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venerdì 25 aprile 2008

"Liberazione": "parole pompose" e "tristi realtà!"

Roma - A leggermi qualcuno potrebbe pensare che io sia acriticamente ed aprioristicamente schierato. E che le mie parole siano scritte al solo scopo di esaltare la mia parte, svillaneggiando la parte avversaria. Niente di più falso. Io, difatti, chiamo "fratelli" sia i "repubblichini" sia i "resistenti". E che altro potevano fare gli Italiani negli anni 1943/45? Con il "Duce", arrestato dal Re e liberato dai Tedeschi; con il Re e il Governo Badoglio che scappavano a porsi sotto la protezione degli Alleati, senza aver dato uno straccio di ordine e di direttiva? Ciascuno ha scelto secondo le proprie idee, spesso secondo il caso.
No, il problema non sta nel dare "giudizi taglienti" sugli uomini e sui fatti del 1943/45. Perché in entrambi gli schieramenti ci furono "eroi", "martiri" e "carnefici". Il problema sta nell’uso che i "vincitori" fecero della "vittoria". E, allora, non si può non concludere che, grazie alla "liberazione del 25 aprile 1945", siamo diventati una "colonia" amministrata da molti "papponi". Papponi senza intelligenza, senza dignità, senza onore e senza pudore. Parole in libertà? E, allora, leggiamoci i "fatterelli" di questa "Italya liberata". E cominciamo dal fatto che oggi, 25 aprile 2008, i nostri politici sono in piazza a celebrare la "data fatidica". E che, nel celebrare, non ci sono distinzioni di sorta. Sono tutti lì, a recitare parole solenni.
Nel frattempo…. Nel frattempo in Italia ci stanno 113 basi militari USA. Sapete dirmi da chi ci difendono? Nel frattempo 10.000 soldati italiani stanno all’estero. A combattere le guerre americane. Oppure volete dirmi che noi avevamo un qualche interesse al fatto che gli USA costruissero una grandiosa base militare in Kossovo e che la UNOCAL costruisca i suoi oleodotti in Afganistan? Nel frattempo la situazione nel Vicino Oriente si fa, di giorno in giorno, più incandescente. Perché, mentre gli Europei siamo rassegnati a comprarci le materie prime, gli USA sono abituati a rapinare le materie prime altrui.
Potremmo trarcene fuori, dicendo che noi seguiamo "la via della pace" e che, se loro "cercano la guerra", se la facciano da soli. Potremmo farlo se il partito americano e sionista non fosse accampato tra di noi e su di noi. E se noi, immemori dell’insegnamento di Dante ("Uomini siate e non pecore matte, sì che il giudeo di voi, tra voi, non rida"), non ci illudessimo che siamo "liberati". E non ci lasciassimo portare al macello come tante pecore belanti. Inneggiando alla "liberazione dal nazifascismo".
***
Succede, dunque, che mentre i nostri "politici/papponi" si esibiscono a celebrare la resistenza, l’ambasciatore libico all’ONU propone di condannare Israele perché "Gaza è un lager". Protestano gli ambasciatori francese, americano e inglese. E il nostro ambasciatore propone che si sospenda la seduta (1). "Gaza come un campo di concentramento nazista"? Io non so dire, si potrebbe indire una gara internazionale per cercare di individuare le "somiglianze" e le "differenze". Ma protestare per il confronto a me pare un eccesso. Non la pensa come me Pierluigi Battista che, sulle colonne del "Corriere", ci spiega che è "intollerabile" che gli "Israeliani" vengano confrontati ai "nazisti". Perché, avendo i nazisti perso la guerra ed avendola gli Ebrei vinta, un simile confronto è blasfemo. Non fu forse detto "non bestemmiare il Signore Dio tuo"? E allora noi, liberati il 25 aprile 1945, prendiamo posizione: nessun dibattito che, facendo raffronti tra "Gaza" ed "Auschwitz", metta in dubbio la "pietas judaica". Blasfemo chi dice il contrario. E, se la realtà di Gaza brucia gli occhi, meglio chiudere gli occhi che dubitare degli Ebrei.
Si dibatte negli USA sul fatto che gli Israeliani hanno bombardato la località di Al Kibar in Siria. E tutti a dire "quanto sono cattivi questi Siriani che volevano costruire una centrale atomica" e "quanto sono cattivi questi nordcoreani che fornivano i macchinari e i tecnici". Giustamente nessuno condanna gli Israeliani autori del bombardamento che poteva scatenare una guerra. Gli Israeliani sono amici degli USA e, pertanto, "benedetti da Jahvé". Chi oserà criticarli? Non gli USA "liberatori", non gli "Italyani liberati". E giustamente il "Corriere" ci pubblica su un articolo tutto zucchero e miele (3).
Per fortuna il bello deve ancora venire. Su questo ci informa il "Corriere" (4). Pare, dunque, che sul problema "sanzioni all’Iran" il centrosinistra tenesse un "profilo defilato": stavano in seconda fila e, pur annuendo, bofonchiavano. Ora che subentra il centrodestra e che al Ministero degli Esteri va Frattini (sionista.doc) prenderemo "parte attiva" e saremo "più decisivi". Perché se taluni del centrosinistra, per compiacere gli Ebrei, si erano fatti "circoncidere"; pare che tali altri del centrodestra, pur di risultare graditi agli Ebrei, oltre che "circoncidere" si siano anche fatti "sodomizzare". Insomma, ne vedremo delle belle. Anche perché gli Iraniani (sono "ariani" e, come se questo non bastasse, sono anche dei "fanatici mussulmani") sono un osso molto duro da mandare giù. E, dunque, che Padre Giove ce la mandi buona.
Né mi sono di conforto alcuno le ciance che lo scrittore ebreo/israeliano Abraham Yehoushua ci ammannisce in questa data fatidica (5). Perché lo scrittore guarda al passato. Se, invece, guardasse al futuro, vedrebbe nero anche lui. Solo che fu detto: "Dio acceca coloro che vuol perdere". E, allora, il buon Abraham sproloquia. Sproloquia ma non vede oltre il suo naso.
***
Concludendo. Io guarderei con un certo rispetto agli uomini ed ai fatti accaduti negli anni 1943/45. Ma oggi, guardando ai "papponi" che ci stanno portando al macello, salmeria di USA/Israel, il mio intelletto si ribella. E il mio cuore esprime una ripulsa senza "se" e senza "ma". E’ necessario liberarci da questa canaglia che si imbandiera a festa. Per nascondere le loro ruberie e la nostra schiavitù.

Antonino Amato

1 commento:

faber ha detto...

25 APRILE: PER UNA MEMORIA ACCETTATA E RISPETTATA

Urge ritrovare la memoria, che non potrà essere condivisa,
ma almeno accettata e rispettata reciprocamente.
Serve favorirla ricordando con rispetto tutti i caduti della guerra civile.
Con un’iniziativa che rischia di incontrare l’ostilità di entrambe le parti in causa:
attraverso le testimonianze scritte dalle due parti in lotta,
rendendo così onore a chi ha lottato ed è caduto in nome delle proprie Idee.

NEL BLOG http://faber2008.blogspot.com/

ITALIA-CINA

ITALIA-CINA
PER L'ALLEANZA, LA COOPERAZIONE, L'AMICIZIA E LA COLLABORAZIONE TRA' LA REPUBBLICA ITALIANA E LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE!!!