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venerdì 25 aprile 2008

"GUARDARE AVANTI"! Si, ma "AVANTI DOVE?"

Roma - Finalmente le elezioni nazionali sono finite. Ed anche il chiacchiericcio, più o meno futile, si va attenuando. Del resto, i risultati sono incontrovertibili: il PdL (Berlusconi) ha vinto sul PD (Veltroni). La UDC si colloca tra "vittoria" e "sconfitta": ha superato il quorum del 4% alla Camera; ma, per il Senato, ha superato il quorum solo in Sicilia, grazie al controverso Cuffaro.
Gli altri, invece, hanno perso più o meno clamorosamente. Ed è sugli altri, che hanno perso, che conviene soffermare l’analisi. Va notato, intanto, una caratteristica particolare di questa campagna elettorale: i due partiti maggiori (PdL e PD) hanno invocato il "voto utile" mentre i partiti minori hanno fatto appello alla "identità". Ed è nella logica delle cose che i dirigenti dei partiti che hanno perso si dimettano e si chiedano perché "hanno perso il contatto con l’opinione pubblica".
Unica eccezione viene dalla "Destra". Non ha raggiunto alcun risultato tangibile non avendo superato lo sbarramento del 4%. Cionondimeno i suoi dirigenti sostengono di aver vinto. Aggrappandosi ad argomentazioni più o meno pretestuose:
Noi non abbiamo vinto, ma la "sinistra radicale" ha perso. Argomentazione ridicola. Vorrebbe dire che la "Destra" non ha un suo programma da portare avanti ma si limita alla solita falsa e vuota "litania anticomunista".
La seconda argomentazione ha una qualche consistenza: siamo nati solo 4 mesi fa. Ma nega la logica: nuovi alla politica Buontempo, Storace e la Santanché? Mah!
Io penso, invece, che i "fuorusciti da AN" hanno intercettato pochi consensi. E, pertanto queste argomentazioni servono solo a confermare la "inamovibilità" dei dirigenti e le loro "identità fondanti". Che gli altri, aderendo alla "Destra", dovrebbero accettare come "grazia che piove dall’alto". Ma su questo tornerò in prosieguo di tempo. Qui è sufficiente dire che anche la "Destra" dovrebbe porsi il problema della "identità".
***
Una "sinistra cretinamente antifascista" contro una "destra cretinamente anticomunista"?
In molti, di questi tempi, si interrogano sulla loro "identità". E questo va visto come un fatto positivo. Il problema si pone, invece, se, cercando la propria identità, volgono lo sguardo "avanti" oppure "indietro". Voglio dire: "comunismo" e "fascismo" sono due "categorie storiche". E, pertanto, vanno affidate alla storia. Su questo conviene essere chiari. Le idee e i programmi passano, ma i popoli restano. E, pertanto, se nello sviluppo degli accadimenti storici è successo che "comunisti" e "fascisti" se le suonassero di santa lena, questo non vuol dire che si deve continuare all’infinito. Anzi continuare su questa strada, e in assenza del "nemico fascista" o del "nemico comunista" sarebbe un modo di sragionare. Utile magari a chi gestisce il "potere", ma inutile a chi conta di ripresentarsi alla opinione pubblica con un qualche programma credibile.
Conviene, dunque, che sia "a destra" che "a sinistra" si guardi alla situazione contingente. E, quali che siano le motivazioni ideali, non potranno non convenire che oggi siamo "sudditi degli USA". Per via delle 113 basi militari USA istallate in Italia e per via dei 10.000 soldati italiani, inviati fuori dai confini nazionali a combattere le guerre americane.
E questo, la sudditanza verso gli USA, è un vulnus alla "indipendenza" e alla "sovranità" nazionale. Questo vulnus costituisce anche un notevole aggravio economico che grava sulle nostre spalle e ci impedisce un normale sviluppo economico e sociale. Si aggiunga che, di questi tempi, mentre ai cittadini comuni si impongono vincoli giuridici ed amministrativi a non finire, l’alta finanza spadroneggia e detta legge a dei politici ridotti al rango di "camerieri".
Ci sarebbero, dunque, mille motivi reali, motivi reali e concreti, perché nasca dal basso un sentimento di rivolta nazionale e sociale contro coloro che, "liberandoci" nel 1945, si sono istallati in Italia da "padroni". E non se ne vogliono andare. E non se ne andranno se noi non li cacceremo. Solo mi chiedo: a destra e a sinistra saranno capaci di togliersi i paraocchi e di fare una analisi disincantata della "realtà che ci circonda"? Io non so, ma ci spero.

Antonino Amato

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