Fidel Alejandro Castro Ruz (
Mayarí,
13 agosto 1926[1]) è un
politico cubano. È stato
primo ministro di Cuba dal
16 febbraio 1959 all'abolizione della carica avvenuta il
2 dicembre 1976 ed è stato, dal
3 dicembre 1976 al
18 febbraio 2008, Presidente del
Consiglio di Stato[2] e
Presidente del Consiglio dei Ministri.
Castro è stato il leader della
rivoluzione cubana contro il
regime di
Fulgencio Batista e, dopo la fallita invasione della
Baia dei Porci da parte degli
Stati Uniti d'America, ha instaurato un governo autoritario legato all'
Unione Sovietica, da lui ininterrottamente guidato. Ha spesso giocato un ruolo internazionale maggiore di quanto lascino supporre le dimensioni
geografiche,
demografiche ed
economiche di Cuba a causa della sua posizione strategica e vicinanza geografica agli Stati Uniti d'America. Castro è una figura controversa: i detrattori lo considerano un dittatore nemico dei
diritti umani, mentre i suoi sostenitori lo considerano un liberatore dall'
imperialismo e sottolineano i progressi sociali che egli ha promosso a Cuba.
È noto anche con l'appellativo di Líder máximo, pare attribuitogli quando (il
2 dicembre 1961) dichiarò che Cuba avrebbe adottato il
Comunismo in seguito allo Sbarco della Baia dei Porci a sud dell'
Avana, un fallito tentativo degli Stati Uniti di rovesciare il governo cubano: nel corso degli anni Castro ha rafforzato la popolarità di quest'appellativo.
La leadership di Castro è rimasta incontestata, grazie al sostegno delle masse dovuto al miglioramento delle condizioni di vita secondo i suoi sostenitori, a causa della coercizione e della
repressione secondo i detrattori.
Il 18 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro ha dichiarato che non avrebbe accettato una nuova elezione alla Presidenza del Consiglio di Stato e del consiglio dei Ministri.
Nacque nel villaggio di
Birán, già provincia cubana di Oriente (attuale
provincia di Holguín), il 13 agosto 1926, da una famiglia di agricoltori benestanti (figlio di Ángel Castro e Lina Ruz).
Nel
1932 Fidel studiò a
Santiago de Cuba, inizialmente alla scuola La Salle, un istituto per ragazzi di famiglie benestanti, e poi, dal
1941 al
1945, si trasferì all'Avana, nell'esclusivo collegio dei
Gesuiti Belèn.
Nel
1945 si iscrisse alla facoltà di legge dell'
Università dell'Avana. Nell'ateneo molto politicizzato, Fidel aderì alla lega antimperialista schierandosi apertamente contro il nuovo presidente cubano,
Ramòn Grau.
Nel
1948 sposò
Mirta Diaz-Balart, studentessa di
filosofia. In viaggio di nozze i due sposi trascorsero un breve periodo negli Stati Uniti.
Castro fece praticantato in un piccolo studio associato dal 1950 al
1952. Intendeva candidarsi al parlamento nel 1952 per il "Partito Ortodosso", ma il
colpo di stato del Generale Fulgencio Batista rovesciò il governo di
Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni. Castro denunciò Batista in tribunale per violazione della costituzione, ma la sua petizione venne rifiutata. In risposta Castro organizzò un disastroso
assalto armato alla caserma della Moncada, nella
provincia di Oriente, il
26 luglio 1953. Più di ottanta tra gli assalitori vennero uccisi, Castro fu fatto prigioniero, processato e condannato a quindici anni di prigione. Castro utilizzò l'arringa finale del suo caso per il suo famoso "La storia mi assolverà", un discorso appassionato con cui difese le sue azioni spiegando la sua visione politica. Venne rilasciato grazie ad una
amnistia generale nel maggio 1955 e andò in esilio in
Messico e negli Stati Uniti.
Castro ritornò in patria clandestinamente, con diversi altri esiliati, navigando dal Messico a Cuba su una piccola imbarcazione, il
Granma. La prima azione del gruppo, che volle chiamarsi il
Movimento del 26 di luglio, si svolse nella provincia di Oriente il
2 dicembre 1956. Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui
Ernesto "Che" Guevara,
Raúl Castro e
Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della
Sierra Maestra, e da lì iniziarono la
guerriglia contro il governo di Batista.
Il gruppo di guerriglieri crebbe fino a superare gli 800 uomini. Il
24 maggio 1958, Batista lanciò diciassette battaglioni contro Castro nell'Operazione Verano. Nonostante lo svantaggio numerico, le forze di Castro misero a segno una serie di vittorie, aiutate dalla massiccia diserzione e dalle rese all'interno dell'esercito di Batista. Il
capodanno del
1959 Batista lasciò il paese, e le forze di Castro entrarono a L'Avana. Il 5 gennaio del 1959 il professore di legge José Mirò Cardona creò un nuovo governo, con lo stesso come primo ministro e Manuel Urrutia Lleò come presidente. L'8 gennaio 1959 Fidel Castro assunse il ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate. Il 13 febbraio 1959 José Mirò Cardona si dimise inaspettatamente dalla sua carica e gli successe Fidel Castro. Il 17 luglio 1959
Osvaldo Dorticós Torrado fu nominato Presidente della Repubblica, carica in cui rimase sino al 1976, sostituito poi da Fidel Castro; divenne successivamente membro del Consiglio di Stato.
Inizialmente gli USA furono rapidi a riconoscere il nuovo governo. Castro divenne Primo Ministro in febbraio, ma gli attriti con gli Stati Uniti si svilupparono ben presto, quando il nuovo governo iniziò a espropriare le proprietà delle principali compagnie statunitensi (la
United Fruit in particolare), proponendo risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà, che per molti anni le stesse compagnie avevano fatto in modo di tenere artificialmente basse. Castro visitò la
Casa Bianca poco dopo la presa del potere, e si incontrò con il Vice Presidente
Richard Nixon. Presumibilmente
Dwight Eisenhower snobbò Castro, con la scusa che stava giocando a
golf e, delegando, lasciò Nixon a parlare con lui e cercare di scoprire se fosse
comunista e filosovietico. Nixon commentò che Castro era "naif", ma non necessariamente un comunista.
Nel febbraio
1960, Cuba firmò un accordo per l'acquisto di petrolio dall'
URSS. Quando le raffinerie cubane, di proprietà statunitense, si rifiutarono di raffinare il petrolio sovietico, vennero espropriate e gli Stati Uniti subito interruppero le relazioni diplomatiche con il governo Castro. In reazione alla politica statunitense dell'amministrazione Eisenhower che andava facendosi sempre più ostile verso la novità cubana, il governo castrista iniziò a stabilire legami sempre più stretti con l'Unione Sovietica: in seguito a diversi patti firmati tra Castro e il Premier sovietico
Nikita Khruščёv, Cuba iniziò a ricevere aiuti economici e militari dall'URSS.
Il
17 aprile 1961, gli Stati Uniti sponsorizzarono un fallimentare attacco a Cuba, appoggiando un'idea degli esiliati cubani. In quell'occasione una forza di circa 1.400 dissidenti, finanziati ed addestrati dalla
CIA, sbarcarono a sud de L'Avana, nella Baia dei Porci. Secondo le previsioni della CIA, l'invasione avrebbe innescato una sollevazione popolare contro Castro. Ciò non avvenne e la parte dei golpisti che giunse a riva venne catturata, mentre il Presidente
Kennedy ritirò il supporto all'ultimo minuto, negando l'appoggio aereo fondamentale per la riuscita dell'operazione. Nove prigionieri vennero giustiziati a seguito di quest'azione. Più tardi, il
2 dicembre di quell'anno, in un discorso alla nazione, Castro si dichiarò un
Marxista-
Leninista e disse che Cuba avrebbe adottato il
Comunismo.
Il
3 gennaio 1962 Papa Giovanni XXIII scomunicò Castro dando seguito al decreto del
1949 di
Papa Pio XII che vietava ai cattolici di appoggiare i governi comunisti. Per Castro, che aveva precedentemente abbandonato la fede
cattolica, fu un evento di scarse conseguenze. Lo scopo del provvedimento era quello di minare il supporto a Castro tra i cattolici cubani e non; ad ogni modo, ci sono poche prove che il fatto ebbe qualche effetto.
Nell'ottobre 1962, quando gli USA scoprirono che l'Unione Sovietica stava tentando attivamente di schierare missili nucleari sull'isola, si ebbe la cosiddetta "
Crisi dei missili di Cuba". Dopo che le tensioni vennero disinnescate, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba rimasero mutuamente ostili, e la CIA continuò a finanziare, supportare ed appoggiare attentati terroristici contro l'isola e contro la persona Castro, mentre il regime cubano tentava di esportare il proprio modello in diverse regioni del
Sud America e dell'
Africa.
Nel
1976 all'apice della politica di
embargo statunitense contro Cuba,
Pierre Elliott Trudeau, allora Primo Ministro del
Canada, fece visita di Stato nell'isola, la prima da parte di un leader occidentale, e abbracciò personalmente il capo cubano. Trudeau gli portò in dono 4 milioni di dollari e organizzò prestiti per altri 10 milioni. Nel suo discorso Trudeau dichiarò: "lunga vita al Primo Ministro e Comandante in Capo cubano. Lunga vita all'amicizia cubano-canadese".
Nel
novembre del
1996 Fidel Castro andò a
Roma, in occasione dell'Incontro mondiale sull'alimentazione promosso dalla
FAO. In quell'occasione andò in
Vaticano, per incontrare il
Papa Giovanni Paolo II.
Il
21 gennaio del
1998 Giovanni Paolo II contraccambiò la visita ed andò a Cuba. Pochi giorni prima del suo arrivo Castro, per un accordo preesistente, liberò 106 detenuti, che comparivano in una lista di 260 nomi consegnata a Castro dal segretario vaticano
Angelo Sodano[4]. Fidel Castro ricevette Giovanni Paolo II con tutti gli onori, e rinunciando per la prima volta alla sua famosa divisa militare, per indossare giacca e cravatta.
Il
22 novembre del
1999 Elián, un bambino cubano, partì da Cuba insieme alla madre su una barca diretta in
Florida. Una pattuglia cubana raggiunse la barca cercando invano di convincere gli occupanti a non continuare il viaggio, ma poco dopo la barca naufragò. La madre del bambino morì, mentre lui si salvò insieme a due adulti. Fu avvistato dalla guardia costiera americana, che lo recuperò.
Elián fu preso in custodia temporanea da alcuni parenti della madre che vivevano in Florida, senza il consenso del padre che era rimasto a Cuba. Nella capitale cubana si susseguirono cortei per il rientro in patria del bambino, mentre in Florida l'FBI e gli avvocati dei parenti materni riuscirono a ritardare la decisione. Il
22 aprile del
2000 la polizia federale prelevò il bambino e lo riportò a Cuba.
Fidel Castro non intervenne mai sulla questione, ma quando seppe del ritorno del bambino disse: "Il problema generale non è ancora risolto. Fino a quando la legge dell'accordo cubano non verrà abrogata potranno verificarsi altri casi. Se al resto dell'America Latina e dei Caraibi offrissero gli stessi incentivi per l'immigrazione, più della metà degli Stati Uniti sarebbe oggi occupata da immigrati provenienti da quelle zone."
Castro consolidò il controllo della nazione nazionalizzando ulteriormente l'industria, confiscando i beni di proprietà straniera, collettivizzando l'agricoltura, ed emanando politiche a beneficio dei lavoratori. Molti cubani lasciarono il paese, alcuni per
Miami,
Florida, dove formarono una numerosa comunità anti-castrista, sovente in contatto con gruppi malavitosi e della destra dei servizi segreti statunitensi. A causa del duro embargo imposto dagli Stati Uniti, Cuba divenne sempre più dipendente dai sussidi sovietici. Il collasso dell'Unione Sovietica nel
1991 portò quindi un periodo di forte sofferenza economica a Cuba.
Le aspre sanzioni economiche volute dagli USA, in primis l'
embargo, ma anche il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani, sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba. Comunque, tra il 1960 e il 1990 gran parte dei loro effetti vennero attenuati dall'aiuto dell'ex Unione Sovietica, che in alcuni anni equivaleva a un quarto del
PIL nazionale. Nonostante l'embargo statunitense, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi (dopo la
Repubblica Dominicana). La sua economia riceve anche un afflusso di valuta (stimato in 850 milioni di dollari all'anno) dai Cubani Americani che mandano soldi a familiari e amici rimasti sull'isola.
Negli anni recenti Castro ha scommesso sulla
biotecnologia per supportare l'economia di Cuba. Da allora, l'economia cubana ha accelerato, sia per l'esportazione di tecnologia medica che per il "turismo della salute". Lo sviluppo cubano in questo campo ha però causato preoccupazione per le possibili ricerche di
armi biologiche. Nel
2002 uno degli scopi della visita dell'ex Presidente statunitense
Jimmy Carter era di ispezionare i siti cubani per l'
ingegneria genetica.
Il
14 dicembre 2004 Castro ha siglato con il Presidente del
Venezuela Hugo Chávez l'accordo preliminare per la costituzione dell'
Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina ed i paesi caraibici.
Istruzione e sanità vennero rese accessibili a tutti, anche alle persone che vivevano nelle zone più remote dell'isola. Le statistiche dell'
UNESCO hanno confermato negli anni che il tasso di istruzione di base a Cuba è tra i più alti dell'America Latina. Il governo sta inoltre portando avanti un programma che consente a studenti stranieri, di trasferirsi sull'isola e seguire corsi di studio universitari gratuiti. Attualmente sono presenti circa ventiduemila ragazzi, provenienti soprattutto dai paesi del terzo mondo.
Contrariamente alla situazione riscontrabile in molte altre nazioni latino-americane e caraibiche, nessun bambino cubano vive per la strada. I tassi di mortalità infantile sono i più bassi della regione (perfino più bassi di nazioni come gli Stati Uniti), il livello della sanità è elevato e tutti i cubani ricevono latte quasi gratis fino all'età di sette anni. Le aspettative di vita a Cuba, nel 2002, erano solo leggermente inferiori a quelle degli USA. Il tasso di mortalità infantile cubano è il secondo più basso delle Americhe (dopo il
Canada, dati OMS, 2000). Viene generalmente riconosciuto che Cuba ha fatto sostanziali progressi nello sviluppo farmaceutico. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo.
I media cubani, controllati dal governo, spesso evidenziano il contrasto tra i soddisfatti bambini cubani e le loro controparti a
Bogotá,
Los Angeles o
Buenos Aires -- che spacciano droga, sono trascinati nella prostituzione, o vivono in
baraccopoli.
La campagna per l'alfabetizzazione di Castro, si concentrò sulle aree rurali dove questa era molto bassa. In un discorso dell'autunno 1960 davanti alle
Nazioni Unite, Castro annunciò che "Cuba sarà la prima nazione d'America che, nel giro di pochi mesi, sarà in grado di dire di non avere una persona analfabeta". Quasi 270.000 insegnanti e studenti vennero utilizzati per l'alfabetizzazione dell'isola. Nel 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 4%. Il Museo Nazionale Cubano dell'Alfabetizzazione raccoglie più di 700.000 lettere inviate a Castro da coloro che avevano terminato il corso come testimonianza dell'avvenuta alfabetizzazione.
La televisione cubana trasmette corsi di livello universitario per la popolazione adulta.
Attorno a Castro si è sviluppato uno scarso culto della personalità, visti i suoi ripetuti tentativi di scoraggiarlo
[2]. Ad esempio, Castro è stato raffigurato solo due volte su un
francobollo cubano: nel
1974 apparve su un francobollo commemorativo della visita di
Leonid Brežnev e nel 1999 apparve su uno che commemorava il 40° anniversario della rivoluzione. Non c'è a Cuba nessuna strada, città o statua di Castro anche se sono frequenti grandi tabelloni con sue immagini
[6]. C'è stata una tendenza più forte a incoraggiare la reverenza per l'eroe dell'indipendenza cubana
José Martí e per i caduti della rivoluzione cubana, come
Camilo Cienfuegos. Castro è famoso per i suoi lunghi (spesso di diverse ore) documentati discorsi. Castro compare raramente in pubblico senza divisa militare e berretto.
Il regista statunitense
Oliver Stone ha girato due interviste-documentario sulla figura di Castro,
Comandante, nel
2003 e
Looking for Fidel, nel
2004.
Secondo alcune fonti alcuni dissidenti cubani e opponenti politici sono stati imprigionati in condizioni estremamente difficili e senza processo con l'accusa di essere "contro-
rivoluzionari", "
fascisti" o agenti della
CIA[9]. Diverse associazioni per la tutela dei diritti umani accusano inoltre il governo di Castro di reprimere sistematicamente il dissenso politico mediante processi e carcerazioni arbitrarie, sorveglianza e licenziamenti a motivazione politica
[10]. Castro sostiene che Cuba non detenga prigionieri politici, ma criminali che hanno commesso atti contro-rivoluzionari, incluso l'uso di ordigni esplosivi.
[11] In più sostiene che l'opposizione al governo sia illegittima e sia il risultato delle azioni dei rifugiati cubani statunitensi e della CIA. I sostenitori di Castro ritengono che le misure adottate dal governo cubano servano a prevenire un possibile fallimento del suo governo e le giustificano con le costanti pressioni economiche e militari da parte degli USA e degli alleati che durano da più di mezzo secolo.Nel
2001 Hallgeir Langeland, parlamentare
norvegese del
Partito della Sinistra Socialista, ha candidato Fidel Castro per il
Premio Nobel per la pace per gli aiuti
medici e
ingegneristici dati ai paesi in via di sviluppo.
Nel 2005 la rivista
Forbes inserì Castro nella lista
[13] dei "re, regine e dittatori" più ricchi, attribuendogli un patrimonio di 550 milioni di dollari.
Il governo castrista smentì affermando che si trattava «di una goffa diffamazione orchestrata dagli Stati Uniti».
Nel 2006 la rivista inserì nuovamente Castro nella lista
[14] attribuendogli questa volta un patrimonio ancora superiore, pari a 900 milioni di dollari (quasi il doppio rispetto a quanto la stessa rivista stimò come patrimonio nel 2005), specificando però che questi deriverebbero dal "controllo" di una rete di compagnie statali" (il Palacio de Convenciones, un centro congressi vicino all'Avana; Cimex, un conglomerato di vendite al minuto e Medicuba, società di vendita di farmaci prodotti nell'isola), e affermando che "ex funzionari cubani insistono che Castro, che viaggia esclusivamente in una flotta di Mercedes nere, si è appropriato dei profitti di queste attività d'affari, nel corso degli anni". Forbes affermò di aver così calcolato la cifra fornita: "con l'obiettivo di arrivare ad una cifra netta abbiamo utilizzato un metodo nel quale le entrate di denaro liquido vengono scontate per valutare queste compagnie e dopo abbiamo presunto che una parte di questo flusso di profitti va a Castro", "adottando un criterio prudenziale abbiamo evitato di stimare qualunque profitto che possa avere intascato in altre epoche, anche se esistono voci che trasferì grosse somme in conti bancari svizzeri. Castro lo ha negato pubblicamente ed ha insistito che non possiede nulla".
Dopo l'articolo di Forbes, Fidel Castro sfidò pubblicamente la rivista
[15], il «ladruncolo»
George W. Bush, la
CIA, le 33 agenzie segrete e le banche americane a dimostrare le accuse: «se riescono a provare ciò che dicono, a trovare un conto a mio nome di 900 milioni, di 500 milioni o di un solo dollaro, se lo proveranno, offrirò loro quello che hanno preteso e non hanno potuto ottenere durante mezzo secolo, durante il quale hanno cercato di distruggere la rivoluzione e assassinarmi in centinaia di attentati: rinuncerò ai miei incarichi».
Il
17 maggio 2006, in risposta alle dichiarazioni di Castro, Forbes ammise alla BBC di «non avere alcuna prova che Castro abbia nascosto denaro in conti bancari all'estero»
[16]. Forbes si giustificò dicendo che in quell'articolo si intendeva che solo se Castro avesse voluto avrebbe potuto abbandonare Cuba con quella somma.
Questi "attacchi" da parte di Forbes, che nonostante le successive smentite e i distinguo hanno avuto notevole risonanza mediatica in tutto il mondo, potrebbero avere motivazioni politiche, essendo il direttore (e nipote del fondatore)
Steve Forbes schierato con l'ala più conservatrice del partito Repubblicano (partecipò anche alle primarie per la candidatura a presidente degli Stati Uniti sia nel 1996 che nel 2000e vinse anche in qualche stato) ed uno dei firmatari del
Progetto per un nuovo secolo americano.
Secondo un dubbio articolo [
citazione necessaria] pubblicato dal gruppo terroristico del MiM (
Movimento Insurrezionale Martiano), il patrimonio del Líder máximo già nel
1976 avrebbe avuto un valore di addirittura 1,2 miliardi di dollari. Le prove sarebbero state raccolte da un servizio di intelligence dell'organizzazione e denunciano un notevole arricchimento del dittatore cubano, a partire dai primi giorni della sua leadership. Appena salito al potere Castro avrebbe sottratto dalle casse dello Stato 28 milioni di
dollari, girandoli alla Novodyt Bank di
Londra. Il MiM sostiene inoltre che Castro pretendesse dal 20 al 25% di ogni operazione commerciale di Cuba e fino al 5% dei guadagni relativi alla vendita di
zucchero in
Unione Sovietica fino al
1988. Tale organizzazione anticastrista afferma inoltre che Fidel Castro sarebbe proprietario anche di grandi appezzamenti di terreno in
Svezia,
Finlandia e
Svizzera, oltre a diverse residenze in
Spagna,
Italia e
Francia.
Il MiM è un’organizzazione sospetta di atti di
terrorismo. Un suo membro,
Reinol Rodriguez, è stato accusato di vari atti di terrorismo, incluso l’assassinio a
Porto Rico nel 1979 di
Muñiz Varela, colpevole di organizzare viaggi a Cuba nell’ambito del processo di avvicinamento USA-CUBA promosso dall’amministrazione
Carter. Rodriguez si è espresso in un’intervista concessa a
Porto Rico al settimanale la Cronica con le seguenti parole: «per ogni nostro agente che cada nelle mani di Castro uccideremo 5 cubani. 5×1 è l’ordine».
Il
1 agosto 2006 Castro cedette temporaneamente il governo (per la prima volta nella storia della rivoluzione cubana) al Vice-presidente e fratello
Raúl Castro, dovendosi sottoporre a un improvviso intervento chirurgico intestinale. Il
7 agosto comunicò l'esito positivo dell'intervento ed il suo rientro all'attività entro una settimana. In occasione dell'ottantesimo compleanno, il
13 agosto 2006, i festeggiamenti previsti furono annullati per il protrarsi della degenza.
Il
29 ottobre 2006 è apparso, per la prima volta dopo circa tre mesi, alla televisione di Stato dove si è esibito in un discorso contro chi lo credeva morto o gravemente malato
Il
17 novembre 2006 la figlia Alina, intervistata dal
Corriere della Sera, ha detto che Castro si sta riavvicinando a Dio e alla Religione.
[18]Il
3 dicembre 2006 per la prima volta a causa delle sue gravissime condizioni di salute (si parla di
cancro dell'
intestino) non ha presenziato alle manifestazioni per la festa delle Forze Armate, di cui quest'anno ricorreva il cinquantenario ed il giorno prima non ha potuto partecipare alla cerimonia (già posticipata per la sua salute precaria) per il suo 80° compleanno, durante la quale il fratello Raul ha aperto, anche se con alcune diffidenze, agli Stati Uniti.
Il
26 dicembre 2006 il medico spagnolo, José Luis Garcia Sabrido, che ha visitato Castro, su richiesta di quest'ultimo, ha dichiarato che il presidente cubano non è malato di cancro e non ha alcuna patologia maligna terminale e che le sue attuali non buone condizioni derivano dalle complicazioni mediche dovute al gravissimo intervento chirurgico subito nei mesi scorsi, aggiungendo inoltre che "l'attività intellettuale di Castro è eccellente e tutti i giorni ripete che vuole tornare al lavoro".
Il
6 gennaio 2007 tuttavia il portavoce della Direzione nazionale dell' intelligence statunitense, Ross Feinstein, ha dichiarato che Fidel Castro è malato di cancro a livello terminale e gli restano "mesi, non anni" di vita.
Il
16 gennaio 2007 Il quotidiano spagnolo
El Pais annuncia che Fidel Castro è grave; secondo il giornale il Lidér Maximo soffre di una forte peritonite, insorta dopo le operazioni all'intestino.
Dopo molti mesi di silenzio, il
29 marzo 2007 esce un suo editoriale su Granma, l'organo del Partito comunista cubano, nel quale sferra un attacco agli Stati Uniti, i quali, raccomandando l'uso di combustibili derivati da cereali, condannerebbero a morte prematura tre miliardi e mezzo di esseri umani nel mondo per fame e sete: così Fidel ha commentato una recente riunione del presidente George W. Bush con gli industriali americani del settore automobilistico, precisando che non si tratterebbe di una "cifra esagerata, è semmai una cifra prudente". L'articolo di Castro è stato accompagnato da commenti ufficiali ottimistici sulla sua salute da parte di fonti governative e lo stesso fratello maggiore, l'ottantenne
Ramon Castro, consigliere del ministero per l'Agricoltura, ha detto che il Presidente "è ancora tutto intero" e si sta riprendendo "alla grande", aggiungendo che "i Castro sono tosti".
Il
22 aprile 2007 riceve una delegazione del
Partito Comunista Cinese, e le immagini lo mostrano in ripresa.
Secondo molti giornali, Fidel Castro doveva essere presente al corteo del
1 maggio, ma il leader cubano non ha assistito al corteo e si è limitato a scrivere un articolo sul Granma, riguardante la "rivoluzione energetica". Per una sua eventuale riapparizione in pubblico adesso si parla del prossimo
26 luglio, festa nazionale, che curiosamente coincide con l'anniversario dall'ultima volta che lo si è visto in pubblico.
Il
2 giugno 2007 incontra il presidente del
Partito Comunista del Vietnam.
Una missiva datata
17 dicembre 2007 pare allontanare l'ipotesi di un ritorno di Castro ad un ruolo politico attivo.
Il
18 febbraio 2008, con un messaggio
[20] apparso sul sito di
Granma (l'organo di informazione del
Partito comunista cubano), Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al fratello
Raúl Castro; continua tuttavia a ricoprire la carica di Segretario del Partito Comunista Cubano.