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venerdì 14 marzo 2008

Le elezioni politiche del 13-14 Aprile 2008 sono truccate???

Roma - I sondaggi, le radio, i telegiornali e i giornali di regime asserviti ai poteri forti e alle corporazioni hanno già deciso tutto: i partiti vincitori che potranno andare in Parlamento e spartirsi seggi saranno solamente 2 insieme a i loro fidi e accoliti alleati. Una VERGOGNA, e di questo ci assumiamo ogni responsabilità, una MAFIA nel senso puro della parola! L'Italia si prepara ad una situazione molto simile alla Russia di Putin: le regole elettorali le decideranno solo Veltrusconi, le leggi le faranno solamente loro e si prospetta nel Parlamento italiano l'assenza di una opposizione forte e combattiva in quanto comunque vadano e quali siano i risultati elettorali l'inciucio o le larghe intese ci saranno e sui temi proprio più importanti per la crescita della nostra povera nazione italiana.Da una parte una fasulla sigla priva di valori e di unica ispirazione putinista, populista e berlusconiano- leninista tenta quotidianamente di infangare e offendere le uniche alternative al duopolio elettorale. Dall'altra parte un partito che dietro l'acronimo di democratico di fatto rappresenta il partito della plutocrazia, dell'ultra-capitalismo yankee e degli interessi delle oligarchie che da sempre condizionano la nazione e che sono oggi responsabili di una estesa disparità fra le classi sociali (Confindustria, Confartigianato ecc.ecc.). A questo duopolio anti-democratico, come modesto movimento politico ci ribelliamo e continueremo a ribellarci ribadendo ancora una volta la nostra totale e sincera indicazione di voto a favore de LA DESTRA per Santanché Presidente. Un piccolo contributo che vuole arricchire un' alternativa seria concreta e di DESTRA al governo di due partiti di cartapesta.
Fonte: Circoli della Destra Nazional-Democratica

domenica 9 marzo 2008

Azzerata Alleanza Nazionale a Massa-Carrara. Adesioni plebiscitarie a La Destra!!!

Massa-Carrara - Con una conferenza stampa guidata da Musetti Gianni capogruppo de La Destra a Carrara, da Italo Marri portavoce regionale e da Luca Lorenzi resp. Nazionale dell’organizzazione giovanile de La Destra, si è letteralmente scatenato un terremoto politico volto a stravolgere completamente gli assetti politici del Centro-destra di Massa-Carrara.Infatti a questa conferenza stampa, gremita di simpatizzanti e tesserati del partito di Storace, hanno preso parte rassegnando le dimissioni da Alleanza Nazionale circa 80% del’intero partito. Fra questi spiccano i tre consiglieri comunali, Stefano Benedetti, capogruppo di AN a Massa da due consiliature nonché l’eletto più votato dell’intera città, Stefano Porzano, consigliere di Massa e Carlo Azioni anch’esso di AN e unico consigliere nel Comune di Montignoso. Oltre a questi visi noti dell’opposizione massese hanno anche aderito in tronco una fitta rete di consiglieri circoscrizionali che rappresentano quasi l’intera rappresentanza istituzionale del loro, ormai ex, partito di Alleanza Nazionale. Con questa botta di adesioni a La Destra, il partito di Fini ha letteralmente perso la propria forza all’interno delle istituzioni e viene declassato automaticamente al terzo posto dei partiti d’opposizione nella Provincia di Massa-Carrara, sostituito interamente dal partito Storaciano. Questa adesioni ovviamente si vanno ad aggiungere alle sottoscrizioni da parte di interi circoli e da consiglieri comunali nel Comune di Carrara dove già da tempo esiste il gruppo consiliare de La Destra e già da tempo Alleanza nazionale era stata sovvertita nei suoi ordini di rappresentanza politica. Italo Marri Portavoce regionale ha riferito che ora La Destra cerchera’ di convincere gli altri partiti della Cdl (Forza Italia, Udc e Lega Nord) a svolgere le primarie per la scelta di un unico candidato a sindaco, altrimenti il partito di Storace a Massa potrebbe anche correre da solo.Per Marri la forza de La Destra sta negli uomini stessi che la compongono, persone limpide e pulite che hanno a cuore il popolo e le sue problematiche e non posti e incarichi utili solo a personalismi e arrivismi dei singoli contro il bene di tutti.
“Una delle maggiori e più rappresentative uscite in blocco verso La destra di tutta Italia ”- ha commentato Gianni Musetti, - “uscite che dimostrano che il nostro partito è in grado di raccogliere e risollevare le sorti del centro destra con il nuovo e frizzante spirito di rinnovamento e di voler tornare a parlare di politica al cuore della gente”
Luca Lorenzi Resp. Organizzativo di Gioventù Italiana dichiara “mi congratulo con i consiglieri di Massa e di Montignoso , con i dirigenti e gli esponenti che per anni hanno militato e fatto politica con la passione che ci contraddistingue nella nostra città, per l’ingresso ne La Destra . Ad oggi possiamo di nuovo dare il benvenuto alla destra in tutti i comuni della nostra provincia , i nostri valori sono finalmente tornati nella politica e al servizio del cittadino e tutto questo mancava ormai da dieci anni.Da oggi partirà un lungo cammino partecipativo che vedrà il nostro simbolo protagonista nelle elezioni amministrative future.
Stefano Benedetti dichiara “siamo finalmente tornati alla nostra casa comune, siamo nuovamente pronti a scuotere l’animo del popolo, un popolo che può trovare in noi i loro diretti rappresentanti nell’intero scenario politico della nostra Provincia - continua il nuovo consigliere della Destra - “rilanciamo l’azione sociale del centro destra e come una ariete andiamo a sfondare l’egemonia economica e culturale che la sinistra ha creato in questo territorio. Con i soli nostri voti personali possiamo partecipare alle prossime consultazioni elettorali di Massa certi di ottenere un risultato esemplare per tutto la coalizione, con l’aiuto di tutti possiamo imporci come prima forza d’opposizione in grado di portare al ballottaggio e alla vittoria La Destra nel comune di Massa. Non ipotesi irreali ma fatti concreti, i sondaggi, per esempio quello redatto da La Parola, un giornale locale di Massa-Carrara, mi da come candidato favorito nel centro-destra. Questo dimostra- conclude Benedetti- che la gente, anche quella che non ha le tessere in tasca, sta dalla nostra parte ed è questo quello che conta.
I dirigenti del partito di Storace non si fermano qui, Nicola Franzoni, Portavoce provinciale annuncia “ quello di oggi è solo l’inizio, il bello deve ancora venire, a presto i giornali dovranno ancora parlare di noi e non solo per i fuori usciti da AN ma anche per una campagna acquisti che stiamo facendo su tutta la provincia in tutte le forze politiche. Stiamo andando a cercare di raccogliere tutti quei personaggi che, puri nell’animo e nella fedina penale, hanno bisogno di una casa politica che li possa rappresentare nelle idee e nelle azioni.

Ufficio Stampa
La destraMS

La Cassazione dà ragione a Storace ma non alla Dc!!!


Roma - L'ufficio elettorale della Cassazione respinge tutti i ricorsi presentati contro le decisioni del Viminale sui simboli dei partiti: ammessa definitivamente «La Destra» di Francesco Storace e Daniela Santanchè, e respinta invece la Dc sia di Angelo Sandri che di Giuseppe Pizza, i cui simboli scudocrociati erano già stati esclusi dall'ufficio elettorale del Viminale.
Bocciati anche i ricorsi delle altre liste. Il ricorso contro «La Destra» era stato presentato dalla lista «Destra Popolare», che ha come capolista Paolo Scagliarini e che si presenterà a Bari. Soddisfatto Storace: «è stata una sconfitta per i nostri avversari, una manovra pesantissima contro una forza politica in costante crescita nei sondaggi». «Evidentemente hanno ormai paura di noi - ha sottolineato la candidata premier de La Destra Santanchè - ma non sono riusciti a fermarci perchè? fortunatamente non tutto si può ancora comprare ed esiste un giudice a Berlino». Il segretario della Democrazia Cristiana, Sandri, annuncia invece il ricorso al Tar contro la decisione della cassazione di non ammettere il suo simbolo. «Credo - ha affermato - che sia ingiusto che un partito glorioso come la DC, che ha fatto la storia d'Italia di buona parte del secolo appena passato, non possa essere presente alle prossime elezioni politiche con il proprio simbolo storico e con il suo nome». E l'altro concorrente sul simbolo scudocrociato, Pizza, ha definito la decisione della Suprema Corte come «paradossale.

Fonte: http://www.iltempo.it/

"Alleanza Nazionale" contro "La-Destra"! Chi cancella la propria storia politica perde il lume della ragione?

Carrara (MS) - Signor Mitrokhin, vorrei intervenire in replica al Consigliere Comunale per "AN-Popolo delle Libertà" Silvia Vanelli in merito alla sua interrogazione Comunale contro il collega di minoranza Gianni Musetti che rappresenta "La-Destra" nello stesso Comune, reo di aver usufruito dei telefoni pubblici per promuovere una manifestazione di Partito...intanto vorrei quì precisare che il Consigliere Musetti aveva l'autorizzazione di utilizzare la saletta della Vice-Presidenza del Consiglio Comunale in quanto richiesta, inoltre le telefonate incriminate servivano per l'attività politica che ogni Consigliere è in diritto di svolgere in quanto lo stesso regolamento Comunale dispone che il Comune è tenuto a mettere a disposizione di ogni singolo Consigliere i mezzi ed i servizi che servono allo stesso per espletare le sue mansioni e la sua attività politica...ricordiamo infatti a tutti che i Consiglieri sono tali perchè eletti dal popolo trà le fila di un Partito Politico!!! Ma taluni Consiglieri si fanno eleggere tramite i voti dei partiti per poi rinnegarli subito dopo essere entrati a Palazzo!!! Il ruolo del Consigliere Comunale è un ruolo prettamente POLITICO!!! Non è un'attività amministrativa e burocratica, altrimenti se così fosse, bisognerebbe abolire la figura del Consigliere Comunale per assumere nuovo personale impiegatizio!!! L'interrogazione della Vanelli è fine a sè stessa, incongruente e inconsistente!!!
Alessandro Bruzzi
Coordinatore Comunale per "La-Destra" a Carrara
Riportiamo quì sotto il testo integrale dell'interpellanza del Consigliere Silvia Vanelli:
Interrogazione di Silvia Vanelli
Ill.mo Sig.Sindaco e Sig. Presidente del Consiglio Comunale
INTERROGAZIONE:
PREMESSO che nel pomeriggio del 3 marzo u.s. la sottoscritta, come altri iscritti di Alleanza Nazionale, riceveva una telefonata proveniente dal numero del Comune di Carrara 0585 – 641261; CONSIDERATO che con queste telefonate il responsabile comunale del partito politico “La Destra” invitava, a nome e per conto del Cons. Musetti, gli iscritti di Alleanza Nazionale a partecipare ad un incontro con l’On. Storace presso l’APT di Massa che si terrà nei prossimi giorni; APPURATO che detto numero telefonico corrisponde a quello dell’ufficio dei vice presidenti del consiglio Comunale di Carrara. CONSIDERATO inoltre che la sottoscritta, recatasi immediatamente in tale ufficio, trovava il responsabile comunale del Partito “La Destra” intento a telefonare il quale, dopo poco, usciva dall’ufficio chiudendolo a chiave; la sottoscritta Cons. Silvia Vanelli, desidera domandare alle SS.VV. quanto segue: Se l’ufficio dei Vice presidenti del Consiglio Comunale è a disposizione del responsabile comunale de “La Destra” per promuovere inviti a conferenze o per svolgere attività politica di partito; se detto responsabile o il di lui partito, o il cons. Musetti, esponente de “La Destra”, sono stati autorizzati dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio o da uno dei Vice presidenti, a far uso dell’ufficio e del telefono a disposizione dei Vicepresidenti del Consiglio; se il locale, nel quale si presume siano contenuti anche documenti e dati sensibili, è a disposizione di ogni associazioni o forza politica che ne faccia richiesta o, piuttosto, sia dotato di serratura e l’accesso sia consentito solo ad alcuni; in quest’ultimo caso, chi è in possesso della chiave dell’Ufficio di Vice Presidenza; desidera inoltre: al fine di verificare l’azione del responsabile de “La destra” ai danni dei contribuenti, acquisire i tabulati telefonici corrispondenti al citato numero e riportanti il traffico delle giornate 2 e 3 marzo; conoscere se, nel pomeriggio, è concesso libero accesso agli uffici incustoditi del Comune di Carrara, a qualsivoglia persona; sapere se altre persone in altre occasioni sono state autorizzate e da chi a svolgere attività di partito e ad utilizzare telefoni od altri servizi del comune di Carrara per promuovere iniziative di partito; in attesa di verificare la possibilità di adire le vie legali a tutela della privacy degli iscritti di Alleanza Nazionale, desidera sapere infine, quali azioni il Sindaco intenda promuovere per impedire l’utilizzo di telefoni pubblici del Comune di Carrara usati per iniziative di partito e se il Sindaco intende adoperarsi in azioni volte a recuperare il costo delle telefonate che sono gravate su tutti i contribuenti di questo comune a vantaggio e per promuovere una manifestazione organizzata da un partito politico.
Silvia Vanelli
Consigliere Comunale a Carrara per "AN-Popolo delle Libertà"

lunedì 3 marzo 2008

Elezioni Presidenziali in Russia, Medvedev: vittoria col 70,23%!!!

MOSCA (Reuters) - Dmitry Medvedev ha vinto le elezioni presidenziali con il 70,23%, dei consensi secondo i risultati preliminari diffusi oggi, e si è già impegnato a portare avanti le politiche del predecessore Vladimir Putin: ma per i critici la vittoria è stata orchestrata per far sì che il leader uscente del Cremlino possa mantenere le redini del potere.
Secondo i dati della Commissione Elettorale Centrale, dopo lo scrutinio del 99,45% delle schede elettorali, Medvedev - candidato del partito Russia Unita - ha vinto con il 70,23% dei voti. Il suo sfidante più forte, il comunista Gennady Zyuganov, ha ottenuto il 17,76%.
Anticipando il tandem che governerà la Russia, la prima uscita pubblica di Medvedev dopo il risultati è stata a fianco del suo mentore Putin sul palco dove si festeggiava la vittoria, nella Piazza Rossa.
Intanto gli osservatori occidentali hanno criticato le elezioni, affermando che non si sono svolte in modo corretto e democratico ma aggiungendo al tempo stesso che il risultato riflette la volontà delle gente russa.
"Il risultato delle elezioni rappresenta di fatto un voto di fiducia nei confronti del presidente in carica", ha spiegato Andreas Gross, capo di un gruppo di osservatori dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Gli osservatori dell'Osce (L'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) si sono rifiutati di verificare il coretto svolgimento delle elezioni di ieri, facendo riferimento a una mancanza di cooperazione.
Medvedev, che ha 42 anni e sarà il più giovane leader russo dai tempi dello zar Nicola II quando si insedierà il 7 maggio, ha chiesto all'ex spia del Kgb Putin di essere primo ministro. Putin non poteva essere rieletto presidente per scadenza dei termini.
Non è ancora chiaro però chi dei due governerà realmente il paese, e la domanda degli analisti è se una condivisione del potere possa funzionare in una nazione abituata ad avere un solo leader forte.


martedì 26 febbraio 2008

Fidel Castro: chi è l'uomo che ha governato per 49 anni a Cuba!!!

Fidel Alejandro Castro Ruz (Mayarí, 13 agosto 1926[1]) è un politico cubano. È stato primo ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 all'abolizione della carica avvenuta il 2 dicembre 1976 ed è stato, dal 3 dicembre 1976 al 18 febbraio 2008, Presidente del Consiglio di Stato[2] e Presidente del Consiglio dei Ministri.
Castro è stato il leader della rivoluzione cubana contro il regime di Fulgencio Batista e, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci da parte degli Stati Uniti d'America, ha instaurato un governo autoritario legato all'Unione Sovietica, da lui ininterrottamente guidato. Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni geografiche, demografiche ed economiche di Cuba a causa della sua posizione strategica e vicinanza geografica agli Stati Uniti d'America. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.
È noto anche con l'appellativo di Líder máximo, pare attribuitogli quando (il 2 dicembre 1961) dichiarò che Cuba avrebbe adottato il Comunismo in seguito allo Sbarco della Baia dei Porci a sud dell'Avana, un fallito tentativo degli Stati Uniti di rovesciare il governo cubano: nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
La leadership di Castro è rimasta incontestata, grazie al sostegno delle masse dovuto al miglioramento delle condizioni di vita secondo i suoi sostenitori, a causa della coercizione e della repressione secondo i detrattori.
Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri.
Nacque nel villaggio di Birán, già provincia cubana di Oriente (attuale provincia di Holguín), il 13 agosto 1926, da una famiglia di agricoltori benestanti (figlio di Ángel Castro e Lina Ruz).
Nel 1932 Fidel studiò a Santiago de Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti, e poi, dal 1941 al 1945, si trasferì all'Avana, nell'esclusivo collegio dei Gesuiti Belèn.
Nel 1945 si iscrisse alla facoltà di legge dell'Università dell'Avana. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano, Ramòn Grau.
Nel 1948 sposò Mirta Diaz-Balart, studentessa di filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.
Castro fece praticantato in un piccolo studio associato dal 1950 al 1952. Intendeva candidarsi al parlamento nel 1952 per il "Partito Ortodosso", ma il colpo di stato del Generale Fulgencio Batista rovesciò il governo di Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni. Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, ma la sua petizione venne rifiutata. In risposta Castro organizzò un disastroso assalto armato alla caserma della Moncada, nella provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. Più di ottanta tra gli assalitori vennero uccisi, Castro fu fatto prigioniero, processato e condannato a quindici anni di prigione. Castro utilizzò l'arringa finale del suo caso per il suo famoso "La storia mi assolverà", un discorso appassionato con cui difese le sue azioni spiegando la sua visione politica. Venne rilasciato grazie ad una amnistia generale nel maggio 1955 e andò in esilio in Messico e negli Stati Uniti.
Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il Granma. La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956. Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra, e da lì iniziarono la guerriglia contro il governo di Batista.
Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini. Il 24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista. Il capodanno del 1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono a L'Avana. Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Mirò Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleò come presidente. L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. Il 13 febbraio 1959 José Mirò Cardona si dimise inaspettatamente dalla sua carica e gli successe Fidel Castro. Il 17 luglio 1959 Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato.
Inizialmente gli USA furono rapidi a riconoscere il nuovo governo. Castro divenne Primo Ministro in febbraio, ma gli attriti con gli Stati Uniti si svilupparono ben presto, quando il nuovo governo iniziò a espropriare le proprietà delle principali compagnie statunitensi (la United Fruit in particolare), proponendo risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà, che per molti anni le stesse compagnie avevano fatto in modo di tenere artificialmente basse. Castro visitò la Casa Bianca poco dopo la presa del potere, e si incontrò con il Vice Presidente Richard Nixon. Presumibilmente Dwight Eisenhower snobbò Castro, con la scusa che stava giocando a golf e, delegando, lasciò Nixon a parlare con lui e cercare di scoprire se fosse comunista e filosovietico. Nixon commentò che Castro era "naif", ma non necessariamente un comunista.
Nel febbraio 1960, Cuba firmò un accordo per l'acquisto di petrolio dall'URSS. Quando le raffinerie cubane, di proprietà statunitense, si rifiutarono di raffinare il petrolio sovietico, vennero espropriate e gli Stati Uniti subito interruppero le relazioni diplomatiche con il governo Castro. In reazione alla politica statunitense dell'amministrazione Eisenhower che andava facendosi sempre più ostile verso la novità cubana, il governo castrista iniziò a stabilire legami sempre più stretti con l'Unione Sovietica: in seguito a diversi patti firmati tra Castro e il Premier sovietico Nikita Khruščёv, Cuba iniziò a ricevere aiuti economici e militari dall'URSS.
Il 17 aprile 1961, gli Stati Uniti sponsorizzarono un fallimentare attacco a Cuba, appoggiando un'idea degli esiliati cubani. In quell'occasione una forza di circa 1.400 dissidenti, finanziati ed addestrati dalla CIA, sbarcarono a sud de L'Avana, nella Baia dei Porci. Secondo le previsioni della CIA, l'invasione avrebbe innescato una sollevazione popolare contro Castro. Ciò non avvenne e la parte dei golpisti che giunse a riva venne catturata, mentre il Presidente Kennedy ritirò il supporto all'ultimo minuto, negando l'appoggio aereo fondamentale per la riuscita dell'operazione. Nove prigionieri vennero giustiziati a seguito di quest'azione. Più tardi, il 2 dicembre di quell'anno, in un discorso alla nazione, Castro si dichiarò un Marxista-Leninista e disse che Cuba avrebbe adottato il Comunismo.
Il 3 gennaio 1962 Papa Giovanni XXIII scomunicò Castro dando seguito al decreto del 1949 di Papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti. Per Castro, che aveva precedentemente abbandonato la fede cattolica, fu un evento di scarse conseguenze. Lo scopo del provvedimento era quello di minare il supporto a Castro tra i cattolici cubani e non; ad ogni modo, ci sono poche prove che il fatto ebbe qualche effetto.
Nell'ottobre 1962, quando gli USA scoprirono che l'Unione Sovietica stava tentando attivamente di schierare missili nucleari sull'isola, si ebbe la cosiddetta "Crisi dei missili di Cuba". Dopo che le tensioni vennero disinnescate, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero mutuamente ostili, e la CIA continuò a finanziare, supportare ed appoggiare attentati terroristici contro l'isola e contro la persona Castro, mentre il regime cubano tentava di esportare il proprio modello in diverse regioni del Sud America e dell'Africa.
Nel 1976 all'apice della politica di embargo statunitense contro Cuba, Pierre Elliott Trudeau, allora Primo Ministro del Canada, fece visita di Stato nell'isola, la prima da parte di un leader occidentale, e abbracciò personalmente il capo cubano. Trudeau gli portò in dono 4 milioni di dollari e organizzò prestiti per altri 10 milioni. Nel suo discorso Trudeau dichiarò: "lunga vita al Primo Ministro e Comandante in Capo cubano. Lunga vita all'amicizia cubano-canadese".
Nel novembre del 1996 Fidel Castro andò a Roma, in occasione dell'Incontro mondiale sull'alimentazione promosso dalla FAO. In quell'occasione andò in Vaticano, per incontrare il Papa Giovanni Paolo II.
Il 21 gennaio del 1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita ed andò a Cuba. Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano Angelo Sodano[4]. Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, e rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta.
Il 22 novembre del 1999 Elián, un bambino cubano, partì da Cuba insieme alla madre su una barca diretta in Florida. Una pattuglia cubana raggiunse la barca cercando invano di convincere gli occupanti a non continuare il viaggio, ma poco dopo la barca naufragò. La madre del bambino morì, mentre lui si salvò insieme a due adulti. Fu avvistato dalla guardia costiera americana, che lo recuperò.
Elián fu preso in custodia temporanea da alcuni parenti della madre che vivevano in Florida, senza il consenso del padre che era rimasto a Cuba. Nella capitale cubana si susseguirono cortei per il rientro in patria del bambino, mentre in Florida l'FBI e gli avvocati dei parenti materni riuscirono a ritardare la decisione. Il 22 aprile del 2000 la polizia federale prelevò il bambino e lo riportò a Cuba.
Fidel Castro non intervenne mai sulla questione, ma quando seppe del ritorno del bambino disse: "Il problema generale non è ancora risolto. Fino a quando la legge dell'accordo cubano non verrà abrogata potranno verificarsi altri casi. Se al resto dell'America Latina e dei Caraibi offrissero gli stessi incentivi per l'immigrazione, più della metà degli Stati Uniti sarebbe oggi occupata da immigrati provenienti da quelle zone."
Castro consolidò il controllo della nazione nazionalizzando ulteriormente l'industria, confiscando i beni di proprietà straniera, collettivizzando l'agricoltura, ed emanando politiche a beneficio dei lavoratori. Molti cubani lasciarono il paese, alcuni per Miami, Florida, dove formarono una numerosa comunità anti-castrista, sovente in contatto con gruppi malavitosi e della destra dei servizi segreti statunitensi. A causa del duro embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba divenne sempre più dipendente dai sussidi sovietici. Il collasso dell'Unione Sovietica nel 1991 portò quindi un periodo di forte sofferenza economica a Cuba.
Le aspre sanzioni economiche volute dagli USA, in primis l'embargo, ma anche il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani, sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba. Comunque, tra il 1960 e il 1990 gran parte dei loro effetti vennero attenuati dall'aiuto dell'ex Unione Sovietica, che in alcuni anni equivaleva a un quarto del PIL nazionale. Nonostante l'embargo statunitense, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi (dopo la Repubblica Dominicana). La sua economia riceve anche un afflusso di valuta (stimato in 850 milioni di dollari all'anno) dai Cubani Americani che mandano soldi a familiari e amici rimasti sull'isola.
Negli anni recenti Castro ha scommesso sulla biotecnologia per supportare l'economia di Cuba. Da allora, l'economia cubana ha accelerato, sia per l'esportazione di tecnologia medica che per il "turismo della salute". Lo sviluppo cubano in questo campo ha però causato preoccupazione per le possibili ricerche di armi biologiche. Nel 2002 uno degli scopi della visita dell'ex Presidente statunitense Jimmy Carter era di ispezionare i siti cubani per l'ingegneria genetica.
Il 14 dicembre 2004 Castro ha siglato con il Presidente del Venezuela Hugo Chávez l'accordo preliminare per la costituzione dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina ed i paesi caraibici.
Istruzione e sanità vennero rese accessibili a tutti, anche alle persone che vivevano nelle zone più remote dell'isola. Le statistiche dell'UNESCO hanno confermato negli anni che il tasso di istruzione di base a Cuba è tra i più alti dell'America Latina. Il governo sta inoltre portando avanti un programma che consente a studenti stranieri, di trasferirsi sull'isola e seguire corsi di studio universitari gratuiti. Attualmente sono presenti circa ventiduemila ragazzi, provenienti soprattutto dai paesi del terzo mondo.
Contrariamente alla situazione riscontrabile in molte altre nazioni latino-americane e caraibiche, nessun bambino cubano vive per la strada. I tassi di mortalità infantile sono i più bassi della regione (perfino più bassi di nazioni come gli Stati Uniti), il livello della sanità è elevato e tutti i cubani ricevono latte quasi gratis fino all'età di sette anni. Le aspettative di vita a Cuba, nel 2002, erano solo leggermente inferiori a quelle degli USA. Il tasso di mortalità infantile cubano è il secondo più basso delle Americhe (dopo il Canada, dati OMS, 2000). Viene generalmente riconosciuto che Cuba ha fatto sostanziali progressi nello sviluppo farmaceutico. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo.
I media cubani, controllati dal governo, spesso evidenziano il contrasto tra i soddisfatti bambini cubani e le loro controparti a Bogotá, Los Angeles o Buenos Aires -- che spacciano droga, sono trascinati nella prostituzione, o vivono in baraccopoli.
La campagna per l'alfabetizzazione di Castro, si concentrò sulle aree rurali dove questa era molto bassa. In un discorso dell'autunno 1960 davanti alle Nazioni Unite, Castro annunciò che "Cuba sarà la prima nazione d'America che, nel giro di pochi mesi, sarà in grado di dire di non avere una persona analfabeta". Quasi 270.000 insegnanti e studenti vennero utilizzati per l'alfabetizzazione dell'isola. Nel 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 4%. Il Museo Nazionale Cubano dell'Alfabetizzazione raccoglie più di 700.000 lettere inviate a Castro da coloro che avevano terminato il corso come testimonianza dell'avvenuta alfabetizzazione.
La televisione cubana trasmette corsi di livello universitario per la popolazione adulta.
Attorno a Castro si è sviluppato uno scarso culto della personalità, visti i suoi ripetuti tentativi di scoraggiarlo[2]. Ad esempio, Castro è stato raffigurato solo due volte su un francobollo cubano: nel 1974 apparve su un francobollo commemorativo della visita di Leonid Brežnev e nel 1999 apparve su uno che commemorava il 40° anniversario della rivoluzione. Non c'è a Cuba nessuna strada, città o statua di Castro anche se sono frequenti grandi tabelloni con sue immagini [6]. C'è stata una tendenza più forte a incoraggiare la reverenza per l'eroe dell'indipendenza cubana José Martí e per i caduti della rivoluzione cubana, come Camilo Cienfuegos. Castro è famoso per i suoi lunghi (spesso di diverse ore) documentati discorsi. Castro compare raramente in pubblico senza divisa militare e berretto.
Il regista statunitense Oliver Stone ha girato due interviste-documentario sulla figura di Castro, Comandante, nel 2003 e Looking for Fidel, nel 2004.
Secondo alcune fonti alcuni dissidenti cubani e opponenti politici sono stati imprigionati in condizioni estremamente difficili e senza processo con l'accusa di essere "contro-rivoluzionari", "fascisti" o agenti della CIA[9]. Diverse associazioni per la tutela dei diritti umani accusano inoltre il governo di Castro di reprimere sistematicamente il dissenso politico mediante processi e carcerazioni arbitrarie, sorveglianza e licenziamenti a motivazione politica [10]. Castro sostiene che Cuba non detenga prigionieri politici, ma criminali che hanno commesso atti contro-rivoluzionari, incluso l'uso di ordigni esplosivi.[11] In più sostiene che l'opposizione al governo sia illegittima e sia il risultato delle azioni dei rifugiati cubani statunitensi e della CIA. I sostenitori di Castro ritengono che le misure adottate dal governo cubano servano a prevenire un possibile fallimento del suo governo e le giustificano con le costanti pressioni economiche e militari da parte degli USA e degli alleati che durano da più di mezzo secolo.Nel 2001 Hallgeir Langeland, parlamentare norvegese del Partito della Sinistra Socialista, ha candidato Fidel Castro per il Premio Nobel per la pace per gli aiuti medici e ingegneristici dati ai paesi in via di sviluppo.
Nel 2005 la rivista Forbes inserì Castro nella lista [13] dei "re, regine e dittatori" più ricchi, attribuendogli un patrimonio di 550 milioni di dollari.
Il governo castrista smentì affermando che si trattava «di una goffa diffamazione orchestrata dagli Stati Uniti».
Nel 2006 la rivista inserì nuovamente Castro nella lista [14] attribuendogli questa volta un patrimonio ancora superiore, pari a 900 milioni di dollari (quasi il doppio rispetto a quanto la stessa rivista stimò come patrimonio nel 2005), specificando però che questi deriverebbero dal "controllo" di una rete di compagnie statali" (il Palacio de Convenciones, un centro congressi vicino all'Avana; Cimex, un conglomerato di vendite al minuto e Medicuba, società di vendita di farmaci prodotti nell'isola), e affermando che "ex funzionari cubani insistono che Castro, che viaggia esclusivamente in una flotta di Mercedes nere, si è appropriato dei profitti di queste attività d'affari, nel corso degli anni". Forbes affermò di aver così calcolato la cifra fornita: "con l'obiettivo di arrivare ad una cifra netta abbiamo utilizzato un metodo nel quale le entrate di denaro liquido vengono scontate per valutare queste compagnie e dopo abbiamo presunto che una parte di questo flusso di profitti va a Castro", "adottando un criterio prudenziale abbiamo evitato di stimare qualunque profitto che possa avere intascato in altre epoche, anche se esistono voci che trasferì grosse somme in conti bancari svizzeri. Castro lo ha negato pubblicamente ed ha insistito che non possiede nulla".
Dopo l'articolo di Forbes, Fidel Castro sfidò pubblicamente la rivista[15], il «ladruncolo» George W. Bush, la CIA, le 33 agenzie segrete e le banche americane a dimostrare le accuse: «se riescono a provare ciò che dicono, a trovare un conto a mio nome di 900 milioni, di 500 milioni o di un solo dollaro, se lo proveranno, offrirò loro quello che hanno preteso e non hanno potuto ottenere durante mezzo secolo, durante il quale hanno cercato di distruggere la rivoluzione e assassinarmi in centinaia di attentati: rinuncerò ai miei incarichi».
Il 17 maggio 2006, in risposta alle dichiarazioni di Castro, Forbes ammise alla BBC di «non avere alcuna prova che Castro abbia nascosto denaro in conti bancari all'estero»[16]. Forbes si giustificò dicendo che in quell'articolo si intendeva che solo se Castro avesse voluto avrebbe potuto abbandonare Cuba con quella somma.
Questi "attacchi" da parte di Forbes, che nonostante le successive smentite e i distinguo hanno avuto notevole risonanza mediatica in tutto il mondo, potrebbero avere motivazioni politiche, essendo il direttore (e nipote del fondatore) Steve Forbes schierato con l'ala più conservatrice del partito Repubblicano (partecipò anche alle primarie per la candidatura a presidente degli Stati Uniti sia nel 1996 che nel 2000e vinse anche in qualche stato) ed uno dei firmatari del Progetto per un nuovo secolo americano.
Secondo un dubbio articolo [citazione necessaria] pubblicato dal gruppo terroristico del MiM (Movimento Insurrezionale Martiano), il patrimonio del Líder máximo già nel 1976 avrebbe avuto un valore di addirittura 1,2 miliardi di dollari. Le prove sarebbero state raccolte da un servizio di intelligence dell'organizzazione e denunciano un notevole arricchimento del dittatore cubano, a partire dai primi giorni della sua leadership. Appena salito al potere Castro avrebbe sottratto dalle casse dello Stato 28 milioni di dollari, girandoli alla Novodyt Bank di Londra. Il MiM sostiene inoltre che Castro pretendesse dal 20 al 25% di ogni operazione commerciale di Cuba e fino al 5% dei guadagni relativi alla vendita di zucchero in Unione Sovietica fino al 1988. Tale organizzazione anticastrista afferma inoltre che Fidel Castro sarebbe proprietario anche di grandi appezzamenti di terreno in Svezia, Finlandia e Svizzera, oltre a diverse residenze in Spagna, Italia e Francia.
Il MiM è un’organizzazione sospetta di atti di terrorismo. Un suo membro, Reinol Rodriguez, è stato accusato di vari atti di terrorismo, incluso l’assassinio a Porto Rico nel 1979 di Muñiz Varela, colpevole di organizzare viaggi a Cuba nell’ambito del processo di avvicinamento USA-CUBA promosso dall’amministrazione Carter. Rodriguez si è espresso in un’intervista concessa a Porto Rico al settimanale la Cronica con le seguenti parole: «per ogni nostro agente che cada nelle mani di Castro uccideremo 5 cubani. 5×1 è l’ordine».
Il 1 agosto 2006 Castro cedette temporaneamente il governo (per la prima volta nella storia della rivoluzione cubana) al Vice-presidente e fratello Raúl Castro, dovendosi sottoporre a un improvviso intervento chirurgico intestinale. Il 7 agosto comunicò l'esito positivo dell'intervento ed il suo rientro all'attività entro una settimana. In occasione dell'ottantesimo compleanno, il 13 agosto 2006, i festeggiamenti previsti furono annullati per il protrarsi della degenza.
Il 29 ottobre 2006 è apparso, per la prima volta dopo circa tre mesi, alla televisione di Stato dove si è esibito in un discorso contro chi lo credeva morto o gravemente malato
Il 17 novembre 2006 la figlia Alina, intervistata dal Corriere della Sera, ha detto che Castro si sta riavvicinando a Dio e alla Religione.[18]
Il 3 dicembre 2006 per la prima volta a causa delle sue gravissime condizioni di salute (si parla di cancro dell'intestino) non ha presenziato alle manifestazioni per la festa delle Forze Armate, di cui quest'anno ricorreva il cinquantenario ed il giorno prima non ha potuto partecipare alla cerimonia (già posticipata per la sua salute precaria) per il suo 80° compleanno, durante la quale il fratello Raul ha aperto, anche se con alcune diffidenze, agli Stati Uniti.
Il 26 dicembre 2006 il medico spagnolo, José Luis Garcia Sabrido, che ha visitato Castro, su richiesta di quest'ultimo, ha dichiarato che il presidente cubano non è malato di cancro e non ha alcuna patologia maligna terminale e che le sue attuali non buone condizioni derivano dalle complicazioni mediche dovute al gravissimo intervento chirurgico subito nei mesi scorsi, aggiungendo inoltre che "l'attività intellettuale di Castro è eccellente e tutti i giorni ripete che vuole tornare al lavoro".
Il 6 gennaio 2007 tuttavia il portavoce della Direzione nazionale dell' intelligence statunitense, Ross Feinstein, ha dichiarato che Fidel Castro è malato di cancro a livello terminale e gli restano "mesi, non anni" di vita.
Il 16 gennaio 2007 Il quotidiano spagnolo El Pais annuncia che Fidel Castro è grave; secondo il giornale il Lidér Maximo soffre di una forte peritonite, insorta dopo le operazioni all'intestino.
Dopo molti mesi di silenzio, il 29 marzo 2007 esce un suo editoriale su Granma, l'organo del Partito comunista cubano, nel quale sferra un attacco agli Stati Uniti, i quali, raccomandando l'uso di combustibili derivati da cereali, condannerebbero a morte prematura tre miliardi e mezzo di esseri umani nel mondo per fame e sete: così Fidel ha commentato una recente riunione del presidente George W. Bush con gli industriali americani del settore automobilistico, precisando che non si tratterebbe di una "cifra esagerata, è semmai una cifra prudente". L'articolo di Castro è stato accompagnato da commenti ufficiali ottimistici sulla sua salute da parte di fonti governative e lo stesso fratello maggiore, l'ottantenne Ramon Castro, consigliere del ministero per l'Agricoltura, ha detto che il Presidente "è ancora tutto intero" e si sta riprendendo "alla grande", aggiungendo che "i Castro sono tosti".
Il 22 aprile 2007 riceve una delegazione del Partito Comunista Cinese, e le immagini lo mostrano in ripresa.
Secondo molti giornali, Fidel Castro doveva essere presente al corteo del 1 maggio, ma il leader cubano non ha assistito al corteo e si è limitato a scrivere un articolo sul Granma, riguardante la "rivoluzione energetica". Per una sua eventuale riapparizione in pubblico adesso si parla del prossimo 26 luglio, festa nazionale, che curiosamente coincide con l'anniversario dall'ultima volta che lo si è visto in pubblico.
Il 2 giugno 2007 incontra il presidente del Partito Comunista del Vietnam.
Una missiva datata 17 dicembre 2007 pare allontanare l'ipotesi di un ritorno di Castro ad un ruolo politico attivo.
Il 18 febbraio 2008, con un messaggio[20] apparso sul sito di Granma (l'organo di informazione del Partito comunista cubano), Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al fratello Raúl Castro; continua tuttavia a ricoprire la carica di Segretario del Partito Comunista Cubano.

Successione a Cuba: potere al fratello Raul Castro! Il Cardinale Tarcisio Bertone inviato dal Vaticano in visita a Cuba!

L’Avana - Quando la luce dei riflettori si sarà spenta sui lavori dell’Assemblea nazionale e i nuovi dirigenti cubani saranno operanti, comincerà una stagione in cui il nuovo presidente Raul Castro, nominato ieri senza sorprese, e il governo dovranno avviare riforme riguardanti sia la funzione della leadership - finora unicamente legata alla figura di Fidel Castro - sia lo stesso sistema di relazioni fra politica e modello economico. E su quest’ultimo punto tutti gli indizi finora raccolti puntano a Cina e Vietnam. Raul, 76 anni, cinque in meno del fratello, è alla guida di Cuba dal 31 luglio del 2006, quando Fidel gli cedette «temporaneamente» i poteri, poco dopo l’intervento chirurgico all’intestino che da allora l’ha tenuto lontano dalla vita politica e pubblica. Il fratello minore del líder maximo guiderà per i prossimi cinque anni il Consiglio di Stato e avrà davanti una sfida difficile. Con la metà dei terreni agricoli improduttivi, uno stipendio medio pro-capite di 15 dollari al mese e il sistema dei trasporti al collasso, il futuro dello Stato comunista è sempre più cupo.
Con Raul non si attendono grandi riforme istituzionali verso la democrazia. Molto probabilmente, l’ex ministro della Difesa incarnerà il ruolo di figura di transizione, mantenendo la struttura statale inalterata. Tuttavia Washington ieri s’è sbilanciata e il responsabile del Dipartimento di Stato Tom Shannon ha dichiarato che la nomina di Raul è «una possibilità di cambiamento. Ma il cambiamento deve avvenire dall’interno. Il cambio di leader, poi, è un fatto significativo». Nel linguaggio diplomatico un’apertura non da poco.
Nei mesi scorsi era stato lo stesso Raul a criticare le «proibizioni eccessive» in economia, tuttavia mettendo ben in chiaro che qualsiasi cambiamento deve avvenire «gradualmente» e «all’interno del socialismo» e alla Rice che chiede libere elezioni ha subito risposto: «Ho preso nota delle dichiarazioni ingiuriose e apertamente interventiste dell’impero americano».
Perché va detto che i riferimenti fatti all’Avana sul fatto che ci si accinga ad «una successione», e non «una transizione», significano che nessuno al vertice di Cuba pensa che sia giunto il momento di smontare il meccanismo del partito unico, come è stato chiesto da più parti in Occidente. Gli analisti hanno indicato che Raul ha in questi anni lavorato per rafforzare da una parte il ruolo del Pc come guida del Paese, dall’altra ha intensificato le relazioni con Pechino e Hanoi, due casi di transizione riuscita nel mondo comunista, in cui i regimi non solo sono sopravvissuti, ma si sono rafforzati dopo la morte dei loro leader Mao e Ho Chi Minh. A nessuno è sfuggito che Fidel («spero che presto raggiunga Marx...» ha ironizzato John McCain»), nel messaggio in cui ha annunciato di voler abbandonare gli incarichi di capo dello Stato e Comandante dell’esercito, nulla ha detto sulla sua funzione di primo segretario del Partito comunista. Il motivo l’ha spiegato Raul appena eletto: «Vorrei che il Parlamento mi autorizzi a consultarmi per le decisioni importanti in materia di difesa, politica estera e sviluppo socio-economico con mio fratello». Più chiaro di così...

L'Avana, 26 feb. (Adnkronos/Ign) - Il cardinale Tarcisio Bertone incontra oggi il nuovo leader cubano Raul Castro. Il segretario di Stato vaticano è il primo rappresentante straniero ad incontrare il successore politico di Fidel e l'incontro conclude la sua visita nell'isola iniziata il 20 febbraio. Durante la 'settimana cubana', Bertone ha avuto modo di confrontarsi con le tante esperienze ecclesiali presenti sull'isola aprendo al dialogo fra Chiesa e Stato, decisivo per questo inizio di transizione nella storia di Cuba. Il cardinale ha anche riaffermato la posizione vaticana contraria all'embargo economico voluto da Washington contro l'isola caraibica.Bertone ha avuto anche un importante incontro di lavoro con il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque, al termina del quale, nel corso di una conferenza stampa, il porporato ha precisato: ''Credo che il nuovo presidente Raul, il nuovo Consiglio di Stato e la Chiesa cattolica stessa stanno provando ad intercettare le aspirazioni del popolo cubano e a rispondere in tutti i modi possibili, tenendo conto delle difficoltà, soprattutto per via dell'embargo economico'' che, ripetendo parole di Papa Giovanni Paolo II, ha descritto come ''inaccettabile, dannoso per il popolo cubano e carente di etica''.Rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale Bertone ha rilevato di ''non aver chiesto nessuna amnistia bensì gesti di riconciliazione'' e ha aggiunto che la Chiesa saluta ''come gesti positivi la liberazione di prigionieri'' come è accaduto negli ultimi tempi. Tracciando un primo bilancio della sua visita il segretario di Stato vaticano si è soffermato soprattutto sul ruolo e sul contributo dei giovani ''che sono - ha detto - il futuro di Cuba, di Cuba libera, di Cuba come nazione sviluppata nel rispetto della sua autonomia''. In questi giorni, ha precisato, ''ho incontrato moltissimi giovani, molto entusiasti, uomini che lottano per l'indipendenza di Cuba contro ogni potere oppressivo esterno ma anche interno''. Intanto la Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba in un breve comunicato formula ''con speranza cristiana voti di fiducia'' riguardo all'elezione delle nuove autorità cubane e chiedono alla Madonna della Caridad del Cobre che le aiuti a ''portare avanti con decisione le misure importanti che sappiamo dovranno essere graduali ma che già adesso possono soddisfare le ansie e le inquietudini espresse dai cubani''.

Elezioni in Pakistan: Musharraf ammette la sua sconfitta!!!

Islamabad - I principali partiti di opposizione in Pakistan risultano in chiaro vantaggio alle elezioni parlamentari e provinciali che si sono svolte ieri, secondo risultati non ancora ufficiali. Netta invece la sconfitta dei partiti islamici, che al precedente scrutinio del 2002 avevano compiuto un importante balzo in avanti. La vittoria dell'opposizione pone dei rischi per il presidente Pervez Musharraf, in carica da otto anni, che ieri comunque aveva detto di voler collaborare con i partiti che avessero vinto le elezioni. Il voto si è svolto in un clima estremamente teso. Solo nelle ultime 36 ore vi sono stati 24 omicidi in qualche modo collegati alle elezioni. Un conteggio dei voti diffuso dalla televisione privata Geo TV indica per l'Assemblea nazionale il partito dell'ex premier Nawaz Sharif avrebbe ottenuto il 32% dei voti; il partito dell'ex premier assassinato, signora Benazir Bhutto, il 29%; solo il 12% per il partito di Musharraf. I risultati definitivi sono attesi per la fine della giornata di oggi.I risultati parziali sullo spoglio dei voti di 160 dei 272 seggi del parlamento indica che i radicali ne hanno presi solo tre. La Muttahida Majli-i-Amal (Mma), alleanza di sei formazioni alcune delle quali apertamente simpatizzanti per i militanti e le idee dei taleban e di al Qaida, avevano nel parlamento uscente un record storico di 59 deputati. Mma era al potere nella Provincia di Frontiera del Nord Ovest, che confina con le zone tribali alla frontiera con l'Afghanistan, un'area dove di fatto l'autorità del governo di Islamabad è ignorata. Alcuni gruppi dell'alleanza hanno boicottato le elezioni e questo di certo ha contribuito al crollo.


Pakistan, partiti dell'opposizione insieme per formare il nuovo governo!!!

ISLAMABAD (Reuters) - I due partiti che hanno guadagnato il maggior numero di seggi alle elezioni in Pakistan collaboreranno per formare un nuovo governo.
Lo ha detto oggi l'ex primo ministro Nawaz Sharif.
Sharif ha partecipato a una serie di colloqui a Islamabad assieme al marito dell'ex premier Benazir Bhutto, alla guida del Pakistan People Party (Ppp) fino a quando non è stata uccisa in un attentato lo scorso 27 dicembre.
"Lavoreremo assieme per formare un governo", ha detto Sharif nel corso di una conferenza stampa congiunta assieme al marito di Bhutto, Asif Ali Zardari, dopo il loro incontro.
Questo nuova coalizione di governo potrebbe costringere il presidente Pervez Musharraf a lasciare il potere.
Musharraf, salito al potere nel 1999 con un colpo di stato militare nel Paese dotato di armi nucleari -- e uno dei più importanti alleati islamici di Washington nella lotta ad al Qaeda -- è vulnerabile di fronte a un Parlamento ostile dopo che i suoi sostenitori hanno riportato una pesante sconfitta nelle elezioni lunedì.
Ma in un'intervista al Wall Street Journal pubblicata ieri, ha detto di non essere pronto ad andarsene.
L'amministrazione del presidente americano George W. Bush ha chiesto al prossimo governo di lavorare con Musharraf e dice che Washington ha bisogno del Pakistan -- che confina con l'Afghanistan -- come alleato.


ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!