milano 1995;
- F. SCHURMANN, La logica del potere, Il Saggiatore, Milano 1980;
- A.J.P. TAYLOR, Le origini della seconda guerra, Laterza, Bari 1961.
5
Badoglio P.; 4
Barnes E.; 1
Battaglia R.; 4
Bloch M.; 4
Churchill W.; 3
Faurisson R.; 1
Goebbels P.J.; 2
Harwood R.; 1
Hershey J.; 2; 4
Hildebrand K.; 1
Hillgruber A.; 1; 4
Hitler A.; 1; 4
Irving D.; 1
Mussolini B.; 4
Nolte E.; 1
Rawls J.; 4
Roosevelt F.D.; 3
Schurmann F.; 4
Stalin J.; 3
Stürmer M.; 1
Taylor A.J.P.; 4
Fonte: http://www.youtube.com/user/JossyHadash
Stalin Nostalgia - Russia...
June 2005
He turned Russia into a giant concentration camp, killing tens of millions of people. So why do so many Russians regard him as a hero and long for another Joseph Stalin?
"He's the man who created our country. How can you not love him?" proclaims one elderly lady. "He was just, honest. When he died, we were all crying." Stalin has long been admired by the older generation, who grew up in a world where the Soviet Union was respected and feared. The difference now is that some of their grandchildren agree. "For me, he's the figure who played the greatest role in the 20th century," states 23 year old Alexei Sidorov. For the first time in decades, new statues of Stalin are going up. Streets and parks are being named after him and there's fresh interest in his life. But that's angering as many Russians as it's pleasing. "Stalin, in my opinion, shouldn't be remembered at all," states Joe Glazer. He was arrested in one of Stalin's purges and sent to the gulags. But increasingly he finds himself in a minority. "People need a hero," explains human rights worker Grigory Shvedov. For todays Russians, a strongman like Stalin is just what the country needs.
Produced by ABC Australia
Distributed by Journeyman Pictures
Fonte: http://www.youtube.com/user/journeymanpictures
Elezioni Politiche del 1968...Aldo Moro: 31/mo anniversario della morte...
Ecco chi governava in Italia nel 1968...
ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha reso omaggio alla memoria di Aldo Moro, deponendo una corona di fiori in via Caetani a Roma, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dell'ex leader della Democrazia cristiana, rapito e poi ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio 1978.
Napolitano, e' arrivato accompagnato dal Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, in via Caetani, alle 9:30 e si e' soffermato per alcuni secondi in raccoglimento davanti alla lapide di Moro. Trentuno anni fa il corpo di Moro, ucciso con diversi colpi d'arma da fuoco, venne trovato nel portabagagli di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a due passi dalla sede del Pci di via delle Botteghe Oscure e a poca distanza da quella della Dc di piazza del Gesu'. Il sequestro di Moro duro' 54 giorni.
IN VIA CAETANI L'OMAGGIO DI ALFANO, ALEMANNO E MARRAZZO
ROMA - Le Istituzioni hanno reso omaggio oggi alla memoria di Aldo Moro deponendo corone di fiori in via Caetani a Roma, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dell'ex leader della Democrazia cristiana, rapito e poi ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Oltre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a rendere omaggio al ricordo di Moro, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, il vicepresidente della Provincia di Roma, Cecilia D'Elia. In via Caetani anche il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il comandante provinciale dei Carabinieri, Vittorio Tomasone, l'assessore alla Scuola della Regione Lazio, Silvia Costa, e il segretario regionale dell'Udc e parlamentare, Luciano Ciocchetti. Nella strada, oggi pervasa dal silenzio, dove 31 anni fu ritrovata la Renault 4 rossa con all'interno il cadavere di Moro, si sono succeduti momenti di solenne raccoglimento. ''Aldo Moro ha pagato con la vita il suo essere uno dei grandi costruttori della democrazia moderna - ha detto D'Elia -, il terrorismo tento' di spezzare quella pratica della politica e del dialogo solidale che Moro stava innestando nella cultura e nella nostra societa' e intorno alla quale il grande statista stava costituendo un processo di rinnovamento''.
FINI, RICORDARE VITTIME TERRORISMO E' DOVERE PER TUTTI
ROMA - ''Ricordare le vittime del terrorismo e' un dovere per tutti e per le Istituzioni credo che il modo migliore onorarne il sacrificio sia fare tutto quello che e' in loro potere per garantire che le colpe e le responsabilita' di questi atti tragici siano accertate senza omissioni e senza verita' di comodo''. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, giunto in via Caetani a Roma per commemorare Aldo Moro. Per Fini, bisogna ''soprattutto far si' che tutti coloro che si sono resi colpevoli paghino il debito che hanno contratto con la giustizia''. (ANSA)
Fonte: http://notizie.tiscali.it/ e http://www.youtube.com/user/Sibilla60
ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!






